Allegato B
Seduta n. 831 del 21/12/2000


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono d'interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
le forze speciali turche, su disposizione del governo Ecevit, hanno represso nel sangue lo sciopero della fame dei detenuti politici che durava da oltre due mesi in tutte le carceri del Paese;
secondo fonti dell'associazione dei diritti umani il bilancio dei morti è pesantissimo (almeno 18 detenuti) mentre centinaia sarebbero i feriti causati dai violenti pestaggi dei militari;
secondo le prime denunce raccolte i militari avrebbero in alcuni casi intenzionalmente appiccato il fuoco su detenuti cosparsi di benzina. D'altronde il ministro della giustizia turco Hikmet Sami Turk, era da giorni che affermava che mai e poi mai avrebbe aperto un canale di dialogo con i detenuti e ciò ha dato luogo a un bagno di sangue;
inquietanti notizie provengono dal Kurdistan iracheno dove le truppe di Ankara, ben oltre il confine turco starebbero marciando sulle città di Ranya e Cakurna (zone protette dall'Onu) con l'obiettivo di sterminare i guerriglieri del PKK che da oltre un anno hanno indetto una tregua unilaterale;
sconcertante appare la notizia annunciata dal portavoce della Commissione Europea Jean Christophe Filori secondo il quale - nonostante l'eccidio delle carceri - il governo turco sarà premiato di un nuovo stanziamento di 135 milioni di euro «facilitando in questo modo l'ingresso della Turchia nella comunità» -:
se il Governo non reputi necessario condannare con estrema fermezza la repressione in corso nelle carceri turche da parte delle forze speciali del regime di Ankara e di sollecitare l'invio in quel paese della delegazione della troika dell'Unione Europea al fine di accertarsi della gravità degli eventi e per perorare la fine della repressione ed il ritiro delle truppe sconfinate nel Kurdistan iracheno;
se non reputi ormai non più derogabile l'emanazione di precise istruzioni all'apposito ufficio del Ministero degli Esteri delegato a rilasciare le autorizzazioni per la vendita di armi, affinché siano congelati tutti i contratti con la Turchia;
le ragioni per le quali il governo non ha ottemperato agli impegni previsti nelle risoluzioni approvate all'unanimità dalla Commissione Esteri della Camera dei Deputati primo fra tutti l'avvio di una iniziativa per l'indizione di una conferenza internazionale di pace sul conflitto turco-kurdo.
(2-02799)
«Mantovani, De Cesaris, Nardini, Valpiana, Giordano, Malentacchi, Boghetta».

Interrogazioni a risposta orale:

TERESIO DELFINO, TASSONE, VOLONTÈ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la funzione pubblica, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, al Ministro dei trasporti e della navigazione. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 25 luglio 2000, n. 95/T, assegna alle strutture dirigenziali del ministero dirigenti di seconda fascia;
taluni ulteriori decreti del medesimo ministro, risalenti all'inizio dell'agosto 2000, conferiscono le funzioni ed attribuiscono i corrispondenti incarichi a dirigenti


