Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 805 del 7/11/2000
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Informativa urgente del Governo sui recenti fenomeni alluvionali nelle zone del centro e del nord Italia (ore 20,54).

PRESIDENTE. Procediamo allo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sui recenti fenomeni alluvionali nelle zone del centro e del nord Italia.
In base alla prassi seguita in tali circostanze, sull'informativa potrà intervenire un deputato per gruppo, per non più di cinque minuti.
Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'interno, onorevole Di Nardo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 20,55)

ANIELLO DI NARDO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, signori deputati, al termine della seduta di ieri, l'onorevole Di Rosa e l'onorevole Armaroli hanno chiesto al Governo di riferire con urgenza sui gravi eventi atmosferici che hanno colpito le regioni nord-occidentali del paese e, in particolar modo, la Liguria.
La situazione meteorologica si è poi andata gradualmente spostando verso le regioni centro-settentrionali del paese, arrivando anche a lambire il Friuli e la città di Venezia, dove è stato registrato un record nel livello dell'acqua alta.
Considerata l'eccezionalità dei fatti - che si verificano a breve distanza di tempo da quelli che hanno interessato sempre le regioni settentrionali del paese - il Governo ha ritenuto di accogliere la richiesta della Camera, fornendo le informazioni di cui dispone al momento.
La relazione, che mi accingo ad illustrare in quest'aula, fa il punto sulla situazione, sull'entità dei danni accertati, sulle prime iniziative di soccorso e di intervento e sui provvedimenti già adottati, oltre a quelli in via di adozione, per far fronte a questa nuova calamità naturale.


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A tal fine mi avvalgo del monitoraggio costante e continuo svolto dall'Agenzia di protezione civile che, tramite i prefetti delle province interessate e con il concorso di tutte le forze di intervento, mantiene sotto diretto controllo la situazione.
La perturbazione ancora in atto ha interessato la Liguria, versanti di ponente e di levante, con diffusi danni alle infrastrutture ed alle opere di difesa idrauliche, comportando in fase di preventiva l'evacuazione di diversi nuclei familiari in aree di tenuta a rischio di esondazione. La situazione allo stato attuale è rientrata in ambiti di normalità e non si lamentano vittime, oltre quelle accertate, per i motivi che si espongono di seguito.
Le altre zone interessate sono: la Versilia e il bacino del Serchio, dove si sono verificati danni alla viabilità, esondazioni limitate ed alcune evacuazioni; i fiumi dell'appennino emiliano: Trebbia, Panaro, Secchia, Nure e Parma, dove sono state allagate diverse aree golenali ed effettuate diverse evacuazioni preventive; in Lombardia sono state registrate piene contenute del Seveso e dell'Olona; in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia ha ridestato qualche preoccupazione la piena del Piave nel tratto di pianura dove sono state effettuate evacuazioni preventive. Per il fiume Tagliamento è stata registrata una piena di notevole interesse che, tuttavia, non ha prodotto effetti negativi. A Venezia il livello dell'acqua alta ha raggiunto quota metri 1,44 alla Punta della Salute, inferiore di 50 centimetri al massimo registrato nell'alluvione del 1966.
Nel complesso, si deve ritenere che tutto il sistema delle difese idrauliche e delle evacuazioni preventive ha permesso di contenere gli effetti negativi della perturbazione nelle zone e che, dove i danni rientranti, sono ascrivibili ad un normale depauperamento dei livelli di sicurezza delle opere di difesa idraulica, in concomitanza con piene ed eventi estremi.
L'intenso fenomeno meteorologico, che ha causato la situazione di emergenza, è in atto ancora in queste ore e non si è ancora concluso.
Nella giornata del 5 novembre la Veglia meteorologica del Dipartimento della protezione civile ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse che informava che dalle prime ore del 6 novembre e per le successive 24-36 ore intense precipitazioni avrebbero interessato le regioni Liguria, Toscana, Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia. Dalla mattina del 7 novembre la perturbazione sarebbe passata ad interessare anche le regioni Umbria e Lazio, con la presenza di forti venti da sud-ovest su Liguria, Toscana, Lazio e Sardegna.
Gli avvisi hanno attivato le procedure previste dalla direttiva operativa per le emergenze di protezione civile in vigore fin dal 1996. La regione Liguria, vista l'evoluzione della situazione ed il verificarsi di esondazioni, allagamenti e frane, ha confermato lo stato di allerta «2» sull'intero territorio regionale.
In data odierna dalle ore 1,30 la prefettura di Lodi ha attivato, in seguito al preallarme livello «1», la sala operativa della protezione civile ma, in seguito allo stabilizzarsi dei livelli idrometrici, alle ore 6,30 l'allarme è cessato.
La regione Emilia-Romagna ha dichiarato lo stato di preallarme nei comuni di Ferrara, Cento, Argenta, Poggio Renatico e Sant'Agostinio.
Bollettini puntuali e precisi sono stati diramati alle prefetture, alle province ed ai comuni ed hanno consentito di disporre misure di prevenzione o di intervento su tutto il territorio interessato con l'attivazione di Centri coordinamento soccorsi (CCS) presso le prefetture e di Centri operativi misti (COM) presso i comuni.
È finora accertato il decesso di tre persone nella provincia di Imperia. Una appartenente ad un gruppo di tre operai rimasti travolti da una frana sulla strada statale 548 tra i comuni di Taggia e Badalucco, un uomo nel comune di Molinari di Troia ed una donna nel comune di Vallecrosia.
Si è reso necessario procedere all'evacuazione di circa 200 persone in Liguria nei comuni di Dolceacqua, Olivetta San


