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PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
CESARE RIZZI. Signor Presidente, noi della Lega nord preferiamo lasciare alla maggioranza la responsabilità di approvare questo provvedimento. E ciò - sia ben chiaro - non per privare i militari dei livelli intermedi delle integrazioni che reclamano, ma per denunciare lo scandalo di una politica militare che ci sembra sempre più mirata verso le ragioni del clientelismo, tant'è vero che con questo provvedimento il Governo e la maggioranza mettono a disposizione integrazioni economiche che mirano a ridurre il forte disagio che gli ufficiali e sottufficiali delle Forze armate e della polizia debbono sopportare, in ragione di trasferimenti che vengono loro imposti per motivi di servizio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giannattasio. Ne ha facoltà.
PIETRO GIANNATTASIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, vorrei ripercorrere le tappe di questa vicenda che nasce nel 1987 con l'approvazione della legge n. 100 a favore di tutti quei militari trasferiti su comando e non per propria volontà.
delle Forze armate e delle forze dell'ordine. Si arriva poi al 1995, con la finanziaria del Governo Dini, allorquando viene ridotta alla metà questa indennità di trasferimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MOLINARI. Il disegno di legge che stiamo per approvare risponde all'esigenza di adeguare l'impianto normativo all'evoluzione del rapporto di impiego nelle amministrazioni pubbliche che inevitabilmente ha interessato il personale del comparto della sicurezza. Questo fa sì che in tale comparto siano introdotti istituti specifici del diritto del lavoro; tuttavia, la peculiarità del ruolo svolto dal personale del comparto ha richiesto di tenere in debita considerazione le diversificazioni, le articolazioni e le specificità degli operatori della sicurezza.
sociale che esso svolge per la comunità; l'orario di lavoro e la mobilità sono leve importanti nella riorganizzazione dell'intero comparto. Per questi motivi il provvedimento non è isolato e si inquadra nel più ampio contesto di riforma complessiva del settore delle politiche in tema di sicurezza promosse in questa legislatura dai Governi di centrosinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, i deputati del CDU si asterranno dalla votazione di questo provvedimento, ma intendo esprimere su di esso qualche valutazione.
provvedimento in esame è sospetto e, certamente, si poteva fare molto di più.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
FILIPPO ASCIERTO. Presidente, nel corso della discussione sulle linee generali avevo paragonato la problematica in esame ad un campionato di calcio, nel quale una squadra che ha giocato «facendo melina» e in difesa e perdendo conseguentemente molte partite (che poi in realtà sono le occasioni che si sono presentate), sta giocando l'ultima partita, quella per salvare la faccia: sta battendo un calcio di rigore al novantesimo minuto! Questo calcio di rigore lo avete battuto, ma avete colpito il palo e mi dispiace che a batterlo sia stato il sottosegretario Rivera, che poi tra l'altro è stato un bravo giocatore di calcio!
forze di polizia». Un titolo che faceva immaginare che all'interno del provvedimento vi sarebbero state chissà quanti interventi a favore di queste due categorie benemerite dei militari e delle forze dell'ordine. In realtà, sfogliando il testo in esame, ci accorgiamo che l'articolo 1 trae spunto da quella mia proposta. Devo tuttavia rilevare che io avevo previsto l'erogazione di una cifra di un milione e mezzo al mese per due anni ai rappresentanti delle forze dell'ordine ed ai militari trasferiti d'autorità da una parte all'altra del paese, per fronteggiare le difficoltà nell'adattamento sociale e le esigenze che si presentano quando si va a lavorare in una nuova sede. Voi, invece, in questo testo avete voluto inserire una frase che difficilmente qualcuno potrà comprendere, se non ricorrerà ad un commercialista bravo in grado di tradurre il significato di quelle 30 diarie mensili, pari al doppio dell'indennità di trasferimento. Per comprendere tutto ciò, quindi, ci vorrà un bel po' di tempo. Si sarebbe, invece, potuto fare molto di più: volevate abolire la legge n. 100 con un provvedimento innovativo - e su questo saremmo stati d'accordo - ma non potevate pensare solo ed esclusivamente a coloro che vengono trasferiti d'autorità perché sappiamo bene tutti che il trasferimento d'autorità interessa solo una parte del personale delle Forze armate e delle forze dell'ordine che è soggetto a mobilità. E sono i dirigenti, cioè i generali, che voi in questa legislatura avete abbondantemente «ringraziato» con le vostre leggi. Io, invece, avevo chiesto con un emendamento di poter estendere anche ai non direttivi una misura aggiuntiva. In particolare, avevo chiesto di tenere in considerazione quanti vengono trasferiti a domanda, perché dopo tanti anni chiedono di avvicinarsi alla famiglia o magari a qualche caro in precarie condizioni di salute per poterlo assistere dopo aver adempiuto con professionalità, nel corso della propria carriera, al loro dovere. Invece, non percepiranno una lira in confronto ai colleghi che vengono trasferiti d'autorità. Inoltre, occorre dire che spesso questi ultimi risultano incompatibili con l'ambiente, con quel tipo di servizio o vengono puniti e talvolta commettono anche qualche piccola mancanza sotto il profilo penale. Dunque, a costoro che vengono trasferiti perché vi è necessità diamo il premio di un milione e duecentomila lire mensili (questa è la diaria complessiva mensile sommando le trenta che darete ogni mese) per un anno, a cui si aggiungono novecentomila lire per il secondo anno: è un premio che viene conferito ad un determinato settore delle Forze armate e delle forze dell'ordine.
