Allegato B
Seduta n. 818 del 1/12/2000


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
con decreto dirigenziale in data 10 dicembre 1999, il ministero della giustizia bandì concorso a 200 posti di notaio, al quale chiesero di partecipare 6.000 aspiranti circa;
tutti i concorrenti furono invitati a sottoporsi a prova preselettiva a mezzo «quiz», che fu superata, per mancanza di qualsivoglia errore o imperfezione negli elaborati consegnati, soltanto da 1.571 concorrenti;
taluni degli esclusi, contestando la idoneità della prova per «quiz» - peraltro espressamente indicata, nel bando di concorso, quale prova preliminare di ammissione - a valutare il grado di conoscenze tecnico giuridiche degli aspiranti, impugnarono le esclusioni dichiarate, innanzi al Tar Lazio, il quale, con pronunzie frettolose ed avventate, sospese l'efficacia dei provvedimenti impugnati;
l'incertezza sul numero dei partecipanti al concorso, provocata dalle pronunzie di sospensione, tanto inattese quanto infondate, consigliarono il rinvio delle prove già fissate per i giorni 27, 28 e 29 settembre 2000;
contro le pronunzie del Tar Lazio, il Ministro della giustizia ha proposto appello al Consiglio di Stato, il quale, con successive, ripetute e conformi pronunzie - le ultime delle quali sono state addirittura date e comunicate a concorso formalmente iniziato - annullò le infondate sospensioni, confermando le esclusioni dichiarate;
gli insoddisfatti aspiranti esclusi, nella impossibilità di esperire ulteriori dilatorie manovre volte ad impedire l'espletamento delle prove concorsuali, ad avviso dell'interrogante, con teppistica azione hanno invaso i locali prescelti per l'effettuazione degli scritti, impedendone così lo svolgimento ed ostacolando persino l'accesso alle aule dei concorrenti ammessi;
la, ad avviso dell'interrogante, teppistica intrusione, ancorché agevolmente prevedibile per l'ostinata, insensata ed ostentata ostilità degli esclusi ricorrenti, non fu prevenuta dall'autorità regolatrice delle prove concorsuali - incautamente determinatasi alla fissazione delle prove già rinviate una volta, prima ancora che si avesse giudiziale notizia delle decisioni del Consiglio di Stato - e, quel che è più, non fu energicamente impedita, rimanendo in tal modo favorita l'interruzione di un pubblico servizio, e, di conseguenza, ad avviso dell'interrogante, la commissione di un non lieve delitto;
il fatto, significativamente stigmatizzato e segnalato, per la sua gravità, da tutti gli organi di informazione, ha provocato sconcerto nella pubblica opinione, oltre che irrimediabili pregiudizi a carico degli incolpevoli legittimi concorrenti, esposti, com'è agevolmente comprensibile, allo stressante disagio di ripetuti rinvii delle prove di concorso, a rilevanti oneri economici di assai improba ripetibilità, e, ciò che è più, a contraccolpi di ordine psicologico che potrebbero addirittura compromettere il rendimento culturale degli aspiranti nelle future prove;
uno Stato di diritto non può, in danno del serio impegno di molti, premiare avventurismi pseudo-culturali, incompetenze accertate e dichiarate e comportamenti violenti di pochi, che finiscono per impoverire ulteriormente la credibilità dell'Amministrazione statale, dimostratasi incapace di assicurare tutela e garanzia al regolare svolgimento delle procedure concorsuali -:
quali provvedimenti il Governo intenda adottare per ridare fiducia agli sconcertati concorrenti - logorati da estenuanti e lunghi impegni di studi - e serenità


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nell'espletamento delle future prove, individuando con rigore eventuali responsabilità di qualsivoglia natura, che hanno in qualche modo favorito la paralisi della procedura di che trattasi.
(2-02759)«Borrometi, Boccia».

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
dati di fonte istituzionale riportano il crollo delle denunce di usura che, dopo un'impennata nel corso del 1994, sono crollate a livelli minimi, pur a fronte di un rilevantissimo aumento dell'allarme sociale, di cui varie associazioni categoriali del commercio, dell'artigianato e delle piccole e medie imprese industriali si sono fatte portavoce;
risulta all'interpellante che, durante il Governo Berlusconi, l'allora Ministro dell'interno onorevole Roberto Maroni - attraverso opportune direttive interne - ebbe a sensibilizzare molto efficacemente sia i questori, sia i funzionari dirigenti di tutte le questure italiane all'azione di indagine e di contrasto del grave e preoccupante fenomeno dell'usura;
tale incisiva direttiva non mancò di spiegare i suoi effetti positivi: ben 4.000 denunce nel solo 1994 -:
se corrisponda al vero il fatto che questa iniziativa venne rapidamente ritirata dal Governo successivo e che da allora, non casualmente, il numero delle denunce per usura sia progressivamente e vistosamente calato;
quale sia la valutazione del Governo in ordine alla necessità di riprendere con più adeguata determinazione da parte degli organi di polizia la lotta contro il diffondersi a macchia d'olio delle pratiche usurarie anche e specialmente nel settore bancario;
se, il Ministro della giustizia sia al corrente del fatto che i cessionari dei crediti bancari usurari - cioè le società che gestiscono icrediti ceduti dalle banche ed in particolar modo la «Intesa gestione crediti spa» che fa capo al «Gruppo Intesa» - da circa due mesi hanno sventagliato su tutto il territorio nazionale una raffica di istanze di fallimento nei confronti delle imprese, basandosi solo sul credito usurario ceduto, senza decreti ingiuntivi e senza titoli esecutivi, creando in tal modo panico fra gli imprenditori che si sono visti colpiti da un'azione prefallimentare, senza essere messi in mora e ciò in violazione anche dei principi di correttezza di cui all'articolo 1175 del codice civile.
(2-02760)«Borghezio».

