Allegato B
Seduta n. 826 del 14/12/2000


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ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:

La X Commissione,
premesso che:
numerose aziende italiane, per lavori effettuati in Libia in favore di enti pubblici a partire dagli anni settanta e fino alla metà degli anni novanta, hanno maturato nei confronti dello Stato libico, notevoli crediti, in gran parte riconosciuti anche in provvedimenti dell'Autorità giudiziaria e amministrativa di quello Stato;
il governo della Libia, però, sia con il pretesto della difficoltà di procedere ad una puntuale ricognizione di tali crediti, e sia soprattutto con l'assurda pretesa di contrapporre ad essi sue presunte ragioni creditizie nei confronti dello Stato italiano, per asseriti danni subiti durante l'occupazione del suo territorio da parte di questo ultimo Stato, di fatto nega il pagamento di detti crediti ammontanti a circa mille miliardi di lire italiane, oltre interessi maturati;
la SACE, che dovrebbe assicurare e tutelare gli interessi delle imprese italiane operanti all'estero, sollecitata dalle imprese creditrici, ha assunto la iniziativa di pervenire con lo Stato libico alla definizione del contenzioso che dura da ben 20 anni, ma ha proposto alla parte libica una soluzione del tutto insoddisfacente per le imprese italiane, che dovrebbero accettare, in pagamento dei loro crediti, un importo pari al 50 per cento del dovuto nel lungo termine di 15 anni e, per di più, senza interessi;
il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, senatore Rino Serri, rispondendo alla interrogazione n. 4-28830 presentata sull'argomento dall'onorevole Francesco Amoruso, ha precisato che il Governo italiano, sia in occasione dell'incontro dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri onorevole D'Alema con il colonnello Gheddafi (dicembre 1999) e sia di quello avuto successivamente dal ministero degli affari esteri italiano con lo omologo libico (14 giugno 2000), non ha mancato di sollecitare il governo libico all'adempimento delle obbligazioni assunte, ed ha ulteriormente precisato che questo adempimento «costituisce per il governo italiano un requisito per il pieno rilancio delle relazioni bilaterali», e la garanzia per le imprese italiane per continuare ad operare in Libia:

impegna il Governo

ad intervenire e sollecitare il Governo libico all'adempimento, in tempi brevissimi, delle obbligazioni assunte nei confronti delle aziende italiane, ed in caso di rifiuto, a rompere le relazioni bilaterali;
ad assumere in ogni caso le più opportune ed idonee iniziative per la più ampia tutela delle aziende che hanno operato in Libia.
(7-01009)
«Rasi, Amoruso, Manzoni, Di Comite, Chiappori, Mazzocchi».

La XII Commissione,
premesso che:
la sindrome improvvisa del lattante, nota come «morte in culla» o con il termine inglese Sids Sudden infant death syndrome, rappresenta uno dei principali problemi socio-sanitari e scientifici della medicina moderna;
tale sindrome, che colpisce generalmente il neonato durante il sonno, si configura come un problema multifattoriale, affrontato da malattie patogenetiche di carattere cardiaco (aritmogenea, sindrome del Qt lungo), respiratoria (apnea) e delle anomalie del sistema nervoso neurovegetativo;
in tutti i paesi industrializzati la Sids costituisce la più frequente causa di morte per i neonati di età compresa fra una settimana ed un anno;


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in Italia la sua reale incidenza viene sottostimata a causa sia di diagnosi erronee, sia di diagnosi tese ad evitare alla famiglia l'autopsia e l'incontro con le autorità giudiziarie. Una stima di carattere approssimativo permette comunque di collocare l'incidenza della Sids intorno all'uno per mille di bambini nati sani, circa 500 bambini l'anno;
a partire dai primi anni novanta in molti paesi industrializzati sono state lanciate campagne di informazione di massa denominate reducing the risk of Sids, ed in particolare in Olanda, Svezia, Norvegia, Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, mirate alla diffusione di alcune norme comportamentali atte a ridurre il rischio di Sids - raccomandare la posizione supina del neonato, astinenza dal fumo in gravidanza, evitare l'ipertemia - iniziative che hanno prodotto un calo significativo dell'incidenza della sindrome in tutti i paesi ove tali campagne sono state effettuate;

impegna il Governo:

a farsi promotore di campagne di informazione, in forma televisiva, radiofonica o tramite carta stampata, tali da divulgare le raccomandazioni comportamentali indicate dalla comunità scientifica capaci di ridurre il rischio di Sids;
inserire la prescrizione obbligatoria per tutti i neonati dell'esame elettrocardiogramma al fine dell'individuazione della sindrome del Qt lungo;
promuovere una campagna di informazione all'interno dei centri ospedalieri, tramite la consegna ai genitori, al momento delle dimissioni del neonato, di un foglio informativo sulle modalità da seguire al fine di ridurre i rischi della morte improvvisa;
a stipulare accordi con i produttori di prodotti per neonati affinché siano riportate sugli stessi indicazioni riguardanti modalità comportamentali cui attenersi al fine di ridurre i rischi concernenti la Sids;
a richiedere all'Istituto nazionale di statistica che si quantifichino esplicitamente le morti infantili dovute a Sids.
(7-01010) «Bolognesi».