Allegato B
Seduta n. 773 del 19/9/2000


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze:

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
l'operazione Seat-Tmc è apparsa pubblicamente come un'operazione spinta, sostenuta


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e voluta dall'attuale Governo e dalla sua maggioranza;
la Telecom, ex monopolista, protagonista dell'operazione suddetta, gode di una concessione totale per la telefonia come servizio per conto dello Stato;
la Telecom, con gli addebiti agli utenti allacciati in rete, riscuote tuttora un canone che ammonta a circa 8.000 miliardi all'anno;
far pagare ai propri concorrenti l'uso delle proprie reti, peraltro già finanziate da un canone obbligatoriamente prelevato per legge a tutti gli utenti di telefonia fissa, siano o no suoi clienti, è il paradosso della Telecom;
tale posizione della Telecom, dominante nel proprio settore, si configura come un vero e autentico abuso in spregio della lettera e dello spirito delle disposizioni comunitarie;
la connivenza del Governo e di conseguenza dello Stato è un chiaro esempio di aiuto governativo ad una società privata, anche questo in contrasto con le disposizioni comunitarie;
alcuni esponenti di Governo hanno apertamente dichiarato che la soluzione sarebbe quella di cambiare la legge per adeguarla all'operazione di Telecom su Seat-Tmc -:
se gli esponenti dell'attuale Governo, con il sostegno della maggioranza, collaborino a tale operazione fuori dalle regole con l'intenzione di costituire un terzo polo radiotelevisivo da gestire in futuro con prevaricazione;
se a questo stesso scopo il Governo intenda, tramite decreti e regolamenti vari varati entro la fine della legislatura, sottrarre canali e frequenze alle emittenti locali;
se il Governo intenda, per rimediare a questa situazione scandalosa, obbligare Telecom a conferire ad una società ad hoc, completamente distinta, l'intera rete di sua proprietà e ad operare una scissione di società con la conseguente distribuzione delle azioni risultanti ai soci di Telecom in proporzione alle rispettive partecipazioni; i ricavi di questa nuova società, cui verrebbe trasferita la proprietà e la gestione della rete, sarebbero rappresentati unicamente dalla messa a disposizione dei vari operatori del settore della rete stessa, a condizioni di mercato e sostanzialmente uguali o equivalenti per tutti, con esclusione di qualunque canone o balzello a diretto carico degli utenti; una soluzione in sostanza simile a quella prevista per le ferrovie dello Stato, in quanto la giustificazione giuridica di un simile obbligo imposto a Telecom starebbe nella considerazione che la società monopolista della rete occupa anche una posizione dominante nel settore, e quindi è esposta ad abusare di tali situazioni a danno dei propri concorrenti, ed in definitiva degli utenti e ad esclusivo vantaggio dei propri azionisti.
(2-02584)«Fei».

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'interno, per sapere:
quale giudizio si dia della recente disgrazia avvenuta nella notte tra il 9 ed il 10 settembre in un campeggio di Soverato (Catanzaro) nella quale hanno perso la vita dieci persone ed un'altra decina risultano allo stato disperse;
come si giustifichi il notevole ritardo con il quale sono intervenuti i soccorsi, dal momento che, secondo le agenzie di stampa, sarebbero trascorse oltre tre ore prima che gli stessi giungessero e che secondo quanto affermato dal professor Franco Barberi, direttore nazionale della protezione civile, la stessa è stata allertata a Roma circa quattro ore dalla calamità;
se le cause di tale disastro, al di là di una incontestabile situazione atmosferica straordinaria, non possano essere ricondotte ad una situazione analoga a quella che causò nell'ottobre del 1996 una eguale sciagura a Crotone, zona poco distante da Soverato, e quindi i due avvenimenti non


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possano trovare tra le altre cause l'abbandono delle zone montane sovrastanti, con effetto di degrado per tutto il territorio calabrese;
se non si ritenga necessario provvedere con la massima urgenza al recupero del territorio montano, dando, tra l'altro, attuazione all'ordine del giorno n. 9/2371/020 accolto dal Governo in data 16 dicembre 1996;
quali misure urgenti siano state poste in essere o si intenda intraprendere per far fronte ad un simile degrado ambientale le cui conseguenze sono, dolorosamente, sotto gli occhi tutti.
(2-02587)«Fino».

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
ilmaltempo che si è abbattuto sulla costa ionica calabrese, ha causato per effetto dello straripamento di torrenti, nella zona di Soverato al momento 12 morti e un numero imprecisato di dispersi; emergenza anche nella Sibaritide e nella Locride e in particolare modo a Roccella Jonica dove numerose famiglie sono state costrette a lasciare le loro abitazioni: molti altri comuni sono ancora in situazione di eccezionale gravità;
ilfenomeno non è certamente nuovo al Governo che dopo Sarno e Crotone non sembra aver avviato alcuna iniziativa a tutela del territorio, al contrario, quei morti sembrano essere stati completamente dimenticati, malgrado i proclami di impegno e di tutela della popolazione che il Governo vanta di attivare, manca una seria azione di prevenzione da parte della protezione civile, 10 dimostra il fatto che durante tutta la stagione estiva nulla si è fatto contro gli incendi che hanno distrutto migliaia di ettari di bosco; è urgente coordinare tutte le forze preposte alla tutela del territorio affinché possa avviarsi una seria azione politica per prevenire l'erosione delle coste, avviare il rimboschimento delle ampie zone che solo pochi giorni fa sono state distrutte dagli incendi, controllare il corso dei torrenti e combattere l'abusivismo edilizio -:
quali provvedimenti intenda assumere per prevenire nell'imminenza della stagione invernale, il verificarsi di simili situazioni;
quali provvedimenti intenda assumere a favore delle popolazioni colpite e dei comuni interessati dal maltempo;
se il Governo non ritiene di assumere le opportune iniziative affinchè ai volontari dell'Unitalsi venga ad esser dato un particolare riconoscimento per l'opera prestata a favore dei disabili;
i sottoscritti fanno presente che alcuni volontari hanno dimostrato abnegazione e disprezzo del pericolo sacrificando la propria vita.
(2-02588)«Tassone, Buttiglione».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
nei giorni 8, 9 e 10 settembre 2000 forti precipitazioni piovose si sono abbattute in Calabria provocando alluvioni che hanno determinato nella città di Soverato la morte di 12 persone e numerosi dispersi;
gravissimi sono stati i danni alle abitazioni civili, all'agricoltura alle strutture produttive e commerciali, alle infrastrutture viarie e ferroviarie, agli acquedotti e ai servizi pubblici;
l'intera economia della fascia jonica calabrese è stata duramente colpita dall'evento calamitoso;
gravi sono i disagi in cui versano le comunità colpite che nella fase più critica sono riuscite a fronteggiare l'emergenza grazie alla solidarietà civile e all'intervento


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dei comuni il cui ruolo si è dimostrato di fondamentale importanza -:
quali iniziative urgenti intenda assumere:
a) per far fronte alla emergenza determinatasi nei comuni della costa jonica calabrese colpiti dalle alluvioni, per rimuovere le cause strutturali che hanno contribuito a determinare il grave disastro dei giorni scorsi, per rivitalizzare le attività produttive e ripristinare il sistema delle infrastrutture viarie, ferroviarie ed i servizi;
b) per accertare eventuali responsabilità in relazione alla tragica vicenda del campeggio «Le Giare» di Soverato (Catanzaro) dove tante persone hanno perso la vita.
(2-02590)
«Oliverio, Bova, Soriero, Gaetani, Olivo, Mauro, Brancati».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 10 settembre 2000, presso Soverato (Catanzaro), un torrente straripando ha travolto il campeggio Le Giare, provocando morti e feriti;
secondo un bilancio provvisorio si contano 12 morti e 4 dispersi; tra le vittime vi sono anziani disabili e i volontari dell'associazione Unitalsi che li accompagnavano;
da alcuni giorni vi erano forti piogge che hanno peraltro provocato ingenti danni anche in zone limitrofe al luogo del disastro -:
quali siano i dati in possesso del Governo per una precisa ricostruzione del tragico evento;
quali iniziative si intendano assumere per l'accertamento di eventuali responsabilità, considerando anche la pericolosa localizzazione del campeggio sulle rive del torrente;
quali siano le valutazioni sul funzionamento del dispositivo di prevenzione e di soccorso della protezione civile;
se la normativa vigente sia adeguata a prevenire e ridurre il rischio idrogeologico nel nostro Paese, anche nel caso del territorio calabrese, ciclicamente devastato da eventi naturali come quello di Soverato;
quali provvedimenti urgenti si intendano adottare per porre rimedio ai danni provocati al territorio delle alluvioni di questi giorni e per sopperire ai bisogni delle famiglie duramente colpite dagli eventi naturali.
(2-02591)«Soro, Romano Carratelli».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri - per sapere, in relazione ai danni ingenti causati dalle piogge torrenziali con rilevanti mareggiate e straripamenti di torrenti in molti centri della Calabria con disastrose conseguenze anche in termini di vite umane come nel caso di Soverato (Catanzaro) dove il torrente «Beltrame» ha «cancellato» un camping provocando quindici morti, senza tacere la situazione determinatasi nella Locride che registra numerosi centri isolati, tra cui la città di Roccella completamente invasa dal fango, mentre numerosi comuni del cosentino, ed in particolare i grossi centri di Corigliano e Rossano, sono stati aggrediti da tempeste di acqua e di fango, se il Governo non ritenga di dovere intervenire con tempestività per accertare ii termini della gravità della situazione, individuando eventuali responsabilità e, in uno con la proclamazione dello stato di calamità in Calabria, prendere ogni opportuna iniziativa volta a dare una risposta alla richiesta di incentivi e di provvidenze di ordine finanziario e di altro tipo a favore delle aziende colpite dal disastroso evento e dei numerosi calabresi che si sono trovati in condizioni di estrema difficoltà subendo danni notevoli, se non irreparabili, e ciò a causa di una mancata politica di difesa del suolo da cui sono


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scaturiti, nel corso degli anni, disastri sotto il profilo della devastazione del territorio calabrese.
(2-02592)
«Aloi, Fino, Napoli, Colosimo».

