Allegato B
Seduta n. 783 del 4/10/2000


Pag. 33659


...

LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, il Ministro della sanità, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in data 3 ottobre 2000, in Fiat Auto spa di Pomigliano d'Arco, alle ore 07,45, nell'area dell'azienda Logint spa (addetta alla movimentazione materiali per conto della Fiat Auto) contigua alla pista di collaudo, un camion di un'azienda di trasporto ha violentemente tamponato, ribaltato e mandato fuori strada un carrello per lo spostamento materiali della società De Vizia (che ha in appalto le pulizie sanitarie ed industriali della Fiat Auto di Pomigliano). Alla guida del carrello era il signor Luigi Torre che, in seguito all'infortunio, veniva trasportato all'ospedale civile di Nola dove i sanitari gli riscontravano la frattura di tibia e perone alla gamba destra e lesioni multiple alla gamba sinistra e lo ricoveravano per un urgente intervento chirurgico;
in data 15 settembre 2000 e 28 ottobre 2000 l'organizzazione sindacale Slai Cobas ha presentato formali denunce alle


Pag. 33660

competenti autorità giudiziarie ed ispettive in relazione alle pericolosissime condizioni di lavoro vigenti in Fiat Auto spa di Pomigliano d'Arco e nell'insieme delle aziende esternalizzate e di appalto, che operano all'interno della fabbrica;
in dette denunce si riportavano tra l'altro le gravissime violazioni aziendali in materia di viabilità in fabbrica, condizioni che espongono l'insieme dei lavoratori addetti ad allarmanti livelli di pericolosità del lavoro, anche mortali;
innumerevoli sono ad oggi gli scioperi e le proteste sindacali, e le denunce alle competenti autorità, in conseguenza delle ormai strutturali ed allarmanti violazioni datoriali in materie antinfortunistiche e preventive in Fiat Auto spa di Pomigliano ed aziende collegate, come innumerevoli sono le interrogazioni ed interpellanze presentate in questi anni dall'interpellante e da altri onorevoli colleghi;
a fronte di un complessivo e gravissimo peggioramento in atto delle condizioni di lavoro e di tutela della salute e della vita dei lavoratori in Fiat Auto di Pomigliano d'Arco, dato da un massiccio processo di ristrutturazione della fabbrica attraverso la sostanziale precarizzazione dei rapporti di lavoro (cessione a ditte terze di presunti rami d'azienda relativi a tutte le lavorazioni non a catena di montaggio, contratti interinali e a tempo determinato eccetera), l'interpellante è costretta suo malgrado a constatare una allarmante situazione di oggettivo «rilassamento» dei controlli ispettivi da parte dell'autorità giudiziaria, con specifico riferimento alla procura della Repubblica di Nola ed all'Asl NA 4 di Acerra: tali istituti, a fronte delle svariate decine di denunce per violazioni antinfortunistiche e preventive inviategli dai lavoratori e dalle loro organizzazioni sindacali, intervengono ormai non più preventivamente ma ad infortunio avvenuto abdicando nei fatti, a giudizio dell'interpellante, a una parte fondamentale delle loro specifiche competenze ispettive;
negli ultimi tre anni già 2 operai della Fiat Auto sono morti per gravissimi incidenti sul lavoro: Giuseppe Biason, collaudatore, e Rocco Orefice, addetto alle catene di montaggio della vettura modello «Alfa 156», mentre altri lavoratori hanno subìto lesioni permanenti, come Gennaro Berriola, impiegato della Logint, che perso una gamba, letteralmente tranciatagli da un muletto -:
quali irrimandabili iniziative intendano porre in atto, per quanto di competenza, affinché siano ripristinate, in Fiat Auto ed aziende collegate di Pomigliano d'Arco, l'insieme della tutela della salute e della vita dei lavoratori espressamente previste e disposte dalle vigenti leggi dello Stato;
quali necessarie ed urgenti iniziative istituzionali intendano porre in atto affinché siano conosciute e rimosse le cause che determinano l'attuale ed oggettiva disattivazione delle specifiche funzioni di prevenzione antinfortunistica negli uffici della procura della Repubblica di Nola e dell'Asl NA 4 di Acerra e relative alle strutturali violazioni di legge in Fiat Auto di Pomigliano e collegate aziende di appalto e terziarizzate.
(2-02625)
«Malavenda».

