Allegato A
Seduta n. 835 dell'11/1/2001


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(Sezione 3 - Aiuti finanziari all'ATI Spa)

C)

LEONE. - Al Ministro delle finanze. - Per sapere, premesso che:
l'Ente tabacchi italiani, ente subentrato all'amministrazione dei Monopoli di Stato possiede l'intero pacchetto azionario dell'Ati S.p.a., che a sua volta detiene partecipazioni totalitarie o di maggioranza in altre società per azioni;
l'Ati e le società partecipate operano in settori industriali che non rientrano nel regime monopolistico garantito alla produzione delle sigarette, ma per cui dovrebbero valere le normali regole di mercato-:
se risponda a verità che l'Ati abbia ricevuto complessivamente oltre 270 miliardi di aiuti da parte dell'azionista unico Amministrazione dei Monopoli di Stato ed, in caso affermativo, a quali finalità tali risorse sono state destinate;
se risponda a verità che l'Ati abbia nel corso degli anni accumulato perdite (al netto di eventuali utili) per oltre 110 miliardi;
se risponda a verità che l'Ente tabacchi italiani (e prima dell'ente, l'Amministrazione dei Monopoli) proceda ai propri acquisti di prodotti cartari dall'Aticarta S.p.A. e di filtri dalla Filtrati S.p.A., ormai da oltre quindici anni, senza alcuna procedura di appalto;
se risponda a verità che i prezzi pagati dall'Ente tabacchi italiani sono nettamente più alti di quelli di mercato;
se risponda a verità che sui filtri per sigarette venduti all'Ente tabacchi italiani l'Aticarta ricarica un'elevata percentuale a titolo di commissione;
ove ciò fosse vero, se non ritenga di estrema gravità che l'Ente tabacchi italiani consenta che una società a partecipazione straniera (la Filtrati Spa, effettiva produttrice dei filtri) paghi alcuni miliardi all'anno ad una società pubblica, all'unico fine di ottenere in cambio l'esclusiva fornitura (per parecchie decine di miliardi all'anno) all'Ente tabacchi italiani medesimo;
se risponda a verità che l'Ati, operando nel settore della prima trasformazione del tabacco, nonostante gli acquisti da parte dell'Eti ed i servizi ricevuti in appalto dall'Eti, registra pesanti perdite di gestione, in caso affermativo, a quali cause tali perdite siano imputabili;
se risponda a verità che l'Ati non si limita a vendere all'Ente tabacchi italiani


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la produzione di tabacco ottenuta lavorando il tabacco acquistato direttamente dai produttori, ma abbia nel recente passato acquistato tabacco lavorato da società private, per poi rivenderlo all'Ente tabacchi italiani insieme al proprio;
quali siano gli emolumenti per gli organismi dirigenti dell'Ati e delle società partecipate, chi li abbia decisi e con quali criteri siano stati fissati;
se complessivamente non ritenga che siano stati del tutto stravolti gli obiettivi della legge n. 467 del 1982, istitutiva dell'Ati, in quanto l'Ati, che doveva essere lo strumento dell'Ente tabacchi italiani per agire in settori economici aperti alla normale concorrenza, si è invece trasformata in uno strumento di grave turbativa al libero mercato, oltre che di sperpero del pubblico denaro;
se non ritenga urgente, nella prospettiva della stessa privatizzazione dell'Ente tabacchi italiani, procedere ad un esame approfondito della gestione dell'Ati nei comparti carta/filtri/tabacco/sale e dei rapporti con l'azienda Ente tabacchi italiani, da affidare alla Corte dei conti;
se nel frattempo non ritenga urgente procedere ad impartire all'Ente tabacchi italiani le necessarie istruzioni per far cessare i comportamenti sanzionabili sopra segnalati. (3-04123)
(28 luglio 1999).