Allegato B
Seduta n. 806 dell'8/11/2000


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INDUSTRIA, COMMERCIO E ARTIGIANATO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, il Ministro del commercio con l'estero, per sapere - premesso che:
si sta determinando lo stato di agitazione nella categoria dei commercianti ambulanti, settore che in Italia conta circa 130 mila piccole imprese, per una quota di consumi calcolata intorno al 15 per cento e con una superficie di vendita complessiva che supera i 3,5 milioni di metri quadrati;
la categoria, in molti suoi ambienti qualificati, non esclude di dover ricorrere addirittura allo «sciopero dello scontrino» sul piano fiscale e ad altre forme clamorose di protesta e di autotutela;
in particolare la categoria preme perché non sia più tollerato il diffusissimo ed anzi crescente fenomeno dell'abusivismo


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ambulante; chiede un trattamento fiscale più sopportabile, essendo quello che attualmente vige diventato un elemento proibitivo rispetto allo sforzo di contenimento dei costi che condiziona la sopravvivenza del commercio ambulante; sollecita in maniera ultimativa misure di ristrutturazione e razionalizzazione del settore, da tempo individuate, per mettere fine alla grave condizione di incertezza e sfavorita operatività delle aziende, quasi tutte a carattere familiare -:
quali misure, concrete, rigorose, coordinate, anche di concerto con le regioni e gli enti locali, intenda adottare il Governo, senza ulteriori ritardi, per prevenire e reprimere il dannosissimo fenomeno dell'abusivismo ambulante; per assicurare al regolare commercio ambulante uno specifico trattamento fiscale equamente tollerabile e tale da assecondare nel settore lo sforzo che le aziende stanno attuando per il contenimento dei costi e quindi anche dei prezzi di vendita; per attuare finalmente una seria e razionale ristrutturazione del settore, in linea con le esigenze della società contemporanea e degli stessi operatori;
se non intenda il Governo, prima che siano attuate le iniziative e manifestazioni di comprensibile protesta, convocare un tavolo di confronto con le organizzazioni di categoria, con l'intervento dei rappresentanti delle regioni e delle autonomie locali affinché siano costruttivamente e veramente focalizzati i problemi più stringenti, a cominciare da quelli dell'abusivismo e della fiscalità, con conseguenti impegni, ravvicinatamente scadenzati, da parte dei pubblici poteri.
(2-02705) «Benedetti Valentini».

Interrogazione a risposta in Commissione:

SAONARA. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. - Per sapere - premesso che:
giovedì 14 settembre 2000 il quotidiano «Il Sole 24 ore» segnalava che il gruppo Finmeccanica ha chiuso il primo semestre 2000 con un utile ante imposta di 256 miliardi e un utile netto di 160 miliardi. Peraltro, nel periodo considerato, il gruppo ha registrato la perdita - non prevedibile - della società americana Union Switch & Signal, controllata da Ansaldo Signal Nv, che influito per 90 miliardi a livello consolidato, su un valore della produzione in calo da 602,9 a 590,8 miliardi;
lo stesso quotidiano, nelle edizioni del 29 ottobre e del 1o novembre, segnala le difficoltà finanziarie persistenti in Ansaldo Trasporti: la società del settore ferroviario ha una perdita netta di 140,7 miliardi in nove mesi, su un valore della produzione di 441. La situazione economico-patrimoniale è stata approvata, insieme ai conti del terzo trimestre, per l'assunzione delle deliberazioni dell'articolo 2446 del codice civile: l'assemblea è convocata per il 20 novembre e, in seconda adunanza, il 7 dicembre, per coprire le perdite, superiori a un terzo del capitale; si prevede, che dopo il ripianamento delle perdite, vi sarà un ampio riassetto che «porterà a una divisione in tre aziende del comparto trasporti (veicoli, sistemi, segnalamento) e, nel medio periodo, alla probabile fusione della società quotata nella capogruppo»;
a queste notizie non può non essere connessa la nota - pubblicata dallo stesso quotidiano in data 10 settembre 2000 - relativa alla situazione finanziaria del gruppo Firema, azienda, ferroviaria controllata al 51 per cento da soci privati e al 49 per cento da Finmeccanica. La nota ricorda che il bilancio 1999, approvato dagli azionisti in agosto, dichiara una perdita netta di 265 miliardi, su un giro di affari di circa 300 miliardi. La gran parte del passivo viene imputato - peraltro - a svalutazioni di immobili non più destinati alla produzione, che verranno dimessi;
la nota giornalistica descrive anche le opzioni di Finmeccanica verso Firema Trasporti, sul piano finanziario: «Il gruppo


