Allegato A
Seduta n. 813 del 17/11/2000

TESTO AGGIORNATO AL 28 NOVEMBRE 2000


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(A.C. 7328-bis - Sezione 15)

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,
premesso che:
il problema della mancata applicazione, da parte dell'Italia, del regime comunitario delle quote latte, nonostante i numerosi decreti-legge emanati nel corso della presente legislatura, continua ad essere lontano dalla sua risoluzione;
i recenti pronunciamenti di diversi tribunali amministrativi regionali e di numerosi tribunali ordinari, risultando, in più di una occasione, contrastanti tra loro, hanno contribuito ad accrescere la confusione riguardo ad una materia, già di per sé stessa, confusa ed aperta a troppe interpretazioni;
gli allevatori si trovano, da un lato, schiacciati dalle inesorabili norme comunitarie che impongono il pagamento di pesanti multe per ogni litro di latte prodotto oltre la quota e, dall'altro lato, assolutamente abbandonati a loro stessi da una legislazione nazionale di settore, la cui applicazione ha dimostrato di non garantire la certezza del diritto, e da un apparato pubblico che, dopo sedici anni, non è stato ancora capace di dare corretta applicazione al regime comunitario delle quote latte;
il cittadino-allevatore non può e non deve essere l'unico soggetto chiamato a rispondere, peraltro attraverso il pagamento di pesanti multe, delle gravi inadempienze che sono state dovute, in primo luogo, alle colpevoli negligenze degli apparati ministeriali e degli organi burocratici e sindacali che, dal 1984 in avanti, sono stati i diretti responsabili dell'applicazione del regime delle quote latte;
nelle cinque campagne di commercializzazione comprese tra il 1995-1996 ed il 1999-2000, la mancata applicazione del regime delle quote latte - di cui, giova ripeterlo, sono solo in minima parte responsabili gli allevatori che hanno prodotto in eccesso rispetto alla quota loro assegnata - ha comportato l'irrogazione di sanzioni per oltre 1.600 miliardi di lire a carico dei produttori;


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l'enormità della cifra delle multe poste a carico dei produttori ed il fatto che la responsabilità della mancata attuazione del regime delle quote latte non può essere fatta ricadere solo sui produttori hanno determinato l'insorgenza di un problema politico che investe l'intera collettività nazionale e che necessita di essere risolto politicamente, attraverso un negoziato tra lo Stato italiano e l'Unione europea;

impegna il Governo

ad aprire un negoziato con i governi degli altri Paesi membri dell'Unione europea e con la Commissione Ue, al fine di giungere ad una situazione di compromesso che consenta, sia di rivedere l'ammontare delle sanzioni addebitate ai nostri produttori, sia di porre a carico dello Stato almeno una quota delle sanzioni medesime.
9/7328/1. Dozzo, Anghinoni, Vascon, Giancarlo Giorgetti.

La Camera,
considerato che:
dalla metà degli anni novanta, nel Mezzogiorno d'Italia, il tasso di disoccupazione è salito dal 17,1 per cento stimato nel 1993 al 22 per cento stimato nel 1999 raggiungendo punte del 28 per cento in Calabria, del 24,5 per cento in Sicilia e del 23,7 per cento in Campania, mentre, negli ultimi dieci anni, gli investimenti al sud per abitante sono passati dal 63,7 per cento al 48,3 per cento rispetto a quelli realizzati al nord (il Sole 24 Ore dell'11 luglio 2000);
l'aumento della povertà è principalmente localizzato nel meridione dove vivono il 76,1 per cento delle famiglie povere ed il 79,7 per cento degli indigenti calcolati sui 7.508.000 cittadini che rientrano nelle fasce di povertà assoluta o relativa (Istat 4 luglio 1999 - Ricerca annuale sulla povertà);
il progressivo smantellamento dell'apparato produttivo e/o l'utilizzo spesso distorto dei finanziamenti pubblici e degli ammortizzatori sociali da parte di molte imprese private sono tra le cause che determinano il preoccupante calo occupazionale in atto nelle regioni meridionali;
ai fini della comprensione del fenomeno e dei relativi comportamenti aziendali diffusi nel Mezzogiorno, significativo risulta il processo di ristrutturazione e ridimensionamento industriale ed occupazionale attuato progressivamente dalla Birra Peroni industriale spa - che prosegue inalterato da oltre un decennio - e che ha già, tra l'altro, determinato sia la chiusura dello stabilimento di Taranto che di quello di Battipaglia (Salerno), ed oggi si appresta ad ulteriori e consistenti tagli occupazionali nell'unica realtà produttiva presente nella periferia nord di Napoli;
in data 9 ottobre 2000 la Birra Peroni industriale spa ha avviato l'ennesima procedura di licenziamento di 45 lavoratori addetti allo stabilimento di Napoli sito nel quartiere Miano. Licenziamenti da attuare mediante la messa in mobilità dei lavoratori già notificata alle organizzazioni sindacali ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991;
buona parte dei lavoratori interessati al provvedimento non potrà fruire di eventuali prepensionamenti non avendo maturato necessari requisiti anagrafici e contributivi;
da ben quindici anni, dal 1985, nello stabilimento di Napoli, la società ha avviato un interminabile processo di ristrutturazione con il diffuso ricorso a cassa integrazione, prepensionamenti, lavoro straordinario, flessibilità degli orari e della prestazione lavorativa e sostanziale blocco del turn over;
nel febbraio del 1997 furono già collocati in mobilità 47 addetti - tra loro tutti lavoratori invalidi e/o rientranti nelle «categorie protette» ai sensi della legge n. 482 del 1968 - ed il 50 per cento di questi lavoratori sono oggi disoccupati;
nel 1984 gli addetti allo stabilimento di Napoli erano circa 700, oggi ne sono circa 199 e, con gli attuali nuovi


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provvedimenti, si ridurranno ulteriormente ad appena 154 unità mentre la produzione, a fronte di un taglio occupazionale del 70 per cento, è raddoppiata passando dai 600.000 ettolitri/anno di birra prodotti nel 1985 a ben 1.150.000 prodotti oggi;
in conseguenza di ciò appaiono oggettivamente incongrui e contraddittori i dati rilasciati dalla società per motivare lo stato di crisi necessario ad ottenere la mobilità laddove l'azienda lamenta una presunta «eccessività di costi fissi e rigidità del lavoro che renderebbero vulnerabile l'azienda nei confronti della concorrenza italiana ed europea», «un mercato italiano sostanzialmente piatto», una «eccedenza di capacità produttiva del 15 per cento dei gruppi birrari in Europa» e, nello stesso tempo, «aumentano le importazioni delle case estere in Italia del 24,7 per cento» - nel solo 1999 sarebbero stati importati in Italia 3.841.000 ettolitri di birra - e «calano le quote di mercato della Peroni anche in presenza delle recenti annate climaticamente favorevoli»;

impegna il Governo

ad attivarsi affinché siano rigorosamente controllate le dichiarazioni di stato di crisi attivate dalle aziende al fine di accertarne la legittimità con particolare riferimento alle aziende operanti nel Mezzogiorno;
ad attivarsi affinché sia rigorosamente accertato il corretto utilizzo dei finanziamenti pubblici diretti o indiretti fruiti a qualsiasi titolo dalle imprese, nonché delle agevolazioni a deroghe legislative, anche in relazione all'effettivo mantenimento dei livelli occupazionali, con particolare riferimento alle aziende operanti nel Mezzogiorno.
9/7328/2. Malavenda, Lenti.

La Camera,
considerato che:
il problema dell'estensione del gioco del lotto è da tempo oggetto di discussione tra il ministero delle finanze, la società Lottomatica spa e la categoria dei rivenditori di generi di monopoli;
tale estensione contempla il soddisfacimento di molteplici e positivi interessi: da quelli per lo Stato che potrà beneficiare di un incremento di entrate dal settore del lotto a quello delle migliaia di tabaccai che da anni attendono la concessione per poter riequilibrare una situazione che oggi vede solo una parte delle categoria beneficiata da questa opportunità;
è da ritenersi quindi necessario esperire le formalità occorrenti alla concessione di 1500 ricevitorie nei comuni che ancora oggi ne sono sprovvisti e, contestualmente, avviare le procedure di assegnazione ai tabacchi che hanno fatto richiesta già negli anni 1998 e 1999;

impegna il Governo

affinché adotti i necessari provvedimenti tesi alla concretizzazione di quanto espresso nel presente ordine del giorno.
9/7328/3. Brunale, Susini.

La Camera,
premesso che:
nel 1982 è stata approvata nell'ambito Ferrovie dello Stato la proposta di ripristino della linea ferroviaria Civitavecchia-Capranica-Orte per un importo presunto di 250 miliardi, secondo quanto previsto dalla legge n. 17 del 1981 concernente il piano integrativo Ferrovie dello Stato. Con un primo finanziamento di 35 miliardi, e nel 1983 con decreto ministeriale n. 2336 è stato approvato un ulteriore finanziamento di 10 miliardi. Le opere dovevano essere eseguite secondo il decreto ministeriale n. 267 del 1982, mediante concessioni di prestazioni integrate consistenti nelle attività di progettazione definitiva, progettazione esecutiva, progettazione


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di dettaglio ed esecuzione delle opere tramite un unico soggetto aggiudicatario;
nel 1983 i lavori sono stati affidati dalle Ferrovie dello Stato all'associazione temporanea di imprese «Astaldi-Ferrocemento-Mambrini» che ha eseguito il progetto definitivo nel periodo 1984-1986;
con decreto ministeriale n. 3180 del 1985 è stato approvato il progetto esecutivo di un primo stralcio di lavori riguardanti le gallerie per un importo di 35 miliardi, e i lavori di ristrutturazione delle gallerie (n. 10 pari un totale di circa 3600m) hanno avuto inizio nell'aprile del 1986. Tali lavori dovevano essere ultimati nel 1990 e, durante i lavori, si sarebbero dovuti acquisire i benestare per le opere allo scoperto e gli ulteriori finanziamenti;
i lavori sono stai sospesi nel 1990 e sono stati ripresi nel 1992 con uno stanziamento (fatto nel 1991) di ulteriori 200 miliardi per le opere civili per ultimare il corpo stradale ferroviario da Civitavecchia e Capranica. I lavori sono stati nuovamente interrotti nel 1995 senza l'ultimazione delle opere civili sull'intera tratta Civitavecchia-Capranica. Risulta pertanto non eseguito il tratto ferroviario da Civitavecchia alla stazione Mole del Mignone (incrocio con la strada statale Aurelia);
dal 1996 la riapertura della linea Civitavecchia-Capranica è stata più volte enunciata nell'ambito di programmi e/o dichiarazioni fatte da rappresentanti delle competenti istituzioni in occasione di riunioni sui trasporti dell'alto Lazio i quali hanno a più riprese garantito la prosecuzione dei lavori;
nel frattempo è stata chiusa all'esercizio ferroviario anche la tratta Capranica-Orte, e la tratta è in situazione di completo abbandono tanto che i meccanismi esistenti sembra siano stati smontati ed utilizzati per effettuare manutenzioni su altre tratte ferroviarie;
la linea Civitavecchia-Capranica-Orte risulta fuori servizio e che per la totale riapertura è stato stimato un importo presunto di 120 miliardi per la trazione elettrica, mentre per il tratto Caprinica-Orte l'ammontare dei lavori con l'adeguamento tecnologico si dovrebbe aggirare sui 200 miliardi;
la linea in questione trovava una logica infrastrutturale in un discorso ampio tra i collegamenti orizzontali tra il Tirreno e l'Adriatico;
l'attivazione a trazione elettrica della tratta Civitavecchia-Capranica risulta allo stato attuale funzionale in quanto può essere l'unico collegamento orizzontale a nord di Roma tra le linee Roma-Firenze, Roma-Genova ed Orte-Ancona, proseguendo per il tracciato elettrificato Caprinica-Viterbo-Attigliano-Orte;
il progetto esecutivo del tratto Civitavecchia-Mole del Mignone è già stato eseguito ed ha ottenuto i relativi nulla osta e i lavori si possono cantierizzare in breve tempo;
il progetto esecutivo della tratta Capranica-Orte deve essere elaborato ed approfondito sulla base del progetto definitivo già redatto ed approvato dagli organi delle Ferrovie dello Stato e dagli enti terzi;
i finanziamenti stanziati e consunti dovrebbero ammontare a circa 200 miliardi comprensivi di spese generali, e che rimane di tali finanziamenti - in questo ultimo quinquennio - è un tracciato ferroviario che attraversa le aree di Vejano- Barbarano-Blera-Monti della Tolfa-Allumiere;

impegna il Governo

ad assumere le iniziative necessarie, per ripristinare l'esercizio della linea ferroviaria Civitavecchia-Capranica-Orte affinché:
a) si realizzi la riapertura con trazione elettrica della linea Civitavecchia-Capranica;
b) si realizzi l'adeguamento tecnologico della linea Caprinica-Orte.
9/7328/4. Baccini.


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La Camera,
apprezzata la volontà di dare attuazione ad un piano di dismissioni del patrimonio immobiliare della difesa eccedente le attuali necessità delle Forze Armate, in via di ridimensionamento quantitativo;
considerata l'opportunità di valutare attentamente, nelle singole realtà locali, le esigenze espresse dalla comunità civile, e non solamente il criterio del massimo guadagno;
ricordando come, in Belluno, rientri tra gli immobili da dismettere la caserma «Fantuzzi», già sede del comando della disciolta brigata alpina «Cadore»;
come, altresì, per la predetta caserma «Fantuzzi» sia stata prospettata la possibile destinazione a nuova sede per la polizia di Stato, i vigili del fuoco di Belluno e i forestali, sia in ragione della sua posizione centrale nella città, sia per la sua accessibilità;
deplorando che sia invece attualmente ipotizzata la dismissione dell'immobile in favore di soggetti che ne farebbero un centro commerciale, con contestuale concessione di un altro sito militare dislocato fuori città ai predetti polizia di Stato, vigili del fuoco e forestali;

impegna il Governo

a riconsiderare le decisioni assunte con riguardo alla destinazione finale della caserma «Fantuzzi», rinunciando a cederla a soggetti privati per affidarla, invece, a corpi ed enti di pubblica utilità operanti nella città di Belluno.
9/7328/5. Fontan, Calzavara.

La Camera,
considerato che la legge finanziaria prevede disposizioni relative al sistema pensionistico;
considerato che ai pensionati delle Ferrovie dello Stato in vigenza di contratto di lavoro triennale viene riconosciuto solo lo stipendio e quindi la pensione, maturati fino al giorno della messa in quiescenza con la grave esclusione degli aumenti retributivi dilazionati e concessi dopo la data del pensionamento;
considerato che il dipendente, cessato dal servizio con diritto alla pensione, anche se collocato a regime pensionistico prima dell'introduzione di miglioramenti economici di cui invece beneficiano i dipendenti in servizio nel periodo di vigenza dell'accordo, ha i medesimi diritti contrattuali stabiliti in momenti successivi compresi i riflessi sulla misura del trattamento pensionistico;
ritenuto che è necessario ed urgente riconoscere il diritto, a tutti i pensionati delle Ferrovie dello Stato, ad usufruire di tutti gli aumenti concessi in vigenza del contratto triennale ai dipendenti in servizio;

impegna il Governo

a riconoscere urgentemente a tutti i pensionati delle Ferrovie dello Stato che hanno cessato il servizio nel periodo compreso tra il 1981 ed il 1995 il diritto a vedere loro garantito un trattamento pensionistico comprensivo degli aumenti maturati nel corso degli anni per eliminare una discriminazione che colpisce ingiustamente tali pensionati che hanno adempiuto ai loro doveri e che ora si vedono ingiustamente penalizzati rispetto ad altri lavoratori.
9/7328/6. Tarditi.

La Camera,
considerato che in moltissime istituzioni scolastiche il personale A.t.a. in servizio è numericamente inferiore alla dotazione organica di istituto prevista dalle norme vigenti;
tenuto, altresì, conto delle positive esperienze compiute in molti comuni, che


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hanno scelto di affidare i servizi ausiliari e tecnici a terzi, in particolare a cooperative sociali;
rilevato che tale affidamento è stato proseguito da parte dei provveditorati agli studi nel momento del passaggio del personale A.t.a. dipendente dai comuni allo Stato e che i contratti stipulati scadranno prevalentemente il 20 giugno 2001;
sottolineata la necessità di garantire lo svolgimento di tali servizi senza soluzione di continuità per non arrecare disagi nelle scuole;

impegna il Governo

ad assumere tutte le iniziative necessarie a favorire il proseguimento dell'affidamento dei servizi a terzi da parte delle singole scuole e, in particolare, a provvedere a trasferire sui bilanci delle istituzioni scolastiche le somme corrispondenti all'onere derivante dei contratti, che a partire dal 1o luglio 2001 non saranno più gestiti dall'amministrazione periferica dello Stato.
9/7328/7. Acciarini, Riva.

La Camera,
in considerazione dell'eccezionale situazione alluvionale che ha colpito il nord-ovest del Paese nelle scorse settimane e degli ingenti danni conseguenti sia alle infrastrutture pubbliche che private, sia ad imprese di ogni tipo e a privati cittadini;
preso atto delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri che, nella immediatezza dei fatti, aveva assicurato un pronto e massiccio intervento del Governo per far fronte sia alle emergenze che alla necessaria sistemazione idrogeologica del territorio, e delle reiterate promesse di pronto intervento sottolineate dal Ministro dei lavori pubblici;
sottolineato che a distanza di diversi giorni dai fenomeni alluvionali alcuni centri risultano tuttora isolati - come Macugnaga - e, sempre nella provincia del Verbano Cusio Ossola altri comuni (come Bognanco, Cepomorelli e Trasquera) sono tuttora oggetti di fenomeni franosi;
oltre ai danni materiali si aggiungono vive preoccupazioni per il futuro turistico ed economico di queste zone;

impegna il Governo

ad adottare iniziative per effettuare adeguati stanziamenti sia per il ripristino delle infrastrutture distrutte che per permettere la ripresa delle attività economiche delle zone alluvionate, con particolare riguardo a chi da più lungo tempo risulta isolato;
ad intervenire affinché le provvidenze siano rese disponibili in tempi brevi e certi, con i controlli adeguati ma evitando costose ed inutile trafile burocratiche;
a provvedere per dotare di adeguate strutture gli organi di controllo del territorio che - come il magistrato del Po - risultano carenti di organici e tecnici sul territorio;
ad avviare e proseguire una politica di riqualificazione territoriale che permetta non solo la ricostruzione di argini ma anche interventi di pulizia e ripristino degli alvei da parte di tutti gli organismi competenti.
9/7328/8. Paolone, Zacchera, Pezzoli, Tarditi, Martini, Nuccio Carrara, Rosso, Taborelli, Paolone, Lavagnini, Giannattasio, Selva, Martinat, Giancarlo Giorgetti, Viale, Armosino, Galeazzi, Delmastro delle Vedove, Fino, Aleffi, Rasi, Mammola, Stradella, Losurdo, Butti, La Russa.

La Camera,
premesso che
gli incaricati di vendita a domicilio introdotti con l'articolo 36 della legge 11 giugno 1971 n. 426, e successivamente previsti dall'articolo 19 del decreto legislativo del 31 marzo 1998 n. 114, sono stati


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iscritti alla gestione del fondo speciale istituito presso l'Inps con la legge 8 agosto 1995 n. 335, articolo 2, comma 26;
l'inquadramento previdenziale di tali incaricati è stato esteso alla loro intera categoria anche quando la loro attività ha assunto carattere di assoluta e conclamata marginalità e occasionalità, e ciò contrariamente a quanto statuito dallo stesso comma 26, articolo 2, della legge 335/1995 per i lavoratori autonomi e i titolari di collaborazioni coordinate e continuative;
quanto sopra ha incontrato espliciti e ripetuti riconoscimenti al termine delle trascorse legislature (X e XI) e nel corso dell'attuale, con proposte di legge tutte aventi la necessaria copertura finanziaria ma che non hanno concluso l'iter d'approvazione;
si deve tener conto dell'urgenza di rimuovere la suddetta disparità di trattamento conferendo all'attività degli incaricati di vendita l'indispensabile equiparazione con le altre categorie del lavoro autonomo iscritte al suindicato fondo speciale dell'Inps;

impegna il Governo

ad adottare iniziative, previa verifica delle necessarie coperture finanziarie, affinché sia emanata una disposizione che consenta agli incaricati di vendita l'iscrizione al fondo speciale di cui alla legge 335/1995, solo qualora il reddito annuo derivante da tale attività sia pari o superiore all'importo nel medesimo anno dell'assegno sociale di cui all'articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995 n. 335, rendendo l'iscrizione stessa facoltativa qualora il suddetto reddito sia inferiore all'assegno sociale.
9/7328/9. Duilio, Molinari.

La Camera,
premesso che
per i marittimi che abbiano effettuato, nel corso della carriera lavorativa, almeno venti anni effettivi di navigazione, è previsto il conferimento delle medaglie d'onore per lunga navigazione;
i tempi per l'ottenimento di tali onorificenze sono lunghissimi, in alcuni casi superiori ai quindici anni;
atteso che un marinaio con almeno venti anni di navigazione dovrebbe avere all'incirca sessant'anni, risulta facile immaginare il luogo dove, dopo quindici anni d'attesa, gli verrà conferita l'onorificenza;
a dimostrazione che tale simbolo rimane l'unico vero riconoscimento dello Stato per una vita trascorsa lontano da casa e piena di sacrifici e privazioni, diverse associazioni di marittimi sarebbero disposte a finanziarne il conio;

impegna il Governo

ad adottare iniziative affinché si provveda al conio ed alla distribuzione delle medaglie in oggetto, anche in collaborazione con le associazioni di categoria.
9/7328/10. Marino, Amoruso, Bono, Lorusso, Marengo, Polizzi, Manzoni, Tatarella, Mussolini, Zaccheo.

La Camera,
premesso che
in molti enti e reparti delle Forze armate sono presenti dei musei ove vengono conservati importanti cimeli storici, artistici e culturali. I reperti ivi custoditi sono muti testimoni della storia dell'Italia. Spesso, nell'entrare in questi luoghi si ha la sensazione di rivivere, evento per evento, quelle che furono non solo le gesta dei nostri avi ma soprattutto il contributo di sacrificio offerto dal popolo italiano alla storia d'Italia. In questi luoghi operano con grande perizia ufficiali e sottufficiali in quiescenza, al fine di poter almeno preservare, riducendo significativamente i costi, i sopracitati beni storico-culturali dal logorio del tempo. Nonostante la lodevole dedizione di questo personale non sempre i fondi resi disponibili dallo Stato sono


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però sufficienti per un adeguato mantenimento dei reperti (manutenzione e conservazione) e ancor meno per un miglioramento delle infrastrutture. In tale quadro ed in considerazione che nel nostro Paese sono molti i privati cittadini, generosi ed appassionati cultori delle tradizioni, disposti a donazioni anche finanziarie al fine di mantenere e migliorare questi luoghi, si ritiene opportuno realizzare le condizioni perché tale generosità possa concretizzarsi. Purtroppo l'attuale legislazione non prevede la possibilità di accettare ed impiegare risorse finanziarie e/o servizi al di fuori delle normali assegnazioni statali;

impegna il Governo

affinché gli enti e i reparti dell'amministrazione della difesa, per il mantenimento e la conservazione di beni mobili o immobili di valore artistico, storico e culturale, possano avvalersi di risorse finanziarie e/o di servizi da privati, enti pubblici e amministrazioni statali e affinché, in caso di donazioni finanziarie, le stesse debbano essere impiegate con modalità analoghe a quelle delle somme rese disponibili dal bilancio, mentre, per eventuali forniture di servizi si debba procedere mediante stipula di apposite convenzioni;
a provvedere affinché le somme erogate dai privati ed il valore dei servizi resi agli enti ed ai reparti dell'amministrazione della difesa possano essere detratte ai fini fiscali.
9/7328/11. Lavagnini, Giannattasio.

La Camera,
considerata la positiva esperienza degli ultimi anni dell'attivazione di numerose iniziative di contrattazione negoziale tra le imprese, le istituzioni e gli enti pubblici territoriali, che hanno portato alla stipula dei ben 232 patti territoriali con un valore occupazionale atteso di oltre 200.000 posti di lavoro;
preso atto della positiva iniziativa intrapresa dal Governo che ha portato ad un rapido esame ed approvazione dei patti territoriali di cui al bando del 10 ottobre 1999 e dei patti agricoli;
condividendo ed apprezzando l'incremento delle risorse disponibili per gli interventi nelle aree depresse, previsti nella tabella D del disegno di legge finanziaria, per il triennio 2001-2003;
viste le deliberazioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica del 17 marzo 2000, n. 31, e del 22 giugno 2000, n. 69, con le quali sono state successivamente prorogati i termini per il completamento delle istruttorie in corso;
viste le numerose e significative iniziative di 37 nuovi patti territoriali presentati da diverse comunità locali, successivamente alle scadenze dell'ultimo bando, per i quali sono state successivamente prorogati i termini per il completamento delle istruttorie in corso;
viste le numerose e significative iniziative di 37 nuovi patti territoriali presentati da diverse comunità locali, successivamente alle scadenze dell'ultimo bando, per i quali il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica ha proceduto ad attivare le specifiche istruttorie che dovranno concludersi entro il 30 novembre di quest'anno;
considerato che a tutt'oggi non sono state ancora individuate le specifiche risorse destinate al finanziamento di tali ultime iniziative;
esprimendo viva preoccupazione sulle difficoltà ed i problemi che si generebbero nelle aree interessate alle più recenti iniziative ancora attualmente in itinere dalla mancata e tempestiva rispondenza delle iniziative sinora presentate;

impegna il Governo

anche nelle more della predisposizione delle nuove procedure di attuazione delle disposizioni e delle iniziative a valere sui


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fondi dell'Unione Europea per il periodo 2000-2006, a garantire prioritariamente e tempestivamente al finanziamento delle iniziative attualmente all'esame del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica.
9/7328/12. Ricci, Manzione, De Franciscis, Bastianoni, Treu, Monaco, Soro, Casilli, Sinisi, Mario Pepe, Romano Carratelli, Gasperoni, Mastroluca, Di Fonzo, Parrelli, Bonito, Mussi, Strambi, Sales, Iacobellis.

La Camera,
premesso che
i messi di conciliazione non dipendenti comunali nominati con decreto del presidente del tribunale fino alla data del 1o maggio 1995 devono essere assunti dai comuni su cui operano;

impegna il Governo

a varare idonei provvedimenti che consentano l'assunzione alle seguenti condizioni:
che i bilanci dei comuni interessati non presentino situazioni di dissesto economico e che nella propria dotazione organica vi sia la disponibilità relativamente a posti con la qualifica di messo notificatorio;
che i comuni possano procedere all'assunzione per il solo tramite di atto deliberativo nominativo da parte della giunta comunale seguendo il criterio dell' anzianità di nomina;
che l'accesso sia subordinato solo a domanda da parte del messo di conciliazione;
che per il reclutamento di detta persona oltre ai requisiti previsti dalla legge sia richiesto il requisito dell'istruzione secondaria di primo grado;
che sia consentito il passaggio automatico in pianta organica per i messi di conciliazione non dipendenti in cui il comune già corrisponde il trattamento economico pari alla qualifica funzionale parta area B1 previa convocazione dell'interessato.
9/7328/13. Aloi, Alberto Giorgetti.

La Camera,
appreso che la realizzazione del nuovo ospedale di Empoli risulta penalizzata a causa di gravi responsabilità della ditta appaltatrice e per l'area geologicamente discutibile in cui si colloca tale opera;
rilevato che servono almeno cinquanta miliardi per il completamento di tale opera e che non vi è certezza sulle capacità finanziarie in merito da parte della Regione Toscana;
considerato che nella legge finanziaria oltre al fondo regionale di riferimento, esiste un capitolo di spesa riguardante le opere sanitarie nelle aree urbane;

impegna il Governo

a considerare il proseguimento dei lavori e relativa realizzazione del nuovo ospedale di Empoli come priorità finanziaria.
9/7328/14. Migliori, Matteoli, Martini, Gnaga.

La Camera,
appreso che la strada statale n. 429, nel tratto compreso tra Empoli e Castelfiorentino (FI), non è stata inserita tra le priorità del piano triennale Anas, con evidente grave sottovalutazione dei disagi, dei danni economici e della stessa enorme pericolosità che derivano, per tutta la Valdelsa dell'attuale situazione in cui versa la strada statale n. 429;

impegna il Governo

ad individuare il tratto tra Empoli e Castelfiorentino della strada statale n. 429 come impegno prioritario d'ordine progettuale


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e finanziario nell'ambito delle risorse destinate dal bilancio dello Stato alla modernizzazione e messe in sicurezza della viabilità di interesse nazionale.
9/7328/15. Gnaga, Migliori, Matteoli, Martini.

La Camera,
considerato che
a 34 anni dall'alluvione del 4 novembre 1966, la situazione della messa in sicurezza della Toscana rispetto al fiume Arno desta ancora forte preoccupazione;
la realizzazione di una mole notevole di insediamenti urbani in Golena d'Arno ha reso ancora più pericoloso il potenziale distruttivo del fiume sul territorio e l'economia Toscana;
è già stato approvato il piano di bacino dell'Arno riguardante opere che richiedono non meno di 4000 miliardi di risorse disponibili;
al momento non sono disponibili che 27 miliardi per le progettazioni e circa 30 miliardi riguardanti opere che derivano dall'accordo di programma Stato-regioni in merito;
non vi sono specifici capitoli di spesa nella legge finanziaria riguardanti l'Arno;

impegna il Governo

a considerare prioritario, all'interno del comparto di spesa inerente le risorse per la difesa del suolo, il finanziamento delle opere riguardanti la messa in sicurezza del fiume Arno.
9/7328/16. Matteoli, Migliori, Gnaga, Martini.

La Camera,
vista la tradizionale debolezza infrastrutturale della Toscana;
viste le stesse recenti dichiarazioni del Ministro dei lavori pubblici onorevole Nerio Nesi in merito all'opportunità di realizzare una effettiva variante di valico sul tratto appenninico della Firenze-Bologna, così come l'allacciamento autostradale del corridoio tirrenico rispetto al tracciato europeo Londra-Palermo;

impegna il Governo

a considerare prioritarie tali realizzazioni infrastrutturali.
9/7328/17. Martini, Matteoli, Migliori, Gnaga.

La Camera,
considerato che la recente approvazione dell'organica riforma della leva, e la contestuale progressiva sospensione del reclutamento di giovani di leva, determinerà con progressiva evidenza la sperequazione tra i trattamenti economici dei militari volontari e quelli dei giovani di leva impiegati in analoghe mansioni;
considerate altresì le risorse stanziate dall'articolo 34, comma 8, del disegno di legge finanziaria;

impegna il Governo

a valutare la possibilità di prevedere che venga corrisposto al personale militare in servizio di leva, in aggiunta ai trattamenti in vigore e per l'intera durata del servizio effettivamente prestato, un'indennità mensile in relazione ai rischi ed ai disagi connessi all'uso delle armi ed alla condizione militare non inferiore al 50 per cento di quello percepito dai volontari in ferma annuale.
9/7328/18. (nuova formulazione) Romano Carratelli, Molinari.
(Testo così modificato nel corso delle sedute).


