Allegato B
Seduta n. 773 del 19/9/2000


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INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno - premesso che:
in data 10 settembre 1997 è stato bandito un concorso pubblico per il conferimento di 158 posti di vice commissario del ruolo dei commissari della polizia di Stato, pur essendo vacanti, alla data del 31 giugno 1996, 472 posti, di cui 464 proprio alle qualifiche di vice commissario e commissario;
la graduatoria di merito è stata pubblicata in data 4 aprile 2000;
il Ministero degli interni ha, successivamente, utilizzato la graduatoria concorsuale, nominando vincitori, a seguito dell'aumento di un decimo dei posti messi a concorso, 174 concorrenti;
risulta all'interrogante che il Ministero degli interni è in procinto di bandire un «nuovo» concorso, anche sull'onda del crescente allarme sociale provocato dal fenomeno della microcriminalità. Ciò nonostante la presenza, in graduatoria di merito, di 18 candidati risultati idonei alle precedenti prove concorsuali.
Si tratta, in particolare di:
Dell'Apa Monica;
Fioravanti Federico;
La Marca Linda;
Rende Agostino Antonio;
Furcolo Margherita;
Esposito Stefania;
Fumarola Maria;
Interdonato Giuseppina;
Falco Francesca;
Peroni Patrizia;
Cotardo Rosalba;
Pagano Patrizia;
Pala Bibiana;
Gola Elena;
Panarace Gabriella;
Di Lalla Vittorio;
Lomartire Maria;
Villano Anna Maria;
in base al decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 1994, articolo 15, le graduatorie dei vincitori rimangono efficaci per un termine di 18 mesi, dalla data di pubblicazione della graduatoria, per eventuali coperture di posti per i quali il concorso è stato bandito. Termine aumentato a 24 mesi dall'articolo 20 della legge n. 488 del 1999;
la accertata vacanza di personale imporrebbe, quindi, al ministero competente, di coprire tali posti, disponendo l'aumento delle assunzioni, in considerazione dell'immediata disponibilità di idonei a cui assegnare il posto;


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tale comportamento è, tra l'altro, confermato dalla prassi sino ad oggi seguita dalle pubbliche amministrazioni, dalla migliore dottrina e dalla costante giurisprudenza che, in applicazione dei princìpi costituzionali (articolo 97 della Costituzione) e dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico, prevedono, nei casi di vacanza di posti dalla pianta organica, l'immediato ampliamento delle assunzioni, onde realizzare l'interesse pubblico, attraverso:
a)l'immediata assunzione di altro personale;
b)un notevole risparmio dell'erario (evitando un'ulteriore concorsuale);
c)la tutela delle aspettative giuridicamente tutelate degli idonei non vincitori collocati utilmente in graduatoria;
tutto ciò premesso, si chiede:
quali iniziative il Ministro intenda adottare in relazione alla questione posta. Ed, in particolare, se intenda o meno disporre l'ampliamento dei posti relativi al concorso in oggetto, nonché lo scorrimento della graduatoria a favore dei 18 candidati risultati idonei, nel caso di rinunce, dimissioni o decadenze dei vincitori.
(2-02586) «Manzione».

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nei giorni 18.19.20 agosto 2000 ha avuto luogo nel centro di San Michele di Ganzaria (provincia di Catania) la 1o Festa Azzurra, organizzata dal coordinamento comunale di Forza Italia e che ha fatto registrare una partecipazione di cittadini residenti nello stesso comune, come in comuni del Calatino e provenienti anche dal comune di Piazza Armerina (provincia di Enna);
la manifestazione, che nelle ore serali ha visto avvicendarsi nella più ampia piazza cittadina complessi musicali, cantanti, danzatori e cabarettisti, si è svolta nel più perfetto ordine e con la costante sorveglianza dell'Arma dei carabinieri e quella saltuaria dei Vigili Urbani;
targhe ricordo sono state consegnate al deputato di Forza Italia interpellante, al vice presidente della provincia regionale di Catania dott. Ottavio Garofalo, al sindaco di Mirabella Imbaccari dott. Marco Falcone ed a personalità che hanno sponsorizzato o che si sono prodigate per l'esito ottimale della manifestazione, il cui svolgimento era stato regolarmente autorizzato dalla locale Autorità di Pubblica Sicurezza (prot. n. 5367 del 7 agosto 2000);
molti soci e simpatizzanti di Forza Italia hanno chiesto di poter esporre nei balconi delle loro abitazioni la bandiera di Forza Italia di talché le strade più importanti apparivano imbandierate (via dei Greci e largo Gambazzita);
la festa nel corso dell'ultima giornata è stata però turbata dalla notifica di verbale di contravvenzione avvenuta in giornata domenicale ed i cui destinatari sono stati il Coordinatore locale di F.I. Ignazio Campoccia ed il presidente del Comitato dei festeggiamenti Michele Seminara;
era accaduto che sin dal 18 agosto i vigili urbani Cardillo Salvatore e Russo Silvestro - su disposizione impartita dall'autorità comunale - avevano effettuato un sopralluogo presso i singoli siti nei quali si trovano esposte le bandiere di Forza Italia e ne avevano accertato dimensioni e collocazione, determinando nei soci e simpatizzanti di Forza Italia sentimenti di genuina disapprovazione, perchè non si comprende come una manifestazione di Forza Italia debitamente autorizzata possa svolgersi senza sventolio della bandiera di detto schieramento politico, oltretutto partito di maggioranza relativa in Italia;
dai dirigenti locali raggiunti dalla notifica della relativa contravvenzione effettuata nella giornata domenicale del 20 agosto 2000 (esposizione asseritamente illegale di 56 bandiere di Forza Italia) l'accaduto è stato umanamente percepito come chiara intimidazione voluta dalla


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maggioranza di centro-sinistra che amministra il comune e per essa attuata dal sindaco dottor Saporito, non essendo certo un problema il pagamento delle 400.000 lire pretese dal comune, che aveva regolarmente incassato i diritti per l'affissione dei manifesti con il programma della 1a Festa Azzurra Sammichelese;
che sintomatico del fumus persecutionis è la circostanza dello zelo con il quale la notifica (in spregio al rito) è stata voluta ed effettuata in giorno festivo e non feriale -:
se i fatti suesposti siano a conoscenza del Ministro;
se non si ritenga violato l'articolo 21 della Costituzione secondo il quale la manifestazione del pensiero e la propaganda politica possono svolgersi con ogni mezzo di diffusione e non solo con i discorsi e con gli scritti, purché non contrari al buon costume;
se tramite il prefetto di Catania ritenga o non ritenga di far richiamare il sindaco di San Michele di Ganzaria - nella sua qualità di ufficiale di Governo - per quelli che, appaiono intollerabili tentativi di intimidazione posti in essere per ostacolare l'esposizione - anche in balconi di privati - della bandiera di Forza Italia.
(2-02577)
«Garra».

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno, delle finanze, dei lavori pubblici e dell'ambiente, per sapere - premesso che:
alle ore 5 del 10 settembre 2000 nel territorio del comune di Soverato è avvenuto un gravissimo evento calamitoso a causa della esondazione del torrente Beltrame nel cui alveo era ubicato il camping «Le Giare» che ne occupava una porzione dell'alveo pari ad un'area di 27.000 mq;
a causa dell'esondazione del torrente Beltrame sono decedute 12 persone, 7 persone sono risultate ferite e 3 i dispersi;
la macchina dei soccorsi non risulta essere stata tempestiva in quanto lanciato l'allarme alle ore 5,15 di domenica 10 settembre alla centrale operativa dei carabinieri di Soverato, la prima ruspa arrivava alle ore 7.00, mentre l'Agenzia nazionale di Protezione Civile riceveva la notizia solo alle ore 8;
così come si sono verificati ritardi rispetto all'allarme sulle condizioni meteorologiche lanciato dall'Agenzia della Protezione civile con più comunicati a partire dal 7 settembre, le quali prevedevano precipitazioni abbondanti anche di carattere temporalesco più intense sul versante ionico;
incomprensibilmente il camping «Le Giare» aveva ricevuto le autorizzazioni nonostante la sua ubicazione nell'alveo di un torrente e che fosse ben conosciuto il rischio di esondazioni tanto che la Direzione Generale dell'Ufficio del Registro del Ministero delle finanze autorizzava l'utilizzo dell'area demaniale con un contratto di affitto che recava il seguente periodo: «... Eventuali danni che potessero derivare a persone e cose per effetto di piena del torrente Beltrame sono a totale carico della ditta richiedente in modo da tenere sollevata ed indenne da qualsiasi reclamo o molestia l'amministrazione finanziaria...»;
per dieci anni, quindi, gli uffici periferici delle finanze si sono preoccupati solo di evitare le «molestie» che potrebbero derivare dal rischio alluvione;
non sono state individuate, entro il 30 ottobre 1999, in Calabria le aree a rischio idrogeologico come stabilito dal decreto n. 180 del 1998;
sono state ignorate le denunce di singoli o associazioni ambientaliste che da anni avevano denunciato la gravità della presenza di un campeggio nell'alveo di un torrente;
il territorio del nostro Paese è sottoposto ad un grave disastro idrogeologico che vede tale sue cause l'abusivismo, la cementificazione, gli incendi boschivi, la


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mancanza di prevenzione, in pratica la inapplicabilità della legge 183 del 1989 in materia di difesa del suolo e della più recente legge 267 del 1998;
dal DPEF si è appreso che i residui passivi della legge n. 183 del 1989 sono passati dai 1400 miliardi ai 2300 nel solo anno 2000, così come è noto che fino al 1995 sono stati spesi 140 mila miliardi per interventi di emergenza;
la legge Galasso quindici anni fa prevedeva che le Regioni dovevano redigere e adottare i piani paesistici, tra le regioni inadempienti figurano la Calabria e la Sicilia proprio due regioni dove si è verificato un forte abusivismo edilizio e gli incendi ogni anno bruciano migliaia di ettari di aree boscate;
le questioni relative alla difesa del suolo, al dissesto idrogeologico, alla lotta all'abusivismo edilizio e agli incendi boschivi assumono una rilevanza che non può essere recepita che come una priorità assoluta, rendendo necessario e improcrastinabile l'avvio di una politica del territorio non dettata dalle emergenze ma da una quotidianità di interventi che è possibile raggiungere solo con un piano straordinario che leghi la difesa del suolo allo sviluppo occupazionale -:
quali i motivi dei ritardi nei primi interventi di soccorso e di chi le responsabilità;
come sia stato possibile e di chi la responsabilità nella decisione di stipulare sette contratti dal 1990 al 1997 con i proprietari del camping «Le Giare», all'interno dell'alveo del torrente Beltrame, nonostante che fosse noto, tanto da scriverlo nel contratto, che nella zona non era affatto remota la possibilità di alluvioni;
sulla base di quali motivazioni negli ultimi dieci anni tutte le denunce effettuate da associazioni ambientaliste ma anche da singoli cittadini non abbiano sortito alcun effetto;
quali i risultati delle indagini avviate dal Governo allo scopo di chiarire tutti gli aspetti relativi alla vicenda dell'esondazione del torrente Beltrame, sia per quanto riguarda l'allarme lanciato dalla Agenzia per la protezione civile a partire dal 7 settembre 2000, sia per il ritardo dei primi soccorsi, che per quanto attiene alle inadempienze relative alla applicazione della legge n. 183 del 1989 e n. 267 del 1998, ed infine nella concessione di un territorio demaniale nell'alveo di un torrente per ubicare un camping;
se non ritenga necessario avviare un censimento e una verifica sulle concessioni relative a terreni demaniali;
quale è lo stato di applicazione della legge n. 267 del 1998, meglio conosciuta come decreto Sarno, e della legge n. 183 del 1998 e per quali motivi il Governo non ha utilizzato i poteri sostitutivi previsti dalle citate leggi;
se non ritenga il Governo la questione della difesa del suolo e del dissesto idrogeologico una assoluta priorità che va affrontata uscendo dalle politiche emergenziali ma avviando un piano straordinario che affronti la grave situazione del territorio italiano anche attraverso lo sviluppo occupazionale e in tale contesto quali priorità e con quali risorse il Governo intenda affrontare la questione;
se non ritenga il Governo necessario convocare una Conferenza nazionale sulla difesa del suolo, aperta a tutti i soggetti interessati, che abbia il fine di dare piena attuazione alla legge n. 183 del 1989 attraverso un ampio confronto che ponga il risanamento e la tutela ambientale come una priorità assoluta.
(2-02589)
«Giordano, De Cesaris, Nardini, Vendola».

