Allegato B
Seduta n. 773 del 19/9/2000


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INDUSTRIA, COMMERCIO E ARTIGIANATO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, il Ministro del commercio con l'estero, per sapere - premesso che:
in base alla legge n. 784 del 1980 regolante la metanizzazione del Mezzogiorno i comuni e/o i loro concessionari potevano beneficiare di contributi per la realizzazione di reti cittadine per la distribuzione di gas metano in misura del 90 per cento circa del costo approvato;
con la legge n. 266 del 1997, cosiddetta legge Bersani, veniva lasciata invariata la procedura per l'ottenimento dei citati contributi ma veniva limitato l'intervento finanziario al solo 55 per cento del costo del progetto;


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entrambe le leggi non hanno stabilito limiti alla durata delle convenzioni stipulate tra i comuni e i concessionari che normalmente sono trentennali;
i programmi di investimento delle società concessionarie erano stati predisposti sulla base di dette previsioni normative;
il decreto legislativo n. 164 del 23 maggio 2000 concernente la liberalizzazione del mercato interno del gas naturale ha stabilito che le concessioni già in essere si risolvono ope legis al 31 dicembre 2005;
tale previsione di termine determina delle ripercussioni negative nei confronti delle società concessionarie che hanno basato i loro programmi di investimento sul presupposto della concessione trentennale la cui durata decorre dal giorno in cui il gas viene immesso nella rete di distribuzione;
ai concessionari di fatto resta solo la possibilità di costruire le reti ma non di gestirle;
i concessionari di conseguenza non hanno interesse a realizzare un'opera in esercizio fra un paio d'anni (2003) per il cui investimento non vi può essere alcun rientro di ammortizzazione dei costi;
si sta determinando una situazione grave in quanto le concessionarie pur in presenza di decreti di concessione da parte del ministero dell'industria hanno già comunicato ai comuni di non voler dar corso ai lavori di metanizzazione;
è dunque bloccato il processo di metanizzazione nel Mezzogiorno che leggi generali hanno inteso promuovere e sostenere con aiuti finanziari;
alla paradossale circostanza bisogna con urgenza dare una soluzione interpretativa diramando opportune indicazioni operative;
per i comuni del Mezzogiorno vige infatti una normativa speciale non intaccata dalla previsione della scadenza del decreto n. 164 del 2000, che tra l'altro, sul punto, non essendoci delega del Parlamento, chiaramente non voleva e non poteva interferire;
se ciò non fosse possibile, per evitare danni al Mezzogiorno, andrebbe rapidamente corretto il decreto legislativo da parte del Governo -:
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere affinché si trovino rapidamente soluzioni al problema sollevato assicurando in tal modo i comuni, per i quali vi sono i decreti di concessione, sulla realizzazione della metanizzazione nel Mezzogiorno.
(2-02578)«Molinari, Boccia».

Interrogazioni a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del commercio con l'estero. - Per sapere - premesso che:
la nuova grande crisi determinata dai prezzi del greggio sta generando problemi gravissimi ai paesi industrializzati, sia dal punto di vista dei conti pubblici sia dal punto di vista delle conseguenze sulla economia dei nuclei familiari;
il tentativo mondiale di ottenere dall'Opec una riconsiderazione della politica dei prezzi e dei quantitativi di greggio da immettere sui mercati sembra procedere senza risultati eccessivamente lusinghieri e significativi;
peraltro, come sempre accade in situazioni di questo genere, particolare rilievo finiscono per assumere i comportamenti speculativi;
l'esistenza di pesanti speculazioni è confermata, con grande autorevolezza, dal Presidente dell'Eni Gian Maria Gros-Pietro il quale, su Il Giornale di venerdì 8 settembre 2000, pagina 3, ha dichiarato, alla domanda circa l'esistenza della speculazione: «Certo che c'è ed è fortissima. Il mercato a termine è gestito da operatori finanziari che acquistano contratti per rivenderli,


