Allegato B
Seduta n. 865 del 22/2/2001


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GIUSTIZIA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
al tribunale di Palermo è in corso il processo nei confronti di imputati accusati di gravi reati contro la pubblica amministrazione inerenti alla realizzazione del Palazzo dello Sport a Catania, quartiere di Nesima;
nel corso del processo si è appreso dagli interrogatori che alcune personalità delle istituzioni si sarebbero rivolte, chi di persona e chi per interposta persona, al predetto per avere somme di denaro od altre utilità;
addirittura sconvolgente è l'ammissione di un «regalo» di circa 20 milioni di lire che l'imprenditore Romagnoli avrebbe effettuato nei confronti di un illustre avvocato amministrativista per la redazione di un parere «pro veritate», utilizzabile dall'impresa per sottrarsi ad una pesante penale, amministrativista che potrebbe identificarsi con un assessore già in carica nella Giunta di sinistra presieduta dall'ex sindaco Bianco ed in atto Ministro dell'interno in carica;
non è dato sapere se le notitiae criminis in argomento siano venute a conoscenza delle Procure della Repubblica di Palermo e/o di Catania, né se vi sia stato o sia mancato l'esercizio dell'azione penale;


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stanti le accuse che in Commissione bicamerale antimafia sono state recentemente enunciate dal presidente Scida e dal sostituto procuratore Marino con riferimento alla gestione della Procura della Repubblica di Catania, si appalesa l'esigenza di ulteriori od appositi accertamenti ispettivi anche sull'eventuale mancato esercizio dell'azione penale in ordine agli accadimenti catanesi -:
se i fatti sueposti siano o non siano a conoscenza dei Ministri interpellati;
se vi sia stato o non vi sia stato invio di ispettori ad opera del ministero della giustizia onde far chiarezza sulle vicende in narrativa;
se ad opera del Ministro dell'interno si intenda o meno denunciare alla procura generale della Corte dei conti competente il danno erariale riconnesso.
(2-02918)«Garra».

Interrogazione a risposta in Commissione:

DE SIMONE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da venti giorni tutti e sette i sostituti procuratori della Repubblica di Avellino (Sergio Amato, Enzo Senatore, Cecilia De Angelis, Angelo Capozzi, Marcello Rotondi, Antonella Ciccarella, Aquilina Picciocchi) hanno chiesto il trasferimento in altra sede; la vicenda sta avendo grosso risalto sulla stampa locale e regionale;
su questa clamorosa iniziativa c'è stato un intervento della Camera penale irpina che in un proprio documento stigmatizza difficoltà di rapporti all'interno del Palazzo di Giustizia e chiede l'intervento della procura generale presso la Corte d'appello di Napoli e della procura generale della Corte di cassazione al fine di «accertare le cause che hanno indotto i sostituti procuratori a presentare domanda di trasferimento»; in questo documento si parla di una situazione di «incompatibilità ambientale»;
l'opinione pubblica appare del tutto disorientata e preoccupata di un rallentamento allarmante dei procedimenti giudiziari in città e in provincia;
durante un convegno tenuto al Rotary di Avellino in data 17 febbraio 2001 un tentativo di mediazione portato avanti dal dottor Pierluigi Vigna, Procuratore antimafia, e mirato a far ritirare le domande di trasferimento, non ha avuto esito;
la procura di Avellino è oberata di lavoro in seguito all'accorpamento della Pretura e del Tribunale e soprattutto a causa delle recenti infiltrazioni malavitose avvenute in Provincia per cui è quanto mai importante che in un momento così difficile e delicato la giustizia sia in grado di funzionare velocemente -:
se non ritenga di dover accertare (anche mediante una eventuale ispezione ministeriale) le cause del grave disagio che hanno portato tutti i sostituti procuratori a domandare il trasferimento ciò al fine del funzionamento della giustizia nel tribunale di Avellino.
(5-08847)

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHEZIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
a seguito delle disposizioni emanate con la legge n. 165 del 1998 (cosiddetta «legge Simeone») che ridisciplina l'applicazione di misure alla detenzione quali la detenzione domiciliare e l'affidamento in prova al servizio sociale è prevista, per i centri di servizio sociale per adulti del Ministero della giustizia la presenza degli agenti ed ispettori di polizia penitenziaria per la sicurezza dei detenuti il cui numero è divenuto molto elevato;
anche, a seguito dell'incremento dei detenuti soggetti alle misure alternative, l'organico della polizia penitenziaria con la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria presso i centri di servizio sociale di Cuneo, Novara e Torino, dovendo essi coordinare unità operative di polizia penitenziaria per


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la sicurezza dei suddetti centri e in più collaborare con il magistrato di sorveglianza per il controllo dei detenuti che beneficiano di misure alternative alla detenzione per la eventuale revoca di questo ultimo caso di comportamenti in violazione delle prescrizioni di legge;
se non ritenga indispensabile, per le necessità sopra evidenziate, istituire la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 57 del codice di procedura penale, scelta dal ruolo degli ispettori di polizia penitenziaria non beneficiario del riordino delle carriere di cui al decreto legislativo n. 200 del 1995 ed in possesso di diploma di scuola media superiore che abbiano già prestato servizio presso i centri di servizio sociale del Ministero della giustizia, all'uopo anche utilizzando parte dei 188 vice-ispettori, nel ruolo di ispettori di polizia penitenziaria che hanno terminato il relativo corso di formazione presso la scuola della polizia penitenziaria di Roma il 31 luglio 2000 per essere assegnati alle zone più carenti del Piemonte;
quali misure ed iniziative urgenti, anche straordinarie, si intendano intraprendere per far fronte alle necessità di assicurare presso i centri servizi sociali per adulti di Cuneo, Novara, Torino un ispettore di polizia penitenziaria beneficiario del riordino delle carriere così come previsto dalle prescrizioni ministeriali (che rientrano nei servizi penitenziari ai sensi e per gli effetti di cui al comma 2 dell'articolo 23 del decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 443).
(4-34219)