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di seconda fascia per tre unità di gestione del dipartimento della navigazione marittima ed interna (navigazione marittima ed interna, trasporto marittimo e per vie d'acqua interne, infrastrutture per la navigazione ed il demanio marittimo);
tali provvedimenti sono stati inoltrati alla Corte dei conti per il visto di competenza;
quali motivazioni abbiano determinato il Ministro dei trasporti e della navigazione e scegliere direttamente i nominativi dei dirigenti in questione, dato che gli organi di governo esercitano funzioni connaturate esclusivamente all'indirizzo politico-amministrativo, e se in particolare il combinato disposto degli articoli 3 e 14 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 (nel testo vigente) intesti rispettivamente gli organi di governo «la individuazione delle risorse umane, materiali ed economico-finanziarie da destinare alle diverse finalità e la loro ripartizione tra gli uffici di livello dirigenziale generale» nonché al ministro «l'assegnazione ai dirigenti preposti ai centri di responsabilità delle rispettive amministrazioni delle risorse di cui all'articolo 3, comma 1, lettera e);
se la lettura della vigente normazione sul pubblico impiego autorizza a pensare che, in tema di dotazione delle risorse umane alle strutture in cui è articolato il dicastero, il ministro abbia le seguenti competenze: a) l'una propositiva e partecipativa ai procedimenti di nomina dei dirigenti di prima fascia; b) l'altra pertinente alla valutazione ed all'individuazione, nonché alla conseguente assegnazione, del contingente dei dirigenti di seconda fascia (alla cui utilizzazione sarebbero competenti i dirigenti di prima fascia);
in caso contrario quali norme abbiano perciò presieduto all'assegnazione di quegli incarichi dirigenziali di seconda fascia, e quali contenuti essi abbiano;
se i rispettivi provvedimenti presentino elementi d'integrità e forme idonee, rese ai sensi del regio decreto legislativo 27 ottobre 1927, n. 1092;
se in quelle fattispecie sia stato rispettato il combinato disposto dell'articolo 19 - decimo comma - del predetto decreto legislativo n. 29 del 1993 e dell'articolo 6 - primo comma - del decreto legislativo 26 febbraio 1999 n. 150, i quali prescrivono che la durata degli incarichi deve esser limitata nonché rapportata al programma di lavoro ed all'obiettivo assegnato;
se nei confronti dei dirigenti in parola, o di taluni tra loro, sia stata disposta la cessazione degli incarichi in atto;
se attraverso ulteriori decreti ministeriali (contestuali o di poco successivi) tali dirigenti, o taluni tra loro, abbiano avuto l'assegnazione a nuove unità di gestione, e quali motivazioni (se esistenti) siano state esplicitate nei medesimi provvedimenti sottoscritti dal Ministro dei trasporti e della navigazione;
se, nell'ambito dei singoli uffici dirigenziali delle varie unità di gestione, si sia verificato che dirigenti di fresca nomina si siano insediati nei nuovi uffici senza che al dirigente uscente sia stato notificato alcun provvedimento motivato di cessazione, necessario per consentire la riassegnazione dell'incarico, e se gli avvicendamenti di titolari precedenti d'ufficio dirigenziale siano avvenuti con provvedimenti insufficientemente motivati o non motivati affatto, nonché disposti in corso d'esercizio e prima dello scadere del tempo minimo richiesto per la valutazione rispettiva del loro operato;
se tali provvedimenti - quanto ai criteri per l'affidamento o l'avvicendamento e la revoca degli incarichi dirigenziali, alla loro graduazione alla pubblicità dei corsi di funzione disponibili - si siano quindi riferiti all'articolo 22 del contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato per gli anni 1994-1999 nei confronti del personale appartenente questa area dirigenziale del Consiglio dei ministri attuati in regime di prova del riferire come sia stato esplicitato per i provvedimenti;
se nei confronti dei predetti dirigenti assegnati o riassegnati siano stati rispettivamente