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Michele, Ventimiglia, Bordighera, Imperia, Sanremo, Diano Marina, San Biagio della Cima, Pigna.
In Toscana 150 persone nei comuni di Aulla, Carrara, Pontremoli, Potenzana, Mulazzo e Fivizzano.
In Lombardia circa 560 persone nei comuni di Legnano, Rho, Nerviano, Valganna, Ponte Tresa, Cassano Magnago, Tartano, Val Masino, Oggiono, Calolziocorte, nella provincia di Cremona (500 persone). Tutte le evacuazioni sono state effettuate principalmente a scopo precauzionale e moltissime sono state annullate con il passare della situazione di emergenza.
Non sono state segnalate interruzioni di servizi elettrici, telefonici o del gas, se non temporanee.
In tutte le regioni colpite la viabilità è soggetta ad interruzioni per frane ed allagamenti: in Liguria la strada statale 1 tra Albenga ed Alassio, tra Laigueglia ed Andorra e tra Imperia e Sanremo, la strada statale 1 «dei Balzi Rossi», la strada statale 20 «del Colle di Tenda e di Valle Roja», la strada statale 225 «della Fontanabuona», la strada statale 339 di Cengio, la strada statale 370 «delle Cinque Terre», la strada statale 432 «della Bocca Magra», la strada statale 453, la strada statale 566 «di Val di Vara», la strada statale 582 «del Colle di San Bernardo»; l'Autostrada Genova-Ventimiglia è stata chiusa in direzione di Savona, per allagamento, nel comune di Pietra Ligure e sulla A10 è stato chiuso lo svincolo di Imperia est. Interessate da interruzioni risolte con piccole deviazioni, o con sensi unici alternati moltissime strade provinciali. La situazione più grave è quella riguardante la strada provinciale 59 la cui sede stradale è stata asportata dalla piena del torrente Verbone e di conseguenza, risultando isolati i comuni di Perinaldo, San Biagio della Cima e Soldano, l'amministrazione provinciale si sta attivando per favorire almeno il passaggio dei mezzi di soccorso.
La linea ferroviaria Savona-Ventimiglia ha subito interruzioni per frana tra Albenga ed Alassio, Alassio ed Andorra, Ventimiglia e Taggia. Anche la linea Genova-Ventimiglia ha avuto interruzioni, ma verrà riaperta in serata.
Il porto di Savona-Vado ligure, che ha subito danni per le forti mareggiate, è stato chiuso e verrà riaperto in mattinata.
Nella regione Toscana, moltissime strade statali sono state temporaneamente interrotte e, in particolare, le strade provinciali 7, 9 e 10, che hanno subito interruzioni temporanee.
Visto lo svilupparsi degli eventi, non è stata fatta ancora una stima precisa dei danni. Le prefetture hanno richiesto ai comuni colpiti, già in grado di quantificare i danni subiti, di inviare i dati ed agli altri di sollecitare i responsabili degli uffici tecnici ad effettuare i sopralluoghi nelle zone interessate dagli eventi. Per fronteggiare le prime esigenze, il Governo, nel Consiglio dei ministri di venerdì prossimo, discuterà, insieme alla dichiarazione dello stato di emergenza, la richiesta di stanziamento di ulteriori risorse avanzate dalle regioni Liguria, Toscana e dalle altre regioni interessate.
Per far fronte alla grave emergenza in atto è impegnato personale delle Forze armate nonché appartenenti alle associazioni di volontariato di protezione civile.
L'esercito ha impiegato, in Liguria, 150 uomini e 30 automezzi ed ha allertato 2 compagnie della brigata «Ariete» e la brigata «Julia» in Friuli-Venezia Giulia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Rosa. Ne ha facoltà.

ROBERTO DI ROSA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per l'informativa data alla Camera così come ieri sera avevamo richiesto.
La relazione del sottosegretario conferma la violenza della perturbazione atmosferica che ieri ha colpito la Liguria e con essa una parte della costa tirrenica. L'entità dei danni è stata rilevante; vi sono state delle vittime (tre persone) - alle loro famiglie credo che debba andare il cordoglio di tutti noi -; da parte degli enti locali, delle prefetture e naturalmente da parte del Governo, vi è stata un'attenta


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opera di ricognizione dei danni e della messa a punto delle misure che dovranno essere adottate. C'è l'esigenza di un intervento immediato; i danni sono stati rilevantissimi (mi riferisco in particolare alla situazione della Liguria).
La Liguria è stata una regione particolarmente colpita, così come nelle settimane scorse erano state colpite altre regioni, in particolare del nord-ovest e, per una parte limitata del suo territorio, essa stessa. Sono state colpite più parti, da ponente a levante, come ha ricordato il sottosegretario. Questo impone, naturalmente da parte della regione, delle province, dei comuni e da parte del Governo, la pronta predisposizione di provvedimenti adeguati per fronteggiare i danni rilevanti alle persone, alle famiglie, all'economia della regione così duramente colpita.
Voglio brevissimamente fare riferimento a quanto ha detto nella chiusura del suo intervento il sottosegretario, annunciando che il Consiglio dei ministri di venerdì prossimo procederà ovviamente a dichiarare lo stato di calamità naturale, atto indispensabile per poter produrre tutta una serie di interventi successivi, e a stanziare ulteriori risorse per fronteggiare la situazione. Stamattina, sollecitato dagli interventi sulla stessa materia di alcuni deputati, il sottosegretario Giarda ha espresso chiaramente un impegno del Governo. Il sottosegretario, infatti, ha detto che già da domani sarà in grado di riferire compiutamente alla Camera sulle risorse ulteriori che il Governo intende mettere a disposizione per fronteggiare la situazione che si è determinata in queste ultime settimane nelle regioni del nord-ovest e, in ultimo, anche in Liguria.
Ci auguriamo che questo avvenga effettivamente: si tratta di stabilire se siano utilizzabili provvedimenti legislativi già all'attenzione del Parlamento; in particolare, si è fatto riferimento al «decreto Soverato», attualmente all'esame del Senato e nato per un'altra circostanza, non meno grave, di calamità naturale. Bisogna valutare se tale provvedimento legislativo sia idoneo a ricevere proposte emendative che consentano di fare fronte alle nuove situazioni di emergenza che si sono determinate. Qualora ciò fosse possibile, probabilmente, il bilancio dello Stato del 2000 non avrebbe le risorse sufficienti per consentire un intervento significativo: immagino che per tale ragione il sottosegretario Giarda, che nel frattempo è giunto in aula, abbia annunciato la presentazione di emendamenti al disegno di legge finanziaria, proprio per costituire la necessaria disponibilità di risorse finanziarie aggiuntive, rese necessarie dalla gravità delle perturbazioni che sono intervenute e dei danni che si sono verificati.
Concludendo, mi auguro che il sottosegretario Giarda, già da domani, ed il Consiglio dei ministri di venerdì possano offrire al Parlamento ed alle popolazioni interessate un quadro completo e soddisfacente degli interventi posti in atto per affrontare la situazione che si è determinata nella giornata di ieri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Armaroli. Ne ha facoltà.

