Allegato B
Seduta n. 782 del 3/10/2000


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SANITÀ

Interrogazioni a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
Il Giornale del Piemonte di venerdì 29 settembre 2000, alla pagina 3, ha dato notizia di una indagine avviata dal procuratore aggiunto di Torino, dottor Raffaele Guariniello in relazione ad una clamorosa violazione della legge sui farmaci che vieta l'immissione sul mercato italiano di sostanze anabolizzanti senza l'autorizzazione del ministero della sanità;
gli ormoni della crescita, secondo i dati acquisiti dall'inchiesta, arriverebbero dagli Stati Uniti d'America che, in materia, ha una normativa indubbiamente meno rigorosa di quella vigente in Italia;
il commercio avviene in Rete e permette agli atleti ed ai frequentatori di palestre di procurarsi sostanze vietate o comunque soggette a rigorose restrizioni normative;
l'indagine, svolta di concerto con l'FBI, ha individuato, come case fornitrici di tali prodotti, la Vermont Nutrition e la


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Vitanet aventi sedi nello Stato dell'Ohio ed i titolari sono stati iscritti nel registro degli indagati;
il dottor Guariniello sta ora cercando di individuare i numerosi acquirenti, sparsi su tutto il territorio nazionale, mentre, a quanto è dato di comprendere, pare potersi concludere che la compravendita di medicinali attraverso Internet non è adeguatamente controllata, data l'estrema facilità di accesso ai siti;
il dottor Guariniello avrebbe già provveduto a segnalare il problema al Ministro della sanità -:
se effettivamente abbia ricevuto la segnalazione del procuratore aggiunto di Torino, dottor Raffaele Guariniello circa il commercio di sostanze anabolizzanti via Internet e per sapere quali urgenti iniziative intenda assumere, eventualmente di concerto con altri dicasteri, per reprimere una così evidente violazione della legge, comportante, fra l'altro, seri pericoli per la salute degli acquirenti.
(3-06340)

DELMASTRO DELLE VEDOVE e FINO. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
dal recente Congresso Nazionale del Club degli Alcolisti in Trattamento, svoltosi a Torino a fine settembre, sono stati offerti preoccupanti dati aggiornati;
in particolare, in Piemonte vi sono ben 300 circoli cui si rivolgono 1.600 famiglie;
secondo un rapporto predisposto nel lontano 1993 dall'Istituto Superiore di Sanità nella regione Piemonte ci sarebbero oltre 860 mila «bevitori problematici» e circa 215 mila alcolisti, che, insieme, rappresentano il 20 per cento della popolazione;
l'incidenza di tale condizione su altri fatti è preoccupante: il 10 per cento degli incidenti stradali è conseguenza dell'abuso di sostanze alcoliche, e la percentuale sale addirittura al 50 per cento se si prendono in considerazione i sinistri mortali;
per i forti bevitori, inoltre, la probabilità di un infortunio grave sul lavoro è di quattro volte superiore alla media;
non a caso l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito l'alcool nell'elenco delle droghe pesanti -:
quali iniziative abbia assunto o intenda assumere, di concerto con la Regione Piemonte, per contenere un fenomeno particolarmente grave e devastante, con conseguenze sociali acute e con costi sociali straordinariamente pesanti.
(3-06347)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
secondo la lunga esperienza accumulata dal procuratore torinese dottor Raffaele Guariniello, la dermatite provocata dall'uso non corretto di tinture per capelli sta diventando una malattia professionale sempre più diffusa e genera un numero cospicuo di procedimenti penali per reato di lesioni personali colpose;
in base a tale esperienza sembrerebbe necessario dotare i locali di un impianto di aspirazione localizzato in grado di assorbire le emissioni gassose derivanti dalla preparazione delle tinture, così come necessario sembrerebbe l'uso dei guanti monouso e sufficientemente lunghi da coprire gli avambracci;
occorre altresì agire sul versante dei produttori di tintura al fine di verificare la possibilità tecnica di eliminare la parafenildiammina, che rende pericolose le tinture;
in particolare va osservato che la dermatite da tintura colpiscano generalmente persone di giovane età avviate ad una professione che merita di potersi svolgere in un clima di sicurezza -:
se non ritenga di dover intervenire normativamente al fine di prevenire le