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stipulati appositi contratti individuali di lavoro, rispondenti ai seguenti requisiti normativi e contrattuali:
a) l'esser parte necessariamente integrante dell'atto attributivo d'incarico;
b) l'esplicitazione della manifestazione di volontà delle parti;
c) la definizione puntuale dei programmi e degli obiettivi assegnati;
d) la decorrenza iniziale finale dei rispettivi incarichi;
se ai rispettivi provvedimenti ministeriali risultino allegati i curricula degli interessati;
se dunque il Ministro dei trasporti e della navigazione e dell'aviazione civile persista nel procedere ad assegnazioni nominative di dirigenti, malgrado risulti ormai superata la fase transitoria di riorganizzazione delle strutture ministeriali risultanti dalla fusione dei soppressi Ministero dei trasporti e Ministero della marina mercantile (fase, durante la quale era certamente motivata l'urgenza di garantire con specifici provvedimenti amministrativi l'operatività delle nuove strutture e la continuità dell'azione amministrativa), e se invece tale potestà sia riconducibile ai dirigenti di prima fascia in quanto responsabili delle rispettive strutture;
se perciò - dato che, in relazione ai casi di specie, l'articolo 3 (primo comma, lettera b) della legge 14 gennaio 1994, n. 20, fa ritenere assoggettabili al controllo di legittimità da parte della Corte dei conti i soli provvedimenti deputati per loro intrinseca natura all'assegnazione d'incarichi dirigenziali - i provvedimenti in parola riguardino mere assegnazioni alle strutture dirigenziali di primo livello, inseriti perciò in funzione preparatoria nel procedimento preordinato alla preposizione ad uffici di livello dirigenziale di seconda fascia, e pertanto il Ministro dei trasporti e della navigazione per difendere i propri provvedimenti abbia partito dalla non assoggettabilità di tali provvedimenti al citato controllo;
se inoltre l'articolo 2087 del codice civile imponga al datore di lavoro in questo caso, allo Stato-istituzione nel rapporto di lavoro «privatizzato» con gli impiegati ex-pubblici) di prendere tutte quelle misure che siano atte a «tutelare l'integrità e la personalità morale dei prestatori di lavoro», evitando danni erariali diretti o indiretti;
se allora tale esempio di gestione del citato decreto del Presidente della repubblica 150 del 1999 costituisca un esempio di corretta amministrazione pubblica, o piuttosto abbia garantito, come sembra all'interrogante posti di responsabilità dirigenziale a persone legate principalmente ad interessi di parte, e se allora lo spoil system (applicato ai dirigenti di prima fascia, anche per effetto del regolamento istitutivo del ruolo unico) sia riutilizzato per condizionare la scelta e l'operato amministrativo anche dei dirigenti di seconda fascia;
se, per conseguire risultati di tale specie, nei confronti di dirigenti dello Stato siano utilizzate epurazioni, emarginazioni, sostituzioni;
se queste scelte siano state effettuate imparzialmente nell'interesse generale dell'amministrazione e - a maggior ragione - nell'interesse della collettività, oppure nell'interesse governativo di mantenere alcuni dirigenti in posti di responsabilità e di epurarne altri non in linea con l'estrazione partitica dell'attuale coalizione di maggioranza parlamentare;
se e quali riflessi - infine - ciò abbia sull'efficienza e sulla capacità operativa della pubblica amministrazione, se tutto ciò riguardi solo essa od anche i diritti civili e di libertà dei cittadini, e se l'eventuale fondatezza di questo o d'altri episodi consimili mini anche il rapporto fiduciario tra l'amministrazione ed i cittadini-utenti-contribuenti, che così sentirebbero nei loro confronti la pubblica amministrazione sempre più distante e vessatoria, sempre più occhiuta e sempre meno oculata.
(3-06722)


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TERESIO DELFINO, VOLONTÈ, TASSONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la funzione pubblica, al Ministro della difesa, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'attività amministrativa del tribunale militare di Torino sembra svolgersi in un clima di non sufficiente serenità -:
se non ritenga che nell'ambiente lavorativo del tribunale militare di Torino si registri un clima che va a detrimento dell'efficienza, dell'efficacia, della tempestività e della trasparenza dell'azione amministrativa;
se non ritenga di adottare in merito i provvedimenti più opportuni, anche disponendo un'inchiesta amministrativa.
(3-06728)