PAOLO ARMAROLI. Signor sottosegretario, mi perdoni, ma la sua relazione ha avuto il pathos di un gelido mattinale di questura. Io personalmente, deputato della Liguria, ma anche tutto il gruppo di Alleanza nazionale, esprimiamo innanzitutto il nostro cordoglio ai familiari delle tre vittime, ai lavoratori, agli artigiani che hanno perso il loro lavoro in questa drammatica vicenda, a tutti coloro cui nessuno potrà lenire il dolore per questa tragedia. È peraltro una tragedia, come dirò fra un momento, che non era inaspettata: un ciclone che ha colpito quasi tutta la Liguria e parte della Toscana (la zona della Versilia), producendo danni, in particolare, nel ponente, si pensi per esempio alla floricoltura che a Sanremo è stata particolarmente colpita, con danni che si aggirano sui 150 miliardi. La regione Liguria ha immediatamente chiesto uno stanziamento congruo, nonché la dichiarazione dello stato di emergenza; Alleanza nazionale chiede al Governo altrettanto.


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Sono state colpite, dicevo, non solo Sanremo e Imperia ma anche, nel levante, Santa Margherita e Rapallo; decine di imbarcazioni sono affondate, i moli e le passeggiate a mare hanno subito gravi danni. A questo punto, proprio riprendendo uno spunto dell'onorevole Di Rosa, devo domandarmi se la «consecutio temporum» funzioni, perché, come ricordava testé l'onorevole Di Rosa, stamattina il professor Giarda ed oggi pomeriggio, per soprammercato, il sottosegretario Solaroli hanno annunciato che domani presenteranno alcuni emendamenti al disegno di legge finanziaria per venire incontro al grido di dolore della Liguria. Il sottosegretario ci ha detto che, invece, il Consiglio dei ministri si riunirà venerdì, come d'abitudine.
Allora mi chiedo: i sottosegretari Giarda e Solaroli saranno illuminati dallo Spirito Santo domani quando presenteranno emendamenti a prescindere dal Consiglio dei ministri che si terrà due giorni dopo, vale a dire venerdì? Evidentemente qualcosa non funziona e forse i rappresentanti del Governo, in tutt'altre faccende affaccendati, non si coordinano fra loro. A questo punto, signor sottosegretario, se le agenzie dicono il vero, pare che, di fronte al disastro della Liguria siano stati impegnati 140 - dicasi 140 - vigili del fuoco inviati anche dalla Lombardia e dalla Toscana. Signor sottosegretario, le pare un numero sufficiente? I vigili del fuoco hanno tutta la nostra ammirazione per ciò che fanno e, quando abbiamo discusso il provvedimento riguardante il settore, abbiamo chiesto un notevole incremento, che in realtà non c'è stato, ma le pare concepibile che 140 vigili del fuoco debbano essere degli eroi?
Signor sottosegretario, concludo leggendo un passo brevissimo tratto da La Stampa di oggi di Mario Fazio: «L'eccezionalità non basta per giustificare le vittime e le rovine». Perché le rovine sono anche causa dell'uomo e forse anche di un Governo che non ascolta le legittime richieste delle regioni per una reale opera di prevenzione. Con un linguaggio un po' desueto, la Costituzione dice che la Repubblica tutela il paesaggio - paesaggio è un termine desueto - ma il Governo della Repubblica esiste: perché fino ad ora non ha battuto un salutare colpo?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, come al solito ci troviamo di fronte a fatti che hanno creato il panico, lo stesso che provavo io mentre guardavo la mareggiata. Si è trattato di un evento naturale incredibile perché in vita mia - non sono più tanto giovane - non ho mai visto il mare così alto sopra i frangiflutti. Parlo della mia provincia, a partire da Andora fino a Ventimiglia. L'evento, quindi, era effettivamente eccezionale. Resta il fatto, però, che certamente i bollettini meteorologici sono precisissimi ed arrivano puntuali, ma non si fa niente prima e quando essi arrivano non è più possibile riparare.
Il mare, l'acqua piovana non si fermano con le mani, non sono come gli incendi; l'acqua purtroppo è devastante e non si può fermare, quindi le opere devono essere realizzate molto prima. Ricordo il grido di un sindaco, peraltro non del mio colore, che giustamente se l'è presa con la sovrintendenza perché da anni continua a bloccare i lavori per il contenimento del fiume Centa. Sto parlando di Albenga, ma anche di opere che da anni aspettiamo; mi riferisco alle opere idrauliche che servono per non far erodere dal mare quel poco di Liguria che abbiamo, quella Liguria fatta di montagne e di una piccola lingua di litorale che, però, dà la vita alla nostra economia e quelle fonti inesauribili di guadagno, mare e sole, oggi totalmente in crisi.
Il dramma della nostra Liguria è che, finito l'evento, i danni non si vedono, come purtroppo si sono visti in altre regioni perché l'acqua non rimane, scivola via verso il mare provocando danni incredibili. Alcuni paesi sono ancora isolati e diverse frane si potevano evitare con un lavoro preventivo, ma purtroppo la Liguria non ha mai denaro a sufficienza per poter mettere mano al territorio.