Interrogazioni a risposta orale:

MOLGORA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il tasso d'inflazione è uno dei parametri economici che l'Unione europea considera per l'adesione all'Euro;
il tasso d'inflazione calcolato dall'Istat è uno degli elementi economici di valutazione sia dello stato dell'economia nazionale, sia per operare scelte e programmazioni per interventi a livello macroeconomico, nonché per le scelte da operare sul bilancio dello Stato;
la debolezza dell'Euro, il continuo rivalutarsi del dollaro USA, l'incremento del prezzo del petrolio hanno fatto lievitare i costi energetici con grandi ripercussioni sul tasso d'inflazione;
nonostante i continui aumenti della benzina, del gasolio e del metano, il tasso d'inflazione ufficiale in Italia ha subito un aumento che appare limitato rispetto all'effettivo aumento del costo della vita;
già nel 1996 l'Istat aveva modificato la composizione del «paniere» ed il «peso» delle singole voci all'interno del paniere stesso, provocando ad avviso dell'interrogante, una repentina ed immotivata riduzione del tasso «ufficiale» d'inflazione, dando la chiara impressione di una manovra del modello «gioco delle tre tavolette» al fine di raggiungere artificiosamente l'obiettivo di entrata nell'Euro -:
come venga calcolato il tasso d'inflazione Istat, quali siano i beni ed i servizi considerati all'interno del «paniere» e quale sia il peso specifico attribuito agli stessi.
(3-06208)

DELMASTRO DELLE VEDOVE e RALLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
le rilevazioni e le anticipazioni del settimanale Panorama sul contenuto della relazione conclusiva dell'indagine governativa disposta per lo scandalo della Missione Arcobaleno, hanno evidenziato il comprensibile imbarazzo del Governo, che, in violazione delle promesse di assoluta trasparenza e di costante informazione, ha sottaciuto, secondo quanto risulta dal citato settimanale, il contenuto del documento;
la trasmissione della relazione, che ad avviso dell'interrogante sarebbe un atto dovuto unitamente alle controdeduzioni del professor Franco Barberi, alla procura della Repubblica presso il tribunale di Bari attiene evidentemente ai profili penali ed eventualmente ai profili di interesse della Corte dei conti per il danno erariale;
peraltro il contenuto del documento non può esimere il Governo da un giudizio tecnico, amministrativo e politico sull'operato della Missione Arcobaleno, e segnatamente dei suoi vertici, con particolare riferimento alle eventuali colpe del professor Franco Barberi, premiato con la nomina a Direttore dell'agenzia per la Protezione Civile;
il giudizio del Governo dovrebbe trovare una sua immediata esplicazione, per confermare e smentire il giudizio dell'allora Presidente del Consiglio onorevole Massimo D'Alema che, compiendo un evidente atto di fede, aveva dichiarato che la Protezione Civile aveva «fornito una prova di grande professionalità e di efficienza agendo con una linearità e una trasparenza assoluta» -:
quale sia il giudizio del Governo sulla Missione Arcobaleno alla luce della relazione conclusiva dell'indagine governativa e se, alla luce di tale documento, non ritenga quanto meno incaute ed affrettate le dichiarazioni rese sull'argomento dell'allora Presidente del Consiglio dei Ministri onorevole Massimo D'Alema.
(3-06234)


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DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Libero di sabato 2 settembre 2000 ha pubblicato, alla pagina 8, nel quadro dei servizi a puntate relativi alle sentenze definitive della Corte dei conti contro dipendenti ed amministratori pubblici, la notizia secondo cui, fra i condannati, figurerebbe l'onorevole Giordano Angelini, attualmente investito della carica di sottosegretario nel governo Amato e già sottosegretario nei due governi D'Alema;
secondo tale notizia, la Corte dei conti avrebbe condannato l'onorevole Angelini, in solido con altri amministratori del Comune di Ravenna, a risarcire la somma di lire 266.000.000 circa, pari, approssimativamente, a 16 milioni cadauno, al di là del probabile vincolo di solidarietà passiva;
il quotidiano Libero segnala che non è noto se l'onorevole Angelini abbia provveduto a dare esecuzione alla sentenza e, dunque, a risarcire all'amministrazione il danno accertato con sentenza definitiva dalla Corte dei conti;
per il prestigio dell'intero esecutivo e per la necessaria trasparenza che deve caratterizzare la vita di coloro che hanno le massime responsabilità di Governo, è necessario sapere se l'onorevole Angelini abbia onorato il debito così come determinato dalla Corte dei conti, al fine, ove egli abbia spontaneamente provveduto, di restituire integrità all'immagine del deputato medesimo o al fine, ove egli non abbia provveduto, di chiedere perentoriamente di risarcire senza ulteriore indugio la pubblica amministrazione cui ha arrecato danno -:
se l'onorevole Giordano Angelini abbia provveduto a versare quanto di sua competenza all'amministrazione danneggiata di Ravenna sulla base della sentenza definitiva di condanna pronunciata dalla Corte dei conti, per comunicare la notizia dell'auspicabilmente avvenuto pagamento ai giornali o per pretendere perentoriamente l'immediato pagamento laddove ad oggi non si sia provveduto spontaneamente, essendo evidentemente inammissibile che un uomo investito di importantissime responsabilità di governo possa risultare debitore insolvente nei confronti di una pubblica amministrazione.
(3-06240)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Libero ha ritenuto di offrire all'attenzione di tutti gli italiani, con una serie di articoli pubblicati rispettivamente in data 30 e 31 agosto, 1, 2 e 3 settembre 2000, una significativa (ed allarmante) casistica di amministratori pubblici condannati con sentenza definitiva dalla Corte dei conti a risarcire danni, gravissimi, gravi e meno gravi, cagionati alla pubblica amministrazione, anche al fine di verificare se le singole amministrazioni di competenza abbiano provveduto concretamente al recupero dei danni medesimi;
improvvisamente il quotidiano Libero, sul numero del 3 settembre 2000, nel pubblicare gli ultimi tre casi, ha titolato «Dopo il vice-ministro, cala il sipario» con il seguente sottotitolo: «Pubblicata la condanna del sottosegretario Ds Angelini, l'inchiesta si chiude perché la Corte dei conti impedisce la consultazione in tempo utile delle sentenze definitive»;
nel corpo del citato articolo la spiegazione offerta dal quotidiano circa l'improvvisa interruzione dell'inchiesta è la seguente: «Motivo? Mettiamola così: la burocrazia - alla quale i vertici della Corte dei conti si sono improvvisamente appellati - che ha un passo lento e a volte lentissimo. Quella burocrazia che può andar bene per gli avvocati, molto meno per i giornali. E che - sia detto per inciso - talvolta diventa una sorta di porto delle nebbie. Non nel caso della Corte dei conti, ovviamente. Talvolta. Tra un passo lento e uno ancora più lento, può capitare che tutto si fermi. Dai dossier ecco comunque emergere altri casi. Gli ultimi, purtroppo»;


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la circospezione usata dal giornalista di «Libero» Mario Prignano consente tuttavia di comprendere come, ad inchiesta avviata, qualcosa sia accaduto per cui non è stato più possibile avere accesso alle informazioni così come era accaduto fino al momento (così pare di comprendere dal citato sottotitolo del quotidiano) in cui è stata pubblicata la condanna in capo al sottosegretario di Stato onorevole Angelini;
il sospetto che si voglia rendere in qualche modo difficoltoso l'accesso a documentazione che infastidisce in modo trasversale deve essere fugato attraverso una immediata presa di posizione del Presidente del Consiglio dei ministri che, in nome del principio di trasparenza e di democrazia, deve intervenire al fine di assicurare il libero accesso a tutte le informazioni cui una stampa libera, in un paese libero e democratico, ha diritto per esercitare, a sua volta, il diritto-dovere di informare;
alla luce di quanto apparso sul quotidiano «Libero» di domenica 3 settembre 2000 alla pagina 7, se effettivamente le modalità di accesso alle informazioni consentite al giornalista che ha condotto l'inchiesta sulle sentenze definitive della Corte dei conti nei confronti dei pubblici amministratori siano d'improvviso mutate con l'improvviso insorgere di ostacoli e difficoltà di natura burocratica sino a quel momento inesistenti e, in caso di accertamento positivo della circostanza, quali urgenti iniziative intenda assumere affinché sia consentito alla stampa di esaminare, senza intralci o impedimenti, tutti i documenti per legge accessibili.
(3-06241)

