Allegato B
Seduta n. 859 del 14/2/2001


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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Interrogazioni a risposta scritta:

BOCCIA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
si stanno verificando negli ultimi mesi verifiche ispettive da parte dell'Inps di Potenza su piccole aziende lucane del settore


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edile, di natura artigianale, che occupano esclusivamente dipendenti del Mezzogiorno, ma che per mancanza di lavoro, molte volte vanno ad eseguire lavori nel centro-nord;
nello specifico si tratta soprattutto di aziende che svolgono lavori temporanei di montaggio e smontaggio di ponteggi edili in tubi innocenti;
gli ispettori dell'Inps di Potenza, non ammettono il riconoscimento degli sgravi contributivi per il Mezzogiorno (sgravio unico - ex legge n. 1089 del 1968, legge n. 407 del 1990, legge n. 488 del 1998 eccetera) sulle retribuzioni erogate ai dipendenti per periodi in cui hanno lavorato nel centro-nord;
si deve tenere presente che gli stessi dipendenti, nello stesso periodo di paga possono essere impegnati per alcuni giorni su cantieri nei territori del Mezzogiorno ed altri giorni su cantieri del centro-nord;
il recupero degli sgravi indebitamente applicato per tutto il periodo in cui vige la prescrizione (5 anni), se fosse giusta l'interpretazione restrittiva degli ispettori, sarebbe di per sé un colpo durissimo alle piccole aziende interessate, ma sarebbe addirittura fatale per loro l'applicazione delle onerose sanzioni;
è necessario emanare un'apposita direttiva che elimini l'inconveniente -:
quali azioni tempestive ritiene di dover porre in essere.
(4-34018)

NAPOLI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
un ulteriore danno sta per giungere in provincia di Reggio Calabria, territorio già fortemente compromesso dall'alto tasso di disoccupazione;
l'Azienda Gescom-Benetton Srl ha acquisito il Gruppo Coin, che aveva in Siderno (Reggio Calabria) una filiale ex Standa, con nove lavoratori;
l'azienda acquirente non ha offerto alcuna garanzia di mantenimento del posto di lavoro ai nove lavoratori, alcuni dei quali non più in età utile per trovare altra occupazione ed altri in palese impossibilità di farlo, considerata la grave crisi occupazionale del territorio -:
se non ritenga doveroso ed urgente effettuare gli opportuni interventi, al fine di far garantire la fonte occupazionale già esistente, in un territorio sempre più gravato dalla piaga della disoccupazione.
(4-34058)

GIORDANO, BOGHETTA, CANGEMI e EDO ROSSI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
pochi anni fa l'azienda commerciale Bernucci Sforza di Trezzano, che distribuisce collanti, vernici e prodotti per manutenzione con il marchio «Saratoga», decide di avvalersi di una «centrale» di Teleselling, in pratica, un call center, nei quali le sue lavoratrici svolgevano una redditizia attività di direct marketing nei confronti dei potenziali clienti;
in breve tempo inizia il decollo del fatturato dell'azienda e comincia così una repentina crisi dovuta non a problemi di mercato ma ad una politica imprenditoriale profondamente sbagliata fatta principalmente da sciagurate scelte contraddittorie tra loro;
a partire del mese di settembre 1999 cominciano le minacce di licenziamento nei confronti delle lavoratrici e i pressanti inviti, creando una forte inquietudine, attraverso modalità che suscitano indignazione


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e che minano l'equilibrio fisico e psicologico delle dipendenti, a dimettersi in cambio di qualche spicciolo;
le lavoratrici si rivolgono allora al sindacato Filcams Cgil ed iniziano gli scioperi volti ad ottenere garanzie circa le sorti dell'azienda;
nel mese d'ottobre 1999 si svolge un primo incontro presso la Confcommercio di Milano nel quale l'azienda spende parole rassicuranti circa lo stato di salute dell'impresa arrivando a definire strategica l'attività di Teleselling;
ben presto tutto ciò si rivela falso e la Bernucci Sforza non solo ricomincia con le minacce di licenziamento e con le solite modalità d'intimidazione, ma agisce arrogantemente collocando per due volte tutte le sue impiegate in ferie forzate;
a questo si aggiunge poi che la Bernucci Sforza rifiuta qualsiasi incontro con le organizzazioni sindacali, mentre nell'intera azienda si moltiplicano segnali di inquietudine per le sorti di oltre 150 dipendenti;
alcune di queste lavoratrici, stanche di vivere questa snervante situazione, hanno abbandonato l'azienda in cambio di una piccola somma di denaro, altre, con l'appoggio del sindacato hanno deciso di proseguire la lotta per conservare il posto di lavoro e per far valere i propri diritti -:
che provvedimenti intenda assumere affinché cessi questa intollerabile situazione di ricatto permanente nei confronti di queste lavoratrici e si faccia chiarezza sull'intera vicenda;
che iniziative intenda assumere affinché riprenda concretamente il dialogo tra le parti per poter salvare una unità produttiva e un patrimonio di professionalità costituito dalle lavoratrici e dai lavoratori di questa azienda.
(4-34075)