LUIGI OLIVIERI. Ma dai!
FILIPPO ASCIERTO. ... in favore dei magistrati che vengono trasferiti in località ove è forte la criminalità e intenso il lavoro che devono svolgere. Voglio sapere di chi si servono i magistrati, se non delle forze dell'ordine. Questo era il momento per estendere ad esse questo tipo di indennità. Non si è avuto invece neanche questo coraggio.
che in quest'ultimo contratto sono stati concessi. Sono retribuzioni che non solo lasciano l'amaro in bocca alle forze dell'ordine, ma anche una netta insoddisfazione, come dimostra la circostanza che, per la prima volta, non hanno sottoscritto questo contratto i due terzi delle forze dell'ordine e dei militari. Avevamo chiesto il sesto livello per gli appuntati e equiparati; il settimo livello per i sovrintendenti capo; l'ottavo livello per gli ispettori superiori, marescialli e aiutanti e il nono livello-bis per le qualifiche apicali del ruolo direttivo contrattualizzato: non era una richiesta ingiustificata; essa viceversa avrebbe potuto rimettere in equilibrio il profilo retributivo delle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Onorevole Ascierto, deve concludere.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, concludo, ma è tanta la passione e talvolta anche la rabbia di fronte...
PRESIDENTE. Onorevole Ascierto, ha tutta la vita davanti!
FILIPPO ASCIERTO. La ringrazio, ma vorrei anche risolvere qualche problema, più che aspettare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bastianoni. Ne ha facoltà.
STEFANO BASTIANONI. Signor Presidente, signor ministro, i deputati di Rinnovamento italiano voteranno a favore del provvedimento in esame, che va nella direzione di alleviare i disagi del personale delle forze di polizia e delle Forze armate che, per esigenze di servizio, deve sottostare a trasferimenti, i quali sono peraltro numerosi nell'arco della carriera e si accompagnano ad un orario di servizio particolarmente pesante.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
VALDO SPINI, Presidente della IV Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI, Presidente della IV Commissione. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, ritengo che il provvedimento in esame si segnali come particolarmente importante e significativo. È stato detto giustamente che le forze dell'ordine e le Forze armate sono categorie del pubblico impiego con caratteristiche particolari, vale a dire sono soggette a spostamenti frequenti e trasferimenti di autorità. Per taluno, i suddetti trasferimenti possono arrivare fino a 12-13 nella vita professionale; ebbene, credo che il provvedimento in esame possa incidere positivamente sulla condizione del personale militare e delle Forze dell'ordine, almeno di quelli trasferiti d'autorità dal 1o gennaio 2001.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, fate silenzio.
VALDO SPINI, Presidente della IV Commissione. Credo che l'annuncio che facevo abbia richiamato in aula tutti coloro che erano fuori e questo è il prezzo della celebrità, me ne rendo conto e sono pronto a pagarlo!
PRESIDENTE. Sono i duri costi della celebrità!