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Spero che venerdì il Consiglio dei ministri possa approvare un finanziamento eccezionale. Vi ricordo che giovedì presso l'VIII Commissione ambiente saranno presenti in audizione i presidenti delle regioni che erano state colpite e che erano stati convocati per parlare della sciagura di ottobre; adesso aggiungeranno anche i danni di novembre.
Spero che a quella audizione sia presente un membro importante del Governo, perché credo che da quella relazione deriverà la quantità di denaro, il fiume di denaro che dobbiamo mandare alla Liguria, perché la Liguria non si salverà se non realizzeremo le opere importanti che chiediamo da anni.
Io dico sempre che purtroppo la nostra Liguria, soprattutto nel ponente - e lo si vede -, è quasi il Burundi, è il nord Africa. Forse anche come parlamentari non siamo capaci di imporci in maniera tale che in quella zona possano arrivare finanziamenti seri e ci troviamo di fronte ai morti, che naturalmente dobbiamo piangere e, signor sottosegretario - lei naturalmente lo ha detto per errore: lo dico perché resti nel resoconto stenografico -, non ci troviamo di fronte a Molinari di Troia, ma a Molini di Triora, che è tutta un'altra cosa, è un bellissimo paesino nell'entroterra della Liguria, né ad Andorra, che è un posto sui Pirenei - zona franca -, ma ad Andora. Lo dico perché rimanga agli atti, ma non gliene voglio fare una colpa, poiché sono nomi particolari e lei ha letto velocemente quello che le avevano preparato.
Voglio aggiungere però una cosa che ritengo molto importante e che è collegata in parte al ragionamento che abbiamo fatto prima. La Lega nord Padania - ed io ne sono un diretto rappresentante per il tipo di ragionamento che sto per fare - ha aperto un osservatorio - sappiatelo - per monitorare il tempo e i flussi di denaro che arriveranno in Liguria, perché non vogliamo che, come è successo in altri paesi e in altre regioni della nostra penisola, i soldi vengano sprecati e si facciano impianti faraonici e quant'altro per poi non arrivare mai a saldare il conto nei confronti di quella gente che normalmente si rimbocca le maniche e fa tutto da sola, perché lo Stato non interviene quasi mai.
I nostri commercianti e i nostri artigiani devono ancora recuperare il denaro di un'alluvione che risale a qualche anno fa. Credo che ancora oggi a Genova ci siano dei commercianti del centro storico che non hanno ancora ritirato gli ultimi «soldini» di quella alluvione che conosciamo bene e della quale sappiamo anche i motivi, perché quando si interviene sul territorio bisogna farlo in maniera intelligente e non tagliando esattamente tutte le «condutture», come le chiamiamo noi...

PRESIDENTE. Onorevole Chiappori, deve concludere.

GIACOMO CHIAPPORI. Concludo velocemente, perché è una cosa che mi pesa.
Ieri ho girato da levante a ponente nella mia provincia e poi sono andato anche a Savona. Ciò che ho visto è indescrivibile; è davvero qualcosa di catastrofico, ma non possiamo accettare di aspettare che arrivi il bollettino ed essere lì a fronteggiare il mare con le mani, perché non è possibile. Bisogna intervenire diversamente, altrimenti queste cose si ripeteranno sempre nel tempo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nan. Ne ha facoltà.

ENRICO NAN. Signor Presidente, non è la prima volta che trattiamo argomenti che riguardano nubifragi che hanno flagellato la Liguria e il Piemonte. Mi pare che tutte le volte vi sia una certa ripetizione nelle relazioni e negli interventi.
Credo che stavolta occorra porre l'accento soprattutto sulla situazione attuale, che riguarda anche ciò che è accaduto prima di questo episodio. Ne parlavo poco fa con il collega Viale, che mi ricordava quanto sta succedendo in Piemonte. Il 16 ottobre c'è stata un'alluvione ed ancora oggi non sono stati realizzati gli interventi necessari che erano stati promessi, magari per una qualche prevenzione di tipo


