Allegato B
Seduta n. 864 del 21/2/2001


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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Interrogazioni a risposta scritta:

ALOI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere:
se sia al corrente della vicenda dei lavoratori della ex Standa di Siderno: risulta che la società subentrante Giada Srl, non avrebbe alcuna intenzione di impiegarli, in quanto ad avviso dell'interrogante interessata solamente a difendere i propri investimenti e profitti aziendali, anche a danno dei diritti di chi ha contribuito allo sviluppo della stessa azienda -:
se in uno Stato che fonda la sua ragion d'essere sul diritto al lavoro, nel caso specifico già acquisito, si possano verificare situazioni e fatti che in nome del


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profitto debbano indurre a chiudere la porta in faccia a nove lavoratori della ex Standa, il cui contratto di lavoro risulta peraltro essere passato alla Giada Srl dal 1o febbraio 2001;
se non ritenga doveroso e socialmente necessario esplicare ogni intervento possibile, che possa essere utile all'individuazione di un'alternativa occupazionale nel settore, a favore dei lavoratori sidernesi e delle loro famiglie.
(4-34165)

ALOI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere:
se siano al corrente delle manifestazioni di protesta, messe pubblicamente in atto ed unanimemente condivise, dei dipendenti dello stabilimento Nuovo Pignone di Vibo Marina, a seguito della decisione della General Electric di porre in cassa integrazione ben 130 lavoratori su un organico di 171, col proposito di operarne lo smantellamento;
se non ritengano di dovere assumere a riguardo ogni possibile iniziativa a difesa dei posti di lavoro a rischio dei dipendenti dello stabilimento suddetto, che viene a rivestire un alto standard di specializzazione sul mercato, per cui è in grado di continuare a dare lavoro ad un'intera comunità.
(4-34166)

VALPIANA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
da alcuni mesi i lavoratori presso lo scalo FS di Verona dell'azienda G.M.O. (Gestioni Merci Omnia) s.r.l. (con sede in Brescia, via Dalmazia, n. 50) hanno avviato una vertenza sindacale per la difesa del salario e del posto di lavoro;
dal 17 gennaio 2001 i lavoratori sono stati costretti a dichiarare lo stato di mobilitazione a oltranza, con assemblea permanente finalizzata a salvaguardare i propri redditi e i posti di lavoro, a causa della mancanza di un progetto di rilancio dell'attività produttiva, del mancato pagamento delle ultime mensilità (ottobre e dicembre 2000 e 13a mensilità) nonostante fin dal 7 dicembre 2000 l'azienda avesse presentato alle organizzazioni sindacali un piano economico di rientro e del continuo scarico di responsabilità tra GMO e Omniaexpress circa la cattiva gestione del servizio;
l'azienda GMO di Brescia e la società Omniaexpress, mandataria nazionale legata al gruppo FS, non hanno fino ad oggi dato alcun riscontro positivo ai problemi sollevati dai lavoratori;
la situazione si è ulteriormente aggravata dalla fine di gennaio 2001 quando G.M.O. e società Omniaexpress hanno deciso lo spostamento di attività movimentazione merci verso altri vettori, aggirando così l'iniziativa sindacale di sciopero;
le organizzazioni FILT CGIL e FIT CISL di Verona, in accordo con i lavoratori, hanno chiesto l'intervento urgente dell'Ufficio Provinciale del Lavoro al fine di ricercare tutte le soluzioni possibili per la situazione del personale -:
se sia a conoscenza della situazione descritta;
come intenda intervenire per salvaguardare i lavoratori dell'azienda G.M.O. s.r.l. presso lo scalo FS di Verona;
come intenda procedere affinché i lavoratori possano recuperare il pagamento delle mensilità dovute e se intenda attuare un concreto piano economico di rientro;
come intenda ovviare alla cattiva gestione del servizio che si trascina insoluta ormai da molti anni;
quali iniziative di propria competenza intenda intraprendere per evitare il verificarsi di comportamenti antisindacali da parte della G.M.O. di Omniaexpress;


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se intenda attivarsi affinché l'Ufficio Provinciale del Lavoro intervenga urgentemente.
(4-34169)

BOGHETTA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dei trasporti e della navigazione. - Per sapere - premesso che:
a sei anni dalla fusione Ati-Alitalia presso l'aeroporto di Capodichino a Napoli la situazione per i lavoratori è diventata sempre più difficile e le promesse relative al mantenimento di un polo produttivo Alitalia nell'area napoletana rischiano di rimanere nel nulla;
non è stato garantito da parte dell'azienda nel corso degli anni il mantenimento dei livelli occupazionali ed i lavoratori sono stati costretti a lasciare il posto di lavoro attraverso esodi, prepensionamenti e trasferimenti ricattatori a Roma; l'Ati era un'azienda con oltre 1000 dipendenti e ora ne rimangono 156;
l'azienda sta perseguendo una strategia, ad avviso dell'interrogante, subdola che tende a esternalizzare le attività, a dismetterle o a delocalizzarle, come nel caso dei centri amministrativi che sono sorti a Manila e Budapest, gestiti con risultati del tutto discutibili da società locali;
all'interno dell'attività commerciale e dell'amministrazione delle unità di produzione sono stati già messi in crisi il Crc nazionale, le schedule change nazionali (macro/micro), il prodotto nazionale, la posta, il centralino, l'amministrazione del personale e la gestione amministrativa;
lo stato di abbandono è testimoniato anche dall'assenza di formazione e addestramento del personale; questa assenza porta a rendere sempre meno efficiente il settore e rafforza il pretesto per dismettere o delocalizzare -:
quali provvedimenti intenda assumere affinché vengano tutelati i diritti più elementari di questi lavoratori e affinché venga salvaguardata l'occupazione in un'area tanto critica come quella campana.
(4-34186)