Interrogazione a risposta orale:

CANGEMI, GIORDANO, BOGHETTA, DE CESARIS, LENTI, MALENTACCHI, MANTOVANI, EDO ROSSI, VALPIANA e VENDOLA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi come riportato dalla stampa locale e nazionale (Manifesto del 24 settembre, Liberazione del 24 e del 30 settembre La Sicilia del 26 settembre) su iniziativa di Rifondazione Comunista è stata presentata un'articolata denuncia delle condizioni di lavoro nei locali Mc Donald's di Catania;
a questa denuncia ha portato il proprio contributo e la propria testimonianza un giovane ex dipendente di Mc Donald's;


Pag. 33661


si è così manifestato un quadro di impressionante gravità in cui vengono quotidianamente lesi i diritti dei lavoratori (la grande maggioranza giovani con contratti di formazione lavoro) e chiaramente violate importanti norme di legge;
il contenuto formativo previsto dai contratti di formazione lavoro è nella pratica azzerato, i giovani invece di essere formati sono costretti a lavori umilianti (come la pulizia di pozzetti di scarico e bagni, la lucidatura di acciai) non previsti dal contratto, le condizioni di lavoro sono dure e l'igiene è scarsa, i locali più volte invasi dagli scarafaggi, i turni sono a completo arbitrio dell'azienda che informa i lavoratori all'ultimo momento e spesso li obbliga a due turni nello stesso giorno, si susseguono trasferimenti punitivi senza preavviso da una all'altra sede, permessi non concessi, straordinari non pagati;
un clima pesantissimo si instaura con i responsabili, continua è la pratica dell'umiliazione e della discriminazione da cui ci si può porre al riparo solo facendo mostra di servilismo. Strumento prediletto di questa strategia di annichilimento le lettere di contestazioni: chi mostra una qualche autonomia ne colleziona enormi quantità, le motivazioni spesso sono totalmente inventate oppure hanno dell'incredibile; una fra tutte: avere il badge (cioè il cartellino con il nome che ogni dipendente ha attaccato al petto) leggermente inclinato;
l'attività sindacale viene ostacolata in ogni modo: viene negata la bacheca sindacale, vengono strappati i comunicati delle organizzazioni sindacali, impedite persino la diffusione dei verbali di incontro fra datore di lavoro e sindacati;
questo complesso di condizioni ha un riscontro inequivocabile: in 10 mesi su 120 lavoratori circa la metà ha dato le dimissioni rinunciando al lavoro;
per l'azienda ovviamente questo non è un problema, anzi forse uno dei risultati perseguiti: chi se ne va viene sostituito da altri assunti con le stesse modalità, a contratto di formazione lavoro subentra contratto di formazione lavoro, a sgravi fiscali subentrano sgravi fiscali, il problema del lavoro a tempo indeterminato previsto dalle norme dopo due anni di contratto di formazione lavoro neanche si pone, chi aveva un qualche margine di autonomia non c'è più, rimane chi ha introiettato senza residui la subalternità all'azienda -:
se siano state attivate dagli organismi preposti attività di controllo sui Mc Donald's nella città di Catania;
quali immediate iniziative si intendano assumere per verificare le condizioni di lavoro nei Mc Donald's per colpire le violazioni, verificando in particolare modo la gestione dei contratti di formazione lavoro.
(3-06372)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

