Allegato B
Seduta n. 836 del 12/1/2001


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GIUSTIZIA

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
da Il Messaggero - edizione di Ancona - del 10 gennaio 2001 si apprende che Albano Spinelli, detenuto nel carcere di Montacuto di Ancona, è stato dichiarato clinicamente morto: lo Spinelli si era impiccato nella sua cella con le lenzuola il giorno 5 gennaio 2001;
è il secondo caso di suicidio nel giro di dieci mesi avvenuto nel carcere anconetano;
in una interrogazione del settembre del 2000 la sottoscritta rilevava che mancando il giudice di sorveglianza, allora in maternità, si registravano per ciò stesso disagi e ritardi notevoli -:
se e come il 5 gennaio era garantita la sorveglianza;
quanti detenuti dovrebbe ospitare e quanti in effetti ne ospita il carcere di Montacuto;
quanti siano gli agenti di polizia penitenziaria e quanti, invece dovrebbero essere secondo le leggi e le disposizioni vigenti: e ciò anche in relazione alla possibilità di rendere disponibili, proprio perché sorvegliati, spazi di socializzazione e di lavoro, di formazione e di impegno del tempo in attività formative;
quante siano le unità dell'équipe psico-pedagogica e se e come possano coprire o coprano le esigenze dei detenuti del carcere di Montacuto;
se il Ministro non voglia intervenire, in questo come in altre carceri perché siano garantite a chi sconta una pena tutte le condizioni previste dalla legge perché la pena sia tale e non un aggravamento derivato da condizioni strutturali e ambientali del carcere stesso.
(2-02814) «Lenti».

Interrogazione a risposta orale:

MANTOVANO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dalla documentazione che la Procura generale presso la Corte d'appello di Lecce e il Ministero della giustizia hanno fatto pervenire alla commissione parlamentare antimafia, su richiesta del comitato che all'interno della medesima commissione si occupa del contrabbando - richiesta formulata nel novembre 2000, all'indomani di una trasferta in Grecia di una delegazione della commissione -, si evince che Prudentino Albino, arrestato a Patrasso il 10 gennaio 2001, era già stato tratto in arresto dall'Interpol, sempre a Patrasso, in via provvisoria, ai fini della estradizione, il 16 novembre 1999. L'arresto di Prudentino Albino era avvenuto in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei suoi confronti dal giudice per le


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indagini preliminari del tribunale di Brindisi il 15 gennaio 1998, in quanto indagato di aver organizzato un'associazione per delinquere finalizzata al contrabbando, di corruzione e di contrabbando di ingenti quantitativi di tle. Sempre in data 16 novembre 1999, l'Interpol aveva sollecitato al ministero della giustizia l'invio per via diplomatica, nei prescritti 40 giorni dall'arresto, della documentazione necessaria per definire l'estradizione. Il Ministero della giustizia aveva però inviato la domanda di estradizione all'ambasciata italiana di Atene, perché la consegnasse all'autorità greca, soltanto il 21 dicembre 1999;
tale documentazione, però, perveniva soltanto dopo che, il 27 dicembre 1999, la corte di Patrasso aveva liberato Prudentino Albino per decorrenza dei termini previsti dalla Convenzione europea di estradizione. Prudentino Albino si era immediatamente dato alla latitanza, terminata il 10 gennaio 2001;
il fatto è di particolare gravità, perché - di fronte a quello che è ritenuto uno dei più pericolosi organizzatori del traffico internazionale di tabacchi - il ministero della giustizia ha impiegato ben 34 giorni per formulare la richiesta di estradizione, poi disinteressandosi delle sorti della stessa. L'importanza della richiesta avrebbe preteso che il relativo iter fosse seguito fino alla conclusione: che, quindi, lo stesso ministero si fosse assicurato dell'avvenuta ricezione del plico da parte della nostra ambasciata, tanto più che mancavano appena 5 giorni alla scadenza del termine e si era in periodo prefestivo, con facile previsione di ritardo nelle consegne;
oggi è indispensabile assicurare i tempi più celeri perché non si ripeta la stessa vicenda con Prudentino Albino, ma anche con Prudentino Francesco, arrestato il 22 dicembre 2000. Ma è contestualmente necessario accertare le ragioni del colpevole ritardo di un anno fa e capire se il o i responsabili all'interno del ministero della giustizia sono stati individuati - il che non dovrebbe essere difficile - e sanzionati per la loro condona. Tale accertamento è tanto più opportuno in quanto i mass media (come la Repubblica dell'11 gennaio 2001) danno notizia, sia pure senza che siano a disposizione tutti gli elementi del caso, di ipotesi di corruzione, ricavabili da verbali di intercettazione telefoniche, da parte dei Prudentino nei confronti di autorevoli esponenti delle istituzioni -:
quale sia lo stato dei procedimenti di estradizione a carico di Prudentino Francesco e di Prudentino Albino;
per quali ragioni e chi ha ritardato il precedente procedimento di estradizione a carico di Prudentino Albino, al punto che costui è stato rimesso in libertà dall'autorità greca, per decorrenza del termine di 40 giorni;
quali sanzioni sono state adottate nei confronti del o dei responsabili del grave ritardo;
se e quali provvedimenti siano stati adottati per individuare i soggetti destinatari di una proposta corruttiva cui fa riferimento l'intercettazione telefonica pubblicata su la Repubblica dell'11 gennaio 2001.
(3-06773)