Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 860 del 15/2/2001
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Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 9,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

(Situazione di emergenza in Mozambico)

PRESIDENTE. Cominciamo con l'interpellanza Saonara n. 2-02317 e l'interrogazione Scantamburlo n. 3-05258 (vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni sezione 1).
Avverto che l'interpellanza e l'interrogazione, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
L'onorevole Saonara ha facoltà di illustrare la sua interpellanza.

GIOVANNI SAONARA. Vorrei ricordare che rispetto alla data in cui io e il collega Scantamburlo abbiamo presentato i documenti di sindacato ispettivo (20 marzo e 7 marzo 2000) è stata resa nota la relazione annuale del Governo sulla situazione delle procedure di sostegno al Mozambico. Nella stessa relazione abbiamo colto elementi di speranza. Vorremmo sapere dal sottosegretario Serri, la cui competenza in materia è nota, quali siano gli ulteriori aggiornamenti anche in relazione alla questione del debito estero e complessivamente della nostra azione di cooperazione in questo importante paese africano.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, dottor Serri, ha facoltà di rispondere.

RINO SERRI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Come ha detto adesso l'onorevole Saonara, questa è più un'occasione per fare il punto sulla questione del Mozambico che non per riferirci all'emergenza che è stata superata positivamente. Questo è uno di quei casi nei quali si è combinato abbastanza bene un impegno per l'emergenza che ha avuto all'inizio qualche ritardo anche da parte nostra nel valutare la portata di questa catastrofe. Gli aiuti poi si sono avviati bene con una mobilitazione internazionale


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notevole che ha testimoniato anche quale fosse la considerazione di cui ormai godevano il Governo e lo Stato del Mozambico dopo gli accordi di pace siglati a Roma nel 1992 che avevano dato vita ad una democrazia che, seppure faticosamente, camminava. Si era così determinato un clima favorevole alle due operazioni e, cioè, ad un intervento sull'emergenza molto ampio, sia pure con qualche ritardo iniziale, e ad una mobilitazione di notevole ampiezza sul post emergenza e sulla ricostruzione. L'Italia ha assolto una funzione importante sia nella fase dell'emergenza sia nella seconda, in particolar modo. Abbiamo organizzato a Roma la conferenza dei donatori che ha avuto un rilievo notevole e che è stata giudicata positivamente dal Presidente del Mozambico Chissano e da esponenti del Governo di quel paese presenti numerosi alla conferenza che ha attivato 450 milioni di dollari di ulteriori aiuti straordinari rispetto ai programmi già esistenti nei confronti del Mozambico. L'Italia ha partecipato con 22 milioni di dollari aggiuntivi. Si sono attivati, inoltre, sia il Fondo monetario internazionale (con un impegno maggiore che è giunto a 113 milioni di dollari), sia la Banca mondiale, che ha stanziato 30 milioni di dollari aggiuntivi e sono state mobilitate ulteriori iniziative che riguardano soprattutto le ONG (anche italiane ed europee). Teniamo conto che in Mozambico, oltre ai programmi ordinari di aiuto, abbiamo attivato di recente anche un programma di lotta all'AIDS, gestito dalla comunità di Sant'Egidio, cofinanziato dalla cooperazione italiana: si tratta di un programma a lunga scadenza che dovrebbe impegnare circa 10, 12 miliardi di lire nel tempo, operando sull'intero sistema sanitario e non solo sulla malattia specifica. Vi sono, poi, molte altre ONG che operano nel settore.
Naturalmente, di fronte ad un disastro di quelle dimensioni e di fronte al fatto che il Mozambico è un paese che conosce una grande povertà, si può dire che la reazione all'emergenza e le molte iniziative che sono state assunte successivamente hanno consentito una mobilitazione positiva che ha permesso un'uscita dalla crisi più profonda: tale risultato è stato riconosciuto da tutti e ha visto il Presidente Chissano - nei confronti del nostro Presidente della Repubblica e del Governo - esprimere un ringraziamento molto caldo (e, debbo dire, anche molto ben recepito) al popolo italiano e alle autorità italiane per quello che hanno fatto in questa contingenza.
Inoltre, sapete che l'Italia ha attivato immediatamente le procedure necessarie e ha preso la decisione di sospendere il servizio del debito al Mozambico. Il nostro paese ha chiesto che la stessa iniziativa venisse assunta (e così è accaduto) da parte del Club di Parigi, che ha deciso la sospensione al 100 per cento del servizio del debito, in modo che il Mozambico, da quel momento, non è più stato gravato da tale impegno.
Successivamente, nell'aprile del 2000, il Mozambico ha raggiunto quello che nelle procedure viene definito HIPC: ovvero, l'iniziativa della Banca mondiale ha raggiunto il decision point e, dunque, è stata decisa l'ammissione del Mozambico al programma stesso; si tratta, come sapete, della prima tappa per arrivare all'effettiva cancellazione del debito, che avverrà dopo il raggiungimento del completion point che si prevede possa avvenire - da parte del Mozambico - nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Tutte le iniziative, dunque, sono state attivate e sono in corso.
Il Mozambico risponde alle caratteristiche e ai criteri che sono stati definiti e, dunque, è prevedibile che la cancellazione del debito proceda. Come sapete, la cancellazione del debito non è ancora totale, ma è totale da parte dell'Italia, in quanto aggiungiamo alla partecipazione all'iniziativa HIPC quanto stabilito con la legge del luglio 2000, che ha previsto la cancellazione totale per una quota di circa 11 milioni di dollari (parlo, appunto, del credito italiano). Dunque, ci si sta avviando verso una fase in cui anche la cancellazione pressoché totale del debito dovrebbe essere attuata nelle prossime settimane. A questo quadro aggiungiamo il


