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PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore rinuncia alla replica.
VINCENZO MARIA VITA, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Signor Presidente, vorrei innanzitutto ringraziare il relatore, onorevole Vigni, il presidente della Commissione, onorevole Turroni, e tutti gli altri componenti della Commissione che davvero con grande impegno istituzionale e civile hanno lavorato insieme ai colleghi del Senato per arrivare all'ormai vicina conclusione del lungo iter parlamentare del provvedimento qui in esame, una legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici che, lo vorrei sottolineare, è una grande innovazione, come ha accennato ora l'onorevole Scalia. È una grande innovazione che ci rende oggi un paese oggetto di attenzioni positive, anche da parte di altri paesi e da parte del contesto europeo e internazionale.
della terza generazione della telefonia cellulare (in sigla, UMTS). In tale prospettiva - lo dico anche per rassicurare l'onorevole De Cesaris, sul cui intervento concordo -, il Governo, in particolare il Ministero dell'ambiente che ha la titolarità formale e propria ma insieme ad esso i Ministeri della sanità e delle comunicazioni, provvederanno a redigere regolamenti e decreti immediatamente dopo il varo definitivo della legge, non solo per obbligo normativo ma anche per l'impegno che ci siamo assunti.
attenta della sede parlamentare. È un buon testo, è un grande passo in avanti, che troverà, come l'onorevole Scalia sottolineava, anche un'applicazione pratica immediata perché, proprio in queste ore, con la Presidenza del Consiglio, si sta definendo la ripartizione del fondo che nella legge finanziaria fu destinato nei proventi della gara per le licenze UMTS proprio all'inquinamento elettromagnetico.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo Vita. Ne ha facoltà.
Con l'approvazione di questo provvedimento la nostra normativa diventa quella che in Europa viene chiamata una best practice, cioè un punto di riferimento alto e rilevante che porta con sé tante conseguenze. Una è di ordine culturale: fino a non molto tempo fa, signor Presidente, colleghi, attorno a questi temi vi era scarso interesse. Penso di poter dire, con un certo orgoglio, forse rappresentando anche un'opinione comune ai colleghi che hanno lavorato sul tema e che ringrazio ancora, che si è riusciti a superare la posizione che tendeva a considerare questi argomenti di carattere meramente tecnico e scientifico. Per esempio, per quanto riguarda gli impianto radioelettrici, il problema principale che si poneva era esclusivamente sotto il profilo della qualità tecnica del segnale irradiato e non già rispetto alle conseguenze sociali, ambientali e soprattutto sulla salute (grande diritto tra i diritti). Oggi, invece, con il provvedimento in esame e con altre norme regolamentari, è cambiato l'approccio: penso, per esempio, al decreto ministeriale n. 381 del 1998, che vide impegnati il nostro Ministero delle comunicazioni insieme a quelli dell'ambiente e della sanità per diversi mesi.
È stato detto davvero tutto dal relatore e dai colleghi e voglio aggiungere, nel merito, salvo due considerazioni. Innanzitutto, il provvedimento in esame, per la prima volta nel nostro ordinamento, porta a sintesi l'universo di riferimento: ci si occupa, nel suo ambito, tanto degli elettrodotti quanto degli impianti radioelettrici e più specificamente degli impianti di radiodiffusione, ma anche di quelli per la telefonia mobile, ora più che mai attuali per quantità con l'introduzione in Italia
È giusto, quindi, sottolineare che il progetto di legge richiede l'applicazione anche altri provvedimenti, di natura normativa secondaria ma non meno importanti. Stiamo inoltre operando, insieme con la Commissione parlamentare competente, per migliorare il testo di un altro provvedimento: un decreto-legge che riguarda l'emittenza radiotelevisiva, in corso di conversione alla Camera (l'Assemblea l'esaminerà nei prossimi giorni). Al riguardo, occorre migliorare qualche aspetto, in particolare per ciò che attiene alle competenze regionali e comunali in riferimento alla telefonia mobile.