STAGNO d'ALCONTRES. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la funzione pubblica, al Ministro per gli affari regionali, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 58 del 29 gennaio 1992 ha disposto lo scioglimento dell'Azienda di Stato per i servizi telefonici (Asst);
il servizio svolto dalla Asst venne assegnato in concessione - per un anno - all'Iritel, una società costituita appositamente per questa finalità;
nel nuovo ente privato confluirono tutti i dipendenti ex Asst e tutto il personale delle stazioni radiocostiere del territorio nazionale, appartenenti ai «centri radio» dell'amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni;
in base all'articolo 4 della legge n. 58 del 1992, agli stessi ex dipendenti veniva offerta la possibilità di optare per la permanenza nel pubblico impiego, in altra amministrazione della stessa provincia, con la garanzia del mantenimento delle medesime qualifiche e retribuzioni;
la formulazione dei criteri per l'assegnazione delle sedi, secondo il comma 3 dell'articolo 4 della legge n. 58 del 1992, fu demandata ad apposito decreto, da emanarsi entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge medesima, ad opera del Ministro delle poste e delle telecornunicazioni, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative delle maestranze interessate;
l'individuazione dei posti vacanti nelle pubbliche amministrazioni fu, invece, demandato ad un decreto del Ministro per la funzione pubblica, da concertarsi con il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni, facendo ricorso all'istituto della mobilità;
la lista dei posti vacanti nella pubblica amministrazione effettuata dal Ministero per la funzione pubblica fu pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, del 20 agosto 1993. Ma dalla pubblicazione stessa si evinceva che il numero e la tipologia delle qualifiche poste a disposizione - in molte province del sud Italia ed in particolare in quella di Messina - non erano rispondenti alle qualifiche possedute dagli ex dipendenti (Asst) e poste e telecomunicazioni. I medesimi non poterono avvalersi dell'opzione contemplata


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dalla legge n. 58, a causa dell'assenza di posti e qualifiche di sesto, settimo e ottavo livello;
occorre sottolineare, inoltre, che anche i posti realmente usufruibili risultarono da tempo occupati, o addirittura inesistenti, a causa dell'inefficienza di numerose amministrazioni pubbliche del sud Italia, che non considerarono l'esatta consistenza dei posti vacanti o fornirono situazioni di organico non veritiere e, pertanto, in palese contrasto con la legge;
la totale mancanza di posti disponibili nelle amministrazioni pubbliche della provincia di Messina e la non veritiera situazione degli organici di numerose province del sud Italia ha concorso in maniera determinante alla rinuncia all'opzione di gran parte del personale interessato, penalizzato dal rischio di una scelta al buio che avrebbe potuto comportare la perdita del posto di lavoro;
coloro che ottennero di permanere nella pubblica amministrazione dovettero agire in prima persona attraverso canali non ufficiali concretizzando accordi con amministrazioni chenon resero nota alcuna disponibilità di posti nella lista pubblicata nellaGazzetta Ufficiale del 20 agosto 1993, n. 63-bis; e, comunque, trovarono soddisfazione alle legittime richieste unicamente a seguito di ricorso al Tar (sentenza 50/96 paragrafo 4 del «patto»);
la palese violazione dell'esercizio del diritto di opzione ha comportato, per gli ex dipendenti, la decadenza dallo status di pubblico dipendente, che, peraltro, doveva essere ampiamente motivata(testo unico n. 3 del 10 gennaio 1957);
centinaia dilavoratori posti incassa integrazione e di dipendenti in esubero presso aziende private (ad esempio Olivetti)sui quali incombeva lo spettro del licenziamento, sono stati assunti dall'ente poste italiane, acquisendo, di fatto, lo status di pubblico dipendente senza aver sostenuto (e vinto) alcun concorso;
le stesse ex maestranze Asst e poste e telecomunicazioni, oggi dipendenti della Telecom, si trovano a lavorare in condizioni non volute, esercitando, di fatto, funzioni non corrispondenti alle qualifiche derivanti dalla vincita di regolare concorso pubblico -:
quali provvedimenti si intendano adottare per consentire la riapertura delle liste di mobilità nella pubblica amministrazione per tutto il personale della ex Iritel, oggi dipendente Telecom, che intenda riacquisire lo status di dipendente dell'amministrazione pubblica;
quali iniziative si intendano adottare per riordinare, in modo trasparente, corretto e veritiero, la lista dei posti vacanti nella pubblica amministrazione fornendo ai richiedenti quantità di posti lavoro e qualifiche similari a quelle precedentemente assolte.
(3-06245)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'Ufficio per il controllo parlamentare della Camera dei deputati ha distribuito il volume «Atti di indirizzo e impegni assunti in sede di risposta ad atti di sindacato ispettivo inviati al governo», stampato il 30 giugno 2000. Da tale volume emergono dati per un verso preoccupanti e per altro verso deludenti circa il rapporto fra atti inviati ed atti della cui attuazione è pervenuta informazione agli uffici della Camera dei deputati;
dall'inizio della XIII legislatura sono stati inviati alla Presidenza del Consiglio dei ministri 95 atti di cui soltanto 10 attuati, con una percentuale pari al 10,52 per cento;
il dato appare straordinariamente negativo se si tien conto del fatto che è il Parlamento ad indirizzare l'azione del governo -:
quale giudizio esprima circa il negativo rapporto fra atti inviati ed atti attuati


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e quali iniziative intenda assumere per dare senza indugio attuazione agli atti ricevuti.(3-06266)

VOLONTÈ, TERESIO DELFINO e TASSONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro delle finanze, al Ministro delle comunicazioni, al Ministro della sanità, al Ministro delle politiche comunitarie. - Per sapere - premesso che:
la recente manifestazione sportiva automobilistica di Formula 1, nell'autodromo di Monza, denominata Gran Premio d'Italia, ha dimostrato ancora una volta quanto sia difficile far rispettare il divieto legale di far pubblicità ai prodotti da fumo esibiti sull'abbigliamento dei piloti e sulla carrozzeria delle vetture in competizione e vistosamente riprese dagli operatori televisivi del servizio pubblico radiotelevisivo;
nel frattempo, risulta che la pubblicità delle sigarette «MS» sulle moto di una nota casa italiana, ha suscitato la reazione negativa del Ministro della sanità;
quali siano gli impedimento per far rispettare un divieto di cui non si manca in ogni occasione di sottolineare l'esigenza di farlo osservare a difesa della pubblica salute e riproponendo leggi severe finora inapplicate;
perché non si sia ancora fatto ricorso a quelle norme che consentono alla pubblica amministrazione di sequestrare i mezzi attraverso cui si contravviene al divieto così come ricordava al Ministro della sanità quel giudice di Milano nel 1996, negando al riguardo diritto di iniziativa alla amministrazione dei monopoli di Stato perché non competeva all'ente la tutela della salute pubblica -:
quali iniziative siano state prese per far rispettare il divieto posto a tutela della salute pubblica;
se gli organi di polizia abbiano accertato così evidenti violazioni al divieto di legge;
se le autorità dello Stato: Ministro dell'interno, prefetti, questori, ufficiali dei carabinieri e della guardia di finanza in gran numero presenti alla manifestazione sportiva si siano accorti di così plateali violazioni di una legge dello Stato.
(3-06271)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ALBERTO GIORGETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni si sta completando l'ennesimo abbattimento di 45.000 tacchini in alcuni allevamenti della bassa veronese per ordine delle autorità sanitarie a fronte della comparsa di nuovi focolai del virus H7 a bassa patogenicità;
tale provvedimento, oltre a dimostrare la totale inefficacia della politica di prevenzione adottata nei mesi scorsi da parte dell'autorità sanitaria, legittima il grande timore degli operatori di dover affrontare un nuovo blocco totale del comparto avicolo veronese e veneto;
le modalità con cui il virus è riapparso legittimano sempre di più il sospetto che l'episodio non sia del tutto casuale ma piuttosto frutto di un preciso disegno di destabilizzazione e vera e propria «guerra di mercato» intrapresa da ignoti nei confronti dell'avicoltura veronese e veneta;
tutto ciò legittimato anche dal fatto che la difficoltà attraversata dal comparto nella regione Veneto, ha inesorabilmente determinato un rafforzamento di presenza sul mercato di realtà produttive di altre regioni e internazionali;
gli interessi legati infatti al comparto solo veronese sfiorano l'ordine dei 3.000 miliardi l'anno mentre l'avicoltura nazionale rappresenta l'8 per cento del prodotto lordo vendibile dell'intera agricoltura italiana oltre ad essere l'unico settore alimentare che risulta autosufficiente nei confronti dell'estero;