Interrogazioni a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'emergenza prostituzione, mai adeguatamente affrontata neppure dacché


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essa ha assunto connotazione di intollerabile invadenza, sta cominciando a produrre i primi frutti velenosi;
il 1o settembre 2000 a Borgo Ticino, in provincia di Novara, un gruppo di cittadini esasperati ha deciso di risolvere empiricamente il problema prendendo a sassate le autovetture che si appartavano con le prostitute a bordo;
il sindaco di Borgo Ticino ha commentato il fatto (cfr. Il Giornale di sabato 2 settembre 2000, inserto del Piemonte, pag. 14) affermando con rassegnazione: «la popolazione non ce la fa più, questi non sono che i risultati di una cittadinanza stanca di essere assediata dalle cosiddette «lucciole»;
il sindaco Roberto Celeria ha ricordato come, nel territorio del suo piccolo comune, si sono insediate una quarantina di prostitute, oltre ad otto transessuali;
mentre si pensa ad attivare (e certo l'iniziativa è condivisibile) i percorsi di recupero per le prostitute, non si considera la condizione di esasperazione in cui sono ridotti comuni che, come Borgo Ticino, constatano che il fenomeno ha superato ogni limite di guardia e che, nel contempo, le autorità non hanno strumenti idonei per contrastarlo efficacemente -:
quali iniziative intenda assumere affinché i responsabili dell'ordine pubblico possano contrastare efficacemente il fenomeno della prostituzione nel territorio del comune di Borgo Ticino (No), anche al fine di evitare che le comprensibili iniziative personali di cittadini esasperati rischino di creare ancor più gravi problemi di sicurezza e di incolumità.
(3-06200)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - permesso che:
la legge 29 ottobre 1993, n. 428 (conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 332, recante disposizioni urgenti per fronteggiare il rischio di incendio nelle aree protette) ha aggiunto, all'articolo 9 della legge 1o marzo 1975, n. 47, il seguente comma: «È fatto obbligo al sindaco di compilare e trasmettere, entro il mese di ottobre di ogni anno, alla regione ed al Ministro dell'ambiente una planimetria, in adeguata scala, del territorio comunale percorso dal fuoco; in tale territorio non sono consentite destinazioni d'uso diverse da quelle in atto prima dell'incendio per almeno dieci anni. In tutti gli atti di compravendita di aree di immobili ricadenti nei territori sopra indicati deve essere espressamente richiamato, pena la nullità dell'atto, il suddetto vincolo»;
l'importanza della normativa ricordata non necessita di alcuna sottolineatura, atteso quel che è accaduto, quest'anno come ogni anno precedente, in tema di incendi boschivi;
il quotidiano Libero di venerdì 1o settembre 2000, alla pagina 2, ha pubblicato una interessante ed impressionante inchiesta circa il gravissimo inadempimento di gran parte dei sindaci dei comuni italiani, che, con riferimento all'annualità 1999, ricorda che su 1.803 comuni, soltanto 1.107 hanno inviato la planimetria richiesta dalla legge al ministero, mentre su 6.932 incendi accertati soltanto 979 sono stati denunciati dai comuni;
è evidente che tale omissione non consente alla normativa citata di esprimersi nella sua parte più significativa e deterrente, e cioè nel vincolo di inedificabilità con diversa destinazione d'uso delle aree soggette ad incendio;
se, da una parte, molti comuni ignoravano ed ignorano l'esistenza di tale normativa, non può escludersi che, in altri, vi sia una silenziosa complicità per consentire, invece, le speculazioni che la legge ha inteso evitare;
quel che è certo, invece, è che i ministeri per l'ambiente e dell'interno non hanno saputo richiamare con sufficiente perentorietà i comuni italiani al rispetto degli adempimenti della legge 29 ottobre 1993, n. 428;


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la discussione in corso sulla nuova normativa antincendio non può comunque esimere i ministeri interessati dall'esigere con grande forza, mediante circolari da inviarsi senza indugio, che i comuni compiano il proprio dovere in relazione alla normativa vigente -:
se e quando siano state inviate circolari richamanti l'attenzione dei sindaci al rispetto della legge 29 ottobre 1993, n. 428, se e quando siano state inviate diffide ai comuni inadempimenti, se e quali indagini si intenda compiere per accertare se l'inadempimento sia di natura colposa o di natura dolosa.
(3-06201)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il recentissimo terremoto che ha investito il Piemonte, e segnatamente il territorio delle province di Asti ed Alessandria, sta generando, per tutti i comuni coinvolti, e soprattutto per quelli più piccoli, enormi problemi in ragione delle incombenze cui sono chiamati proprio in dipendenza dell'evento sismico;
in particolare, la necessità di censire gli immobili lesionati, di verificarne le condizioni di stabilità e quindi di sicurezza, è incompatibile con le risorse umane e professionali dei piccoli comuni, non dotati di uffici tecnici;
peraltro l'urgenza di adempiere alle incombenze generate dal terremoto e richieste dei cittadini è tale da non consentire o tollerare ritardi;
è assolutamente necessario consentire ai piccoli comuni dell'astigiano e dell'alessandrino di utilizzare liberi professionisti, sorreggendo adeguatamente il costo dell'operazione -:
se non ritenga di dover disporre uno stanziamento eccezionale per consentire ai comuni colpiti dal terremoto e non dotati di uffici tecnici di utilizzare liberi professionisti per provvedere a tutte le indilazionabili incombenze tecniche che l'evento sismico ha reso necessarie per censire adeguatamente i danni e per garantire la sicurezza dei cittadini i cui immobili abbiano riportato serie lesioni.
(3-06217)

LAMACCHIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito degli interventi previsti per l'organizzazione del Grande Giubileo del 2000 (legge 23 dicembre 1996, n. 651), il Ministero dell'interno, il Ministero dei trasporti e della navigazione e la società Aeroporti di Roma hanno sottoscritto in data 28 luglio 1998 un accordo di programma per la realizzazione del sistema di controllo sicurezza 100 per cento sui bagagli da stiva in partenza per i voli internazionali negli aeroporti di Roma Fiumicino e Roma Ciampino e del controllo di sicurezza dei bagagli a mano dei passeggeri in partenza ed in transito negli stessi aeroporti;
a fronte di tali accordi è stata stanziata la somma di 37.230 milioni;
la realizzazione, come alla premessa punto 7 dell'accordo, prevedeva carattere d'urgenza;
i termini di operatività del sistema finanziario era fissato al 31 dicembre 1999;
la funzione di vigilanza sulla esecuzione dei lavori è demandata all'Ente Nazionale dell'Aviazione Civile (punto 4 articolo 2 del succitato accordo);
il ministero dei trasporti e della navigazione decreta in data 11 maggio 2000, ad integrazione del precedente decreto 5 luglio 1999, un ulteriore contributo di lire 3.900 sui diritti di imbarco per la copertura dei costi del servizio del controllo di sicurezza dei bagagli da stiva per i passeggeri in partenza da Roma Fiumicino e Roma Ciampino, ottenendo in tal modo un aggravio sul passeggero di lire 7.400 per effetto del contributo di cui al decreto 5 luglio 1999;
riviste specializzate di settore hanno evidenziato nei giorni scorsi mancanze evidenti


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dei parametri di sicurezza riscontrati sulle macchine adottate per il controllo radiogeno (EXAMINER 3 DX 6000), in particolare:
impossibilità di rilevare in automatico la presenza di armi;
limitazione nella rilevabilità di esplosivi;
elevata percentuale di falsi allarmi;
distruzione totale di pellicole fotografiche e similari -:
quali siano stati i test e le certificazioni delle macchine acquistate;
se i parametri stabiliti dall'accordo siano stati rispettati (tempi collaudi e pagamenti);
se il decreto del ministero dei trasporti e della navigazione, in conseguenza di mancata realizzazione del servizio, debba ritenersi nullo ai fini della corresponsione di diritti di imbarco.
(3-06218)

CENTO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dei trasporti e della navigazione. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito degli interventi previsti per l'organizzazione del Grande Giubileo del 2000 (legge 23 dicembre 1996, n. 651), i ministeri dell'interno, dei trasporti e della navigazione e la società Aeroporti di Roma hanno sottoscritto in data 28 luglio 1998 un accordo di programma per la realizzazione del sistema di controllo sicurezza 100 per cento sui bagagli da stiva in partenza per i voli internazionali negli aeroporti di Roma Fiumicino e Roma Ciampino e del controllo di sicurezza dei bagagli a mano dei passeggeri in partenza ed in transito negli stessi aeroporti;
a fronte di tali accordi è stata stanziata la somma di 37.230 milioni;
la realizzazione, come la premessa punto 7 dell'accordo prevedeva carattere d'urgenza;
i termini d'operatività del sistema finanziato erano fissati al 31 dicembre 1999;
la funzione di vigilanza sulla esecuzione dei lavori è demandata all'Ente nazionale dell'aviazione civile (punto 4 articolo 2 del succitato accordo);
il Ministro dei trasporti e della navigazione decreta in data 11 maggio 2000 ad integrazione del precedente decreto 5 luglio 1999 un ulteriore contributo di lire 3.900 sui diritti di imbarco per la copertura dei costi del servizio del controllo di sicurezza dei bagagli da stiva per i passeggeri in partenza da Roma Fiumicino e Roma Ciampino ottenendo in tal modo un aggravio sul passeggero di lire 7.400 per effetto del contributo di cui al decreto 5 luglio 1999;
riviste specializzate del settore, hanno evidenziato nei giorni scorsi mancanze evidenti dei parametri di sicurezza riscontrati sulle macchine adottate per il controllo radiogeno (Examiner 3 DX 6000), in particolare:
impossibilità di rilevare in automatico la presenza di armi;
limitazione nella rilevabilità di esplosivi;
elevata percentuale di falsi allarmi;
distruzione totale di pellicole fotografiche e similari -:
se le notizie riportate corrispondano al vero;
quale ufficio abbia condotto l'appalto per la realizzazione del sistema di sicurezza e con quali modalità e se siano state rispettate tutte le normative vigenti;
quali siano stati i test e certificazione delle macchine acquistate;
se i parametri stabiliti dall'accordo siano stati rispettati (tempi collaudi e pagamenti);
se il decreto del ministero dei trasporti in conseguenza di mancata realizzazione


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del servizio debba ritenersi nullo ai fini della corresponsione di diritti di imbarco;
quali iniziative intendano intraprendere per garantire l'effettiva sicurezza dello scalo di Roma Fiumicino e Roma Ciampino.
(3-06219)

RUFFINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Governo è impegnato ad istituire in ogni regione, in applicazione della legge Turco-Napolitano sull'immigrazione, un centro di permanenza temporanea per gli immigrati clandestini in attesa di espulsione;
il sottosegretario all'Interno onorevole Di Nardo ha chiesto alla giunta regionale del Friuli Venezia Giulia di collaborare all'individuazione della sede più adatta per un centro di questo tipo;
a tale richiesta la regione ha risposto, con una dichiarazione del vice-presidente della giunta, che «non esistono in Friuli Venezia Giulia le condizioni ambientali per ospitare un centro per clandestini in attesa di espulsione»;
il Friuli Venezia Giulia è attualmente una delle vie di transito più utilizzate dalle mafie per far entrare i clandestini in Europa ed ogni giorno le forze di polizia bloccano decine o centinaia di immigrati illegali;
per la mancata disponibilità di un centro di permanenza temporanea le forze di polizia sono costrette ad impegnare numerosi agenti per il trasferimento dei clandestini, alcuni dei quali colpevoli di reati, in altre parti d'Italia, distogliendoli dai loro compiti sul territorio;
la dichiarazione formulata a nome della giunta regionale, ad avviso dell'interrogante, è falsa (perché le soluzioni di localizzazione del centro sono in realtà numerose) ed anche irresponsabile;
la giunta regionale del Friuli Venezia Giulia non perde occasione per denunciare la gravità dei problemi causati dall'immigrazione clandestina e dalla criminalità (associando i due fenomeni) e per rivendicare il ruolo delle regioni nella politica di contrasto di questi due fenomeni;
giunta e maggioranza di centrodestra del Friuli Venezia Giulia hanno approvato una inutile legge che finanzia per miliardi la formazione di ronde popolari per contrastare la criminalità diffusa, ma alla prima occasione in cui è necessario dimostrare un minimo di concreta determinazione assumono un atteggiamento irresponsabile e vile;
in conseguenza della posizione della giunta regionale il sottosegretario Di Nardo ha dichiarato che «se la regione rifiuta è probabile che non si faccia nulla» -:
quali siano le valutazioni del Governo sulle dichiarazioni espresse dalla giunta regionale del Friuli Venezia Giulia;
se il Governo non ritenga che la risposta del sottosegretario Di Nardo sia stata debole e remissiva e se il Ministro dell'interno non debba invece, di fronte ad una posizione irresponsabile della regione, procedere decisamente all'applicazione della legge Turco-Napolitano nelle parti riguardanti il contrasto dell'immigrazione clandestina.
(3-06233)

DELMASTRO DELLE VEDOVE, BUONTEMPO e FINO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'ispettore della polizia di Stato di Torino Saverio Palumbo, in data 23 gennaio 1999 tentava di bloccare tre malviventi in fuga che avevano appena messo a segno una rapina alla cassa continua della Conad di C.so Palermo, nel capoluogo piemontese;
dall'auto dei banditi, secondo numerose testimonianze, erano stati esplosi colpi di arma da fuoco contro la vettura inseguitrice della polizia;


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l'ispettore Saverio Palumbo, rispondendo al fuoco, uccise uno dei banditi, Adolfo Menegalli;
il pubblico ministero dottoressa Patrizia Caputo avviò l'indagine che concluse con la richiesta di archiviazione ritenendo che i tre colpi esplosi dall'ispettore costituissero «un uso legittimo delle armi«;
il G.I.P. dottor Cesare Melchiati, respingendo la richiesta di archiviazione, ha contestato all'ispettore di Polizia il reato di omicidio volontario;
la notizia ha destato stupore ed indignazione fra gli operatori della pubblica sicurezza e soprattutto fra i cittadini torinesi;
non si comprende la ragione per la quale gli agenti dovrebbero, in tali condizioni, continuare ad inseguire malviventi in fuga -:
in quali casi, secondo l'insegnamento dei magistrati, sia lecito rispondere al fuoco dei banditi.
(3-06236)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'Ufficio per il controllo parlamentare della Camera dei deputati ha distribuito il volume «Atti di indirizzo e impegni assunti in sede di risposta ad atti di sindacato ispettivo inviati al Governo», stampato il 30 giugno 2000. Da tale volume emergono dati per un verso preoccupanti e per altro verso deludenti circa il rapporto fra atti inviati ed atti della cui attuazione è pervenuta informazione agli uffici della Camera dei deputati;
dall'inizio della XIII legislatura sono stati inviati al Ministero dell'interno 393 atti di cui soltanto 105 attuati, con una percentuale pari al 26,71 per cento;
il dato appare straordinariamente negativo se si tien conto del fatto che è il Parlamento ad indirizzare l'azione del Governo e che, in particolare, il ministero dell'interno ha la responsabilità di garantire la sicurezza e l'incolumità dei cittadini, la cui domanda rappresenta certamente l'aspettativa più importante per il popolo italiano -:
quale giudizio esprima circa il negativo rapporto fra atti inviati ed atti attuati, quali giustificazioni adduca per spiegare convincentemente l'inaccettabile percentuale di ottemperanza alle formali richieste del Parlamento e quali iniziative intenda assumere per dare senza indugio attuazione agli atti ricevuti.
(3-06260)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ANEDDA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
altra interrogazione dell'interrogante, 4-19753 del 22 settembre 1998, relativa alla situazione della sicurezza in Sardegna, con riferimento agli omicidi, alle rapine, agli atti dinamitardi, agli atti di violenza e di teppismo nella città, all'insufficienza del controllo della città, è rimasta senza risposta;
da qualche tempo, nell'inerzia del ministero, i fenomeni di criminalità diffusa sono aumentati: rapine nelle banche, furti nelle case di abitazione, incendi e danneggiamenti, aggressioni;
sul litorale di Cagliari numerosi indizi rivelano infiltrazioni camorristiche, benché la polizia e le forze dell'ordine attribuiscano i crimini, definiti «occasionali», all'attività di bande di giovinastri. Soltanto nei mesi estivi sono stati denunciati cinquanta furti nelle case d'abitazione, nel febbraio scorso è stata incendiata una scuola media, nel marzo alcuni energumeni hanno malmenato i clienti di un bar, altri rimasti sconosciuti, hanno incendiato un chiosco per bibite, nei primi giorni di settembre il titolare di un bar è stato ferito con colpi d'arma da fuoco alle gambe, da un individuo mascherato, a Carbonia una maxi-rissa si è conclusa a fucilate;
risse, rapine, sparatorie si susseguono con ritmo crescente mentre la polizia ed i


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carabinieri conducono con fatica le indagini a causa della grave carenza di uomini, di mezzi, di disponibilità;
le forze dell'ordine sono in grado d'assicurare soltanto la presenza di una pattuglia di carabinieri e di una volante della polizia per un litorale, denso di turisti, che si estende per quaranta chilometri. Le richieste di rafforzamento degli organici e dei mezzi sono rimaste senza effetto -:
se, tra una visita ad una comunità sinistrata, a causa dell'inerzia governativa nella tutela del territorio, ed una dichiarazione ad avviso dell'interrogante fuori luogo, abbia approntato un piano per il potenziamento degli organici delle forze di polizia in Sardegna, al fine di restituire alle popolazioni, ai turisti, agli operatori economici, sicurezza e tranquillità, presupposti essenziali per lo sviluppo.
(5-08189)

FOTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, al Ministro delle finanze. - Per sapere - premesso che:
presso il ministero dell'interno - giusto quanto disposto dal comma 3 dell'articolo 6 della legge 31 dicembre 1999, n. 488 - doveva essere istituito un apposito fondo destinato al contenimento delle tariffe applicate dagli enti locali;
l'omessa approvazione del regolamento di attuazione della menzionata disposizione normativa impedisce ai contribuenti di potere godere dei vantaggi conseguenti l'applicazione della stessa -:
se e quali urgenti iniziative intenda assumere ai fini dell'adozione del regolamento in questione.
(5-08202)

GARRA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella gestione del comune di San Michele di Ganzaria è riscontrato un intollerabile doppiopesismo già oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo e che è dato desumere anche da fatti marginali quali quelli di seguito menzionati:
1) in data successiva alla seduta del consiglio comunale di quel comune (svoltasi l'8 giugno 2000) veniva praticato volantinaggio ad opera di dirigenti diessini e del Presidente del Consiglio comunale Leonardi Gaetano, onde illustrare le attività promosse dalla maggioranza di centro-sinistra in quella seduta consiliare (copia del volantino è a disposizione del Ministro interpellato);
2) in data 6 luglio 2000 veniva praticato volantinaggio ad opera di due esponenti del centro-destra onde rendere noto alla cittadinanza l'avvenuto annullamento del bilancio 2000 ad opera del Coreco su esposto ricorso dei consiglieri dell'opposizione;
risulta da una sommaria ispezione presso il servizio affissioni e pubblicità del comune che i partiti dell'opposizione hanno regolarmente pagato l'imposta di pubblicità a mezzo distribuzione manifestini (quietanza n. 40 del 6 luglio 2000) -:
se i fatti suesposti siano a conoscenza del Ministro;
se risulti pagata la suddetta tassa anche dalle forze politiche di centro sinistra e, in caso contrario, se questo non alteri la parità di trattamento nei confronti delle forze politiche locali tale da richiedere un intervento immediato del prefetto di Catania.
(5-08207)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nell'area della Valdelsa, a cavallo delle province di Siena e di Firenze, pare diminuita recentemente la presenza e quindi il controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine;


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trattasi di area territorialmente vasta e geograficamente complessa e comunque tale da richiedere un'assidua presenza che gli attuali organici della stazioni dei carabinieri di Certaldo e Castelfiorentino non paiono in grado di assicurare totalmente;
la presenza di significativi flussi turistici e molteplici attività produttive rendono l'area in questione potenzialmente a rischio di criminalità diffusa -:
quali iniziative urgenti si intendano assumere onde assicurare ai cittadini della Valdelsa effettive condizioni di sicurezza.
(4-31289)

LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
in precedenti atti di sindacato ispettivo l'interrogante ha posto il problema della mancanza d'acqua che attanaglia la Sicilia, come mai il Governo delle sinistre non ha avuto la sensibilità di dare risposta su un problema gravissimo che gli è stato prospettato con documenti di sindacato ispettivo;
il Governo sa, o dovrebbe sapere, che in Sicilia manca l'acqua, che in alcune province il prezioso liquido viene erogato per alcune ore una o due volte la settimana;
la mancanza d'acqua, oltretutto, causa danni rilevanti all'agricoltura e non permette alcuno sviluppo economico;
non è possibile alcun investimento in zone dove non vi è acqua;
ma essendo la Sicilia sempre dimenticata dai Governi, il problema non viene neanche esaminato, tanto è vero che non è stata predisposta alcuna reale e pratica iniziativa;
la Sicilia viene condannata a rimanere senza acqua, il Governo rimane insensibile e silenzioso;
la situazione in Sicilia è gravissima, la popolazione è alla disperazione, l'acqua manca, cosa intenda fare questo Governo delle inutili promesse per affrontare almeno l'emergenza o se si voglia disinteressare anche di questo -:
se si ritenga giusto che venga condannata una regione con cinque milioni di abitanti a rimanere sempre e comunque senza acqua e che nessuna opera pubblica venga portata avanti: non valgono le sterili ed inutili promesse.
(4-31298)

MARTINAT. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
fonti giornalistiche hanno segnalato un evento sismico che, alle 19,15 del 21 agosto 2000, ha interessato la zona della provincia di Asti;
le stesse fonti giornalistiche hanno evidenziato che, del suddetto evento sismico, era stata già fatta previsione dal professore Martynov, docente universitario sovietico, che lo avrebbe segnalato in anticipo ai centri sismici ministeriali interessati;
le notizie relative a queste «previsioni sismiche» di Martynov hanno destato dubbi, contestazioni, scetticismo e necessità di chiarimento sia ad Asti che a livello nazionale ed internazionale -:
se non intenda fare urgentemente chiarezza sulla vicenda, che desta forte apprensione nella popolazione interessata, attraverso un'inchiesta approfondita del ministero.
(4-31305)

TABORELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
all'amministrazione comunale di Bizzarone, provincia di Como, è stata prospettata l'iscrizione anagrafica di 5 minori extracomunitari che il comune di Como - settore assistenza e servizi sociali - in qualità di tutore ha affidato a un cittadino italiano residente nel comune di Bizzarone;


