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contattate, non erano nemmeno a conoscenza della mostra e, ovviamente, non, hanno alcuna intenzione di partecipare;
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
dal 22 al 25 febbraio 2001 si terrà al teatro Camploy di Verona la mostra-mercato «Alla scoperta della cultura non conforme - prima rassegna delle edizioni "samiszdad" italiane» patrocinata dalla regione Veneto, dal comune di Verona, e dall'assessorato alla cultura del comune di Verona per l'organizzazione dell'associazione «Sinergie Europee Italia»;
nell'ambito di tale mostra venerdì 24 febbraio 2001 si terrà un convegno dal titolo «La censura del chiasso - come lo strapotere mediale uccide il dissenso»;
il volantino di presentazione delle iniziative succitate (dal quale è possibile evincere il patrocinio e l'apporto dato all'iniziativa dalla regione Veneto e dal comune di Verona) afferma che si tratterebbe di un'iniziativa che per la prima volta in Italia riesce a dare spazio alle produzioni editoriali del dissenso, coraggiose per essersi «schierate in difesa dei valori tradizionali e naturali (...), che mettono in discussione le banali certezze, i dogmi e le vulgate espressioni del modernismo andando ad affondare le proprie analisi nella millenaria storia delle civiltà e delle religioni»;
alla mostra è prevista l'esposizione di 500 titoli, oltre, a riviste e pubblicazioni periodiche delle Case editrici 7 COLORI, AKROPOLIS, ALL'INSEGNA DEL VELTRO, AL-HIKMA, AR (di Franco Freda), ARIANNA, CERCHIO, CIARRAPICO, CINABRO, CONTROCORRENTE, DATA NEWS, EDITRICE CIVILTÀ, EFFE DI EFFE, EUROPA LIBRERIA EDITRICE, FAMIGLIA CIVILTÀ, FONDAZIONE JULIUS EVOLA, GAMBERETTI, GRAPHOS, HERRENHAUS, ISTITUTO STUDI CORPORATIVI, KAOS, LEONCAVALLO, MANIFESTO, NOVANTICO, OBRADEK, PANTHEON, PELLICANI, RITTER, SEAR, SETTIMO-SIGILLO, SOCIETÀ EDITRICE BARBAROSSA, TERZIARIA, UOMO LIBERO;
alcune di queste case editrici (in corsivo) sono notoriamente di estrema destra;
altre che compaiono nell'elenco (per esempio Kaos edizioni, Odradek, Manifesto),
risulta all'interrogante che il comune di Verona, interrogato abbia confermato che quello menzionato sia l'elenco delle case editrici i cui volumi saranno esposti, ma di non essere in grado di fornire altri dettagli (fra cui l'eventuale conferma di partecipazione da parte delle case editrici) in quanto l'organizzazione dell'evento è in mano a Sinergie Europee;
tra i relatori al convegno, dopo l'apertura dei lavori da parte del vice sindaco e assessore alla cultura Luca Bajona, compaiono Gianfranco de Turris, presidente Fondazione Julius Evola, Enzo Cipriano, Claudio Risè, Claudio Sabelli Fioretti, Marcello Staglieno (ex Direttore de Il secolo d'Italia) ed è ipotizzabile che alcuni tra loro non siano stati avvertiti, analogamente alle case editrici, del «taglio» del Convegno;
l'indirizzo a cui rivolgersi per informazioni è lo stesso di quella «Bottega del fantastico» di Milano (via Plinio 32) già sede della rivista nazional-comunitarista Orion (sul cui n. 196, nella IV di copertina viene dato con ampio risalto notizia n. 1 del gennaio 2001) e, ad avviso dell'interrogante, noto della destra radicale meneghina -:
se non ritenga quantomeno non corretto il tentativo di coprire la manifestazione con una patina di legittimità culturale mascherando si tratti di una mostra dell'editoria neofascista e neonazista inserendo in un elenco politicamente chiaramente orientato e a loro insaputa alcune case editrici «di sinistra» con l'intenzione, probabilmente, di esporne qualche testo, senza il loro consenso per dare presentabilità a un'iniziativa quantomeno inquietante;
se non ritenga che una simile iniziativa (anche per i contenuti dei testi esposti) sia da vietare ai sensi della Legge Mancino n. 205 del 1993;
se ritenga giustificabile che ancora una volta regione Veneto e comune di Verona finanzino con i soldi dei contribuenti un'iniziativa che si muove nel campo dell'apologia del fascismo, di chiaro stampo razzista e antidemocratica;
se intenda emanare chiare direttive affinché le iniziative culturali organizzate nel nostro Paese si muovano nell'ambito dei principi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza.
(5-08865)
gli artificieri dell'Esercito italiano negli ultimi 50 anni hanno operato nella rimozione degli ordigni bellici, in particolare delle mine, sia in Italia che in altre parti del mondo (da ultimo in Bosnia);
la loro opera, svolta in divisa militare, è stata di alto valore civile;
agli stessi non è mai stato attribuito un giusto e doveroso riconoscimento istituzionale -:
se non si ritenga opportuno attribuire agli stessi una onorificenza civile come quella di Cavaliere della Repubblica.