OLIVIERI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la sede provinciale Inps di Trento che opera nel territorio della provincia di Trento è afflitta da alcune problematiche che rendono difficoltoso far fronte al notevole carico di lavoro che le compete;
in particolare, si registra una carenza complessiva di 68 unità rispetto al previsto organico di 261 dipendenti. Tale carenza, che in percentuale è pari al 26,28 per cento, si riduce al 23,46 per cento tenendo conto dell'apporto degli 11 lavoratori impegnati in progetti di lavoro socialmente utile, tra i quali 6 sono laureati che hanno superato le prove di concorso per l'assunzione all'istituto, mentre appare incerto il destino degli altri;
la situazione di carenza della sede provinciale di Trento, riscontrabile anche in altre sedi dell'Italia settentrionale, in attesa di nuove assunzioni, viene fronteggiata con il massimo impegno di tutto il personale, ma ciò non consente di offrire servizi adeguati alle aspettative di un'utenza sempre più esigenze;


Pag. 33662


la situazione risulta inoltre assolutamente critica ed insostenibile nelle agenzie periferiche. Va tenuto in debita considerazione che il decentramento nella provincia di Trento risponde ad effettive esigenze della popolazione, data l'orografia del territorio che, specialmente nella stagione invernale, rende particolarmente difficoltosi i collegamenti con il capoluogo. L'elevatissimo costo della vita in zone turistiche come Cavalese, Cles o Riva del Garda non ha sinora consentito di adottare provvedimenti di mobilità d'ufficio, peraltro sempre contestati dalle organizzazioni sindacali, anche perché si è in attesa della nomina di 6 degli 11 lavoratori socialmente utili e di 13 vincitori dei concorsi per 7o livello, già espletati, molti dei quali dovrebbero essere assegnati in periferia. Il ritardo nelle nomine comporta il rischio di perdere alcune di queste unità che, nel frattempo, essendo laureate, trovano migliori offerte di lavoro sul mercato;
il territorio della provincia di Trento è caratterizzato da alcune caratteristiche che incidono negativamente sulla linearità del rapporto di lavoro: forte incidenza di lavoratori all'estero, di lavoratori stagionali e di occupati in settori diversi con massima flessibilità, talvolta come dipendenti, spesso come autonomi o parasubordinati; forte incidenza di disoccupazione stagionale (edili, lavoratori del turismo) e della disoccupazione con requisiti ridotti; elevatissimo numero di domande di Cig per intemperie (il Trentino-Alto Adige autorizza il maggior numero di ore di Cig edilizia nel territorio nazionale);
la sede Inps di Trento nel 1999 ha gestito entrate per 1.466.951.833.375, uscite per 1.791.189.956.048. Al 1o gennaio 2000 le pensioni in carico della agenzia di Trento sono 125.838 per un importo annuale complessivo (in milioni) pari a 1.682.038. Prendendo in considerazione oltre alle pensioni, gli assegni sociali, le pensioni sociali e le pensioni facoltative si giunge a 129.580 pensioni per un importo totale (in milioni) di 1.703.673. Le aziende che fanno riferimento alla sede Inps di Trento sono 20.122 -:
se il Ministro fosse al corrente della situazione della sede Inps per la provincia di Trento;
se non ritenga opportuno agire sui propri uffici per fare in modo che i problemi incontrati dalla sede Inps di Trento trovino celere soluzione in modo che la stessa sia messa nelle condizioni per poter espletare al meglio il proprio compito, tenendo presenti la specificità dell'area;
se non ritenga opportuno riconoscere per la provincia di Trento la possibilità di disporre assunzioni in loco per l'INPS, analogamente a quanto previsto per la confinante provincia di Bolzano, o comunque il bando di concorso per l'assunzione di personale locale da assegnare alle agenzie periferiche, superando così le difficoltà derivanti da eventuali trasferimenti;
se non ritenga indispensabile che venga reso immediatamente operativa l'assunzione dei 13 vincitori del concorso di 7a qualifica, nonché dei 6 lavoratori socialmente utili in possesso di diploma di laurea, anch'essi vincitori di concorso già espletato;
se non reputi opportuno siano rese presenti tutte le necessarie condizioni affinché l'INPS di Trento possa procedere all'assunzione dei lavoratori socialmente utili sprovvisti di laurea, già in servizio, mediante ricorso alle liste di collocamento;
se non ritenga opportuno rendere possibile l'assunzione di iniziative per ottenere la massima disponibilità delle amministrazioni locali firmatarie del recente accordo sulla mobilità provinciale e regionale per favorire il trasferimento di personale all'INPS ed in modo particolare alle agenzie periferiche, risolvendo il completamento degli organici nelle agenzie periferiche indirettamente anche i problemi della sede provinciale, che potrebbe completare ed ampliare l'entità degli adempimenti decentrati;
se non reputi opportuni interventi legislativi che consentano la mobilità anche da aziende private quali ad esempio Poste, Telecom, eccetera;