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i cittadini extracomunitari in oggetto sono dimoranti in due stabili di proprietà dell'affidatario ma non presso la residenza dello stesso;
l'amministrazione comunale incerta sul comportamento da tenere in merito alla richiesta di iscrizione anagrafica avanzata ha inoltrato domanda per ottenere maggiori chiarimenti, spiegando le peculiari caratteristiche della vicenda, al tribunale dei minori di Milano, ma a tutt'oggi è ancora in attesa di risposta;
la stessa richiesta di maggiori chiarimenti e in particolare delucidazioni sulla possibilità di intestare una scheda di famiglia ad un minorenne sono state avanzate dal comune di Bizzarone alla prefettura di Como, ma quest'ultima ha in un primo tempo espresso parere favorevole per poi in un secondo, in base alla legge n. 184 del 1983, articolo 5, affermare che l'affidatario deve accogliere presso di sé il minore;
a tale situazione già complessa si somma il problema che dal 31 luglio 2000 è scaduto il provvedimento di affido, che individuava nel responsabile dei servizi sociali del comune di Como il tutore dei 5 minorenni -:
se sia corretto da parte del tutore nominato dal tribunale dei minori, affidare motu proprio ad una terza persona il minore stesso;
quale comportamento debba tenere il comune di Bizzarone in merito alla richiesta di aprire una scheda anagrafica intestata a un minorenne affidato a persona che risiede in stabile diverso da quello del minore;
se il Ministro non ritenga illogico che il comune di Como, ente affidatario, possa monitorare e guidare la crescita dei minori facendoli risiedere in un paese lontano venti chilometri dalla stessa città di Como;
se siano previste indennità per l'assistenza a questi minori extra-comunitari, ed eventualmente a quanto ammontino e a quale soggetto vengano erogate (tutore o affidatario nominato dal tutore).
(4-31314)

TABORELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
è stata presentata presso l'ufficio anagrafe del comune di Olgiate Comasco la richiesta di residenza per due gruppi di minori extra-comunitari abitanti in due distinti appartamenti (via Luraschi n. 3 e via Vittorio Emanuele n. 27) da parte del dirigente dei servizi sociali del comune di Como in qualità di loro tutore;
l'affidatario dei minori non risulta convivere con i minori stessi e risiede in un comune differente rispetto a quello dove è stata avanzata la richiesta di residenza per i minori;
la legge n. 184 del 1983, articolo 5 prevede che l'affidatario deve accogliere presso di sé il minore e provvedere al suo mantenimento ed alla sua educazione;
in base alla considerazione espressa al punto precedente ed in conformità anche al parere espresso dal ministero dell'interno sembra debba ritenersi che il minore e l'affidatario vadano iscritti nella medesima scheda di famiglia anagrafica; l'iscrivere il minore in una scheda di famiglia anagrafica «autonoma», come se lo stesso vivesse da solo, liberamente e in modo autonomo, appare pertanto una chiara violazione delle norme del codice penale;
è del resto impensabile che un minore viva autonomamente, in un edificio e con residenza differenti da quelli del tutore, ancor più, nel caso si tratti di un minore con necessità di inserimento in una comunità differente da quella di provenienza, così come nel caso in oggetto -:
se il Ministro ritenga corretto che dei minori extra-comunitari con la difficoltà di essere ancora nell'età adolescente sommata a quella di doversi inserire in una comunità molto differente da quella di origine, vengano lasciati vivere in un appartamento diverso da quello di residenza


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del tutore, appartamento situato in un comune neppure confinante con quello di residenza del tutore;
quali responsabilità andrebbero ad assumersi il sindaco e l'amministrazione comunale qualora accettassero la richiesta di residenza, considerato che il tutore attuale risiede in un comune diverso da quello dove è stata avanzata la richiesta di residenza per i minori;
se vi siano in tale situazione i presupposti per rilasciare la residenza nel comune di Olgiate Comasco ai minori;
se il Ministro non intenda intervenire per portare chiarezza nella vicenda e verificare se i minori abbiano effettivamente una adeguata sorveglianza, una corretta educazione e una costante presenza affettiva da parte dei loro tutori.
(4-31315)

BORGHEZIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Torino una giovane prostituta nigeriana, Osa M.A. è stata denunciata a piede libero per reato di infanticidio ed occultamento di feto per essersi sbarazzata del piccolo feto di quattro mesi che portava in grembo, a seguito di un'operazione avvenuta con ogni probabilità in una «clinica degli orrori» per prostitute extracomunitarie che si ritiene, fondatamente, possa essere ubicata nella zona di Porta Palazzo;
risulta alle autorità che, fra le ferree leggi che regolano il mondo del racket della prostituzione di colore, la più barbara sia quella per la quale la maman vieta alle ragazze di strada, che la stessa controlla e sfrutta, di dare alla luce il neonato concepito -:
quali urgenti iniziative si intenda porre in essere per individuare la «clinica degli orrori» dove, con mezzi tribali, si praticano «raschiamenti» sulla pelle delle giovani prostitute di colore, e per accertare se vi sia il coinvolgimento di medici in tale turpe attività.
(4-31323)

LUCCHESE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Roma si verifica che i cittadini si vedano in continuazione recapitare ordini di pagamento per contravvenzioni già pagate negli anni passati o per auto di cui da tempo non sono più proprietari;
a nulla vale fare le raccomandate, che non vengono neanche lette;
si continua a torturare i cittadini con sempre nuove richieste di denaro;
malgrado questa inquietante situazione sia venuta alla ribalta della cronaca, ne hanno parlato tutti i Tg, la situazione non è cambiata;
in questi giorni automobilisti che pure si erano recati negli uffici di via Ostiense, che si erano sobbarcati ad attese di ore, che avevano dimostrato di non dovere nulla, hanno ricevuto nuove ingiunzioni di pagamento;
si è quindi di fronte ad una situazione indecorosa, indecente, illegittima per cui occorre un intervento radicale per porre ordine in questo delicato settore;
uno Stato, che si professa democratico, non può assistere inerte a questi soprusi verso i suoi cittadini -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di propria competenza intenda eventualmente adottare.
(4-31332)

COSTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ormai da anni i cittadini residenti nei dintorni della Stazione ferroviaria di Cuneo sono esposti alle considerevoli problematiche conseguenti al fenomeno della prostituzione, particolarmente sensibile lungo le vie che partono da Piazzale della Libertà;
con un crescendo negativo simile a quelli già da tempo registrati in altre aree metropolitane, i problemi per gli abitanti si


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sono fatti negli anni sempre più marcati, con gli inevitabili disagi connessi al fenomeno -:
quali provvedimenti intenda prendere il ministero per fare fronte alle vicende summenzionate, prima che queste divengano ingovernabili, come già verificatosi in altre realtà cittadine del Paese.
(4-31338)

CARUANO e BORROMETI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
un incendio di proporzioni spaventose si è sviluppato nel bosco e nella pineta di Chiaramonte distruggendo 150 ettari di conifere, nel contempo altri incendi hanno interessato le riserve naturali dell'Irminio di Marina di Ragusa e dei Pini d'Aleppo Vittoria, la valle dell'Acate e la vallata di Pozzillo;
i roghi descritti sembrano essere dolosi in quanto contemporaneamente appiccati in più punti e in diverse zone;
l'incendio di Chiaramonte ha interessato, inoltre, i quartieri e le abitazioni in prossimità della pineta destando giustificata preoccupazione nella comunità;
nonostante il lavoro e l'impegno dei Vigili del fuoco di Ragusa e la collaborazione di associazioni di volontariato, per molte ore la situazione è rimasta fuori controllo sia per l'assenza di un coordinamento regionale efficace sia per il ritardo con cui gli elicotteri sono giunti sul posto sia per l'assenza ingiustificata dei Canadair;
i roghi hanno incenerito alberi centenari e determinato danni ambientali incalcolabili, in alcuni casi hanno interessato abitazioni e aziende agricole e zootecniche -:
se non ritenga di intervenire per garantire il massimo impegno necessario ad assicurare alla giustizia i responsabili di tale devastazione ambientale;
se non ritenga di verificare la possibilità di fornire ai comuni interessati e inclusi in vaste aree attrezzate a bosco tutti i mezzi necessari a contrastare gli incendi;
se non ritenga di intervenire per quanto di propria competenza, presso l'assessorato regionale al territorio affinché le istanze di cogestione delle riserve e dei boschi da parte dei comuni montani, Chiaramonte Giarratana e Monterosso, siano finalmente accolte.
(4-31341)

LO PRESTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 25 agosto 2000 si è sviluppato un incendio che ha interessato le zone di Casalgiordano, Bordonaro Soprano, Bordonaro Sottano, Regiovanni e Gulfi, comprese nel comune di Gangi in provincia di Palermo provocando danni ingenti sia al patrimonio colturale e boschivo sia ad alcune strutture aziendali -:
quali opportune misure di intervento il Ministro intenda disporre e se non ritenga opportuno richiedere la dichiarazione dello stato di calamità naturale nella zona interessata.
(4-31343)

MALENTACCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 1o aprile 2000 si è verificato un evento sismico che ha causato danni ingenti nel territorio di alcuni comuni del Monte Amiata sul versante senese;
la prefettura di Siena in data 2 aprile 2000 ha segnalato alla regione Toscana le conseguenze dell'evento sismico verificatosi in termini di nuclei familiari sgomberati dalle rispettive abitazioni in attesa di sistemazione in strutture predisposte dal dipartimento protezione civile;
dalla relazione del dirigente UOC rischio sismico A.M. Ferrini emerge chiaramente una valutazione degli effetti dei sisma ben diversa dai primi rilievi e tale da attribuire un 8o grado della scala Mercalli;


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il 30 giugno 2000 veniva emanata l'ordinanza 3061, a firma del Ministro dell'interno con la quale veniva assegnato un primo stanziamento di 2,7 miliardi e rinviava ad atti successivi il completamento degli interventi; inoltre nella citata ordinanza si assegnava alla giunta regionale toscana la competenza di emanare i criteri per l'adozione degli interventi necessari;
valutazioni sono state effettuate dal dipartimento per i servizi tecnici nazionali della Presidenza del Consiglio dei ministri e in un documento del comune di Piancastagnaio sono individuati in modo circostanziato la tipologia e l'entità dei danni provocati dal sisma del 1o aprile 2000 -:
quali dati definitivi la regione Toscana abbia acquisito sull'entità dei danni che ha provocato il sisma del 1o aprile 2000 nei comuni del versante senese dell'Amiata;
quali provvedimenti siano stati intrapresi al fine di intraprendere l'opera di ripristino delle opere e delle strutture danneggiate, nonché il risarcimento dei danni alle popolazioni della zona;
se il dipartimento nazionale della protezione civile abbia effettuato il trasferimento dei fondi necessari per far fronte al ripristino integrale degli edifici, delle strutture ad uso pubblico e di culto, degli edifici ad uso industriale e produttivo, e in caso contrario i motivi del ritardo e di chi le eventuali responsabilità;
se la regione Toscana abbia previsto ulteriori finanziamenti per far fronte ai danni provocati dall'evento sismico;
se in seguito alla relazione del dirigente Uoc rischio sismico dottor Ferrini dalla quale emerge una valutazione degli effetti del sisma diversa dai primi rilievi e tale da attribuire un 8o grado della scala Mercalli non sia necessario provvedere, tenendo conto dei dati definitivi sull'entità dei danni, ad un ulteriore contributo da assegnare alla regione Toscana e quindi ai comuni colpiti dall'evento sismico.
(4-31351)

DE CESARIS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la mattina del 13 settembre 2000, con grande dispiegamento di forze e mezzi, polizia e vigili urbani, hanno per l'ennesima volta effettuato perquisizioni a tappeto casa per casa in alcuni stabili del quartiere Esquilino di Roma;
a seguito delle perquisizioni sono stati portati in questura oltre cento lavoratori tra bengalesi, pakistani e indiani;
agli immigrati, tornati dai lavori ambulanti che svolgono sulle spiagge laziali, sono stati sequestrati soldi ed ogni genere di mercanzia;
in pochi giorni è la terza volta che le forze dell'ordine passano al setaccio il multietnico quartiere romano alla ricerca di eventuali «irregolari» -:
quali siano i motivi e in base a quale mandato siano state effettuate le perquisizioni a tappeto operate nel quartiere Esquilino;
se non ritenga che iniziative quali le perquisizioni a tappeto effettuate nel quartiere Esquilino, nei confronti di immigrati bengalesi, pakistani e indiani, non rischino di creare tensioni proprio nel momento in cui è in discussione ed allo studio la possibilità di fornire permessi di soggiorno alle citate comunità di immigrati.
(4-31356)