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La Camera,
considerato che:
gli eventi tragici delle recenti alluvioni hanno riproposto, in Calabria l'urgenza di un intervento programmato di consolidamento e difesa dei boschi;
gli interventi in questi decenni nella forestazione, al di là del giudizio sulle distorsioni più volte denunciate, hanno consentito il rimboschimento di 170.000 ettari di territorio portando il patrimonio forestale a circa 580.000 ettari, che è servito ad evitare catastrofi alluvionali che - per la natura orografica della regione - avevano in passato segnato drammaticamente la Calabria;
un combinato intreccio tra fenomeni legati agli incendi (che propongono una riflessione sul collegamento con la criminalità organizzata) e il disimpegno nel settore imposto dai vincoli della legge n. 442 del 1984, fanno tornare drammaticamente l'incubo delle alluvioni e delle frane che rischiano di decomporre definitivamente le aree interne, oltre che a devastare le fasce litoranee;
in questo contesto, miope apparirebbe una politica che non si ponesse il compito di una valorizzazione e difesa del territorio, e non sfruttasse - in una zona caratterizzata da limiti ormai insopportabili sul terreno della disoccupazione - in maniera piena ed efficace le ricchezze forestali della regione, attraverso un piano di forestazione produttivo, rimboschimento e prevenzione degli incendi - con un'idea che fuoriesca dall'emergenza la quale, peraltro, ha costi persino superiori agli investimenti sporadici - onde dare, anche per questa via, risposte positive al dramma collettivo della disoccupazione che colpisce prevalentemente i giovani;

impegna il Governo:

a rendersi promotore di una iniziativa che porti il Governo, la regione, gli enti locali - attraverso una iniziativa coordinata - ad esaminare e superare gli ostacoli che impediscono una reale inversione di tendenza sul terreno della disoccupazione la quale può avvenire anche con un raccordo con gli organismi comunitari;
ad assumere iniziative ai fini della abrogazione della legge n. 442 del 1984 di conversione del decreto n. 233 del 1984 la cui permanenza in vigore condanna all'esaurimento, in poco tempo, il lavoro nella forestazione la quale, invece, va potenziata come nuova opportunità in un progetto autocentrato di sviluppo economico ambientalmente compatibile, il solo capace di dare una seria risposta ai problemi dell'occupazione.
9/7328/19. Brunetti, Oliverio.

La Camera,
considerato che:
il consorzio del canale Milano-Cremona-Po è un ente autonomo di diritto pubblico istituito con legge 10 agosto 1941 per la realizzazione del collegamento idroviario tra Milano e il fiume Po e per la costruzione del porto di Cremona e degli scali intermedi;
il ministero vigilante fino al 31 dicembre 1999 è stato quello dei Lavori pubblici;
vista la mancata proroga della attività, scaduta il 31 dicembre 1999, con decreto del 3 giugno 2000, il consorzio è stato messo in liquidazione dal ministero del tesoro e affidato all'ispettorato generale per gli affari e per la gestione del patrimonio degli enti disciolti (Iged) della Ragioneria generale dello Stato;
con successivo atto dell'Ispettore generale è stato nominato un commissario liquidatore;

impegna il Governo

a non disperdere le risorse patrimoniali, conoscitive ed umane del consorzio;
a trasferirle, invece, alla regione Lombardia incorporando il consorzio, come proposto dalla stessa regione e dagli enti


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locali milanesi e cremonesi, nell'azienda regionale dei porti di Cremona e Mantova che persegue fini di promozione e realizzazione di opere idroviarie nell'ambito del sistema idroviario padano-veneto.
9/7328/20. Raffaldini, Trabattoni, Pezzoni, Foti.

La Camera,
premesso che:
è stata segnalata la situazione di incertezza in cui si trovano 150 soggetti già in forza all'Ente poste, successivamente trasferiti alle dipendenze degli organi della giustizia amministrativa, ma senza alcuna certezza riguardante il posto di lavoro;

impegna il Governo

ad assumere idonee iniziative, che assicurino una stabilità del rapporto di lavoro medesimo, tenendo contro:
della inaccettabilità del carattere provvisorio, che genera, in chi lo subisce, forte preoccupazione;
della indubbia professionalità che questi dipendenti hanno maturato anche presso le sedi dove sono stati successivamente impiegati;
del fatto che essa professionalità va valorizzata e non mortificata, ponendola, per esempio, anche quale ausilio ai soggetti, che saranno assunti in futuro.
9/7328/21. Porcu, Aloi.

La Camera,
premesso che:
i Ccnl dei vari settori del pubblico impiego prevedono la norma secondo la quale i miglioramenti vanno attribuiti integralmente a tutti i lavoratori comunque collocati a riposo nell'arco di vigenza contrattuale;
è forte il malcontento dei pensionati dall'Ente poste e dalle Ferrovie dello Stato Spa che, nell'ottobre e nel novembre 1994, si videro invece ingiustamente esclusi da tali benefici contrattuali;
le stesse federazioni di categoria, preso atto del diverso comportamento avuto con gli altri settori, chiedono da oltre cinque anni la modifica di questo specifico punto del Ccnl;
soltanto un limitato numero di postelegrafonici e ferrovieri in quiescenza nel suddetto arco temporale non ha usufruito sulla buonuscita e sulla pensione del vantaggio di vedere considerati anche gli incrementi stipendiali, pur cadenti in periodi successivi alla cessazione del rapporto di lavoro;

impegna il Governo

ad individuare contestualmente per il personale dell'Ente poste e delle Ferrovie dello Stato Spa, soluzioni idonee per risolvere questa vera e propria discriminazione ed a procedere al ricalcolo del trattamento di pensione, con la considerazione anche degli incrementi retributivi cadenzati in epoca successiva alla cessazione del rapporto di lavoro e nell'ambito dell'arco di valenza del contratto.
9/7328/22. Strambi, Cangemi.

La Camera,
premesso che:
visto il grave e preoccupante abbandono dell'agricoltura montana;
ricordato il ruolo fondamentale del settore nell'economia locale;
considerato l'indispensabile ruolo di salvaguardia ambientale svolto dai coltivatori diretti di montagna;

impegna il Governo

ad esonerare dall'assicurazione a fini pensionistici i coltivatori diretti che, raggiunta


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l'età pensionabile e liquidata la pensione, continuino a condurre l'azienda agricola ricadente in zona montana.
9/7328/23. Bosco, Calzavara.

La Camera,
premesso che:
con legge 29 novembre 1990, n. 380, venne dichiarata di preminente interesse nazionale la realizzazione del sistema idroviario padano-veneto;
con successivo decreto ministeriale n. 729(50)380 del 25 giugno 1992 vennero approvati il tracciato del sistema idroviario in questione ed il relativo piano pluriennale di attuazione;
con legge 30 novembre 1998, n. 413, è stato autorizzato un limite di impegno quindicennale di lire 40 miliardi a decorrere dall'anno 2000 per il risanamento del sistema idroviario padano-veneto;
il 13 marzo 1999 venne sottoscritto a Chioggia il protocollo d'intesa per lo sviluppo del sistema idroviario padano-veneto;
il tracciato e il piano poliennale del sistema idroviario padano-veneto prevedono che l'asse fondamentale Cremona-Mare Adriatico, imperniato sul fiume Po, venga esteso fino a Piacenza e oltre;
detto prolungamento sarà reso possibile dalla costruzione di una nuova conca a Isola Serafini, in quanto quella realizzata agli inizi degli anni sessanta dell'Enel, non è più utilizzabile a causa del fenomeno dell'abbassamento dell'alveo del fiume Po;
il capitolo 7331, tabella n. 9, allegata all'A.C. 7329, espressamente prevede adeguato impegno di spesa per la realizzazione del sistema idroviario padano-veneto;
con comunicato stampa diffuso il 5 ottobre 2000 il Ministro dei trasporti, successivamente ad una riunione tenutasi tra gli enti interessati al problema della navigabilità del Po, con riferimento alla costruzione della nuova conca nei pressi di Isola Serafini dichiarava «la disponibilità a provvedere con fondi del ministero a valere sulla finanziaria 2001»;

impegna il Governo

a riservare, nell'ambito dei fondi disponibili, adeguati finanziamenti indispensabili per la realizzazione della nuova conca di Isola Serafini.
9/7328/24. Foti.

La Camera,
considerata la estrema pericolosità nella quale versa la strada statale n. 106 Jonica, teatro di numerosi incidenti molto spesso mortali;
considerato l'annoso ed infruttuoso dibattito che si è sviluppato, negli anni trascorsi, rispetto all'ammodernamento ed ampliamento della stessa;

impegna il Governo

ad attivarsi per la urgente convocazione degli enti istituzionali competenti al fine di giungere ad uno sblocco del progetto di ampliamento ed ammodernamento dell'arteria jonica;
a reperire, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili, di concerto con la regione Calabria, i fondi necessari per l'esecuzione del progetto in premessa evocato.
9/7328/25. Fino.

La Camera,
premesso che,
con la costituzione di Sviluppo Italia Spa, istituita con decreto legislativo 9 gennaio 1999, n. 1 e successive modificazioni, il Governo ha provveduto al riordino


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degli enti e delle società di promozione definendo i compiti dei nuovi attori della politica industriale;
con la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 giugno 1999 sono stati determinati indirizzi e priorità della suddetta società e delle società operative da essa costituite;
con la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o dicembre 1999, cui è seguito il decreto legislativo n. 3 del 14 gennaio 2000, sono state apportate ulteriori disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo n. 1/1999 concernenti la società Sviluppo Italia;
il rapporto Svimez per il 2000 sull'economia del Mezzogiorno ha correttamente sottolineato, nonostante le troppo ottimistiche affermazioni del Ministro del tesoro Visco, come permangono forti perplessità e difficoltà di raccordo tra soggetti regionali e strutture amministrative non abituati ad operare in ambiti territoriali, nonostante le aspettative per le nuove condizioni create nella fase operativa seguita a un così intenso periodo di revisione istituzionale;
rilevato che non é stata ancora trasmessa alle Camere la relazione al Parlamento sull'attività svolta dalla società, così come previsto dalla legge istitutiva;
rilevato che tale inadempimento impedisce di verificare la legittimità delle decisioni di investimento e di finanziamento adottato dalla società Sviluppo Italia e dalle società operative, sia il rapporto alle finalità statutaria, sia ai criteri di economicità insiti nei progetti di investimento, come pure nella pubblicità e trasparenza adottata;
considerate le ingenti risorse messe a disposizione dallo Stato a Sviluppo Italia;
rilevata altresì la scarsa chiarezza nei metodi di gestione di Sviluppo Italia che hanno portato alle dimissioni di illustri componenti (professor Bianchi, presidente, professori Savona e D'Amato e Callieri, componenti del consiglio di amministrazione) e da ultimo, l'8 novembre scorso, anche dell'amministratore delegato Dario Cossutta, motivate da «una diversa valutazione circa le modalità e i tempi di trasferimento dei contratti di programma dal dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione a Sviluppo Italia»;
rilevato, infine, che tale fatto rappresenta l'epilogo di una vicenda segnalata con preoccupazione dalle opposizioni sulle fallimentari politiche per il Mezzogiorno, portate avanti in questi anni dal centro-sinistra, senza creare né occupazione, né investimenti né ricchezza;
valutata la necessità di verificare i rapporti e gli ambiti di competenza tra la riorganizzata Sviluppo Italia e il dipartimento per lo sviluppo del Ministero del tesoro, al fine di evitare duplicazioni e contrasti che impediscano il raggiungimento della missione istituzionale;
valutata infine la necessità di verificare i risultati della contrattazione negoziata che non ha portato finora i risultati preventivati dal Governo rispetto alle notevoli risorse impegnate;
preso atto che il blocco delle domande relative ai contratti di programma determinano un ulteriore congelamento degli investimenti per migliaia di miliardi in una area del Paese con forte domanda di occupazione;

impegna il Governo

a presentare al Parlamento entro sessanta giorni la relazione prevista dalla normativa vigente;
a verificare attentamente i metodi di gestione di Sviluppo Italia, delle società operative e delle società incorporate, tenuto conto delle indicazioni poste in premessa, portando le valutazioni in Parlamento e, contestualmente, avviare le procedure per la chiusura della società Sviluppo Italia.
9/7328/26. Tassone, Delfino Teresio, Volonté, Grillo Massimo, Cutrufo, Buttiglione, Fino.


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La Camera,
considerato che nel confine nord-est del Paese il flusso dell'immigrazione clandestina é in costante aumento e le forze dell'ordine si trovano nella difficile condizione di dover ostacolare con il massimo impegno il flusso dei clandestini e di controllare un territorio nel quale l'attività della criminalità comune (incrementata in termini esponenziali dalla presenza di immigrati irregolari) sta diventando sempre più preoccupante;
considerato che in più di una circostanza le autorità competenti hanno denunciato la necessità di avere a disposizione uomini e mezzi di quantità superiore all'attuale per poter contrastare con successo un fenomeno socialmente pericoloso;

impegna il Governo

ad aumentare in termini consistenti la dotazione di uomini e mezzi tecnologicamente adeguati per fronteggiare la situazione in modo tale da garantire la sicurezza dell'ordine pubblico e per tutelare nel modo migliore tutti i cittadini della zona del nord-est del Paese.
9/7328/27. Collavini, Scarpa Bonazza Buora.

La Camera,
premesso che:
il nuovo modello unico di dichiarazione dei redditi non consente più la compensazione fra coniugi dichiaranti, vulnerando la famiglia come entità fiscale e violando in tal modo i fondamentali principi fissati negli articoli 29 e 31 della Costituzione;
la modulistica finora predisposta dal ministero delle finanze non consente la dichiarazione congiunta e neanche la compensazione tra debiti e crediti fra i coniugi;
il diritto dei coniugi a presentare la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche congiunta è previsto dall'articolo 17 della legge 13 aprile 1977, n. 1l4, norma che sino ad oggi non è stata abrogata;
la mancata espressa abrogazione della legge n. 114 del 1977 richiede di rimuovere tale palese violazione di legge che esclude tutti i contribuenti che non svolgono entrambi attività di lavoro dipendente, interessando il 20 per cento delle dichiarazioni congiunte, che rappresentano una platea di cinque milioni di contribuenti;
con l'ordine del giorno Volontè ed altri n. 9/5267/026 accolto dal Governo come raccomandazione, ma successivamente disatteso con la modulistica per l'anno fiscale 1998, veniva richiamata l'esigenza di ripristinare la dichiarazione congiunta dei coniugi;

impegna il Governo

a confermare, nella predisposizione del modello unico 2001 la facoltà dei coniugi non legalmente ed effettivamente separati di presentare sul modello unico la dichiarazione dei redditi, prevedendo altresì che i versamenti unitari e le compensazioni di cui al comma 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, possono riguardare soltanto le imposte sui redditi.
9/7328/28. Delfino Teresio, Volontè, Tassone, Grillo, Cutrufo.
(Testo così modificato nel corso delle sedute).

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria;
valutata la insufficienza delle risorse finanziarie destinate all'ordine pubblico e alla sicurezza dei cittadini anche in considerazione della escalation della violenza nelle città;
valutata inoltre l'opportunità di adeguare le dotazioni tecnologiche nell'azione di contrasto alla criminalità dove organizzazioni nazionali ed internazionali svolgono


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un turpe traffico che si afferma in forme nuove come il mercato della pedofilia minorile sui siti internet;
valutata l'inadeguatezza della legge 3 agosto 1998, n. 269, e l'urgenza di più efficaci misure legislative per combattere un fenomeno sempre più dilagante e che sfugge ai controlli delle forze di polizia;
valutata altresì la necessità rafforzare e qualificare l'impegno delle forze di polizia giudiziaria nell'azione preventiva a livello interno ed utilizzando sempre migliori tecnologie e personale qualificato;

impegna il Governo

a prevedere l'istituzione di uno specifico gruppo di coordinamento delle forze di polizie avvalendosi della consulenze delle associazioni impegnate nella difesa e nella tutela dei minori al fine del loro contributo nell'azione preventiva di contrasto al turpe mercato della pedofilia;
a prevedere la diffusione nell'ambito delle disponibilità finanziarie di tecnologie informatiche a livello provinciale con la formazione di personale specializzato e la costituzione di una banca dati.
9/7328/29. Volonté, Grillo, Tassone, Cutrufo, Teresio Delfino, Buttiglione.

La Camera,
premesso che per quanto concerne gli obblighi documentali inerenti la certificazione dei corrispettivi delle transazioni commerciali è assolutamente necessario pervenire in tempi brevi ad una drastica semplificazione e razionalizzazione;
considerato che tale semplificazione si dovrà necessariamente ispirare da un lato all'esigenza di far risparmiare agli esercenti attività commerciali costi e dispendio di energie lavorative assolutamente superflui e dall'altro a quella di far risparmiare al pubblico dei consumatori i costi di inutili sanzioni irrogate dalle autorità di controllo per il mancato possesso da parte loro dei documenti ritenuti obbligatori dal vigente ordinamento (fatture, ricevute fiscali, scontrini fiscali);

impegna il Governo

ad adottare iniziative ai fini dell'emanazione di una normativa tale che, in presenza di documentazione fiscale ritenuta idonea alla sostituzione, esoneri gli esercenti attività commerciali in sede di transazioni commerciali dall'obbligo del rilascio di fatture, scontrini fiscali o ricevute fiscali.
9/7328/30. Alessandro Rubino.

La Camera,
considerato che:
nell'articolo 30, al ministero per i beni e le attività culturali, è attribuita la somma di 130 miliardi aggiuntiva rispetto a quanto disposto nelle precedenti finanziarie per il recupero e la conservazione dei beni culturali, storici, artistici, archivistici, eccetera e che nel 2004 cadrà il VII centenario della nascita del Petrarca e quindi la località natale, Arquà Petrarca (Padova), sarà impegnata nell'organizzazione di più eventi commemorativi;

impegna il Governo

a destinare al comune di Arquà la somma di 6 miliardi di lire per la realizzazione delle opere e dei progetti preventivati dall'amministrazione locale per l'adeguamento delle strutture del paese necessarie a rendere omaggio alla memoria dell'illustre poeta.
9/7328/31. Ascierto.

La Camera,

impegna il Governo

affinché, nell'ambito delle conferenze dei servizi per le alienazioni, permute, valorizzazione e gestione dei beni immobili, di


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cui all'articolo 31, comma 6, della legge finanziaria, valuti, per quei beni demaniali che, pur considerati ancora utili, dal ministero della difesa, assumano particolare importanza per le generali esigenze delle comunità locali, la possibilità della loro alienazione.
9/7328/32. Angelici.

La Camera,
considerata l'importanza delle iniziative turistiche e di promozione svolte sull'intero territorio nazionale dalle «pro loco», associazioni volontaristiche e senza fine di lucro;
ricordati i numerosi incontri del Governo e della Unione nazionale pro loco d'Italia, Unpli, ultimo dei quali quello del giugno scorso con il ministero delle finanze durante i quali il Governo aveva manifestato attenzione per i problemi sollevati;
ritenuto che quanto disposto dal comma 1 dell'articolo 25 della legge 133 del 1999 (semplificazioni ed agevolazioni fiscali per le società sportive dilettantistiche) possa anche estendersi all'attività delle pro loco previa una annunciata riformulazione dell'articolo di legge predetto;
ricordato che queste erano espressamente gli obbiettivi e le finalità della legge 133 del 1999 («Disposizioni in materia di perequazione, razionalizzazione e federalismo fiscale») e che nel dibattito sviluppatosi in aula sulla legge finanziaria questo aspetto è unicamente emerso come meritevole di attenzione e recepimento;
sottolineata l'importanza della funzione culturale, turistica ed ambientale svolta dalle pro loco italiane sia nella loro veste di collegamento con le realtà tradizionali, artistiche e storiche del territorio che sia della loro funzione promozionale di tanti centri piccoli e grandi del territorio, attività che purtroppo spesso incontrano grandi difficoltà di carattere economico;
ritenendo che l'azione delle pro loco vada adeguatamente salvaguardata, tutelata ed aiutata anche dal punto di vista normativo ed economico, cominciando con il semplificare le normative contabili ed estendendo alle le norme già previste per le società sportive dilettantistiche e senza scopo di lucro;

impegna il Governo

ad adottare iniziative per l'estensione legislativa alle pro loco dei benefici già previsti dalla legge 133 del 1999;
a riprendere immediati contratti con l'Unpli per la definizione degli aspetti normativi;
a recepire i comprensibili motivi di perplessità e preoccupazione che in ogni sede - ed anche nell'ultimo congresso nazionale - le migliaia di pro loco italiane hanno più volte manifestato, lamentando questo disinteresse verso una forma importante e significativa dell'associazionismo diffusa sull'intero territorio nazionale;
a rivedere la circolare del ministero delle finanze n. 165 dei 7 settembre 2000, articolo 3.4, relativa «all'emissione dei titoli di accesso per le attività di intrattenimento e spettacolo» organizzate dalle pro loco, aspetto che rischierebbe di penalizzare pesantemente le attività delle stesse.
9/7328/33. Zacchera, Paolone, Fino, Foti.

La Camera,
constatato che la grave insufficienza delle infrastrutture di trasporto specie ferroviarie ed autostradali nel sud Italia rappresenta un gravissimo ostacolo per lo sviluppo economico delle regioni meridionali e che ci sono gravi ritardi e lacune nell'opera più volte annunciata di ammodernamento ed adeguamento;

impegna il Governo

ad avviare la progettazione e la rapida realizzazione del prolungamento della


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linea ferroviaria ad alta velocità da Napoli fino a Reggio Calabria come strumento per rimuovere l'attuale lentezza e difficoltà dei collegamenti che penalizza lo sviluppo delle attività economiche nei settori agricolo, industriale e turistico, utilizzando a tale scopo anche i fondi comunitari a disposizione nel nostro Paese per le aree svantaggiate e che sono largamente inutilizzati;
ad accelerare i tempi di realizzazione della terza corsia dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e dell'ammodernamento della medesima i cui lavori procedono con eccessiva lentezza rispetto all'urgenza del completamento di tale opera.
9/7328/34. Matacena, Aloi.

La Camera,
premesso che nell'anno 2000 si sono verificati aumenti abnormi del costo dell'energia e dei carburanti a causa della crescita delle materie prime petrolifere e dell'aumento del cambio euro/dollaro;
tali aumenti anomali falsano il calcolo del volume di affari presunto derivante dall'applicazione degli studi o dei parametri;

impegna il Governo

a tener conto dell'anomalia dell'aumento dei costi energetici nell'applicazione degli studi di settore e dei parametri;
a neutralizzare totalmente tale aumento ai fini dell'utilizzo degli studi di settore e dei parametri, preferibilmente decurtando l'importo del costo da inserire nel programma di calcolo, in percentuale pari all'incremento medio del costo dei carburanti e dell'energia verificatosi nel corso dell'anno 2000.
9/7328/35. Molgora, Frosio Roncalli, Ballaman, Faustinelli.

La Camera,
esaminata la legge finanziaria 2001-2003 e in particolare le disposizioni contenute nell'articolo 35, comma 2, con quali si propone di interpretare autenticamente l'articolo 7, comma 1, del decreto legge 19 settembre 1992, n. 384, convertito con modificazioni dalla legge 14 novembre 1992, n. 438, senza che la norma da interpretare abbia dato luogo a contrastanti interpretazioni;
gli accordi di comparto di cui alla legge 29 marzo 1983 n. 93 hanno efficacia stabile fino al 31 dicembre 1993 ancorché la scadenza naturale fosse quella del 31 dicembre 1990 e tutto ciò in deroga all'articolo 13 della legge n. 93/1983;
la disposizione di cui al comma 3 dell'articolo 35 non può quindi definirsi di interpretazione autentica dell'articolo 7 del decreto legge 384/1992, in quanto introdurrebbe una norma del tutto nuova, che ha come esclusiva finalità quella di fare salva la scadenza del 31 dicembre 1990 stabilita per la maturazione delle anzianità richieste ai fini della maggiorazione della R.i.a. (Retribuzione individuale di anzianità);
nonostante che l'arco di vigenza contrattuale degli accordi di comparto relativi al periodo 1988-1990 sia stato spostato per legge al 31 dicembre 1993 e in maniera totale al 1992 si intenderebbe lasciare fermo il temine del 31 dicembre 1990 ai fini della acquisizione dei presupposti di anzianità per conseguire il beneficio contrattuale della maggiorazione stipendiale;
la disposizione, oltre che innovativa, determina una indubbia efficacia retroattiva ponendosi in contrasto con il consolidato orientamento della giurisprudenza amministrativa;
il Consiglio di Stato (6o sezione) con cinque sentenze, costituenti giudicato (nn. 2451, 2452, 2453, del 20 aprile 2000, n. 2675 dell'8 maggio 2000 e n. 4147 del 26 luglio 2000) ed il Tar del Lazio (3o sezione) in sei sentenze (nn. 4738, 4739, 4886, 4990, 4991 e 4992 del 2000) hanno riconosciuto il diritto alla maggiorazione


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della R.i.a. ai dipendenti che avevano maturato la prescritta anzianità richiesta dall'accordo di comparto relativo al periodo 1988-1990 entro il 31 dicembre 1992;
l'entrata in vigore della norma di cui all'articolo 35, comma 3, dovrà essere applicata ai giudizi pendenti instaurati proprio sulla base dello spostamento della vigenza contrattuale dell'accordo relativo al periodo 1988-1990 dal 31 dicembre 1990 al 31 dicembre 1990, anche e soprattutto ai fini del conseguimento della anzianità prescritta per la maggiorazione stipendiale, con la conseguenza che il giudice amministrativo in primo grado e in appello, sarà tenuto a rigettare la pretesa azionata, dovendo applicare la innovativa disposizione interpretativa;
la norma interpretativa rischia di vanificare il diritto alla tutela giurisprudenziale di quei soggetti ancora in attesa di una decisione di primo grado, di coloro che hanno conseguito sentenze favorevoli di primo grado non passate in giudicato e di quei ricorrenti che sono in attesa di una sentenza di secondo grado;
la disposizione interferisce nella sfera di attribuzione del potere giurisdizionale riconosciuto dall'articolo 102 della Costituzione e nelle prerogative di tutela riservata al giudice amministrativo nei confronti della pubblica amministrazione riconosciute dagli articoli 103 e 113 della Costituzione, vanificando la tutela giurisdizionale al solo scopo di precludere il soddisfacimento delle pretese azionate;

impegna il Governo

a valutare attentamente le indicazioni poste in premessa e soprattutto gli effetti di tale disposizione sotto ogni profilo e, in particolare, l'opportunità di una sua soppressione in quanto affligge una perdita economica ai lavoratori su diritti acquisiti.
9/7328/36. Cutrufo, Tassone, Teresio Delfino, Grillo, Volontè.

La Camera,
premesso che:
il sistema legno arredamento detiene, con i 110 mila miliardi di fatturato, una quota rilevante del Pil e contribuisce in maniera fondamentale al mantenimento dei livelli occupazionali - 111.500 imprese e 502 mila addetti - ed al saldo della bilancia commerciale, con 21.100 miliardi di esportazioni;
questo comparto mostra alcuni rilevanti fattori di crisi: piccola dimensione delle imprese che non riescono a contrastare la maggior forza finanziaria e commerciale delle grandi imprese nordeuropee; concorrenza dei Paesi con basso costo del lavoro; accelerazione del processo di concentrazione della grande distribuzione; mancanza di una adeguata politica industriale; crisi strutturale, a partire dai primi anni '90, della domanda interna; conseguente ritardo nell'innovazione tecnologica; mancanza di specifici provvedimenti di rilancio da parte del Governo;
considerato che:
per altri settori economici nazionali nel corso degli anni '90 sono stati adottati provvedimenti di rilancio, sia con contributi destinati a stimolare i consumi di importanti beni durevoli, quali ad esempio i reiterati decreti di rottamazione di auto e ciclomotori, sia attraverso sistemi di detrazione fiscale secondo il metodo previsto dalla legge finanziaria 1998 per le ristrutturazioni edilizie;

impegna il Governo

ad adottare misure di sostegno e di rilancio del settore quali:
a) l'ampliamento delle tipologie d'intervento edilizio che usufruiscono delle agevolazioni previste dall'articolo 1 della legge n. 449 del 1997;
b) la possibilità di dedurre fiscalmente le spese per il mobilio della prima casa;
e) l'adeguamento della percentuale di ammortamento per i mobili d'ufficio;


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a prevedere misure di riorganizzazione del sistema legno arredo, favorendo la creazione di consorzi di servizio, la ristrutturazione aziendale e l'innovazione tecnologica.
9/7328/37. Monaco, Bastianoni, Pasetto.

La Camera,
esaminato il disegno di legge A.C. 7328-bis/A,

impegna il Governo

ad adottare provvedimenti che riconducano ad un unico soggetto tutte le attività previste per l'accertamento dei requisiti e l'erogazione delle prestazioni in favore degli invalidi civili.
9/7328/38. Lenti, Cangemi.

La Camera,
considerato che:
il patrimonio boschivo italiano si è accresciuto negli ultimi anni, pur subendo le aggressioni degli incendi, del dissesto idrogeologico, dei mutamenti climatici e della espansione economica;
tuttavia a tale accrescimento corrisponde una diminuzione della qualità dei boschi a tutto discapito della loro valenza come regolatori ambientali e del loro utilizzo come materia prima per l'industria nazionale del legno, che costituisce uno dei nostri comparti economico-produttivi più maturi ed avanzati;

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni strumenti, anche legislativi, che prevedano la deducibilità fiscale delle spese per la costituzione, la miglioria e la manutenzione dei boschi, in particolare di quelli ceduti ad alto fusto, ivi comprese le opere antincendio;
ad abbreviare quanto più possibile l'iter burocratico di erogazione dei contributi per la forestazione previsti dal regolamento Cee 30 giugno 1992, n. 2080;
a prevedere, nell'ambito delle misure destinate alla selvicoltura, un maggior favore in relazione all'impianto di specie legnose autoctone di pregio, allo scopo di fornire materia prima adeguata al settore della trasformazione artigianale e industriale.
9/7328/39. Rogna Manassero Di Costigliole, Bastianoni, Paissan, Prestamburgo, Testa, Cambursano, Marinacci.