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il totale disinteresse dimostrato dal Governo nazionale in merito alla vicenda legittima ulteriormente il sospetto che attorno al fatturato di oltre 10.000 miliardi dell'intero comparto, si stiano muovendo interessi del tutto ostili alla produzione veneta e veronese probabilmente a vantaggio di operatori più vicini politicamente all'attuale maggioranza nazionale rispetto alle migliaia di allevatori che hanno investito in questi anni secondo criteri di libera e autonoma imprenditorialità -:
quali iniziative immediate ed urgenti intenda prendere il Presidente del Consiglio dei ministri per fugare ogni dubbio in merito a quello che, ad avviso dell'interrogante appare come una faziosa condotta messa in atto dal Governo relativamente ai seguenti punti: totale rinuncia ad ottenere in sede europea l'utilizzo di vaccini che secondo autorevoli esperti, non succubi di interessi e logiche di centro-sinistra, rappresentenza l'unica strada per combattere efficacemente l'esplosione dell'epidemia; totale assenza di volontà di mantenere gli impegni assunti dai vari ministri competenti in merito agli interventi per rifondere danni diretti ed indiretti al comparto colpito da tale calamità anche in considerazione della proposta di legge n. 6713 bloccata in Parlamento dall'attuale maggioranza; assenza totale di strategie per difendere gli interessi nazionali legati all'importanza di questo settore zootecnico;
quali iniziative intenda inoltre assumere il Governo al fine di indagare su questa evidente «guerra di mercato» per identificare eventuali responsabili e ripristinare le regole di libera concorrenza su cui sarebbe auspicabile anche un intervento dell'Autorità Garante della concorrenza e del mercato.
(5-08171)

POSSA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il numero dei delitti nelle loro varie tipologie, annualmente verificatisi in Italia e risultanti dalle denunce presentate dai cittadini alle competenti autorità, costituisce un elemento di fondamentale importanza per la valutazione del funzionamento della società civile;
l'elaborazione di questi dati sulla delittuosità è affidata per legge all'Istat;
a riguardo dei delitti le principali serie di dati elaborate annualmente dall'Istat (presentate negli annuari Istat «Statistiche giudiziarie penali») sono: a) quelle dei «delitti denunciati per i quali l'autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale» e b) quelle dei «delitti denunciati all'autorità giudiziaria dalla polizia di Stato, dall'Arma dei carabinieri e dal corpo della guardia di finanza»;
i dati presentati nelle tabelle tipo a) si riferiscono non ai delitti effettivamente avvenuti nell'anno indicato, ma ai delitti per i quali nell'anno indicato l'autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale; può capitare che l'autorità giudiziaria inizi l'azione penale anche anni dopo l'effettivo compimento del delitto, ad esempio quando ne viene a conoscenza per effetto delle dichiarazioni di un pentito; può altresì capitare che si verifichi per qualche tempo un ritardo nella registrazione dell'inizio delle azioni penali da parte dell'Autorità Giudiziaria, ad esempio per effetto dell'interruzione del funzionamento degli uffici competenti. Pertanto questi dati di tipo a) non possono costituire indicazioni affidabili della delittuosità annuale;
i dati del tipo b), come segnala puntualmente l'Istat su ciascuna tabella, non comprendono tutti i delitti denunciati in un dato anno, ma solo una parte, peraltro la parte maggiore; mancano infatti in questi dati i delitti che sono stati denunciati direttamente all'autorità giudiziaria da altri organi della pubblica amministrazione o da privati senza passare dalla polizia di Stato, dall'Arma dei carabinieri o dal corpo della guardia di finanza;
i dati sulla delittuosità presentati nelle due statistiche a) e b) sono notevolmente diversi; ad esempio per l'anno 1998


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gli omicidi volontari in Italia sono stati 1659 per la statistica di tipo a) e 876 per la statistica di tipo b); sempre per lo stesso anno il totale dei furti è stato pari 1.751.862 per la statistica di tipo a) e pari a 1.478.221 per la statistica di tipo b) -:
perché nei lavori concentrati con l'Istat e programmati per il triennio 2000-2002 dal ministero dell'interno e dal ministero della giustizia (elencati nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 31 marzo 2000) non sia prevista una raccolta delle denuncie dei delitti occorsi in Italia, che comprenda tutte le denuncie di tali delitti effettuate nel corso dell'anno alle competenti autorità;
se si intenda realizzare tale raccolta e in caso affermativo in quali termini di tempo.
(5-08193)

COSTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
ciclicamente la stampa affronta il problema dell'appropriazione di idee da parte di persone che detengono posti chiave nella Rai, senza che peraltro l'Azienda o gli interessati si premurino di fare chiarezza. L'argomento è stato ripreso il 6 agosto scorso dal quotidiano Libero in un servizio in cui si fa cenno anche all'istituzione da parte della Rai del sito internet «serracreativa.it» cui i privati cittadini possono accedere per conferire idee e proposte di programmi -:
quali siano le modalità attraverso le quali la Concessionaria del Servizio Pubblico assicura il rispetto della normativa vigente in materia di diritto di autore e se abbia codificato procedure per tutelare gli autori che propongono programmi sia per via telematica che per via tradizionale, e come esse siano articolate: se esista un apposito ufficio, se venga rilasciata ricevuta contenente gli elementi caratterizzanti della proposta e così via.
(5-08204)

CONTENTO e PEZZOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto apparso sui quotidiani locali, una complessa vicenda giudiziaria e amministrativa si sarebbe sviluppata nel corso delle ultime settimane nel comune di Erto e Casso (Pordenone), sul cui territorio è stata solo in parte creata una zona industriale;
le proteste di comitati cittadini e di numerose associazioni locali hanno, poi, preso vigore dopo la decisione da parte dell'amministrazione comunale di dare avvio ai lavori di costruzione di un salumificio all'interno della zona destinata ad insediamenti produttivi;
all'aspetto propriamente morale dell'intera operazione attuata dal comune di Erto e Casso - il salumificio sorge, infatti, sui detriti della frana del monte Toc che la notte del 9 Ottobre 1963 provocò la morte di duemila persone, i corpi di alcune delle quali non sono mai stati recuperati - si affiancherebbe quello giudiziario, tanto che, secondo quanto riportato dalla stampa, della questione sarebbero state investite rispettivamente la procura della Repubblica di Belluno, la procura della Corte dei conti di Trieste e la sovrintendenza ai beni culturali di Udine;
gli esposti in questione mirerebbero a far luce sui molti dubbi ancora aperti in relazione al caso della zona industriale di Erto e Casso, dubbi in merito al fatto che non è mai stato chiarito perché terreni valutati 800 lire al metro quadrato siano stati acquistati con denaro pubblico ad un valore quasi dieci volte superiore quello reale, oppure sul perché si sia dato avvio ai lavori pur essendo consapevoli della mancanza della rete idrica e di quella fognaria (alcune centinaia di milioni di lire sono state spese per un primo pozzo rivelatosi sin da subito inefficiente) o, anche, sulla curiosa circostanza che il punto produttivo in questione formi una quanto mai insolita isola posta tra il territorio protetto del Parco naturale delle Dolomiti friulane e quello ancor più tutelato della frana del monte Toc;


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un'altra questione ora al vaglio della magistratura, sarebbe quella concernente gli ex proprietari dei terreni acquistati per la realizzazione dell'area industriale, anche in considerazione del fatto che, alle voci ricorrenti su presunti casi di interessi privati in atto pubblico (pare che tra i beneficiari delle cessioni compaiano anche i nomi di amministratori locali e di alcuni loro congiunti), gli uffici comunali e il Nucleo di industrializzazione produttiva avrebbero risposto con quello che più volte la stampa locale ha definito un vero e proprio «muro di gomma»;
inoltre, la sovrintendenza ai beni culturali ed ambientali di Udine, da parte sua, starebbe valutando la necessità di intervenire sul complesso industriale in quanto non sarebbero stati rispettati i vincoli della cosiddetta «legge Galasso», mentre diverse perplessità sarebbero già state sollevate in merito all'assenza della perizia geologica e della Valutazione di impatto ambientale sulla zona interessata da qualsiasi carteggio comunale;
appare evidente che l'effettiva mancanza di parere geologico renderebbe ancor più grave la situazione, soprattutto se si pensa che la zona industriale e, di conseguenza, l'opificio contestato sono stati realizzati su terreno di frana e su materiale di riporto -:
quali uffici amministrativi abbiano rilasciato le autorizzazioni necessarie all'avvio dei lavori di costruzione di un salumificio all'interno della zona industriale di Erto e Casso (Pordenone) pur sussistendo dubbi, ampiamente riportati dalla stampa locale, di una certa rilevanza sulla regolarità dell'opera che ora sarebbe al vaglio tanto della magistratura ordinaria quanto di quella contabile e, qualora siano riscontrate delle regolarità, quali misure intendano adottare nei confronti degli eventuali responsabili;
quale valutazione ritengano opportuna fornire in merito all'aspetto morale della vicenda sollevato da numerosi residenti delle località interessate al disastro del Vajont sulla reale necessità di individuare una zona industriale proprio su quella che, stando anche ad un Decreto ministeriale del 1972, giuridicamente risulta ancora un'area inaccessibile per la propria pericolosità e che materialmente viene ritenuta un simbolo della morte violenta di duemila innocenti;
quali iniziative intendano adottare per far si che sia fatta luce sui tanti dubbi che, fin dal disastro del 1963, non sono mai stati chiariti, anche in merito alla difficile situazione idrogeologica di tutta l'area di Erto e Casso e ad eventuali riflessi sulla sicurezza dei cittadini e sulla stabilità degli edifici, in particolar modo dopo il recente tragico episodio verificatosi a Soverato (Catanzaro) in seguito allo straripamento del torrente Beltrame.
(5-08206)