DE CESARIS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Liberazione in data 1o settembre 2000 ha pubblicato la denuncia dell'Associazione Africana Insieme di Pisa, sulla vicenda di un immigrato albanese invalido del lavoro per il quale il comune di Pisa aveva predisposto un trattamento sanitario obbligatorio per una successiva espulsione dall'Italia;
secondo la versione fornita dalla citata associazione non vi erano le condizioni per un Tso, in quanto il paziente non aveva rifiutato le cure psichiatriche, mentre


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l'intera operazione era finalizzata alla espulsione e al rimpatrio dell'immigrato albanese;
non risulta all'interrogante che le dichiarazioni dell'associazione siano né smentite né confermate dall'amministrazione comunale;
la normativa vigente in materia di trattamento sanitario obbligatorio prevede che questo debba essere attuato nell'esclusivo interesse del paziente, quando questi rifiuta le cure compreso il ricovero rese necessarie da una emergenza;
non è quindi possibile predisporre un Tso, allo scopo di espellere un cittadino straniero che si configurerebbe al contrario in un abuso di potere lesivo sia delle libertà del cittadino che dei più elementari principi del diritto;
il giovane immigrato albanese è stato reso paraplegico da un incidente in cantiere in provincia di Lucca dove non erano rispettate le norme di sicurezza e dopo le prime cure è stato letteralmente parcheggiato agli istituti di ricovero;
nessuno è mai andato a ritirare il suo permesso di soggiorno in quanto impossibilitato a muoversi e da ciò è stato dichiarato irregolare;
successivamente l'associazione lo accompagnò ad un centro specializzato sito a Ostia (Roma) e ha seguito in tutto il percorso riabilitativo;
è in corso un procedimento nei confronti della ditta responsabile dell'incidente nel cantiere in provincia di Lucca -:
se quanto dichiarato dall'Associazione Africana Insieme corrisponda a verità;
se non ritenga necessario impedire l'espulsione di un lavoratore immigrato costretto a non poter ritirare il permesso di soggiorno allo scopo di garantirgli la possibilità avviare terapie riabilitative e ottenere il giusto risarcimento dalla ditta responsabile dell'incidente che lo ha reso paraplegico.
(4-31357)

RUFFINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'amministrazione separata dei beni di uso civico della frazione San Gervasio di Carlino (Udine) ha, nel febbraio 1998, indetto un bando d'asta per l'assegnazione in affitto al miglior offerente di un terreno rustico di proprietà dell'amministrazione;
in seguito a tale gara venne stipulato un contratto d'affitto tra il miglior offerente e l'amministrazione stessa;
contro il bando d'asta ere stato presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale per il Friuli - Venezia Giulia contestando l'applicazione dell'aggiudicazione al miglior offerente adducendo che, invece, doveva essere applicato l'equo canone;
tale ricorso venne accolto con l'annullamento del relativo bando;
questa decisione del Tar di non applicare il metodo del miglior offerente bensì quello dell'equo canone, contrasta, di fatto, con la consolidata giurisprudenza della suprema Corte e amministrativa secondo le quali nell'ipotesi di affitto di beni ad uso civico si applica il regime dettato per i beni demaniali;
con l'applicazione dell'equo canone l'amministrazione di cui sopra non riuscirebbe più a sostenere le iniziative culturali e sociali che fino ad oggi ha garantito alla comunità della frazione San Gervasio -:
quale sia il giudizio del Ministro interrogato su questa vicenda che ha interessato la comunità di San Gervasio;
più in generale se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative per offrire una chiara regolamentazione degli usi civici.
(4-31360)

ASCIERTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il signor Stancampiano Giuseppe nato a Sant'Angelo di Brolo (Messina) il 9 novembre 1927 e residente a San Mariano di


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Corciano (Perugia), titolare dell'azienda di maglieria «Maglieria Carsi», dal 1991 si è trovato ad affrontare numerose difficoltà a causa di problemi di liquidità economica derivanti dal mancato recupero di crediti (circa 400 milioni) da clienti morosi;
a seguito di tali difficoltà lo Stancampiano si rivolgeva a tale Sestito Carlo per ottenere del denaro in prestito che pretendeva in cambio il deposito di alcuni assegni in bianco;
il Sestito dopo pochi giorni metteva in pagamento alcuni di quegli assegni per importi notevolmente superiori alla cifra concessa in prestito allo Stancampiano;
il signor Stancampiano procedeva quindi alla denuncia del Sestito nei confronti del quale il tribunale di Perugia iniziava un procedimento penale per i reati di usura e tentata estorsione con il conseguente rinvio a giudizio in data 6 febbraio 1995;
a seguito di tale iniziativa giudiziaria lo Stancampiano riceveva numerose minacce ed intimidazioni;
contestualmente, in seguito alla circolazione dei citati assegni le banche revocavano i crediti all'azienda dello Stancampiano che arrivava a dichiarare il fallimento;
lo Stancampiano presentava nel giugno 1996, alla prefettura di Perugia, una prima istanza per accedere al Fondo di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura che veniva però rigettata;
successivamente lo Stancampiano chiedeva il riesame della propria situazione;
lo Stancampiano vive oggi una situazione di particolare disagio morale ed economico in attesa che la sua situazione venga definita -:
se il Ministro interrogato voglia verificare la vicenda dello Stancampiano in considerazione del fatto che le cui difficoltà sono inequivocabilmente iniziate dal momento in cui lo Stancampiano ha deciso di denunciare la vicenda d'usura di cui egli stesso è stato vittima.
(4-31368)

DE CESARIS. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
i drammatici eventi alluvionali di Soverato hanno visto impegnati nei soccorsi in maniera massiccia i volontari del soccorso della Cri di vari gruppi del catanzarese;
il comitato provinciale della Cri di Catanzaro è commissariato dal lontano mese di maggio 1999 con incarico conferito al dottor Magno, funzionario della prefettura del capoluogo -:
se non ritenga necessario procedere per far finire il lungo commissariamento del comitato Cri di Catanzaro, atteso che sin dal mese di giugno del 2000 il dottor Magno veniva sollecitato dagli organismi centrali della Cri ad avviare il procedimento per l'elezione degli organi statutari, permettendo così all'ente di svolgere normalmente il proprio ruolo istituzionale, nel rispetto dell'indipendenza della Croce Rossa, a tutto vantaggio della popolazione calabrese duramente colpita da gravi calamità.
(4-31381)

TATARELLA e ANTONIO PEPE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle finanze, al Ministro dei trasporti e della navigazione. - Per sapere - premesso che:
giovedì 14 settembre 2000, un treno che trasportava sigarette dei monopoli di Stato è stato assaltato dal una banda di almeno 10 persone nei pressi della stazione ferroviaria di Rignano Garganico in provincia di Foggia;
il treno è stato fermato creando un corto circuito che ha fatto scattare il semaforo rosso;
i malviventi si sono diretti senza esitazioni verso uno dei vagoni del convoglio che conteneva sigarette;


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sono stati portati via circa 300 cartoni di sigarette, per un valore di circa mezzo miliardo di lire;
solo l'intervento della polizia ferroviaria di Foggia ha impedito che il vagone fosse svuotato completamente;
nel corso della rapina è stata manomessa la serratura del telefono a circuito interno delle Ferrovie dello Stato e scaricata l'aria dei freni dell'intero convoglio;
i banditi hanno mostrato familiarità con le attrezzature ferroviarie e sono apparsi in possesso di numerose informazioni;
le modalità con cui si è svolta la rapina sono apparse abituali;
dal mese di aprile ci sono stati cinque assalti a treni merci carichi di sigarette del monopolio;
una precedente interrogazione su una rapina avvenuta nello stesso modo il 6 gennaio 2000 è ancora in attesa di risposta;
in Puglia continua ad essere preoccupante la situazione dell'ordine pubblico, nonostante i continui allarmi della magistratura e dei responsabili locali delle forze dell'ordine, con particolare riferimento all'azione di bande della malavita organizzata legate agli ambienti del contrabbando internazionale -:
quali concreti e urgenti provvedimenti vorranno intraprendere per fermare le continue rapine;
se le informazioni particolareggiate e puntuali in possesso dei malviventi nascano da infiltrati all'interno dei monopoli o delle Ferrovie dello Stato;
quali risultati abbiano ottenuto le iniziative del Governo per il controllo del contrabbando e dei traffici internazionali, nonostante le numerose «emergenze» che hanno periodicamente permesso un maggiore schieramento di uomini e mezzi;
quali nuove misure adotterà il Governo per tornare al controllo del territorio in una regione definita «di frontiera».
(4-31382)

LUCCHESE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere:
se i loro uffici li hanno resi edotti dei seguenti dati: sui minori indagati in Italia per episodi di microcriminalità il 61,97 per cento sono nordafricani, il 15,94 per cento sono nomadi, l'11,09 per cento sono albanesi;
se ritengono nell'interesse dei cittadini italiani e dell'Italia che continui l'attuale andazzo e che ciò è nel nostro Paese, anche i minori, oltre ai loro padri, possano essere utilizzati per rubare e rapinare;
se sia giusto che i cittadini debbano subire tale situazione, poiché cosi e stato deciso dalle oligarchie dei gruppi di sinistra, che governano questo Paese pur non avendone la maggioranza nel Paese reale ed avendo raccattato transfughi per mantenere il potere nel Palazzo.
(4-31383)

CARUANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la settimana scorsa una serie di atti intimidatori a danno di un maresciallo dei carabinieri e di quattro vigili urbani sono stati consumati, in successione, a Vizzini come a indicare la volontà di intimidire la comunità;
il maresciallo dei carabinieri, Salvatore Pappa, coinvolto dall'attentato intimidatorio sarebbe impegnato in delicate indagini nei comuni del calatino;
la città di Vizzini sembra essere diventata crocevia e punto di incontro di una delinquenza che ha imperversato negli ultimi anni in modo sempre più arrogante ed evidente nelle campagne e nelle città del calatino;
Vizzini, per altro verso, sta attraversando un periodo di difficoltà di tenuta


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istituzionale in quanto gravi procedimenti giudiziari coinvolgono l'ufficio tecnico del comune, due funzionari, infatti, sono stati rinviati a giudizio per tentata concussione e tutte le procedure relative al rilascio di autorizzazioni, licenze edilizie, predisposizione del piano eccetera, sono sottoposte ad indagini della magistratura;
una polemica aperta fra forze politiche dell'opposizione e l'amministrazione comunale desta preoccupazione nella comunità sia perché il sindaco ha dichiarato che allo Stato il comune non si costituisce parte civile nei procedimenti penali in danno della pubblica amministrazione sia perché non ha ritenuto di revocare, neppure momentaneamente, l'incarico di redazione del piano regolatore generale di Vizzini allo stesso ufficio che risulta sotto inchiesta;
la leggerezza e l'approssimazione con cui l'amministrazione comunale ha affrontato tali gravi problemi finiscono per avvalorare l'ipotesi di intrecci affaristici che rischiano di coinvolgere livelli istituzionali diversi e non consente alla comunità di discutere liberamente in consiglio comunale, con gli imprenditori, i cittadini, i professionisti il piano regolatore di cui Vizzini ha urgente bisogno;
le vicende di un piano regolatore bloccato e contestato da dieci anni sembrano nascere anche dai ripetuti tentativi di rendere edificabili zone a rischio di frane, come autorevolmente denunciato da tecnici precedentemente incaricati dall'amministrazione comunale;
tali episodi, seppure diversi e distinti, hanno creato sconcerto e sfiducia nelle istituzioni tra i cittadini di Vizzini -:
se non ritenga di intervenire per garantire una maggiore sicurezza ai cittadini del calatino potenziando i mezzi e gli uomini a disposizione delle forze dell'ordine di Vizzini in particolare;
se non ritenga, per altro verso, di verificare se questa resistenza dell'amministrazione comunale a mantenere immutate le decisioni in ordine all'incarico di predisposizione del piano regolatore non confligga con l'esigenza avvertita e condivisa del massimo della trasparenza nella pubblica amministrazione.
(4-31386)