Si tratta, quindi, di completare e rendere più esplicita la normativa in merito. Siamo altresì impegnati (penso proprio all'attività del Ministero delle comunicazioni) per l'applicazione del piano nazionale delle frequenze televisive, che è uno dei grandi capitoli per superare la vecchia situazione di giungla nell'etere, ma anche di scarsa tutela per la salute e l'ambiente. Basti pensare ai veri e propri obbrobri che, pur eliminati dal piano delle frequenze, richiedono ora complesse procedure di delocalizzazione per le quali, Presidente, colleghi, ci auguriamo vi sia la massima cooperazione da parte di regioni ed enti locali.
Non sempre ciò è accaduto e, anche per l'autorevolezza della sede, rivolgo questo appello. Nel testo vi sono altre misure di grandissimo rilievo nuove e impegnative; mi riferisco, ad esempio, al catasto nazionale o al comitato interministeriale, che porta a sintesi competenze troppo spesso ramificate e articolate in tante amministrazioni, con il rischio - che si è manifestato tante volte in passato - all'atto pratico dell'intervento di una disomogeneità nell'impostazione e nelle iniziative assunte o talvolta non assunte.
Mi permetto di rispondere all'onorevole Niccolini, che ha manifestato l'orientamento del suo gruppo e credo anche dei gruppi che fanno riferimento al Polo, alle opposizioni, di andare ad una astensione. Non so se parlasse per tutti, comunque nel suo intervento faceva presente una scarsa possibilità di attuazione della norma ed una sua certa incongruenza, per lo spirito della stessa e le possibilità reali di applicarla o, comunque, di mettere in relazione gli interessi in campo.
Vorrei dire all'onorevole Niccolini che, tante volte - come i colleghi sanno - quando si è affrontato il tema dell'inquinamento elettromagnetico, chi di noi se ne è occupato da vicino da varie parti ha ricevuto un suggerimento figlio di una certa cultura che fu ben stigmatizzata da un famoso filosofo napoletano. Mi riferisco alla cultura del «nonsipuotismo»: tante volte ci è giunto l'ammonimento «non si può, sono troppi gli interessi in campo, vedrete che non si riuscirà ad attuare ciò che voi evocate nella norma scritta». Noi crediamo che non sia così perché vi è una forte inversione di tendenza dovuta anche al nuovo interesse per una materia così delicata e al rapporto positivo che si è costruito, talvolta dialettico ma sempre utile, con il mondo associativo e ambientalista, che hanno dato spesso un supporto con i loro suggerimenti. Colgo l'occasione per esprimere il mio ringraziamento anche a nome degli altri colleghi del Governo. Vorrei smentire, quindi, questa vecchia impostazione che, in tanti anni, non ha fatto compiere alcun passo avanti - al contrario in qualche caso ne ha fatti compiere indietro - alla tutela della salute e dell'ambiente.
Come ha affermato l'onorevole Vigni, ci auguriamo che si giunga rapidamente alla conclusione dell'iter parlamentare; ci auguriamo anche che non vi siano modifiche in un testo che è già frutto di una valutazione lunga e defatigante, ma molto
Vi sarà un monitoraggio permanente, vi sarà un'attenzione supportata anche da nuove risorse finanziarie indispensabili, un'attenzione che finora non vi è stata. Mi piace concludere il mio intervento ringraziando anche la gente che si è organizzata in tanti comitati e che ci hanno stimolato, talvolta criticandoci, ma ottenendo insieme a noi, ministeri competenti e colleghi parlamentari, un risultato che, forse, qualche anno fa sarebbe stato giudicato insperabile.
Con queste parole di auspicio, credo che da parte nostra si possa ancora una volta ringraziare lei, Signor Presidente, e gli uffici che si sono adoperati per un'attenta verifica dei testi che, in un caso come questo, è stata esemplare perché - a tale riguardo ricordo il dibattito tra l'onorevole Turroni e l'onorevole De Cesaris - se i testi non sono scritti adeguatamente possono prestarsi a qualche complessa interpretazione.