VALDO SPINI, Presidente della IV Commissione. Peraltro, vorrei aggiungere
che uno degli emendamenti dell'opposizione, approvato un po' inaspettatamente, ha creato una situazione incongrua, vale a dire ha previsto la possibilità di ridurre i commissari di pubblica sicurezza, della Polizia di Stato e di diminuire gli effettivi di quest'ultima. Ciò è contraddittorio rispetto a tutto ciò che in genere viene chiesto in quest'aula, vale a dire l'aumento del presidio della Polizia di Stato. Ecco perché ci siamo permessi di presentare un ordine del giorno, che è stato accolto dal Governo, per significare che, nella normalità dei casi, vale a dire con l'utilizzo della previsione di copertura originaria, non si dovrà fare ricorso al suddetto emendamento perché ciò significherebbe un indebolimento della garanzia della sicurezza dello Stato. Mi meraviglia che parlamentari avveduti l'abbiano votato, comunque credo che si sia potuto rimediare.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.
Per tali motivi il nostro sarà un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
Abbiamo constatato poi che, sulla scorta di questa iniziativa veramente positiva, nell'agosto del 1987, anche la Polizia di Stato (non solo i funzionari ma anche gli agenti) ha potuto beneficiare di quanto previsto in quel provvedimento.
Nel dicembre del 1993, con la finanziaria del Governo Prodi, su queste indennità viene però applicato il prelievo fiscale. È il primo colpo al beneficio che riconosceva la disponibilità alla mobilità
Si arriva al 1996, al Governo dell'Ulivo e assistiamo ad un vero e proprio «massacro» delle Forze armate con un'infinità di leggi di riordino senza un obiettivo preciso ma soprattutto senza tener conto delle esigenze del personale.
Abbiamo chiesto per ben trentanove volte la definizione del nuovo modello di difesa. In quattro anni si sono susseguiti ben tre ministri, ma nessuno ce lo ha mai illustrato. Siete andati avanti a pezzi e bocconi, con provvedimenti proposti come tante tessere di un mosaico impazzito. Finalmente arriviamo al 2001, alla fine della legislatura, dopo cinque anni di leggi e contro leggi modificate addirittura dopo cinque mesi dalla loro approvazione, e l'Ulivo in prossimità delle elezioni ci presenta questa legge che assomiglia tanto ad un contentino elettorale, ad un vero e proprio manifesto elettorale.
In pratica si tenta di chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati. Devo dire che il personale della difesa non ne può più; è demotivato dalla trascuratezza dimostrata dalla sinistra nei confronti delle sue esigenze, e lo sarà ancora di più dalla tardività di questo provvedimento e dalla iniquità dello stesso. Tardività ed iniquità che non sono state compensate dall'opportunità di comprendervi altri provvedimenti riparatori nei confronti del personale, quali quelli relativi alla omogeneizzazione, che erano stati richiesti dall'opposizione tramite un ordine del giorno accolto dal Governo ma disatteso.
È proprio una captatio benevolentiae portata all'esasperazione da quest'ultimo emendamento del Governo che trova in extremis 12 miliardi la cui disponibilità era stata negata fino alle 11 di questa mattina; non si trovano però i soldi per pagare in tempo le indennità ai militari impegnati nei Balcani o, peggio, si ricorre a sotterfugi valutari per pagarli in marchi anziché in dollari o utilizzando il cambio dei dollari ai valori di dicembre 1999.
Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad una politica militare che, dimenticando i riflessi che tali provvedimenti hanno sulla condizione militare, percorre itinerari differenziati e caratterizzati da astrattezza e teorizzazioni; per non parlare poi della confusione e dell'iniquità del trattamento che vede penalizzate intere categorie di ufficiali, sottufficiali e funzionari che nel 2001 si troveranno a percepire indennità notevolmente differenziate quali, ad esempio, i 6 milioni per chi è stato trasferito prima dell'entrata in vigore di queste disposizioni e i 36 milioni per chi sarà trasferito dopo la loro entrata in vigore. È facile immaginare quanti ricorsi amministrativi nasceranno da questo provvedimento e non si deve neanche negare la possibilità di ricorsi alla Corte costituzionale proprio perché è manifesta l'iniquità di trattamento nei confronti di personale che si trova nelle medesime condizioni. Per questa somma di ragioni, ci asterremo dal votare questo disegno di legge.