Pag. 33663


se non condivida che per risolvere il problema che si registra in tutta l'Italia settentrionale della carenza di personale, una soluzione utile da adottare sarebbe quella di attribuire all'INPS autonomia nell'assunzione di personale, aventualmente anche a termine, per poter assolvere ai propri compiti istituzionali, specialmente quando la sfera di competenza viene continuamente ampliata con l'attribuzione di nuove competenze.
(5-08289)

DE CESARIS e CANGEMI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
il progetto nazionale originario Lsu, promosso ed approvato dal Ministero del lavoro in data 14 maggio 1997, prevedeva l'impiego di 1.040 lavoratori per il miglioramento dell'attività degli uffici periferici dei servizi ispettivi del ministero;
a seguito del decentramento delle competenze relative al collocamento e ai servizi per l'impiego, la gran parte degli Lsu è stata trasferita agli enti locali, principalmente nei centri per l'impiego;
sono rimasti in servizio presso il ministero del lavoro circa duecentoventi Lsu, che sono impiegati in quasi tutti i settori di attività e che rivestono qualifiche che vanno dal VII al III livello;
il 31 ottobre prossimo il progetto Lsu presso il Ministero del lavoro scade e non è stato chiarito come si intenda affrontare il problema della prosecuzione dell'attività lavorativa dei suddetti lavoratori né come si intenda giungere a una stabilizzazione del rapporto di lavoro;
anche se importanti competenze del ministero del lavoro sono state decentrate, ne sono state assegnate altre in materia di conciliazione obbligatoria delle controversie di lavoro e di inchiesta sugli infortuni nelle aziende ad alto rischio;
gravi sono i ritardi che si accumulano, specialmente nelle grandi città, principalmente a causa della carenza di personale, nelle richieste di arbitrato e conciliazione per le quali, generalmente, occorre attendere almeno un anno;
cronica è la carenza di personale in cui versa il Servizio ispezione del lavoro a fronte di una situazione, in relazione alla sicurezza, che si fa ogni giorno più drammatica, come dimostrano i dati sugli infortuni e le morti sul lavoro;
protocolli di intesa tra organizzazioni sindacali e ministero del lavoro hanno definito carenze di personale e la necessità di potenziamento dell'organico;
appare incoerente che, a fronte di una necessità di potenziamento dell'organico, non si riesca a trovare forme di stabilizzazione dei circa 220 Lsu, che, tra l'altro, già operano in settori spesso nevralgici di attività del Ministero -:
se non ritenga opportuno prevedere un progressivo assorbimento dei suddetti lavoratori presso il Ministero del lavoro al fine di potenziare l'organico, specialmente nei settori legati alla sicurezza del lavoro e alla soluzione delle vertenze lavorative;
come intenda, in ogni caso, intervenire per garantire la continuità del rapporto di lavoro dei suddetti lavoratori dopo il prossimo 31 ottobre e prevedere la stabilizzazione del loro rapporto lavorativo.
(5-08294)

Interrogazioni a risposta scritta:

IACOBELLIS. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
da notizie apparse sulla stampa risulterebbe che l'Inail ha già trasferito le competenze relative alla città di Spinazzola dalla sede di Barletta a quella di Altamura, lontana diversi chilometri dal centro del nord-barese;
il trasferimento reca non pochi disagi agli abitanti della cittadina nonché ai professionisti del settore (commercialisti, consulenti del lavoro, ragionieri) e alle associazioni


