La IX Commissione,
premesso che:
le leggi 665/96 e 144/99 prevedono la trasformazione in Spa dell'Enav salvo verifica delle condizioni della stessa;
l'atto del Governo ai sensi della trasformazione si presenta come un atto di mero indirizzo e non come atto deliberativo pieno;
tale atto di indirizzo è ancora più inadeguato sul piano formale e sostanziale visto che l'Enav è attualmente gestita da un commissario straordinario, figura peraltro non prevista dalla legge 665/96;
inoltre sono presenti molte incongruenze e mancanze;
non si fa cenno, in riferimento alla particolarità della trasformazione in Spa che tuttavia rimane un monopolio naturale, se tale trasformazione risulta coerente con le leggi e la Costituzione;
in particolare, mentre si afferma che tale monopolio può essere quotato in borsa, non si fa alcun riferimento al potenziale conflitto fra costi e tariffe, fra profitto e sicurezza, fra il promesso aumento occupazionale e introduzione massiccia di tecnologia mirata a ridurre il personale medesimo;
non si fa riferimento al regime tariffario;
non si fa riferimento alla missione, ai compiti, al molo della Spa, né ad una diversa ripartizione dei compiti rispetto, ad esempio al doppio ruolo di controllato e controllore in certi ambiti (certificazione) che se sbagliato nell'ente appare improponibile nella Spa;
nulla dice della gestione dello spazio aereo e delle intenzioni del Governo in tal senso, stante l'impropria presenza della gestione AMI in consistenti parti del Paese;
non si fa alcun riferimento ai rapporti fra Spa, Governo e Parlamento, né in termini di indirizzo né in termini di controllo (ad esempio per le ferrovie si è costituito un ufficio apposito per il controllo dell'attuazione del contratto di programma e di servizio), ma neanche ai contenuti della concessione;
non si fa riferimento o allo stato di implementazione della contabilità industriale, allo stato delle situazioni di credito e di passività;
non è stato ancora pubblicato il decreto inerente il patrimonio, nè si sa come tale decreto sia stato formulato;
non si fa riferimento alla composizione della nuova società (unica, frammentata o lrammentabile); né alla composizione numerica del CdA;
mentre il contratto di programma, che non ha affatto recepito le condizioni del Parlamento, è considerato a termine (31/12/00) o transitorio, come da dichiarazione del Sottosegretario, il Commissario ha varato un Piano d'Impresa, compito che spetta al nuovo CdA;
l'atto non indica né i modi né i tempi per la definizione del nuovo contratto di programma e di servizio, né l'eventuale separazione dei medesimi, né la proroga è contenuta nel documento governativo;
nel contratto di programma in essere non è stata ancora sciolta l'annosa questione del contratto Vitrociset, mentre il parere espresso dal Parlamento parlava esplicitamente di internalizzazione;
stante l'accordo sindacale, non si fa riferimento alla clausola sociale finalizzata a gestire in maniera stabile, e non casuale, i rapporti con i lavoratori, a prescindere dell'evoluzione aziendale;
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non si comprende come possa avvenire l'azionariato dei lavoratori e con quali intenti, stante già l'abbondante presenza sindacale, in azienda e dentro il gruppo dirigente, e visto che inevitabilmente dopo alcuni anni i lavoratori stessi possono vendere a chiunque le azioni in loro possesso (se si vuole perseguire la partecipazione dei lavoratori questa non è la strada, questa è la strada della corruzione);
appare discutibile che una serie di passaggi nella trasformazione dei rapporti dell'azienda, fra azienda e lavoratori non siano previsti per via legislativa, ma solo come meri atti amministrativi;
impegna il Governo
non risultando dallo schema di indirizzo la verifica della condizione di trasformazione in Spa e apparendo lesivi della dignità del Parlamento gli atti presentati per il parere, a predisporre un ulteriore documento maggiormente qualificato e circostanziato.
(7-01011)
«Boghetta».