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dermatiti da tintura per i capelli che, secondo i dati forniti dal procuratore aggiunto dottor Guariniello, stanno assumendo proporzioni serie e preoccupanti.
(3-06349)

Interrogazioni a risposta scritta:

DEL BARONE. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
il dottor Antonio Mosca sindaco pro tempore del comune di Massa Lubrense (Napoli) ha chiesto che in conformità dell'articolo 82, primo comma del decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 29 regolamento di polizia mortuaria, le esumazioni ordinarie nel cimitero comunale di San Liberatore vengano eseguite dopo un decennio dall'inumazione -:
se sussistano le condizioni di cui al III comma dell'articolo 82 del ricordato decreto del Presidente della Repubblica per l'abbreviazione del turno di rotazione a sei anni anche per la positività di indagini espletate affermanti che, per le particolari condizioni di composizione e struttura dei terreni di inumazione, la mineralizzazione dei cadaveri si compie in un periodo inferiore al decennio;
se il ministro non intenda accettare con urgenza la richiesta del sindaco di Massa Lubrense autorizzando, nell'interesse della collettività, l'abbreviazione a sei anni del turno di rotazione nei campi di inumazione del cimitero di San Liberatore.
(4-31732)

FAGGIANO. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
il problema dell'assistenza, della cura e della ricerca nel settore dell'oncologia, sta diventando ogni giorno più drammatico per la necessità di far fronte all'aumento degli ammalati di tumore;
in particolare la realtà del mezzogiorno si segnala per le storiche carenze di strutture, attrezzature e mezzi finanziari, del tutto inidonei ad assicurare una sufficiente assistenza e uno standard di ricerca adeguato;
tale carenza risulta evidente da una sommaria analisi dei dati i quali mostrano come la somma dei posti letti dell'Istituto nazionale dei tumori, dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, dell'Istituto di Genova e dell'Istituto di Aviano sono pari ai posti letto delle 52 strutture pubbliche e private, Irccs compresi, esistenti nel Mezzogiorno d'Italia, dotati di reparti oncologici;
il numero dei posti letto delle strutture nel Mezzogiorno hanno subito una progressiva diminuzione passando dai 1231 del 1990 agli 830 del 1998 quando in realtà tale numero in rapporto ai 19.000.000 di abitanti totali dovrebbe essere pari 1.900;
una carenza altrettanto grave, si registra nel settore di radioterapia oncologica i cui centri sono assolutamente insufficienti a soddisfare le esigenze del territorio che peraltro, secondo statistiche ufficiali dell'Oms, risulta essere ai primi posti delle graduatorie delle malattie tumorali in particolare in alcune zone quali la provincia di Brindisi -:
se tale stato di fatto non leda sostanzialmente il diritto alla salute dei cittadini meridionali, troppo spesso costretti a doversi sobbarcare enormi spese e disagi per recarsi al di fuori della loro regione di residenza o addirittura all'estero, ed in alcuni casi, impossibilitati a ciò, costretti ad aspettare la disponibilità di un posto letto;
quali provvedimenti si intendano intraprendere per eliminare la disparità Nord-Sud in termini di presenza di strutture, posti letto e risorse dedicate alla cura dei pazienti oncologici, ripristinando un più equo e non discriminatorio accesso alle strutture sanitarie per la cura delle neoplasie.
(4-31734)