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senza vedere una sola goccia di petrolio. Noi abbiamo la sensazione concreta che non tutta la produzione di petrolio finisca sul mercato: c'è chi la compra e la tiene, così il prezzo sale. Ci sono tante petroliere sparite nel nulla: ancorate in qualche porto, chissà dove»;
è di tutta evidenza che questo tipo di speculazione, in un frangente tanto delicato, deve essere individuato e perseguito atteso che esso si traduce in autentico attentato alle economie nazionali -:
se condivida l'opinione espressa dal Presidente dell'Eni Gros-Pietro in ordine alle fortissime speculazioni che accompagnano ed aggravano la crisi petrolifera che stiamo vivendo, e, in caso affermativo, quali iniziative siano state assunte, o si intendano assumere, anche in sinergia con altri Paesi industrializzati, al fine di individuare e stroncare fenomeni speculativi che, in questo momento, producono conseguenze gravissime sulle economie nazionali, implementando fattori di crisi già di per sè preoccupanti.
(3-06227)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che:
l'Ufficio per il controllo Parlamentare della Camera dei deputati ha distribuito il volume «Atti di indirizzo e impegni assunti in sede di risposta ad atti di sindacato ispettivo inviati al governo», stampato il 30 giugno 2000. Da tale volume emergono dati per un verso preoccupanti e per altro verso deludenti circa il rapporto fra atti inviati ed atti della cui attuazione è pervenuta informazione agli uffici della Camera dei deputati;
dall'inizio della XIII legislatura sono stati inviati al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato 222 atti di cui soltanto 30 attuati, con una percentuale pari al 13,51 per cento;
il dato appare straordinariamente negativo se si tien conto del fatto che è il Parlamento ad indirizzare l'azione del Governo e che, in particolare, il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato ha l'enorme responsabilità di fungere da supporto ad un apparato produttivo chiamato a sfide internazionali decisive per il futuro del nostro Paese -:
quale giudizio esprima circa il negativo rapporto fra atti inviati ed atti attuati, quali giustificazione adduca per spiegare convincentemente la inaccettabile percentuale di ottemperanza alle formali richieste del Parlamento e quali iniziative intenda assumere per dare senza indugio attuazione agli atti ricevuti.
(3-06254)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

COSTA. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la società Ceric con sede in Parigi ha fatto pervenire al giornale La Stampa una dettagliata lettera con cui si lamenta come non sia stata tenuta nel debito conto l'offerta di un certo spessore della stessa Ceric per l'affitto dell'azienda Fomb-Officine Meccaniche Bongioanni di Fossano in amministrazione straordinaria-offerta che, secondo la stessa Ceric, avrebbe consentito, in prospettiva, di raggiungere un consistente fatturato ed un certo livello occupazione -:
quale sia il criterio che è stato adottato dall'amministrazione straordinaria del gruppo Bongioanni per l'affitto della stessa azienda (in attesa che si proceda alla vendita);
perché l'offerta della Ceric sia stata disattesa;
quali garanzie vi siano che l'attuale affitto non solo deluda le attese delle maestranze, ma si ponga come un'importante tappa verso la piena ripresa produttiva, auspicato traguardo che potrà essere raggiunto dopo la vendita dell'azienda.
(5-08168)