La Camera,
ritenuta fondamentale la necessità di rilanciare la riforma della pubblica amministrazione italiana, e così soddisfare al meglio le istanze legittime del cittadino-contribuente;
considerato che:
a) già nel 1998 la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno per risolvere alcune delle numerose iniquità e disparità del trattamento riservato ai funzionari direttivi nelle varie amministrazioni pubbliche, come individuato dall'articolo 1 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modifiche ed integrazioni, e che a tale ordine del giorno non è mai stato dato seguito, mentre iniquità palesi sono state ulteriormente alimentato dai nuovi contratti nazionali ed integrativi di lavoro stipulati per il pesonale non dirigenziale del pubblico impiego;
b) i funzionari direttivi pubblici (elevate professionalità non dirigenziali dello Stato italiano) sono risultati penalizzati per effetto di applicazioni concrete della recente riforma della pubblica amministrazione, ad onta dell'elevatissimo profilo culturale dei funzionari medesimi (laurea, specializzazioni successive nonché, in situazioni specifiche, abilitazione post lauream ed iscrizione ad albi od ordini o collegi professionali, dottorati di ricerca), nonché dell'avvenuto superamento di pubblici concorsi che specificamente richiedevano tale titolo di studio;


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c) tali funzionari, pur dirigendo importanti uffici e collaborando in via diretta alla gestione degli uffici dirigenziali più importanti, hanno attualmente possibilità minime di conseguire formalmente la dirigenza;
d) a tutti i pubblici dipendenti interessati non è stato riconosciuto il diritto di percepire la retribuzione individuale d'anzianità (Ria), maturata nel triennio contrattuale 1990-1993 e non ancora corrisposta;
osservato che:
a) il ruolo unico del personale dirigenziale pubblico, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (articolo 23 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29), anziché mutare - dapprima tra le varie Amministrazioni dello Stato, ed in prospettiva con gli Enti territoriali - esperienze e professionalità sulla base di criteri oggettivi per ottimizzare le funzioni e gli organici della pubblica amministrazione, s'è poi rivelato invece concretamente un mezzo per modellare le amministrazioni pubbliche in relazione alle contingenti esigenze politico-partitiche o clientelari del momento, contro quella continuità amministrativa che dovrebbe costituire presupposto di certezza per i cittadini-utenti, e ciò sta esponendo lo Stato italiano ad un nutrito contenzioso giurisdizionale dai risultati inevitabilmente negativi (già ottenuti od in corso di ottenimento);
b) i decreti legislativi 3 febbraio 1993, n. 29 e 31 marzo 1998, n. 80 determinano con chiarezza che i rapporti di lavoro a tempo indeterminato dei dirigenti nel pubblico impiego non possono essere in alcun modo oggetto di gradimento da parte dei ministri, onde lo spoil system deve operare solamente nei confronti di una parte dei dirigenti (di quelli a capo di dipartimenti e dei segretari generali, ossia dei destinatari della norma), mentre i dirigenti generali sono obbligati ad utilizzare tutti i dirigenti loro affidati o non possono, quindi, ricorrere al sistema del ruolo unico;
c) nel rapporto tra dirigenti pubblici e la autorità sopraordinate si determinerebbero sempre più spesso, in tema di affidamento e revoca degli incarichi dirigenziali, situazioni confinanti con l'arbitrio, e talvolta configurabili come mobbing;
d) tra i dirigenti dello Stato risulta ampiamente presente il fenomeno del «contratto selvaggio» spesso firmato su pressioni «anomale», nonché la stipulazione di contratti «personali» con incrementi del trattamento fondamentale a volte superiori al 500 per cento (ingiustificati ed ingiustificabili sotto i profili giuridico, economico ed etico);
e) ricercatori e tecnologi degli enti di ricerca e sperimentazione, inquadrati come dirigenti nel progresso ordinamento, ora non sono più considerati tali e risultano perciò privi di ogni per legittima autonomia nell'attività scientifica nonché nella sua gestione;
f) quanto all'applicazione dei vecchi contratti (1994-1997) effettuata nei confronti dei dirigenti delle amministrazioni dello Stato (anche ad ordinamento autonomo) che si trovino al limite della pensione, la loro retribuzione di posizione é ingiustamente esclusa dalla base contributiva pensionabile e dal trattamento di fine rapporto;
constatato che, in tema di pensioni:
a) non si rileva la presenza di alcun provvedimento idoneo al intervenire tempestivamente per la lotta contro le vergognose «pensioni d'annata» dei dipendenti pubblici (statali in specie), opportunità urgente che invece attinge sia all'irragionevolezza di una situazione che ha determinato l'ormai ragguardevole scostamento tra pensioni e retribuzioni (nonché al tempo - oltre due anni - ormai trascorso dagli ultimi provvedimenti legislativi di perequazione), sia agli avvenimenti relativi all'iter legislativo dell'A. C. n. 2032 (che hanno evidenziato difficoltà anche notevoli nella comprensione effettiva dei problemi dei pensionati dello Stato)


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b) in atto i dipendenti pubblici versano la contribuzione pensionistica oltre i 40 anni necessari (tale contribuzione non avvantaggerebbe la persona del lavoratore e costituirebbe, in costanza di rapporto lavorativo, un aggravio sia per il lavoratore che per il datore di lavoro);
stante altresì il fatto che, in tema di politica sociale non s'è provveduto a rendere più stabile il precario rapporto lavorativo di taluni settori disoccupazione giovanile, come ad esempio quello di personale qualificato come gli assistenti tecnici museali nel ministero per i beni e le attività culturali;
osservato che la complessa situazione descritta e le sue varie conseguenze giuridiche rischiano seriamente d'allontanare l'amministrazione pubblica italiana dal contesto europeo;

impegna il Governo

a rivedere profondamente la posizione finora emersa in tema di tutela dei funzionari direttivi e delle elevate professionalità presenti nell'ambito non dirigenziale delle amministrazioni pubbliche, favorendo esplicitamente l'applicazione concreta dell'articolo 11 del decreto legislativo 4 novembre 1997, n.396 (scaturiente dall'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59), che postula per tali funzionari una distinta disciplina evidentemente ispirata all'individuazione netta di un'autonoma area della funzione direttivo-professionale;
a riconoscere a tutti i dipendenti pubblici interessati il diritto di percepire la retribuzione individuale d'anzianità, maturata fino al 1993 e non ancora corrisposta (ponendo perciò chiarezza per un'interpretazione imparziale dell'articolo 7, comma 1, del decreto-legge 19 settembre 1992, n. 384, convertito con modificazioni dalla legge 14 novembre 1992, n. 438);
a rivedere altresì profondamente l'orientamento attualmente in uso per l'affidamento e la revoca di incarichi dirigenziali, affinché ogni cittadino sia tutelato da una pubblica amministrazione veramente efficiente, efficace, tempestiva, imparziale e trasparente nella sua attività;
a ricondurre ai princìpi ed alla formulazione originari (vigenti prima delle modifiche operate dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80) la normativa sul ruolo unico dirigenziale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri dall'articolo 23 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29;
a riconoscere pienamente ed omogeneamente - in termini giuridici ed economici -, considerata l'importanza delle funzioni effettivamente esercitate, ai dirigenti dello Stato e degli altri enti pubblici territoriali od istituzionali una dignità pari a quella dei colleghi facenti capo al settore privato del mondo del lavoro, allo scopo di favorire il concretarsi di prospettiva di una distribuzione nazionale degli incarichi dirigenziali pubblici e di una vera valorizzazione di tali risorse umane nella pubblica amministrazione (é compreso in tale previsione il riconoscimento effettivo nel trattamento di fine rapporto - per i dirigenti delle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo - della retribuzione di posizione come facente parte della base contributiva pensionabile, e della sua inclusione nel trattamento di fine rapporto);
a vigilare affinché siano comunque salvaguardati l'imparzialità ed il buon andamento dell'amministrazione, in relazione alle supreme esigenze della collettività;
a far sì che i dipendenti pubblici interessati non versino più la contribuzione pensionistica oltre i 40 anni necessari - dato che tale contribuzione non avvantaggia la persona la pensione del lavoratore e costituisce, in costanza di rapporto lavorativo, un aggravio sia per il lavoratore che per il datore di lavoro -, e che quanto eventualmente sia già stato versato a tale titolo sia restituito ai lavoratori ovvero ai loro eredi od aventi causa entro 180 giorni, con interessi e rivalutazione monetaria;


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ad adottare iniziative per una sollecita conclusione entro il 31 dicembre 2000 dell'iter dell'A.C. n. 2032 e abbinati, anche presentando entro 15 giorni la relazione tecnica richiesta nel marzo 2000 dall'XI Commissione permanente, conformemente alla procedura d'urgenza deliberata dalla conferenza dei capigruppo parlamentari nello scorso maggio;
per il miglior soddisfacimento delle crescenti esigenze operative di tutela del patrimonio artistico-culturale e, in generale, di supporto del Ministero per i beni e le attività culturali, definire infine come rapporto di lavoro a tempo indeterminato quello degli assistenti tecnici museali di cui all'articolo 22, comma 5, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, rapporto comportante per il personale interessato la facoltà di optare tra il rapporto di lavoro a tempo pieno ed il rapporto di lavoro a tempo parziale, come avviene per il restante personale non dirigenziale delle amministrazioni facenti capo al comparto dei ministeri.
9/7328/40. Grillo, Tassone, Cutrufo, Volonté, Teresio Delfino.

La Camera,
vista l'eccezionale ondata di maltempo che nelle giornate di lunedì 6 novembre e martedì 7 novembre 2000 ha colpito con eccezionale violenza la provincia di Belluno, causando ingenti danni ad alcune infrastrutture viarie statali di vitale importanza per tutto il comprensorio bellunese;
considerata la grave situazione in cui versano le strade statali n. 251 e n. 347 della Val Zoldana, interrotte in più punti, che richiederanno svariati miliardi per il loro ripristino;
considerata la pesante situazione lungo la statale n. 422 del Cansiglio e la sua diramazione verso S. Croce del Lago, dove un intero strato è slittato verso valle interrompendo la strada che collega i comuni di Tambre e Puos D'Alpago con un fenomeno franoso che purtroppo interessa l'intero versante e che è in continuo lento movimento aggravando, cosi le soluzioni da adottare;
considerate inoltre le continue cadute di massi e slavine lungo la statale n. 203 agordina;

impegna il Governo

ad attivare con urgenza gli uffici competenti dell'Anas al fine di avviare immediatamente quanto necessario per ristabilire la transitabilità e la sicurezza lungo le suddette arterie nel più breve tempo possibile, limitando così i pesanti disagi a cui sono sottoposti i residenti e non residenti in queste difficili giornate;
a riconoscere al territorio colpito dai sopraddetti eventi alluvionali lo stato di calamità naturale, affinché siano stanziati i fondi necessari sulla suddetta viabilità il cui ripristino urgente è improcastinabile.
9/7328/41. Calzavara.

La Camera,
premesso che l'articolo 34 dell'A.C. 7328-bis favorisce l'autonomia scolastica, l'ammodernamento del sistema e il miglioramento della funzionalità della docenza;
preso atto che la presenza degli alunni disabili è percentualmente in aumento rispetto agli altri alunni, soprattutto nella scuola secondaria superiore, anche in relazione al prolungamento dell'obbligo scolastico;

impegna il Governo

a monitorare, su tutto il territorio nazionale, l'effettiva consistenza dell'organico degli insegnanti per una funzionale attività di sostegno agli alunni disabili;
a favorire la deroga del rapporto docenti-alunni, quando richiesto dai respon
sabili


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competenti per la presenza nella scuola di disabili gravi.
9/7328/42. Giacco, Battaglia, Dedoni, Capitelli, Abbondanzieri, Gatto, Olivo, Duca, Gasperoni, Mariani, Voglino, Riva.

La Camera,
premesso che le ordinanze del Ministro dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile, n. 2779 e n. 2908 del 1998, hanno sospeso il pagamento di contributi e tributi nelle regioni Marche ed Umbria colpite dal sisma del 27 settembre 1997;
riveste rilevanza notevole definire le modalità e i tempi circa il recupero dei contributi e tributi sospesi e non versati nel periodo della crisi sismica;

impegna il Governo

ad adottare iniziative per l'emanazione, entro e non oltre il 31 dicembre 2000, di un provvedimento relativo al recupero dei contributi e dei tributi dovuti e non corrisposti per effetto delle sospensioni di cui alle ordinanze del Ministro dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile n. 2779 e n. 2908 del 1998, che preveda: che per quanto concerne i soggetti rientranti nell'ordinanza di protezione civile n. 2779/1998, il termine per l'inizio della riscossione decorrerà dal 1 giugno 2002; che, per quanto concerne i soggetti rientranti nell'ordinanza di protezione civile n. 2908/1998, il termine per l'inizio della riscossione decorrerà dal 1 giugno 2002; che la riscossione avverrà con una rateizzazione pari a cinque volte il periodo di durata della sospensione stessa.
9/7328/43. Galdelli, Abbondanzieri, Giulietti, Bracco, Agostini, Giacco, Gasperoni, Duca, Mariani, Sbarbati, Polenta.

La Camera,
preso atto con favore che la legge finanziaria per l'anno 2001 rafforza le politiche sociali, provvedendo, con copertura adeguata, alla riforma dell'assistenza ed ampliando il ventaglio di interventi in favore dei soggetti interessati;
tenuto conto che nei confronti delle associazioni di volontariato gli articoli 28 e 53 provvedono al finanziamento dei servizi sociali da esse forniti con fondi complessivamente superiori ai 100 miliardi di lire;

impegna il Governo

a prevedere, nell'ambito delle disposizioni di attuazione dell'articolo 28, la destinazione di una quota del fondo ivi istituito alla riduzione degli oneri fiscali connessi all'acquisto, da parte delle Onlus e delle associazioni di volontariato di cui alla legge n. 266 del 1991, di beni strumentali direttamente ed esclusivamente utilizzati per la loro attività di assistenza sociale.
9/7328/44. (nuova formulazione) Voglino, Cambursano.

La Camera,
atteso che con le Conferenze paneuropee dedicate ai trasporti, nel 1991 a Praga, nel 1994 a Creta e nel 1997 ad Helsinki, la Commissione europea ha definito le politiche dei trasporti ferroviari e stradali individuando specifici «corridoi pan-europei, rivolti ad accelerare il processo di integrazione dei paesi dell'est-Europa»;
considerato che la pianificazione e la verifica dei progetti relativi a tali assi di collegamento sono compiute dal gruppo G24, istituito presso la Commissione europea che comprende i 15 Paesi dell'Unione e quelli appartenenti all'Ocse;
ricordato che per dare corso operativo ai corridoi (nove), i Paesi interessati sono stati invitati dalla commissione europea ad adottare appositi «protocolli d'intesa» (memorandum of understanding - Mou);
richiamati in proposito sia l'accordo quadro tra il ministero dei trasporti, la regione Friuli Venezia Giulia, le ferrovie


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dello Stato ed il comune di Trieste, del 16 aprile 1996, sia il protocollo d'intesa sul corridoio n. 5 del dicembre 1996 sottoscritto dai ministri dei trasporti dell'Italia, della Slovenia, dell'Ungheria, dell'Ucraina e della Slovacchia, nei quali si individua la direttrice del Corridoio n. 5 che, allo stato dei fatti, attualmente origina a Venezia, si collega a Trieste, prosegue per Lubiana, fino a raggiungere Kiev passando per Budapest;
richiamati gli atti del ministero del commercio estero e del Ministro degli esteri che nel 1997 hanno finanziato gli studi di fattibilità dell'intero corridoio, nonché le evidenze progettuali realizzate dalle società commissionate Autovie venete per la parte stradale e degli studi di traffico dei passeggeri e delle merci, e la società Italfer per la parte relativa al tracciato ferroviario;
sottolineate le risultanze degli studi che mettono in risalto il fatto che i trasporti su strada delle merci dalla «frontiera orientale» aumentando di oltre il 5 per cento all'anno provocheranno la saturazione entro i prossimi 10 anni, a fronte di una assoluta inadeguatezza del sistema ferroviario, in fase di saturazione in alcune tratte (linea Ronchi dei Legionari-Trieste) ed obsoleto in altre (Trieste-Lubiana: tempo di percorrenza 3 ore e 30 minuti a fronte di 90 chilometri di distanza in linea d'aria);
atteso che a fronte degli studi di fattibilità, la società Italfer per conto del Ministero dei trasporti, con il cofinanziamento dell'Unione europea e della regione Friuli Venezia Giulia, sta sviluppando il progetto definitivo del parziale raddoppio della linea ferroviaria Venezia-Trieste-Lubiana, con priorità alla, tratta in saturazione Ronchi dei Legionari-Trieste;
ricordato che la legge finanziaria del 1998 ha destinato 300 miliardi per la realizzazione delle nuova tratta Trieste-Lubiana quale contributo allo sviluppo della politica del corridoio n. 5;
preso atto che il piano nazionale dei trasporti, conferma l'indirizzi al potenziamento della tratta Venezia-Trieste, nel quadro più generale del corridoio n. 5;
riaffermato l'interesse nazionale allo sviluppo dei sistemi infrastrutturali nel campo dei trasporti delle merci e delle persone, quale fondamentale strumento di integrazione dei popoli e delle politiche di coesione europea, nonché delle politiche di sostegno dell'export nazionale verso i paesi dell'est;

impegna il Governo

a sostenere attivamente in tutte le sedi nazionali ed internazionali la realizzazione del corridoio paneuropeo n. 5;
nell'ambito dei finanziamenti del piano nazionale dei trasporti, a dare priorità alla realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Venezia-Trieste-Lubiana, assicurando la copertura finanziaria delle tratte in priorità (stimate nell'ordine dei 3000 miliardi), prevedendo l'alta capacità della Venezia-Trieste;
predisporre strumenti finanziari adeguati per sostenere la priorità della realizzazione delle tratte ferroviarie nei territori sloveni e ungheresi.
9/7328/45. Debiasio Calimani, Benvenuto, Di Bisceglie, Collavini.

La Camera,
premesso che:
il decreto legislativo n.22 del 1997 (cosiddetto Ronchi) assume la priorità del recupero e del riciclo nella strategia di gestione dei rifiuti;
il decreto ministeriale 5 febbraio 1998 classifica il pneumatico ricostruibile come un rifiuto sottoponendolo a procedure semplificate per il suo recupero, come previsto alla voce 10.3;
il documento «Politiche per i veicoli ambientali efficienti», elaborato dal servizio pianificazione e programmazione del ministero dei trasporti in collaborazione con i ministeri dell'ambiente e dei


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lavori pubblici, non contempla il problema dello smaltimento dei pneumatici usati e dimentica di sottolineare che la ricostruzione rallenta l'avvio alla discarica;
secondo l'Airp, nel 1999 sono stati sostituiti più di 25 milioni di pneumatici per un peso di circa 325.000 tonnellate, e sono appena 3 milioni i pneumatici ricostruiti, cioè soltanto il 12 per cento di quelli sostituiti, nonostante che i pneumatici idonei alla ricostruzione siano stati molti di più;
la ricostruzione può offrire un contributo importante per il raggiungimento della percentuale di reimpiego o riciclo previsto dal 2006, prevedendo che tutte le gomme siano ricostruibili e creando le condizioni per un facile collocamento sul mercato;
la Commissione dell'Ue, in un progetto di raccomandazione, affermava che la ricostruzione dei pneumatici doveva essere incrementata a far sì che entro l'anno 2000 rappresentasse almeno il 25 per cento delle vendite di gomme di ricambio;

impegna il Governo

a sottoscrivere un accordo di programma ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo n. 22 del 1997 entro il febbraio 2000, tra produttori, utilizzatori, riciclatori e/o loro associazioni ed enti di ricerca, che preveda: a) la massima diminuzione entro il 2002 della quantità di Pfu conferiti in discarica e che residuano dalle attività di recupero e riciclaggio; b) semplificazioni burocratiche considerando l'operazione di ricostruzione assimilabile ad una riparazione, un ripristino di un materiale di consumo, di un prodotto, alla sua originaria funzione, al fine di eliminare complicazioni burocratiche; c) la definizione della data entro cui sarà obbligato il rispetto dei regolamenti Ece Onu 108 e 109 a tutela dell'immagine del settore e del consumatore; d) l'impegno ad emanare direttive ai ministeri ed agli enti pubblici per un utilizzo entro il 2002 nel parco automezzi, di almeno il 50 per cento di pneumatici ricostruiti.
9/7328/46. Gerardini, Zagatti, Vigni.

La Camera,
considerata la necessita; più volte sottolineata in sede parlamentare e dalle organizzazioni rappresentative del personale, di rivedere i trattamenti di mobilità, al fine di tutelare il benessere del personale e di incrementare l'efficienza delle forze di polizia e delle forze armate;
considerato, altresì, che l'articolo 34 del disegno di legge n 7328 (legge finanziaria 2001) stanzia, per il triennio 2001-2003, somme finalizzate alla copertura di provvedimenti di legge volti, in particolare, a revisionare ed incrementare i trattamenti di mobilità per il personale delle forze armate e delle forze di polizia, nonché ad introdurre specifiche norme in materia di orario di lavoro al fine di migliorarne l'operatività;
valutata la rilevanza istituzionale e sociale della problematica in esame e ravvisata l'urgenza dell'intervento proposto;
tenuto conto dei ristretti margini di tempo a disposizione del Parlamento, attesa l'ormai prossima scadenza della legislatura,

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti nell'anno in corso, non appena intervenuta l'approvazione del disegno di legge finanziaria per il 2001, nonché a predisporre un piano, connesso alla mobilità, per favorire la politica degli alloggi per il personale del comparto sicurezza.
9/7328/47. Jervolino, Domenico Izzo, Palma, Ruggeri, Romano Carratelli, Angelici.

La Camera,
al fine di garantire:
gli ulteriori interventi legislativi necessari a realizzare l'inquadramento dei


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funzionari della polizia di Stato nei nuovi ruoli e qualifiche e la conseguente equiparazione del personale direttivo delle altre forze di polizia e delle forze armate, secondo quanto previsto dai decreti legislativi emanati ai sensi degli articoli 1, 3, 4 e 5 della legge 31 marzo 2000, n. 78;
la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 9, comma 1, della legge 31 marzo 2000, n. 78 e da analoghe previsioni integrative e correttive dei decreti legislativi del 12 maggio 1995, nn. 200 e 201;

impegna il Governo

ad utilizzare le somme di lire 160 miliardi per gli anni 2001, 2002 e 2003 al fine di perseguire le suddette finalità, previste dall'articolo 34, coma 8, lettere a) e b), del disegno di legge n 7328 (legge finanziaria 2001).
9/7328/48. Ruggeri, Jervolino, Palma, Romano Caratelli, Angelici, Domenico Izzo.

La Camera,
vista la peculiarità del settore agricolo nel quale, per ragioni strutturali di ordine colturale, il 90 per cento delle assunzioni vengono effettuate a tempo determinato e solo una minima parte a tempo indeterminato, come dimostrano i dati Inps riferiti all'anno 1999, secondo i quali le assunzioni a tempo determinato risultano pari a 816.106 unità e quelle a tempo indeterminato pari a 93.123 unità;
considerato che per altri settori di attività è data possibilità ai datori di lavoro di assumere a tempo indeterminato, pur in presenza di prestazioni di lavoro per fasi stagionali (vedi settore turistico);

impegna il Governo

ad adottare ogni opportuna iniziativa affinché sia prevista una apposita disposizione che consenta anche ai datori di lavoro agricolo di usufruire un credito d'imposta.
9/7328/49. Paolo Rubino, Corvino, Rava, Rossiello, Rotundo, Trabattoni, Stanisci, Caruano, Faggiano, Abaterusso, Bonito, Carboni, Cappella, Bova, Di Fonzo, Rizza.

La Camera,
considerate le difficoltà di gestione amministrativa ed economica che le università con l'acquisita autonomia si sono trovate di recente ad affrontare;
osservato che tali enti traggono la maggior parte delle risorse da trasferimenti erariali e che per tali ragioni l'eventuale pagamento di sanzioni graverebbe, in ultima analisi, sull'erario;
tenuto conto altresì del fatto che l'assorbimento di già scarse risorse per tardivi adempimenti limiterebbe la realizzazione dei fini istituzionali delle università stesse, ed in particolare dei programmi di ricerca che, da sempre, hanno rilevanza strategica per lo sviluppo del Paese;

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti affinché i ritardi avvenuti entro e non oltre il 31 dicembre 1999 nell'effettuazione dei versamenti da parte delle università statali delle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente, dovuti ai vincoli sul fabbisogno delle stesse università, non determinino l'applicazione di sanzioni e interessi.
9/7328/50. Benvenuto, Fantozzi, De Biasio Calimani, Cambursano, Pistone, Repetto.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2001;


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tenuto conto che il medesimo, all'articolo 22, detta disposizioni in materia di imposta registro e altre imposte indirette;
ricordato che l'articolo 9-bis del decreto legge n. 417/1991, convertito in legge 6 febbraio 1992, n. 667, stabilisce che le disposizioni previste in favore delle società sportive si applicano, in quanto compatibili, anche alle associazioni pro-loco;
considerato che l'articolo 25 della legge n. 113/1999, nel disporre che i proventi «non concorrono a formare il reddito se percepiti in via occasionale e saltuaria, e comunque per un numero complessivo non superiore a 2 eventi per anno, e per un importo non superiore al limite annuo complessivo fissato in lire 360.000.000», ha limitato tale beneficio alle sole società sportive, escludendo le associazioni pro-loco;
ritenuto insostituibile il ruolo delle pro-loco, la cui attività si basa esclusivamente sul volontariato, nella valorizzazione delle produzioni tipiche e delle tradizioni locali;
valutato che l'articolo 37 del collegato fiscale, approvato lo scorso 9 novembre e non ancora in vigore, detta alcune disposizioni in materia di associazioni sportive dilettantistiche che modificano il citato articolo 25 della legge n. 133/1999;
preso atto che, per poter adottare modifiche al regime fiscale delle pro-loco, occorre attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del collegato fiscale, come peraltro sostenuto dallo stesso Governo;

impegna il Governo

ad adottare le necessarie iniziative per l'estensione dei benefici previsti per le associazioni sportive dilettantistiche, di cui ai citato articolo 37 del collegato fiscale, anche alle associazioni delle pro-loco.
9/7328/51. Michielon, Calzavara.

La Camera,
premesso che:
il nuovo sistema di programmazione dei fondi strutturali e il processo di decentramento e semplificazione amministrativa in atto nel nostro Paese si innestano su una fase di rilancio e di reimpostazione anche dell'intervento nazionale per lo sviluppo, segnatamente nelle aree depresse e nel Mezzogiorno, denominato «nuova programmazione»;
è indispensabile sostenere la razionalizzazione, la crescita e l'implementazione dei sistemi locali di sviluppo, in funzione delle reali specificità e vocazioni, alimentando quelle iniziative in corso nei territori che esprimono bisogni e/o opportunità, in una logica di coesione e cooperazione, tramite un modello unitario in cui integrare, secondo il criterio del cofinanziamento, il complesso delle risorse comunitarie, nazionali e regionali, nonché di quelle provinciali, locali e d'impresa;
da questo punto di vista, il patto territoriale, nella definizione di cui all'articolo 8 della legge n. 341 del 1995, rappresenta il modello per la programmazione integrata dello sviluppo locale;
il quadro normativo di riferimento ha subito frequenti aggiornamenti e cambiamenti, per cui si presenta non adeguatamente coordinato e non più pienamente rispondente alle indicazioni della legge di riferimento, determinando una proliferazione di iniziative non sempre coerenti con l'obiettivo dello sviluppo locale integrato, ma semplicemente orientate all'utilizzo delle risorse specifiche previste dal Cipe per i patti territoriali (come i numerosi patti tematici);
considerato che:
l'esigenza di dar luogo a un processo di regionalizzazione dei patti territoriali trova origine tanto nelle previsioni normative stabilite dai «decreti Bassanini», quanto nella oggettiva necessità di migliorare la capacità di incidere sui processi di sviluppo locale;


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le modalità del trasferimento devono essere tali da non porre alle regioni problemi non risolti a, livello nazionale;
con il trasferimento delle competenze si debba trasmettere alle regioni quanto di buono è stato sinora fatto e che il passaggio delle competenze diventi l'occasione per affinare i meccanismi procedurali e per intervenire sui punti di maggiore criticità;
è necessario fare chiarezza sul rifornimento finanziario di dette iniziative, tale da evitare che le regioni, pressate dai territori interessati, possano fornire risposte adeguate;
considerato che:
tanto i profili metodologici e procedurali, quanto quelli finanziari, possono trovare soluzione nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali 2000-2006 e nell'ambito degli aiuti nazionali a finalità regionali;
la maggior parte delle regioni ha ormai definito i complementi di programmazione che prevedono il progetto integrato territoriale come una delle modalità d'intervento e che esso può coerentemente rappresentare uno strumento essenziale per alimentare finanziariamente la programmazione integrata d'area e quindi il patto territoriale;
un ruolo fondamentale nella programmazione locale integrata viene svolto dal soggetto responsabile Locale (s.r.l.) che, (come previsto dal decreto del Ministro del tesoro inerente la «Disciplina per l'erogazione delle agevolazioni relative ai contratti d'area e ai patti territoriali»):
ha l'obiettivo di promuovere lo sviluppo sociale, economico e occupazionale attraverso la valorizzazione dei sistemi locali ad essi collegati in sinergia con gli strumenti di pianificazione territoriale;
opera come organismo intermediario di piani, programmi, progetti e sovvenzioni nelle forme d'intervento previste dalle normative comunitarie, nazionali e regionali, assumendone le responsabilità conseguenti, anche nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123;
deve dimostrare di possedere un'organizzazione in grado di assicurare l'espletamento delle funzioni organizzative, tecniche, amministrative e contabili atte a garantire il corretto svolgimento dei compiti ricevuti;
visto che:
il Cipe, con delibera 4 agosto 2000, ha approvato definitivamente la copertura finanziaria dei patti presentati al bando del 10 ottobre 1999;
il Governo ha deciso di garantire la copertura finanziaria a tutti i patti che hanno completato l'istruttoria bancaria al 30 settembre 2000 e ai novantuno patti per l'agricoltura, rendendo irreversibile il percorso della responsabilizzazione dei sistemi locali tramite la programmazione negoziata;

impegna il Governo

a concludere il processo di regionalizzazione dei patti territoriali entro il 31 dicembre 2000 tenendo ben presente che:
il patto territoriale rimane un modello di sviluppo locale del territorio che combina fattori, risorse ed interessi di natura ed origine diversa in una logica di coesione e cooperazione, integrando, secondo il criterio del cofinanziamento, il complesso delle risorse comunitarie, nazionali e regionali, nonché di quelle provinciali, locali e d'impresa;
il progetto di patto, inteso come un piano di azione concreto e fattibile, deve essere sottoposto a valutazione e approvazione coerentemente con le, norme vigenti;
il soggetto responsabile locale è l'agenzia di sviluppo locale che svolge la funzione di animazione, progettazione e promozione del territorio interessato;


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inoltre, garantendo:
il sostegno finanziario alle affinità del soggetto responsabile locale e alla realizzazione del sistema di accoglienza;
la definizione di un quadro normativo organico e coordinato;

a realizzare il sistema di monitoraggio strategico ed operativo e il network dei patti territoriali attivati.
9/7328/52. Di Fonzo, Chiamparino, Ventura, Sales, Susini, Di Rosa, Faggiano, Gaetani, Gerardini, Occhionero.

La Camera,
visto il disegno di legge finanziaria per il 2001 ed in particolare l'articolo 75 e l'articolo 76;
considerato che nella provincia di Foggia è avvertito fortemente il problema della carenza di acqua;
che detta carenza, oltre a creare grossi problemi al mondo agricolo, potrà, in mancanza di immediati interventi, incidere anche sul sistema della politica;

impegna il Governo

ad intraprendere tutte le iniziative necessarie per ridurre la portata del problema di cui sopra, anche favorendo e facilitando le esecuzioni di opere di ogni genere.
9/7328/53. Antonio Pepe, Leone.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2001;
tenuto conto che la legge 19 luglio 2000, n. 203, recante «Erogabilità a carico del servizio sanitario nazionale dei farmaci di classe c) a favore dei titolari di pensione di guerra diretta», all'articolo 1 dispone, nei confronti dei titolari di pensione di guerra vitalizia, la erogabilità a totale carico del servizio sanitario nazionale;
tenuto conto che la legge 15 luglio 1950, n. 539, dispone, all'articolo 1, comma 1, che i benefici spettanti, secondo le vigenti disposizioni, ai mutilati ed agli invalidi di guerra, nonché ai congiunti dei caduti di guerra, si applicano anche ai mutilati ed invalidi per servizio ed ai congiunti dei caduti per servizio:

impegna il Governo

ad attivarsi per consentire ai fini della legge 19 luglio 2000, n. 203, la parificazione tra invalidi di guerra ed invalidi per servizio istituzionale.
9/7328/54. Colucci, Antonio Pepe, Carlesi, Cardiello.

