Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 824 del 12/12/2000
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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 4271 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa per la cooperazione nel campo della difesa e degli equipaggiamenti della difesa, fatto a Roma il 10 luglio 1997 (approvato dal Senato) (articolo 79, comma 15, del regolamento) (6692) (ore 12,32).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa per la cooperazione nel campo della difesa e degli equipaggiamenti della difesa, fatto a Roma il 10 luglio 1997, che la III Commissione (Affari esteri) ha approvato ai sensi dell'articolo 79, comma 15, del regolamento.

(Esame degli articoli - A.C. 6692)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
Passiamo all'esame dell'
articolo 1 , nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6692 sezione 1).
Nessuno chiedendo di parlare e non essendo stati presentati emendamenti, passiamo alla votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, ci troviamo spesso a ratificare accordi con vari paesi per iniziative nel settore della difesa, come in questo caso, alle quali non sono mai state sollevate obiezioni, anzi vi è sempre stata una piena partecipazione perché le motivazioni di carattere geostrategico o politico e le implicazioni conseguenti apparivano evidenti almeno a quei deputati che si occupano prevalentemente di politica estera.
In questo caso, senza avere motivi di contrarietà specifica, nutro alcune perplessità sulle quali avrei voluto chiedere qualche chiarimento al relatore, che so in questo momento impegnato in altra sede, ma mi aspetto comunque una parola almeno dal sottosegretario.
Siamo davanti ad un accordo di collaborazione nel settore della difesa tra l'Italia e il Sud Africa. Qual è la valenza geostrategica che spinge l'Italia a sottoscrivere un accordo di collaborazione nel settore della difesa con quel paese? Mi pongo tale domanda perché inquadro il Sud Africa nella realtà regionale attuale e nella situazione politica interna di quel paese. La natura della mia domanda non nasce da una posizione di contrarietà, ma da una mancanza di informazioni che, appunto, sto chiedendo. Il Sud Africa, da qualche anno a questa parte, ha il legittimo desiderio di esercitare un ruolo di egemonia nella regione (e magari anche al di fuori di quella stretta regione, ma nel continente). Esso ha le dimensioni che potrebbero consentirglielo e, dunque, non ho nulla da eccepire sul legittimo desiderio di egemonia. Tuttavia, il fatto che l'Italia voglia sottoscrivere un accordo di collaborazione con quel paese nel campo della difesa, forse significa che il nostro Governo vuol condividere e sostenere il desiderio del Sud Africa - che, ripeto, è legittimo - di esercitare una certa egemonia nell'area? Ciò significa forse che i nostri alleati (cito, in particolare, l'Alleanza atlantica) hanno deciso che il Sud Africa, in contrasto con altri paesi del continente africano, possa e debba esercitare tale ruolo anche per conto della NATO?
Colleghi, purtroppo, la situazione interna del Sud Africa non rivela una certa pace sociale. Dal punto di vista politico, la democrazia è indiscussa. Ho avuto l'occasione di essere osservatore internazionale nelle recenti elezioni politiche e posso ancor oggi ribadire e testimoniare che, per quanto riguarda l'area a me assegnata, non vi è stato alcun problema nel merito