Interrogazioni a risposta scritta:

SCAJOLA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'aumento incontrollato del prezzo del petrolio collegato all'andamento dei mercati monetari sta provocando il progressivo rialzo del prezzo dei carburanti;
seriamente compromesso è il comparto della pesca, che, tra l'altro, direttamente e indirettamente, coinvolge decine di migliaia di piccoli operatori e lavoratori, distribuiti su tutto il territorio nazionale, con particolare incidenza nelle tradizionali località marinare, Liguria compresa;
le organizzazioni del settore hanno presentato all'esecutivo un'articolata richiesta di aiuti che comprende uno sconto fiscale di 100 lire sul gasolio, benefìci fiscali e previdenziali, congelamento dell'Irap e deducibilità di alcune spese di gestione -:
quali iniziative verranno assunte al fine di corrispondere alle pressanti istanze del mondo della pesca i cui operatori da mesi attendono che si traducano in fatti concreti le promesse del ministero delle


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politiche agricole e forestali per rivitalizzare un settore in pesante crisi operativa.
(4-31307)

SCAJOLA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'aumento incontrollato del prezzo del petrolio collegato all'andamento dei mercati monetari sta provocando il progressivo rialzo del prezzo dei carburanti;
in particolare nel comparto agricolo, confrontando i prezzi attuali con quelli dell'inverno scorso, si registrano aumenti tra il 30 e il 40 per cento con conseguenze sui costi di produzione facilmente immaginabili;
non si può dimenticare che per le produzioni in serra il costo energetico per il riscaldamento influisce in modo preponderante sui costi di produzione;
in particolare risulta inaccettabile la sperequazione che danneggia la produzione del basilico, simbolo della produzione agricola e gastronomica della Liguria, le cui produzioni autunnali e invernali rischiano di essere compromesse:
quali iniziative intenda assumere al fine di:
a) riallineare immediatamente il costo del gasolio per il riscaldamento delle serre di basilico a quello delle produzioni floricole;
b) provvedere in tempi brevi all'azzeramento dell'accisa su tutti i prodotti petroliferi utilizzati in agricoltura avviando concretamente l'applicazione delle nuove tabelle «ettaro-coltura» attraverso cui vengono ridimensionate le assegnazioni e diversificandole a seconda del tipo di azienda che ne fa richiesta.
(4-31308)

CACCAVARI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, al Ministro della sanità, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
i dati disponibili confermano che la scoperta dei falsi invalidi ha dato buoni risultati;
giustamente le commissioni deputate alla verifica sottopongono a visite periodiche le categorie di invalidi per documentare la persistenza e la relativa gravità dell'invalidità;
le patologie irreversibili di natura genetica, traumatica, o malformativa come esiti di lesioni cerebrali incurabili danno luogo a gravissime alterazioni somatiche e intellettive che purtroppo non possono essere suscettibili di recupero;
la convocazione per la verifica è sistematicamente e quindi ripetutamente inviata alle persone che presentano patologie gravissime come quelle soprascritte e la visita di controllo si riduce ad una imbarazzata ed ovvia conferma di uno stato patologico immodificabile;
la risposta alle convocazioni comporta per tali persone disabili e le loro famiglie una ingiustificata ed umiliante esposizione delle proprie difficoltà e una dolorosa ripetizione di un evento inutile -:
quali provvedimenti immediati si intendano assumere per evitare che nel futuro persone afflitte da pesanti condizioni umane e di relazione dopo il riconoscimento di invalidità per patologie genetiche, malformative o post-traumatiche irreversibili siano chiamate per una verifica della loro condizione, quando basterebbe un po' di buon senso per rendere più rispettoso della dignità e della sofferenza di queste persone e delle loro famiglie l'atteggiamento dello Stato.
(4-31320)

ALBERTO GIORGETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
le elevate barriere tariffarie imposte dagli Stati Uniti alle importazioni europee stanno oltrepassando ogni ragionevole limite;


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più di 200 prodotti hanno infatti tariffe oltre il 18 per cento e abbastanza di frequente tra il 25 ed il 30 per cento;
per alcuni indumenti in lana, le tariffe doganali raggiungono anche il 27 per cento mentre per i tessuti in lana si registrano picchi superiori al 33 per cento;
dazi supplementari si aggiungono su certe categorie di prodotti, calcolati in dollaro per unità di peso;
i dazi sui tessuti di lana hanno raggiunto livelli talmente elevati tanto da far sollevare la protesta degli stessi imprenditori Usa dell'abbigliamento, i confezionisti che importano i tessuti italiani per farne capi di vestiario;
tutto ciò avviene anche a causa del «carousel», il sistema di rotazione dei prodotti inseriti nelle liste delle merci da colpire: gli Usa infatti, per danneggiare il più possibile l'Europa, cambiano ogni sei mesi la lista dei prodotti sottoposti ai terribili dazi del 100 per cento;
il peggio deve ancora venire perché gli Stati Uniti si stanno apprestando a lanciare un pesantissimo attacco commerciale contro l'Europa con sanzioni per 308,2 milioni di dollari, quasi 700 miliardi di lire;
a farne le spese più di ogni altro potrebbe essere proprio l'Italia: dazi punitivi del 100 per cento e del 200 per cento potrebbero infatti essere applicati entro un mese sul prezzo al dettaglio del prosciutto, del pecorino, dell'acqua minerale, dei biscotti e delle conserve vegetali, prodotti tipici dell'industria italiana che hanno conquistato negli ultimi anni quote molto significative del mercato alimentare americano;
coinvolti in questa penalizzazione risultano anche i produttori di alcuni comuni di Arcole, Cologna Veneta, Pressana, Roveredo di Guà, Veronella, Zimella, facenti parte del Distretto 2 - Tessile e abbigliamento dell'area meridionale del Veneto;
complessivamente, le sanzioni contro i soli prodotti italiani mettono a rischio un export valutato in oltre 200 milioni di dollari, l'equivalente di più di 400 miliardi di lire;
le imprese italiane esportano negli Stati Uniti pecorino per un totale di 93,3 milioni di dollari, l'equivalente di oltre 180 miliardi di lire -:
quali provvedimenti immediati ed urgenti si intendano adottare per giungere in tempi brevi ad un accordo anti-sanzioni con gli Stati Uniti, possibilmente prima di ogni dichiarazione ufficiale americana finalizzata a rendere operativi i nuovi ed incredibili dazi commerciali così come minacciati dagli Usa nei confronti dell'Europa ed in particolare modo dell'Italia.
(4-31328)

MARTINAT. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha recentemente autorizzato regioni ed enti locali a sottoscrivere convenzioni con gli aeroclub per utilizzare velivoli nel compito di avvistamento dei roghi;
ad avviso dell'interrogante questo orientamento configura lo Stato come entità che mortifica e non invece garantisce la libera concorrenza in questo settore;
in questo modo, infatti, si ledono gravemente gli interessi di tutte le aziende nazionali di lavoro aereo che partecipano alle gare di appalto per il servizio antincendio promosse dalle regioni italiane;
oltre a porre le suddette aziende in condizioni d'inferiorità, questo orientamento si configura, anche sul piano formale, in contrasto con le leggi e le normative in vigore nel settore aeronautico;
innanzitutto lo statuto dell'aero-club Italia non prevede, tra le attività elencate, che esso possa svolgere alcun tipo di lavoro aereo né in forma retribuita né a titolo gratuito;
alle aziende elicotteristiche che partecipano alle gare d'appalto indette dalle