TERESIO DELFINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria di Torino, in data 22 gennaio 2001 disponeva il distacco a tempo indeterminato del segretario provinciale dell'Osapp servizio a Cuneo, presso la Casa circondariale di Saluzzo;
avverso tale provvedimento il predetto dipendente presentava ricorso gerarchico ottenendo la revoca del provvedimento e la restituzione alla casa di reclusione di Cuneo, ove svolge importanti e delicate funzioni nell'organizzazione della sicurezza del centro servizio sociale quale coordinatore delle unità operative collaborando attivamente con il magistrato addetto alla sorveglianza per la disciplina e controllo dei detenuti ai fini della concessione o revoca delle misure alternative alla detenzione;
in data 16 febbraio 2001 il provveditore regionale di Torino ne disponeva nuovamente la riassegnazione alla casa circondariale di Saluzzo senza tener conto delle disposizioni di cui all'articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica n. 254 del 1999 e dell'articolo 32 del decreto del Presidente della Repubblica n. 395 del 1995 che prevedono l'acquisizione del nulla-osta delle organizzazioni sindacali di appartenenza prima del trasferimento in altre sedi di un dirigente sindacale;
il provvedimento di distacco, nel caso in esame, adottato senza limiti di tempo, equivale a un sostanziale trasferimento che può costituire un danno considerevole sia di immagine che di credibilità anche considerando che il dipendente in questione è già in servizio presso il Centro Servizio sociale di Cuneo dal 22 giugno 1998 (oltre due anni);
se sia stato reso edotto di tale discriminazione nei confronti del segretario provinciale Osapp di Cuneo e se non si riscontra nel provvedimento del Provveditore Regionale un comportamento di illegittimità per violazione di precise disposizioni delle norme giuridiche già citate;
quali misure e iniziative urgenti, anche straordinarie, si intenda intraprendere per far fronte alla necessità di assicurare nuovamente la sede di servizio presso il Centro servizio sociale di Cuneo al segretario provinciale dell'Osapp di Cuneo.
(4-34221)


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VOZZA, GRIMALDI, MANZIONE, ALBANESE e PICCOLO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da tempo a Pompei alcuni esponenti politici locali lasciano trasparire di poter orientare l'azione della magistratura e delle forze dell'ordine rispetto agli atti approvati dalla giunta o dal consiglio, determinando così un clima politico pesante e svolgendo nei fatti un'azione intimidatoria;
non in un solo caso, infatti, è stato annunciato con largo anticipo l'intervento dell'autorità giudiziaria su atti sui quali si era verificato un legittimo contrasto politico;
l'esito della stessa indagine, che ha portato, secondo quanto risulta all'interrogante, la magistratura a disporre la sospensione dalla carica di alcuni assessori della giunta comunale di Pompei, era noto negli ambienti politici pompeiani prima che venissero informati i diretti interessati;
allo stesso sindaco, infatti, nel corso di una riunione tenuta al comune di Pompei, gli fu detto da parte di qualche esponente politico: «preparati perché presto dovrai rispondere alla magistratura»;
sul provvedimento di sospensione adottato non si può che esprimere rispetto e fiducia nell'azione della magistratura, insieme alla forte convinzione dell'assoluta buona fede e correttezza degli amministratori di Pompei;
tale fiducia nasce non solo dal pieno rispetto dell'autonomia e del ruolo della magistratura e delle forze dell'ordine, ma anche dal riconoscimento del lavoro svolto in questi anni contro la camorra, la corruzione e ogni forma di illegalità;
è interesse di tutti evitare che si verifichino fughe di notizie o che si parli nella città di presunti rapporti privilegiati tra alcuni esponenti politici locali e le forze dell'ordine, per non consentire di gettare discredito su tutte le istituzioni e impedire che si affermi in tal modo una politica basata sulle minacce e sui sospetti anziché sul confronto delle idee;
in nessuna altra occasione, infatti, pur in presenza di denunce fatte all'autorità giudiziaria da diversi consiglieri comunali fin dall'aprile del '97, o di interrogazioni parlamentari (anche in questo caso del luglio del '97) o di denunce di cittadini su chi ispirava la vergognosa pratica delle lettere anonime si è tentato o di utilizzare questi atti per invelenire il clima politico o per sollecitare la magistratura ad agire -:
se non ritengano di dover disporre accertamenti circa le presunte fughe di notizie dalla procura di Torre Annunziata;
se risulti che da anni siano bloccate indagini su fatti riguardanti Pompei, denunciati da esponenti politici e consiglieri comunali;
se vi siano state indagini promosse in via autonoma da organismi di polizia senza un immediato collegamento con gli uffici giudiziari e se non ritengano di esercitare le eventuali azioni disciplinari conseguenti a tali accertamenti.
(4-34224)