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CACCAVARI. - Al Ministro della sanità, al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che:
nel dicembre 1998 il Codacons ha iniziato un contenzioso amministrativo contro la dichiarazione del Ministero della Sanità che affermava la «non pericolosità dei contenitori» (tipo lattine);
nel gennaio 1999 il Tar Lazio, chiamato a pronunciarsi sulla questione, ha emesso l'ordinanza n. 20/99 con la quale chiedeva al Ministero della Sanità di intervenire entro 60 giorni per porre rimedio alla situazione di «rischio per la salute dei consumatori»;
in seguito a queste vicende, il Ministero della Sanità, di concerto con il Ministero dell'Industria, ha approntato il disegno di legge 3914/A poi ripreso dal «progetto di legge n. 6275» che prevedeva l'apposizione di un etichetta recante la dicitura «pulire prima dell'uso»;
la Commissione Sanità del Senato, decideva sullo stesso una modifica che prevedeva la copertura dell'intera superficie della lattina, modifica concretizzatasi nel disegno di legge 3914/A in attesa di votazione dal luglio 1999;
il Consiglio di Stato, in secondo grado, ha annullato temporaneamente gli effetti dell'ordinanza 20/99 del Tar Lazio;
nel giugno 1999 circa 90 cittadini dell'Unione europea (in Francia) sono stati intossicati per stessa ammissione della casa produttrice a seguito dell'ingestione di cola in lattina contaminata prima esternamente, e poi internamente, da un funghicida spruzzato sul legno dell'imballaggio;
il decreto-legge n. 155 del 1997 ha recepito la direttiva comunitaria n. 43 del 1993 e introdotto, anche in Italia, il metodo Haccp che esige il controllo della salubrità di alimenti ed imballaggi in tutto il corso della «catena produttiva alimentare» ma gli artt. 2, 3, 5, 8, 9, pur essendo in vigore dal giugno 1999, sono costantemente ignorati e disattesi, come confermato dalle indagini svolte dalla Commissione Europea negli Stati Membri nel maggio 1998;
nell'anno 1999 i dipendenti Nas nel settore operativo «acque minerali e bibite» hanno effettuato 1.585 ispezioni praticando 870 sanzioni (di cui 274 penali e 596 amministrative) segnalando 537 persone alle autorità Sanitarie e Amministrative; nel gennaio-maggio 2000 inoltre, sono stati prelevati 601 campioni e accertate 408 infrazioni (di cui 38 penali e 370 amministrative);
il «libro Bianco» (12 gennaio 2000, COM [1999] 719 def.) sulla sicurezza alimentare ha ribadito la assoluta priorità indicata dalla Commissione europea di affrontare, in tempi brevi, l'emergenza creata dalla mancata o parziale applicazione del metodo Haccp, e la necessità di infliggere finalmente le previste sanzioni ai trasgressori (articolo 8 d.lvo 155 del 1997);
la condizione di pericolo per la salute dei consumatori (consistente reato ai sensi dell'articolo 444 del codice penale) pur essendo indiscutibile e non contestabile, è stata confermata dal parere del Laboratorio Alimenti dell'Istituto Superiore di Sanità (professori Croci, de Medici, Fiore, Scalfaro, Toti) e dalle indagini svolte dal professore Caramello dell'Università di Torino (Dipartimento di Sanità Pubblica e di Microbiologia);
il Consiglio Superiore di Sanità e l'Istituto Superiore della Sanità hanno a più riprese affermato il rischio implicito di una contaminazione dannosa per i cittadini e in particolare l'Istituto Superiore di Sanità ha affermato (3 novembre 1993) «quest'Istituto non ritiene necessario procedere ad analisi sperimentali che richiederebbero peraltro un lungo periodo di tempo. Non vi è dubbio infatti che il dispositivo di leva con linguetta rientrante all'interno della confezione può costituire un veicolo di agenti contaminanti nella bevanda. E opportuno tenere presente che le lattine, prima del consumo, possono rimanere depositate, anche per lungo tempo, presso locali igienicamente non