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ecologista o ambientalista. Credo si debbano dare risposte più concrete. In realtà, non è sufficiente che ogni volta che accadono episodi di questo genere si chiedano interventi di urgenza; occorre veramente che il denaro venga erogato tempestivamente.
Signor sottosegretario, il problema è sempre questo: ci lamentiamo di quanto accade, ma poi gli interventi sono sempre tardivi. Nel ponente ligure c'è gente che ha già subito, in altre occasioni, allagamenti di negozi e distruzione delle campagne; tali persone, oltre ad un danno emergente, hanno anche subito un lucro cessante, perché devono continuare a pagare i mutui e non possono più conseguire i guadagni derivanti dalla loro attività lavorativa.
Occorre che gli interventi del Governo siano più tempestivi rispetto a quanto avvenuto in passato. In quest'ultimo caso, la violenza della natura è stata fortissima e, pertanto, diventa difficile parlare di prevenzione. Anche in questa situazione, però, si sono verificati episodi nei quali un'adeguata prevenzione avrebbe perlomeno contenuto i danni. È il caso, per esempio, degli argini del fiume Centa, che non sono stati tempestivamente riparati perché la sovrintendenza ha ostacolato l'attività di ripascimento, a causa di regole burocratiche che creano difficoltà. Anche da questo punto di vista, allora, sono necessari approfondimenti per l'accertamento di eventuali responsabilità. Occorre valutare, comunque, la possibilità di modificare le norme e le procedure da seguire ogni qualvolta si voglia intervenire con un'azione di prevenzione che poi, troppo spesso, è caratterizzata da forti ritardi proprio a causa della burocrazia, che anche questa volta è stata una delle componenti che hanno impedito di intervenire dopo un allarme già annunciato.
Desidero evidenziare come l'intervento ci debba essere anche questa volta (sono convinto che vi sarà), ma con una celerità maggiore rispetto a quanto accaduto in passato, perché troppo spesso, come è avvenuto anche per il Piemonte, gli interventi non sono stati celeri e tempestivi come promesso (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Repetto. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO REPETTO. Signor Presidente, anzitutto ringrazio il sottosegretario per la celerità dell'informativa.
Anche a nome del gruppo dei Popolari e democratici-l'Ulivo, esprimo cordoglio per il decesso delle tre persone, vicinanza alle loro famiglie e solidarietà a tutti coloro che in questo frangente hanno subito danni irreparabili.
Vorrei soltanto svolgere alcune considerazioni relativamente ai danni che si sono registrati non soltanto sul litorale - in particolare, mi riferisco ad una zona i cui danni ho potuto constatare attraverso le notizie attinte dai comuni, dai sindaci, da coloro che stanno predisponendo le schede tecniche per la prefettura al fine di consentire un'informativa ed una valutazione dei danni stessi -, ma anche nell'entroterra.
Signor sottosegretario, vorrei mettere in evidenza un aspetto che ritengo molto importante. Si parla sempre di prevenzione: la Liguria è configurata, sotto un profilo territoriale, in maniera tale che, se si salvaguarda la montagna, l'entroterra, riusciamo a salvaguardare anche il litorale.
Per quanto concerne la zona del Tigullio, sui danni della quale sono stato informato in maniera precisa negli ultimi giorni, essi sono derivati ancora una volta dall'incuria nei confronti dell'entroterra. Comunità montane che già in passato avevano denunciato l'abbandono dell'entroterra ancora una volta avevano avuto ragione da questo punto di vista. Credo che sotto il profilo della prevenzione e degli interventi più urgenti sia opportuno, in particolare nella zona del Tigullio, far fronte ai danni non più riparati dell'alluvione dell'ottobre 1999. A seguito di alcune frane si è intervenuti con un finanziamento ineccepibile sotto il profilo della celerità ma non altrettanto ineccepibile


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sotto quello della quantità. Molte situazioni sono rimaste inalterate dal punto di vista del dissesto idrogeologico e non dimentichiamo che la maggior parte dei comuni hanno un numero di abitanti piuttosto limitato, che varia da 300 a circa mille persone, e che in termini di bilancio non hanno un'autonomia finanziaria in grado di far fronte ad una situazione di carattere straordinario.
Non intervengo sulla quantità dei finanziamenti che si pensa di destinare a queste zone perché meglio di me lo ha fatto il collega Di Rosa, ma invito il Governo affinché essi non siano legati ad un primo intervento per il ripristino delle infrastrutture e delle opere pubbliche ma si occupino dell'aspetto principale, ossia del riassetto complessivo del territorio. Se si continua invece a mantenere sul territorio alcune frane, come è avvenuto per l'alluvione del 1999, e la provincia e la regione non hanno disponibilità adeguate (ricordo che i 50 miliardi stanziati sono poi stati distribuiti su tutto il territorio, sempre per interventi piuttosto urgenti ma non più attinenti a quella determinata zona), non possiamo aspettarci risultati diversi in presenza di un evento calamitoso come quello che si è verificato. Invito dunque il Governo ad intervenire sui problemi che hanno una priorità assoluta e sulle infrastrutture, ma anche ad individuare una soluzione per situazioni preesistenti.
Per quanto concerne i danni subiti dai privati, essi sono stati enormi (sempre per la zona che ho citato in precedenza) e quindi è opportuno, per rispondere alla fiducia che i cittadini debbono avere nelle istituzioni, dichiarare subito se vi sono risorse sufficienti per rifondere i danni ai privati perché non è opportuno che la rifusione si trascini per anni come è avvenuto in passato in analoghe situazioni. Vi sono stati danni nelle tre vallate Valfontanabuona, Valdaveto, Valdivara, già toccate dagli eventi calamitosi del 1998, danni irreparabili anche per l'attività produttiva e per i privati. Nella prossima riunione il Consiglio dei ministri dovrà tener conto delle esigenze dei privati perché solo così si riprenderà una posizione costruttiva nel rapporto con i cittadini i quali, a loro volta, potranno continuare ad avere fiducia verso le istituzioni.
Nel ringraziare ancora una volta il sottosegretario per la sua sensibilità, rinnovo l'invito a non fermarsi ai primi interventi ma a verificare le cause, sanare i danni delle precedenti alluvioni e fare in modo che questo sia un intervento definitivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Benetti. Ne ha facoltà.