GASPARRI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni il rimpatrio forzato degli immigrati clandestini sta creando notevoli problemi per la sicurezza dei voli in partenza da Fiumicino;
il comandante di un aereo delle linee tunisine ha rifiutato di accettare a bordo 31 clandestini, ritenendo insufficienti i servizi di scorta;
il sindacato autonomo di polizia (SAP), con un comunicato stampa del 18 dicembre 2000, ha ricordato anche il precedente problema che si è verificato con un aereo di linea francese ed ha inoltre rappresentato forte preoccupazione nei confronti del personale addetto a questo delicato servizio e dei rischi per i viaggiatori;
il Sap inoltre ha evidenziato che è stato punito un ispettore, con incarico di capo scorta, per aver rappresentato i pericoli insiti nel servizio e per aver richiesto il rispetto delle norme e direttive che regolano la sicurezza dei voli -:
quali provvedimenti urgenti i ministri interrogati intendano assumere per risolvere i problemi della sicurezza del personale addetto alle scorte e dei passeggeri;
quali provvedimenti urgenti intendano assumere per affrontare la grave situazione di precarietà dell'aeroporto di Fiumicino.
(3-06731)

Interrogazioni a risposta scritta:

LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, al Ministro delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'entità tanto elevata del bollo auto non trova riscontro in nessun paese d'Europa e forse del mondo;
oltretutto, malgrado si ricavino migliaia di miliardi da questa non condivisibile imposta, non si creano né strade né parcheggi;
i soldi versati dagli automobilisti vengono impiegati per finalità che appaiono in realtà veri e propri sprechi -:
se reputino giusto che gli automobilisti debbano pagare un bollo auto tanto elevato, che crea problemi nel reperimento della somma necessaria.
(4-33219)

LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, al Ministro delle finanze. - Per sapere - premesso che:
all'interrogante l'ICI appare un'imposta vessatoria che pone nelle ristrettezze economiche molti cittadini, specie pensionati, che devono procedere al relativo versamento;
le difficoltà economiche sono spesso aggravate anche dall'imposta sui rifiuti -:
quali provvedimenti intenda adottare per alleggerire il carico fiscale da cui sono gravati i proprietari di immobili.
(4-33220)


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GIULIETTI e BRACCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
il 23 novembre 2000 il provveditore per le opere pubbliche dell'Umbria, dottoressa Maria Teresa Bozzi, inviava una lettera al Ministro dei lavori pubblici, onorevole Nerio Nesi, avente per oggetto i lavori di completamento del nuovo carcere di Perugia;
lo stesso giorno, il Ministro dei lavori pubblici comunicava alla dottoressa Bozzi che, con decorrenza 1o gennaio 2001, veniva rimossa dall'incarico ed inserita nel ruolo unico della dirigenza;
in meno di due anni la dottoressa Bozzi ha risolto, con determinazione e chiarezza, come ad esempio nel caso del carcere di Perugia, o della frana Ivanchic di Assisi, complicatissime vicende amministrative che avevano paralizzato l'attività dei lavori pubblici nella regione dell'Umbria, così come aveva già operato presso il magistrato per il Po di Parma;
il dirigente in questione è conosciuto ed apprezzato in tutta Italia per la serietà e capacità professionale con cui ha gestito e risolto questioni inerenti la ricostruzione dei territori della Campania, Basilicata e Puglia colpiti dagli eventi sismici del 1980/1981 -:
quali siano le ragioni che hanno portato alla rimozione ed al successivo trasferimento della dottoressa Bozzi da Perugia a Roma, con una procedura d'urgenza piuttosto insolita.
(4-33221)