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regioni viene richiesto di uniformarsi totalmente agli adempimenti del codice di navigazione ed ai regolamenti in vigore, con particolare riguardo al possesso della licenza di lavoro aereo;
l'orientamento di privilegiare le convenzioni con gli aeroclub consentirebbe loro di operare senza il rispetto dei requisiti necessari all'ottenimento della suddetta licenza che sono: la disponibilità di una idonea struttura logistica; un adeguato addestramento e qualifica del personale impiegato; la scelta ed il controllo degli aeromobili impiegati. Requisiti che, visibilmente, costituiscono un onere notevole sopportato dalle aziende di lavoro aereo che partecipano alle gare anche nel caso che debbano effettuare solamente attività di ricognizione ed avvistamento;
consentire all'aero-club Italia di operare in deroga al possesso dei suddetti onerosi requisiti, che vengono però integralmente richiesti a tutte le altre organizzazioni civili che svolgono la stessa attività, significa creare i presupposti per una inammissibile disparità;
consentire all'aero-club di operare in condizioni di palese privilegio, addirittura in pericolosa deroga ai requisiti di sicurezza e qualità del lavoro, costituisce una evidente forma di concorrenza sleale, in palese contraddizione con i principi che hanno portato alla costituzione della «Autorità garante della concorrenza e del mercato» -:
se non ritenga di intervenire con urgenza per evitare che queste palesi violazioni della legge abbiano a verificarsi.
(4-31345)

ANEDDA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
dalla nave carboniera Eurobulker, incagliatasi l'8 settembre scorso, nella «secca grande» del canale di San Pietro, nei pressi di Portoscuso, continuano ad uscire materie inquinanti, mentre aumenta il rischio che la nave possa spaccarsi, affondare e disperdere in mare il carico di 170.000 tonnellate di carbone;
il carburante e l'olio della nave stanno soffocando quaranta chilometri di costa, mentre le operazioni di svuotamento della nave subiscono inspiegabili ritardi;
il gravissimo inquinamento oltre ai danni alle zone costiere dell'isola di San Pietro, dell'isola Piana, di Calasetta e di Sant'Antioco, ha imposto il fermo all'attività di pesca ed ai pescatori è stato imposto di cambiare le loro abituali zone di pesca, con danni economici incalcolabili per la marineria del Sulcis, per gli allevamenti ittici e per il turismo;
i ritardi e l'inefficienza degli organi statali hanno costretto il comune di Sant'Antioco ad organizzare nello stagno gruppi di volontari al fine di contenere l'espandersi della chiazza inquinante con la sistemazione di panne antinquinamento fra le due coste dello stagno;
l'utilizzazione di solventi, che fanno precipitare sul fondo marino il combustibile e l'olio, non eliminano, ma, anzi, per certi versi aggravano i danni -:
se, considerata la situazione, intenda dichiarare lo stato di calamità naturale per le zone danneggiate e quali immediati provvedimenti di sostegno abbia in animo d'assumere.
(4-31346)

CONTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole e forestali, al Ministro dei trasporti e della navigazione, al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
da mesi è in atto un continuo preoccupante gravoso aumento del prezzo del petrolio e dei suoi derivati: per primi il gasolio e la benzina;
l'andamento del mercato mondiale del petrolio è motivo di grande giustificata preoccupazione per numerose categorie di


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lavoratori autonomi che usano l'auto per svolgere il loro lavoro e di molte altre aziende dedite a diverse attività;
in particolare sono vittime dei continui aumenti del prezzo del gasolio gli autotrasportatori che minacciano scioperi ad oltranza e gli operatori impegnati nel settore della pesca;
molto preoccupate per l'aggravarsi del problema sono tutte le marinerie d'Italia e nelle Marche particolarmente interessate quelle di San Benedetto del Tronto, oltre a quelle di Civitanova Marche, Fano, Ancona, Senigallia e in generale di tutte quelle della costa adriatica;
danni enormi subiscono i proprietari delle imbarcazioni più piccole; infatti lo scorso anno il prezzo del carburante si aggirava attorno alle 400 lire al litro, mentre attualmente ha superato quota 700 lire;
se il Governo e i Ministri comunque interessati non intendano intervenire con una seria e forte azione di politica estera sugli Stati che stanno strozzando il mercato mondiale del petrolio aumentando continuamente le quote di estrazione dello stesso e quindi mutando a loro piacere il prezzo dei suoi prodotti derivati;
se non si intenda intervenire con forza su quegli Stati che l'Italia comunque aiuta, come la Nigeria e alcuni Stati Arabi dei quali l'Italia si è dimostrata amica e alleata (partecipazione italiana alla guerra del Golfo: quindi Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati Arabi) e nei confronti di Stati nostri tradizionali alleati e produttori (come gli Usa);
se, nel frattempo, non si ritenga logico, giusto e urgente modificare la politica fiscale del Governo sulla tassazione estremamente esosa imposta sui prodotti petroliferi, promuovendo e approvando nel più breve tempo possibile sostanziosi sgravi contributivi per le aziende maggiormente colpite (autotrasportatori e pescatori) e varare il provvedimento denominato «gasolio professionale» sulla scia di analogo provvedimento già adottato in agricoltura;
se sia a conoscenza che l'esasperazione fra gli interessati potrebbe provocare risposte durissime che vanno dallo sciopero ad oltranza (autotrasportatori) e addirittura alla disubbidienza civile non rispettando le regole vigenti nel settore della pesca.
(4-31354)

VELTRI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'Espresso del 20 luglio 2000 nella rubrica «Poteri di Devil», pseudonimo del professor Guido Rossi, denuncia fatti di nepotismo che sarebbero avvenuti all'interno della Autorità amministrative e degli enti da esse controllate;
che l'articolista scrive che le Autorità rischiano di perdere autorevolezza a causa del conflitto di interessi, «il nostro male più vile», e aggiunge: «Come non notare, infatti, che figli, parenti e amici di Commissari vengono spesso assunti da coloro che sono sottoposti al controllo delle Autorità Amministrative Indipendenti o dai loro consulenti favoriti? E viceversa» -:
tutto ciò premesso interroga il Presidente del Consiglio dei ministri per sapere come stiano le cose. Chi sono gli assunti e in quali Autorità e in quali Enti e da quali consulenti;
se non ritenga di promuovere un'indagine, di rendere pubblici i nomi e di revocare gli amministratori se nominati dal Governo;
se non ritenga opportuno che sia interessata la magistratura penale per verificare se oltre a deteriori pratiche di lottizzazione siano stati commessi reati.
(4-31358)

ARMOSINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sconcertante l'episodio avvenuto in una scuola elementare di Carpi dove un insegnante che ha patteggiato una pena per


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pedofilia è stato riammesso nelle graduatoria delle supplenze e così potrà tornare ad insegnare;
l'opinione pubblica è sconvolta da questo episodio e le madri degli alunni minacciano, a giusta ragione, di non mandare più i figli nella scuola dove il soggetto condannato per molestie sessuali andrà ad insegnare;
oggi mentre si fanno grandi proclami per combattere il fenomeno della pedofilia in pratica si concede ad un soggetto che ha ammesso le sue gravi colpe di tornare ad insegnare e di essere in contatto con bambini;
è necessario un intervento affinché il soggetto condannato per pedofilia non debba più ricoprire nessun incarico o nessun altro lavoro che lo metta in contatto con dei bambini;
i genitori di ben cinquecento bambini hanno rivolto una petizione al comune di Carpi per il fatto sopra riportato e la coordinatrice di Forza Italia della provincia di Carpi ha proposto un ordine del giorno urgente per impedire che episodi del genere si possano ripetere -:
quali urgenti iniziative intenda adottare il Governo per impedire che colui che ha ammesso le sue gravi colpe torni ad insegnare.
(4-31390)

TARADASH. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il signor Vincenzo Gargiulo il 4 settembre 2000 ha iniziato in Piazza Montencitorio uno sciopero della fame per richiamare l'attenzione del Parlamento sulla sua disperata vicenda iniziata nel 1995 quando sporse una denuncia per essere stato vittima di usurai a carico dei quali fu aperto, nello stesso anno, un procedimento penale; dal 1997 il signor Gargiulo, che a causa di tali eventi versa in una drammatica situazione economica, ha tentato di ottenere la concessione di un mutuo a carico del fondo istituito dalla legge 7 marzo 1996 n. 108 senza alcun risultato;
il 20 febbraio 1998, nel corso di un incontro con il professor Marco Demetrio De Luca, presidente della commissione paritetica istituita presso la Presidenza del Consiglio, cui il signor Gargiulo era stato indirizzato per la presentazione della domanda, gli venne assicurato che era stata stanziata, a suo favore, l'erogazione di una somma pari a 520.000.000 di lire che sarebbe stata versata in due riprese: entro il 5 marzo 1998 i primi 260.000.000 di lire e il saldo entro la fine dello stesso anno;
nonostante tali garanzie, il rilascio di un attestato da parte del professor De Luca in cui si certificava il suo diritto ad ottenere il mutuo e le reiterate rassicurazioni ottenute, nell'agosto del 1998 egli non era stato messo in grado di disporre della somma che gli era stata concessa e quindi di far fronte alle pressanti richieste dei creditori;
il 24 novembre 1998 venne notificato al signor Gargiulo il rigetto della domanda di concessione del mutuo, presentata il 2 settembre dello stesso anno alla prefettura di Napoli (inviata in copia anche alla Consap il 6 ottobre successivo), per decorrenza dei termini che erano scaduti il 26 luglio;
il 22 giugno 1999, il signor Gargiulo ha nuovamente invano ripresentato la domanda per effetto delle disposizioni contenute nella legge 23 febbraio 1999 n. 44, che disponeva la possibilità di ripresentare le domande rigettate anteriormente alla data della sua entrata in vigore, poiché, secondo quanto riferitogli da fonti del ministero dell'interno, la legge erroneamente aveva disposto la riapertura dei termini solo per le vittime di estorsione;
il 31 agosto scorso il signor Gargiulo ha perso, per mancato rinnovo del contratto di lavoro, anche il precario impiego come operaio nel cimitero di Panza, una frazione di Forio d'Ischia, ottenuto a seguito dell'interessamento dell'Associazione Protestati d'Italia presso la società Pegaso Spa;