La Camera,
premesso che:
il settore agricolo in Italia attraversa uno stato di difficoltà derivante dalla concorrenza dei paesi comunitari ed extra comunitari sempre più facilitati da costi di produzione (energetici ed infrastrutturali) significativamente meno onerosi;
in tale quadro in particolare il comparto del fiorovivaismo ha subìto negli ultimi anni, ed in particolare nell'ultimo, pesanti aumenti del costo del gasolio e che tale voce incide per le aziende floricole nella misura del 30/40 per cento dei costi aziendali;
il ministero per le politiche agricole e forestali in accordo con le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali ha provveduto alla predisposizione del piano floricolo nazionale;

impegna il Governo

a destinare in via prioritaria, al fine di accelerate l'attuazione del piano floricolo nazionale, almeno venti miliardi ad uno stralcio del piano rivolto ad attività di promozione ed innovazione per il comparto floricolo.
9/7328/55. Crucianelli.


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La Camera,
premesso che:
il contributo derivante dal comparto artigiano e della piccola e media impresa alla nostra economia nazionale rappresenta da sempre un insostituibile valore aggiunto;
nella sua qualità di settore qualificato dell'economia riveste un ruolo trainante essenziale e rappresenta, inoltre, una funzione insostituibile per la capacità di coesione sociale e per il perseguimento degli obiettivi e la realizzazione dei princìpi ispiratori del sistema economico e sociale;
negli ultimi anni tale comparto ha subìto, con non poche difficoltà, l'impatto del mercato unico europeo e dei processi di globalizzazione dei mercati, tali da compromettere quelle produzioni nazionali fortemente radicate nel tessuto socio-economico del Paese, quali i settori del tessile, del calzaturiero e dell'arredamento;
pur apprezzando gli sforzi compiuti dal Governo, anche con i provvedimenti assunti in sede di finanziaria per il 2001, per abbattere in parte i costi del lavoro e dell'impresa, con particolare riguardo al settore dell'artigianato;

impegna il Governo

ad aprire un tavolo di concertazione con le forze sociali presso il ministero delle finanze al fine di verificare la congruità degli studi di settore per il comparto artigiano;
a verificare la possibilità di introdurre forme di incentivazione utili alla dismissione di aziende artigiane poste fuori mercato dai processi di globalizzazione dei mercati;
ad ipotizzare bonus fiscali anche utilizzando il credito d'imposta, allo scopo di abbattere i costi dei beni strumentali, in particolare di quelle attrezzature informatiche e tecnologicamente avanzate soggette ad un rapido degrado;
ad avviare, inoltre, provvedimenti finalizzati allo snellimento burocratico delle normative sull'apprendistato.
9/7328/56. Bielli, Crucianelli.

La Camera,
considerato che:
per effetto di variazioni di sede, dell'accorpamento delle funzioni dei vari enti della pubblica amministrazione e dell'automazione dei servizi, parecchi immobili di proprietà del pubblico demanio utilizzati come caselli di controllo sugli argini dei torrenti e fiumi, i fabbricati adibiti ad abitazione del personale risultano dismessi ed inutilizzabili e questi inoltre rappresentano un costo per la manutenzione;
il processo di riforma delle forze armate con la progressiva riduzione di brigate e reparti vari, ha portato o porterà in tempi ravvicinati alla riduzione di numerose strutture stabili presenti sul territorio, come caserme e forti;
si rende necessaria la conversione di questo rilevante patrimonio di immobili di proprietà dello Stato;
il bilancio statale non consente la suddetta riconversione ed il relativo cambio di destinazione d'uso;
tale patrimonio risulta particolarmente appetibile quando è vicino agli insediamenti metropolitani ed alle zone produttive del Paese, mentre non risulta interessante quello collocato nelle aree di montagna;
il patrimonio immobiliare di caserme ed edifici ad uso militare dismesso in molti casi già versa in stato di totale abbandono;

impegna il Governo

ad adottare iniziative in modo da trasferire la proprietà dei citati insediamenti militari e del demanio dello Stato alla proprietà comunale ad un costo simbolico e comunque


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tale da consentire un recupero locale che ne impedisca il progressivo stato di degrado.
9/7328/57. Ciapusci, Bampo, Grugnetti, Marinacci.

La Camera,
premesso che:
in data 20 luglio il Ministro Bersani aveva diramato un comunicato stampa in cui si affermava che «il sistema nazionale dei trasporti (Snit) procede alla individuazione delle criticità, delle reti e dei nodi infrastrutturali del Paese;
una volta individuato quanto sopra, a cura dello Snit, lo Stato, valutate le priorità nelle infrastrutture nazionali ed internazionali delega alle regioni il compito di realizzare e gestire la rete dei servizi e delle infrastrutture realizzate;
l'attuale Ministro dei lavori pubblici Nerio Nesi ancora lunedì 9 ottobre 2000 ha informato gli amministratori locali di Belluno che il nuovo P.g.t. andrà all'esame delle competenti commissioni di Camera e Senato e poi giungerà al Consiglio dei ministri;
a norma del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 461, nello Snit era stata inserita la strada statale 51 «di Alemagna» in quanto riconosciuta di competenza nazionale;
un ordine del giorno dei rappresentanti politici ed amministrativi della provincia di Belluno e del Veneto ha chiesto di inserire la statale 51 «di Alemagna» nella rete transeuropea dei trasporti (Ten) attualmente in fase di revisione;
la statale 51 ha uno sviluppo parallelo a quello del Brennero ed ha una grande valenza commerciale e turistica, pur essendo afflitto, soprattutto nell'attraversamento di comuni turistici, da una dozzina di «colli di bottiglia», dei quali è stata già progettata l'eliminazione;
ciò nonostante le opere per l'eliminazione dei suddetti «colli di bottiglia» non risultano essere individuate tra gli interventi prioritari del Pgt, né si hanno assicurazioni sul loro inserimento nel futuro Piano di settore delle strade;
in totale disarmonia con il suo inserimento nello Snit e con la prospettiva di essere inserita nella rete transeuropea dei trasporti, la statale 51 «di Alemagna» viene totalmente trascurata anche dal piano triennale Anas approvato nelle scorse settimane;

impegna il Governo

ad operare per individuare le opere per eliminare i «colli di bottiglia» sulla statale 51 «di Alemagna» come interventi prioritari da sviluppare nel Piano generale dei trasporti od, in subordine, ad inserire le suddette opere nel futuro Piano di settore delle strade.
9/7328/58. Bampo, Ciapusci, Grugnetti

La Camera,
considerato 1'articolo 48 del disegno di legge finanziaria ed in particolare il comma 3, con cui vengono prorogate, per l'anno 2002, le disposizioni sul monitoraggio dei flussi di cassa delle istituzioni scolastiche, di cui all'articolo 29, commi 1, 2, 3 e 8 della legge 23 dicembre 1998, n. 448;
considerato che, a norma del secondo periodo del predetto comma, nei decreti attuativi si deve tener conto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche;
considerato che il nuovo regime dell'autonomia si è avviato dal lo settembre 2000 e che, pertanto, la disciplina attuativa delle disposizioni del citato articolo 29 deve essere coerente con l'ampliamento dei poteri di autonomia attribuiti a tutte le istituzioni scolastiche e con i processi attraverso i quali si è pervenuti all'attribuzione dell'autonomia in questione;
tenuto conto che i nuovi poteri di autonomia per poter essere compiutamente


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e proficuamente esercitati non possono essere subordinati a vincoli finanziari riferiti a contesti organizzativi non più attuali;
tenuto conto inoltre, la citata autonomia e la connessa personalità giuridica sono state attribuite a seguito del dimensionamento delle istituzioni medesime, a norma dell'articolo 21 della legge n. 59 del 1997 e del decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998;
considerato che il suddetto dimensionamento ha comportato l'unificazione di gran parte di istituzioni scolastiche - unificazione che sovente ha riguardato non l'intera scuola ma solo parte della stessa - ed il conseguente parziale conferimento delle risorse finanziarie e strumentali alla nuova scuola ridimensionata;
per tale circostanza i conti consuntivi dell'anno 1997 non possono più rappresentare un parametro di riferimento certo ai fini della determinazione dei pagamenti da effettuarsi dalle istituzioni scolastiche autonome;

impegna il Governo

affinché riveda le disposizioni attuative dell'articolo 29 della legge n. 448 del 1998, tenendo conto di quanto detto in premessa con particolare riferimento alle individuazioni di parametri di riferimento per la determinazione dei limiti di pagamento che consentano lo svolgimento di tutte le attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie delle istituzioni scolastiche autonome.
9/7328/59. Bracco, Petrella, Acciarini, Vignali, Soave, Maura Cossutta, Dedoni, Capitelli, Ruzzante, Mazzocchin, Risari, Voglino, Riva, Dalla Chiesa, Castellani, Sbarbati.

La Camera,
premesso che:
la legge n. 104 del 1992 prevede la possibilità per i genitori di portatori di handicap gravi di fruire di 3 giorni al mese di permesso retribuito a condizione che entrambi i genitori lavorino;
la legge n. 53 del 2000 modifica la norma di cui sopra dando la possibilità di fruizione dei 3 giorni al mese di permesso anche se un solo genitore lavora;
nel disegno di legge finanziaria è prevista la possibilità di usufruire di 2 anni di contributi figurativi ai fini pensionistici a condizione che si usufruisca da almeno 5 anni delle agevolazioni di cui al punto 1;
2 anni di prepensionamento consentono un migliore interessamento al famigliare portatore di handicap e conseguentemente una minor richiesta di aiuto agli enti pubblici preposti, comportando questa anche un risparmio alla spesa pubblica per l'assistenza diretta;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative affinché possa essere attuata la franchigia di 5 anni di fruizione dei permessi di cui alle leggi n. 104 del 1992 e n. 53 del 2000, consentendo ai famigliari dei soggetti portatori di handicap la possibilità di fruire di 2 anni di contributi figurativi ai fini pensionistici.
9/7328/60. Grugnetti, Ciapusci. Bampo.

La Camera,
considerato che:
il comma 4 dell'articolo 36 del disegno di legge finanziaria per il 2001 prevede nuove risorse per opere stradali di interesse regionale per il triennio 2001-2003;
nell'ultimo triennio è stata definita - in attuazione della legge 15 marzo 1997, n. 59 - una riversa ripartizione delle competenze e delle risorse nel settore, soprattutto delineata dal decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 461;


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vi sono opere stradali che appaiono certamente di valenza regionale ma anche di singolare connessione con la rete stradale di valenza nazionale;
a questo proposito, il ricordato decreto legislativo, nella tabella relativa alla regione Veneto, vengono chiaramente individuate di «interesse nazionale» la strada statale n. 309 «per l'intero tratto regionale» e la strada statale n. 516 (dal km. 4,690 al km. 16,880) con la notazione - rilevante - che «Il tratto indicato va dalla tangenziale di Padova a Piove di Sacco. Il completamento della nuova strada statale 516 prevede la statizzazione del tratto da Piove di Sacco all'innesto strada statale 309 attualmente non in gestione Anas per un totale complessivo di 22,109 chilometri»;
la variante alla strada statale 516 «Piovese» richiede il completamento per il solo tratto Liettoli-Piove di Sacco, ovvero un tratto viario di 5 chilometri e 320 metri;
l'Anas - compartimento della viabilità per il Veneto - con nota del 10 agosto 2000 - ha presentato istanza di verifica alla regione ai sensi dell'articolo 7 della legge regionale 26 marzo 1999, n. 10 «Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione d'impatto ambientale»;
anche richiamandosi al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, il dirigente regionale della direzione per la tutela dell'ambiente con decreto n. 69 dell'11 settembre 2000, ha proposto e decretato l'assoggettamento del progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale;
tale opzione si inserisce - comunque - in un quadro complesso, poiché la variante della strada statale 516 nel tratto Liettoli-Piave di Sacco si inserisce come connessione tra la città di Padova e la strada statale 309 «Romea», arteria non solo di interesse nazionale ma anche internazionale così come delineato dalla decisione n. 1692/96/CEE e confermato dal nuovo piano generale dei trasporti - presentato dal Governo nel luglio 2000 e approvato dal comitato interministeriale per la programmazione economica il 2 novembre 2000;
il Ministro dei lavori pubblici è cofirmatario - con la regione Veneto - del protocollo d'intesa per la realizzazione delle principali opere infrastrutturali, stradali e ferroviarie nella regione Veneto (siglato il 1o agosto 1997), ove si prevede anche il potenziamento dell'itinerario europeo E55 con realizzazione della nuova Romea commerciale per il collegamento fra Venezia e Ravenna e, quindi, del potenziamento della viabilità ordinaria di supporto a quest'opera;

impegna il Governo

ad attuare, in una logica di collaborazione istituzionale fra Stato e regione Veneto ogni iniziativa utile a facilitare il rapido espletamento della procedura di valutazione di impatto ambientale, decretata dalla giunta regionale per la costruzione del 3o lotto della variante strada statale 516 - superstrada dei Vivai, in considerazione del fatto che l'opera - attesa da anni dalle comunità locali di Piove di Sacco, Sant'Angelo di Piove, Campolongo Maggiore - è strategica rispetto alle necessità interregionali e nazionali nella connessione tra Padova, Venezia, Chioggia e Ravenna.
9/7328/61. Saonara.

La Camera,
premesso che:
la provincia di Padova, che conta 842.000 abitanti su 105 comuni e soprattutto l'area metropolitana con oltre 400.000 persone residenti, in questi ultimi tempi è interessata oltre che dalle tradizionali forme di criminalità, da una delinquenza emergente;
tutto ciò ovviamente ingenera vivo allarme sociale, sia tra la popolazione che tra gli operatori economici, con una sempre più pressante richiesta di «sicurezza» in un'area fortemente industrializzata, collocata


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con circa 95.000 imprese al 6o posto nelle province italiane per produzione delle aziende presenti nei vari settori;
inoltre, come è noto, anche l'ufficio stranieri ha notevolmente accresciuto il carico di lavoro in quanto nella provincia risultano presenti, con regolare permesso di soggiorno, 20.915 stranieri, senza considerare una consistente presenza di irregolari;
infatti, solo negli ultimi dodici mesi sono stati adottati 1486 provvedimenti di espulsione, 424 dei quali con accompagnamento alla frontiera o ai centri di permanenza temporanea;
per quanto attiene alla Digos la direzione centrale della polizia di prevenzione, con circolare n. 224/Al/24746 del 12 settembre 1989, in attuazione della circolare n. 555/ARG./208.21/18 del 31 luglio 1989, aveva fissato la dotazione organica delle Digos ed aveva previsto per quella di Padova un numero minimo di 60 unità, quindi sensibilmente superiore a quello di altre questure ad organigramma differenziato, quali Bari, Catania, Palermo e Venezia, per la cui direzione sono stati previsti livelli dirigenziali;
nonostante tale previsione, attualmente risultano in servizio presso la stessa Digos solo 32 elementi, numero insufficiente per la specificità e la dimensione dei fenomeni socio-politici: cui è chiamata a far fronte la limitata disponibilità di effettivi in tutti gli altri uffici impedisce anche un modesto travaso verso quello succitato;
sembra opportuno, inoltre, rilevare che l'organico complessivo della questura comprende attualmente soltanto 399 unità di polizia di Stato (compresi i funzionari) e 41 elementi dell'amministrazione civile dell'interno - che appare inadeguato a far fronte, oltre a queste ultime esigenze relative all'ambito di competenza dell'ufficio Digos, a quelle citate in premessa, che riguardano la sicurezza pubblica e il controllo del territorio, nonché la polizia giudiziaria e la polizia degli stranieri;
i dati più significativi che possono interessare l'attività di prevenzione e controllo del territorio relativi al 1 o semestre del corrente anno, vedono Padova con 3.072 furti, 69 rapine, 1175 borseggi, mettono ancora più in evidenza l'inadeguatezza degli effettivi della questura di Padova;

impegna il Governo

a mantenere l'impegno assunto dal Ministro dell'interno a Padova di incrementare dopo il Giubileo il personale appartenente ai ruoli della polizia di Stato di Padova di almeno 40 unità per il controllo del territorio, per la Digos ed infine per l'ufficio stranieri;
a prevedere un aumento degli organici dell'Arma dei carabinieri per la provincia di Padova per contrastare efficacemente i fenomeni di criminalità presenti nel territorio provinciale.
9/7328/62. Ruzzante, Saonara, Manzato, Scantamburlo, De Biasio Calimani.

La Camera,
considerato che ai comuni non viene corrisposto alcun contributo per gli oneri derivanti dall'azione di prevenzione e di tutela del patrimonio naturale svolta dai centri operativi misti di protezione civile;
considerato che l'acquisto di beni e di materiali utilizzati per le attività di prevenzione e salvaguardia vanno a gravare sui bilanci comunali, già fortemente condizionati dalle oggettive situazioni di disagio geomorfologico in cui versano detti comuni;
considerata l'esigenza di facilitare l'azione dei centri operativi misti di protezione civile e la necessità di ristabilire un principio di equità nell'ambito dei territori comunali,

impegna il Governo

ad assumere ogni possibile iniziativa di sua competenza volta a far si che i centri


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operativi misti di protezione civile, costituiti a livello intercomunale, siano esenti dal pagamento dell'Iva per l'acquisto di beni e materiali utilizzati per le attività di previsione e di prevenzione, nonché dal pagamento dei canoni per la concessione di radio frequenze impiegate per le medesime finalità.
9/7328/63. Mario Pepe, Marinacci.

La Camera,
premesso che:
nel testo del disegno di legge all'esame dell'aula, è previsto un sostanziale aumento della spesa per investimenti pubblici a sostegno della crescita economica, sulla base delle esigenze, contenute nel dpef, di rilancio e di riqualificazione delle infrastrutture;
in tale contesto, assume particolare importanza strategica l'intervento relativo all'antico e gravissimo problema. dell'ammodernamento della strada statale n. 7 «Appia» nel tratto Benevento-casello autostradale di Caserta Sud, già contemplato nella legge finanziaria dello scorso anno (legge n. 488 del 1999 articolo 70, comma 1) con la previsione di risorse - finalizzate alla elaborazione di studi di fattibilità - rimaste, purtroppo, inutilizzate nonostante la riconosciuta «necessità», reiteratamente dichiarata dal Governo e dal Parlamento;
lo stesso Ministro dei lavori pubblici ha constatato ed ammesso la necessità di adeguare l'importante infrastruttura viaria - che tristemente si caratterizza per una tragica, quotidiana. e spesso mortale incidentalità -, purtroppo riconoscendo la inesistenza di qualsiasi elaborato progettuale volto ad individuare soluzioni tecniche soddisfacenti;
l'intervento infrastrutturale di adeguamento e potenziamento della strada statale succitata, non ha trovato riconoscimento di una priorità assolutamente necessaria da parte degli enti od organi deputati alla predisposizione dello studio di fattibilità e della progettazione preliminare;
non è superfluo sottolineare che la rilevanza socio-economica dell'intervento - purtroppo trascurato - si lega essenzialmente; oltre che ad irrinunziabili e storiche funzioni di collegamento intercomunale, interprovinciale ed interregionale, al servizio, a tale opera assegnato, di favorire la crescita, lo sviluppo e la occupazione nel Mezzogiorno, ed in particolare il contratto d'area di Airola - già finanziato per circa 300 miliardi -, nonché altri strumenti, pur essi in atto, di programmazione negoziata, operanti nel territorio sannita;
siffatta specifica caratterizzazione è stata sottolineata anche nel Programma di sviluppo del Mezzogiorno, redatto in virtù della delibera Cipe n. 71 del 14 maggio 1999, nella quale si evidenzia che ritardi o trascuratezze nella esecuzione delle opere di che trattasi compromettono la efficienza dei «trasporti al Sud» e conferiscono al grave inadempimento «una immagine in bilico tra arretratezza, confusione e sciatteria», non dissimile da quella che viene utilizzata, a ragione, per rappresentare la intera situazione viaria regionale del territorio campano;
la indicazione delle risorse necessarie risulta, come più sopra precisato, già contenuta nella tabella B allegata alla legge n. 488 del 1999, la quale tuttavia non ha trovato attuazione;
il reperimento e la imputazione dei fondi strettamente necessari può agevolmente avvenire anche attraverso la utilizzazione di una quota assai contenuta delle risorse assegnate all'Anas per finalità connesse all'adeguamento della rete viaria nazionale, ai seni dell'articolo 36, commi 3 e 4 della legge finanziaria in corso di approvazione;

impegna il Governo

ad adottare - in tempi brevissimi e comunque entro il prossimo esercizio finanziario


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- tutti gli atti attuativi del provvedimento legislativo in votazione necessari per lo studio di fattibilità e la progettazione preliminare dell'adeguamento della strada statale 7 Appia nel tratto Benevento-Caserta sud, in relazione alla funzione strategica che esso rappresenta rispetto ai programmi di sviluppo e di occupazione in atto nella Campania e nella province di Benevento e Caserta, in particolare.
9/7328/64. Abbate, Mario Pepe, Simeone, Boccia, Villetti, Cherchi, Borrometi, Jervolino Russo, Piccolo, Molinari, Sales, Siola, Iannelli, Colucci.

La Camera,
premesso che:
la legge n.237 del 1993, di conversione del decreto-legge n. 149 del 1993, all'articolo 1-bis ha previsto l'assunzione a carico dello Stato delle garanzie concesse, anteriormente all'entrata in vigore della legge, da soci in favore di cooperative agricole di cui fosse previamente accertato lo stato di insolvenza;
con decreto ministeriale del febbraio 1994 è stato limitato il beneficio ai soli soci garanti di cooperative agricole di cui fosse accertata l'insolvenza alla data di emanazione dello stesso decreto;
la norma legislativa di cui all'articolo 1-bis della legge n. 237 del 1993, non pone alcun limite temporale all'accertamento dello stato di insolvenza, ma limita la propria operatività a garanzie prestate anteriormente all'entrata in vigore della legge;
l'accertamento dello stato di insolevenza viene dal decreto ministeriale affidato alle procedure del regio decreto n. 267 del 1942, e dall'articolo 2540 codice civile anziché a più semplici altrettanto certe e più rapide procedure di accertamento diretto del ministero;
tutto questo rischia di limitare i diritti riconosciuti dalla legge per tutti i soci prestatori di garanzia entro il 20 maggio 1993 e di creare palesi discriminazioni verso quelle cooperative che pur trovandosi in stato di insolvenza non hanno ottenuto entro la data, impropriamente stabilita, del 2 febbraio 1994 la certificazione necessaria;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative per ridefinire i provvedimenti attuatitivi della legge n. 237 del 1993 (decreto e circolare ministeriale) facendo venir meno il limite temporale del 2 febbraio 1994 previsto dal decreto ministeriale, definendo una procedura di accertamento della insolvenza diretta del ministero attraverso una verifica di bilancio e degli atti ingiuntivi delle banche garantendo pari accessibilità alle garanzie dello Stato per i soci garanti delle cooperative di primo e secondo grado.
9/7328/65. Faggiano, Di Fonzo, Sales, Paolo Rubino.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 comma 6 della legge n. 132 del 1968 prevede che gli istituti e gli enti ecclesiastici, ove in possesso dei requisiti previsti di legge possono ottenere, a richiesta, che i loro ospedali siano classificati in una delle categorie di cui all'agli articoli 20 e seguenti anche ai fini dell'applicazione delle disposizioni contenute nel titolo IV della legge de qua (piano nazionale ospedaliero, piano regionale ospedaliero e relativi finanziamenti);
le strutture interessate sono state conseguentemente classificate ex legge n. 132 del 1968 e legge n. 817 del 1973, e sono equiparate, secondo le disposizioni vigenti, ai fini dell'erogazione dell'assistenza ospedaliera ai corrispondenti ospedali pubblici con specifici decreti del ministero della sanità;
l'atto di classificazione peraltro, non modifica, ai sensi della citata legge n. 132 del


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1968 il regime giuridico-amministrativo degli enti titolari delle strutture classificate;
la classificazione ed equiparazione sono state confermate dalle successive leggi in materia sanitaria e più specificatamente all'articolo 41 della legge n.. 833 del 1978 ed articolo 4 comma 12 del decreto legislativo n. 502 del 1992 così come modificato dal decreto legislativo n. 517 del 1993 e decreto legislativo n. 229 del 1999 e successive modificazioni;
l'articolo 41 della legge n. 833 del 1978 ha confermato il concetto di pubblico servizio dell'assistenza sanitaria erogata dagli enti ecclesiastici, ritenuti parte integrante del sistema sanitario, pur mantenendo la loro immutata autonomia giuridico-amministrativa. Per essi sono previsti atti convenzionati obbligatori;
parimenti l'articolo 4 del comma 12 del decreto legislativo n. 502 del 1992 dispone che «nulla è innovato per quanto concerne gli enti che esercitano l'assistenza ospedaliera di cui agli articoli 40-41-43 della legge n. 833 del 1978» confermando, pertanto, l'inclusione a pieno titolo di detti enti nel servizio sanitario nazionale e regionale, richiedendo loro l'adeguamento dei propri regolamenti organici e dei servizi ai principi del citato decreto legislativo;
la legge finanziaria n. 412 del 1991 ha previsto per gli Irccs, l'accesso, oltre quanto previsto dalle vigenti convenzioni, ai finanziamenti di cui all'articolo 20 della legge n. 67 del 1988, chiarendo e superando il presunto limite della destinazione dei finanziamenti previsti soltanto per le strutture pubbliche;
la natura degli Ircss privati, a maggior ragione non può denegarsi tale possibilità per gli ospedali classificati ed anche per gli enti no profit operanti nel settore sanitario ed assistenziale, in forza della loro natura e finalità specifica;
tutti questi canali di finanziamento previsti per gli ospedali classificati sono stati interrotti con l'avvento dal 1o gennaio 1995 del nuovo sistema di finanziamento non più per diaria ma per tariffa per patologia trattata (Drg's), parziale ed omnicomprensiva;
lo stesso ministero della sanità con note del 16 giugno e 21 giugno 1997 afferma, peraltro, esplicitamente che non è giustificabile una disparità di trattamento nei confronti degli ospedali classificati che «devono essere equiparati a tutti gli effetti agli ospedali del servizio sanitario nazionale»;

impegna il Governo

ad estendere ogni iniziativa destinata alle strutture pubbliche anche agli ospedali classificati a partire dalla copertura economica degli oneri connessi ai rinnovi contrattuali del personale degli ospedali classificati e enti a scopo non lucrativo e qualora essi siano addivenuti all'adeguamento sia tecnico che organizzativo delle proprie strutture secondo il decreto legislativo n. 502 del 1992 ed in ottemperanza dell'articolo 1 comma 18 del decreto legislativo n. 229 del 1999 ad adeguati finanziamenti sia per i costi correnti che per quelli necessari per la realizzazione di nuove strutture e servizi, oltre che per l'acquisizione di nuove tecnologie.
9/7328/66. Burani Procaccini, Massidda, Cuccu.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 68 del disegno di legge finanziaria per il 2001 ha previsto che l'utilizzo dei proventi derivanti dalla licenze Umts sia destinato anche allo sviluppo della società dell'informazione e quindi anche all'informatizzazione della pubblica amministrazione;
il relatore ha ritenuto non necessario l'emendamento aggiuntivo n. 68.04 finalizzato a precisare che tali finanziamenti fossero destinati anche alla scuola,


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ritenendo la scuola parte della pubblica amministrazione e quindi già compresa tra i soggetti finanziabili;

impegna il Governo

ad adottare iniziative affinché dei fondi spettanti al ministero della pubblica istruzione siano destinatari anche le istituzioni scolastiche autonome ai sensi dell'articolo 21 della legge n. 59 del 1997.
9/7328/67. Capitelli, Rossiello, Raffaldini, Mauro, Bracco, Dedoni, Ruzzante, Maura Cossutta, Rava, Scrivani, Vignali, Dalla Chiesa, Mazzocchin, Schmid, Grignaffini, Acciarini, Voglino, Risari, Riva, Castellani, Sbarbati.

La Camera,
preso atto che la immediata confluenza degli stanziamenti stabiliti da varie leggi nel Fondo nazionale per le politiche sociali, di cui al comma 14 dell'articolo 53 del disegno di legge 7329-A - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001) - consente alle regioni una capacità di programmazione rapportata alle specifiche necessità territoriali e ai bisogni sociali propri delle singole popolazioni;
considerato che ciascuna regione dovrà effettuare la programmazione degli interventi e dei servizi sociali secondo i princìpi e i criteri della legge 8 novembre 2000, n. 328, di riforma dell'assistenza;

impegna il Governo

ad adottare le iniziative di propria competenza affinché sia assicurato che, nella erogazione da parte delle regioni delle quote del Fondo nazionale ad esse trasferite dallo Stato, i progetti di cui alle singole leggi citate nel sunnominato comma 14, già approvati e che sono in corso di attuazione, siano compiutamente sostenuti dalle Regioni; e i bisogni sociali e gli obbiettivi che sono oggetto di ognuna delle leggi di settore, vengano comunque affrontati e soddisfatti in ciascun ambito regionale, nel rispetto dei progetti presentati dagli enti locali e in relazione agli specifici bisogni territoriali.
9/7328/68. Scantamburlo, Polenta, Giacalone.

La Camera dei deputati,
esaminato il disegno di legge finanziaria;
tenuto conto della previsione in esso contenuta di destinare le entrate derivanti dalle sanzioni comminate dall'Autorità Antitrust ad azioni in favore dei consumatori;

impegna il Governo

a finalizzare prioritariamente tali risorse al contenimento degli effetti derivanti dall'aumento del prezzo dei carburanti e delle tariffe assicurative.
9/7328/69. Manzini, Migliavacca, Panattoni, Penna.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2001;

impegna il Governo

a riconoscere, entro il limite di spesa di lire 50 miliardi per l'anno 2001, un contributo statale fino a lire 600.000 alle persone fisiche che provvedano alla installazione di un impianto di alimentazione a metano o gpl su un veicolo di proprietà, di cui risulti l'intestazione alla persona fisica medesima o ai suoi familiari conviventi, che sia stato immatricolato in un anno compreso tra il 1988 e il 1992 e che sia in regola con le revisioni periodiche previste dal codice della strada.
9/7328/70. Berselli, Manzini.


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La Camera,
premesso che:
l'articolo 76 del disegno di legge finanziaria avente ad oggetto il patrimonio idrico nazionale è stato modificato, nel corso della votazione, dall'accoglimento degli identici emendamenti 76. 4 e 76. 5;
la modifica apportata determina una disponibilità di 2 miliardi portando il complessivo ammontare delle risorse utilizzabili da 55 a 53 miliardi,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative per destinare gli ulteriori 2 miliardi di lire alla implementazione delle risorse stanziate a favore dell'Ente per lo sviluppo e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia portandole da 5 a 7 miliardi.
9/7328/71. Domenico Izzo.

