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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Croazia in materia di servizi aerei, con allegato, fatto a Roma l'8 luglio 1998, che la III Commissione (Esteri) ha approvato ai sensi dell'articolo 79, comma 15, del regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia è favorevole a questo accordo e vuole sottolineare il positivo sviluppo della democrazia croata che si è registrato negli ultimi mesi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.
FABIO CALZAVARA. Signor Presidente, il disegno di legge in esame riguarda la ratifica di un accordo tra l'Italia e la Repubblica di Croazia, un paese molto vicino a noi, soprattutto al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia, regioni che hanno storici rapporti con tale Repubblica.
cruciale: visto che il Kosovo è albanese per cultura, tradizioni e collegamenti, visto che l'Albania è il paese capofila delle operazioni, tutto dipenderà moltissimo dall'Albania stessa, dal rapporto e dal peso politico che l'Italia avrà su tale paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, intervengo soltanto per precisare che i deputati del gruppo di Alleanza nazionale voteranno a favore del disegno di legge di ratifica che ha come oggetto, sostanzialmente, lo sviluppo del trasporto aereo, nell'ottica di un accordo tra l'Italia e la Repubblica di Croazia: non si sta parlando della Federazione jugoslava, del Kosovo o delle cose alle quali ha accennato il collega Calzavara, ma di altro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 , nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6401 sezione 2).
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 , nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6401 sezione 3).
Dichiaro chiusa la votazione.
Ricordo che nella seduta del 6 dicembre si è svolta la discussione generale con gli interventi del relatore e del rappresentante del Governo.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 , nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6401 sezione 1).
Nessuno chiedendo di parlare e non essendo stati presentati emendamenti, passiamo alla votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.
Guardiamo con attenzione e con simpatia alla nuova organizzazione interna della Croazia, ma vorremmo chiedere al Governo - se qualche suo rappresentante è in grado di risponderci - di informare l'Assemblea sulla situazione delle minoranze italiane in Croazia. Nel passato non troppo lontano vi sono stati alcuni problemi di relazione tra le minoranze italiane e le autorità croate.
Credo che sarebbe un'opera buona se - in sede di esame di questo disegno di legge di ratifica, sul cui contenuto siamo totalmente d'accordo - il Governo cogliesse l'occasione per informare tutti i parlamentari sullo stato dell'arte.
Accogliamo con favore l'elezione del nuovo Presidente Kostunica, ricevuto proprio ieri alla Camera, dove ha ribadito, qualora fosse stato necessario, che il problema centrale per la Federazione jugoslava resta e resterà sempre non solo il rapporto con la Repubblica del Montenegro, ma soprattutto il Kosovo, che continua ad essere instabile e a registrare problemi di terrorismo e di lotta armata; il Kosovo continua ad essere destabilizzante non solo per la stessa Croazia, ma per l'intera area balcanica, in quanto continuano le infiltrazioni e le attività terroristiche da parte di elementi «fuori controllo», anche se sappiamo che essi da qualcuno sono controllati molto bene, soprattutto nella valle del Preshevo, che è in territorio croato e che, pertanto, nulla dovrebbe avere a che fare con il Kosovo propriamente detto.
Naturalmente, i deputati del gruppo della Lega nord Padania voteranno a favore di questo disegno di legge di ratifica, ma vorremmo cogliere l'occasione per chiedere al Governo quale politica intenda adottare per risolvere questo nodo
Ciò non è ben chiaro; al di là del sostegno assistenziale che abbiamo sempre criticato, nessun esponente del Governo ci ha chiarito in Commissione affari esteri se l'Italia intenda appoggiare un Kosovo confederato, indipendente o solamente regione autonoma facente parte della Federazione jugoslava.
Crediamo che tale risposta sia importante e possa condizionare l'appoggio o meno del nostro gruppo e di altre forze politiche su questa importante questione.