È evidente che tutti coloro che sono impegnati nel comparto sicurezza affrontano condizioni di disagio nello svolgimento del proprio delicatissimo compito; siamo consapevoli che, in considerazione dell'aumento della domanda di sicurezza da parte della società, il comparto debba essere incentivato e motivato nel ruolo
Per queste ragioni, preannuncio che il gruppo dei Popolari esprimerà un voto favorevole su questo disegno di legge.
Questo disegno di legge è nato dalle iniziative parlamentari degli onorevoli Fragalà - la cui proposta ho sottoscritto - e Ascierto. Quelle proposte, come ho detto più volte in Commissione difesa, tendevano a delimitare e a chiarire quale fosse il ruolo delle nostre Forze armate, le loro incombenze, le funzioni e i provvedimenti conseguenti dal punto di vista retributivo e dei benefici legati allo status di militare. Si tratta di un dibattito che si svolge da molto tempo nelle aule parlamentari e nel paese; lo abbiamo fatto molti anni fa in occasione della discussione della legge n. 382 del 1978, quando, parlando dell'affievolimento dei diritti connesso allo status di militare, si chiedeva ovviamente una compensazione relativamente a benefici e retribuzioni. Certo, questo provvedimento va in direzione di alcune richieste, esigenze ed attese diffuse all'interno delle Forze armate, ma esso, esaminato alla fine della legislatura in maniera affrettata, è sospetto. Ovviamente, esso non affronta e non risolve la mole dei problemi che più volte noi abbiamo evidenziato, anche in occasione dell'esame del bilancio, in Commissione difesa; ne sono testimoni molti colleghi e ne fanno fede i molti ordini del giorno presentati sia in Commissione, sia in Assemblea.
Alcuni emendamenti non sono stati approvati, ma vi è un dato che mi preoccupa molto e che richiama la responsabilità di tutti noi; al riguardo, in modo particolare desidero richiamare la sua attenzione, signor Presidente. Il provvedimento in esame prevede una serie di benefici, anche particolari, legati a trasferimenti, indennità in favore delle famiglie. Tali benefici e tali misure potevano essere oggetto di contrattazione o negoziazione; forse è stato un eccesso scomodare la legge ordinaria, anche perché ritengo che il Governo si sia assunto l'onere, in relazione a molti provvedimenti, soprattutto del settore difesa, di provvedere e statuire con decreti legislativi, molte volte andando al di là del contenuto della legge delega approvata dal Parlamento. Mi riferisco, ad esempio, alla legge di ristrutturazione delle Forze armate, che è seguita alla legge di riforma dei vertici militari.
Si voleva questo provvedimento perché, a mio avviso, è parziale e settoriale. Esso crea anche discriminazioni relativamente ad alcune indennità, come abbiamo ascoltato dalle parole del collega Ascierto, ribadite dall'onorevole Giannattasio.
L'intera problematica delle Forze armate e delle forze di polizia rimane integra; anche lo sforzo compiuto dall'onorevole Palma per quanto riguarda lo scorrimento delle graduatorie, anche il suo emendamento (che è stato approvato), che aggiunge un anno a quanto stabilito nel testo della Commissione, non risolve assolutamente il problema occupazionale, come era stato promesso e come aveva voluto fortemente la Commissione difesa al momento dell'esame del provvedimento.
Detto questo, signor Presidente, se votassimo contro, si aprirebbe una grande canea come se fossimo contro il personale. Noi ci asterremo non perché siamo contro i parziali benefici ottenuti, ma per evidenziarne la parzialità, la settorialità (e non vorrei parlare di altro). Tutto ciò raccoglie anche, certamente, le preoccupazioni diffuse in Parlamento, perché il
Ringrazio ovviamente i colleghi che hanno lavorato ed il relatore, ma anche gli altri colleghi che hanno condotto una battaglia (desidero ricordare l'onorevole Lavagnini per quanto riguarda l'ultimo articolo). Non abbiamo avuto successo perché ciò non rientrava negli schemi di carattere generale. Signor ministro, nonostante il Governo abbia promesso più volte di rivedere anche in sede di bilancio alcune situazioni, ci siamo trovati in presenza di un diniego da parte della Commissione bilancio e del Ministero del tesoro.
Detto questo, dunque, non ce la sentiamo di votare contro.