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non dovrebbe per ora subire contraccolpi negativi da questa partecipazione, avendo accantonato 200 miliardi per la ristrutturazione Firema nel bilancio 1999» -:
si chiede di sapere se, ferma restando la autonoma responsabilità operativa degli amministratori del gruppo Finmeccanica, via siano state valutazioni ed indirizzi circa i futuri assetti del comparto trasporti e, di conseguenza, delle compartecipazioni nel settore, con particolare riguardo a Firema.
(5-08455)

Interrogazioni a risposta scritta:

OLIVO. - AlMinistro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 164/2000 sul mercato del metano riduce il tempo delle concessioni dei comuni alle aziende distributrici di metano (Italgas, Legacoop, Consorzi) da 30 anni a 5 anni. Le aziende distributrici non accettano questa drastica riduzione per il mancato ritorno economico e, quindi, vogliono rescindere le convenzioni stipulate con gli stessi comuni. Queste aziende hanno già presentato in parte, ed entro il corrente anno completeranno, i progetti delle reti al ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato. Ovviamente le stesse hanno sostenuto le relative spese di progettazione;
la riduzione del periodo di concessione, e la conseguente rinuncia delle aziende distributrici, allungherà itempi della metanizzazione: ai 20 anni già passati se ne aggiungeranno, forse, altri 10. La Regione del Mezzogiorno più penalizzata sarà la Calabria. Difatti al 31 dicembre 1999, la regione registra il più basso tasso di realizzazione delle reti di distribuzione in esercizio: 155 comuni su 409 pari al 38 per cento;
va sottolineato l'aspetto paradossale di una regione che ha fornito al Paese, con la coltivazione off-shore di metano di Crotone, alcune decine di miliardi di mc del gas naturale, pari al 15 per cento della produzione nazionale annua nel 1997 (fonte SNAM) e ha consumato invece, per usi industriali e civili, appena 256 milioni di mc pari al 4 per cento dei consumi delle regioni meridionali ed allo 0,6 per cento dei consumi nazionali;
negli anni successivi la situazione sarà solo lievemente migliorata;
il Ministro Letta ha dichiarato di voler rivedere le rigide scadenze previste dal decreto legislativo avendo acquisito il parere favorevole delle Commissioni Parlamentari -:
se non si intendano rivedere i tempi di durata delle concessioni alle aziende distributrici del metano per consentire al CIPE l'emanazione dei decreti di finanziamento ai Comuni, onde nei primi mesi del 2001 si possano aprire i cantieri.
(4-32392)

AMORUSO. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che:
il 25 ottobre 2000, il ministro Letta ha nominato come rappresentanti del Ministero dell'industria e dell'artigianato nel consiglio d'amministrazione della Finmeccanica, il dottor Antonio Lirosi e l'avvocato Francesco Sanna;
il 45 per cento di capitale dell'azienda pubblica è stato collocato in borsa nel maggio scorso;
il dottor Lirosi, entrato nel Ministero dell'industria nel 1995 in qualità di segretario particolare del sottosegretario Mastrobuono, viene nominato capo della segreteria tecnica del sottosegretario Carpi nel 1996, fino a diventare direttore generale del ministero nel 1997. Con il ministro Letta, assume l'incarico di capo di gabinetto e nominato nel collegio dei revisori del Conai e del consiglio d'amministrazione dell'acquirente unico;
l'avvocato Sanna, nato nel 1965, libero professionista, viene nominato dal ministro Letta segretario particolare, capo della segreteria e capo della segreteria tecnica. Dallo stesso ministro viene assegnato


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alla carica di componente nel comitato di sorveglianza della legge Prodi per la società Carabelli e nel consiglio d'amministrazione della Simest;
l'avvocato Sanna, che in seno al consiglio d'amministrazione della Finmeccanica dovrebbe rappresentare il ministero dell'industria, non è un dipendente dello stesso ma solo in possesso di un contratto a tempo determinato, che avrà termine con la sostituzione del ministro;
allo stesso tempo, il Ministero del tesoro ha nominato nel consiglio d'amministrazione della Finmeccanica un suo dirigente generale, il dottor Lorenzo Bini Smaghi;
è la prima volta che lo Stato nomina tre amministratori esercitando i «poteri speciali», la così detta golden share. In passato ne ha nominati uno per Telecom ed Eni, addirittura nessuno all'Enel -:
quali siano state le motivazioni con le quali si è provveduto alla scelta dei consiglieri d'amministrazione della Finmeccanica;
se risponda al vero la notizia secondo la quale Sanna non si sarebbe dimesso dagli incarichi presso il ministero come da prassi e correttezza.
(4-32426)