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delle fondamentali esigenze rappresentate a fondamento della unificazione dei ministeri) -:
dell'intenzione del Ministro delle finanze di procedere alla nomina di quattro nuovi dirigenti di prima fascia estranei non solo all'amministrazione finanziaria, ma ad ogni altra amministrazione pubblica;
quella segnalata costituisce una costante linea di continuità con gli aspetti più controversi della gestione degli ultimi anni del Ministro delle finanze, caratterizzata dal reiterato ricorso a personaggi esterni sia per il conferimento di incarichi dirigenziali (ben sei sono infatti i dirigenti già nominati negli ultimi mesi dall'allora ministro Visco, cui si andrebbero ad aggiungere i quattro impredicati di nuova nomina), sia per il conferimento di altri incarichi all'interno dell'amministrazione finanziaria (ne costituisce un esempio ingombrante la totale occupazione del SECIT, evidentemente finalizzata a sterilizzare il potenziale di uno strumento rivelatosi essenziale per la lotta alla grande evasione in Italia, anche quando annidata nei centri più paludati del potere);
l'episodio ora segnalato costituisce una ulteriore attestazione della completa mancanza di fiducia nelle potenzialità interne all'amministrazione finanziaria anche da parte dell'attuale ministro, Del Turco, anche sotto questo profilo in pieno controllo tutorio da parte del suo predecessore: è noto, infatti, che i quattro nuovi incarichi dirigenziali che si appresterebbe a conferire sono destinati a personaggi distintisi soprattutto per la totale dedizione all'attuale Ministro del tesoro;
le previste nuove nomine avverrebbero allo spirare della vita di questo governo e della legislatura, e quindi sembrano destinate a ricompensare fedeli amici imponendone la presenza a chi sarà chiamato a dirigere politicamente l'amministrazione finanziaria nel nuovo esecutivo, più che a garantire nuovo impulso ad un'azione amministrativa destinata ormai a passare sotto una nuova guida (e questo per effetto del necessario ricambio conseguente alle imminenti elezioni politiche, qualunque sia lo schieramento che risulterà vincente);
risulta del tutto contrario ai più elementari doveri di correttezza e fedeltà al dettato che anima la riforma dell'amministrazione dello Stato voluta dalla stessa maggioranza di sinistra (così detta riforma Bassanini), con l'affermazione dello spoil system dei titolari di incarichi dirigenziali generali, evidentemente compromesso se si pretende che, appena prima delle elezioni politiche, il governo uscente nomini i dirigenti con i quali dovrà operare il governo subentrante;
questo comportamento può essere considerato come una provocazione per la volontà legislativa espressa dal Parlamento e per le regole più evidenti di correttezza che dovrebbero presiedere nella fase di transizione tra due legislature, e da un esecutivo, all'altro;
ulteriore elemento di non poca stranezza nella vicenda, queste nomine avvengono nel momento stesso in cui il Ministero delle finanze sta per fondersi con quello del tesoro all'interno del nuovo Ministero dell'economia, e quindi che appare sospetta tanta sollecita voglia di rimpolpare un organismo amministrativo che richiede una nuova programmazione coordinata complessivamente (perché questa è stata una
se il Ministro delle finanze intenda effettivamente procedere nel senso segnalato, o se intenda dare esempio di correttezza istituzionale, astenendosi dal ripetere gli stessi errori che hanno contraddistinto la gestione del suo predecessore ministro Visco, attraverso la sistematica occupazione di ogni posizione in grado di porre ostacoli alla futura azione del prossimo incaricato della direzione politica del ministero, in violazione delle regole poste da questa stessa maggioranza.
(5-08509)
non conosce soste la sistematica occupazione del potere da parte della maggioranza attuale (e ormai uscente), come attestato dalla volontà del Ministro delle finanze di nominare quattro dirigenti di prima fascia estranei all'amministrazione finanziaria;
considerato che questo atto risulta di particolare gravità considerato che:
a) il Governo attuale sta ormai per approdare al termine necessario del suo mandato;
b)è imminente la fine della legislatura;
c) risulta, pertanto, inevitabile l'avvicendamento nella direzione politica;
e rilevato che procedere a nuove nomine dirigenziali in questo momento pare finalizzato esclusivamente a imporre la presenza dei beneficiati al successore dell'attuale Ministro delle finanze;
il comportamento segnalato costituisce un episodio ancora più grave se si tiene conto del fatto che si tratta della nomina di personaggi estranei all'amministrazione, evidentemente beneficiati dalla vicinanza politica con l'attuale area di governo, e tra pochi mesi (o forse settimane) potrebbero trovarsi a collaborare con una nuova direzione politica del dicastero espressione di diversa area politica;
proprio per la somma di questi fattori il comportamento descritto costituisce un inaccettabile tentativo di ostacolare la possibilità del governo subentrante di delineare autonomamente (come la legge impone) il proprio assetto dirigenziale generale più confacente alle esigenze di speditezza ed efficienza amministrativa;
tale atteggiamento sembra altresì del tutto indifferente alle esigenze di finanza pubblica, ricorrendo ancora una volta a nomine esterne senza alcun tentativo neppure di verifica se esistono all'interno dell'amministrazione professionalità adeguate, in modo tale che si rende palese la strumentalizzazione di tali nomine solo in funzione della creazione di un «cordone sanitario» sulla nuova direzione politica del Ministero delle finanze;
se il Ministro delle finanze abbia intenzione di procedere ugualmente alle nomine segnalate, o se sia in grado di garantire la trasparenza dell'azione amministrativa, evitando un cosi grave tentativo di strumentalizzazione politica attraverso la illegittima occupazione di posti dirigenziali all'interno dell'amministrazione pubblica, in spregio delle più elementari esigenze di rispetto della legge mentre è in procinto di lasciare il suo incarico.
(5-08510)
la circolare n. 176 del 14 settembre 1999 dell'Inps e l'articolo 18.2 della Convenzione Italia-Lussemburgo ratificata con legge 14 agosto 1982, n. 747 non chiarisce bene come debbano comportarsi con il fisco quei lavoratori che hanno maturato una pensione all'estero -:
se un ex lavoratore in Lussemburgo, residente in Italia, titolare di una pensione lussemburghese pagata da Etablissement d'Assurance contre la Viellesse et l'Invalidité debba inserire l'importo della pensione nell'Unico 2000 o se debba invece essere tassata soltanto in Lussemburgo, paese erogatore.
(4-32661)