Pag. 33664

sindacali e di categoria, costretti a percorrere, per l'espletamento delle loro rispettive incombenze, diversi chilometri per raggiungere la non vicina città di Altamura;
a parte ciò, il provvedimento in questione si pone in aperta controtendenza rispetto agli ormai consolidati obiettivi di tutte le città del nord-barese, volti alla istituzione della sesta provincia pugliese e nella quale la città di Spinazzola si colloca in posizione geograficamente vicina a Barletta -:
quali iniziative intenda promuovere perché il provvedimento de quo sia sospeso nella sua operatività in vista di un auspicato incontro tra le categorie e le parti interessate.
(4-31764)

ANGELICI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
700 lavoratori dell'Ilva di Taranto sono stati sospesi dal lavoro dal dicembre 1999, per effetto di un fantomatico processo di ristrutturazione e riorganizzazione che l'Ilva di Taranto avrebbe dovuto avviare in ottemperanza ad un accordo sindacale sottoscritto presso il Ministero dell'industria il 20 ottobre 1999;
dalla medesima data di sospensione i 700 lavoratori sono stati retribuiti con gravi decurtazioni dello stipendio;
l'Ilva mettendo in Cigs i lavoratori si era impegnata a realizzare un piano formativo biennale per la riconversione dei 700 lavoratori che riteneva abbisognevoli di riqualificazione professionale;
tutte le sospensioni dal lavoro per Cigs sono state disposte nonostante non fosse stato né avviato né presentato un programma di formazione per i dipendenti ritenuti da riconvertire;
ancora oggi i corsi formativi non sono iniziati e la regione Puglia ha dichiarato che non li finanzierà perché non si possono utilizzare per tale finalità le risorse del fondo sociale europeo secondo il Por;
nonostante ciò l'azienda non intende riavviare al lavoro i sottoscritti abusando della sospensione dal lavoro per Cigs pur in assenza di ogni presupposto per la concessione del chiesto beneficio;
effettivamente presso lo stabilimento siderurgico di Taranto non sono in atto processi di ristrutturazione e riorganizzazione e tutto è rimasto invariato rispetto agli anni passati;
il fine unico che persegue l'attuale proprietà Ilva è di potenziare la produzione dell'acciaio e portare lo stabilimento di Taranto al massimo della produzione possibile, abbattendo i costi del personale per far crescere gli utili, senza innovare né in termini di tecnologia né in termini di impiantistica, ne in termini di crescita professionale dei propri dipendenti;
la riduzione drastica degli interventi di manutenzione sugli impianti operata dalla proprietà ha comportato un rapido deterioramento delle strutture, sottoposte a ritmi lavorativi eccessivi e ad un aumento degli infortuni, senza precedenti;
nel corso del 1998, 1999, 2000 gli infortuni sul lavoro sono aumentati oltre il limite fisiologico statisticamente preventivato. La ragione è l'assoluta mancanza di interventi di manutenzione sugli impianti e l'utilizzo di troppi giovani in contratto di formazione e lavoro, privi della professionalità ed esperienza necessaria, ed adibiti al lavoro senza l'assistenza di personale qualificato in affiancamento;
tutto questo contrasta con le finalità della legge n. 223 del 1991 che richiede precisi presupposti per la concessione della Cigs: «"ristrutturazione, riorganizzazione e conversione aziendale in concorso con l'esistenza di crisi aziendale di particolare rilevanza sociale", soprattutto in previsione di un miglioramento della capacità produttiva e potenziamento delle strutture»;
è stata fornita idonea informativa alla magistratura penale per la valutazione di


Pag. 33665

eventuali ipotesi di reato nella situazione denunziata -:
se essendo trascorsi circa nove mesi dalla data di presentazione della domanda di ammissione alla Cigs, senza pronunzia alcuna in merito alla domanda avanzata dall'Ilva, non ritenga di rigettarla ritenendola non meritevole di accoglimento per inesistenza dei presupposti, alla luce di quanto innanzi evidenziato in modo da far tornare al lavoro con immediatezza i 700 lavoratori interessati.
(4-31769)