tenuto conto che:
alle udienze penali e di scorta ai magistrati anche negli spostamenti personali che durante il periodo estivo diventano accentuati;
rimangono impuniti pur dopo avere fatto uso di armi da fuoco contro i tutori dell'ordine pubblico;
ufficio tecnico che giudicava lo stabile di via dei Taurini 19 inidoneo e nonostante la denuncia dei revisori dei conti del Cnr che hanno lamentato l'assenza di «pezze d'appoggio» al bilancio dell'anno 2000 -:
primi quattordici casi di burocrati che sono stati condannati con pronuncia definitiva della Corte dei conti a risarcire il danno erariale subito per loro responsabilità dalle amministrazioni pubbliche di appartenenza;
sulle evasioni di grandi proporzioni peraltro sulla base di un semplice «fondato sospetto»;
multinazionali del tabacco, nonché alla Philip Morris, per la quota di tasse non pagate in seguito al contrabbando alimentato dalle stesse, invitando a partecipare a tale azione anche i governi dei paesi membri ed in particolare il governo italiano, essendo l'Italia il paese più danneggiato dal contrabbando che rappresenta una quota molto grande dell'intero mercato italiano del tabacco;
Mimmo Rossi dell'emittente televisiva salernitana Telecolore, è stato raggiunto da un pugno in pieno viso;
si sono comunque attivati per ovviare alle conseguenze del terremoto;
Romoli dell'Aquila, e risulta ad oggi sospesa, coerentemente alle dichiarazioni in tal senso dell'Amministratore della Scuola Marco Coletti, oggetto di specifiche interrogazioni parlamentari alle quali si rinvia -:
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
secondo quanto pubblicato dal settimanale Panorama del 21 luglio 2000, nel marzo del 1995 Giorgio Laganà, consulente tecnico del pool di Milano tentò invano di esaminare la documentazione di alcune importanti operazioni relative alla fornitura alla Snam di gas algerino, sentendosi opporre che le carte erano coperte dal segreto di Stato;
a quel punto Laganà chiese lumi su cosa fare ai magistrati del pool di Milano, senza ricevere risposta alcuna -:
se corrisponda a verità che i dirigenti della Snam abbiano a suo tempo mentito al consulente tecnico del pool di Milano;
se corrisponda viceversa a verità che su quelle operazioni fosse stato posto il segreto di Stato;
se corrisponda a verità quanto scritto dal Laganà e cioè che la Procura di Milano era d'accordo nel non mostrare la documentazione richiesta, a seguito di intese intercorse con il professor Federico Stella, legale dell'ex presidente dell'Eni Franco Bernabé;
se siano noti i motivi per i quali il pool di Milano poté suo tempo acquisire la documentazione relativa ad alcune società come la Saipem e l'Enimont e non invece la documentazione della Snam dell'Agip e dell'Agip Petroli che da sole all'epoca fatturavano 80 mila miliardi su 85 dell'intero gruppo Enimont.
(2-02571) «Giovanardi».