LINO DE BENETTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per le informazioni che ci ha dato e per l'annuncio delle misure - peraltro, emergenziali - che il Governo si prepara ad assumere nella riunione del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Per risparmiare tempo, dirò che sono d'accordo con l'intervento del collega Repetto, con quello del collega Di Rosa e con la citazione del collega Armaroli su Mario Fazio: magari, se leggesse l'ultimo libro (non lei, che l'avrà già letto) che tratta proprio della prevenzione ambientale, avrebbe un'informazione più completa.

PAOLO ARMAROLI. Qui diventiamo tutti analfabeti di ritorno, come diceva Cossiga: purtroppo, abbiamo poco tempo!

LINO DE BENETTI. Vorrei, però, porre alcune questioni reali, anche a nome dei deputati Verdi. Siamo qui chiamati a comprendere quali siano le responsabilità politiche e quali misure concrete e interventi strutturali attuare: di alluvione in alluvione, di disastro in disastro, stiamo ricorrendo sempre a misure emergenziali! Questo è il dato di fatto più evidente e negativo che noi Verdi dobbiamo denunciare.
Non vorrei riprendere, non tanto per dovere d'ufficio ma perché mi sembra opera risibile, il discorso sulle responsabilità cosiddette ambientaliste. Mi pare si tratti davvero di un'opera di sciacallaggio


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o, meglio, di cretinismo politico (come affermava l'onorevole Armaroli) da parte di persone che sanno ben poco di cultura politica e ambientale. Ho letto anch'io qualche dichiarazione (mi auguro siano false) e ho visto qualche immagine televisiva in cui un sindaco della Liguria, che non ritengo neanche di dover nominare...

PAOLO ARMAROLI. È il sindaco di Albenga!

LINO DE BENETTI. ... affermava che le colpe sarebbero degli ambientalisti in quanto, attraverso la soprintendenza, avrebbero impedito l'allargamento degli argini o chissà cos'altro. È una stupidaggine: l'allargamento degli argini, talvolta, velocizza i corsi d'acqua! Non voglio dilungarmi su tali affermazioni perché sarebbe una polemica sterile, ma se questo modo di attribuire le colpe ad altri è un alibi per coprire ciò che non si è fatto, non va bene.
Signor Presidente, i Verdi - proprio con la finanziaria in discussione e attraverso emendamenti che sono documentabili - hanno sottolineato quanto la difesa del suolo sia uno dei problemi chiave del nostro paese per l'elevato rischio idrogeologico di molte aree, tra cui innanzitutto la Liguria, che è forse la regione a più alto rischio di piogge torrenziali.
Non voglio discutere se questo disastro sia stato naturale oppure no, o se sia stato eccezionale o meno: tali differenze sono assurde. Dico soltanto che con la difesa del territorio si potranno risparmiare ingenti somme per danni e non vi saranno più dissesti ambientali, né tragedie umane provocate da frane; è necessario un lavoro strutturale per tutto il paese, che duri molti anni e con cui si potrà anche incentivare l'occupazione (come suggeriva qualcun altro) ripopolando aree abbandonate del nostro territorio. Questa è la missione del Governo e delle regioni, nonché una delle principali missioni delle provincie. Ciò non sarà possibile, certamente, con i soldi a disposizione, altrimenti sarà sempre Pantalone a pagare per i danni da emergenze. Sono necessari, invece, investimenti e incentivi di ordine strutturale.

PRESIDENTE. Onorevole De Benetti, deve concludere.

LINO DE BENETTI. Concludo, signor Presidente. Qualcuno ha calcolato che ci vorrebbero 100 mila miliardi per l'opera di risanamento idrogeologico del territorio italiano e per metterlo in sicurezza. Diciamo che forse ce ne vogliono anche meno, ma occorre cominciare con misure che, proprio in questa sessione di bilancio, abbiamo indicato come assolutamente prioritarie: attendiamo, ora, che il Governo faccia la sua parte, insieme alle regioni e alle province.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, anche noi ci associamo al profondo cordoglio per le vittime, per il dolore dei familiari e per i grandi disagi che queste calamità hanno portato nella regione Liguria e in tutte le altre regioni che sono state colpite, in questo mese veramente drammatico, da esondazioni, alluvioni, frane e quant'altro.
Il sottosegretario ha fatto sicuramente un'illustrazione dettagliata dei gravi problemi che queste alluvioni hanno portato, ma da parte nostra dobbiamo richiedere al Governo di dimostrare la capacità di rassicurare in termini puntuali la popolazione sugli interventi che s'intende intraprendere per far sì che gli effetti di queste tremende calamità siano attenuati nel breve periodo, ma soprattutto per dare la forte speranza di una ripresa immediata, perché questo è il problema. Siamo di fronte a comunità che sanno reagire con forza, con determinazione, con coraggio, con ostinazione alle avversità, ma certamente non possono accettare tempi lunghi e l'incapacità di una puntuale risposta ai problemi che si presentano.
Associandoci alle parole espresse anche dal Governo, esprimiamo un forte plauso