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COSTA. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del commercio con l'estero. - Per sapere - premesso che:
dopo l'avvio della privatizzazione (auspicata da molti e sicuramente opportuna) l'ENEL ha colto ingiustificatamente l'occasione per ridurre drasticamente la presenza delle strutture, e del personale, quasi esclusivamente sul territorio piemontese, con la soppressione o il trasferimento di molte attività;
il Piemonte rispetto ad altre regioni italiane, sembra essere particolarmente colpito da queste ristrutturazioni, con la chiusura o la riduzione di uffici commerciali, tecnici, agenzie, centri operativi, squadre di pronto intervento;
ultima, in ordine di tempo, dovrebbe essere la chiusura del posto di teleconduzione (P.T.) di Magliano Alpi (uno dei due presenti in Piemonte, l'altro di cui è anche prossima la chiusura, si trova a Verampio, nell'area di Domodossola) che dovrebbe avvenire entro il 2001 o il 2002, con il trasferimento di tutte le attività svolte da questi posti di teleconduzioni a strutture simili, ma, in altre parti d'Italia (Sondrio, Parma, Vado Ligure);
attualmente, il posto di teleconduzione di Magliano Alpi, si occupa dell'esercizio di oltre ottanta impianti idroelettrici situati nelle province di Torino, Cuneo, Alessandria e in tutta la Liguria;
per effetto della privatizzazione, questi impianti sono stati assegnati a tre società del gruppo Enel spa:
alla società Interpower: tutte le centrali idroelettriche della Liguria, che saranno gestite da un centro operativo a Vado Ligure;
alla società Erga: quasi tutte le centrali idroelettriche di piaccola e, alcune, di media potenza, che saranno gestite da un centro operativo nell'area di Parma;
alla società Enel Produzione: i rimanenti impianti (circa 18) di media e grande potenza situati, alcuni, in provincia di Torino e, per la maggior parte, in provincia di Cuneo. Tra questi, in particolare, Entracque, il più grande d'Italia e fino a poco tempo fa d'Europa;
gli impianti liguri saranno gestiti da una struttura in Liguria, mentre quelli piemontesi saranno divisi tra l'Emilia e la Lombardia;
la Valle d'Aosta per accordi «particolarissimi» con l'ENEL, manterrà un proprio posto di teleconduzione a Pont S. Martin per l'esercizio dei 26 impianti della regione;
tutte queste strutture sono importantissime per la produzione di energia elettrica, attività primaria dell'Enel, e sono legate a dighe altrettanto importanti: Chiotas e Piastra (Entracque), Castello (Casteldelfino), Moncenisio, che invasano decine di milioni di metri cubi d'acqua e, in normali condizioni di servizio ed atmosferiche non costituiscono pericolo alcuno ma che vanno adeguatamente controllate;
al di là del normale esercizio, il posto di teleconduzione svolge, forse, il suo servizio più importante nella gestione degli eventi di piena, dove funziona come primo centro per il controllo degli eventi avendo la visualizzazione continua dell'andamento degli invasi, dell'incremento delle portate dei corsi d'acqua nei bacini e, qualora questi raggiungano livelli pericolosi, si sviluppano tutte le procedure per la messa in sicurezza degli impianti funzionando perciò come punto di riferimento per le autorità preposte all'intervento in situazioni di pericolo (Vigili del fuoco, autorità pubbliche, forze dell'ordine, etc.);
la storia recente dimostra che le piene disastrose, soprattutto in provincia di Cuneo, non sono eventi rarissimi (novembre 1994, ottobre 1996, giugno 2000) perciò il posto di telecomunicazioni oltre al normale servizio per l'Enel, svolge anche l'importantissimo compito di struttura di controllo per situazioni che, se non evidenziate in tempo, possono diventare drammatiche;
tutto questo è possibile, anche, per l'esperienza delle persone che operano al


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posto di teleconduzione di Magliano Alpi e che hanno formato la loro professionalità e la loro conoscenza, in decenni di lavoro nei vari impianti delle valli cuneesi e possono, a volte, conoscere situazioni di pericolo prima che queste siano evidenziate dal sistema strumentale, con evidenti vantaggi per la prevenzione di una parte del danno;
inoltre, la citata struttura, ha anche funzione di collettore per i dati meteonivometrici rilevati dalle stazioni delle dighe, e trasmessi alla regione Piemonte, per gli avvisi (telefax) provenienti dalle prefetture e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, indicanti il peggioramento delle condizioni meteorologiche avvisando di ciò i reparti operativi interessati per un rapido intervento in caso di pericolo; che ha infine la gestione di buona parte delle servitù idriche nei confronti di acquedotti, consorzi irrigui, industrie, ...
trasferire tutte queste funzioni a Sondrio e Parma significa lasciare in condizioni di pericolo un'area geograficamente molto vasta e con corsi d'acqua importanti (Gesso, Stura di Demonte, Tanaro, Po) che possono diventare molto pericolosi, in condizioni critiche, con gravi conseguenze per l'ambiente e per le persone -:
se i citati fatti e le indicate prospettive siano note al Governo;
come il Governo (che sta autorizzando l'Enel ad ingiustificati aumenti delle bollette già onerose come in nessun altro paese europeo) intenda intervenire perché la politica in genere utile dei tagli non sia questa volta indiscriminata e non colpisca unità fortemente produttive, non avvenga a danno quasi esclusivo della comunità piemontese ed a favore di società dai connotati e dai compiti molto dubbi (Interpower, Erga, Enel Produzione);
come si potrà invitare ed indurre l'Enel a correggere le scelte che contrastano con l'interesse generale.
(5-08177)

COSTA. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del commercio con l'estero. - Per sapere:
se il ministero sia informato del disagio non indifferente creatosi nelle famiglie, negli uffici, nelle aziende di parte della città di Mondovì per le frequenti interruzioni dell'energia elettrica, che in molti casi, arrecano anche danni di una certa consistenza
se, nell'ambito dei propri poteri di indirizzo, ritenga necessaria una decurtazione delle bollette relative ai periodi di sospensione delle erogazioni: se la stessa non verrà concessa si darà luogo ad una più che giustificata autoriduzione.
(5-08190)