(4-34257)
un consistente pacchetto azionario dell'ENI è stato posto in vendita;
l'Eni, che costituiva un grosso gruppo, che il mondo ci invidiava, ormai è stato declassato e non ha prospettive di rilievo né programmi di grosso respiro;
ormai anche per l'Eni si ripeteranno le operazioni delle società Iri, degli Istituti bancari, della Telecom;
il risultato di queste criticabili operazioni è che il nostro Paese è stato portato al livello dei sottosviluppati dell'Asia e dell'Africa -:
quali siano i motivi dell'alienazione delle azioni Eni;
se tutto ciò fa parte di una eccessiva privatizzazione, attuata senza regole e prospettive, e che continua a permettere la svendita del grande patrimonio del Paese a gruppi esteri.
(4-34266)
in una nota firmata Artù e pubblicata sul notiziario L'Informatore, con il titolo «Una cura di ferro» si legge: «La sinistra lascia una situazione economica precaria con l'inflazione al 3 per cento, il tasso di disoccupazione al 12 per cento (il 24 per cento nel Sud), la crescita al 2,5 per cento (secondo le stime del Governo, all'1,8 per cento) invece se si tiene conto del rallentamento Usa che avrà un forte impatto anche in Europa), il debito pubblico sopra i 2,5 milioni di miliardi, la spesa previdenziale alle stelle, ma soprattutto lascia nella più totale sfiducia le imprese e i consumatori; le scelte di politica economica di Prodi prima, D'Alema poi e per ultimo Amato - prosegue la nota - non hanno dato alcun impulso particolare all'economia italiana, che resta tra le più deboli del panorama europeo; se alcuni parametri tecnici voluti dal trattato di Maastricht sono raggiunti, non si può dire altrettanto del benessere dell'economia; un'economia è sana se le imprese investono, se i contribuenti percepiscono il loro reddito come in linea con il costo della vita e quindi mostrano una buona propensione al consumo, necessaria per permettere il ciclo virtuoso della crescita;
tutto ciò ormai è assente da anni e le cure sbagliate di Amato e Visco non sono state affatto digerite dai contribuenti italiani; l'Italia ha bisogno di una vera e propria cura di ferro (non quella promessa da Rutelli per Roma!) che deve ridare fiducia a chi investe e produce e a chi consuma;
è necessario che il Governo e la maggioranza che verranno diano vita ad un programma intensivo e dinamico per il rilancio delle infrastrutture del Paese ormai ferme dagli anni '80; Né è possibile immaginare nuovi investimenti da parte delle imprese se non ci si adopera per un drastico calo della aliquote fiscali e per uno snellimento delle procedure burocratiche per chi decide di intraprendere una nuova attività;
è necessario inoltre rivedere i contratti di lavoro, lasciando una maggior libertà di assunzione con salari che escano finalmente dal quadro della anticata contrattazione collettiva nazionale (il costo della vita in Lombardia è il doppio di quella del Mezzogiorno); è indispensabile creare ottimismo nel contribuente con un calo dell'imposizione fiscale, tale da poter immaginare che buona parte del «nuovo» reddito venga reinserito in circolazione grazie a nuovi consumi»;
quale sia il loro pensiero sulla citata nota;
se non ritengano coraggiosa ed esatta l'analisi de L'Informatore, che contrasta quella monotona che viene portata avanti dalla stampa di proprietà del grosso capitale, alleato con il centro sinistra.
(4-34267)
appaiono sconvolgenti le dichiarazioni e le prese di posizione del Ministro e dei sottosegretari alle comunicazioni nella nota vicenda dell'operazione Seat-Tmc;
mai si era assistito ad un appiattimento del Governo su un gruppo telefonico;
ad avviso dell'interrogante sono impensabili le critiche espresse ad una norma di legge esistente e la richiesta di pronta abrogazione della stessa per favorire il gruppo privato -:
come valuti la presa di posizione dei rappresentanti del Governo in difesa dell'operazione Seat-Tmc;
cosa intenda fare e come richiamare i componenti del suo Governo ad un atteggiamento più consono al ruolo ricoperto.
(4-34268)
in forza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1995 relativo alla identificazione delle aree demaniali marittime escluse dalla delega alle regioni ai sensi dell'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977 n. 616, il porticciolo di Santa Caterina, frazione di Nardò, è stata indicata come area destinata ad esigenze della navigazione marittima ed interessata da lavori di ampliamento;
tale circostanza ha determinato l'avvio dello sviluppo di attività portuali a scapito delle attività balneari da sempre effettuate nel litorale neretino che offre al turista un paesaggio naturale suggestivo. Tale circostanza mette a rischio un patrimonio naturale di inestimabile valore per i cittadini di Nardò e per questo motivo l'amministrazione comunale si è opposta in tutte le sedi con gli strumenti di cui disponeva, nulla potendo contro il provvedimento citato che costituisce la base giuridica per la concessione demaniale marittima;
la destinazione dell'area a porto è incompatibile con le esigenze relative alla salvaguardia della salute umana, del paesaggio e dell'ambiente in quanto l'attività portuale sarebbe suscettibile di creare un grave danno ambientale;
il grande valore paesaggistico, turistico ed ambientale di Santa Caterina deve essere salvaguardato e non subordinato ad esigenze economiche -:
quali atti e quali iniziative il Governo intenda adottare o intraprendere per rivedere la classificazione del porticciolo di Santa Caterina effettuata nel citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri al fine di salvaguardare le preminenti esigenze di tutela del patrimonio paesaggistico ambientale rappresentate dall'amministrazione comunale di Nardò.
(4-34270)