dopo lo smantellamento del Ros di Palermo, in particolare della squadra del Magg. «Ultimo», se continua a demolire l'apparato investigativo in Sicilia, indebolendo di fatto l'azione di contrasto alla criminalità mafiosa che continua a mantenere il controllo indisturbato del territorio;
questa volta tocca al reparto operativo del comando provinciale di Messina;
entro il prossimo 1o settembre 2000, per 15 uomini tra marescialli, brigadieri e carabinieri, con determinazione del superiore comando regione, è stata già comunicata la notizia di un immediato trasferimento al nucleo tributario con non meglio specificati compiti di scorte a magistrati in periodi estivi, con l'abbandono dei loro compiti investigativi;
un importante patrimonio di conoscenze operative ed investigative viene in tal modo smantellato a favore di compiti non certo istituzionali; tra l'altro, il nucleo tribunali di Messina non possiede un nucleo scorte;
che allo stesso nucleo tribunali di Messina, non esisterebbero i presupposti per poter assorbire un numero di carabinieri così elevato, che aggiunto a quello effettivo risulterebbe di 60 unità, senza avere a capo un ufficiale, con problemi logistici e di gestione del personale, tutti uomini che sarebbero impegnati in servizi non operativi e di istituto;
viene meno, di fatto, il servizio sino ad ora espletato da tali carabinieri, impiegati in compiti di istituto quali antirapine, antidroga, ricerca catturandi, inserimento in squadre del reparto operativo per la lotta alla criminalità organizzata, servizio che dal prossimo 1o settembre non potrà più essere espletato da tali uomini, che lo esercitavano con successo da svariati anni, atteso che il nucleo tribunali non effettua servizio di istituto, ma solo di assistenza
per ultimo, non esistendo presso i nuclei tribunali un servizio alla caserma di 24, ore appare in tutta la sua evidente gravità il delicato problema alla sicurezza della custodia delle armi e dei mezzi blindati -:
se il Governo non ritenga, atteso l'incremento dei fenomeni malavitosi di vario titolo che invece richiederebbe un accentramento di risorse in senso investigativo, che tale smantellamento del reparto operativo di Messina risulti oggettivamente un incredibile regalo alla mafia ed un inspiegabile passo indietro della lotta alla mafia in una provincia, come quella di Messina, ad alta densità mafiosa.
(2-02572) «Borghezio».
i flussi d'immigrazione clandestina nel nord-est d'Italia si stanno notevolmente intensificando;
i rapporti delle forze dell'ordine mettono in evidenza come le organizzazioni criminali si stanno infiltrando in quel territorio con clandestini delle più svariate etnie;
a fronte di un fenomeno che investe il paese intero, questa situazione sta evolvendo in maniera drammatica in una zona dal delicato equilibrio economico e sociale e che, comunque, non dispone di strutture idonee ad affrontare e sostenere un impatto tanto forte e devastante del fenomeno stesso;
in molte zone si sta manifestando un grande allarme e si avvertono i sintomi di un rilevante disagio sociale mentre l'impegno delle forze dell'ordine è ormai rivolto in gran parte a fronteggiare questa pesantissima offensiva;
la lotta costante ed intensa delle forze dell'ordine su questo fronte fronteggia positivamente il fenomeno con impegno e dedizione straordinari ed encomiabili;
il fenomeno è in costante ed allarmante aumento; occorre un salto di qualità da parte dello Stato per quanto concerne il livello qualitativo degli interventi; fondamentale appare il coordinamento delle forze dell'ordine -:
se non ritenga, anche a fronte d'impegni peraltro non mantenuti da parte del Governo relativamente alla fornitura di mezzi e tecnologie già richiesti ed ormai assolutamente indispensabili, di favorire un salto di qualità nella lotta al devastante fenomeno, impegnandosi nel miglioramento dell'attività di coordinamento tra le forze dell'ordine (elemento indispensabile e basilare nella lotta all'immigrazione clandestina) aumentando la dotazione tecnologica (soprattutto sul piano della tecnologia avanzata) e d'inviare quindi più uomini e mezzi nel versante nord-est del Paese.
(2-02574) «Collavini».