FINI, ALOI, COLOSIMO, FINO e NAPOLI. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del commercio con l'estero, al Ministro dei trasporti e della navigazione, al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
l'Agip, consociata dell'Ente nazionale idrocarburi (Eni), sta installando nello specchio d'acqua antistante la città di Crotone, interessato anche dalla riserva marina, una piattaforma per la perforazione di un pozzo per l'estrazione di gas metano;
questa piattaforma denominata «Scarabeo 7» realizzerà un pozzo denominato «Lulù 1»;
tale impianto si aggiunge ai quattro già esistenti che ormai, da qualche decennio, sono componenti stabili del panorama del golfo di questa città, il cui paesaggio, un tempo fra i più suggestivi d'Europa, è stato gravemente deturpato;
l'attività di estrazione di idrocarburi, che l'Agip esercita da oltre venti anni, sta provocando un gravissimo fenomeno di abbassamento del suolo dell'intera costa crotonese, nonché ingenti danni all'intero ambiente a causa dell'inquinamento da idrocarburi;
incalcolabili sono pertanto i danni che la suddetta attività arreca alla città di Crotone ed alla sua riserva marina;


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Crotone, dal cui territorio si estrae gas metano pari al 20 per cento del fabbisogno nazionale, non ha ricevuto sino ad oggi alcun beneficio, ma soltanto danni irreversibili che compromettono in maniera definitiva il proprio sviluppo futuro;
allo stato attuale, oltre ai danni ambientali che già incominciano a produrre i loro effetti, è bloccata tutta l'attività della piccola e grande pesca essendo il tratto di mare che bagna la città interamente occupato per centinaia di chilometri quadrati dalle suddette attività estrattive -:
quali urgenti iniziative gli interrogati intendano assumere per impedire che la situazione denunciata produca effetti devastanti da un punto di vista ambientale ed economico, posto che la costruzione del suddetto impianto minaccia inevitabilmente l'intero patrimonio ittico del tratto di mare che bagna la città di Crotone, con conseguenti ripercussioni negative anche sul fenomeno del turismo locale.
(5-08200)

Interrogazioni a risposta scritta:

BENEDETTI VALENTINI. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che:
le organizzazioni artigiane stanno denunciando, in maniera documentata e circostanziata, la grave perdita di competitività e, in molti casi, il concreto rischio di chiusura di migliaia di imprese artigiane, per l'insostenibile carico delle tariffe relative a gas, acqua, benzina, metano, rifiuti ed altre ancora;
l'Autorità per l'energia ha decretato, in aggiunta a ciò, un ulteriore aumento delle tariffe elettriche (1,5 per cento) che appesantirà le bollette, in misura sensibile, a partire già dal prossimo bimestre;
per questo ennesimo rincaro di costi le stesse Confederazioni artigiane hanno lanciato un più che giustificato grido di allarme, perché le piccole e medie imprese, vincolate al monopolio Enel essendo escluse anche dalla liberalizzazione del mercato elettrico, sono destinate ad evidente penalizzazione rispetto alle analoghe ditte di altri Paesi europei, nonché a pagare la bolletta elettrica più esosa tra tutti i tipi di utenza -:
come si concili questo tipo vessatorio di determinazione del costo dell'energia con le teoriche affermazioni di voler favorire e sostenere gli artigiani e le piccole e medie imprese, anche tenendo presenti gli effetti di natura occupazionale nonché le spinte inflazionistiche ampiamente riapertesi;
se non ritenga il Governo di mutare immediatamente e incisivamente la sua politica tariffaria, decretando un consistente abbattimento per le imprese artigiane delle tariffe elettriche armonizzando quantomeno il loro trattamento a quello dei vari Paesi europei affinché le ditte italiane non vengano anche sotto questo profilo, come se già non bastassero altri, ingiustamente danneggiate.
(4-31317)

CUCCU. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del commercio con l'estero, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che ormai da troppo tempo l'Enel non fornisce all'Authority dell'energia i dati completi e reali sulle interruzioni di corrente rendendo di fatto impossibile l'attività del garante per l'energia il quale si trova a dover basare il proprio lavoro su statistiche molto «personalizzate» ed elaborate con metodi che nulla hanno a che vedere con quelli usati dagli altri distributori di energia europei;
intanto a causa delle minori risorse, sia umane che finanziarie, destinate alla manutenzione della rete elettrica sono sensibilmente aumentati i blackout soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, ed in Sardegna in particolare;
il taglio di investimenti e di personale che l'Enel impiega per controllare la rete elettrica ha causato, oltre al già citato