È un atto di speranza quello che facciamo in questo momento con il nostro voto a favore del personale militare e delle forze di polizia, ma si tratta certamente di un'astensione che raccoglie le nostre preoccupazioni e che «sa» di preoccupazioni con riferimento al futuro. Ci auguriamo che nel futuro questa problematica delle Forze armate possa essere trattata con maggiore decoro e con maggiore dignità. Questo trattamento parziale e particolare che viene previsto dal provvedimento, certamente non rende giustizia alla dignità ed al rispetto del ruolo che dovrebbero avere le Forze armate! Mi pare che sia in corso un tentativo di far scadere il ruolo delle nostre Forze armate all'interno del nostro paese; infatti, al di là dell'enfasi, della letteratura e della retorica che ascoltiamo ogni momento su questa problematica, devo dire che è sempre stato necessario fare battaglie per raggiungere determinati obiettivi e gli obiettivi che noi raggiungiamo con questo provvedimento, signor Presidente, signor ministro, sono certamente miseri e deludenti!
Ci aspettiamo, ovviamente, che nel corso della XIV legislatura si possa fare qualcosa di più e soprattutto che si affronti seriamente - vale a dire non in termini particolari come se il problema delle Forze armate fosse semplicemente un dato sindacale di 100 mila lire in più o in meno - il discorso della professionalità e del ruolo. Questo è legato certamente ad un adeguato trattamento economico; qui nessuno bussa alla porta per pietire alcune cose, ma quello che oggi vogliono le nostre Forze armate - per il ruolo che svolgono e per i compiti che sono chiamate a svolgere - è un riconoscimento forte dal paese.
Signor Presidente, quello previsto dal disegno di legge in esame non è certamente un riconoscimento alto; è un riconoscimento di basso profilo: questa è la ragione per la quale noi ci asterremo, con la speranza che il futuro possa dare risposte più adeguate e più consone alle esigenze ed alle attese delle Forze armate (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
Ricordo che tutto ciò in realtà è nato da una mia proposta di legge presentata il 14 giugno 2000, che recava il seguente titolo: «Disposizioni in materia di indennità di trasferimenti del personale delle Forze armate e delle forze di polizia». In quel provvedimento si parlava del trasferimento del personale di questi due comparti; voi, invece, lo avete trasformato in un provvedimento onnicomprensivo, con il seguente titolo: «Disposizioni in materia di personale delle Forze armate e delle
Non avete avuto il coraggio, l'opportunità forse anche i fondi, di fare una scelta diversa, perché con quello che vi è rimasto avete detto che avreste cercato di dare tutto quello che potevate.
Non avete avuto il coraggio di dare un contributo, anche una una tantum (non chiedevamo molto), a chi viene trasferito a domanda e non siete stati in grado neanche di approvare un emendamento che avevo proposto.
Quando si parla di disposizioni a favore delle forze dell'ordine e delle forze di polizia, si deve anche pensare al ruolo che esse svolgono sul territorio (in particolare le forze dell'ordine). Ho già detto che si sarebbe potuto estendere a costoro l'indennità che percepiscono i magistrati. Abbiamo approvato in Parlamento una legge che attribuisce un'indennità per tre anni di 142 milioni ...
Avevamo chiesto di estendere ai militari e alle forze dell'ordine un trattamento economico che desse dignità all'attività che svolgono quotidianamente. Avevamo chiesto livelli retributivi migliori di quelli
Avete presentato un emendamento in cui dite di essere d'accordo, dite che stanzierete prossimamente le risorse in finanziaria, che concederete questi livelli e che dovrete poi verificare la fattibilità attraverso le deleghe - chissà quando? - senza stabilire una data ben precisa.
Allora non posso avere fiducia di deleghe che sono state concesse a iosa.
Ricordo le deleghe del 1995 mai attuate, le deleghe previste dalla legge n. 266 del 1999 che non sono mai state applicate, i regolamenti attuativi che non sono stati emanati. Rammento ai colleghi, per esempio, che all'interno della legge n. 198 del 1995 (parliamo di circa sei anni fa) venne approvato un articolo in cui si richiamava l'esigenza dell'equiparazione dei distintivi di grado delle forze dell'ordine e delle Forze armate: ebbene, oggi, dopo sei anni, tutte le forze di polizia hanno gradi differenti le une dalle altre e non si è stati in grado di equipararli; una cosa così banale non è stata fatta, figuriamoci quando si affronteranno concretamente problemi molto più seri come quelli ora in esame, se non vi è una specifica volontà politica!