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idonei ove possono essere presenti insetti o roditori, permettendo così il deposito sulla loro superficie di polvere, sporcizia ed eventuali corpi estranei che, successivamente, possono essere veicolati al liquido interno tramite la linguetta rientrante»;
alcune grandi case produttrici in Italia, hanno comunque provveduto a tutelare il loro prodotto valendosi di alcune delle soluzioni brevettate e già esistenti sul mercato, un atto che costituisce un chiaro segnale della consapevolezza del problema igienico anche da parte della categoria degli imbottigliatori;
altre multinazionali del ramo esprimono l'esigenza di evitare fenomeni di avvelenamento verificatisi nei distributori automatici largamente utilizzati in alcuni Paesi ed in costante crescita numerica anche in Italia;
in un comunicato stampa del Coda-cons si asserirebbe la presenza di «almeno 10 tonnellate di escrementi di topo» ingerite dai consumatori ogni anno, mediante l'assunzione di bevande in lattina; di stesso avviso un'indagine di InMetro (segreteria del Ministero delle politiche per l'industria e il commercio) in Brasile concluderebbe che «il coperchio della lattina è più inquinato di un bagno pubblico brasiliano»; il professore Dario Olivares (docente del Laboratorio di Biologia Cellulare all'Università Statale di North Fluminense, Rio de Janeiro) avrebbe divulgato un avviso con il quale invita i consumatori a non bere assolutamente dalle lattine per il rischio di contrarre la leptospirosi;
anche in altri Stati sono al vaglio governativo progetti di legge analoghi al disegno di legge 3914-A tendenti a porre rimedio al problema igienico delle lattine per bevande;
la Commissione europea con la decisione 10 settembre 1999 ha invitato lo Stato italiano a non adottare il testo sull'etichettatura (disegno di legge 3914) che prevedeva l'apposizione di un avvertenza del tipo «pulire prima dell'uso» osservando che tale norma non raggiunge né il fine preventivo né quello educativo per il quale «meglio sarebbe una mirata campagna pubblicitaria o una forte opera di sensibilizzazione a partire già dalle scuole primarie»;
è necessario adottare una soluzione capace di garantire la completa igiene della superficie superiore dei contenitori in oggetto evitando qualsiasi possibilità di contatto con veleni o germi;
le soluzioni tecniche migliori e più rispondenti alla salvaguardia della salute sono prodotte da fabbricanti e tutelate da brevetti italiani -:
come intendano i ministri interrogati affrontare con una rapida ed efficace soluzione le esigenze di tutela e rispetto della salute dei consumatori non solo di bevande, ma anche di tutti gli altri prodotti inscatolati in barattolo aventi caratteristiche simili senza aspettare che accadono di nuovo gravi fatti che danneggiano i cittadini;
se non ritengano con un intervento congiunto chiedere l'approvazione del disegno di legge 3914-A, che, come risultante dagli emendamenti accolti, prevede ora che «tutte le lattine contenenti bevande aventi dispositivi di apertura a strappo, devono essere poste in commercio adeguatamente ricoperte da un'apposita copertura in materiale riciclabile a protezione igienica della lattina stessa»;
e se comunque in attesa della conclusione dell'iter legislativo non ritengano necessario adottare provvedimenti d'urgenza per un immediata difesa della salute dei cittadini.
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GASTALDI. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
il Policlinico «San Matteo» di Pavia è universalmente conosciuto in Italia ed all'estero come uno dei più qualificati istituti di cura a carattere scientifico;
è stato recentemente nominato come commissario straordinario il dottor Giuseppe


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Conac in sostituzione del precedente Commissario dottor Danilo Morini che aveva per molti anni guidato il San Matteo;
il dottor Giuseppe Conac ha interrotto il 25 settembre 2000 il contratto di collaborazione al dottor Giovanni Azzaretti - direttore sanitario del «San Matteo» - scadente nel 2003 -:
quali siano i fondamenti giuridici sui quali si basa la delibera con la quale il commissario straordinario all'IRCS Policlinico «San Matteo» di Pavia dottor Giuseppe Conac ha deciso di interrompere il contratto di collaborazione al direttore sanitario dottor Giovanni Azzaretti;
se con il decreto n. 229 il principio di decadimento automatico del direttore sanitario, entro tre mesi dall'insediamento del nuovo commissario, non sia stato annullato;
cosa intenda fare il Ministro per garantire ad un ospedale complesso e difficile da gestire come il «San Matteo» di Pavia la possibilità di continuare a svolgere un ruolo di riferimento e di eccellenza in molti settori, cominciando dalla Cardiochirurgia del professor Mario Viganò, con evidenti riflessi sulla facoltà di medicina e sull'università di Pavia dopo l'estromissione di un professionista di grande preparazione e lunga esperienza come il dottor Giovanni Azzaretti.
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