BENEDETTI VALENTINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo fonti attendibili il ministero dell'interno starebbe per adottare una riorganizzazione della polizia di Stato nell'ambito della quale verrebbe soppresso il compartimento della polizia stradale dell'Umbria con sede a Perugia con accorpamento dello stesso al compartimento del Lazio con sede in Roma;
siffatto provvedimento configurerebbe una ulteriore destrutturazione del naturale patrimonio di istituzioni e servizi dell'Umbria, ancora una volta penalizzata nei processi riorganizzativi pubblici per il sol fatto di essere una realtà territoriale e demografica più limitata, in palese contraddizione con tutti gli enunciati propositi di decentramento;
l'ipotizzato provvedimento produrrebbe sicuramente pesanti conseguenze negative sul servizio e sull'utenza, venendo meno un delicato «centro direzionale» preposto al coordinamento di tutti i nuclei di polizia stradale operanti in Umbria, i quali - singolarmente e nel loro insieme - hanno invece svolto una imponente mole di lavoro nei settori della sicurezza, della prevenzione, della repressione e del soccorso, come dimostrano inconfutabilmente i dati numerici di molte migliaia di interventi, su una rete viaria regionale che sta purtroppo toccando altissimi livelli di rischio d'ogni genere -:
se effettivamente il ministero abbia ipotizzato la soppressione del compartimento della polizia stradale dell'Umbria e per quali ragioni;
in caso affermativo, come si concili una simile ipotesi con la filosofia di decentramento


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dei servizi e dei centri direzionali, specie in materia di sicurezza, teoricamente enunciata dal Governo;
se non ritenga il Governo opportuno e necessario, invece, riconsiderare e non attuare il provvedimento soppressivo, sia per non penalizzare indebitamente l'Umbria sul piano istituzionale-amministrativo, sia per non determinare gli inevitabili pregiudizi che la perdita della struttura di coordinamento locale comporterebbe per i complessi servizi della polizia stradale e soprattutto per i cittadini utenti.
(4-31387)

GATTO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per la funzione pubblica. - Per sapere - premesso che:
il comune di Succivo, in provincia di Caserta, con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, dispone di consiglio comunale con 16 consiglieri assegnati oltre il sindaco;
in data 28 agosto 2000, a mezzo di due separate comunicazioni, la prima indirizzata al sindaco del comune di Succivo, la seconda indirizzata al prefetto di Caserta e al sindaco di Succivo, hanno rassegnato le dimissioni dalla carica di consiglieri comunali i signori Perrotta Antonio, Colella Gianni, Marsilio Antonio, Russo Pietro Paolo, D'Errico Antonio, Belardo Felice, Perrotta Domenico e Tinto Alessandro, consiglieri di opposizione (nota assunta al prot. com. al n. 7093 del 22 agosto 2000);
in pari data, con nota prot. com. n. 7094, il sindaco, nelle cui mani erano state consegnate le dimissioni, comunicava l'accaduto a mezzo fax al prefetto di Caserta, allegando in copia i documenti in oggetto;
il giorno successivo (23 agosto 2000), con nota prot. com. n. 7106, nelle more del procedimento e prima che fosse intervenuto alcun provvedimento per l'oggetto, il sindaco comunicava a mezzo fax alla prefettura quanto segue: in relazione alla nota inoltrataVi in data di ieri richiamata in oggetto, si significa la ritenuta nullità delle dimissioni in quanto indirizzate al Sindaco, anziché al consiglio comunale come disposto dalla legge 8 giugno 1990 n. 142, articolo 31 comma 2-bis come novellata dalle leggi 15 ottobre 1993 n. 415 e 15 maggio 1997 n. 127. Si chiede pertanto di voler soprassedere all'adozione di ogni provvedimento;
nel corso della stessa giornata e senza che in alcun modo si fosse provveduto a riscontrare le osservazioni del sindaco riferite alle disposizioni di legge, il prefetto provvedeva ad emanare il decreto prot. 2349/13.4/Gab., con il quale disponeva la sospensione del consiglio comunale di Succivo fino all'emanazione del relativo decreto di scioglimento e comunque per un periodo non superiore a 90 giorni, nominando nel contempo un commissario prefettizio per la provvisoria gestione dell'ente attribuendogli i poteri del sindaco, della giunta e del consiglio comunale;
la legge n. 142/90, all'articolo 31 comma 2-bis attribuisce al consiglio comunale la competenza esclusiva a conoscere delle dimissioni dei consiglieri recitando difatti: «le dimissioni dalla carica di consigliere, indirizzate al rispettivo consiglio, devono essere assunte al protocollo dell'Ente nell'ordine temporale di presentazione (...)»;
la giurisprudenza amministrativa, tanto con riferimento ai Tar che al Consiglio di Stato, ha unanimemente chiarito che tale riserva di competenza, lungi dal costituire mero esercizio di formalismo, costituisce salvaguardia dell'autonomia degli enti locali e dei loro organi assemblari;
la conoscibilità da parte del consiglio comunale delle dimissioni pervenute dai consiglieri è un elemento necessario, previsto dalla legge a garanzia delle prerogative e delle funzioni che l'ordinamento attribuisce all'organo consiliare, il quale è chiamato a provvedere consequenzialmente con la surroga o con i diversi atti previsti dalla legge;
nella specie, il consiglio è stato sottoposto al procedimento di scioglimento


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senza che avesse mai precedentemente potuto concedere le dimissioni dei consiglieri;
la giurisprudenza ha chiarito ancora, con riguardo a fattispecie assolutamente analoghe a quelle de qua, che «ove le dimissioni dei consiglieri comunali non siano presentate come prescritto dall'articolo 31 comma 2-bis legge 142 del 1990, è illegittimo il provvedimento prefettizio di scioglimento del consiglio stesso» (Tar Puglia 17 luglio 1996, n. 427) -:
se non ritenga che il provvedimento di sospensione del consiglio comunale di Succivo, certamente non ascrivibile a volontà di autoattribuzione di poteri assegnati dalla legge ad altri organi istituzionali, possa produrre effetti che trascendendo il caso specifico, rischino di riverberarsi sull'intero sistema delle autonomie locali e di compromettere il delicato equilibrio tra autonomie locali e sistemi di controllo governativo;
se e quali provvedimenti intenda adottare in ordine al caso in questione.
(4-31388)

CACCAVARI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da una lettera al direttore della Gazzetta di Parma e da altre informazioni l'interrogante ha avuto notizia di una vicenda i cui fatti sono i seguenti: il signor Vitali Cristian di Parma riceve il 16 novembre 1999 copia di un verbale di accertamento di violazione del codice della strada n. 315867/B dal Corpo della polizia municipale - Comando gruppo 13 - del comune di Roma con una sanzione di lire 242.400 più spese;
nel verbale è segnalata: la violazione amministrativa di cui all'articolo 171,7,6 del codice della strada compiuta dal conducente del ciclomotore Honda SH targato AE49981 il 29 giugno 1999 alle 17,50 in via Saunstoria, Roma;
in data 24 novembre 1999 il signor Vitali ricorre avverso il verbale alla prefettura di Roma, chiedendo l'archiviazione ai sensi dell'articolo 386 comma 3o del regolamento del codice della strada in quanto trattasi di verbale notificato a persona estranea alla violazione per probabile errore nella lettura della targa, in quanto egli non si è mai recato a Roma e nemmeno ha lasciato ad altri il motociclo;
al ricorso è allegata una dichiarazione del datore di lavoro del signor Vitali dalla quale risulta che alla data e all'ora della violazione era nello stabilimento a svolgere la sua attività dove si era recato con il suo motociclo;
risulta inverosimile che il Vitali si potesse trovare a Roma a 600 chilometri di distanza da percorrere con un motociclo di cilindrata non valida per il percorso autostradale;
in data 29 luglio 2000 il prefetto di Roma respinge il ricorso ed ordina il pagamento del doppio della sanzione pari a lire 484.800 più spese, essendo stato superato il termine del pagamento della prima sanzione a causa dell'iter burocratico del ricorso;
a questo punto, temendo un aggravamento della situazione, e non trovando riscontro alle proprie ragioni, il signor Vitali con profondo rammarico per il trattamento ricevuto paga la sanzione -:
se sia possibile accertare se vi è stato errore o correzione nella trascrizione della targa o altro disguido che possano aver determinato la situazione in cui si è trovato che se si è svolta così come esposta risulta davvero incredibile.
(4-31389)

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Germania, in quest'ultimo periodo, vi è stata una forte reazione dell'opinione pubblica e delle istituzioni, contro il pericolo neonazista;
a seguito di ciò alcune banche tedesche hanno deciso di liquidare i conti appartenenti a gruppi neonazisti e neofascisti tedeschi;


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questa decisione potrebbe avviare una serie di trasferimenti di fondi presso le banche italiane -:
se non ritenga utile che le nostre banche, al pari di quelle tedesche, assumano una propria iniziativa nei confronti di eventuali gruppi italiani che si richiamano a quella ideologia.
(4-31395)

NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dei trasporti e della navigazione. - Per sapere - premesso che:
la Gestione Commissariale Governativa delle Ferrovie della Calabria, come tutte le altre Gestioni che operano sul territorio nazionale, fa capo direttamente al Ministero dei trasporti e gestisce, per conto dello Stato, linee ferroviarie, autolinee interregionali, autolinee sostitutive ed integrative, nonché autolinee «ordinarie» su concessione regionale ed autolinee urbane su concessione dei comuni interessati;
nell'allegato A del decreto ministeriale n. 2329 del 1990 sono elencate tutte le linee ferroviarie e tutte le linee automobilistiche assunte dalla Gestione Commissariale Governativa delle Ferrovie della Calabria al momento dello scorporo e precisamente: n. 4 linee ferroviarie di competenza statale, n. 74 auto linee integrative di competenza statale, n. 31 auto linee di competenza regionale;
la gestione diretta da parte dello Stato delle Ferrovie della Calabria è stata assicurata fino al 31 dicembre 1996 da un Commissario Governativo che ha anche svolto le competenze in materia di autolinee integrative stabilite dal decreto ministeriale 228 del 1980;
dal 1o gennaio 1997 la stessa gestione viene assicurata dalle Ferrovie dello Stato S. p. A. alle quali, in base alla legge n. 662 del 1996 ed al decreto ministeriale n. 91 T del 1996, sono state affidate tutte le Gestioni Commissariali Governative per il risanamento e la ristrutturazione delle stesse in vista del trasferimento dallo Stato alle Regioni delle competenze amministrative in materia, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 422 del 1997;
le Ferrovie dello Stato, e per esse il Responsabile Locale F.S. per le Ferrovie della Calabria, hanno continuato ad esercitare le funzioni già svolte dal Commissario Governativo, in base al decreto ministeriale sopra citato, in materia di autolinee integrative;
accanto alle 4 linee ferroviarie sopra indicate, le Ferrovie della Calabria gestiscono una vasta rete di autoservizi integrativi della rete ferroviaria e quindi di competenza statale, ordinari, di competenza regionale, ed urbani, di competenza comunale, distribuiti su tutto il territorio della Calabria in funzione delle esigenze di mobilità delle popolazioni servite alle quali, fino ad oggi, lo Stato, appunto con le Gestioni Commissariali Governative, ha inteso assicurare i collegamenti indispensabili per lo sviluppo dei comprensori, in attesa che l'intera materia del trasporto pubblico locale passi alle competenze regionali;
in particolare, nel comprensorio taurense e sulla trasversale Ionio - Tirreno le Ferrovie della Calabria operano oggi, sempre per conto dello Stato, con il servizio ferroviario «Palmi - Gioia Tauro - Taurianova - Cittanova - Cinquefrondi» e con la rete di autoservizi costituita dalle autolinee integrative, riportate sullo stesso decreto ministeriale dal n. 91 al n. 105;
fino al 1970 le Ferrovie della Calabria hanno anche esercito la linea ferroviaria «Mammola - Marina di Gioiosa Jonica» ed inoltre nel progetto originario delle Ferrovie Calabro Lucane era pure prevista la costruzione della tratta ferroviaria Cinquefrondi - Mammola, proprio al fine di realizzare un collegamento ad impianto fisso tra il versante tirrenico e quello jonico, funzionale alla necessità di superare le condizioni di isolamento dei due versanti ed assicurare quindi la mobilità bidirezionale;
in attesa delle decisioni in sede governativa per la realizzazione di tale progetto -