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alle associazioni di volontariato che a vario titolo sono state presenti, alle forze armate, agli amministratori, alle comunità locali, che hanno saputo reagire con grande tempestività e forza ed anche con una capacità di fronteggiare queste emergenze diversa rispetto al passato. Vogliamo però sapere quale sia l'impegno del Governo per garantire una continuità di intervento. Mi auguro, signor sottosegretario, che, come ha già anticipato il suo collega sottosegretario Giarda, vi sia domani un quadro preciso delle risorse già messe a disposizione e di quelle che verranno stanziate per l'emergenza di queste nuove aree, dalla Liguria a tutte le altre che sono state travolte in questi giorni dalle piogge intense e dalle conseguenti alluvioni, perché vogliamo poter dire immediatamente alle nostre comunità che la risposta sarà tempestiva, costante ed adeguata alle difficoltà determinatesi, nonché alla generosità che hanno dimostrato nel mettersi immediatamente in movimento.
C'è, evidentemente, un problema di ordine più generale, quello di ripensare le competenze. Siamo infatti di fronte ad una situazione preoccupante che si ripete ormai con ritmi molto frequenti (concludo rapidamente, signor Presidente, ma credo che almeno in queste occasioni dobbiamo poter esprimere compiutamente il nostro pensiero, quindi la prego di concedermi ancora due minuti) per cui, come dicevo, bisogna ripensare le competenze, perché le regioni hanno pochi poteri e risorse praticamente inesistenti.
Come il sottosegretario ha giustamente affermato, è necessario effettuare un'efficace e rapida valutazione dei danni, perché in Liguria si è verificata l'erosione di interi tratti di litorale, con tutti i danni che questo ha provocato per una serie innumerevole di pubblici esercizi. Sono stati colpiti l'artigianato, l'agricoltura, la floricoltura, la pesca e tutto ciò è stato probabilmente determinato anche dagli insufficienti interventi del passato, da parte dello Stato e delle regioni, sulle scogliere e sulle protezioni a mare. Anche questo elemento va sottolineato.
Vi è infine l'esigenza, che poniamo con forza, di individuare uno strumento normativo efficace: non credo che riprendere il decreto Soverato sia giusto, perché esso dà una risposta ad un'emergenza che ha dimensioni ed ambiti diversi. Credo che il Governo debba presentare rapidamente, per la questione relativa alla proroga dei termini fiscali e contributivi, un nuovo strumento legislativo che, facendo tesoro delle esperienze maturate in altri casi di alluvioni e terremoti, riguardi la regione Liguria e le province interessate dagli eventi di ieri e di oggi e ricomprenda tutte le calamità naturali che in questo drammatico mese il nostro paese ha dovuto sopportare.
È questa la risposta migliore che noi possiamo dare ai cittadini che stanno dimostrando, comunque, una grande capacità di reagire, capacità alla quale il Governo e il Parlamento devono rispondere con un atteggiamento altrettanto rapido e adeguato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Muzio. Ne ha facoltà.

ANGELO MUZIO. Signor Presidente, ritengo debba essere colta l'occasione di queste drammatiche ore per ripetere quanto abbiamo già detto su quanto accaduto in Piemonte, in Lombardia e in Veneto nelle scorse settimane. Non può ripetersi ciò che è successo nel 1999 nel Tigullio, quando successive calamità hanno spostato le risorse dando risposte diverse da quelle attese. L'impegno del Governo, assicurato dal sottosegretario per l'interno, conferma la nuova linea seguita.
Il gruppo Comunista del Senato proporrà domani di agganciare la soluzione dei problemi legati a quest'ultimo evento al decreto emanato per Soverato, perché dobbiamo occuparci con urgenza della questione. Per questo abbiamo bisogno che lo strumento normativo attualmente all'esame del Senato si occupi anche della vicenda avvenuta nelle scorse settimane del nord ovest e di fare ricorso allo strumento delle ordinanze emanate dal


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Ministero dell'interno e della protezione civile, come, ad esempio, le ordinanze nn. 3090 e 3092 emanate per il nord ovest, che hanno consentito la produzione di moduli per la richiesta del risarcimento dei danni non solo da parte dei privati cittadini, ma anche da parte delle imprese commerciali, artigianali e agricole alle quali non possono non essere date risposte positive e urgenti.
In attesa di un provvedimento più compiuto, che risponda più compiutamente ai cittadini e alle imprese per i danni subiti, riteniamo che un provvedimento di urgenza quale l'ordinanza del Ministero dell'interno possa distribuire le somme già stanziate nei giorni scorsi (30 milioni per i cittadini e 60 milioni per le attività produttive) al fine di uscire dall'emergenza. Questo intervento immediato consentirebbe di far riprendere la produzione e le attività che i cittadini avevano, nel corso degli anni, faticato ad avviare.
Queste sono le risposte immediate che il Consiglio dei ministri, dopo la dichiarazione dello stato di calamità naturale, deve dare. Tuttavia, dobbiamo ragionare in termini più ampi, come qualcuno ha fatto in Commissione ambiente nelle settimane successive agli eventi alluvionali del 13-16 ottobre scorso. Siamo di fronte ad interventi di carattere eccezionale ed io ritengo che il termine «eccezionale» non debba essere più usato, perché questi fenomeni colpiscono l'intera Europa e definirli ancora eccezionali non ci fa rendere conto della necessità di stanziare risorse adeguate nella finanziaria per il 2001.
Nelle prossime ore dovremo occuparci di questo aspetto anche per capire quante saranno le risorse da destinare per la prossima annualità, quante per il prossimo triennio e quante ancora, in termini pluriennali, potranno essere le risorse da impiegare per porre mano ad un sistema di difesa verso il dissesto idrogeologico del nostro paese e per dare risposte concrete.
Sappiamo che per tutto il territorio nazionale non sono disponibili 100 mila miliardi ed è dunque necessario programmare le spese. C'è bisogno di dare risposte e approfitto di questa occasione perché vi sono anche problemi che aggravano la già drammatica situazione. Non vi sono infatti soltanto le vittime ed una situazione a cui guardiamo con rispetto, ma occorre riflettere anche sui danni alle attività dei cittadini. La carenza della presenza dell'uomo nelle zone di montagna ha determinato il dissesto. Laddove lo Stato non c'è più, non possiamo pensare ad un privato che non esiste, e che non si occuperà mai di queste cose. Ripeto, abbiamo bisogno della presenza dello Stato, dei comuni, delle comunità montane, delle regioni e delle province, perché insieme allo Stato programmino gli interventi necessari, che lì sì possono essere chiamati lavori socialmente utili perché favoriscono l'occupazione e la difesa del territorio.
La cosa che ci sembra ingiusta e sulla quale non possiamo più continuare a piangere è dire che c'è il dissesto e continuare a pagare i danni subiti dai cittadini, dalle imprese e via dicendo. Credo che con gli stessi soldi dobbiamo imparare a recuperare pezzi di territorio. È a questo che guardano i cittadini di Oltreponte di Terranova, di Villanova, di Balzo, di Morano sul Po, di Casale Monferrato e di Trino Vercellese, i quali hanno visto verificarsi, a sei anni di distanza, un'altra alluvione che ha colpito le proprie attività produttive, le proprie case. Sono queste le certezze che il Parlamento ha bisogno di dare e che l'impegno del Governo ha bisogno di confermare!
Approfitto della sua presenza, signor sottosegretario, per richiamare l'attenzione sui lavori di massima urgenza. In queste ore, in Piemonte, in Emilia, in Lombardia, nel Veneto e in Liguria si verifica una contestualità: norme di emergenza, stato di calamità, l'impossibilità di spendere perché mancano le deroghe alla legge n. 109. A tale riguardo ho poc'anzi contattato il ministro dei lavori pubblici. Credo che anche il Ministero dell'interno con propria ordinanza possa in qualche modo «svincolare» l'applicazione della legge n. 109 per quanto riguarda le gare