Non si è avuto il coraggio di emanare i regolamenti attuativi, per esempio, per la vendita degli alloggi dei militari e lo stesso vale per tanti altri interventi, cui si è fatto riferimento in ordini del giorno approvati in questa sede, che però hanno lasciano il tempo che hanno trovato! Ecco perché ci siamo trovati di fronte ad un'ultima spiaggia e sicuramente ci si sarebbe potuti salvare la faccia rispetto alle tante azioni che sono state iniziate e mai completate: purtroppo, però, per l'ennesima volta, avete solo accennato un provvedimento e non lo avete portato a termine come avrebbe meritato. Di fronte a tutto ciò, ci asterremo nella votazione sul provvedimento, anche perché non vogliamo essere responsabili della disparità di trattamento per coloro che sono stati trasferiti qualche giorno fa e coloro che sono stati trasferiti dopo il 1o gennaio. Vi sarà una differenza enorme, una disparità sotto il profilo giuridico, oltre che amministrativo ed economico: non possiamo essere consenzienti con quanto qui si sta facendo!
Vorrei sottolineare quanto ha affermato lo stesso relatore, perché poi, nelle interpretazioni, vi saranno duemila rivoli: il provvedimento in esame sostituisce la legge n. 100, per cui qualsiasi movimento verrà effettuato d'autorità dovrà essere retribuito con le indennità previste dall'articolo 1...
Rispetto al provvedimento in esame, che solo parzialmente risolve i problemi affrontati, che riguarda in modo specifico solo i trasferimenti d'autorità ma non prevede soluzioni per una serie di questioni, il gruppo di Alleanza nazionale si asterrà.
Le misure previste nel provvedimento in esame sono senz'altro significative, anche se, naturalmente, ve ne sarebbero potute essere di ulteriori; tuttavia, credo vi sia un significativo passo in avanti nella direzione di riconoscimenti concreti, come quello contenuto nelle norme che prevedono il ricongiungimento del coniuge nel caso in cui ci si debba recare in altra sede per ragioni di servizio (ritengo che, sebbene ciò riguardi solo i dipendenti pubblici, sia un significativo riconoscimento). Nel dichiarare il nostro voto favorevole sul provvedimento, quindi, auspichiamo che nel futuro vi sia, per il comparto delle forze dell'ordine, della sicurezza e della difesa, uno specifico riconoscimento rispetto al resto del pubblico impiego.
Vorrei parlare il linguaggio delle cifre perché forse è quello più eloquente: oggi, con la legge n. 100, così come è ridotta, di fatto l'indennità di trasferimento si riduce attorno ai dieci milioni per il personale militare delle forze dell'ordine, mentre con il provvedimento in esame si sale a 24 milioni e credo si tratti, oggettivamente, di un aumento sensibile. È una cifra che sicuramente può ridursi del 20 per cento per coloro che usufruiscono gratuitamente dell'alloggio di servizio, ma di fatto può aumentare fino a 36 milioni per la terza categoria, quella che opta per il rimborso di un affitto che può arrivare fino a un milione di lire mensili per un periodo non superiore a 36 mesi.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non si tratta di una legge qualsiasi, come qualcuno ha cercato di dire, ma di una legge che incide su questa particolare condizione della vita militare. Devo anche dire che sono stati approvati numerosi emendamenti dell'opposizione: abbiamo rinnovato la delega sugli alloggi di servizio, riscritto la cassa sottufficiali ed abbiamo inserito il principio di poste di bilancio autonome per le forze dell'ordine e per la Polizia di Stato. Ciò consentirà di intervenire in tal senso con la prossima legge finanziaria.
Credo che il Senato avrà il tempo di approvare il provvedimento in esame affinché diventi legge dello Stato; capisco che molte attese e ulteriori richieste avrebbero potuto essere caricate sullo stesso, tuttavia ritengo che il punto centrale sia molto chiaro e la stessa Commissione difesa nell'indagine conoscitiva sulle condizioni di vita dei militari vi si era soffermata: intervenire sulla mobilità. Se il provvedimento in esame, sia pure in un momento preelettorale, riscuote l'astensione delle opposizioni, significa che morde, incide chiaramente sulla condizione del personale militare e della Polizia di Stato e che sulla mobilità siamo riusciti ad andare incontro ad esigenze del personale che tutti abbiamo riconosciuto e che il Parlamento sta per sancire con una legge che credo produrrà effetti molto benefici.