Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 818 dell'1/12/2000
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In morte dell'avvocato Gianfranco Ciaurro.

PRESIDENTE (Si leva in piedi e con lui i deputati e i membri del Governo). Onorevoli colleghi, Gianfranco Ciaurro ci ha lasciati: è stato Segretario generale della Camera, dopo aver percorso tutti i livelli di competenza e professionalità di quella che, più che una carriera, è una scelta di vita. Egli ci è stato vicino in ogni momento con la sua azione: lo ricordo seduto qui accanto a svolgere il suo lavoro di estensore del processo verbale e anche dopo, sempre con la sua competenza, la sua preparazione, la sua serietà, la sua professionalità.
È una persona (dico «è» perché è presente nel nostro cuore) di spicco sul piano della cultura giuridica, in senso generale e specificamente costituzionale e parlamentare: noi lo chiamavamo Ciaurro, anche se a persone come lui solitamente ci si rivolge con l'appellativo di avvocato, o professore, e i più amici, tra i quali mi vanto di essere, lo chiamavano Gianfranco. Era straordinario per il suo sorriso, per il suo modo di atteggiarsi semplificatorio: non aveva mai il tono professorale, aveva un tono affabile come si addice alle persone che, avendo una profonda cultura, sanno come sia giusto che essa porti più all'umiltà che alla vanteria.
Ciaurro è un uomo che ci ha lasciato determinando in noi un profondo dispiacere: per lui posso usare in quest'aula l'aggettivo «liberale», come termine non partitico ma qualificativo di un modo di pensare e di rispettare gli altri, nonché di un sentimento mai conflittuale, semmai dialogico, dialettico.
Lo ricordo come un servitore dello Stato, però senza livrea, che sapeva cosa è lo Stato e qual è il dovere di chi è al suo servizio. È morto come consigliere di Stato, lo scorso 28 novembre. Dopo la seduta cui ha partecipato, è andato a casa e ha scritto un articolo per Il Giornale dell'Umbria, che è stato pubblicato in questi giorni, dopo la sua morte.
La Camera, i parlamentari che l'hanno conosciuto, i suoi colleghi, ai quali era molto legato, insieme alla sua famiglia, la signora Donatella, i figli Paola e Luigi, funzionario del Senato, lo ricorderanno come una persona cara, affettuosa, per la quale sentiamo di dover dire queste parole


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che non sono di circostanza. A nome di tutti i deputati, di tutti i funzionari e i dipendenti della Camera che lavorano qui con noi, trasmetto alla famiglia i sensi del nostro più profondo cordoglio.

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