in data 11 ottobre 1999 si hanno le ultime notizie del signor Nerio Campagnolo, cittadino italiano, residente a San Giorgio in Bosco (Padova) e camionista per la «Ditta Caon» di Villa del Conte (Padova): le ultime notizie si hanno dalla Repubblica Ceca, dove il signor Campagnolo si trovava per il trasporto di un carico d'uva;
i familiari hanno subito denunciato la scomparsa alle autorità diplomatiche italiane, compiendo in seguito anche numerosi viaggi in Repubblica Ceca; nel Comune di San Giorgio in Bosco è nato pure un «Comitato Nerio Campagnolo» per sostenere la famiglia e promuovere attività di ricerca del signor Campagnolo;
successivamente è stato ritrovato il carico d'uva, nonché il camion frigorifero e la motrice a cui era stato dato fuoco, con la contemporanea incriminazione di due cittadini cechi;
solo lo scorso giovedì 3 agosto i familiari hanno potuto prendere visione di un corpo attribuito al loro congiunto presso l'Istituto di Medicina Legale di Brnò, in Repubblica Ceca, ritrovato tuttavia già il 29 aprile precedente, e per gli accertamenti del quale la famiglia Campagnolo aveva inviato nei giorni immediatamente successivi idonea documentazione sanitaria, nella fattispecie, documentazione radiografica dell'apparato dentario;
le stesse autorità ceche hanno dichiarato che, pur convalidato il riconoscimento da precisi rilievi sul corpo ritrovato, solamente per settembre sarà possibile avere l'assoluta certezza del riconoscimento del corpo, dopo l'esame comparativo del DNA effettuato su tutti i fratelli del signor Campagnolo;
il rinvenimento del cadavere ha confermato il timore che da mesi nutrivano la famiglia, la cittadinanza di San Giorgio in Bosco e gli operatori del settore dell'autotrasporto della zona, e cioé che il signor Nerio fosse stato vittima di una banda armata interessata al mezzo e al carico trasportato da lui stesso -:
quali iniziative questi ministeri in indirizzo intendano adottare per verificare quali siano i motivi ai quali è dovuto il grave ritardo del riconoscimento del corpo ritrovato ancora il 29 aprile 2000, pur avendo le autorità ceche tutti i mezzi necessari per farlo tempestivamente;
quali iniziative intendano adottare perché al più presto e senza ritardi il corpo del signor Nerio Campagnolo sia restituito ai propri congiunti;
quali iniziative di propria competenza intendano adottare perché l'azione penale nei confronti degli incriminati del grave fatto sia condotta con celerità e trasparenza onde assicurare giustizia alla famiglia del signor Nerio Campagnolo di garantire maggior sicurezza ai tanti operatori economici che nell'Alta Padovana intrattengono rapporti economici con i paesi dell'Est.
(2-02575) «Rodeghiero».
la pur legittima richiesta di maggior rigore nei controlli di polizia sul territorio non può e non deve esprimersi in un eccesso nell'impiego, da parte delle forze dell'ordine, di armi da fuoco e del loro uso indiscriminato;
nella città di Napoli, si è ancora una volta verificato un tragico episodio culminato nella uccisione di un giovane diciassettenne, incensurato, che, secondo le informazioni giornalistiche, mentre era alla guida di un motorino non si sarebbe fermato all'alt e sarebbe stato per ciò stesso inseguito è colpito a morte da un poliziotto;
l'episodio di cui sopra ha determinato una ondata irrefrenabile di emozioni con proteste violente contro le forze di polizia accorse sul posto;
il 4 aprile 2000 sempre a Napoli si è verificata l'uccisione della giovane guida vulcanologica, l'incensurato Paolo Murzi, 37 anni, che alla guida della sua auto, inerme, è stato raggiunto da proiettili di pistola esplosi dal lato posteriore all'auto stessa da due «falchi» in perlustrazione nella centrale zona di Piazza Dante;
le inchieste giudiziarie non sembrano dare sufficienti risposte ai motivi reali del riprodursi di questi allarmanti fatti che aggiungono tensione a tensione, insicurezza ad insicurezza, ed attentano al bene supremo della vita umana mietendo vittime tra persone innocenti e quasi mai nei confronti di criminali che, al contrario,
le modalità di svolgimento di questi tragici episodi possono fare pensare ad un difetto di addestramento o ad indicazioni non chiare in ordine all'impiego da parte degli agenti delle armi nei limiti previsti dal codice per l'uso legittimo delle armi stesse -:
quali siano le inchieste in corso a carico di appartenenti a forze dell'ordine che non ottemperino alle regole limitatrici dei casi dell'impiego di armi da fuoco;
quali siano le effettive direttive che vengono impartite nella fase della preparazione e dell'addestramento;
quali provvedimenti si intendano adottare per evitare il ripetersi di tragedie come quelle indicate e per potenziare, al tempo stesso, interventi di reazione delle forze dell'ordine ad attacchi armati senza eccedere in controlli con uso di armi nei confronti di chi al più è responsabile di semplici aggressioni e che finisce per essere ucciso senza alcun comprensibile motivo.
