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TIZIANA VALPIANA. Devono, in coscienza, riflettere sul clima che ha permesso questa aggressione razzista il comune e la provincia che da qualche anno finanziano la rievocazione storica delle Pasque veronesi, moti antifrancesi della nobiltà scaligera, organizzata dai gruppi integralisti cattolici contro i principi illuministi e rivoluzionari (della rivoluzione francese, intendo) alla cui ultima sfilata hanno partecipato anche una ventina di skin in tuta mimetica; ed anche il vescovo che, proprio il giorno precedente l'aggressione, ha forse sottovalutato la legittimazione che la sua presenza poteva dare a gruppi quali «famiglia e civiltà», Sacrum Imperium, Principe Eugenio che, nella loro crociata contro gli immigrati, si associano di fatto ai gruppi razzisti; e così pure il consigliere circoscrizionale di Alleanza nazionale posto agli arresti domiciliari (poi commutati nell'obbligo di firma) il 7 settembre per violenza privata, assieme ad altri cinque, ispirata da odio razziale, insieme alla Lega, che ha proposto in consiglio comunale di far salire gli stranieri in autobus dalla porta posteriore. E che dire di una campagna elettorale sparata da milioni di manifesti sorridenti (e miracolosamente giovani) in cui la sicurezza è brandita come una clava o una spranga?
oppositori del regime da parte, sì, di alcune frange estremiste, ma che qualcuno aveva armato, tollerava ed utilizzava. È stato il manganello impunito allora, a preparare i campi di sterminio poi...
Verona si vanta di avere un assessore alla sicurezza: dov'era il 15 settembre quando il cittadino polacco Cezar Karabowski è morto nell'incendio doloso appiccato al suo riparo notturno? Ha testualmente dichiarato che Cezar Karabowski era un clandestino e che quindi il comune non aveva alcun dovere di occuparsi di lui. Un segnale per tutti quelli che stanno in Italia «senza averne il diritto»! Ma la sicurezza non è forse messa a repentaglio proprio dal fatto che persone siano costrette da oltre due anni a dormire in locali pericolosi e facilmente raggiungibili, così come più volte accaduto anche in passato, da raid ed aggressioni da parte di malintenzionati?
Non è proprio la mancanza di servizi sociali e di accoglienza agli immigrati la vera minaccia all'ordine pubblico ed alla convivenza civile?
Verona, così come tutto il Veneto, è una realtà economica che ha bisogno degli stranieri, ma è incapace di accettarli culturalmente. Mentre il questore si affanna a diffondere dati che dimostrano come sia una città tranquilla, la destra e il giornale locale continuano indomiti la loro campagna, facendo a gara a pompare la sindrome di insicurezza: zingari, omosessuali, islamici, ebrei sono il pericolo che ci minaccia. Ma dopo questa aggressione, fortunatamente senza gravi conseguenze fisiche, finalmente la città sembra aver aperto gli occhi. Tutte le associazioni democratiche cittadine hanno aderito alla straordinaria manifestazione organizzata dagli studenti e che per la prima volta ha scalfito l'indifferenza di Verona, portando in piazza settemila persone, quando la settimana precedente, per la morte di Cezar, erano scese in piazza poco più di duecento persone (che hanno voluto in suo onore chiamare il coordinamento antirazzista veronese, Cezar Karabowski).
La mobilitazione però non basta se non si comprende che la condanna del professore all'aggressione è stata firmata da chi lo ha allontanato dalla scuola in cui insegnava. In una città normale, davanti ad un episodio che ci riporta ai tempi più bui dell'Europa e dell'Italia, sarebbe stata l'amministrazione comunale - sindaco in testa - ad organizzare una manifestazione di solidarietà e condanna, sfilando con la bandiera del comune, decorata medaglia d'oro per la Resistenza. L'amministrazione di Verona, no! Ha perso un'ottima occasione per dissociarsi concretamente dal frutto avvelenato prodotto dai semi che lei stessa ha seminato. Nel 1922 il fascismo poté affermarsi anche perché restarono impunite le squadracce fasciste e le manganellate agli
Chiedo per questo a lei, signor ministro, che ci aiuti, che aiuti Verona e i suoi cittadini. Che il Governo si impegni con proposte concrete che vadano ad incidere sui gangli malati di questa città e sulle loro ramificazioni e metastasi, spingendo l'amministrazione a collaborare per la distensione e il ripristino della civile convivenza, mettendo da parte i silenzi e l'inerzia che hanno consentito al germe di proliferare.