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ripreso tra l'altro dal Piano dei Trasporti della Regione Calabria - le Ferrovie della Calabria hanno comunque assicurato tale collegamento trasversale utilizzando, fino al 1970 e mediante opportuno coordinamento di orario e vettoriale, le linee ferroviarie sopra richiamate nonché l'autolinea bidirezionale integrativa «Mammola - Cinquefrondi» e successivamente, come in atto, le autolinee integrative bidirezionali: Delianuova - Sinopoli - Palmi - Gioia Tauro (n. 92 del decreto ministeriale 2329, per la tratta Palmi - Gioia Tauro), Gioia Tauro - Taurianova - Cittanova - Cinquefrondi (n. 95 del decreto ministeriale 2329, per l'intera tratta), Mammola - Cinquefrondi (n. 105 del decreto ministeriale 2329, per l'intera tratta), Mammola - Marina di Gioiosa Jonica - Siderno - Locri (n. 103 del decreto ministeriale 2329, per l'intera tratta);
tale autoservizio «coordinato» viene realizzato mediante il razionale coordinamento, d'orario e vettoriale, di corse delle citate autolinee «integrative» bidirezionali in piena sintonia con le disposizioni statali in materia di coordinamento dei servizi di trasporto ai fini della economicità degli stessi, disposizioni ribadite nel decreto legislativo n. 422 del 1997 e nella legge regionale n. 23 del 1999;
di tale attività, come di tutte le altre attività svolte dalle Ferrovie della Calabria nell'ambito delle autolinee «integrative», la Gestione Commissariale Governativa ha doverosamente riformato alla regione Calabria -:
se sono a conoscenza dei ripetuti controlli amministrativi che in questi giorni vengono effettuati dai carabinieri e dalla polizia di Stato sugli autobus delle Ferrovie della Calabria in servizio pubblico di linea e con viaggiatori a bordo, sui percorsi delle autolinee gestite tra Palmi, Gioia Tauro, Taurianova e Locri;
se sono, altresì, a conoscenza dei motivi che hanno indotto le Forze dell'ordine operanti nei territori di cui sopra ad eseguire, in costanza di servizio pubblico, i suddetti controlli amministrativi all'Azienda Pubblica Ferrovie della Calabria;
se i predetti controlli hanno riguardato anche altri vettori operanti nel comprensorio taurense;
se sono state emanate specifiche direttive alle forze dell'ordine di cui trattasi, da parte della prefettura di Reggio Calabria tendenti ad effettuare i predetti controlli amministrativi su strada, intralciando il pubblico servizio di trasporto, nonostante che i medesimi controlli potevano essere efficacemente effettuati acquisendo d'ufficio la documentazione occorrente;
se sono a conoscenza che due autobus delle Ferrovie della Calabria sono stati sottratti al servizio pubblico di linea a causa del ritiro della carta di circolazione, nonostante i chiarimenti fornite dalle Ferrovie della Calabria sia alle forze dell'ordine che alla prefettura di Reggio Calabria e quali iniziative intendono adottare in relazione ai danni subiti dall'azienda e dall'utenza per la conseguente riduzione del servizio pubblico.
(4-31401)

FOTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere:
se sia noto che sempre più frequentemente vengono contestate, da parte del comune di Roma, violazioni al codice della strada a cittadini del tutto estranei alle infrazioni asserite. Ciò accade perché i supposti trasgressori non vengono fermati nei modi regolamentari, né l'infrazione è agli stessi direttamente contestata. Si sottolinea in particolare il caso di Tagliaferri Carlo, residente a Piacenza in via Leonardo da Vinci 31, cui è stata attribuita, dal Comando di polizia municipale di Roma, alle ore 13 del 29 febbraio 2000 la violazione dell'articolo 41/11 al decreto legislativo n. 285 del 1992: l'infrazione si sarebbe verificata in viale Trastevere 248 ad opera del conducente dell'autovettura targata AC 925 CE. La verità vuole - invece e per contro - che in quella data il Tagliaferri non fosse a Roma ma, come asserito da


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numerosi testimoni oculari, avesse utilizzato detta vettura per tutta la giornata nella città di Piacenza!
(4-31402)

FOTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
nelle frazioni di Ferrai, Legatti e Terenza viene soventemente interrotta l'erogazione dell'acqua potabile, senza alcun preavviso da parte del comune di Vernasca di cui dette frazioni fanno parte;
numerosi e notevoli sono i disagi che gli utenti di dette frazioni patiscono a causa dell'irresponsabile atteggiamento assunto dall'amministrazione comunale di Vernasca;
soprattutto la popolazione anziana subisce le pesanti conseguenze derivanti dall'improvvisa situazione dell'erogazione dell'acqua -:
se e quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati per ovviare ad una situazione non più ulteriormente tollerabile, non imputabile, peraltro, a particolari disfunzioni dell'impianto di erogazione, ma a discrezionali scelte di ordine politico amministrativo da parte degli amministratori comunali di Vernasca.
(4-31405)

CONTENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il codice della strada attualmente in vigore conterrebbe un'incongruenza in relazione al decimo comma dell'articolo 145 Cds (infrazione di mancata precedenza);
nel momento in cui la normativa entra nel merito delle eventuali sanzioni amministrative accessorie e degli adempimenti che i corpi di pubblica sicurezza sono tenuti ad applicare nel caso delle infrazioni ex articolo 145 Cds, si legge testualmente che: «qualora lo stesso soggetto sia incorso, in un periodo di due anni, in una delle violazioni di cui al decimo comma per almeno due volte, all'ultima infrazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da uno a tre mesi. L'agente accertatore, se a conoscenza che il trasgressore, nei due anni precedenti, ha commesso almeno due volte la stessa infrazione, ritira la patente di guida e la invia entro cinque giorni alla prefettura del luogo della commessa violazione»;
la lacuna segnalata si richiama proprio al punto in cui si sostiene che l'agente accertatore «se a conoscenza» di ulteriori infrazioni, provvede al ritiro del documento di idoneità alla guida;
in considerazione della difficoltà, per la polizia municipale, di effettuare una immediata verifica delle precedenti infrazioni rilevate a carico di uno stesso soggetto, sembra rendersi più che mai opportuna l'introduzione di un contrassegno alfanumerico da affidare ai vari corpi di pubblica sicurezza per l'apposizione sulla patente di guida di un simbolo identificativo dell'infrazione commessa, in modo tale da consentire al personale che opera su strada un'immediata applicazione delle sanzioni amministrative accessorie previste dal Codice della strada;
tale contrassegno potrebbe riguardare altre infrazioni ritenute particolarmente gravi e per le quali al momento non sembra sussistere altro deterrente di una semplice contravvenzione, come la velocità pericolosa (terzo ed ottavo comma articolo 14 Cds), il passaggio con luce semaforica rossa (undicesimo comma articolo 14 Cds) e lo stesso primo comma dell'articolo 145 Cds -:
se quanto riscontrato in merito alla corretta applicazione delle sanzioni amministrative accessorie previste dal decimo comma dell'articolo 145 Cds rappresenti effettivamente una lacuna alla quale si è già posto o si porrà presto rimedio, ricorrendo magari alla soluzione dei contrassegni alfanumerici prospettata da più parti;
se non ritenga che anche infrazioni come la velocità pericolosa e il passaggio


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con luce semaforica rossa, gravi a tal punto da provocare ogni anno numerosi incidenti stradali sul territorio nazionale, meritino un'attenzione più marcata e, conseguentemente, l'inserimento delle stesse sanzioni amministrative previste per i recidivi della mancata precedenza.
(4-31415)

NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Presidente della Repubblica del 31 luglio 2000, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 188 del 12 agosto 2000, è stato sciolto il consiglio comunale di Rizziconi (Reggio Calabria), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 29 novembre 1998;
la legge n. 55/90 recante «Nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di manifestazione di pericolosità sociale» recita testualmente: «Lo scioglimento è disposto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri. Il provvedimento di scioglimento deliberato dal Consiglio dei ministri è trasmesso al Presidente della Repubblica per l'emanazione del decreto ed è contestualmente trasmesso alle Camere»;
il provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Rizziconi, deliberato dal Consiglio dei ministri, non è stato trasmesso alle Camere contestualmente al suo invio al Presidente della Repubblica;
della deliberazione del Consiglio dei ministri è stata data notizia da una Agenzia Stampa e da un sottosegretario di Stato prima che venisse informata la Prefettura di Reggio Calabria;
il decreto di scioglimento del consiglio comunale di Rizziconi parte dalla considerazione che «il consiglio comunale presenta collegamenti diretti ed indiretti tra parte dei componenti del civico consesso e la criminalità organizzata....», senza fare i nomi degli eventuali responsabili e colpevolizzando, quindi, tutti i componenti del civico consesso;
la relazione allegata al decreto di scioglimento fa riferimento «all'esito delle consultazioni amministrative svoltesi il 29 novembre 1998 che ha visto la riconferma di vari componenti della precedente compagine politico-amministrativa», senza, però far comprendere le motivazioni che hanno portato la precedente amministrazione a non essere toccata dal provvedimento di scioglimento, pur essendoci gli stessi componenti;
l'accusa, poi, di immobilismo fatta nel resto della relazione allegata al decreto di scioglimento appare del tutto infondata, giacché l'attuale amministrazione comunale si è caratterizzata per avere aggredito con determinazione alcune problematiche vecchie e di difficile risoluzione nel settore dei tributi, del potenziamento della dotazione organica, della scuola, dei servizi sociali; ha, altresì, aderito al Patto di legalità con la Prefettura di Reggio Calabria, ai Patti territoriali ed a vari Consorzi con altri Comuni della Piana di Gioia Tauro;
alcune delle condizioni, poi, nelle quali viene descritto il Comune di Rizziconi appare simile a quasi tutti i Comuni della Piana di Gioia Tauro;
lo scioglimento del Consiglio comunale di Rizziconi appare, quindi, all'interrogante più dettato da una motivazione politica che altro, anche perché la locale coalizione politica che ha vinto le elezioni amministrative del 1998, con il 63 per cento dei suffragi, era composta da partiti di centro che fanno riferimento al Polo delle Libertà;
l'interrogante, infatti, non riesce a comprendere come mai il ministero dell'interno non abbia avviato le procedure di scioglimento anche per le seguenti amministrazioni: a) Consiglio provinciale di Reggio Calabria, con a capo un Presidente eletto con i voti determinanti del consigliere provinciale Cosimo Cherubino, finito in carcere nel febbraio del 2000 per associazione


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mafiosa; b) Consiglio comunale di Locri eletto con i suffragi determinanti di una delineata cosca mafiosa locale, il cui apporto è evidenziato nelle intercettazioni telefoniche inserite in atti giudiziari; c) Consiglio comunale di Reggio Calabria per le motivazioni portate dall'interrogante negli atti investigativi n. 4-21308 e n. 4-26936, naturalmente privi di regolare risposta; d) Consiglio comunale di Gioia Tauro per le motivazioni portate dall'interrogante negli atti investigativi n. 3-03657 e n. 2-01749, naturalmente privi di regolare risposta; e) Consiglio comunale di Cittanova per le motivazioni portate dall'interrogante nell'atto investigativo n. 4-20678, naturalmente privo di regolare risposta; f) Consiglio comunale di Molochio per gli abusi commessi dalla Commissione edilizia, per le disfunzioni contabili e amministrative e per il contenzioso giudiziario di centinaia di milioni che grava su quel Comune -:
se non ritenga necessario ed urgente esplicitare e chiarire le motivazioni che stanno alla base della proposta di scioglimento del Consiglio comunale di Rizziconi;
se non ritenga necessario ed urgente avviare le procedure di scioglimento del Consiglio provinciale di Reggio Calabria e dei Consigli comunali di Reggio Calabria, Locri, Gioia Tauro, Cittanova e Molochio.
(4-31416)