ALEMANNO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto per il Credito Sportivo esiste da oltre quaranta anni e da oltre quindici già finanzia il settore privato;
nella riunione del Consiglio dei Ministri del 6 ottobre 2000 è stato approvato lo schema di riordino dell'istituto per il Credito Sportivo e che lo stesso, senza giustificazione apparente, è attualmente ancora «fermo» presso la Corte dei Conti;
con questo schema di riordino il Ministro Melandri sottrae al Coni il controllo sugli impianti finanziati dal Credito Sportivo togliendogli così anche l'ultimo spicciolo di autonomia rimasta;
l'istituto per il Credito Sportivo ha un patrimonio stimato intorno ai 1.900 miliardi e che da due anni è divenuto terreno di scontro fra i vertici dell'Istituto, i Ministeri competenti, la Cassa Depositi e Prestiti, le banche partecipanti, l'Ina e il Coni;
malgrado lo stato di incertezza sul futuro dell'Istituto, che si è avuto e che permane, il Consiglio diAmministrazione del Credito Sportivo avrebbe autorizzato, in questi ultimi due anni, consulenzead avviso dell'interrogante dall'incerto ritorno economico per l'ente, soprattutto nel settore informatico, come denunciato più volte anche dalle organizzazioni sindacali, e si appresta ora frettolosamente ad effettuare la vendita delle due sedi aziendali che, dietro il pretesto di unificare i locali dell'Istituto, potrebbe condurre all'acquisto a caro prezzo di un immobile di scarso interesse commerciale -:
se il fondo patrimoniale dell'istituto di cui all'articolo 1 della legge 50/83 ammontante a circa 930 miliardi ed avente natura erariale, in quanto alimentato dai versamenti periodici del 3 per cento sugli incassi lordi dei concorsi pronostici, deve considerarsi una speciale riserva oppure un fondo autonomo di partecipazione erariale di natura analoga al modesto fondo di dotazione dell'ente che assomma i versamenti eseguiti dalle diverse banche partecipanti, attualmente tutte di natura privata, per l'importo complessivo di 18,5 miliardi. La presente richiesta viene formulata con particolare riferimento all'attribuzione delle restanti riserve costituite da utili netti accantonati ed ammontanti


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complessivamente ad altri 950 miliardi, nonché al grave danno economico che graverebbe sull'erario e sulla attività sportiva di base con il concretizzarsi dell'ipotesi di assegnazione totale delle predette riserve di utili netti ai partecipanti privati;
se è da ritenersi legittima la rappresentazione negli ultimi bilanci delle banche partecipanti al fondo di dotazione dell'istituto, che da istituti pubblici si sono trasformate nel tempo in aziende possedute da azionisti privati, alcuni dei quali anche stranieri, delle quote dell'ICS, in considerazione che dette quote pur essendo nate paritarie, sono così diversamente valutate: Bnl 82 miliardi, Banco di Napoli 24 miliardi, San Paolo di Torino 46 miliardi, Mediocredito 97 miliardi (quota derivante dall'assorbimento del Banco di Sicilia);
quali garanzie di veridicità su queste quote di partecipazione hanno avuto ed avranno gli azionisti delle suddette aziende visto che per alcune di esse lo stesso Ministero del Tesoro si impegnò a suo tempo con una «dichiarazione di responsabilità» rispetto alla completezza e veridicità dei relativi dati contenuti nei prospetti informativi di sottoscrizione di capitale redatti in fase di privatizzazione. Ciò soprattutto alla luce delle svalutazioni, che solo ora verranno probabilmente effettuate su queste quote di partecipazione e della possibilità di trasferimento delle stesse, ritenute forse scarsamente remunerative, ad altri partecipanti o anche a soggetti terzi, come ampliamente previsto e ulteriormente semplificato, nello schema di riordino del Credito Sportivo;
se le dichiarazioni del Ministro Melandri sull'unicità e le finalità di interesse sociale del Credito Sportivo, non contrastino con la previsione che l'Istituto sia obbligato, attraverso un ulteriore fondo gestito, a concedere contributi agli interessi sui mutui anche se accordati da altre aziende di credito, divenendo di fatto soltanto un ente erogatore di contributi che non potrebbe chiaramente competere con le strutture delle grandi aziende di credito;
se non ritengano, infine, che tale trasformazione metterebbe fortemente a rischio il consolidamento patrimoniale dell'ente e di conseguenza la stessa sopravvivenza dell'Istituto per il Credito Sportivo e la posizione lavorativa dei suoi attuali dipendenti.
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