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PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Urso 3-06743 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
ADOLFO URSO. Vorrei cogliere l'occasione per aggiungere al suo invito un altro rivolto al Governo a rispettare non solo i tempi, ma anche le funzioni istituzionali del Parlamento e a non trasformare quest'aula in una sorta di piazza dove si svolge un comizio o in uno spot pubblicitario (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale). Credo che sia anche un modo per rispettare il nostro paese che ha di fronte a sé problemi reali come quello dell'occupazione e dell'allarme del terrorismo, che in questi giorni abbiamo tutti subito con la conseguente chiusura straordinaria, eccezionale ed improvvisa dell'ambasciata degli Stati Uniti sottoposta alle minacce del terrorismo fondamentalista islamico.
Nella mia interrogazione chiedo al ministro e al Governo se vi siano dati in merito a possibili collegamenti - come vi sono stati nel passato per altre forme di terrorismo - tra il terrorismo mediorientale e il terrorismo nazionale; chiedo, inoltre, se stiamo assistendo al risorgere - come si legge oggi in alcuni quotidiani e in relazioni dei servizi informativi e dei servizi di sicurezza italiani - di una forma di terrorismo nazionale, che da qualche anno ha come obiettivo l'Alleanza atlantica e gli Stati Uniti, e di nuove forme di terrorismo islamico, che hanno come obiettivo la guerra imperialista - così è da loro definita - dell'Alleanza atlantica dell'occidente nei confronti dei loro interessi.
PRESIDENTE. Onorevole ministro Bianco, la pregherei di essere più rispettoso del regolamento di quanto non lo sia stato l'onorevole Urso, che pure aveva predicato bene.
GUSTAVO SELVA. Non lo è stato neppure il ministro Salvi!
PRESIDENTE. Sì, neanche il ministro Salvi.
ENZO BIANCO, Ministro dell'interno. Prendo atto che l'onorevole Urso pretende di avere il monopolio degli spot per la sua parte politica. L'allarme lanciato dai nostri servizi di sicurezza e da quelli americani nei giorni scorsi circa possibili attentati contro obiettivi diplomatici USA a Roma ad opera di terroristi dell'organizzazione denominata «gruppo combattente tunisino» si inserisce in un contesto di indagini avviate da tempo e svolte in stretto raccordo con i servizi di sicurezza statunitensi.
PRESIDENTE. L'onorevole Urso ha facoltà di replicare.
ADOLFO URSO. Signor Presidente, mi sorprende che il ministro Bianco abbia iniziato il suo intervento definendo uno spot il porre in quest'aula il problema del terrorismo internazionale.
ENZO BIANCO, Ministro dell'interno. Non ho detto questo!
ADOLFO URSO. Lei ha parlato di monopolio dello spot da parte nostra, ...
ENZO BIANCO, Ministro dell'interno. Non ho detto questo!
ADOLFO URSO. ...quindi definendo uno spot il mio intervento riferito al terrorismo internazionale. In quest'aula si parla - come lei stesso ha riconosciuto - di collegamenti internazionali esistenti tra il nascente terrorismo nazionale, che ha come obiettivi la NATO, l'Alleanza atlantica, l'occidente, su basi ideologiche ovviamente neocomuniste, ed il terrorismo internazionale; lei ha fatto riferimento al terrorismo internazionale greco e spagnolo, al quale va aggiunto, in questo caso, il terrorismo fondamentalista islamico, che evidentemente crede di trovare nel nostro paese un certo - come lei stesso ha definito - plauso ideologico. Evidentemente, nel nostro paese tale plauso esiste, al punto che detti terroristi internazionali ritengono di trovare non dico consenso, ma compiacenza, connivenza. Detto plauso emerge certamente dai documenti che, negli ultimi dieci anni, talvolta per rivendicare episodi sanguinosi come l'omicidio di D'Antona, hanno dimostrato che vi è sicuramente una connessione ideologica, che sta rinascendo e che si pone gli stessi obiettivi del fondamentalismo islamico e del terrorismo internazionale, ossia l'occidente, l'Alleanza atlantica, coloro che in questo paese intendono rispettare le alleanze che liberamente abbiamo scelto.
L'onorevole Urso ha facoltà di illustrarla.
Prego, signor ministro, ha facoltà di rispondere.
In particolare, le notizie di un possibile attentato all'ambasciata americana, appena pervenute, sono state approfondite in maniera congiunta con i servizi di sicurezza USA e hanno dato ulteriore sviluppo alle indagini già avviate d'intesa con l'autorità giudiziaria in alcune città italiane. Le informative di possibili attentati alle sedi diplomatiche statunitensi, algerine e tunisine a Roma, non hanno fatto riferimento alla partecipazione o a forme di coinvolgimento di gruppi terroristici italiani negli attentati stessi. È noto come alcuni documenti elaborati da gruppi eversivi italiani facciano appello, sia pure in maniera generica, alla costituzione di un fronte comune contro l'imperialismo. Tuttavia, non sono emerse attualmente forme di sinergia con il fondamentalismo islamico; per ora, emergono soltanto generiche forme di plauso ideologico da parte delle organizzazioni eversive italiane. Sembrano, invece, in qualche modo accertati contatti e sinergie comuni che legano formazioni anarco-insurrezioniste italiane, greche e spagnole.
In presenza di tali segnali, gli organismi investigativi - tanto della polizia quanto dei carabinieri - hanno attivato complesse indagini e hanno sollecitato il concorso delle strutture dei paesi esposti allo stesso tipo di minacce. L'attenzione degli organi di sicurezza nei confronti di ambienti sospettati di contiguità con il terrorismo è massima; lo testimoniano numerose audizioni nelle Commissioni ed interventi in quest'aula in risposta ad atti di sindacato ispettivo.
Da ultimo - concludo -, una risposta indiretta ma chiarissima alle polemiche dei giorni scorsi è costituita dagli apprezzamenti dei massimi livelli del Dipartimento di Stato americano e dell'ambasciata americana per l'azione svolta dagli apparati di sicurezza e dal Governo italiani.
Caro ministro, ad onta di ciò che lei sostiene, i terroristi trovano facilità di manovra a causa di quell'immigrazione clandestina che nel nostro paese, a differenza di altri, non viene affatto combattuta e che permette una cultura ed una coltura della quale i gruppi terroristici internazionali che provengono da quegli stessi paesi possono più facilmente giovarsi (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).