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incremento delle interruzioni di corrente, un incredibile aumento del numero di incidenti mortali tra gli addetti ai lavori di riparazione e di manutenzione della rete stessa -:
come intendano intervenire per fare in modo che l'Enel adempia ai propri obblighi comunicando puntualmente al garante per l'energia i dati reali e completi sulle interruzioni di corrente;
se non ritengano necessario ed urgente porre fine ai continui tagli di personale e di investimenti che la società elettrica attua sistematicamente e che hanno portato, specie in alcune regioni, al grave degrado della rete elettrica ed alla morte di decine di lavoratori.
(4-31337)

COSTA. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del commercio con l'estero. - Per sapere - premesso che:
ilproprietario di un immobile sito in Chiusa Pesio (Cuneo) località Vigna Rondetto, 76, titolare di un contratto di fornitura di energia elettrica con l'Enel a favore del predetto immobile distinto dal n. 04.546.022.04.118. - 2, ha segnalato la presenza di un grave disturbo nell'erogazione dell'elettricità denominato fliker che provoca continui ed evidenti sbalzi di tensione;
tale disturbo oltre che a provocare gravi anomalie nell'impianto elettrico è altresì pericoloso (come riconosciuto espressamente dall'Enel medesima) per la salute umana in quanto può provocare gravi danni alla vista;
nonostante le proteste dell'utente interessato, il riconoscimento da parte dell'Enel della presenza del disturbo e l'impegno a porvi rimedio, la questione si trascina ormai da parecchi anni (almeno 3) e soprattutto allo stato l'ente erogatore non ha ancora fornito alcun elemento utile che indichi una rapida soluzione del problema;
a seguito di questi fatti l'utente in questione è stato costretto addirittura ad adire l'autorità giudiziaria;
una simile inerzia da parte dell'Enel è inaccettabile sia se si considera il diritto degli utenti ad ottenere una fornitura regolare sia se si tengono presenti i gravi rischi per la salute;
ad integrazione di quanto sopra esposto bisogna ancora considerare che l'Enel è titolare di un servizio pubblico essenziale che fornisce oltretutto in regime di monopolio -:
effettuate le indagini del caso, voglia rispondere sulle cause ed i motivi di tale inaccettabile ritardo ed indichi quali provvedimenti si intendano adottare per giungere ad una rapida soluzione del problema.
(4-31344)

BECCHETTI. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro del commercio con l'estero. - Per sapere - premesso che:
la Corte dei conti nella relazione sulla gestione dell'Enel depositata nel mese di giugno relativa all'anno 1998 ha sottolineato alcuni aspetti delle spese per consulenze in netto contrasto con le continue richieste di aumenti ritenuti indispensabili dell'ente: aumenti che gravano sui bilanci di tutte le famiglie italiane e sui costi di produzione sostenuti dalle aziende;
in particolare si rileva come «L'analisi dei singoli conti esaminati non può non generare qualche perplessità sulla effettiva necessità di alcuni degli incarichi conferiti» soprattutto per quanto riguarda «l'elevato numero dei contratti per prestazioni professionali tecniche (una voce per complessivi 9,9 miliardi) stipulati dalle strutture Ricerca produzione e distribuzione pur trattandosi di organismi dotati di personale sufficiente se non addirittura esuberante»;
l'ammontare dei costi in oggetto per l'anno preso in esame supera i 119 miliardi, con un aumento di ben il 18 per


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cento rispetto all'anno precedente, e la discrezionalità con la quale vengono gestite le singole consulenze pone grossi interrogativi su l'uso che viene fatto del pubblico denaro -:
se, anche alla luce dei rilievi effettuati dalla magistratura contabile, non ritenga indispensabile ed urgente procedere ad un accertamento sulle reali necessità delle numerosissime consulenze lautamente pagate dall'ente pubblico, e dalla Corporate per la quale la Corte dei conti stigmatizza come «l'ammontare particolarmente elevato delle spese sostenute dalla Corporate, che rappresentano quasi il 30 per cento del totale e che riguardano spesso (e per importi rilevanti) oggetti concernenti relazioni esterne e l'immagine, come tali di natura talmente discrezionale e rispetto ai quali ogni valutazione di necessità e di efficacia è altamente opinabile».
(4-31394)