La Camera,
premesso che:
l'autonomia delle istituzioni scolastiche, introdotta dalla legge 15 marzo 1997, n. 59, è a regime dall'anno scolastico 2000/2001;
sono stati avviati e si sono conclusi i corsi di formazione, di cui all'articolo 25-ter del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, per i capi d'istituto già in servizio con contratto di lavoro a tempo indeterminato per l'attribuzione della nuova qualifica di dirigente scolastico;
il decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, così come modificato dalla legge 15 marzo 1997, n. 59 e dal decreto legislativo 6 marzo 1998, n. 59, ha fissato nuovi criteri e modalità per il reclutamento, dei nuovi dirigenti scolastici mediante corso concorso selettivo di formazione ed occorre ora provvedere alla sua indizione per la copertura dei posti vacanti e disponibili;
il decreto legislativo 6 marzo 1998, n. 59, ha inoltre previsto una riserva del 40 per cento dei posti messi a concorso per il personale che abbia già prestato servizio, in qualità di preside incaricato, per almeno un triennio;

impegna il Governo

ad accelerare i tempi per l'indizione del corso concorso selettivo di formazione per consentire:
il regolare funzionamento delle attività scolastiche secondo i princìpi dell'autonomia nelle sedi non ancora coperte da titolare;
l'organizzazione dei corsi di formazione per i vincitori di concorso in tempo utile per l'avvio dell'anno scolastico 2001/2002;
a prevedere nell'ambito delle prove concorsuali una giusta valorizzazione delle competenze e professionalità acquisite dai presidi incaricati;
a considerare in maniera adeguata, ai fini della formulazione della graduatoria per l'accesso al corso di formazione, il servizio prestato in qualità di presideincaricato ed i titoli culturali e professionali posseduti dagli aspiranti.
9/7328/72. Dedoni, Capitelli, Bracco, Acciarini, Vignale, Ventura, Caruano, Rizza, Grignaffini, Soave, Cappella, Riva, Voglino.

La Camera,
premesso che le gravi carenze nel settore dei trasporti hanno frenato lo sviluppo economico e la crescita civile del Molise;
questa regione in passato è stata esclusa dai pochi collegamenti autostradali del centro-sud, con eccezione per la limitata fascia adriatica attraversata dalla A14;
Campobasso è l'unico capoluogo di provincia non servito da autostrada;
considerato che solo dopo gravi eventi calamitosi (frana di Ripalimosani) e ripetuti crolli spontanei di viadotti lungo la


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Fondo Valle Biferno (o Bifernina), enfatizzata negli anni '70 del secolo scorso come direttrice di sviluppo del Molise, il Governo ha considerato l'alto rischio di tale arteria, assumendo formali impegni per una nuova e più lunga direttrice tra Termoli e San Vittore (Lazio) per collegare l'A 14 Adriatica all'Autosole;
il nuovo collegamento non può non avere le caratteristiche strutturali di un raccordo autostradale, previste per la già finanziata variante esterna di Venafro; che ne è un sgmento importante;
solo dopo l'ennesimo e gravissimo incidente stradale dell'11 agosto 2000 - ben 7 morti - il Governo ha considerato elevata la pericolosità di un tortuoso tratto della statale Benevento-Campobasso assumendo impegni finanziari per un tracciato alternativo;
rilevato che il Molise ha legami storico-culturali e socio-economici con il Sannio beneventano, che vanno anche rafforzati con idonee infrastrutture nel settore dei trasporti per svilupparne ampie fascie marginali;
moderni e rapidi collegamenti attraverso quest'area, servita da un raccordo autostradale per le A16 (Napoli-Bari) e A3 (Salerno-Reggio Calabria), possono aprire al Molise le porte del Tirreno meridionale e alla Campania quelle dell'Adriatico centro-settentrionale;
che il raccordo autostradale A 16-Benevento va prolungato per una trentina di chilometri. Sino all'innesto sulla futura direttrice A 14-Termoli-San Vittore/Autosole;

impegna il Governo

perché il Ministro dei lavori pubblici inserisce nel proprio bilancio, tra le priorità, anche il prolungamento del raccordo autostradale A 16-Benevento sino all'innesto con il realizzando collegamento Termoli-San Vittore.
9/7328/73. De Simone, Occhionero.

La Camera,
premesso che:
con l'orario entrato in vigore il 24 settembre scorso le Ferrovie Spa hanno cancellato la fermata a Termoli (Campobasso) per l'unica coppia di «Eurostar» Milano-Lecce e Lecce-Milano (33203 e 34654) in esercizio sulla stessa direttrice in sostituzione d'una soppressa coppia di «Intercity»;
il Molise e il Sannio beneventano sono stati privati dell'unico collegamento a alta velocità sulla linea Adriatica con quelle regioni del Paese (Emilia Romagna-Lombardia-Piemonte) con cui hanno non solo rapporti economici ma soprattutto legami affettivi, determinati da decenni di flussi migratori per essere state terre di approdo per migliaia di emigrati meridionali;
tale soppressione ha determinato la cancellazione dei servizi sostitutivi su gomma istituiti da alcuni anni sulla tratta Salerno-Avellino-Benevento-Campobasso-Termoli in funzione proprio di quella fermata, privando di altri importanti collegamenti un'ampia zona interna del centro-sud, già molto povera di infrastrutture nel settore dei trasporti, essenziali per lo sviluppo e la crescita civile;
tale soppressione sarebbe stata motivata con la necessità di ridurre i tempi di percorrenza degli «Eurostar» in questione, che tuttavia non possono procedere ad elevate velocità per i ritardi nell'adeguamento degli impianti fissi della linea Adriatica, sicché l'utilità conseguita è di qualche irrilevante minuto;
le Ferrovie Spa non possono «punire» zone del Paese che hanno bisogno invece del loro indispensabile ruolo di servizio pubblico inteso come fattore a volte unico di promozione civile;
l'attuale linea Termoli-Campobasso-Benevento-Avellino-Salerno è l'unica verticale Nord-Sud tra Adriatico e Tirreno e che è stata sempre trascurata o dimenticata, mentre un suo radicale ammodernamento


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potrebbe rendere rapidi i collegamenti tra i due mari in un sistema di comunicazioni proiettate per il traffico merci anche su direttrici internazionali, oltre le rispettive sponde;
l'area di Termoli è stata già individuata come sito d'un interporto nel contesto del progetto del «corridoio adriatico»;

impegna il Governo

perché il Ministro dei trasporti inserisca nel proprio bilancio adeguati fondi per lo studio d'un progetto di fattibilità d'una moderna linea ferroviaria Termoli-Campobasso-Benevento, tronco essenziale d'una rapida verticale Adriatico-Tirreno.
9/7328/74. Occhionero, De Simone, Marinacci.

La Camera,
premesso che:
l'aumento del costo dei carburanti ed il deprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro Usa ha già comportato e comporterà pesanti perdite nei bilanci delle compagnie aeree;
il costo del carburante incide in misura consistente sul costo complessivo del biglietto aereo;
a fronte del peggioramento dei risultati economici si rischiano riduzioni nelle attività di manutenzione dei mezzi e di formazione degli addetti, con conseguente rischio della sicurezza dei voli;

impegna il Governo

ad individuare gli strumenti più opportuni per intervenire a sostegno delle compagnie aeree operanti collegamenti nazionali al fine di fronteggiare i maggiori costi derivanti dall'aumento del prezzo del carburante avio nella misura massima di 250 miliardi, limitatamente all'anno 2001.
9/7328/75. Attili, Bruno, Martini, Lotta, La macchia, Staiano, Boghetta, Mammola, Fioretti, Savarese, Panattoni.

La Camera,
premesso che il disegno di legge finanziaria stabilisce che per far fronte alle emergenze determinatesi nel settore agricolo e zootecnico a seguito delle malattie e della crisi di mercato si proceda con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali;
considerato che il Parlamento ha elaborato norme che rispondono alle sopracitate emergenze, in particolare nella definizione in sede redigente dell'A.C. 6559;

impegna il Governo

a predisporre il decreto ministeriale in coerenza con le scelte normative elaborate dal Parlamento in particolare con l'A.C. 6559 nel testo approvato in sede redigente della commissione agricoltura.
9/7328/76. Rava, Rossiello, Rubino, Corvino, Tattarini, Caruano, Cappella, Rizza.

La Camera,
considerato che:
in data 31 maggio 1999, con decreto n. 1071, è stato approvato e finanziato dal ministero del tesoro, bilancio e programmazione economica il patto territoriale della Venezia orientale;
sono state concesse agevolazioni finanziarie a 38 aziende per un investimento complessivo di lire 69.182.000.000 con un onere per lo Stato pari a lire l7.837.000.000;
sono state pianificate opere infrastrutturali connesse alle attività produttive per 5.240.000.000 e relative al sistema informativo territoriale;
successivamente all'approvazione e finanziamento del patto, il soggetto responsabile,


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gli amministratori locali e le associazioni di categoria e del lavoro hanno promosso la realizzazione del primo protocollo aggiuntivo al patto con un coinvolgimento sia delle aziende che degli enti pubblici;
a seguito della pubblicazione del bando per la presentazione dei programmi di investimento, le aziende inserite nel documento sono 86, con investimenti per circa 284 miliardi e un onere a carico dello Stato di circa 50 miliardi;
a supporto di tali investimenti produttivi sono state individuate, quale prioritarie, opere infrastrutturali per 87 miliardi con un contributo dello Stato di 26 miliardi;
da tali investimenti la ricaduta occupazionale sarà di 600 nuove unità lavorative in un territorio, il Veneto Orientale, che non ha conosciuto gli stessi ritmi di sviluppo del resto del Nord-Est;

impegna il Governo

ad approvare e sostenere il 1o protocollo aggiuntivo al patto territoriale della Venezia orientale.
9/7328/77. Basso.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 20001;
preso atto di quanto disposto al comma 3 dell'articolo 34, nel quale viene rideterminata la spesa relativa ai rinnovi contrattuali del personale del comparto scuola,

impegna il Governo

ai fini di un effettivo miglioramento della funzionalità della docenza a prevedere, in sede di contrattazione, misure idonee a garantire l'espletamento dell'attività didattica anche nelle istituzioni scolastiche ubicate in zone disagiate, quali possono essere considerate quelle di montagna.
9/7328/78. Bianchi Clerici, Rodeghiero, Santandrea.

La Camera,
premesso che il decreto legislativo n. 626 del 1994 e successive modificazioni prevede programmi di adeguamento alle normative riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo del lavoro;
considerato che anche per tutte le strutture turistiche ricettive incombe l'obbligo del rispetto piena della legge n. 626 del 1994;
considerate le particolari difficoltà che l'industria della ricettività incontra per esigenze di lavoro e per la complessità e l'onerosità delle procedure previste dalla legge n. 626 del 1994 che scadono il 30 dicembre 2000;
considerato inoltre che il decreto legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000 agli articoli 23 e 24 per gli anni 1999-2001 istituisce un fondo di 600 miliardi per i programmi e progetti in materia di sicurezza e igiene del lavoro (articolo 23) e di 150 miliardi per progetti formativi e per l'abbattimento delle barriere architettoniche;
considerato che tutte le aziende di ricettività turistica rientrano tra quelle che hanno urgente necessità dei lavori di adeguamento in rapporto anche alla vetustà della gran parte delle aziende turistico ricettive;

impegna il Governo

a prorogare al 31 dicembre 2001 i termini di predisposizione dei programmi di adeguamento delle strutture turistiche di ospitalità e dell'organizzazione ricettiva censita alle normative di sicurezza ed igiene del lavoro in attuazione del decreto legislativo n. 626 del 1994 e successive modificazioni;
a destinare al settore delle aziende di ospitalità italiane il 15 per cento dei fondi


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previsti dal decreto 15 settembre 2000 del ministero del lavoro (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 23 del 23 settembre 2000) per il finanziamento da parte dell'Inail, nel cui ambito di competenza territoriale è localizzata l'unità produttiva di ospitalità censita, entro il 31 dicembre 2001, di progetti per l'applicazione degli articoli 21 e 22 del decreto legislativo n. 626 del 1994 e successive modificazioni, anche tramite la produzione di strumenti e prodotti plurilingue informatici, multimediali, grafico-visive banche dati da rendere disponibili per la clientela italiana e straniera in forma gratuita o a costo di produzione.
9/7328/79. Scaltritti, Conte, Leone, Scarpa Bonazza Buora, Collavini, De Ghislanzoni Cardoli, Pezzoli, Marinacci.

La Camera,
premesso che:
la professione di assistente sociale riveste sempre più un ruolo fondamentale nell'ambito delle attività sanitarie;
a tale ruolo non è stato ancora dato un giusto riconoscimento in termini economici, anche in relazione a quanto si sta profilando nell'ambito del rinnovo del contratto che determinerebbe una iniqua sperequazione con altre figure professionali del pubblico impiego;
l'attività di lavoro degli assistenti sociali, nell'ambito del servizio sanitario, è spesso sottoposta a numerosi rischi derivanti dalle particolari condizioni in cui si svolge;

impegna il Governo

a favorire l'applicazione a tutti gli assistenti sociali operanti nel settore sanitario della disciplina in materia di attività usuranti e la indennità di rischio;
a favorire il passaggio automatico alle fasce superiori con anzianità di servizio di dieci anni tra una fascia e l'altra.
9/7338/80. Carlesi, Antonio Pepe.

La Camera,
considerato che nel campo della salute mentale ci troviamo di fronte a servizi pubblici oberati da oneri impropri, con personale inadeguato e privi per giunta di risorse per affrontare i problemi della nuova sofferenza, in particolare di quella più grave;
valutato che si rende indispensabile la destinazione di risorse finanziarie certe, senza alcun onere a carico del bilancio della Stato, per la realizzazione di un progetto concreto, volto a rispondere positivamente ai gravi bisogni dei malati mentali abbandonati sul territorio e privi di qualsiasi assistenza specifica;

impegna il Governo

tenuto conto di quanto già disponeva la legge finanziaria del 23 dicembre 1994 n. 724 articolo 3, comma 5, ad adottare gli opportuni provvedimenti, anche attraverso la vendita parziale dei beni mobili ed immobili degli ospedali psichiatrici, o la loro locazione, per destinare risorse per la salute mentale, in particolare per i malati mentali della nuova utenza..
9/7328/81. Vozza, Iannelli, Sales, Siniscalchi, Giardiello, De Simone, Cennamo, Siola, Giannotti, Petrella, Barbieri, Serafini Gatto, Battaglia, Cossutta Maura.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2001;

impegna il Governo

ad affrontare la questione che si pone per gli alloggi degli Ater (o Iacp) ai quali sia stato apposto il vincolo della legge 1089 del 1939;
tale condizione impedisce agli inquilini interessati all'acquisto di tali alloggi di beneficiare delle condizioni previste dalla legge 560 del 1993, introducendo un elemento


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di evidente disparità tra gli inquilini senza che ciò sia giustificato da esigenze di tutela storico-architettonica;
a individuare meccanismi e procedure in grado di risolvere positivamente il problema.
9/7328/82. Vannoni, Susini, Biricotti, Vigni.

La Camera,
premesso che:
la storica debolezza infrastrutturale della regione Calabria, sia sul piano dei servizi che quello dei trasporti, la mantiene distante dai mercati del nord Italia e da quelli comunitari, con notevoli negative conseguenze sulla precaria economia, penalizzata anche dall'aumento vertiginoso dei costi dei derivati petroliferi;
le vocazioni naturali della Calabria, sono:
1) il turismo che non è stato finora in grado di garantire un reddito sicuro per l'intero arco dell'anno, a causa dei costi elevati delle compagnie aree, ferroviarie e viarie, e la spietata concorrenza con altre località più organizzate, e dove, peraltro, la stagionalità e i pacchetti turistici offerti, sono più vantaggiosi;
2) l'agricoltura, il cui settore è da qualche anno fortemente in crisi per via della impossibilità di competere con le importazioni nord-africane, favorite dai bassissimi costi della manodopera e degli oneri sociali;
il ritardo dell'attuazione degli impegni del Governo, per quanto riguarda il punto n. 60 del programma dell'Ulivo presentato agli elettori nelle elezioni politiche del 1996, recante «Disposizioni per l'assetto idrogeologico del territorio», non ha considerato le regioni più deboli come la Calabria, che, peraltro, è favorita da un clima mediterraneo ideale, dalla presenza di importanti parchi naturali e ha circa 750 chilometri di costa, che devono essere protette e salvaguardate per non compromettere ulteriormente il degrado ambientale cui parte della regione è stata vittima per le innumerevoli speculazioni edilizie che hanno fatto scempio di luoghi incantevoli descritti in modo mirabile da Berto, Alvaro Repaci, e tanti altri autori famosi;
gli incendi boschivi degli ultimi anni, oggetto anche di indagini della magistratura ordinaria e contabile, il mare inquinato in gran parte delle coste tirreniche e ioniche, la scarsezza di un adeguato approvvigionamento idrico, la mancata realizzazione della terza corsia autostradale, il fatto che l'alta velocità si ferma a Napoli, la mancanza di prospettive serie per migliorare la viabilità delle litoranee tirreniche e ioniche, come del resto le difficoltà a realizzare nuove strutture portuali ed aeroportuali a causa anche dei ritardi delle procedure di erogazione delle risorse provenienti dalla programmazione negoziata, il sistema bancario che non aiuta le imprese meridionali e la mancanza di sicurezza da parte degli investitori locali, nazionali e comunitari, sono tutti fattori che non hanno consentito la modernizzazione della regione, relegandola ai gradini più bassi per quanto riguarda gli indici di sviluppo economico-sociale-occupazionale, confermati ultimamente anche dall'Istat;
i provvedimenti posti in essere in questi ultimi anni, come le borse lavoro, prestito d'onore, lsu, lpu, e quant'altro non si sono rivelati sufficienti per arginare il fenomeno diffuso della disoccupazione e della nuova emigrazione,

impegna il Governo

a garantire una maggiore attenzione nei confronti dei problemi della regione Calabria anche in considerazione che i fondi strutturali previsti 2000-2006, non risulteranno sufficienti per risolvere le situazioni descritte nel dispositivo del presente atto, ricordando, tra l'altro, che con la prevista prossima apertura dell'Unione europea ai Paesi dell'Est, saranno ridotte notevolmente le risorse economiche verso le regioni del Sud.
9/7328/83. Bergamo, Aloi, Fino.


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La Camera,
premesso che per il rilancio economico ed occupazionale del settore della pesca marittima è necessario, oltre alle misure agevolative previste dal disegno di legge 7328-bis, consentire che il rapporto di lavoro fra l'armatore della impresa di pesca e i membri dell'equipaggio possa essere istituito con il contratto di apprendistato e con il contratto di formazione e lavoro;

impegna il Governo

a provvedere affinché anche nell'ambito del Ccnl sfilato tra le Oo.ss. maggiormente rappresentative dei lavoratori del mare e rispettivamente dell'armamento vengano disciplinate con progetti quadro tali tipicità contrattuali.
9/7328/84. Giacalone.

La Camera,
vista la necessità di incentivare le attività di studio e di ricerca scientifica nei settori oncologico, genomico e delle neuroscienze presso laboratori universitari, ospedali, istituti, e fondazioni per consentire al nostro Paese di raggiungere traguardi ancora più importanti e significativi nella lotta a queste malattie, connesse con i settori indicati;
in materia esistono diversi progetti di legge, già da tempo presentati alla Camera, per i quali sarebbero necessarie una sollecita discussione e approvazione;

impegna il Governo

ad adottare ogni opportuna iniziativa nelle materie oggetto dei citati progetti di legge.
9/7328/85. Veltroni, Sbarbati, Manzione, Soro, Cossutta, Mussi, Bastianoni, Paissan, Monaco, Testa, Giannotti, Furio Colombo, Marongiu, Mazzocchin, Petrella, Giordano, Di Capua, Bracco.

La Camera,
premesso che:
in base al disposto del decreto legislativo n. 261 del 1999, dal 1o gennaio 2001 cessano di validità le concessioni postali a favore degli operatori privati del settore;
è in corso il confronto tra il Governo italiano e la Commissione europea in ordine alla procedura di infrazione avviata per violazione degli articoli 82 e 86 del Trattato dell'Unione;
la relativa decisione potrebbe determinare un obbligo a modificare la normativa nazionale secondo le direttive comunitarie;
la normativa in vigore espone il nostro paese al rischio concreto di elevate sanzioni anche pecuniarie in relazione all'acquisto di efficacia della norma in questione a decorrete dal 1o gennaio 2001;
che le Poste italiane si sono impegnate a garantire l'occupazione totale del sottore,

impegna il Governo

a promuovere gli opportuni accordi fra Poste italiane ed operatori privati per realizzare la piena occupazione del settore e diversamente a valutare positivamente la possibilità di sospendere l'efficacia della norma di cui all'articolo 23 del decreto legislativo n. 261 del 1999, prevedendo una proroga al 31 dicembre 2001 delle concessioni postali in essere.
9/7328/86. Manzione. Soro, Monaco, Bastianoni.
(Testo così modificato nel corso delle sedute).

La Camera,
considerato che:
l'articolo comma 6 della legge n. 132 del 1968 prevede che gli istituti e gli enti ecclesiastici, ove in possesso dei re


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quisiti previsti di legge possono ottenere, a richiesta, che i loro ospedali siano classificati in una delle categorie di cui agli articoli 20 e seguenti anche ai fini dell'applicazione delle disposizioni contenute nel titolo IV della legge de qua (piano nazionale ospedaliero, piano regionale ospedaliero e relativi finanziamenti);
considerato che le strutture interessate sono state conseguentemente classificate ex lege 132 del 1968 e legge n. 817 del 1973, e sono equiparate, secondo le disposizioni vigenti, ai fini dell'erogazione dell'assistenza ospedaliera, ai corrispondenti ospedali pubblici con specifici decreti del ministero della sanità;
l'atto di classificazione peraltro, non modifica, ai sensi della citata legge n. 132 del 1968 il regime giuridico-amministrativo degli enti titolari delle strutture classificate;
la classificazione ed equiparazione sono state confermate dalle successive leggi in materia sanitaria e più specificatamente all'articolo 41 della legge 833 del 1978 ed articolo 4 comma 12 decreto legislativo 502 del 1992 così come modificato dal decreto legislativo 517 del 1993 e decreto legislativo 229 del 1999 e successive modificazioni;
l'articolo 41 della legge 833 del 1978 ha confermato il concetto di pubblico servizio dell'assistenza sanitaria erogata dagli enti ecclesiastici, ritenuti parte integrante del sistema sanitario, pur mantenendo la loro immutata autonomia giuridico-amministrativa. Per essi sono previsti atti convenzionali obbligatori;
parimenti l'articolo 4 comma 12 del decreto legislativo 502 del 1992 dispone che «nulla è innovato:per quanto concerne gli enti che esercitano assistenza ospedaliera di cui agli articoli 40-41-43 legge 833 del 1978:» confermando, pertanto, l'inclusione a pieno titolo di detti enti nel servizio sanitario nazionale e regionale, richiedendo loro l'adeguamento dei propri regolamenti organici e dei servizi ai principi del citato decreto legislativo;
la legge finanziaria n. 412 del 1991 ha previsto per gli Ircss, l'accesso, oltre quanto previsto dalle vigenti convenzioni, ai finanziamenti di cui all'articolo 20 legge n. 67 del 1988, chiarendo e superando il presunto limite della destinazione dei finanziamenti previsti soltanto per le strutture pubbliche;
la natura degli Ircss privati, a maggior ragione non può denegarsi tale possibilità per gli ospedali classificati ed anche per gli enti no profit operanti nel settore sanitario e assistenziale, in forza della loro natura e finalità specifica;
tutti questi canali di finanziamento previsti per gli ospedali classificati sono stati interrotti con l'avvento dal 1o gennaio 1995 del nuovo sistema di finanziamento non più per diaria ma per tariffa per patologia trattata (Drg's), parziale ed omnicomprensiva;
lo stesso ministero della sanità con note del 16 giugno e del 21 giugno 1997 afferma, peraltro, esplicitamente che non è giustificabile una disparità di trattamento nei confronti degli ospedali classificati che «devono essere equiparati a tutti gli effetti agli ospedali del servizio sanitario nazionale;

impegna il Governo

ad operare in sede di Conferenza permanente fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano affinché;
a) le regioni assicurino, nel rispetto della normativa vigente, agli istituti ed enti richiamati in premessa un finanziamento sufficiente a garantire la copertura economica degli oneri connessi ai rinnovi contrattuali del personale, per la parte in cui questi conseguono alla disciplina recata dal decreto legislativo n. 229 del 1999;
b) le regioni siano disponibili a ricomprendere i predetti enti ed istituti nella programmazione degli interventi di riqualificazione edilizia e tecnologica finanziabili ai sensi dell'articolo 20 della legge


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n. 67 del 1988, con conseguente adozione, da parte del Governo, di ogni iniziative necessaria a garantire l'accesso ai finanziamenti da parte degli enti ed istituti in questione, con vincolo di destinazione trentennale al servizio sanitario nazionale delle strutture e dei macchinari oggetto degli interventi finanziati.
9/7328/87. Repetto, Fioroni, Polenta, Scantamburlo, Casinelli, Giacalone.

La Camera,
considerato che:
l'articolo comma 6 della legge n. 132 del 1968 prevede che gli istituti e gli enti ecclesiastici, ove in possesso dei requisiti previsti di legge possono ottenere, a richiesta, che i loro ospedali siano classificati in una delle categorie di cui agli articoli 20 e seguenti anche ai fini dell'applicazione delle disposizioni contenute nel titolo IV della legge de qua (piano nazionale ospedaliero, piano regionale ospedaliero e relativi finanziamenti);
considerato che le strutture interessate sono state conseguentemente classificate ex lege 132 del 1968 e legge n. 817 del 1973, e sono equiparate, secondo le disposizioni vigenti, ai fini dell'erogazione dell'assistenza ospedaliera, ai corrispondenti ospedali pubblici con specifici decreti del ministero della sanità;
l'atto di classificazione peraltro, non modifica, ai sensi della citata legge n. 132 del 1968 il regime giuridico-amministrativo degli enti titolari delle strutture classificate;
la classificazione ed equiparazione sono state confermate dalle successive leggi in materia sanitaria e più specificatamente all'articolo 41 della legge 833 del 1978 ed articolo 4 comma 12 decreto legislativo 502 del 1992 così come modificato dal decreto legislativo 517 del 1993 e decreto legislativo 229 del 1999 e successive modificazioni;
l'articolo 41 della legge 833 del 1978 ha confermato il concetto di pubblico servizio dell'assistenza sanitaria erogata dagli enti ecclesiastici, ritenuti parte integrante del sistema sanitario, pur mantenendo la loro immutata autonomia giuridico-amministrativa. Per essi sono previsti atti convenzionali obbligatori;
parimenti l'articolo 4 comma 12 del decreto legislativo 502 del 1992 dispone che «nulla è innovato:per quanto concerne gli enti che esercitano assistenza ospedaliera di cui agli articoli 40-41-43 legge 833 del 1978:» confermando, pertanto, l'inclusione a pieno titolo di detti enti nel servizio sanitario nazionale e regionale, richiedendo loro l'adeguamento dei propri regolamenti organici e dei servizi ai principi del citato decreto legislativo;
la legge finanziaria n. 412 del 1991 ha previsto per gli Ircss, l'accesso, oltre quanto previsto dalle vigenti convenzioni, ai finanziamenti di cui all'articolo 20 legge n. 67 del 1988, chiarendo e superando il presunto limite della destinazione dei finanziamenti previsti soltanto per le strutture pubbliche;
la natura degli Ircss privati, a maggior ragione non può denegarsi tale possibilità per gli ospedali classificati ed anche per gli enti no profit operanti nel settore sanitario e assistenziale, in forza della loro natura e finalità specifica;
tutti questi canali di finanziamento previsti per gli ospedali classificati sono stati interrotti con l'avvento dal 1o gennaio 1995 del nuovo sistema di finanziamento non più per diaria ma per tariffa per patologia trattata (Drg's), parziale ed omnicomprensiva;
lo stesso ministero della sanità con note del 16 giugno e del 21 giugno 1997 afferma, peraltro, esplicitamente che non è giustificabile una disparità di trattamento nei confronti degli ospedali classificati che


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«devono essere equiparati a tutti gli effetti agli ospedali del servizio sanitario nazionale;

impegna il Governo

ad operare in sede di Conferenza permanente fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano affinché;
c) le regioni assicurino, nel rispetto della normativa vigente, agli istituti ed enti richiamati in premessa un finanziamento sufficiente a garantire la copertura economica degli oneri connessi ai rinnovi contrattuali del personale, per la parte in cui questi conseguono alla disciplina recata dal decreto legislativo n. 229 del 1999;
d) le regioni siano disponibili a ricomprendere i predetti enti ed istituti nella programmazione degli interventi di riqualificazione edilizia e tecnologica finanziabili ai sensi dell'articolo 20 della legge n. 67 del 1988, con conseguente adozione, da parte del Governo, di ogni iniziative necessaria a garantire l'accesso ai finanziamenti da parte degli enti ed istituti in questione, con vincolo di destinazione trentennale al servizio sanitario nazionale delle strutture e dei macchinari oggetto degli interventi finanziati.
9/7328/88. Sciacca, Lucà, Lucidi, Maselli.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria;

impegna il Governo

ad escludere il personale di sostegno della scuola dalla riduzione del personale statale prevista dall'articolo 35, comma 1, lettera a), per l'anno 2001.
9/7328/89. Nardini, Lenti.

La Camera,
considerato che:
a causa del rinvio della entrata in vigore del decreto legislativo n. 244 del 1997 e nonostante un parziale riequilibrio avviato in questi anni, permangono forti sperequazioni nell'entità dei trasferimenti erariali ai Comuni;
preso atto che il processo di riequilibrio compie un altro passo con la previsione, contenuta nell'articolo 37, che attribuisce l'incremento del fondo ordinario legato all'inflazione programmata ai soli comuni i cui trasferimenti risultano inferiori alla media della classe demografica di appartenenza;
ritenuto che tutto ciò consente di accelerare il processo di riequilibrio per i comuni più penalizzati;

impegna il Governo

ad assumere le iniziative necessarie per riservare una quota dei maggiori trasferimenti previsti come incremento legato all'inflazione programmata a favore dei comuni che, rispetto alla media della classe di appartenenza, hanno una sottodotazione maggiore del 70 per cento.
9/7328/90. Guerra.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2001;

impegna il Governo

nell'ambito della realizzazione delle opere viarie di ammodernamento del cosiddetto corridoio tirrenico, d'intesa con la regione Toscana e gli enti locali interessati, ad attivare tutte le iniziative necessarie al reperimento delle risorse volte alla realizzazione della vartiante Aurelia (s.s.1) nel tratto Maroccone-Chioma, infrastruttura indispensabile al fine di evitare il transito dei mezzi pesanti sulla costa e per garantire la sicurezza del traffico.
9/7328/91. Susini.


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La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2001;
preso atto delle dichiarazioni del Governo, secondo cui vengono messi a disposizione delle zone alluvionate 3.600 miliardi;
considerato che le regioni, pur non avendo ancora completato in modo accurato la stima dei danni subiti, le province ed i comuni indicano un fabbisogno decisamente maggiore e che tale indicazione, seppur imprecisa, alla luce del consuntivo del precedente evento alluvionale del 1994, sembra decisamente più congruo di quello indicato dal Governo;
valutato tuttavia che, in presenza di stanziamenti insufficienti, rischia di rompersi il filo già troppo sottile tra istituzioni e cittadini, in una parte del Paese decisivo per la crescita dell'economia italiana;

impegna il Governo

a sollecitare le regioni a completare con rapidità la stima dei danni e la definizione degli interventi strutturali da realizzare;
a verificare, in pochi giorni, le stime indicate dalle regioni colpite dall'evento alluvionale;
conseguentemente a presentare al Parlamento, in tempo utile per l'approvazione definitiva di questa legge finanziaria, un piano adeguato di stanziamenti sul triennio, con un congruo fondo sin dall'anno 2001, onde consentire di erogare con celerità i contributi alle famiglie e alle imprese colpite e avviare gli interventi strutturali;
ad adottare tutti gli atti e/o provvedimenti urgenti in grado di rispondere con immediatezza alle esigenze di risarcimento dei danni, di ricostruzione, di messa in sicurezza dei territori che sono peculiari delle zone colpite, con particolare attenzione a quelle montane che esprimono evidenti esigenze particolari.
9/7328/92. Massa, Muzio, Panattoni, Ortolano, Chiamparino, Caveri, Acciarini, Cavanna Scirea, Benvenuto, Buglio, Lucà, Penna, Rava, Cambursano, Rogna Manassero di Costigliole, Merlo, Niedda, Dameri, Voglino.

