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larga mezzo metro e profonda una ottantina di centimetri. Da allora il costone è posto sotto continuo monitoraggio;
dighe ed altre strutture utilizzate dalla società Caffaro.
con una precedente interrogazione nel mese di settembre ho fatto presente la situazione di grave pericolo riscontrata a Lodrone di Storo in Trentino a causa di una frana che incombe sull'abitato e minaccia l'incolumità degli abitanti del paese, senza finora aver ricevuto risposta;
la situazione di pericolo è stata registrata a metà di settembre 2000. Sulla montagna che sovrasta il paese, a quota 700 metri sul livello del mare si è aperta, a fianco del Rio Santa Barbara, una frana, ha cominciato fuoriuscire una quantità inusitata di acqua e contemporaneamente sulla cresta del costone sovrastante si è aperta una fenditura lunga duecento metri,
sono stati avanzati sospetti sulla condotta forzata della società Caffaro che porta l'acqua dalla diga di Valdorizzo di Bagolino (al confine tra le province di Trento e Brescia) alla centrale idroelettrica della società Caffaro, sita a sud dell'abitato di Lodrone. Questa condotta non sarebbe stata sottoposta ad alcun lavoro di manutenzione dall'epoca dal 1959;
la notevole quantità di acqua precipitata mercoledì 20 settembre ha accresciuto il pericolo. I vigili del fuoco volontari, le forze dell'ordine, il comune di Storo, la Provincia Autonoma di Trento e molti altri volontari hanno reso possibile l'attuazione di una rapida evacuazione La situazione di disagio per la popolazione allontanata dalle proprie abitazioni ed attività lavorative è stata pesante;
numerosi tecnici hanno visitato la zona della frana, localizzata a monte dell'abitato di Lodrone sul versante in destra idrografica dell'alveo del torrente Santa Barbara, descrivendo in modo dettagliato ed allarmante la situazione. Nelle vecchie tubature in cemento sono state riscontrate numerose falle ed un invecchiamento delle strutture di rivestimento. È stata stesa una relazione sull'ispezione effettuata il 25 e 26 settembre 2000, di cui hanno dato notizia i quotidiani, alla galleria di adduzione della centrale idroelettrica Caffaro 2, lunga 6.503 metri e con un diametro di 2,15 metri. Questa presenterebbe condizioni precarie in molti tratti:
personalmente ho segnalato la situazione di pericolo all'autorità pubblica competente;
già il 20 luglio 1992, si verificò un fatto increscioso legato alla mancanza di controlli su questo impianto che mise in allarme la popolazione. In quella giornata si ruppe infatti la tubatura che fornisce l'acqua alla centrale idroelettrica della società Caffaro. Il fatto creò sconcerto ma per fortuna non vi furono vittime poiché in quel momento non transitava nessuna persona lungo la strada che conduce da Ponte Caffaro a Castagneta. Vennero comunque arrecati danni materiali. Anche in altri impianti della società Caffaro si sono a più riprese riscontrati problemi dovuti alla mancanza di manutenzione e sistemazione globale degli stessi;
alla fine di ottobre 2000 le autorità competenti hanno disposto il sequestro della condotta forzata e sono stati posti i sigilli alla diga di Valdorizzo, sopra Bagolino, luogo di partenza della condotta che porta l'acqua alla centrale di Ponte Caffaro. Altri sigilli sono stati posti alla condotta all'altezza di Riccomassimo ove erano al lavoro alcuni operai che stavano effettuando lavori di manutenzione straordinari. L'autorità competente ha avviato un'inchiesta;
diversi elementi ed osservazioni ricondurrebbero ad un legame tra la frana e le falle riscontrate nella condotta. In particolare, dopo la chiusura della condotta la sorgente ha cominciato lentamente a ridurre la sua portata d'acqua e la frana ha rallentato lo scivolamento, la florescina immessa nella condotta dopo alcuni giorni è uscita dalla sorgente -:
se il Ministro era al corrente della situazione di grave pericolo registrata a Lodrone di Storo in Trentino a causa della frana che incombe sull'abitato;
quali atti intenda avviare il Ministro, qualora non avesse già provveduto, per giungere a poter disporre di una verifica puntuale della situazione presente sul luogo della frana nonché della condotta forzata e dell'intero impianto della società Caffaro Energia;
se il Ministro era a conoscenza di altri fatti, come quello avvenuto nel 1992, che indicano lo stato di incuria ed il conseguente pericolo per la pubblica incolumità degli impianti della società Caffaro Energia;
quali controlli siano stati finora svolti per accertare lo stato delle condotte forzate,
(5-08462)
a seguito delle forti precipitazioni, in questi giorni di maltempo, in provincia di Milano i comuni di Lentate sul Seveso, Barlassina Cermenate e limitrofi sono stati investiti dell'ennesimo disagio infrastrutturale poiché le sponde di contenimento della superstrada Milano-Lentate Ss nel tratto del peduncolo Meda-Lentate sul Seveso, sono ancora franate creando gravi danni alla circolazione, inondando di fango e detriti la carreggiata che a sua volta è ceduta per il peso dei mezzi pesanti;
ciò si era già verificato nel periodo estivo - agosto - facendo seguire allagamenti di notevoli entità nei comuni sopracitati;
il costo della variante in oggetto è stato stimato in circa 55 miliardi e visti i fatti non può certo garantire il servizio auspicato -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti;
se a loro avviso i lavori siano stati eseguiti rispettando i criteri necessari;
a chi ritengano attribuire le reali responsabilità e come intendano interagire per il risarcimento del danno gravato sui comuni interessati che si sono visti obbligati all'utilizzo dello straordinario, per la sicurezza dei cittadini-automobilisti, per il personale dei comandi di polizia e municipale;
se non ritengano che gli utenti, dopo anni di disagio a causa della lungaggine dei lavori, ora non vengono ulteriormente vessati da tali ultimi disservizi.
(5-08463)
con delibera Anas n. 1638 del 1998, venivano affidati alla impresa Gfg srl i lavori di rifacimento del bivio d'ingresso al comune di Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria;
detti lavori, il cui avvio era stato fissato per il 1o settembre 1999 venivano sospesi a seguito della sospensiva del Tar calabrese n. 923 del 1999 del 13 ottobre 1999;
sono prevedibili le conseguenze finanziarie ed occupazionali, certamente negative, scaturite dal succedersi dei fatti ivi illustrati -:
quali siano le iniziative, che i ministri interrogati intendono assumere per accertare i termini del problema ed evitare il protrarsi di una situazione, foriera di speranze finora rivelatesi pie illusioni.
(5-08467)