Nel merito, sottoscrivo le affermazioni fatte dall'onorevole Rivolta a nome dei deputati del gruppo di Forza Italia: si tratta delle stesse posizioni proprie dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale.
Desidero aggiungere alcune considerazioni a proposito dello storico contenzioso che di fatto esiste ancora con la Croazia in relazione a ciò che è stato ereditato dalla vecchia Federazione jugoslava: mi riferisco alla vecchia questione dei cosiddetti beni abbandonati. In proposito, è opportuno rilevare che un mese e mezzo fa si è diffusa la notizia che il Governo croato intendeva porre in vendita i beni ex nazionalizzati dalla Federazione jugoslava, in realtà beni degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
Faccio presente che per la Croazia il problema che attiene ai beni degli esuli va a configurarsi come l'aspetto più rilevante del nostro rapporto con quello Stato e, in generale, con le Repubbliche sorte dalla ex Jugoslavia. Va tenuto presente, infatti, che sostanzialmente il 90 per cento dei territori - che appartenevano allo Stato italiano - e dei beni - che appartenevano a cittadini italiani - sono collocati in Croazia. Stiamo infatti parlando di un'ampia zona, ovvero della ex zona B, che fu ceduta con il Trattato di Osimo, di tutta la parte rivierasca interna dell'Istria, che va da Rovigno, fino a Pola e a Pisino e, poi, alla città di Fiume e alla vecchia città di Zara. Sono decine di migliaia le proprietà espropriate agli italiani!
Come facevo presente, un mese fa si è diffusa la notizia - e si è diffusa ampiamente anche oltre i confini della Repubblica di Croazia - che sarebbero stati messi in vendita tutti quei beni e quei terreni agricoli. Quindi, gli ex titolari di questi beni, i cittadini italiani esuli riparati in Italia, hanno iniziato - proprio in queste settimane - a indirizzare alle autorità croate memorie o «diffide» - lo dico tra virgolette - a non vendere, ritenendo che quei beni debbano essere restituiti loro. Questa dovrebbe essere, a mio modo di vedere, la posizione che anche il Governo italiano dovrebbe sostenere tanto nei confronti della Slovenia (noi oggi abbiamo presente il lodo Solana per il suo ingresso nell'Unione europea), quanto nei confronti della Croazia, che presenta una situazione differente. In quest'ultimo paese nulla si dice sui beni appartenuti a cittadini italiani o, meglio, il Governo croato sostiene di non proseguire in linea di continuità con il quale sosteneva il precedente regime di Tudjman: che erano beni loro, sic et simpliciter. Ma è evidente che da parte italiana - posto che in quantità e in qualità, la questione dei beni riguarda soprattutto quelli presenti nell'Istria, nel Quarnaro, a Fiume e a Zara, che appartenevano a cittadini italiani - la questione deve essere posta con estrema ponderatezza, ma anche con la fermezza e il rigore necessari.
Sotto questo profilo, quindi, nel ribadire il nostro voto favorevole sull'accordo in esame, che va in una direzione totalmente europea (vale a dire, lo scambio e il modo più fruttuoso di procedere e di circolare per ciò che riguarda persone, beni e mezzi), facciamo ancora una volta presente al Governo italiano che nei confronti della Croazia ora va stabilito un principio di attenzione verso tale questione, che non è ancora chiusa. Ed è questa la posizione che sollecitiamo il Governo italiano ad assumere, pur preannunciando un voto favorevole sulla ratifica di questo accordo (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 321
Maggioranza 161
Hanno votato sì 318
Hanno votato no 3
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Nessuno chiedendo di parlare e non essendo stati presentati emendamenti, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 341
Votanti 340
Astenuti 1
Maggioranza 171
Hanno votato sì 338
Hanno votato no 2
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Nessuno chiedendo di parlare e non essendo stati presentati emendamenti, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 332
Maggioranza 167
Hanno votato sì 331
Hanno votato no 1
(La Camera approva - Vedi votazioni).