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della democraticità e della correttezza di quelle elezioni. Parlo, evidentemente, di problemi significativi.
Dunque, il Sud Africa è certamente un paese democratico dal punto di vista politico, ma ha gravissimi problemi di ordine pubblico e non si può escludere che, a breve o a medio termine, possano avere ripercussioni anche sull'organizzazione democratica del paese. Si tratta di gravi problemi, tanto che ai pochi turisti che oggi si recano in Sud Africa (a differenza di ciò che avveniva molti anni fa) viene formalmente consigliato, dalle agenzie che organizzano i tour, di rimanere in gruppo, di non uscire dagli alberghi e di non muoversi in gruppi piccoli in città, persino durante il giorno. Addirittura, alcuni alberghi delle grandi città sono stati costretti a chiudere per mancanza di turisti in quanto, soprattutto nelle zone centrali, si sono verificati più volte attacchi all'ordine pubblico e alla sicurezza privata dei cittadini stranieri, tali da sconsigliare una loro permanenza. Si verificano episodi del genere anche nei confronti degli abitanti del luogo. Ritengo che oggi il Sud Africa competa con alcune zone della Colombia in termini di omicidi e di rapine a mano armata.
So che in alcune zone del Sud Africa - credo che nessuno possa smentirlo - esistono organizzazioni delinquenziali armate che non si sa come riescano a procurarsi le armi. Se oggi ci fossimo trovati di fronte ad un accordo di collaborazione con quel paese nell'organizzazione delle forze di polizia, ne avrei compreso le valenze e le motivazioni. Invece, ci troviamo di fronte alla proposta di ratifica di un accordo nel settore della difesa.
Visto che la situazione dell'ordine interno è delicata e che esistono numerose bande armate più o meno organizzate, le quali impazzano soprattutto ai confini ed hanno un controllo totale del territorio, mi chiedo per quale motivo si proponga un accordo di collaborazione nel campo della difesa. Che garanzia abbiamo che la collaborazione che noi forniremo rimarrà nell'ambito dell'esercito ufficialmente costituito nel Sud Africa e non sconfinerà, invece, verso organizzazioni meno ufficiali, presenti nello stesso paese?

PRESIDENTE. La domanda è stata posta, ora...

DARIO RIVOLTA. Scusi, Presidente, sono due le domande che ho posto: una di carattere geostrategico e l'altra riguardante la garanzia che si tratti di un accordo che rimarrà davvero nei limiti della collaborazione tra due Stati e non finisca diversamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Possa. Ne ha facoltà.

GUIDO POSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, svolgerò un breve intervento riguardante le spese che questo accordo in materia militare tra Italia e Sud Africa comporterà.
All'articolo 3 le spese sono state quantificate in 252 milioni per anni alterni, che corrispondono alle spese relative ad un comitato e ad una commissione che si riuniscono una volta in Italia e una volta in Sud Africa. Ciò spiega il perché dello stanziamento ad anni alterni, in quanto quando tali organismi si riuniscono in Italia le spese di accoglienza della delegazione sudafricana vengono poste a carico degli ordinari stanziamenti del Ministero, mentre quando si riuniscono in Sud Africa devono essere pagate le spese di viaggio per la nostra delegazione.
Queste spese, quindi, sono state quantificate e coperte correttamente, ma non altrettanto correttamente vengono finanziati gli obiettivi e le attività previsti dall'articolo 1 dell'accordo, che ricordo brevemente: «la determinazione e la definizione di programmi in cooperazione per il trasferimento di equipaggiamenti connessi con la Difesa e di equipaggiamenti d'addestramento e di assistenza tecnica» - notare che si parla di trasferimento -; «la promozione della cooperazione tecnica nel campo della ricerca e dello sviluppo e delle tecnologie di componenti;