(3-06154)
da oltre un lustro i vari governi che si sono succeduti alla guida del Paese hanno imposto leggi finanziarie di grandi sacrifici per realizzare l'aggancio con la moneta unica;
lo scorso anno, in particolare, il Paese ha vissuto un momento di vera e propria euforia per l'accertato rispetto (ottenuto con qualche funambolismo in materia di conti pubblici) dei famigerati parametri di Maastricht e, grazie anche ad una poderosa campagna propagandistica che ha investito carta stampata e «media» di ogni genere, si sono sentiti fremiti di orgoglio per essere riusciti in quella che sembrava essere un'impresa epocale;
in realtà, passata la sbornia derivante dalla «sindrome del traguardo raggiunto», da mesi si vive con delusione e dolore la realtà di un Euro che risulta schiacciato sotto la soglia dei 90 centesimi di dollaro, ed in crisi anche nel cambio con la moneta giapponese;
è evidente che i veri, sottaciuti e pericolosi nodi di Maastricht forse stanno venendo al pettine, atteso che anni di politiche recessive contraddistinte dalla destinazione delle risorse alla sola riduzione del debito pubblico dimenticando, o quasi, gli investimenti, non potevano che creare le premesse per una situazione di difficoltà che genera forti imbarazzi a quanti si erano lasciati affascinare dalla retorica dell'euro -:
quali siano le sue valutazioni sulla difficoltà che da mesi l'euro manifesta sui mercati finanziari, se esse fossero state previste dagli economisti che hanno costruito la moneta unica europea e se esse abbiano una precisa connessione con politiche che hanno privilegiato ragionieristicamente la riduzione del debito pubblico (obiettivo certo, in sé, doveroso e commendevole) a detrimento di una organica politica degli investimenti.
(3-06170)
il quotidiano Libero riporta, nella sua edizione di domenica 6 agosto, un ampio servizio in cui si dà notizia che il Centro nazionale ricerche ha acquistato uno stabile in via dei Taurini 19, in Roma, per una cifra di 35 miliardi di lire;
lo stabile succitato era sede, fino al 1993, del quotidiano L'Unità, all'epoca ancora organo ufficiale del Partito dei democratici di sinistra;
l'acquisto, rende noto il quotidiano, è stato fortemente voluto dal presidente del Cnr, Lucio Bianco, nonostante le molte offerte immobiliari proposte all'ente, nonostante il parere negativo del proprio
perché il Cnr, che dovrebbe investire i fondi a sua disposizione in ricerca, acquisti palazzi;
perché il consiglio direttivo del Cnr, su proposta del presidente Bianco e senza ascoltare il parere preventivo di nessuno, abbia acquistato proprio quello stabile di via dei Taurini 19;
per quale motivo sul cartello dell'impresa che ha avviato i lavori di ristrutturazione dell'immobile succitato non figurino né il committente dell'opera (il Cnr, ovviamente), né l'importo dei lavori.
(3-06184)
il giorno 14 agosto 2000, a Lipari, nelle isole Eolie, 208 passeggeri dovevano rientrare con l'Aliscafo Moretto, in partenza dall'isola alle ore 14,30;
gli addetti della compagnia hanno comunicato la cancellazione della partenza dell'aliscafo, a causa di un avaria al motore;
l'inconveniente ha generato comprensibile irritazione in tutti i passeggeri, anche in ragione del fatto che si stava profilando la necessità di pernottare sull'isola;
a causa della tensione generata dall'indisponibilità dell'aliscafo, hanno dovuto intervenire i carabinieri;
fra i passeggeri irritati vi sarebbe stato il Ministro Ortensio Zecchino con la sua famiglia;
secondo quanto riferito da «Il Giornale» di martedì 15 agosto 2000, alla pagina 15, dopo una telefonata a Napoli del Ministro Zecchino i responsabili della compagnia hanno comunicato immediatamente che un aliscafo diretto a Palermo era stato dirottato su Lipari, per imbarcare i 208 passeggeri, fra i quali il Ministro Ortensio Zecchino -:
se l'episodio riferito da «Il Giornale» risponda a verità;
in caso affermativo, quale giudizio esprima sul comportamento del Ministro Ortensio Zecchino che, anziché adattarsi ai disagi che gli italiani sono obbligati a sopportare soprattutto in periodo estivo, avrebbe utilizzato l'influenza del potere per risolvere un problema «personale».