Interrogazione a risposta in Commissione:

MUZIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il dottor Vincenzo Grasso, ex dirigente del ministero del lavoro in servizio presso la direzione provinciale del lavoro di Alessandria è stato condannato in primo grado e in appello per il reato di concussione per fatti accaduti nel 1987;
lo stesso è stato destituito del servizio a seguito di procedimento disciplinare, ma che tale provvedimento è stato annullato dalla magistratura amministrativa per vizi formali legati all'inosservanza del termine del procedimento disciplinare, e il dottor Grasso risulta assegnato presso il ruolo unico della Presidenza del Consiglio dei ministri in quanto, per ovvie ragioni, non è stato riassunto in servizio dal ministero del lavoro;
su richiesta del dirigente dell'ufficio del ruolo unico della Presidenza del Consiglio, il ministero del lavoro è stato incaricato di assicurare al dottor Grasso esclusivamente una «sede di servizio», per svolgere funzioni e attività per conto della Presidenza del Consiglio;


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è stato verificato che nella «sede di servizio» individuata dal ministero del lavoro nella direzione provinciale del lavoro di Alessandria, il dottor Grasso non svolge alcun tipo di funzione istituzionale né per conto del ministero del lavoro, né per conto della Presidenza del Consiglio dei ministri da cui dipende -:
quali provvedimenti si intendano assumere per evitare una situazione di comprensibile disagio del personale della direzione provinciale del lavoro di Alessandria, in quarto, anche se come mera presenza fisica, nei confronti dell'opinione pubblica, un dirigente condannato con sentenza passata in giudicato risulta prestare servizio presso lo stesso ufficio dal quale era stato destituito;
se la corresponsione della retribuzione ad un dirigente dello Stato che non risulta destinatario di alcuna funzione da parte dell'amministrazione di appartenenza e cioè della Presidenza del Consiglio, non integri gli estremi di un comportamento rilevante almeno sotto il profilo della responsabilità contabile di competenza della Corte del Conti.
(5-08554)

Interrogazioni a risposta scritta:

FRATTINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il comune di Brenzone, sito in provincia di Verona, ha acquistato nel 1962 dal demanio statale l'isola Trimelone;
tuttora sull'isola, e nelle acque del lago che circondano, vi sono molti ordigni bellici pericolosi che mai sono stati disinnescati;
malgrado le promesse, gli impegni e gli annunci, il Governo non ha attuato l'indispensabile bonifica -:
quando il Governo intenda procedere alla bonifica dell'isola Trimelone e delle acque del lago di Garda che la circondano.
(4-32840)

NOVELLI. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 29 novembre 2000, sul quotidiano La Stampa è stata pubblicata una intera pagina sul libro di Aldo Cazzullo «Dalla Resistenza al Golpe bianco. Testamento di un anti-comunista» libro di colloqui tra l'autore ed Edgardo Sogno (scomparso il 5 agosto scorso, al quale il governo ha riservato i funerali di Stato);
come viene dichiarato esplicitamente dall'autore il capitolo dedicato al Golpe Bianco fu messo per iscritto dallo stesso Sogno, quindi non può essere considerato frutto di forzature o di interpretazioni enfatizzate dell'autore;
in questo libro-confessione il Sogno ammette chiaramente, senza possibilità di equivoci, di avere personalmente ideato e preparato nel 1974 con il concorso di altre persone, un colpo di Stato per rovesciare il governo e sovvertire le istituzioni democratiche del nostro Paese;
nel libro sono elencati tutti i nomi (indicati dal Sogno) di politici, militari e magistrati che nell'estate '74 erano pronti al putsch;
premesso che l'Ambasciata USA a Roma era stata informata del progetto eversivo del Sogno, e che «assicurava l'appoggio a qualsiasi iniziativa tendente a tenere lontani o ad allontanare i comunisti dal governo»;
il Sogno fu indagato dalla Magistratura ed incriminato per tentativo di Golpe di Stato, ma assolto in sede di Tribunale poiché, (come si vanta l'ex ambasciatore golpista) il giudice inquirente «non riuscì a provare giudiziariamente» la loro criminale organizzazione -:
quali iniziative il Governo intenda assumere in sede giudiziaria nei confronti dei generali e ufficiali felloni che parteciparono alla organizzazione del tentativo di colpo di Stato nel nostro Paese; ma sopratutto se i ministeri interessati non intendono


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avviare una urgente inchiesta per accertare se si trovano ancora oggi in servizio persone coinvolte nell'organizzazione criminale della cui esistenza non possono più sussistere dubbi dopo la clamorosa «confessione» del massimo responsabile.
(4-32844)