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l'approvvigionamento reciproco di equipaggiamenti per la Difesa direttamente dalle ditte e industrie produttrici delle parti; la promozione della cooperazione industriale fra le società ed Enti governativi dei due Paesi, riguardo agli equipaggiamenti della Difesa ed altri equipaggiamenti ad essa connessi; l'offerta di tecnologie di verifica di qualità, ivi inclusi standard, specifiche e documentazioni pertinenti da parte dei Ministeri della Difesa delle due Parti» l'insieme di queste attività. Non è cosa da poco!
Inoltre, all'articolo 2, comma 2, dello stesso accordo, sono previsti: «incontri di delegazioni in rappresentanza di unità militari e istituti d'addestramento militare; visite ufficiali di navi da guerra, scambio di visite di aerei militari e unità dell'esercito; sviluppo di collegamenti sportivi e pubblicitari tra le Forze armate di entrambi i Paesi». In effetti, lo sviluppo di questi collegamenti che si estende anche al campo sportivo e pubblicitario è ripreso nell'articolo 6 dell'accordo, il quale stabilisce, alla lettera d), che «il principio generale della reciprocità» - nel sostenere le spese - «non sarà valido nel caso di vasti gruppi, come ad esempio orchestre, gruppi artistici o squadre sportive. In questi casi la procedura finanziaria sarà stabilita» - grazie a Dio! - «di reciproco accordo fra le Parti».
Insomma, mi sembra che qui si pretenda di sostenere che con 252 milioni ad anni alterni si possa finanziare un accordo di notevole complessità, che comprende addirittura trasferimenti di equipaggiamenti e trasferimenti tecnologici. Non penso che questo insieme di attività possa venire coperto con i 252 milioni ad anni alterni previsti nell'articolo 3, quindi chiedo un chiarimento al Governo sulla discrepanza che a mio avviso esiste tra le effettive spese che matureranno a seguito di questo accordo e gli stanziamenti previsti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi limiterò a poche battute, riallacciandomi a quanto hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto.
Ritenevo che in sede di Commissione esteri si fosse svolto un approfondimento della materia, invece devo rendermi conto che non è così.
Stiamo esaminando il disegno di legge di ratifica dell'accordo per la cooperazione nel campo della difesa e degli equipaggiamenti della difesa e non conosciamo la strategia politica del nostro paese in quell'area. Credo sia necessario conoscere tale politica al fine di evitare che queste ratifiche diventino meri atti burocratici.
La richiesta è stata rivolta al sottosegretario per la difesa, ma io ritengo che vada invece rivolta al Ministero degli affari esteri. Credo infatti che questa debba essere l'occasione per capire i motivi che sono alla base di quest'accordo con il Sudafrica e quale tipo di interessi e soprattutto quale disegno politico perseguiamo in quell'area. Vorremmo sapere inoltre cosa abbia significato, in passato, il nostro impegno nella missione dell'ONU in Mozambico, vicino al Sudafrica.
Possiamo anche approvare questo disegno di legge di ratifica, ma devo rilevare che, come è già accaduto in passato, mancano informazioni esaurienti da parte del Governo nel settore della politica estera. Se i colleghi intendono approvare questo disegno di legge a scatola chiusa, lo facciano pure, ma noi non conosciamo i protocolli né le intese che ne sono alla base, non sappiamo in cosa consista effettivamente questo scambio di equipaggiamenti e di tecnologie e se in Sudafrica vi sia un nostro interesse particolare; mi chiedo inoltre se in tutto ciò abbiamo coinvolto l'Europa. Si tratta quindi di interrogativi legittimi che ci poniamo in merito alla ratifica di tale accordo.
Mi auguro che non si passi subito alla votazione e che un rappresentante del Ministero degli affari esteri chiarisca i nostri dubbi e le nostre perplessità. È vero che una discussione più approfondita si svolge nella Commissione di merito, ma


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ritengo sia giusto che, quando vengono esaminati dall'Assemblea, questi provvedimenti vengano discussi sulla base delle informazioni fornite dal Governo riguardo alla strategia seguita in politica estera.
Attendo fiducioso come in passato, perché come vede, signor Presidente, la fiducia e la speranza non vengono mai meno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morselli. Ne ha facoltà.

STEFANO MORSELLI. Ritengo di dover chiedere alla Presidenza e al Governo di non passare alla votazione di questo disegno di legge di ratifica, anche perché il relatore del provvedimento è oggi assente. Egli infatti avrebbe dovuto essere coinvolto in una discussione che ha registrato l'impegno di molti colleghi che hanno svolto osservazioni sicuramente importanti.
Sarebbe forse il caso di capire meglio cosa prevede quest'accordo. Infatti, delle due l'una: se si tratta dell'approvvigionamento reciproco di equipaggiamenti o di scambio di tecnologie e di verifica della qualità, ritengo che 252 milioni di lire rappresentino una cifra ridicola; se invece si tratta solo di scambi di visite a livello di ministri della difesa, di capi di stato maggiore delle Forze armate o di qualche decina di funzionari, ritengo che i 252 milioni di lire siano indubbiamente una somma importante e probabilmente eccessiva.
Pertanto, mi sembra giusto richiedere l'intervento del relatore al fine di fugare tutti i dubbi e per farci capire che probabilmente non si tratta di problemi geopolitici e che il problema dell'influenza in un'area così delicata per l'equilibrio mondiale non è in discussione con questa ratifica. Sarebbe quindi importante la presenza del relatore, perché, insieme al Governo, potrebbe fornirci un chiarimento importante.
Pertanto, signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, chiedo di sospendere l'esame di questo disegno di legge di ratifica per consentire di svolgere gli approfondimenti necessari al fine di esprimere un voto in piena coscienza e con cognizione di causa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.