La Camera,
considerato che sono necessarie strutture tipo hospice per dare un'assistenza che assicuri una vita dignitosa ai malati terminali che non possono essere, per così dire, «parcheggiati» negli ospedali, oppure afffidati alle sole cure dei familiari;
non tutti i pazienti in aids e hiv positivi sono in grado di potere pagarsi i farmaci retrovirali della haart che si sono dimostrati particolarmente efficaci nella cura dell'aids,

impegna il Governo

a presentare al Parlamento, entro 60 giorni dall'entrata in vigore del disegno di legge finanziaria, un piano triennale per realizzare strutture per i malati terminali e per la distribuzione gratuita a tutti i pazienti, compresi i detenuti, in aids e hiv positivi di farmaci retrovirali della haart, compatibilmente con le misure finanziarie previste.
9/7328/93.
Vignali, Bielli.
(Testo così modificato nel corso delle sedute).

La Camera,
premesso che:
la strada statale n. 207 «nettunense» è un'arteria essenziale per importanti comuni quali Anzio, Nettuno, Aprilia con un bacino complessivo di utenza superiore ai 100.000 abitanti;
la «nettunense», con svincolo sulla strada statale n. 148 Pontina, è il solo collegamento diretto esistente fra la capitale e le città di Anzio, Nettuno con il loro litorale;


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la «nettunense» e una strada a due corsie e, per l'elevato numero di incidenti spesso mortali, è considerata una delle strade statali più pericolose d'Italia;
a causa dello sviluppo industriale e imprenditoriale del territorio negli ultimi anni, aggiunto al progressivo fenomeno del decentramento, la capacità di traffico della «nettunense» è divenuta largamente insufficiente alle attuali necessità, con conseguenti problemi giornalieri di traffico nelle ore di punta;
tale fenomeno supera abbondantemente i livelli di criticità nei giorni festivi, ed in modo particolare nel periodo estivo, causando una sensibile diminuzione del traffico vacanziero e una limitazione allo sviluppo turistico di tutto il territorio. E che il superamento di tali livelli crea alle autorità locali problemi nel garantire la sicurezza, sia per quanto riguarda l'ordine pubblico, sia per eventuali operazioni di soccorso;

impegna il Governo

ad impiegare le necessarie risorse economiche per l'adeguamento della strada statale «nettunense», in modo da favorire lo sviluppo e la realizzazione di un serio progetto di risanamento e incentivazione alla crescita sociale, imprenditoriale e turistica dei comuni di Anzio e Nettuno.
9/7328/94.
Savarese.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria;
considerato l'aggravarsi della situazione dell'ordine pubblico e il peggioramento del livello di sicurezza in provincia di Cuneo,

impegna il Governo

a potenziare gli effettivi delle caserme dei carabinieri stanziate sul territorio provinciale.
9/7328/95.
Guido Rossi.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria;
considerato che l'articolo 4, al comma 5, modifica l'articolo 14, comma 1, della legge 15 dicembre 1998, n. 441, recante norme a favore dell'imprenditoria giovanile in agricoltura;

impegna il Governo

ad escludere, in sede di applicazione della citata disposizione, ogni e qualsiasi discriminazione tra aziende agricole con identiche situazioni successorie.
9/7328/96.
de Ghislanzoni Cardoli, Collavini.

La Camera,
premesso che:
l'area archeologica sommersa di Baia nel golfo di Pozzuoli rappresenta un patrimonio unico nel campo dell'archeologia. La città romana per le sue ville di Otium dei massimi rappresentanti dell'aristocrazia romana e delle stesse famiglie imperiali è oggi sommersa, a pochi metri di profondità a causa dei fenomeni di bradisismo caratteristici nel Golfo di Pozzuoli;
oggi a Baia (Napoli) esiste un porto commerciale e il transito delle navi, con il moto vorticoso delle eliche e i frequenti casi di incagliamento provoca l'irrimediabile distruzione della città sommersa, dei suoi mosaici, delle terme, delle peschiere, delle strade;
la straordinaria testimonianza della storia, unica e irripetibile, danneggiata dall'unica attività di carico e scarico di navi trasportanti infiammabili e rifiuti solidi urbani per e dalle isole di Procida e Ischia;
la tutela e la valorizzazione di questo straordinario sito archeologico sommerso potrebbe diventare linfa vitale per il


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decollo dall'economia locale, che trarrebbe ingenti benefici dall'incremento del turismo che ne deriverebbe;
nei mesi scorsi l'autorità marittima ha ordinato il divieto di transito delle navi nel porto di Baia sia per i danni prodotti alle preesistenze archeologiche sia perché si sono verificate, nel luglio scorso, lesioni e sgrottamenti al molo di attracco;

impegna il Governo:

a decretare il declassamento del porto di Baia da commerciale a turistico; a rimuovere i relitti di cinque navi semi affondate presenti da decenni nell'area portuale che comportano gravi pericoli per le strutture archeologiche sommerse e costituiscono fonte dl inquinamento dell'ambiente marino.
9/7328/97.
Eduardo Bruno, Grimaldi, Michelangeli.

La Camera,
considerato che:
il fiume Muson e relativi affluenti, Brenton ed Avenale, spesso generano gravi problemi di dissesto idrogeologico in ampie zone delle province di Treviso e Padova;
in particolar modo sono interessati a tali problemi i comuni della fascia pedemontana; trevisana, l'asolano e, a scendere, i comuni di Loria, Castello di Godego, Riese Pio IX, Castelfranco Veneto, nonché altri comuni dell'alto padovano;
le continue esondazioni, che tanti disagi creano nei territori citati, potrebbero essere evitate con interventi definitivi atti a creare dei bacini di invaso a monte dei corsi d'acqua in oggetto;
in particolare appare necessario fin da subito, eseguire la costruzione di muri spondali per l'arginatura di ampi tratti del corso d'acqua Muson;
le esondazioni del l998 e da ultime quelle dei primi giorni del corrente mese manifestano la necessità da un lato di risposte pronte da parte di tutte le autorità preposte, dall'altro di adeguati finanziamenti;

impegna il Governo

ad esperire ogni possibile iniziativa al fine di permettere la soluzione del problema sopra esposto, compreso lo stanziamento di adeguate risorse.
9/7328/98.
Luciano Dussin, Donner, Guido Dussin, Dozzo, Stucchi.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2001;
tenuto conto che con il decreto legislativo 23 dicembre 1999, n 505, è stato introdotto un nuovo regine tributario che agevola le assegnazioni di azioni alla generalità dei dipendenti (stock options), confluito nelle lettere g) e g-bis) dell'articolo 48 del testo unico delle imposte sui redditi;
rilevato che l'articolo 34 del disegno di legge A.S. 4336-B, approvato definitivamente dal Senato in data 9 novembre 2000, ha esteso l'ambito di applicazione del predetto regime tributario agli amministratori, sindaci e revisori societari ed ai collaboratori coordinati e continuativi;
considerato che le condizioni reddittuali ed economiche dei promotori finanziari, di cui all'articolo 31 del decreto legislativo n. 58 del 1998, e degli agenti di assicurazione, di cui alla legge n. 48 del 1979, risultano ampiamente assimilabili a quelle dei collaboratori coordinati e continuativi, in particolare delle imprese di investimento e di assicurazione;
tenuto conto del fatto che tale similitudine rende obiettivamente ingiustificata la previsione di un trattamento meno favorevole per i promotori finanziari e gli agenti assicurativi;
rilevata l'utilità, ampiamente manifestata dall'esperienza delle stock options ai


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fini della incentivazione e della «fidelizzazione» dei soggetti che possono avvalersene;

impegna il Governo

ad assumere al più presto le iniziative adeguate a consentire la fruizione del trattamento tributario delle stock options anche da parte dei promotori finanziari nonché degli agenti di assicurazione, se operanti per un unico gruppo assicurativo.
9/7328/99.
Rabbito, Pompili, Mauro, Occhionero, Grignaffini.

La Camera,
considerato che:
con l'applicazione del comma 37 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 1996, n 650 restano irrisolti alcuni problemi interpretativi connessi con la normativa contenuta nella legge 7 agosto 1990, n. 250 e successive modificazioni ed integrazioni;

impegna il Governo

in sede di applicazione del comma 11-ter dell'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, ad attenersi ai seguenti criteri interpretativi già adottati per la legge 25 febbraio 1987, n. 67 e successive modificazioni ed integrazioni.
a) le cooperative, editrici di periodici, che nei rispettivi statuti contengano la rinuncia allo scopo di lucro o il divieto alla distribuzione di dividendi o risorse, non devono considerarsi secondo il disposto dell'articolo 3, comma 11-ter, della legge 7 agosto 1990, n 250 imprese collegate o controllate tra loro;
b) le imprese editoriali possono cedere le provvidenze di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 agli enti pubblici che gestiscono forme obbligatorie di previdenza, secondo le modalità già previste dalla legge 22 dicembre 1989, n. 411.
9/7328/100.
Iacobellis, Ricci.

La Camera,
constatata l'importanza che sia assicurata la tranquillità delle attività imprenditoriali e commerciali, di esigenza peraltro avvertita dalle organizzazioni del mondo del lavoro e della produzione, nonché dalla società civile;
ritenuto di dover potenziare la collaborazione fra soggetti pubblici e privati negli ambiti di rispettiva competenza, al fine di facilitare lo sviluppo economico con mirate politiche di sicurezza;

impegna il Governo

ad adottare ogni misura utile a finanziare, con adeguate risorse, i protocolli di legalità e di sicurezza recependo in primo luogo questa diffusa esigenza in sede Cipe e predisponendo altri strumenti utili a finanziare e rendere operativi i protocolli su tutto il territorio nazionale.
9/7328/101. Palma, Jervolino Russo, Lucidi, Moroni, Sbarbati, Crema, Orlando, Scoca, Boato, Nardini, Sabattini, Molinari, Saonara, Ciani, Massa, Cerulli Irelli, Vincenzo Bianchi, Bergamo.

La Camera,
premesso che la cassa integrazione e l'indennità di mobilità per i lavoratori dipendenti delle imprese commerciali con un numero di dipendenti da 50 a 200, delle agenzie di viaggi e delle imprese di vigilanza è finanziata sino al 31-12-2000;
debbono essere risolti, per gli stessi lavoratori problemi posti dalla carenza di fondi registrati sia nel corso dell'anno 2000 che negli ultimi mesi del 1999;

impegna il Governo

in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali, a prorogare i trattamenti di cassa integrazione e di mobilità di cui all'articolo 81, comma 3, della legge 23 dicembre 1998, n. 448 nel limite di 150 miliardi a valere per l'anno 2001 e per i


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periodi privi di copertura degli anni 1999 e 2000 a carico del fondo di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.
9/7328/102.
Penna.

La Camera,
l'economia italiana è ancora caratterizzata dalla vocazione agricola del territorio che dovrebbe rappresentare ancora oggi un elemento trainante;
l'agricoltura tuttavia necessita di un intervento necessario a valorizzare l'esistente cd a elevare i livelli qualitativi delle produzioni locali;
per questo è necessario riconoscere il marchio dop per il fiordilatte e dei marchi Igp (indicazione geografica protetta) per il kiwi e Doc per il vino prodotto e raccolto nella provincia di Latina come già avviene per altri territori del nostro Paese;

impegna il Governo

ad attuare quanto previsto in premessa considerata l'importanza della difesa e del rilancio di tali prodotti e dell'area geografica di origine.
9/7328/103.
Bianchi Vincenzo, Scarpa Bonazza Buora, De Ghislanzoni Cardoli, Turroni.

La Camera,
di fronte all'emergenza costituita ogni anno dagli incendi boschivi, dalle piene alluvionali, e da altre calamità naturali;

impegna il Governo

a perseguire nella strada del potenziamento dei vigili del fuoco con l'immediata applicazione dalla legge n. 246 del 10 agosto 2000 e con l'adozione di misure necessarie per il progresivo aumento del personale e per il potenziamento delle strutture operative del corpo.
9/7328/104.
Maselli, Palma, Jervolino Russo, Lucidi.

La Camera,
premesso che:
tenuto conto dell'indagine conoscitiva svolta dalla IX Commissione trasporti sul tema della sicurezza dei trasporti marittimi e sulla tragedia del Moby Prince conclusasi con un documento finale che evidenzia la necessità di un continuo adeguamento dei trasporti marittimi a condizioni di maggiore sicurezza;
le associazioni dei familiari delle vittime ed i comuni, sedi delle città che hanno avuto vittime ogni anno, nel celebrare l'anniversario a Livorno, nelle cui acque è avvenuta la tragcdia riconfermano la necessità di un impegno rafforzato sul versante della sicurezza;
il comune di Livorno, ed altre città portuali stanno intensificando la loro attenzione al problema con interventi presso il Comitato delle Regioni della Comunità europea;

impegna il Governo

ad impegnare le risorse del Fondo straordinario istituito nella finanziaria 2001, previsto per promuovere trasporti marittimi sicuri, per dar vita, in accordo con le associazioni dei familiari delle vittime del Moby Prince e con la città di Livorno e le altre città portuali interessate dalla tragedia, ad un'istituzione che abbia l'obiettivo di promuovere la cultura della sicurezza dei trasporti marittimi tramite studi e ricerche, attivati anche attraverso l'erogazione di borse di studio a laureandi e giovani laureati.
9/7328/105. Biricotti, Mussi, Attili, Eduardo Bruno, Cordoni, Pennacchi.


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La Camera,
considerato che il provvedimento in esame ha delineato una manovra di bilancio intesa a promuovere il rilancio degli investimenti nelle aree depresse del Paese;
considerato che le agevolazioni per gli investimenti nelle aree svantaggiate hanno portato il Governo ad accordare un credito d'imposta per le suddette aree dal periodo del 31 dicembre 2000 fino al dicembre 2006 per favorire lo sviluppo produttivo di quelle aree o lo sviluppo di nuove attività;

impegna il Governo

ad estendere anche alle imprese situate nelle zone di cui all'articolo 4, comma 3 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, il credito d'imposta accordato per gli investimenti nelle aree svantaggiate.
9/7328/106.
Testa, Piscitello, Parisi, Monaco.

La Camera,
premesso che:
il consorzio delle neuroscienze, ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo del 29 settembre 1999, n. 381, riveste un ruolo di primaria importanza nel campo della ricerca;
al consorzio partecipano, su loro richiesta, università, consorzi interuniversitari, consorzi costituiti da soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca nel settore delle neuroscienze;

impegna il Governo

a definire in tempi rapidi lo statuto del Consorzio, avvalendosi anche della Commissione Nazionale sulle neuroscienze istituita con decreto ministeriale del 6 aprile 2000;
a predisporre un provvedimento diretto a finanziare la costituzione e l'attività del consorzio con adeguati stanziamenti.
9/7328/107. Loddo, Rogna Manassero di Costigliole.

La Camera,
premesso che, ciascuna Regione, individua un distretto a cui assegnare in via sperimentale, in accordo con la ASL interessata, la determinazione del budget complessivo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;

impegna il Governo

ad avvalersi per la determinazione delle spese legate alla prescrizione di prestazioni termali, in via sostitutiva, delle valutazioni effettuate in base agli accordi stipulati tra le associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative delle Aziende termali e le Regioni e Province autonome, per l'erogazione delle prestazioni termali, ai sensi dell'articolo 4 della legge di riordino del sistema termale approvata recentemente.
9/7328/108. Caccavari, Debiasio Calimani.

La Camera dei deputati,
preso atto che presso il Ministero della sanità sono ancora giacenti domande di cittadini per ottenere il riconoscimento come danneggiati da vaccino obbligatorio da poliomelite ed ottenere i relativi indennizzi,

impegna il Governo

a predisporre tutti gli strumenti per fornire ai cittadini in tale situazione tutte le informazioni necessarie; ad intervenire perché si possa procedere tempestivamente alla valutazione delle pratiche ancora in sospeso e all'eventuale liquidazione dell'indennizzo come previsto dalla legge 25 febbraio 1992, n. 210.
9/7328/109. Gatto, Giacco, Raffaldini, Campatelli, Sciacca, Mariani, Abbondanzieri, Sciacca.


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La Camera,
considerato che la legge n. 61 del 30 marzo 1998, relativa al terremoto che ha colpito le Marche e l'Umbria, già evidenziava la necessità di dare priorità al finanziamento dei patti territoriali ricadenti in quei territori come fondamentale e imprescindibile opportunità di rinascita e sviluppo dei territori stessi;
considerato che il progetto per il patto territoriale di Macerata ha visto una forte risposta da parte delle imprese per un intervento complessivo di circa 200 miliardi con un ammontare di contributo pubblico previsto pari a circa 71 miliardi e un importo per le infrastrutture di oltre 27 miliardi, vista la necessità di non disattendere le aspettative suscitate nella popolazione e di non ridimensionare i finanziamenti necessari così come previsto nel progetto;

impegna il Governo

al completo finanziamento del patto territoriale di Macerata per quanto riguarda la parte delle imprese, in maniera diretta o mediante trasferimento alla Regione, nel più breve tempo possibile tenendo inoltre in considerazione anche la possibilità di finanziare la parte infrastrutturale.
9/7328/110. Mariani, Giacco, Abbondanzieri, Duca, Gasperoni, Cesetti, Galdelli, Polenta, Sbarbati, Bastianoni.

La Camera dei deputati,
considerato che l'obiettivo è di superare una separatezza troppo rigida tra Stato ed enti locali, che in molti piccoli comuni, nei quali si trovano rilevanti beni monumentali, è d'impedimento alla valorizzazione di grandi ricchezze patrimoniali;
constatato che l'attivazione di sinergie tra Stato ed enti locali nella gestione dei musei può costituire occasione di sviluppo economico e sociale delle stesse città, migliorandone l'accoglienza e lo standard dei servizi.

impegna il Governo

a studiare e proporre misure e strumenti tesi a realizzare forme di partecipazione, tra il Ministero per i beni e le attività culturali e i comuni interessati, per la gestione delle risorse museali.
9/7328/111. Gasperoni.

La Camera dei deputati,
premesso che
valutate favorevolmente le disposizioni contenute nella presente legge relativa e all'esonero della partecipazione alla spesa da parte dei cittadini per indagini e prestazioni finalizzate alla diagnosi precoce dei tumori dell'apparato genitale femminile e del cancro e delle precancerosi dal colon-retto, al fine di evitare equivoci interpretativi sull'applicazione della norma del territorio, e di evitare che un eventuale reintroduzione di misure di partecipazione alla spesa delle prestazioni da parte delle regioni, possa verificare gli obiettivi di prevenzione secondaria fissati dall'articolo 57 della presente legge;

impegna il Governo

ad assumere idonee misure finalizzate all'affermazione dei seguenti princìpi:
a) nella previsione di esonero della partecipazione alla spesa sono ricomprese le procedure sanitarie e strumentali «intimamente» connesse con quella principale, ai fini dell'appropriatezza diagnostica;
b) dalla previsione di reintroduzione di misure di partecipazione alla spesa da parte delle regioni di cui al comma 2-septies dell'articolo 57 del presente provvedimento siano comunque escluse le procedure relative alla diagnosi precoce dei tumori di cui al comma 2-ter.
9/7328/112. Di Capua, Albanese, Cè, Cuccu, Teresio Delfino, Fioroni, Galletti, Giannotti, Gramazio, Lucchese, Manzione, Saia, Valpiana, Villetti, Veltri.


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La Camera,
premesso che:
l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) costituisce una delle strutture portanti del sistema di ricerca nazionale in campo medico ed un elemento essenziale del Sistema Sanitario Nazionale;
la risorsa fondamentale per la ricerca scientifica e tecnologica è quella umana;
l'Istituto Superiore di Sanità risente di una drammatica carenza di risorse umane in tutte le fasce di personale rispetto ai corrispettivi enti;
il comma 8-bis dell'articolo 61 autorizza lo stanziamento di 15 miliardi per gli anni 2001 e 2002 per consentire all'Istituto Superiore di Sanità di fare fronte, con propri dipendenti, ai compiti ad esso assegnati;

impegna il Governo

a mettere in atto tutti i provvedimenti necessari affinché la somma stanziata venga sollecitamente impiegata per potenziare le risorse umane destinate ad operare per gli obiettivi citati ed in particolare affinché:
vengano banditi, nel rispetto della normativa vigente, concorsi per assumere personale che abbia maturato comprovate professionalità altamente qualificate ed indispensabili al proseguimento ed al potenziamento delle attività di ricerca, sviluppo e servizio tecnologico dell'Istituto Superiore di Sanità ed a garantirne il corretto funzionamento;
si utilizzino, d'ora in avanti, tutti gli strumenti contrattuali e normativi previsti, nel corretto impiego di ciascuno di essi, in particolare evitando di ricorrere a forme di lavoro non contrattualizzato o comunque precario per il soddisfacimento, a tutti i livelli, di esigenze di risorse umane dell'Ente;
venga prontamente applicata, anche per l'Istituto Superiore di Sanità, la normativa vigente per gli Enti di ricerca riguardante i fabbisogni di personale, tramite una accurata programmazione triennale delle linee di sviluppo delle attività dell'Ente;
venga consentita una adeguata dinamica di carriera al personale in servizio che abbia maturato una adeguata professionalità.
9/7328/113. Maura Cossutta.

La Camera,
considerato che i medici dell'urgenza ed emergenza e dei servizi e gli specialisti ambulatoriali passati dal regime convenzionale al rapporto di dipendenza con il SSN, ai sensi della legge 222/99, dovevano avere 5 anni di servizio convenzionale a orario pieno al 31 dicembre 1992;

impegna il Governo

ad emanare una direttiva alle regioni in cui si precisi che:
nelle more dell'emanazione dell'atto di indirizzo di cui all'articolo 6, punto 4, del decreto legislativo «Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229» cui successivamente conformarsi, agli specialisti ambulatoriali, ai medici dei servizi della guardia medica e dell'emergenza territoriale per le quali le aziende abbiano già proceduto o procedano ad instaurare il rapporto di impiego, debba essere comunque riconosciuta, ai fini giuridici ed economici, all'atto dell'inquadramento, una anzianità di servizio e di esperienza professionale nel SSN di cinque anni.
9/7328/114. Saia, Maura Cossutta, Strambi, Caccavari, Lento.

La Camera,
premesso che con il comma 8 dell'articolo 34 del disegno di legge finanziaria sono state stanziate le risorse necessarie:


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a) per completare i riordinamenti del personale delle Forze di polizia previsti dalla legge 31 marzo 2000, n. 78, con i riflessi strettamente connessi per quello delle Forze armate, consentendo al Governo di risolvere i problemi di copertura finanziaria evidenziati in questa stessa Assemblea nel corso dei lavori parlamentari relativi alla stessa legge n. 78;
b) per ridefinire misure e trattamenti idonei a favorire la mobilità di sede di tale personale, anche al fine di ripristinare condizioni di maggiore funzionalità nel settore della sicurezza, recuperando ed aggiornando trattamenti che, sensibilmente ridotti da precedenti manovre di finanza pubblica per le note esigenze di riduzione della spesa, possono essere oggi meglio ridefiniti;
c) di risolvere altre esigenze di carattere funzionale e di sanare specifiche sperequazioni nell'ambito del medesimo comparto;
premesso, altresì, che la norma in questione può consentire al Governo di dare positivo riscontro alle condizioni ed auspici espressi, il 14 settembre 2000, dalle Commissioni I e IV riunite della Camera, sul progetto di riordinamento del personale direttivo e dirigente della Polizia di Stato, fra cui quelli di:
«completare lo sforzo di riorganizzazione e di ringiovanimento dei quadri dirigenti della Polizia di Stato, ... promuovendo il ricambio generazionale» prevedendo anche «meccanismi rivolti a favorire il collocamento a riposo a domanda»;
«agevolare ... una maggiore mobilità funzionale del personale in servizio», anche, «mediante un congruo finanziamento degli istituti previsti dalla legge n. 100 del 1987, estesa al personale di polizia»;
introdurre «meccanismi rivolti a rendere spedite e chiare le attività amministrative» tendenti a «favorire la mobilità verso altre amministrazioni» dei funzionari della Polizia di Stato destinatari dell'articolo 5, comma 3, della legge. n. 78 del 2000:

impegna il Governo

1) ad integrare, mediante il previsto provvedimento «correttivo» il riordinamento dei funzionari della Polizia di Stato con meccanismi basati sulla volontaria adesione degli interessati, di collocamento a riposo o in altre posizioni di impegno meno diretto dei funzionari prossimi al limite di età, al fine di completare e accelerare lo sforzo di riorganizzazione e di ricambio generazionale dei quadri dirigenti;

2) a precisare, se possibile nell'ambito dello stesso provvedimento, o comunque in un contesto normativo da trasmettere immediatamente al Parlamento, le modalità di esodo volontario verso altre amministrazioni, al fine di dare compiuta e tempestiva attuazione al comma 3 dell'articolo 5 della medesima legge n. 78;

3) a definire, con un provvedimento legislativo almeno altrettanto rapido, un programma di incentivazioni adeguare alla mobilità di sede del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate.
9/7328/115. Lucidi, Palma, Jervolino Russo, Maselli.

La Camera,
considerato che:
a Ceggia è ubicato uno zuccherificio che l'Eridania, in questi giorni, ha ceduto alla società emiliana Co.Pro.B;
il bacino bieticolo dello stabilimento interessa un'area veneta e friulana particolarmente vocata per la produzione di barbabietole il cui contenuto di saccarosio è tra i più alti dell'intero territorio nazionale;
da anni le organizzazioni sindacali, le associazioni dei produttori, i sindaci del


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Veneto orientale chiedono all'Eridania di avviare la ristrutturazione dello zuccherificio di Ceggia al fine anche di consentire la lavorazione di tutta la produzione locale che, in parte, viene oggi trasferita in zuccherifici che distano tra i 150 e 200 km, con notevoli aggravi di costi legati, in modo particolare, al trasporto;
c'è la preoccupazione che il trasferimento della proprietà sia legato piuttosto ad un trasferimento altrove delle quote che ad una volontà di rilanciare lo stabilimento di Ceggia;
nei giorni scorsi i lavoratori, le organizzazioni sindacali, le associazioni dei produttori, gli enti locali, hanno riconfermato, in manifestazioni di piazza e in assemblee coinvolgenti tutti i livelli istituzionali veneti e friulani, la richiesta che, per lo zuccherificio veneto, si attivi un piano di ristrutturazione ed innovazione;
lo stesso consiglio regionale veneto, all'unanimità, ha ribadito la strategicità nell'impianto di Ceggia

impegna il Governo

ad intervenire nei confronti della Società Eridania Co.Pro.B. di Ceggia, per impedire il trasferimento della quota e per sostenere un piano di ristrutturazione dello stabilimento.
9/7238/116. Crema, Basso, Castellani, Peruzza, Di Bisceglie.

La Camera,
premesso che:
in base al disposto del decreto legislativo n. 261 del 1999, dal 1o gennaio 2001 cessano di validità le concessioni postali a favore degli operatori privati del settore;
è in corso il confronto tra il Governo italiano e la Commissione europea in ordine alla procedura di infrazione avviata per violazione degli articoli 82 e 86 del Trattato dell'Unione;
la relativa decisione potrebbe determinare un obbligo a modificare la normativa nazionale secondo le direttive comunitarie;
la normativa in vigore espone il nostro paese al rischio concreto di elevate sanzioni anche pecuniarie in relazione all'acquisto di efficacia della norma in questione a decorrete dal 1o gennaio 2001;
che un rinnovo a termine per almeno dodici mesi delle concessioni consentirebbe di evitare tale rischio, consentendo in tale modo alle imprese concessionarie di programmare l'attività e poter stipulare contratti, che secondo la prassi del settore hanno valenza annuale;

impegna il Governo

a sospendere l'efficacia della norma di cui all'articolo 23 del decreto legislativo n. 26 del 1999, prevedendo una proroga al 31 dicembre 2002 delle concessioni postali in essere.
9/7328/117. Di Luca, Becchetti, Marzano, Mammola.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria 2001, considerato che la lotta alla criminalità comune ed organizzata rimane uno degli obiettivi primari per il nostro paese;
considerato che per il raggiungimento di tale obiettivo il Governo ha riconosciuto l'esigenza di garantire un livello di professionalità più alto delle Forze dell'ordine;
considerata ancora la crescente necessità che gli operatori di polizia siano dotati di un più elevato livello di conoscenza dei differenti contesti criminali che essi devono affrontare nelle differenti aree del paese, nonché delle nuove e diversificate competenze richieste - su più piani - sia dalle trasformazioni della criminalità tradizionale, organizzata e non sia dalle fenomenologie criminali di recente immigrazione;


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impegna il Governo

affinché una parte significativa dei fondi riservati alla formazione professionale per le forze dell'ordine, sia destinata ad affinare la loro preparazione, predisponendo corsi comuni di formazione ed informazione, particolarmente mirati all'analisi della situazione e dei mutamenti in corso nell'ordine pubblico della regione di stanza, nonché a fornire le nuove competenze, anche tecnologiche, atte a garantire nelle singole aree del paese la più efficace azione di contrasto.
9/7328/118. Nando dalla Chiesa, Antonio Borrometi.

La Camera,
in considerazione del preoccupante stato di salute in cui versano ancor oggi le comunità di stranieri immigrati per le condizioni economiche, lavorative, abitative e relazionali che spesso sono causa di profondi disagi e di diffuse patologie;
tenuto conto che i cittadini stranieri immigrati, per ragioni oggettive e soggettive, incontrano maggiori difficoltà dei cittadini italiani nell'accesso e nella fruizione dei servizi sanitari e sociali esistenti;
richiamati gli articoli 32 e 33 della legge n. 40 del 1998 che assicura ai cittadini stranieri immigrati pari diritti nell'accesso alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale;
ricordato che il piano sanitario nazionale prevede precisi obiettivi di promozione e tutela della salute della popolazione immigrata da raggiungere nel triennio 1998-2000;
ritenuto che tali obiettivi debbano e possano essere perseguiti con specifiche e prioritarie azioni programmate in modo da coinvolgere, con il necessario coordinamento, il Governo, le regioni, le aziende sanitarie locali, i comuni e le associazioni del volontariato;
richiamate le positive esperienze condotte in diverse parti del paese da istituzioni pubbliche e da associazioni senza finalità di lucro che possono costituire un riferimento utile alla diffusione delle buone pratiche;

impegna il Governo

ad emanare uno specifico atto di indirizzo e coordinamento alle regioni italiane sui problemi della salute degli immigrati;
1. un'attività permanente e programmata di informazione sui diritti alla salute e alla cura che la legislazione italiana assicura ai cittadini stranieri immigrati, ricercando la collaborazione delle associazioni del volontariato e delle associazioni degli immigrati;
ad individuare, sentita la Conferenza Stato-Regioni, uno o più centri di riferimento del Servizio Sanitario Nazionale con compiti di ricerca, di studio e di documentazione, sulla salute della popolazione immigrata, anche per la elaborazione di guide scientifiche e professionali come supporto alla formazione e all'aggiornamento degli operatori;
a costituire, in considerazione della ricca esperienza culturale e clinica maturata in questi anni e delle risorse scientifiche e professionali disponibili, dell'Istituto San Gallicano di Roma il primo centro nazionale di riferimento, con indicazione dei compiti, dell'impianto organizzativo e delle funzioni di servizio al Sistema Sanitario Nazionale.
9/7328/119. Giannotti.
(Testo così modificato nel corso della seduta).