NAPOLI. - Al Ministro dei lavori pubblici, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel percorso autostradale Salerno-Reggio Calabria (A3), durante tutto il periodo estivo, si sono verificati numerosi incidenti stradali;
la relazione previsionale e programmatica per il 1999 del Dipartimento del Tesoro recitava: «L'autostrada Salerno-Reggio Calabria è oggetto dal 1997 di lavori di adeguamento infrastrutturale, che si protrarranno per sei anni fino al 2003, con un costo globale che dovrebbe risultare non inferiore ai seimila miliardi»;
la citata relazione previsionale è stata sonoramente smentita nell'arco di dodici mesi, giacché i seimila miliardi sono quasi raddoppiati ed i tempi di consegna dei lavori, per ammissione dello stesso ministro dei lavori pubblici, sono slittati, per ora, al 2005;
sui fondi si registra un grave ritardo del CIPE, giacché lo stesso, fino alla metà dello scorso mese di agosto 2000, non aveva stanziato quelli necessari a finanziare i lavori di quest'anno;
da qui siamo stati costretti a registrare, durante l'ultimo periodo estivo incidenti, ingorghi apocalittici e code di ben 20 chilometri;
non vi è dubbio alcuno, peraltro, che con i nuovi lavori sulla A3 la 'ndrangheta, che aveva già fatto parte delle sue fortune con la costruzione della stessa, si stia ora arricchendo una seconda volta -:
quale sarà il termine ultimo previsto per i lavori di riammodernamento della A3;
se sono stati aperti tutti i cantieri previsti e quali siano i ritmi di lavoro degli stessi;
quali sono stati i reali impedimenti che hanno già fatto slittare i tempi di ultimazione dei lavori al 2005;
quali sono gli interventi mirati per controllare l'inserimento della criminalità organizzata nei lavori in questione.
(4-31419)

NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in un agguato, avvenuto a Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) il 23 agosto 2000, uno sconosciuto ha ferito gravemente il maresciallo capo della Guardia di Finanza, Antonino De Stefano;


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l'agguato, che solo per pura casualità, non ha sortito effetti mortali, è avvenuto, intorno alle ore 18, davanti la tenenza delle Fiamme Gialle di Melito Porto Salvo, dove il maresciallo presta servizio con funzioni di vice comandante;
il colpo di pistola, sparato da distanza ravvicinata, ha colpito il militare alla nuca, gli ha trapassato il midollo spinale e lo ha di fatto paralizzato a causa delle gravi lesioni;
la gravità dell'agguato, avvenuto, ancora una volta, nei confronti di un uomo rappresentante delle istituzioni, si è svolto in un centro dove la cultura è tale da non accettare, nella stragrande maggioranza, l'imposizione dei controlli e dove la 'ndrangheta ha grosse radici e le forze dell'ordine stanno cercando di colpire i relativi patrimoni;
la dinamica dell'agguato al maresciallo De Stefano appare, quindi, una chiara sfida allo Stato;
appare, altresì, inconcepibile come, vista l'ora ed il luogo dell'agguato, lo stesso sia stato coperto da un silenzio omertoso estremamente significativo della cultura e della paura che coinvolgono i cittadini calabresi -:
quali interventi urgenti intendano effettuare per assicurare alla giustizia il o i responsabili del vile agguato.
(4-31422)

BONO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con delibera di giunta municipale n. 35 del 29 febbraio 2000, l'amministrazione comunale di Pachino deliberò la «determinazione delle tariffe idriche per l'anno 1998, nonché i conguagli per gli anni 1995, 1996 e 1997»;
la citata delibera appare del tutto illegittima ed immotivata poiché, contrariamente alle disposizioni di legge in materia, comporta la copertura del costo del servizio, sulla scorta dei dati forniti dalla stessa amministrazione comunale, nella iperbolica misura del 190 per cento e, quindi, quasi il doppio di quanto giuridicamente consentito;
in particolare, l'applicazione della citata delibera comporterà, a fronte di costi pari a 1.167.545.947 di lire, entrate nella misura di 2.215.754.030, con un disequilibrio a favore delle entrate pari a 1.048.208.083;
i ruoli di acconto emessi dall'amministrazione comunale negli anni 1995, 1996 e 1997 coprivano integralmente la percentuale dell'80 per cento del costo del servizio, ed addirittura negli anni 1996 e 1997 veniva coperto, anche in questo caso illegittimamente il 104 per cento del costo del servizio;
i presunti conguagli per i citati anni, richiesti dall'amministrazione comunale con l'emissione dei ruoli per il 1998, che vengono giustificati dall'avvenuta lettura dei contatori, appare pertanto illegittima ed ingiustificata poiché in ogni caso nessun principio di equità di prelievo, sulla base del consumo effettivo, può comportare introiti superiori al costo del servizio erogato;
dal modo in cui ha operato l'amministrazione comunale di Pachino appare evidente che il conguaglio risulta aggiuntivo e non redistributivo rispetto al costo del servizio facendo suscitare legittimi dubbi in merito agli utili ottenuti dal comune da un servizio a domanda individuale;
peraltro la emissione dei ruoli di conguaglio in base alla lettura dei contatori non risulta corretta a causa del fatto che tra i consumi registrati non solo vi è una quota non imputabile al consumo effettivo di acqua in quanto dovuta all'aspirazione dell'aria, ma anche a causa della mancata prestazione per lunghi periodi dell'anno del servizio stesso, in seguito alla materiale mancanza dell'acqua o ai ripetuti fenomeni di inquinamento, ufficialmente attestati dalla stessa amministrazione comunale;


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un'altra causa di non correttezza della determinazione dei ruoli di conguaglio in base alla lettura dei contatori riguarda il fatto che risulta limitata solo ad una parte degli utenti, poiché molti altri si sono rifiutati di fornire i dati dell'effettivo consumo, a causa anche della oggettiva inattendibilità dei contatori, conseguendo, l'indubbio vantaggio di essere soggetti al pagamento solamente del canone minimo di lire 153.740;
che in tal modo, i cittadini più corretti sono stati doppiamente penalizzati da una amministrazione comunale che, pur di fare cassa, non ha esitato a caricare sui «soliti noti» gran parte delle illegittime maggiori entrate;
appare, inoltre, scandaloso che la lettura dei contatori sembra sia stata effettuata una sola volta e, successivamente, moltiplicata per il numero degli anni relativi all'emissione dei ruoli;
la notifica dei citati ruoli, per importi in molti casi svariati milioni di lire, che non hanno riscontro, quanto all'esagerazione dell'imposizione, in nessuno dei paesi limitrofi, ha creato una fortissima perturbazione dell'ordine pubblico e un conseguente evidente disagio sociale, ulteriormente aggravato dall'esito negativo dell'assemblea pubblica di confronto con il sindaco e la giunta comunale in ordine allo sperato e non ottenuto chiarimento e conseguente verifica della legittimità dei ruoli dell'acqua, il cui costo oltre che ingiustificato, è comunque insostenibile da parte della stragrande maggioranza dei frastornati quanto giustamente irritati utenti pachinesi;
si rileva inoltre che il bilancio del Comune di Pachino è afflitto da costi esageratamente elevati, come quello imputabile al servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la cui entità non ha riscontro in nessuno dei paesi vicini;
se ritengano corretta e legittima la procedura adottata dall'amministrazione comunale di Pachino in ordine all'emissione dei ruoli relativi alle tariffe idriche per l'anno 1998 e dei conguagli per gli esercizi 1995, 1996 e 1997, che ha totalizzato un introito per le casse comunali largamente superiore al 100 per cento del costo del servizio e, conseguentemente, un utile illegittimo a carico delle casse comunali;
quali iniziative intendano adottare con la massima urgenza per rimuovere ogni illegittimità attuata dall'amministrazione comunale di Pachino in ordine alla emissione dei ruoli per la riscossione delle tariffe idriche e, in particolare, se non ritengano immediatamente intervenire per provvedere alla sospensione dei citati ruoli illegittimi, verificarne la correttezza e, quindi, ripristinare livelli minimi di serenità e rispetto delle legge nei confronti della sconcertata cittadinanza pachinese, che non merita certamente di subire la mortificazione di una torchiatura dai costi esorbitanti e ingiustificati e peraltro a fronte di un servizio precario e spesso perfino inesistente.
(4-31427)

NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella precedente legislatura l'Amministrazione del Comune di Molochio (Reggio Calabria) è stata guidata dal sindaco, Mezzatesta Giuseppe;
l'esame dei lavori della Commissione edilizia comunale evidenzia, nel periodo citato di gestione amministrativa, una palese situazione che appare dannosa per l'interesse pubblico;
nel settembre del 1998, il dottor Francesco Amuso, revisore unico del Comune di Molochio, era stato costretto a dare le dimissioni dell'incarico a causa di gravi inadempienze amministrative, più volte segnalate inutilmente al Sindaco, al Segretario del Comune, alla prefettura, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Palmi;
nel novembre del 1999 la Procura della Repubblica di Palmi ha rinviato a


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giudizio l'assessore comunale all'agricoltura Franco Rosario, imputato del reato di cui all'articolo 595 codice penale;
in data 30 giugno 1999, nove consiglieri comunali hanno presentato le dimissioni dal civico consesso motivandole per «un uso distorto del potere pubblico, estrinsecato attraverso tutta una serie di atti e comportamenti che fanno a pugni con i principi costituzionali della democrazia, giustizia, legalità e libertà»;
nel gennaio del 2000 la Procura della Repubblica di Palmi ha prodotto una informazione di garanzia, trasformata, nel marzo del 2000, in richiesta di rinvio a giudizio, ad alcuni amministratori comunali di Molochio e tra questi al sindaco Mezzatesta, accusato del reato di cui agli articoli 81, 110, 479, 640, cpv n. 1 cp, 323 cp;
nell'aprile del 2000 si sono svolte le nuove elezioni amministrative ed è stato rieletto sindaco lo stesso Mezzatesta Giuseppe, per una differenza di soli 30 voti dal candidato dell'altra lista civica;
il sindaco Mezzatesta guida ora una giunta pressoché identica alla precedente con conseguente analoga gestione amministrativa;
se non intenda rendere note le generalità dei componenti la Commissione edilizia comunale e verificare eventuali cause di incompatibilità;
un consigliere di minoranza ha già subìto un atto intimidatorio, regolarmente denunziato;
esiste un contenzioso giudiziario nei confronti del comune in questione dell'ordine di centinaia di milioni per risarcimento danni e spese di patrocinio legale:
se non ritenga necessario ed urgente avviare le procedure per lo scioglimento del consiglio comunale di Molochio.
(4-31428)

BORGHEZIO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dei trasporti e della navigazione. - Per sapere - premesso che:
come riportato da un noto settimanale e da altri organi di stampa, sette esperti del ministero dell'interno e della direzione generale aviazione civile, un documento riservato trasmesso al Ministro Enzo Bianco, hanno denunciato che nell'aeroporto Fiumicino di Roma giace da tempo, del tutto inutilizzato, un «mega-metal detector», che dovrebbe esaminare i bagagli da caricare sugli aerei per garantirne la massima sicurezza;
se tale notizia, davvero sorprendente, corrisponda al vero;
se sia vero che il sofisticato macchinario inutilizzato è costato 25 miliardi;
quali urgenti provvedimenti si intendano attuare in merito a quanto sopra.
(4-31431)