FABIO CALZAVARA. In Commissione esteri, su questo provvedimento non si è svolta una grande discussione e questo non perché i commissari lo abbiano valutato non importante, ma perché esso riguarda una convenzione, un trattato, per così dire standard, dato che i rapporti tra il nostro paese ed il Sudafrica sono tradizionalmente buoni.
Più volte abbiamo chiesto al Governo di avere chiarimenti su questo tipo di convenzioni, ma sistematicamente le nostre richieste sono state disattese per i più disparati motivi.
Le critiche sollevate dai colleghi che mi hanno preceduto sono giustificate da questo tipo di convenzioni che pur essendo standard e non ponendo grossi problemi, ripropongo la questione di fondo relativa alla posizione politica del Governo e al parere espresso dalla Commissione esteri. Colgo l'occasione per dire che non c'è stata data la possibilità di conoscere l'autorevole parere della Commissione difesa, visto che questo argomento rientra anche nella competenza di tale Commissione.
In quest'aula è stato detto che la situazione generale del Sudafrica non è ottima. Il che è vero; pensiamo comunque che la Repubblica del Sudafrica riuscirà a risolvere i propri problemi interni. Dovremmo tuttavia rivedere i rapporti e le convenzioni di questo tipo che abbiamo con paesi dove esistono notevoli problemi per il rispetto dei diritti umani e la stabilità di alcune aree, il controllo della malavita organizzata.
Penso che a volte procediamo alla ratifica di questi accordi con troppa leggerezza. Prendiamo ad esempio il caso della Turchia, un paese che continua ad ignorare i veti delle Nazioni Unite e gli


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ordini del giorno approvati da tutti i paesi europei, ma che soprattutto continua ad ignorare l'ordine del giorno approvato da quest'aula sui diritti umani e sulla situazione del Kurdistan. Non capiamo per quale motivo, ad esempio, la Turchia continui ad avere un certo atteggiamento nei confronti di Cipro, anche se alcune sue motivazioni sono meritevoli di attenzione. Ebbene, con la Repubblica turca abbiamo delle convenzioni nonostante questo paese continui a violare lo spazio aereo sulla no-fly zone per bombardare e compiere così veri e propri atti di guerra sul nord dell'Iraq. Non parliamo poi della tortura praticata in quel paese e denunciata da Amnesty International e da molti altri organismi internazionali!
Ma questi tipi di trattati e di convenzioni riguardano anche altri paesi come, ad esempio, il regno del Marocco (auspico che esso diventi una Repubblica perché ne avrebbe bisogno).
Si è già discusso ampiamente dell'accordo di cooperazione con il Regno del Marocco che continua a mantenere una posizione contraria rispetto a quanto già deciso da risoluzioni delle Nazioni unite sulla questione sul referendum per l'autodeterminazione del popolo saharawi. Sappiamo benissimo che vi sono anche motivazioni tecniche, ma il diritto di autodeterminazione del popolo saharawi è stato riconosciuto da tutti gli organismi democratici ed anche dal Parlamento italiano. Credo che tale posizione pesi sulla discussione di questo accordo; si è parlato in quest'aula della mancanza di controllo sulla criminalità organizzata in sud Africa, ma anche in Italia vi sono zone assolutamente sottratte al controllo dello Stato e sottoposte a quello della criminalità organizzata.
Dobbiamo, pertanto, usare un po' di buon senso; chiedo che il Governo risponda alle esigenze emerse in quest'aula.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Calzavara. Non mi sembra che il Governo intenda rispondere alle sue richieste.
Nessun altro chiedendo di parlare e non essendo stati presentati emendamenti, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 348
Votanti 311
Astenuti 37
Maggioranza 156
Hanno votato 310
Hanno votato no 1.
(La Camera approva -
Vedi votazioni).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 , nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6692 sezione 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 344
Votanti 288
Astenuti 56
Maggioranza 145
Hanno votato 287
Hanno votato no 1.
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 , nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6692 sezione 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).


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Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 345
Votanti 278
Astenuti 67
Maggioranza 140
Hanno votato 278.
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 , nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6692 sezione 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 347
Votanti 284
Astenuti 63
Maggioranza 143
Hanno votato 284.
(La Camera approva - Vedi votazioni).

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