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il signor Gargiulo dispera ora di poter ottenere un aiuto da parte dello Stato nello spirito dette leggi emanate in questi anni e, in generale, della dichiarata volontà di combattere il gravissimo fenomeno dell'usura, che dovrebbero incoraggiare le denuncie delle vittime e dei loro familiari e sostenerle economicamente sia per soddisfare le richieste dei legittimi creditori sia affinchè non si vedano costretti ad abbandonare le proprie attività -:
se non ritengano di dover assumere tempestivamente tutte le iniziative necessarie per garantire al signor Vincenzo Gargiulo la soddisfazione dei diritti riconosciutigli dalle leggi vigenti, considerando la disperata situazione in cui lui e la sua famiglia si trovano.
(4-31391)

ERRIGO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere:
se in considerazione delle reiterate querele per diffamazione sporte nei confronti dell'onorevole Vittorio Sgarbi dal dottor Caselli per ostacolare il diritto di critica sulla sua attività giurisdizionale (ed intendo il diritto di critica a prescindere dalle prerogative parlamentari, come libertà di espressione di un cittadino;
se non ritenga di aprire nei confronti del dottor Caselli stesso, un'azione disciplinare presso il Consiglio superiore della magistratura o presso le sedi idonee per le attuali precipue funzioni, dal predetto rivestite presso il ministero della giustizia;
non ravvisi in tali comportamenti un tentativo di intimidazione, vuoi con la minaccia di pene detentive, vuoi con il rischio di oneri pecuniari, per indurre al silenzio ed alla rinuncia ad ogni legittima critica, invadendo, conseguentemente, anche l'esercizio della funzione parlamentare (questo, nonostante sentenze della Cassazione che hanno ribadito a fronte di ripetitive querele del dottor Caselli - Cassazione, non Giunta per le immunità - la insindacabilità delle opinioni, soprattutto politiche, del Parlamentare).
(4-31392)

VELTRI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il sottoscritto ha già presentato due interrogazioni ed una interpellanza urgente sul caso Mediaset-legge Tremonti;
il Governo ha confermato tutte le riserve ed i dati dell'interpellante;
al momento della risposta il Governo non era a conoscenza che la commissione tributaria di Milano, proprio per lo stesso giorno, aveva depositato una sentenza di parziale «assoluzione» di Mediaset, divulgata dalla società come «assoluzione» totale e attestazione di un comportamento aziendale rigoroso e corretto;
considerato che nella sentenza di primo grado è scritto quanto segue: «la Commissione accoglie in parte i ricorsi riuniti e accerta, ai fini dell'Irpeg e per l'anno 1994 una minore perdita di 84.982.683.202 e per l'anno 1995 una minore perdita di 49.483.386.202». Che di conseguenza Mediaset è stata considerata «colpevole» di aver utilizzato impropriamente, anche se parzialmente, la legge Tremonti e che essendo il dispositivo della sentenza quello che conta lo Stato dovrebbe esigere le imposte sulla base dello stesso a meno che Mediaset non ricorra;
il funzionario delle imposte che avrebbe dovuto rispondere ai quesiti di Mediaset non ha risposto;
all'udienza di primo grado era presente l'avvocato di Mediaset ed era assente il rappresentante dell'ufficio dello Stato;
in data 27 ottobre 1994 il Governo Berlusconi ha diramato una circolare interpretativa della legge Tremonti perché la stessa non veniva considerata sufficientemente chiara;
considerato altresì che il quesito di Mediaset è del 21 dicembre 1994 e che dal testo dello stesso emerge che a quella data i diritti sulla trasmissione dei film già proiettati non erano ancora stati acquistati;


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non si conoscono le ragioni per le quali il relatore è stato sostituito dal consiglio di presidenza della giustizia tributaria;
tutto ciò premesso, interroga il Governo per sapere per quali ragioni -:
il relatore è stato sostituito, se non intenda promuovere un procedimento di fronte alla magistratura penale nei confronti del funzionario che non ha risposto ai quesiti di Mediaset;
se non intenda aprire un'inchiesta per accertare le cause dell'assenza dell'ufficio nell'udienza del 13 dicembre 1999;
se non ritenga che le circolari non possono prevalere sulla legge e che di conseguenza la circolare esplicativa del Ministro delle finanze è da considerare nulla;
se non ritenga che il fatto costituisca non solo un caso clamoroso di conflitto d'interesse, ma ipotizzi un reato da segnalare alla magistratura ordinaria. Il Governo Berlusconi, infatti, ha proposto una legge, l'ha fatta approvare, l'ha usata per le sue aziende e di fronte alla posizione degli uffici delle imposte che ne consideravano l'applicazione impropria da parte di Mediaset.
Il Capo del Governo di fatto ha detto: «nulla quaestio, alle mie aziende l'interpretazione esatta la do io!».
(4-31393)

FOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nel mese di maggio del 2000 le aziende editrici di giornali e riviste hanno terminato la disamina delle potenzialità, di vendita degli esercizi di bar e tabacchi che - entro i termini fissati dalla legge n. 108 del 1999 avevano comunicato al comune territorialmente competente la propria disponibilità a partecipare alla sperimentazione di nuove forme di vendita di giornali quotidiani e periodici;
la comunicazione effettuata dagli esercizi commerciali di segnalare la propria disponibilità ad aderire al progetto sperimentale non determina - a giudizio della Fieg - un diritto in relazione all'effettiva attivazione delle forniture di prodotto editoriale né un obbligo da parte di editori e distributori a veicolare le pubblicazioni, risultando l'impegno economico per l'attivazione dei canali di vendita sperimentali ed il rischio dell'invenduto totalmente a carico delle aziende editoriali;
in ragione di ciò numerosi esercizi di bar e tabacchi, pur avendo ottenuto il nulla osta del comune alla sperimentazione, sono impediti dal partecipare all'iniziativa a seguito del menzionato atteggiamento assunto dalla Federazione italiana editori e giornali (Fieg) -:
se i fatti siano noti al Governo e quali urgenti iniziative intenda assumere per garantire il regolare svolgimento dell'attività di sperimentazione di nuove forme di vendita di giornali quotidiani e periodici.
(4-31403)

BORGHEZIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro delle finanze. - Per sapere - premesso che:
è stato inventato e concepito un sistema per il pagamento in particolare delle tasse di registro tramite banca o posta, con cui fra aggi e interessi lo Stato ha una perdita secca del 30 per cento su base annua;
il sistema è stato esteso anche al particolare procedimento atti giudiziari, particolare in quanto per esso sono necessari tempi brevissimi fra l'emissione del provvedimento, la sua registrazione e l'estrazione di copie o altro;
il sistema è vessatorio in quanto, a seconda degli uffici territoriali del registro, questi pretendono codici fiscali che le parti perdenti sono restie a comunicare, e dunque di difficile acquisizione; privo di buon senso in quanto fino ad ora lo Stato incassava direttamente ed immediatamente le somme, ed i «clienti», così come ipocritamente sono definiti gli oppressi e


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coatti cittadini caricati di pesi insostenibili, sono costretti a fare tre code per registrare un atto (accedere all'ufficio per conoscere il costo della tassa; andare alla banca a pagare; tornare all'ufficio per chiedere la registrazione presentando la ricevuta bancaria), là dove prima della riforma era sufficiente presentarsi allo sportello e pagare direttamente;
in particolare l'ufficio del Registro atti giudiziari di Roma, allocato a sette chilometri dalle sedi di Tribunale, Appello e Cassazione, anche a motivo dell'inadatto programma dei cervelli elettronici, riesce ad apporre sugli atti giudiziari il timbro della registrazione con 53 giorni di ritardo, ad oggi, a cui si sommano i tempi con cui i commessi dei vari uffici giudiziari tornano a riprendersi gli atti registrati, soggetti poi ad annotazione cronologica, smistamento, inserimento nelle raccolte e quant'altro, allungando così inutilmente le procedure -:
quali rimedi intendano assumere per:
sveltire e semplificare il procedimento;
eliminare l'imposizione dell'indicazione di codici fiscali, che contrasta violentemente altresì con il conclamato principio della riservatezza;
per eliminare l'assurdità di un registro atti giudiziari per gli uffici giudiziari romani sito a così grande distanza dalle sedi giudiziarie;
se, in merito, siano in atto inchieste amministrative, indagini di polizia giudiziaria o tributaria, e se i fatti siano noti alla Procura generale presso la Corte dei conti, al fine di accertare, perseguire e reprimere responsabilità contabili, ed i sempre conseguenti abusi ed omissioni, anche nel dovere di controllo, da parte dei funzionari pubblici, siano essi di carriera come direttori generali, ed onorari, come sindaci, assessori, ministri o sottosegretari.
(4-31408)