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fatto che il Mozambico ha mantenuto e rafforzato un certo ruolo in un'area delicata: sapete che il paese confina con lo Zimbabwe e la situazione in questo periodo è grave. Il Mozambico sta svolgendo una funzione di pace anche per quanto riguarda la crisi congolese (al riguardo, vi sono iniziative del Presidente Chissano come Presidente di turno della S.A.D.C.).
Possiamo allora dire che, sia sul piano economico-sociale sia su quello politico, il Mozambico ha fatto fronte con efficacia a questa crisi che è stata segnata dalla tragedia della grande alluvione e ne sta uscendo positivamente con un rafforzamento, anche sul piano interno, dello stesso dialogo con la RENAMO. Quindi il quadro che si presenta sembra positivo e sono lieto di darne comunicazione al Parlamento.

PRESIDENTE. L'onorevole Saonara ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-02317.

GIOVANNI SAONARA. Rinuncio alla replica, Presidente.

PRESIDENTE. L'onorevole Scantamburlo ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-05258.

DINO SCANTAMBURLO. Signor sottosegretario, la ringrazio per la sua risposta, che come sempre testimonia competenza e conoscenza unite ad una forte sensibilità verso queste tematiche.
Vorrei ricordare che lo scorso anno c'è stata quella gravissima emergenza, però, come lei sa, signor sottosegretario, si tratta di un'emergenza che, in forme diverse, è in qualche modo ricorrente, tant'è vero che tre o quattro settimane fa in una grande regione del Mozambico si è verificata un'ennesima alluvione, dalle conseguenze sicuramente meno gravi di quella dello scorso anno, ma comunque tragiche. Mi permetto di ricordare un missionario italiano, padre Piero De Franceschi, di Trebasiliche, in provincia di Padova, che proprio quattro settimane fa, nel tentativo di trasportare alcuni malati e una partoriente al suo ospedale di Pebane - «suo» nel senso che l'ha fondato lui trent'anni fa -, veniva travolto insieme ai suoi malati ed il suo cadavere non è stato ancora trovato. Dico questo per sottolineare che purtroppo l'emergenza continua, a causa di vari fattori, come la povertà, le conseguenze della guerra e interventi discutibili o inadeguati, in qualche caso, sul piano dell'assetto idrogeologico: mi sembra infatti che sulla costruzione e soprattutto sulla regolamentazione di dighe o canalizzazioni delle acque vi siano forti dubbi e sospetti.
Credo allora che il discorso della cooperazione internazionale, aspetto fondamentale della nostra politica estera, debba essere impostato in modo nuovo. Ho letto ieri una lettera del ministro degli esteri ad un giornale, nella quale egli evidenziava quali debbono essere i punti caratterizzanti del nostro intervento in materia di cooperazione, affidato a quel progetto di legge che speriamo davvero si riesca a portare a termine, sia pure nel breve tempo che rimane al Parlamento, separando l'aspetto politico da quello della gestione e vincolando quest'ultima ai controlli di contabilità pubblica, in modo da far riacquistare fiducia agli operatori presenti in questi paesi in merito alla cooperazione che noi possiamo prestare.
Ho apprezzato, signor sottosegretario, quanto lei ha detto anche a proposito del debito estero e mi unisco anch'io alla sollecitazione di un deciso intervento in ambito internazionale, perché l'Italia, forte dell'esempio positivo che sta dando, possa affrettare i tempi di una risposta internazionale concreta, efficace, mirata a questo gravissimo problema che rallenta lo sviluppo anche minimale necessario per i milioni di persone che abitano questo grande e importante paese.

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