La Camera,
premesso che:
la normativa in vigore esclude che per l'attività di raccolta dei prodotti agricoli sia possibile avvalersi di lavoratori


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occasionali e che tale esclusione è in grado di ledere la produttività delle singole aziende, incapaci di modulare le assunzioni a seconda del carico di lavoro cui sono soggette, e di ritardare la stessa raccolta del prodotto, come è avvenuto nel settore ortofrutticolo e nella campagna 2000;

impegna il Governo

a presentare una modifica all'attuale normativa in materia di lavoro occasionale in modo da prevedere facilitazioni affinché l'imprenditore agricolo o coltivatore diretto possa assumere personale per le necessità dell'azienda nei periodi di raccolta, per una durata massima di cinquanta giornate lavorative annue per dipendente, nell'ambito delle seguenti categorie di lavoratori: studenti, casalinghe, pensionati, disoccupati, lavoratori in cassa integrazione, soggetti portatori di handicap o provenienti da centri di recupero, lavoratori impiegati in altre attività, lavoratori provenienti da paesi comunitari o extracomunitari;
il Governo dovrebbe, inoltre, tenere in considerazione che le reciproche prestazioni tra imprenditori, nonché l'utilizzo dei parenti fino al quarto grado, non rientrano nella categoria del lavoro occasionale.
9/7328/120.
Sedioli, Tattarini, Ferrari, Paolo Rubino, Giannotti, Signorino.

La Camera,
premesso che:
le spese complessive dell'Unione europea per il settore ortofrutticolo ammontano per l'esercizio 2001 a 3.300 miliardi di lire, pari a meno del 4 per cento del complessivo stanziamento per la PAC;
630 miliardi di lire, pari al 19 per cento dell'intero stanziamento per il settore ortofrutticolo, risultano riservati alle banane;
malgrado le banane non rientrino nella categoria dei prodotti ortofrutticoli, le somme destinate al loro sostegno sono superiori a quelle relative ai pomodori, pari a 524 miliardi e perfino agli agrumi, che hanno una dotazione finanziaria per la trasformazione di appena 370 miliardi;
le banane sono prodotte unicamente in alcuni territori d'oltremare sotto la sovranità della Spagna e della Francia, mentre non esiste alcuna produzione nel territorio continentale dell'Unione europea;
l'inserimento delle banane all'interno del comparto ortofrutticolo appare una forzatura gratuita ed incomprensibile, che danneggia enormemente un settore che contribuisce per circa il 17 per cento alla formazione del valore aggiunto agricolo dell'Unione europea, senza peraltro avere mai ricevuto un livello di attenzione e di sostegno proporzionato al suo oggettivo ruolo;
finora è rimasto inevaso l'impegno più volte ribadito dal Governo per la sollecita modifica del regime di aiuto all'agrumicoltura, attraverso la soppressione del conferimento dell'Aima per la trasformazione industriale e la sua sostituzione con contributi forfettari per ettaro di terreno coltivato;
la Commissione europea ha proposto il pieno accesso al mercato comunitario a partire dal 2001 a tutti i prodotti dei 48 Paesi classificati come i meno avanzati al mondo (PMA), malgrado l'opposizione del Commissario Fischler e dei commissari spagnoli, ma con il voto favorevole del Presidente della Commissione dell'altro componente italiano;
il maggiore afflusso di prodotti comunitari all'intervento e le compensazioni da assicurare agli agricoltori in conseguenza dello scontato crollo dei prezzi, comporteranno maggiori costi per il bilancio comunitario nell'ordine di 8.000 miliardi di lire all'anno, pari a circa i 10 per cento dell'intero stanziamento del bilancio agricolo;
gli stanziamenti per l'agricoltura comunitaria sono rimasti bloccati in termini reali fino al 2006;


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esiste il fondato timore del rischio di frodi e triangolazioni di prodotti tra paesi geograficamente vicini, ma con differenti livelli di agevolazioni commerciali concessi dall'Unione europea;

impegna il Governo

ad assumere ogni necessaria iniziativa per:
a) ottenere l'immediata separazione delle banane dal settore ortofrutticolo, ricontrattando contemporaneamente il volume dei contributi per l'ortofrutta in ragione di un più congruo rapporto proporzionato alla sua reale incidenza nella formazione del valore aggiunto agricolo dell'Unione europea;
b) realizzare l'obiettivo, non più prorogabile, della trasformazione del regime di aiuti per l'agrumicoltura dell'attuale contribuito alla trasformazione in sostegni forfettari per ettaro di terreno coltivato;
c) rideterminare complessivamente il regime di aiuti ai vari comparti agricoli nazionali, con particolare riferimento al settore ortofrutticolo, alla luce delle recenti scelte di consentire il pieno accesso al mercato comunitario dei prodotti provenienti dai PMA, incrementando già a partire dal 2001 il bilancio agricolo dell'Unione di una percentuale non inferiore al 10 per cento dello stanziamento disposto per l'anno 2001;
d) assumere ogni iniziativa per la tutela degli interessi del comparto agricolo nazionale, minacciato da una concorrenza globale sempre più insidiosa ed agguerrita e reso particolarmente vulnerabile dai livelli elevati dei costi di esercizio, oltre che dalle radicate diseconomie, che ne minano ogni possibile competitività.
9/7328/121.
Bono, Losurdo, Nuccio Carrara, Neri, Paolone, Tringali, Marino, Rallo, Nania, Trantino, Lo Porto, Lo Presti, Fragalà, Aloi.

La Camera,
premesso che:
apprezzando l'avvenuta candidatura di Parma come sede dell'Autorità Europea Garante per la Sicurezza Alimentare;

impegna il Governo

a sostenere con il massimo vigore in tutte le sedi europee e presso le cancellerie di tutti gli Stati membri tale candidatura;
a concorrere al finanziamento del comitato promotore per le necessarie attività promozionali;
a prevedere un'adeguata dotazione finanziaria per i provvedimenti connessi all'eventuale ed auspicato successo.
9/7328/122.
Mazzocchin, Petrini, Caccavari.

La Camera,
premesso che:
considerata la necessità di valorizzare e proteggere le comunità montane assicurando, all'interno del loro territorio, la realizzazione dei servizi essenziali ed in particolare la permanenza delle piccole scuole montane;
rilevata la difficoltà oggettiva in cui vivono gli studenti che risiedono in tali località, non disponendo degli stessi servizi offerti ai loro colleghi che abitano nelle comunità metropolitane;
ritenuto che garantire la continuità di tali piccole scuole assolve all'obbligo fondamentale di salvaguardare la sopravvivenza delle stesse comunità montane e del proprio patrimonio culturale;

impegna il Governo

ad adottare le iniziative che riterrà più adeguate e, in conseguenza, a prendere ogni provvedimento anche di carattere economico, affinché sia garantita la sopravvivenza del tessuto sociale e culturale delle comunità montane.
9/7328/123.
Lamacchia, Apolloni, Manzione.


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La Camera,
premesso che:
l'importanza della formazione scolastica per la creazione di qualunque aspetto culturale e professionale è universalmente riconosciuta;
per sviluppare una cultura diffùsa della sicurezza e della protezione dell'ambiente è, pertanto, necessario intraprendere un'opera di sensibilizzazione e di informazione circa le problematiche inerenti a tale argomento fin dai primi anni di scuola;
si rende necessaria la realizzazione di progetti a carattere formativo e informativo in grado di coinvolgere l'intero sistema scolastico;

impegna il Governo

a definire l'introduzione nelle attività scolastiche, di informazioni relative alla educazione ambientale e protezione civile nonché, ove necessario, ad operare una rilettura dei programmi di studio, al fine della implementazione della cultura della sicurezza e della protezione dell'ambiente.
9/7328/124.
Cavanna Scirea, Apolloni, Manzione.

La Camera,
premesso che:
nel corso dell'anno 2000 la linea ferroviaria Parma-La Spezia, altresì denominata Pontremolese, è stata oggetto di un grave incidente nel quale hanno perso la vita 5 dipendenti delle ferrovie dello Stato;
numerosi altri piccoli incidenti ed inconvenienti tecnici ne hanno messo in luce la deficienza strutturale, la precarietà dell'impianto di sicurezza e l'inadeguatezza del sistema di controllo automatizzato presso la stazione di Fornovo Taro;
le ferrovie dello Stato stanno procedendo alla progettazione definitiva del raddoppio dell'intero tracciato;
la realizzazione di tale opera consentirebbe il rafforzamento della rete ferroviaria nazionale eliminando una delle strettoie strutturali che ostacolano lo sviluppo del paese collegando adeguatamente i porti tirrenici alle grandi direttrici europee;

impegna il Governo

ad inserire il finanziamento del raddoppio della linea ferroviaria Parma-La Spezia tra le proprie priorità;
a sollecitare le ferrovie dello Stato ad una rapida ultimazione del progetto definitivo;
a disporre gli interventi necessari a riportare l'attuale linea ferroviaria entro gli adeguati standard di sicurezza intervenendo, in particolare, nella sostituzione del materiale rotabile e sull'adeguamento dei sistemi di controllo automatizzati.
9/7328/125.
Copercini, Petrini, Caccavari.

La Camera,
premesso che:
la mancanza di un collegamento autostradale diretto tra i porti del tirreno e la direttrice autostradale del Brennero comporta un grave freno allo sviluppo economico di numerose regioni del paese;
tale collegamento diminuirebbe consistentemente il traffico di mezzi pesanti sulla viabilità ordinaria delle province di Parma e Mantova con conseguente riduzione dei quotidiani e gravissimi incidenti stradali e con un significativo abbattimento dell'inquinamento ambientale;
da anni il Ministero dei lavori pubblici ha dato alla società Autocamionale della Cisa la concessione per la costruzione della bretella autostradale tra l'intersezione A15/A1 e l'A22 (Autobrennero);


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più volte il Ministro dei lavori pubblici ha sollecitato che si proceda alla realizzazione dell'opera con il sostanziale impegno finanziario dei privati così come previsto per la realizzazione del raddoppio della Brescia-Bergamo-Milano;
la realizzazione mediante tale forma di finanziamento sarà possibile solo se il Ministero del lavori parteciperà con proprie risorse;

impegna il Governo

a prevedere una partecipazione al finanziamento della progettazione definitiva della bretella autostradale di collegamento tra l'autocamionale della Cisa (A15) e l'autostrada del Brennero (A22);
a disporre gli atti necessari alla creazione di un piano di finanziamento della infrastruttura con la partecipazione di capitali privati.
9/7328/126.
Petrini, Caccavari, Copercini.

La Camera,
premesso che:
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001;
l'articolo 15 relativo alla riduzione delle aliquote delle accise sui prodotti petroliferi;
la risoluzione ministeriale n. 103 del dipartimento delle entrate del 20 agosto 1998, consente alle aziende distributrici l'applicazione della aliquota Iva del 20 per cento nel caso di uso domestico promiscuo (cottura e produzione di acque calde e riscaldamento del gas metano, anziché di quella del 10 per cento che secondo la normativa vigente si applica invece alle forniture di gas metano usato come combustibile per usi domestici di cottura di cibi o di produzione di acqua calda;
in relazione all'utilizzo del gas metano per usi civili non si può agevolmente distinguere la quantità consumata ad uso riscaldamento dalla quantità consumata per la cottura dei cibi e la produzione di acqua calda;

impegna il Governo

nel caso sussista l'impossibilità tecnica di distinguere il consumo per le utenze ad uso promiscuo, ad adottare le opportune iniziative al fine di procedere ad un'imposizione su base induttiva applicando l'aliquota Iva del 10 per cento e l'accisa di lire 56,99 per metro cubo previste per usi domestici di cottura di cibi o di produzione di acqua calda, ad una fascia di consumi pari a quella media riscontrata nel periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 ottobre dell'anno precedente.
9/7328/127.
Paolo Colombo.

La Camera,
premesso che:
la realtà in cui versa l'agricoltura in Calabria è estremamente pesante, stante la crisi perdurante nella quale si trovano settori importanti come l'agrumicoltura e l'olivicoltura;
le risorse della Comunità europea sono sempre più scarse in direzione delle produzioni agricole delle regioni meridionali ed, in particolare, della Calabria, mentre si registra una pesante penalizzazione da parte di una spietata concorrenza di Paesi extraeuropei, con conseguenze concorrenziali insostenibili a causa del basso costo di produzione e di quasi sempre inesistenti oneri sociali e previdenziali applicati in detti Paesi,

impegna il Governo

ad assicurare alla regione Calabria un piano organico di interventi specifici nel settore agrumicolo ed olivicolo, sopperendo così alla crisi in atto, per mettere la Calabria in condizioni tali da poter concorrere in posizione paritaria sul mercato nazionale ed europeo, senza dovere scontare


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all'origine una condizione di carenze strutturali e di grandi difficoltà nei collegamenti;
a presentare entro sessanta giorni al Parlamento tale piano di interventi.
9/7328/128.
Colosimo, Aloi, Fino, Angela Napoli, Bergamo.

La Camera,
premesso che, nell'approvare il collegato alla legge finanziaria per l'anno 2000, ha anche provveduto a riformulare l'articolo 132 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986;
considerato che, in particolare, il comma 1 - lettera a) - dell'articolo 32 di detto collegato, modificando la precedente formulazione dell'articolo 132 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, prevede che con apposito decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, di concerto con il Ministro delle finanze, venga stabilito un tasso di cambio franco svizzero-lire, finalizzato alla determinazione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, iscritte nei registri anagrafici del Comune di Campione d'Italia, limitatamente ai redditi prodotti in franchi svizzeri nel territorio del Comune di Campione d'Italia;
rilevato che il dispositivo normativo prevede genericamente che il tasso sia stabilito in misura pari a quello ufficiale di cambio lira-franco svizzero, registrato nel triennio precedente ed opportunamente adeguato in ragione della differenza tra i prezzi al consumo rilevati in Italia ed in Svizzera nello stesso triennio;
al fine di evitare che la genericità della disposizione possa concretamente originare, in sede di applicazione, una situazione di sperequazione e di danno nei confronti dei contribuenti campionesi se l'adeguamento del tasso ufficiale di cambio non venga opportunamente determinato in relazione alla differenza dei costi dei beni normali di consumo e di tutte quelle voci merceologiche confrontabili con le similari che nel territorio italiano contribuiscono a stabilire il costo vita,

impegna il Governo

ad operarsi affinché il tasso di cambio, previsto dal novellato articolo 132 del Testo Unico delle imposte sui redditi approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per i contribuenti iscritti nei registri anagrafici del Comune di Campione d'Italia, venga determinato in misura tale che tenga conto concretamente della reale differenza dell'indice di costo-vita in Svizzera, nel cui contesto geopolitico il Comune d'Italia è inserito, originato dalla diversità di costo dei normali ed essenziali beni di consumo e non genericamente della differenza dell'indice inflazionistico dei prezzi al consumo.
9/7328/129.
Taborelli, Gazzilli.

La Camera,
premesso che:
molte associazioni professionali degli agricoltori, tra cui la Coldiretti, hanno manifestato fondati timori sul metodo della cartolarizzazione dei crediti contributivi agricoli INPS, tra i quali potrebbero essere illegittimamente comprese moltissime imprese che hanno già regolarizzato i loro debiti contributi e di cui l'INPS non avrebbe ancora aggiornato correttamente la posizione;
i timori della Coldiretti derivano dalla constatazione dello stato degli archivi in possesso dell'INPS e dalle precisazioni che, a tale riguardo, formula lo stesso consiglio d'indirizzo e vigilanza dell'INPS, quando sottolinea «disguidi e ritardi» nell'acquisizione delle dichiarazioni trimestrali, nella tariffazione e riscossione dei contributi, nella compilazione degli elenchi nominativi dei lavoratori, nelle liquidazioni delle prestazioni e nell'aggiornamento dell'archivio


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delle posizioni assicurative dei lavoratori e di quelle debitorie dei contributi agricoli;
tale problematica è stata anche evidenziata con circolare INPS n. 61 del 15 marzo 2000, laddove si ammette esplicitamente di casi di partite andate erroneamente a ruolo;
l'INPS sulla base degli archivi in suo possesso si accinge a predisporre le liste relative ai ruoli, rinunciando piuttosto ad emanare avvisi bonari, che scongiurerebbero, invece, gravi danni alle aziende agricole e permetterebbero l'effettivo accertamento della sussistenza e certezza dei crediti stessi;

impegna il Governo

ad assumere tutte le iniziative per impedire all'INPS di aggirare le normali procedure di accertamento dell'effettiva sussistenza dei crediti contributivi a suo favore e, conseguentemente, ad intervenire presso la Direzione Generale INPS per sospendere le procedure di cartolarizzazione dei crediti contributivi relativi al settore agricolo, almeno fino alla definitiva revisione dei ruoli, finalizzata a garantire tutti coloro che hanno già provveduto a regolarizzare le proprie posizioni.
9/7328/130.
Gasparri, Bono, Armani.

La Camera:
considerato che con la legge 23/86 è stato istituito il ruolo speciale tecnico delle biblioteche e sono stati banditi concorsi per 1500 posti riservati al personale munito di laurea e con un certo numero di anni di servizio nelle qualifiche VII e VIII che già svolgesse le funzioni tecniche corrispondenti a quelle previste nei profili professionali definiti dalla legge 23/86;
ritenuto che la legge intendeva sanare le posizioni di sottoinquadramento di coloro che erano inquadrati all'apice dei livelli e che svolgevano funzioni di responsabilità e di coordinamento e creare figure dirigenziali in campo tecnico;
considerato che nel frattempo le università sono diventate autonome e ciascuna ha bandito i concorsi riservati per proprio conto mentre le stesse università hanno interpretato le norme in modo autonomo ed in particolare per le decorrenze giuridiche ed economiche degli inquadramenti si assiste ad una varietà di applicazioni;
considerato che tutti i cittadini, ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione sono eguali e godono degli stessi diritti e pertanto è necessario stabilire per questa categoria di cittadini eguali condizioni economiche e giuridiche;

impegna il Governo:

a riconoscere, a coloro che sono risultati vincitori di concorso, il trattamento economico e giuridico a partire dal 1986 ciò per garantire condizioni di eguaglianza e parità a coloro che si trovano nella stessa posizione giuridica ed economica.
9/7328/131.
Aracu.

La Camera dei Deputati,
premesso che:
molti pensionati, già appartenenti ad amministrazioni civili e militari, per molteplici ragioni, non sono venuti a conoscenza dei termini previsti dall'articolo 3 della legge 29 gennaio 1994, n. 87, perdendo la quota di indennità integrativa speciale del calcolo della liquidazione,

impegna il Governo

a valutare ogni ipotesi utile a consentire a questi cittadini di ottenere la riliquidazione pur non avendo presentato la domanda entro i termini stabiliti dalla legge 87/94.
9/7328/132. Caruano, Penna, Cennamo.


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La Camera dei deputati,
tenuto conto che con delibera CIPE, utilizzando fondi previsti per l'occupazione, è stato finanziato per il primo anno (anno 2000) il progetto «fertilità» per lo sviluppo dell'impresa sociale e dell'occupazione nel Mezzogiorno e nelle aree represse,

impegna il Governo

a reperire risorse necessarie per dare continuità anche per il 2001-2002 al progetto «fertilità».
9/7328/133. Lucà, Giannotti, Lucidi.

La Camera,
premesso che le recenti alluvioni che hanno colpito il nord Italia hanno causato danni ingentissimi sia alle infrastrutture pubbliche e sia ai beni dei privati cittadini;
considerato che sono state colpite da questo evento imprese industriali, agricole e commerciali;
rilevato che anche gli enti locali hanno visto parecchie opere pubbliche di loro competenza gravemente danneggiate e che questi non possiedono al momento i mezzi finanziari necessari per procedere al loro ripristino;

impegna il Governo

a stanziare somme adeguate per ricostruire le infrastrutture pubbliche e private ed i beni colpiti al fine di consentire la rapida ripresa della vita civile e produttiva;
a varare rapidamente le misure a difesa del suolo e di regimentazione delle acque ai fine di prevenire il ripetersi di alluvioni come quello occorso nell'ottobre 2000.
9/7328/134.
Stradella, Armosino.

La Camera,
premesso che:
la cattedrale di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, esempio signi
ficativo del rinascimento in Puglia e nel Mezzogiorno fu edificata nel corso del XVI Secolo e inscritta in un più generale quadro di sistemazioni urbanistiche e nel clima architettonico rinascimentale fatto proprio dai feudatari Acquaviva d'Aragona;
il restauro della cattedrale è stato avviato nel 1997 in quanto la fabbrica presentava un quadro fessurativo dovuto a fenomeni di schiacciamento e di presso-flessione, tale da comprometterne in modo grave la stabilità anche per le condizioni di sollecitazione indotte dai pesi propri dei pilastri, dai carichi delle parti di murature e delle strutture voltate che gravano su di esse;
il progetto generale redatto dagli articoli Mauro Civita, professor ordinario di restauro architettonico presso la facoltà di architettura del Politecnico di Bari, e Giovanni Fraccascia, prevede un impegno di spesa di lire 5.550.000.000;
alla data odierna, risultano eseguiti i seguenti stralci:
1ostralcio L.390.000.000 - Fondi della Diocesi;
2ostralcio L.300.000.000 - Fondi del Ministero per i Beni e le Attività culturali;
3ostralcio L.288.000.000 - Fondi della Conferenza episcopale italiana;
4ostralcio L.400.000.000 - Fondi della Regione Puglia (L.R. n. 37/79);
in corso di esecuzione il 5ostralcio L. 1.223.000.000 - Fondi statali dell'otto per mille;
è opportuno dar corso quanto prima possibile al restauro degli stucchi, che sono parte integrante dell'apparato decorativo della Cattedrale, il cui impegno di spesa si stima prevedibile in L.800.000.000;
pur in considerazione del fatto che si sono finalizzati già alcune risorse finanziarie del Ministero per i Beni e le Attività


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Culturali alle quali si sono aggiunti fondi della Diocesi rivenienti dal contributo anche dei cittadini;
pur considerando le complessive esigenze dei beni architettonici e artistici del nostro Paese che hanno bisogno di essere sostenute;
si rende necessario quanto prima riconsegnare la Cattedrale al culto dei fedeli e alla fruizione più generale da parte dei cittadini e ciò potrà realizzarsi a condizione che ci sia un altro sostegno economico che dai dati su richiamati risulta essere di entità modesta;

impegna il Governo

a intervenire, nell'ambito del piano triennale, per il completamento delle opere di restauro della Cattedrale di Acquaviva delle Fonti, significativa opera architettonica e artistica del Rinascimento in Puglia e nel Mezzogiorno inserendo nei fondi che verranno assegnati alla Sovraintendenza di Bari un contributo finalizzato a tali opere.
9/7328/135.
Servodio, Ricci, Risari, Domenico Izzo.

La Camera,
considerato che:
il 14 luglio 1997, il Ministero della pubblica istruzione ha diramato una circolare, la n. 452, per mezzo della quale veniva resa operante l'interpretazione restrittiva dal 1993 dell'articolo 1 della legge n. 336 del 1970 a favore degli ex combattenti, reduci ed assimilati, al fine di dare attuazione nei confronti degli uffici interessati. Per effetto di tali disposizioni, i beneficiari delle somme percepite in base alla legge n. 336 del 1970, attraverso il meccanismo del «riassorbimento» sono stati chiamati alla restituzione. Il recupero delle somme ricevute è già cominciato nei confronti dei pensionati del comparto scuola;

impegna il Governo:

ad applicare la sentenza della Corte dei Conti, n. 1/99/QM del 25 novembre 1998, che sancisce la non ripetibilità delle somme già percepite dai pensionati, in base alla legge 336/70, abrogata nel 1993 e pertanto non sia loro chiesta la restituzione delle somme percepite dal 1992 ad oggi.
9/7328/136. Iannelli, Maselli.

La Camera,
premesso che:
è necessario adottare una strategia diversificata di approccio alla questione occupazionale, studiando nuovi e più adeguati strumenti di politica attiva del lavoro finalizzati alla creazione di nuova occupazione e di nuove iniziative imprenditoriali;
gli strumenti adottati dovranno essere in grado di perseguire ad un tempo gli obiettivi di creare nuove attività, di favorire la coesione, l'attività di cura e l'economia di prossimità, di tutelare e di valorizzare le risorse territoriali, di garantire opportunità di reddito e di inserimento sociale ed economico nel sistema di produzione di beni e di servizi;
è necessario sviluppare nuove forme di autorganizzazione del welfare, così da dare rilevanza pubblica e riconoscimento sociale anche a quelle attività di cura e di assistenza finora oscuramente sostenute dalle donne all'interno della famiglia; di stimolare lo sviluppo di un mercato innovativo, dove potrebbero crescere nuove imprese, in particolare del terzo settore;
bisogna dare risposte a nuovi bisogni di servizi di cura e di coesione sociale, cercare strumenti per migliorare la qualità della vita, per ridurre la disoccupazione e la diversificazione della qualità del lavoro e dei tempi di lavoro degli occupati;
una risposta in questa direzione verrebbe dall'attuazione del salario di attività sociale (SAS), che vuole essere una possibilità di liberazione di tempo ed energie


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dal lavoro tradizionale in una opzione di sostituzione dello stesso con forme di attività più partecipate, scelte e personalmente motivate, con una maggiore riappropriazione di frazioni del proprio tempo;
il SAS può rappresentare un allargamento dei diritti di cittadinanza, intesi come capacità e possibilità di far parte di una rete di rapporti sociali, caratterizzata da obblighi, opportunità, possibilità e diritti inerenti ai meccanismi della socialità; divenire un riconoscimento pubblico dell'utilità delle attività sociali e della loro equiparazione al lavoro tradizionale; contribuire a dare forte impulso e riconoscimento allo sviluppo delle attività del terzo settore, anche a fronte del sorgere di nuove reti di mutualità locale, da incentivare, che rafforzino le possibilità di espressione concreta della domanda di servizi e di attività, in modo tale da provocare il migliore incontro con l'offerta;
il SAS può essere erogato per nuove attività in settori attinenti la cura della persona, dell'ambiente, del patrimonio artistico e culturale, della socialità, dello sviluppo delle pari opportunità; ad esempio: assistenza sociale e socio-sanitaria; tutela e valorizzazione dell'ambiente, del territorio e delle risorse naturali; promozione della cultura e dell'arte; tutela dei diritti civili; ricerca scientifica di particolare interesse sociale; reinserimento dei tossico-dipendenti; cura di ammalati terminali; cura e assistenza dell'infanzia, dell'adolescenza, degli anziani; recupero dei soggetti in condizioni particolari di disagio ed emarginazione; raccolte differenziate; gestione delle discariche e trattamento dei rifiuti; tutela della salute e sicurezza nei luoghi pubblici e di lavoro; tutela e valorizzazione delle aree protette e dei parchi naturali; bonifica delle aree industriali dismesse; tutela degli assetti idrogeologici; incentivazione dell'agriturismo; recupero e riqualificazione degli spazi urbani e del patrimonio culturale; interventi per lo sviluppo rurale e montano; interventi per la promozione e la produzione di prodotti di agricoltura biologica o biodinamica; interventi per la promozione e lo sviluppo dell'artigianato, in particolare rurale e locale;

impegna il Governo

a stimolare la creazione di nuova occupazione attraverso lo sviluppo di nuove forme di imprenditorialità in grado di soddisfare una domanda reale e solvibile di nuovi servizi;
a realizzare un programma sperimentale per il salario di attività sociale (SAS), finalizzato alla creazione e all'ampliamento delle imprese del terzo settore, nonché alla creazione di nuove imprese, in particolare cooperative, operanti nei settori di attività rivolti alla cura della persona, dell'ambiente, del patrimonio artistico e culturale, della socialità, dello sviluppo delle pari opportunità;
ad incentivare a tal fine l'elaborazione di appositi piani di impresa, con specifica indicazione dell'organico occupazionale previsto, relativi alle attività che si intendono attuare e che dovranno proseguire al termine del periodo sostenuto dal contributo;
a garantire che i progetti di utilizzo del salario di attività sociale siano rivolti in particolar modo a:
a) disoccupati iscritti nelle liste di collocamento;
b) forza di lavoro inattiva, cioè inoccupati non iscritti nelle liste di collocamento, che non hanno mai aperto una posizione contributiva;
c) lavoratori dipendenti a tempo pieno ed indeterminato disposti a trasformare il proprio rapporto in tempo parziale, a condizione che tale riduzione di orario sia interamente compensata attraverso un accordo di assunzione di un altro lavoratore a tempo indeterminato, parziale, sottoscritto tra lavoratori e datore di lavoro e convalidato dall'ufficio del lavoro competente territorialmente;


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d) titolari di trattamento pensionistico, in conformità alla normativa vigente in materia di cumulo;
a vincolare l'assegnazione del SAS alla definizione di un progetto di attività finalizzato al raggiungimento entro tre anni di una propria autonomia economica;
ad affidare alla società Sviluppo Italia il monitoraggio delle attività realizzate dai progetti di SAS approvati, nonché le iniziative necessarie per il corretto utilizzo dei relativi fondi, per la loro eventuale sospensione e la verifica sullo stato di raggiunta autonomia economica dell'attività intrapresa;
a studiare l'ipotesi di sperimentare lo strumento del salario di attività sociale, anche nell'ambito della competenza del CIPE.
9/7328/137. Scalia, Gardiol, Galletti, Cento, Paissan.