ORTOLANO e GRIMALDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la funzione pubblica. - Per sapere:
1)quanti siano i dipendenti delle varie amministrazioni centrali e periferiche dello Stato «comandati» presso le autorità deputate alla vigilanza su alcune materie di competenza delle amministrazioni stesse;
2)da quali ministeri provengano tali dipendenti;
3)sulla base di quali criteri siano stati scelti i dipendenti stessi;
4)se corrisponda al vero che il trattamento economico del personale comandato presso le Autorità (sotto forma di indennità, straordinario, ecc.) sia superiore di oltre la metà a quanto percepisce un dipendente ministeriale;
5)se non ritengano che il «comando» di funzionari dai ministeri (che non possono sostituirli se non in tempi lunghissimi) alle Autorità (che possono assumere in tempi brevi) sia privo di qualsiasi logica;
6)se non ritengano che queste disfunzioni assumano un carattere ancora più marcato nel caso del Ministero dei lavori pubblici, che è impegnato in una difficile ed impegnativa opera per la ripresa della attività della edilizia pubblica e del sistema viario e portuale italiano.
(4-31411)

CONTENTO. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dei lavori pubblici, al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che:
il Presidente della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, Roberto Antonione, ha di recente espresso l'idea di realizzare un elettrodotto in grado di importare energia elettrica dalle confinanti Austria e Slovenia;
tale progetto agevolerebbe notevolmente le industrie del nord-est in quanto l'energia elettrica introdotta dalle reti austriaca e slovena presenta costi di produzione più contenuti rispetto a quella attualmente disponibile sul mercato nazionale;


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quella di realizzare un nuovo elettrodotto rappresenterebbe, inoltre, l'unica soluzione funzionale al problema sollevato dallo stesso Antonione, anche in considerazione del fatto che l'Enel spa avrebbe già anticipato l'impossibilità per le proprie reti di sostenere un ulteriore carico di energia elettrica;
inoltre, il Friuli Venezia Giulia è una regione ad alto tasso di produttività data la presenza di un radicato tessuto industriale che potrebbe svilupparsi ulteriormente qualora i costi di produzione - tra i quali quello dell'energia elettrica ha un peso decisamente rilevante - fossero, anche solo in parte, ridotti -:
quali giudizi esprimano nei confronti della proposta lanciata recentemente dal presidente della regione Friuli Venezia Giulia, in merito alla possibilità di costruire un elettrodotto che dall'Austria e dalla Slovenia entri nel territorio nazionale e se ritengano realizzabile tale disegno che porterebbe conseguenze certamente positive per la produttività della zona;
se ritengano opportuno prendere in considerazione l'ipotesi di una partecipazione concreta delle amministrazioni interrogate al progetto esposto.
(4-31413)

CONTENTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
in comune di Erto e Casso (Pordenone) trova luogo la frana del monte Toc che la notte del 9 Ottobre 1963 distrusse interi paesi e provocò la morte di duemila persone;
molte di quelle salme non vennero mai recuperate a causa delle violenza con le quale l'acqua si aprì un varco in direzione di Longarone (Belluno) e, successivamente, lungo l'alveo del fiume Piave;
secondo una dettagliata documentazione dell'epoca, sembrerebbe, però, che alcune salme siano ancora all'interno di due gallerie stradali in località Erto e Casso, i cui imbocchi furono chiusi all'improvviso dall'imponente quantità di fango e materiale roccioso caduti dal sovrastante monte Toc;
recentemente i familiari di alcune vittime ed il Comitato dei superstiti hanno proposto lo scavo di un area ben delimitata - l'area su cui sorgevano le varie strutture non appare così bassa da non consentire una simile operazione - per riportare alla luce l'imbocco del tratto stradale coperto e recuperare le eventuali salme ancora presenti all'interno;
tale presa di posizione nasce anche in seguito alla decisione di costruire un salumificio proprio sulla frana del monte Toc, tanto che i congiunti di molte vittime del Disastro di trentasette anni fa hanno ribadito come a questo punto preferiscano, se possibile, recuperare i loro cari piuttosto che assistere a quello che in zona è definito uno scempio alla memoria ed alla pietà per i defunti;
la regione Friuli Venezia Giulia e l'Ente nazionale per le strade sono già stati informati della richiesta avanzata all'amministrazione di Erto e Casso e la cui attuazione comporterebbe, in ogni caso, anche un intervento finanziario e coordinativo da parte di questo Ministero -:
se ritengano possibile intervenire sulla vecchia galleria stradale di Erto e Casso, attualmente sepolta da una massa di detriti, per aprirne l'imbocco e recuperare, in tal modo, le salme del Disastro del Vajont che presumibilmente ancora giacciono all'interno di essa;
se, almeno, non reputino opportuno effettuare uno studio in grado di accertare quali possano essere le modalità più appropriate ed i tempi per realizzare l'opera di recupero.
(4-31414)

GRAMAZIO e MARENGO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della sanità, al Ministro delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in Europa la Philip Morris ha selezionato alcune società specializzate in comunicazioni


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e progettazione d'immagine allo scopo di definire un programma di diversificazione dei propri marchi principali (Marlboro e Merit) in particolare nel settore dell'abbigliamento;
la novità rispetto al passato è rappresentata dalla strategia adottata di non conservare più come in passato una identità grafica e di marchi tra sigarette e prodotto di diversificazione, adottando invece una maggior flessibilità sugli aspetti grafici, ad eccezione del nome;
le ragioni di questa scelta, solo apparentemente incoerente, risiedono evidentemente sulla necessità di aggirare divieti rigorosi di pubblicità indiretta basati appunto sulla identità totale tra marchi di sigarette e prodotti di diversificazione;
in particolare si è deciso di «ringiovanire» l'immagine dei numerosi punti di vendita esclusivi di abbigliamento a marchio Marlboro, aperti in tutto il mondo dal 1990 in poi rendendola più accattivante soprattutto rispetto ai giovani, che nella strategia delle aziende produttrici da fumo, rappresentano la possibilità di garantire il mantenimento di quote significative di mercato;
analoga iniziativa è stata assunta relativamente al marchio Merit, anch'esso già da tempo presente nel circuito distributivo con punti vendita esclusivi, seppure con minor fortuna del marchio Marlboro che è stato oggetto come noto, verso la metà degli anni '80 di un accordo duraturo con la Marzotto; Merit viceversa è stata oggetto di un contratto di licenza stipulato con la società Marina Yachting;
in conclusione, alle attività svolte in passato da società come la «Charles Stewart» inglese, che interveniva per l'acquisto di spazi pubblicitari negli autodromi di tutto il mondo, o come la Leo Burnett di Chicago, la potente agenzia pubblicitaria che cura da oltre 30 anni l'immagine internazionale dei principali prodotti, da fumo e non, della Philip Morris, si aggiunge adesso un prodotto più sottile ed articolato di comunicazione, fortemente suggestivo, basato sulle vetrine dei punti vendita di abbigliamento localizzate nei centri urbani più prestigiosi del mondo (esempio Champs Elisèes a Parigi, Piccadilly Circus ed aeroporto Heathrow a Londra, via Veneto a Roma) usate come spazi pubblicitari permanenti -:
se di fronte a tali strategie che tendono ad eludere i divieti pubblicitari, il Ministro della sanità, che ha dimostrato sinora un concreto interesse alla salute dei cittadini difendendola dalle aggressioni del fumo, non intenda promuovere le iniziative più opportune anche legislative e propositive, in sede nazionale, internazionale e comunitaria affinché una azione preventiva, svolta tempestivamente anche sulle agenzie della comunicazione, scongiuri questa offensiva delle multinazionali di cui ancora deve constatarsi quanto meno l'attenuarsi dei propositi recentemente esposti (in occasione della condanna in USA dei danni da tabacco) dal presidente della multinazionale del tabacco più importante, di voler collaborare con tutti i governi per frenare l'ampliamento del consumo e soprattutto il coinvolgimento delle giovani generazioni;
se il Ministro delle finanze intenda accertare in che modo la «promozione occulta», sommariamente ripresa da Il Manifesto dell'11 agosto 2000, abbia influito sulle decisioni dell'amministrazione finanziaria, appurando inoltre se i funzionari al pari dei rivenditori di generi di Monopolio risultano essere stati inviati a viaggi di «informazione» o a manifestazioni sportive (Imola, Monza eccetera).
(4-31424)