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da farsi per i lavori di massima urgenza. Se non si farà così, se si devono vagliare i progetti e fare le gare per i lavori, di massima urgenza, non daremo una risposta né ai cittadini che oggi lamentano questa situazione, né daremo una risposta alle strutture, alle attività produttive e a tutti coloro che attendono dal Governo una risposta positiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Edo Rossi. Ne ha facoltà.

EDO ROSSI. Presidente, la freddezza con la quale il Governo ha illustrato i dati è una freddezza comprensibile perché riguarda l'elenco dei danni che un evento calamitoso e pesante qual è quello verificatosi nei giorni scorsi, di per sé porta.
Forse sarebbe stato utile avere qualche elemento in più circa la disponibilità allo stanziamento. Prendiamo atto che venerdì prossimo ci sarà una riunione del Consiglio dei ministri e che in quella sede qualcosa accadrà. Più calorosa sarebbe stata la sua relazione, signor sottosegretario, se si fosse detto qualcosa a tale riguardo.
Questi eventi calamitosi quando avvengono di tanto in tanto producono danni notevoli, ma quando avvengono con una frequenza ravvicinata causano ulteriori danni in situazioni che sono già di per sé gravi. Bisogna considerare il fatto che i meteorologi continuano a parlare di un aumento della frequenza di questi eventi. Quindi non possiamo limitarci ad affrontare la fase dell'emergenza. Lo diciamo perché è un dato di fatto. In passato non abbiamo brillato quanto ad interventi. Magari abbiamo superato la fase dell'emergenza con interventi immediati, ma poi? Ma poi rimangono le pendenze, la grande insoddisfazione, la questione della difesa del territorio - altri colleghi sono già intervenuti su questo tema -, del sistema idraulico e dell'analisi sullo stato dei fiumi.
Vi è ancora la questione delle risorse da destinare a tali finalità. In questi anni di liberismo economico, il territorio è stato saccheggiato ovunque, in alcune aree di più, in altre di meno.
Signor sottosegretario, è necessario progettare piani di intervento, ma è anche necessario realizzarli, indicando le priorità. Non so se il suo Governo sia nelle condizioni - non è una cattiveria nei suoi confronti, me ne guarderei bene - di progettare piani e di individuare le priorità, considerato che tra pochi mesi vi sarà probabilmente un cambiamento di direzione politica. Le chiedo però di fare una cosa che può essere realizzata rapidamente. Si deve ancora affrontare questa emergenza e rispondere rapidamente alle problematiche che prima evidenziava l'onorevole Muzio riguardo all'emergenza, ma soprattutto bisogna verificare se vi siano responsabilità. Tutto ciò non accade per opera dello Spirito Santo, ma perché vi sono effettive responsabilità.
Gli eventi calamitosi producono danni non prevedibili, ma quando si verificano in luoghi in cui non si è intervenuti, come si è dimostrato, è evidente che vi sono responsabili. Lo stesso Presidente della Repubblica, quando si è recato in Piemonte, ha detto esplicitamente che dove erano stati realizzati interventi preventivi la calamità aveva provocato danni assolutamente limitati e che in altri luoghi in cui ciò non si era fatto, i danni sono stati, invece, pesanti. I responsabili, a mio avviso, devono essere perseguiti e il Governo lo può fare. Se questi soggetti vengono mantenuti nei loro posti di responsabilità, probabilmente superata questa emergenza ci troveremo esattamente al punto di partenza.
Non so se in questa sua relazione si possa leggere l'apertura di una fase nuova del Governo nel modo di affrontare i problemi. I fatti mi inducono a non essere ottimista; non posso che pensare all'ottimismo della speranza che si scontra con il pessimismo della ragione per come sono andate fino ad ora le cose. In conclusione, potrei citare una vicenda relativa al ponte di San Benedetto di Mantova sul Po che fu danneggiato nel 1993; dal 1993 al 1996 si sono progettati gli interventi di riparazione; dal 1996 al 1999 è stato preso l'impegno di ripararlo ma, ad oggi, il


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ponte è ancora chiuso. Questa è la dimostrazione che così non si può andare avanti.

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo sui recenti fenomeni alluvionali nelle zone del centro e del nord Italia.

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