Allegato B
Seduta n. 845 del 25/1/2001


Pag. 35820


...

INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:

ALOI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere:
con quali urgenti misure repressive e legislative speciali intenda combattere e debellare l'emergenza criminale nella Piana di Gioia Tauro, dove non passa giorno senza che la cronaca debba registrare omicidi, attentati od intimidazioni mafiose da parte della criminalità organizzata, che ha ora alzato il livello della sfida allo Stato in un territorio sempre più di frontiera;
se sia ammissibile che in Calabria, particolarmente nella Piana di Gioia Tauro, le organizzazioni mafiose abbiano assunto, secondo quanto risulta all'interrogante, un controllo operativo ed intimidatorio anche nei confronti delle istituzioni pubbliche e dei loro amministratori sempre più diffuso ed allarmante;
come intenda in concreto tutelare i tanti operatori e cittadini onesti del comprensorio più produttivo della provincia di Reggio Calabria, quale appunto la Piana, per ciò stesso frenata nel suo processo di sviluppo commerciale, sociale e democratico dalla preponderante ingerenza della malavita.
(3-06834)

BORGHEZIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il gravissimo atto vandalico posto in essere da ignoti, che hanno incendiato con gasolio il grande portone della Basilica di Superga (Torino), danneggiandone anche uno stipite marmoreo è un episodio gravissimo ed estremamente preoccupante;
da tempo, infatti, vi sono a Torino, secondo quanto risulta all'interrogante, segnali di ripresa dell'attività di organizzazioni terroristiche di estrema sinistra e di loro fiancheggiatori, oltre a quelli non meno inquietanti e pericolosi del terrorismo di matrice islamica -:
se il ministro interrogato non intenda urgentemente riferire in aula sui risultati delle indagini;
quali urgenti misure si intenda attuare, per dare, finalmente, adeguata tutela a questo straordinario monumento - simbolo di Torino e del Piemonte già fatto oggetto, in passato, di atti teppistici e di vandalismo.
(3-06840)


Pag. 35821

Interrogazioni a risposta scritta:

SANTANDREA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle finanze. - Per sapere, premesso che:
già in data l3 giugno 2000 la scrivente aveva avuto modo di occuparsi, senza ricevere a tutt'oggi alcuna risposta, del mancato avvio dei lavori per la realizzazione della nuova ed indispensabile caserma dei carabinieri in Casalecchio di Reno (Bologna);
tali ritardi erano, e sono tuttora dovuti, al mancato rilascio da parte dei ministeri competenti del nulla osta relativo alla elargizione, da parte dello Stato, del corrispettivo canone di affitto alle imprese proprietarie del terreno su cui sarà realizzata, a loro spese, la nuova caserma le quali, ovviamente, non si assumeranno mai gli oneri economici che comportano i lavori fino a quando non saranno certe che il progetto vada in porto, sebbene siano già in possesso della relativa concessione edilizia dalla data del l4 ottobre l999;
secondo informazioni pervenute di recente attraverso nota informativa del 21 dicembre 2000 redatta dal prefetto di Bologna Iovino ed indirizzata al consigliere comunale leghista di Casalecchio, sarebbe emerso il seguente quadro:
a) dopo una lunga serie di contatti tra le parti interessate alla vicenda, venne presentato e successivamente approvato il progetto relativo alla costruzione della nuova sede; il predetto progetto venne trasmesso alla prefettura di Bologna in data 9 febbraio l995 per il seguito di competenza;
b) il 23 marzo 1998, l'ufficio del territorio di Bologna, previo parere del Ministero delle finanze - Direzione centrale servizi tecnici erariali di Roma, ritenne congruo il canone annuo di affitto di lire 365.000.000; per tale canone il Ministero dell'interno, con nota del 22 ottobre 1999, espresse il proprio assenso di massima all'acquisizione di locazione;
c) l'11 luglio 2000 il Ministero delle finanze - Dipartimento del territorio - Direzione centrale del demanio, competente al rilascio del nulla osta alla spesa, richiesto già dal 29 novembre 1999 dalla prefettura di Bologna, ha chiesto precisazioni tecniche all'ufficio del territorio di Bologna in merito alla valutazione sulla congruità del canone effettuato dal medesimo. Il predetto dicastero, inoltre, ha chiesto all'amministrazione locataria di produrre una nuova attestazione circa l'effettiva necessità di assumere in locazione l'immobile;
d) in esito a tale richiesta la prefettura di Bologna ha disposto l'effettuazione di una verifica, da parte di un dirigente in servizio presso quella sede, delle condizioni dello stabile attualmente adibito a sede della caserma dell'arma; dell'esito di tale verifica nella quale è stato evidenziato «... il permanere di una situazione di assoluto disagio sotto il profilo della sicurezza passiva, dell'attività di servizio, del benessere del personale e del rispetto della privacy delle persone che accedono in caserma...», è stata predisposta un'apposita relazione;
e) in data 2 novembre 2000 la prefettura di Bologna, in una nota, ha ribadito ai competenti uffici del Ministero dell'interno e dell'amministrazione finanziaria la necessità di acquisire in locazione l'immobile di cui trattasi -:
se a fronte del ricevimento dell'ulteriore attestazione di indispensabilità della nuova caserma, siano ora intenzionati a rilasciare gli specifici nulla osta relativi alla iscrizione a ruolo nel bilancio dello Stato della voce di spesa inerente al canone di affitto di cui sopra.
(4-33644)

SANTORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la segreteria provinciale del SO.di. PO., Sindacato solidarietà di polizia, ha più volte evidenziato le inevitabili conseguenze che deriverebbero dalla nuova allocazione del 1o reparto mobile di Roma da Viale


Pag. 35822

Castro Pretorio all'attuale centro di accoglienza per extracomunitari di Ponte Galeria;
la pur necessaria attività di decentramento degli uffici di polizia, nella fattispecie, sembra cozzare contro almeno due valide ragioni che imporrebbero diversa riflessione;
attualmente il personale in servizio presso quel reparto operativo è obbligato ad anticipare l'inizio del proprio turno di servizio per il ritiro del materiale e dei mezzi necessari allo stesso;
a ciò si aggiunge, al termine dello stesso servizio, la procedura di riconsegna del medesimo materiale, procedura tanto più lunga quanto maggiore è il numero dei dipendenti che rientrano dal servizio;
la conseguenza di queste necessità logistiche operative è una naturale protrazione dell'orario di servizio, con conseguente accumulo di crediti per lavoro straordinario che non è corrisposto per intero a causa dell'incapienza del monte ore assegnato al reparto;
attualmente la privilegiata posizione centrale del reparto, consente di garantire accettabili tempi di intervento o di semplice assunzione del servizio, ancora compatibili con le norme che disciplinano il rapporto di impiego del personale;
in tale contesto non può rilevarsi che l'eventuale trasferimento a Ponte Galeria, oltre ad imporre un'ulteriore anticipazione dell'orario di servizio del personale, allungherebbe i tempi di intervento operativo o di semplice raggiungimento del posto di servizio con conseguenze negative sul servizio e un evidente nocumento del personale, obbligato ad un'illegittima protrazione dell'orario di servizio -:
se non ritenga doveroso verificare la concretezza dei fatti evidenziati al fine di porre in essere gli opportuni provvedimenti che garantiscano gli agenti della polizia di Stato in servizio presso il citato reparto mobile ed i loro diritti.
(4-33649)

GRAMAZIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso dell'ultima riunione della conferenza episcopale italiana il suo presidente, cardinale Camillo Ruini, nella prolusione d'apertura per il consiglio permanente ha evidenziato ancora una volta la grave situazione della sicurezza in Italia affermando, fra l'altro, che «il problema sicurezza continua ad essere acuto e fortemente avvertito» -:
quali iniziative intenda adottare il ministro interrogato anche alla luce della ferma denuncia che la Cei ha rivolto in merito al problema sicurezza sul territorio italiano.
(4-33658)

VELTRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel mese di dicembre 2000, mentre prestava servizio su un furgone portavalori di proprietà della società Deltapol di Roma con l'incarico di ritirare gli incassi dei caselli autostradali che fanno capo al tronco di Cassino, in un incidente stradale perdeva la vita la guardia giurata Ives Rota;
l'incidente avveniva in territorio del comune di Pietradefusi (Avellino) circa alle ore 04.00 del mattino -:
se sia lecito e ragionevole far effettuare un trasporto valori alle ore 04.00 del mattino ed a quale ora quel servizio della Deltapol avrebbe avuto termine;
se la società Deltapol abbia licenza e supporti tecnici per operare nella provincia di Avellino e nelle altre comprese nel giro dei prelievi che, secondo voci da verificare, avrebbe avuto termine Bari;
se l'orario di servizio delle guardie giurate comandate su quel furgone era compatibile con i limiti previsti dalle leggi, dalle ordinanze e dal contrato;


Pag. 35823


se le modalità dell'incidente mettano in rilievo carenze strutturali del veicolo che possano o debbano imporre una revisione dei criteri per l'omologazione dei furgoni blindati destinati al trasporto valori;
se, in ragione delle inumane condizioni di servizio degli addetti al trasporto valori e per evitare che gli autisti siano indotti a forzare i furgoni, la cui affidabilità è spesso ben al di sotto della soglia minima prevista di buon senso, non sia il caso di imporre l'adozione del cronotachigrafo su tutti i furgoni portavalori indipendentemente dalla classe di appartenenza.
(4-33668)

SCALIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 28 dicembre 2000 il sindaco Alfredo Scardala del comune di Castel Madama (Roma) aveva convocato il consiglio comunale con all'ordine del giorno: variante generale al piano regolatore - adozione;
lo stesso giorno presentava le proprie dimissioni al protocollo dell'ente non partecipando al consiglio comunale che andava deserto per mancanza di numero legale;
sempre in data 28 dicembre 2000, otto consiglieri della maggioranza richiedevano al sindaco la convocazione del consiglio comunale ai sensi dell'articolo 39 decreto legislativo n. 267 del 2000, con all'ordine del giorno: «Variante generale di piano regolatore - adozione»;
in data 11 gennaio 2001 altri due consiglieri comunali di maggioranza, quindi un totale di 10 consiglieri sui 17 assegnati al comune sollecitavano il sindaco e per conoscenza Sua Eccellenza il Prefetto di Roma a riunire il consiglio comunale entro i 20 giorni previsti dal citato articolo 39 decreto-legge n. 267 del 2000;
in data 15 gennaio 2001 visto l'inutile trascorrere dei giorni, uno dei consiglieri comunali firmatari della richiesta di convocazione del consiglio comunale, sollecitava ulteriormente il sindaco e per conoscenza Sua Eccellenza il Prefetto di Roma ad una convocazione urgente del consiglio comunale visto che ormai si stavano consumando i 20 giorni per riunirlo, sempre con scadenza 17 gennaio 2001, in cui le dimissioni del sindaco avrebbero prodotto lo scioglimento del consiglio comunale di Castel Madama;
visto che il 17 gennaio 2001, il sindaco non aveva riunito né convocato il consiglio comunale due dei consiglieri firmatari, hanno inviato un telegramma a Sua Eccellenza il Prefetto di Roma per segnalare la grave omissione di atto dovuto da parte del sindaco e sollecitare i provvedimenti coseguenti;
con lettere datate 17 gennaio 2001, coincidente con il termine del suo mandato di sindaco, ma inviate per la gran parte nei giorni successivi, il sindaco comunicava ai cittadini, non già il rendiconto della sua amministrazione, bensì una personale interpretazione della vicenda politica ed una autodifesa utilizzando risorse economiche e di personale pubbliche -:
quali provvedimenti di propria competenza il ministro interrogato intenda adottare nei confronti dell'ex sindaco di Castel Madama che, in costanza della carica e in aperta violazione di una norma di legge, ha espropriato, ad avviso dell'interrogante e alcuna ad oggi, il consiglio comunale - organo sovrano della comunità locale - del potere/dovere di deliberare sul più rilevante e significativo degli atti riservati alla sua competenza: quello della pianificazione urbanistica generale, impedendo così, che scattassero le norme di salvaguardia e si costruissero, attraverso il confronto democratico previsto dalla legge, (adozione - osservazioni - pareri regionali - approvazione) regole certe ed uniformi per tutti i cittadini, nonché la necessaria salvaguardia dei beni storico ambientali presenti nel territorio.
(4-33670)