La Camera,
premesso che
il traffico strada è responsabile del 62 per cento delle emissioni di ossido di carbonio, del 50 per cento di quelle di monossido di azoto, del 33 per cento di quelle di idrocarburi e del 17 per cento di quelle di anidride carbonica nei paesi dell'Unione Europea; il 20 per cento dei cittadini europei deve sopportare livelli di rumorosità inaccettabili dovuti al traffico stradale;
in Italia la mobilità su mezzi privati è raddoppiata in generale ed è aumentata di quattro volte nelle aree urbane; la mobilità su mezzi individuali, in assoluta prevalenza in auto, misurata in passeggeri/km è arrivata a concentrare il 94 per cento degli spostamenti (rispetto all'88,3 per cento del 1970);
in Italia oltre il 70 per cento degli incidenti stradali avvengono in area urbana ed i decessi da incidenti stradali in area urbana sono circa 3000 ogni anno (8,2 al giorno) mentre il numero dei feriti aumento a oltre 150 mila all'anno (410 al giorno); il CIPE valuta il danno economico da congestione da traffico nelle tredici maggiori aree urbane del paese in 11.500 miliardi annui;
la mobilità nelle aree urbane costituisce una priorità politica ed economica: è necessario riequilibrare il trasporto a favore di sistemi integrati di trasporto collettivo e favorire gli spostamenti in bicicletta ed a piedi attraverso azioni integrate di politica urbanistica, sociale ed infrastrutturale;
il trasporto motorizzato privato è evidentemente inadeguato alla conformazione delle città e alle esigenze di chi si sposta e il suo inopinato incremento non fa che aggravare una situazione ormai al limite del collasso;
gli spostamenti in bicicletta sono molto diffusi negli altri paesi europei e costituiscono una quota percentuale significativa della mobilità urbana, con indubbi vantaggi sia per quanto riguarda la congestione nelle aree urbane sia sul piano dell'inquinamento atmosferico e acustico;
l'Italia, nonostante le condizioni climatiche favorevoli, è in forte ritardo rispetto alle altre nazioni europee a causa, oltre che di un diverso approccio «culturale», di una strutturale carenza di percorsi ciclabili che permettano di spostarsi con la bicicletta in condizioni di sicurezza;
l'approvazione della legge 19 ottobre 1998, n. 366, ha consentito un importante adeguamento normativo ed è stata accolta con grande entusiasmo da comuni ed enti locali, che hanno presentato centinaia di progetti per la realizzazione di piste ed itinerari ciclabili;
la dotazione economica della legge 366 del 1998, pur rifinanziata attraverso la legge finanziaria 2000, appare del tutto inadeguata sia rispetto agli obiettivi di adeguamento agli standard europei, sia rispetto alle numerose proposte di intervento elaborate in ambito locale


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impegna il Governo

ad aumentare l'insufficiente dotazione finanziaria della legge sulla mobilità ciclistica, in funzione delle reali esigenze infrastrutturali in tema di mobilità alternativa;
a verificare lo stato di attuazione della legge 366 del 1998, attraverso l'elaborazione di un accurato studio che contenga la quantificazione delle risorse stanziate, la loro assegnazione e l'effettivo trasferimento alle singole regioni, il numero e lo sviluppo lineare dei progetti presentati, il numero e lo sviluppo lineare dei progetti ammessi a finanziamento, nonché il relativo stato di realizzazione;
a prendere in considerazione l'ipotesi di istituire un osservatorio sulla mobilità ciclistica, attraverso il quale esercitare un monitoraggio costante sullo stato d'attuazione della legge n. 366 del 1998, effettuare la raccolta e l'elaborazione di dati attinenti allo sviluppo delle infrastrutture e degli interventi a favore della mobilità alternativa, con particolare attenzione alla rete delle piste ciclabili, sulla cui estensione esistono dati numerici non aggiornati e di modesta affidabilità.
9/7328/138.
Galletti, Cento, Scalia, Paissan, Procacci, Turroni, Leccese.

La Camera,
in sede di discussione della finanziaria 2001,
premesso che:
i fondi pensione si sono resi necessari dopo la riforma previdenziale avviata nel 1992 e consolidatasi con la legge n. 335/92, detta legge Dini, che di fatto ha penalizzato la nuova generazione di lavoratori dal punto di vista dei trattamenti previdenziali, con il passaggio dal metodo di calcolo retributivo delle prestazioni, al metodo contributivo;
da qui l'esigenza di costruire i Fondi pensione come strumento da affiancare alla previdenza pubblica di base. Il sistema dei Fondi pensione è quindi diventato, e lo diventerà ancora di più nel futuro, un importante forma di risparmio a carattere previdenziale non sostitutivo, ma integrativo e quindi aggiuntivo della previdenza di base. Risultano quindi fondamentali le modalità, tra cui in primo luogo lo strumento della leva fiscale, con le quali incentivare il ricorso alla previdenza complementare, anche al fine di orientare i comportamenti dei lavoratori sottoscrittori dei vari fondi pensione, e degli stessi imprenditori;
il trattamento tributario previsto dal decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 47 per i fondi pensione risulta però ancora troppo penalizzante ai fini di una loro effettiva diffusione ed efficacia;
accanto al mercato finanziario tradizionale, si va sempre più sviluppando un mercato finanziario «etico» caratterizzato da una gestione degli impieghi protesa verso il finanziamento di aziende e società che operano in attività di promozione umana, sociale e ambientale, e diversi Paesi europei, tra cui l'Olanda e la Gran Bretagna, si sono dotati conseguentemente di una normativa in grado di incoraggiarne la diffusione;
è necessario che anche il nostro Paese promuova e incentivi il mercato finanziario etico, peraltro già in parte presente e in rapida organizzazione, anche attraverso la nascita e la diffusione all'interno dei fondi pensione di fondi pensione «etici, socialmente ed ecologicamente responsabili», capaci di affiancare nella scelta criteri economici a criteri etici, di natura sociale o legati allo sviluppo ecosostenibile; ovvero quei fondi che dichiarano, tra i criteri guida degli investimenti, criteri morali orientati su imprese che: 1) adottano politiche virtuose in tema di rispetto dell'ambiente; 2) rispettano i diritti umani e in particolare bandiscano lo sfruttamento del lavoro minorile e infantile; 3) favoriscano lo sviluppo dell'occupazione; 4) rispettano l'etica professionale nella conduzione degli affari; 5) non investano nel settore degli armamenti, del gioco d'azzardo della pornografia, 6) non praticano


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sperimentazioni non rispettose della salute e del benessere degli animali,

impegna il Governo

ad alleggerire ulteriormente il trattamento tributario previsto dal decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 47 per i fondi pensione;
a favorire lo sviluppo dei fondi etici e quindi la collocazione di tali titoli rispetto a titoli similari, proprio in considerazione del contenuto socialmente rilevante degli obiettivi che i finanziamenti così raccolti perseguono - attraverso, tra l'altro, una loro tassazione inferiore a quella prevista per i fondi pensione;
ad assumere sollecitamente un provvedimento legislativo in materia, nel quale venga demandato alla Banca d'Italia, al fine di una corretta definizione dei fondi etici e dell'ambito in cui essi debbano operare, l'emanazione di un regolamento specifico dei «fondi pensione etici, socialmente ed ecologicamente responsabili» che definisca tra l'altro:
a) le modalità di definizione dei criteri etici, ecologicamente e socialmente responsabili prevedendo le forme opportune di coinvolgimento degli utenti del fondo e le modalità della pubblicizzazione ditali criteri di scelta una volta definiti;
b) le modalità di elezione e funzionamento di un comitato etico del fondo pensione, e di una sua struttura di supporto, che possa effettuare le scelte operative di investimento relative ai criteri di scelta, in modo efficace, efficiente e trasparente;
c) le modalità di compilazione delle liste di esclusione, da aggiornare e verificare con tempestività, le modalità di comunicazione dell'esclusione alle società o imprese interessate e la codifica di una procedura per consentire alle società di eliminare le cause di esclusione.
9/7328/139.
Gardiol, Scalia, Paissan, De Benetti.

La Camera,
considerato che, dopo 33 anni, la ricostruzione del Belice non è ancora completata;
vista l'indagine conoscitiva conclusasi presso la Commissione parlamentare del Belice che ha determinato in circa 2000 miliardi la somma occorrente per il completamento della ricostruzione;
tenuto conto dello scarso impegno a favore del Belice che ha stanziato in questa finanziaria una somma esigua (15 miliardi in conto capitale per i 3 anni 200l-2002-2003),

impegna il Governo

a provvedere in tempi brevi al reperimento delle ulteriori somme occorrenti al definitivo completamento della ricostruzione.
9/7328/140.
Lucchese, Giacalone.

La Camera,
valutata la necessità di una migliore leggibilità delle tabelle del disegno di legge finanziaria ed in particolare di precisare l'articolazione dei fondi speciali in vecchie e nuove finalizzazioni, in modo che siano rese evidenti le esigenze di copertura finanziaria di progetti di legge che, alla data di presentazione del disegno di legge finanziaria siano stati già approvati da un ramo del Parlamento;
ribadita l'esigenza che la Camera abbia completa conoscenza dell'ammontare e delle effettive destinazioni delle finalizzazioni già iscritte a bilancio, per poter deliberare consapevolmente sugli accantonamenti dei fondi speciali,

impegna il Governo

1) a corredare la relazione illustrativa del disegno di legge finanziaria per il 2002 dell'elenco delle finalizzazionì dei fondi speciali (Tabelle A e B) già previste dal bilancio a legislazione vigente (cosiddette vecchie finalizzazioni), precisando per ciascuna


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di esse, ove sia stato già presentato, il disegno di legge al quale si riferisce e lo stato dell'iter parlamentare del medesimo;
2) a precisare quali fra le vecchie finalizzazioni si riferiscano a disegni di legge già approvati da un ramo del Parlamento, il cui iter il Governo intenda salvaguardare, fornendo per ciascun Ministero l'ammontare di accantonamenti riferiti a tali disegni di legge.
9/7328/141.
Fantozzi, Boccia, Villetti, Cerchi, Cherchi, Carazzi, Possa, Giancarlo Giorgetti, Bono.

La Camera,
premesso che al fine di dare attuazione ai programmi di valorizzazione delle produzioni a denominazione di origine protette, indicazione geografica protetta, e indicazione geografica tipica dei consorzi di tutela di medie e piccole dimensioni

impegna il Governo

a considerare prioritario, nell'ambito delle disponibilità finanziarie afferenti alla tutela delle produzioni tipiche, il finanziamento ai consorzi di cui alla premessa.
9/7328/142. Vascon, Dozzo.

La Camera
premesso che:
in molte città d'Italia le amministrazioni comunali, spesso per mancanza di fondi a disposizione, non hanno programmato né attuato sul territorio spazi per affissione riservati a partiti o ad organizzazioni sindacali;
a causa di tali inadempienze, alcune amministrazioni comunali, come quella di Roma, rifiutano di affiggere più di 1.000 manifesti al giorno;
tale quantità è del tutto insufficiente se si considera che, nella Capitale, per dare visibilità ad una manifestazione occorrono minimo 20.000 manifesti;
a seguito del rifiuto di affissione da parte degli uffici comunali, partiti e sindacati sono costretti ad affiggere i manifesti fuori dagli spazi consentiti;
a seguito di tali comportamenti sono stati notificati a partiti, a sindacati e a candidati a competizioni elettorali migliaia di contestazioni con relative ammende;
presso l'autorità giudiziaria sono in corso migliaia di procedimenti d'opposizione alle ingiunzioni di pagamento;
negli anni passati i governi hanno suggerito alle amministrazioni interessate di definire con transazione che accetti il pagamento delle infrazioni con il versamento di un milione di lire

impegna il Governo

ad assumere tutte le necessarie iniziative affinché i prefetti dispongano ed accettino, per le controversie in corso, il pagamento di un importo non superiore al milione di lire.
9/7328/143. Mazzocchi, Gramazio, Proietti, Gasparri, Buontempo.

La Camera,
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001;
esaminato, in particolare, l'articolo 2 che introduce modifiche alle disposizioni tributarie concernenti interventi inerenti il recupero del patrimonio edilizio esistente di cui all'articolo 1 della legge 27 dicembre 1997, n. 449;
considerati i numerosi problemi di interpretazione riscontrate nell'attuazione delle suddette disposizioni;

impegna il Governo

a considerare, ai fini della detrazione dell'imposta sul reddito di cui al comma 1, dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, anche le spese sostenute dal


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proprietario per l'esecuzione di opere funzionali al recupero dell'unità immobiliare, anche qualora interessino le parti comuni dell'edificio e delle sue pertinenze in particolare per la realizzazione degli impianti tecnologici e per l'adeguamento dell'immobile alle disposizioni vigenti in materia di risparmio energetico;
a chiarire che la prima comunicazione di inizio lavori, inviata con riferimento all'unità immobiliare ai sensi del decreto ministeriale 18 febbraio 1998, n. 41, è valida anche per eventuali varianti od opere correlate ai lavori di recupero dell'unità immobiliare medesima, anche se effettuati nelle parti comuni dell'edificio;
a prevedere che eventuali vizi di forma legati all'invio delle comunicazioni di inizio dei lavori di recupero alle autorità competenti possano essere sanati con l'applicazione di una sanzione amministrativa, qualora sia stata emessa regolare fattura in riferimento ai lavori eseguiti e al cui pagamento si sia provveduto mediante bonifico bancario.
9/7328/144. Terzi, Giorgetti.

La Camera
premesso che l'autostrada Pedemontana Veneta (A.P.V.) - della quale è stato redatto il progetto definitivo del tratto Est nell'aprile di quest'anno - è un'arteria di primaria importanza per il sistema produttivo del nord-est, il quale necessita di una adeguata dotazione di infrastrutture al fine di essere competitivo nel mercato globale;
considerato che è necessario evitare qualsiasi ritardo nella realizzazione dell'opera ed a tal fine è auspicabile che non vi sarà del contenzioso con i proprietari dei terreni e dei fabbricati che dovranno essere espropriati;
constatato che, in passato, il contenzioso con gli espropriandi si è creato sia a causa dei bassi valori degli indennizzi, sia per i tempi molto lunghi con cui essi sono stati corrisposti;
rilevato che, a causa della notevole e diffusa urbanizzazione del territorio interessato, la realizzazione dell'A.P.V. dovrà necessariamente comportare l'esproprio di beni immobili (terreni e fabbricati) dotati di un valore non modesto

impegna il Governo

ad operare in modo tale che la Concessionaria incaricata della realizzazione e gestione dell'Autostrada Pedemontana corrisponda ai proprietari dei beni espropriati degli indennizzi rapportati al valore reale dei beni stessi;
in particolare per quanto riguarda il terreno agricolo si dovrà prevedere un indennizzo rapportato al valore reale e non a quello fondiario ed inoltre dovrà essere favorito l'accorpamento aziendale delle imprese agricole;
dovranno inoltre essere previste delle modalità di pagamento tempestive con versamento dell'80 per cento dell'indennizzo entro due o tre mesi dall'esproprio e il rimanente 20 per cento alla chiusura della procedura.
9/7328/145. Fongaro, Vascon, Stefani, Dalla Rosa.

La Camera
tenuto conto che:
di fatto al comma 2 dell'articolo 51 del disegno di legge finanziaria, si permette di usufruire dei congedi retribuiti per l'assistenza a genitori con figli disabili (in situazione di gravità di cui all'articolo 3, comma 3 della legge 140/92) per l'assistenza del minore, poiché tale disposizione viene vanificata in gran parte, poiché nello stesso comma si sostiene che tale beneficio spetterebbe solo a coloro che da almeno 5 anni godono dei benefici di cui all'articolo 33 della su riferita legge n. 102/92;
con tale vincolo si impedisce di assistere i propri figli con handicap, proprio nei primi anni nel quale l'handicap spesso si instaura, ovvero in quelli nei


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quali i genitori necessitano di più tempo per l'accertamento, la cura, l'adattamento familiare, l'integrazione,

impegna il Governo

affinché si estenda questo provvedimento all'instaurarsi dell'handicap stesso.
9/7328/146. Massidda, Burani Procaccini, Guidi.

La Camera,
tenuto conto che i servizi che erogano energia, comunicazione e trasporti sono assai indispensabili per l'integrazione, l'assistenza, la cura, la riabilitazione delle persone con handicap grave e gli anziani non autosufficienti è indispensabile che vengano ridotte al minimo tutte le tariffe energetiche, per la comunicazione e i trasporti,

impegna il Governo

a rivedere quanto prima e in questa ottica tale materia.
9/7328/147. Guidi.

La Camera,
considerati i fondi stanziati per il miglioramento della viabilità e dei trasporti ed in particolare lo stanziamento previsto in Tabella A dell'Atto Camera n. 7328-bis pari a lire 20 miliardi per gli anni 2001 e 2002 e lire 30 miliardi per l'anno 2003, ed attribuito all'ANAS ai fini del completamento della S.S. 434 - Transpolesana,

impegna il Governo

ad una sollecita azione volta ad accelerare tutte le procedure necessarie sia per la messa in sicurezza dei tratti a rischio e sia per attivare il completamento del tratto Rovigo-S.S. Romea.
9/7328/148. Frigato.

La Camera,
considerata la necessità e urgenza di modernizzazione infrastrutturale del Paese;
vista l'esigenza di ammodernamento complessivo della rete ferroviaria nel Friuli-Venezia Giulia anche per dare al paese collegamenti internazionali adeguati;
tenuto conto che la tratta Casarsa-Portogruaro assume una rilevanza strategica per l'area del Nord est in quanto collega due linee internazionali, una delle quali ricompresa nel Corridoio n. 5,

impegna il Governo

a operare con le FF.SS. per inserire nel contratto di programma 2001 la realizzazione della elettrificazione di tale tratta, anche in considerazione del bisogno di competitività di quei territori vista la loro vocazione produttiva e fortemente proiettata all'estero.
9/7328/149. Di Bisceglie, Prestamburgo, Basso, Scarpa Bonazza Buora.

La Camera
esaminato il disegno di legge finanziaria,

impegna il Governo

affinché nell'utilizzo del Fondo unico per gli incentivi alle imprese (articolo 52 legge n. 448 del 1998) 100 miliardi dei finanziamenti imputati alla legge n. 181/84 per le aree siderurgiche in crisi, vengano destinati al completamento delle opere portuali del porto di Taranto, secondo gli impegni assunti nell'Accordo di programma sottoscritto dal Governo, porti sociali ed enti locali il 5 ottobre 2000.
9/7328/150. Angelici.


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La Camera,
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001;
premesso che
i recenti eventi atmosferici hanno ancora una volta messo in evidenza la fragilità del territorio italiano dal punto di vista idrogeologico;
diversi fatti concorrono indubbiamente ad aggravare i fattori di rischio e tra questi, oltre agli indubbi mutamenti climatici, particolare rilievo assumono la forte antropizzazione e la scarsa manutenzione del territorio;
numerosi sono gli enti e le autorità preposte alla pianificazione e gestione del territorio, spesso non coordinati nelle rispettive competenze e non in grado di scambiarsi informazioni;
le risorse finanziarie destinate alla tutela del territorio, alla prevenzione e alla manutenzione programmata sono state negli ultimi anni del tutto irrisorie ed insufficienti;

impegna il Governo

ad attuare una seria politica di programmazione e gestione territoriale, assicurando idonee risorse finanziarie, semplificando ed armonizzando le modalità di intervento, riducendo ed aggregando le autorità competenti, garantendo agli enti locali maggiori finanziamenti vincolati a finalità di tutela ambientale ed idrogeologica e incentivando gli stessi, attraverso la riduzione o l'esenzione dell'aliquota IVA, ad investire prioritariamente per tali finalità.
9/7328/151. Parolo, Formenti, Terzi, Guido Dussin, Alberghetti, Chincarini, Paolo Colombo.

La Camera,
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001;
considerato che l'articolo 4 della legge 8 ottobre 1998, n. 354, prevede lo stanziamento di risorse finanziarie per consentire il potenziamento dei collegamenti ferroviari esistenti o in corso di realizzazione, con l'aeroporto intercontinentale di Malpensa;
tenuto conto che, allo scopo di realizzare gli interventi ferroviari di collegamento con l'aeroporto di Malpensa, è stato previsto un finanziamento di 100 miliardi per il raddoppio della tratta ferroviaria Bergamo-Treviglio;
valutato che i lavori di raddoppio della citata tratta ferroviaria, ad oggi, non sono stati ancora completati;

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti affinché si proceda al completamento dei lavori di raddoppio della tratta Bergamo-Treviglio quale collegamento ferroviario con l'aeroporto intercontinentale di Malpensa.
9/7328/152. Alborghetti, Giorgetti, Pagliarini, Terzi, Frosio Roncalli, Stucchi, Pirovano, Martinelli.

La Camera,
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001;
considerato che il comma 5, dell'articolo 3 della legge 7 dicembre 1999, n. 472, prevede lo stanziamento di risorse finanziarie per la realizzazione degli investimenti ferroviari del Corridoio europeo n. 5 (Venezia-Trieste-Lubiana-Budapest-Kiev) e collegamenti;
tenuto conto dell'importanza strategica che riveste la realizzazione dell'asse ferroviario che partendo dalla Spagna (Madrid-Barcellona),


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passando per Torino-Milano-Venezia-Trieste, si collegherà con i paesi dell'Est, consentendo in tal modo lo sviluppo dei traffici commerciali del sud Europa;
ritenuto che le risorse finanziarie previste sono insufficienti;

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti affinché sia consentita la realizzazione di un'infrastruttura dall'importanza strategica, soprattutto sotto l'aspetto dei traffici commerciali, quale è il Corridoio n. 5.
9/7328/153. Formenti, Alberghetti, Giorgetti, Paglierini, Terzi, Frosio Roncalli, Stucchi, Pirovano, Martinelli.

La Camera,
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001;
considerato che la tratta ferroviaria Bergamo-Treviglio, riveste particolare importanza quale Collegamento con l'aeroporto intercontinentale di Malpensa;

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti affinché si provveda alla realizzazione del ponte che attraversa Paderno d'Adda, insistente sulla tratta ferroviaria Bergamo-Treviglio.
9/7328/154. Stucchi, Alborghetti, Giancarlo Giorgetti, Pagliarini, Terzi, Frosio Roncalli, Pirovano, Martinelli.

La Camera,
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001,

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti al fine di consentire la realizzazione delle opere relative alla tranvia Bergamo-San Antonio-Bergamo-Torre Bordone.
9/7328/155. Frosio Roncalli, Alborghetti, Giorgetti, Pagliarini, Stucchi, Terzi, Pirovano, Martinelli.

La Camera,
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001;

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti al fine di consentire la predisposizione dello studio di fattibilità del collegamento ferroviario Bergamo-Orio al Serio.
9/7328/156. Pirovano, Alborghetti, Giancarlo Giorgetti, Pagliarini, Terzi, Frosio Roncalli, Martinelli, Stucchi.

La Camera,
esaminato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per l'anno 2001;

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti al fine di prorogare la durata della gestione privata dell'aeroporto Bergamo-Orio al Serio.
9/7328/157. Martinelli, Alborghetti, Frosio Roncalli, Giancarlo Giorgetti, Pagliarini, Stucchi, Terzi, Pirovano.

La Camera,
premesso che:
evidenziati nella Conferenza di Rio de Janeiro e riproposti con forza dal Secondo Rapporto sul Clima Globale del 1995, i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di gas serra prodotti dalle attività


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umane rappresentano oggi una delle minacce più gravi per il futuro del nostro pianeta e delle generazioni che verranno. Le preoccupazioni avanzate nel Rapporto sono state fatte successivamente proprie dalla Conferenza di Kyoto del dicembre 1997, che ha definito il quadro degli impegni dei vari Paesi per contrastare il fenomeno. In particolare per l'Unione Europea è stato fissato al 2008-2012 l'obiettivo di una riduzione delle emissioni di gas serra dell'8 per cento rispetto al 1990, in questo quadro all'Italia è stato assegnato l'obiettivo della riduzione del 6,5 per cento dei gas serra entro l'arco temporale 2008-2012 rispetto alle emissioni del 1990;
una più puntuale valutazione degli obiettivi quantitativi nazionali di riduzione delle emissioni di gas climalteranti è stata formulata nella delibera Cipe del 19 novembre 1998 che fissa in 45-55 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente la riduzione della produzione di gas serra al 2006 e in 95-112 tonnellate nel periodo 2008-2012;
tra i settori interessati al raggiungimento degli obiettivi intermedi figura, in prima fila, quello dei trasporti;
la recente Conferenza Nazionale sui Trasporti pur avendo posto le basi per un Piano nazionale per trasporti insieme più efficienti ed ecologicamente sostenibili, non ha affrontato a pieno le problematiche della mobilità a basso impatto ambientale nelle città, ove la congestione da traffico è divenuta emergenza ambientale e sanitaria. Secondo le stime della Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale, nei prossimi 75 anni il numero di casi di leucemia attribuibili al benzene, e quindi al trasporto inquinante, nella popolazione italiana potrebbe arrivare sino a 50 per ogni 1.000 casi di leucemia;
l'applicazione dei principi dettati dalla direttiva 96/62/CE del Consiglio, del 27 settembre 1996, in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria - che introduce nuovi valori limite e soglie di allarme per le concentrazioni atmosferiche di biossido di zolfo, biossido di azoto e ossido nitrico, particolato e piombo - renderà ancora più urgente la necessità di definire politiche globali di controllo e riduzione dell'inquinamento atmosferico nelle aree urbane ed extraurbane. La direttiva, infatti, prevede la determinazione di stringenti obiettivi di qualità dell'aria da conseguire entro il 2010, prevedendo una progressiva riduzione del margine di tolleranza ammesso fino a quella data;
in attesa di una politica di congestion management, che consista nell'applicazione di misure di carattere amministrativo, economico, operativo e tecnologico finalizzate a conseguire un uso più efficace delle infrastrutture, dei modi e dei servizi di trasporto esistenti, è necessario favorire la mobilità a zero emissioni inquinanti, cioè i vettori a basso impatto ambientale come, tram, filobus e vetture elettriche, bici e motocicli elettrici;

impegna il Governo

a prevedere agevolazioni fiscali sul prezzo dell'energia elettrica utilizzata per l'esercizio del trasporto pubblico e privato.
9/7328/158. Cento.

La Camera,
preso atto:
della necessità di operare una decisa lotta all'evasione fiscale;
che a tale scopo si profila la possibilità di inquadrare gli amministratori di condominio nel regime fiscale in tema di imposta sul valore aggiunto, attraverso l'apertura della Partita IVA;
che in tal modo si otterrebbe un fedele e prezioso monitoraggio della situazione reale di tale settore professionale;
che tale disposizione consentirebbe un più preciso inquadramento fiscale degli amministratori di condominio;
che la normativa comunitaria obbliga gli amministratori che gestiscono condomini di essere iscritti all'Ufficio IVA di competenza;


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che a tal proposito è già stato approvato un Ordine del Giorno che ha impegnato il Governo ad adoperarsi in tal senso,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa di propria competenza affinché sia prevista l'obbligatorietà dell'iscrizione nell'Ufficio Imposta Valore Aggiunto (IVA) di competenza di tutti gli amministratori di condominio, indipendentemente dal numero di condomini amministrati.
9/7328/159. Apolloni, Manzione.

La Camera,
premesso che
il territorio dei comuni di San Donà di Piave, Jesolo, Cavallino Treporti, Musile di Piave, Fossalta di Piave, Noventa di Piave, Marlon, Meolo, Quarto d'Altino soffrono da tempo gravi problemi di criminalità e ordine pubblico, in particolare durante la stagione estiva

impegna il Governo

a dotare il Cavallino Treporti di una stazione permanente dei carabinieri;
ad aumentare gli organici ed i mezzi delle forze di polizia, durante la stagione estiva;
ad aumentare gli organici ed i mezzi del commissariato di P.S. di Jesolo, della compagnia dei carabinieri di San Donà di Piave e delle stazioni dei carabinieri operanti nei comuni suddetti.
9/7328/160. Pezzoli.

La Camera,
esaminato l'Atto Camera n. 7328-bis recante Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001);
considerato l'alto valore del patrimonio d'arte e di natura rappresentato dalla Villa imperiale di Galliera Veneta;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative al fine di consentire il recupero e la valorizzazione della Villa imperiale di Galliera Veneta, affinché questo inestimabile patrimonio culturale possa essere salvaguardato e restituito alla sua bellezza di un tempo.
9/7328/161. Rodeghiero, Bianchi Clerici, Santandrea.

La Camera,

impegna il Governo

a destinare alla ceramica d'arte del nostro Paese, almeno il 40 per cento delle somme stanziate nelle tabelle del Ministero dell'industria e del commercio estero nella voce relativa all'artigianato artistico.
9/7328/162. Cappella, Pozza Tasca, Bracco, Campatelli, Chiavacci, Giulietti.

La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria 2001,
premesso che nel disegno di legge medesimo sono contenute significative novità per il mondo del turismo, fra le quali un incremento a 60 miliardi per gli anni 2001-2003 del contributo ENIT, il rifinanziamento per 200 miliardi della legge 266 circa i programmi regionali di sviluppo di commercio e turismo, la copertura della nuova legge quadro per 500 miliardi a valere anche sul fondo unico del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, e il rifinanziamento della legge 488 del 1992 per il turismo con 1000 miliardi annui;
sottolineato che, più in generale, le imprese turistiche beneficeranno anche dell'abbattimento delle aliquote IRAP, di provvidenze in favore del commercio elettronico e, se in aree depresse, del credito di imposta per nuove assunzioni e nuovi investimenti;


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rilevato altresì che è in avanzato stato di definizione il testo della legge di riordino della legislazione di settore, attualmente all'esame della Assemblea, e che esso prevede l'istituzione di un apposito fondo di cofinanziamento dell'offerta turistica, di cui dispone un primo finanziamento;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative affinché siano recepite ulteriori risorse da destinare al finanziamento del predetto fondo al fine di consentire la nascita e lo sviluppo dei sistemi turistici locali.
9/7328/163. Alveti, Ruggeri, Attili, Ortolano, Bastianoni, Servodio, Losurdo, Manzini, Sergio Fumagalli.

La Camera,
considerato che la legge finanziaria ha preso provvedimenti a favore della famiglia, per quanto riguarda la riduzione del carico fiscale che, di fatto, aumenta il reddito disponibile soprattutto per quelle con maggior numero di figli;
considerato che le disposizioni, volte ad attenuare l'impatto degli oneri relativi ai canoni di locazione, per quelle famiglie che non hanno una casa di proprietà, così come riformulate e ridotte, insieme alle misure agevolative per gli interventi di ristrutturazione edilizia concorrono anch'esse a sostenere la famiglia;
considerato che soprattutto le giovani coppie hanno bisogno di ulteriori aiuti per poter assolvere gli oneri che comportano la crescita dei figli;

impegna il Governo

a mantenere e a migliorare le iniziative già intraprese ed a stanziare le necessarie somme per tutti gli altri interventi indispensabili a sostenere la famiglia e, soprattutto, quelle che hanno i redditi più bassi e quelle che hanno figli o persone disabili o anziani a carico.
9/7328/164. Scoca.

La Camera,
considerata la necessità di realizzare un'alternativa al corridoio Tirreno-Adriatico che garantisca il collegamento fra i porti di Gaeta e quello di Termoli nei territori delle regioni Lazio, Campania e Molise, comprendenti i tratti Gaeta-Pedemontana di Formia - Suio Terme, San Vittore e Termoli con il conseguente raddoppio della statale Bifernina,

impegna il Governo

a procedere, attraverso la conferenza Stato-Regioni, con il concorso dell'Enas, alla definizione delle progettazioni mancanti e all'avvio delle opere cantierabili.
9/7328/165. Conte.

La Camera,
premesso che:
a distanza di 20 anni dal sisma del 23 novembre 1980 che colpì Irpinia e Basilicata si sta procedendo al completamento del processo di ricostruzione con giacenze di fondi pari a circa 2.350 miliardi;
in alcuni comuni persistono esigenze urgenti concernenti il prosieguo stesso degli interventi di ricostruzione;
su tale argomento la Commissione Bilancio della Camera nel mese di giugno del 2000 ha approvato una risoluzione a firma dell'On. Mario Pepe n. 8-00064;
è improcrastinabile un intervento di snellimento delle procedure per l'assegnazione delle risorse necessarie

impegna il Governo

ad adottare misure normative in ordine alla semplificazione delle procedure e alla gestione degli interventi da parte dei comuni con lo stanziamento dei fondi necessari al completamento della ricostruzione e a determinare nuove forme legislative per la ripartizione dei fondi impegnati premiando quelle amministrazione; che hanno dimostrato operativa capacità di spesa.
9/7328/166. Molinari, Luongo, Boccia.