(3-06186)
dopo le gravi dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, nel corso della commemorazione a Bologna delle vittime della strage del 2 agosto 1980, relative a connivenze, bugie, omissioni da parte di apparati dello Stato, e dopo gli interventi del Presidente della Commissione Stragi, e del senatore Taviani, quali siano i motivi per cui il Presidente del Consiglio non avverta l'esigenza, morale e politica, di rimuovere il segreto di Stato che copre gli archivi che nascondono le responsabilità, reali o presunte, delle stragi chiarendo chi ha mentito, chi ha ingannato, chi si è fatto ingannare, chi è autore delle «bugie di Stato», delle verità celate, degli «appoggi» accordati -:
se il Presidente del Consiglio intenda essere conseguente con le sue parole di Bologna, come anche richiesto dal presidente della Commissione Stragi disponendo di aprire gli archivi, sinora inviolabili, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
(3-06188)
il quotidiano Libero di mercoledì 30 agosto 2000 ha pubblicato l'elenco dei
i primi quattordici casi riguardano le seguenti persone: a) Angeli Luciano, Maresciallo dell'Aeronautica Militare; b) Buldini Massimo, addetto all'ufficio cassa del Ministero delle Poste; c) Chiampan Roberto, amministratore unico della società Eurograni srl; d) Ferrari Angelo, Funzionario di un ufficio imposte dell'Emilia Romagna; e) Fonseca Cosimo Damiano, Rettore dell'Università della Basilicata; f) Galano Francesco, dipendente dell'Ufficio IVA di Milano; g) Maisto Antimo, funzionario dell'amministrazione delle Finanze; h) Matera Michele, dipendente dell'ufficio circoscrizionale del lavoro e della massima occupazione di Andria (BA); i) Mattarella Salvatore Maurizio, Direttore pro-tempore dell'Ufficio del Registro di Arona (NO); l) Professional AICS Studio; m) Rinaldi Innocenzo, capo tecnico e ufficiale idraulico presso il Genio Civile; n) Russo Luigi, capo contabile e cassiere a bordo della nave militare San Giorgio; o) Vidoni Guidoni Carlo, direttore amministrativo dell'Università per stranieri di Perugia;
le pronunce della Corte dei conti, come detto, sono, nei quattordici casi sovraricordati, definitive;
appare importante conoscere quali siano stati i recuperi degli importi determinati dalla magistratura contabile a favore delle singole amministrazioni danneggiate -:
quanti, fra i quattordici condannati di cui in premessa, abbiano spontaneamente provveduto a risarcire il danno;
quante azioni esecutive siano state promosse, e con quali esiti, al fine di recuperare le somme dovute in forza delle pronunce giudiziali definitive;
quanti provvedimenti cautelari siano stati richiesti, ottenuti ed eseguiti per evitare che i soggetti citati in giudizio dalla Corte dei conti si spogliassero eventualmente dei beni di loro proprietà idonei a garantire il soddisfacimento del credito vantato dalle pubbliche amministrazioni danneggiate.
(3-06192)
in occasione del 20o anniversario della strage di Bologna, ella ebbe a dichiarare, giustamente le difficoltà delle istituzioni Repubblicane sul far luce fino in fondo sugli autori, i mandanti e gli ispiratori politici delle stragi che hanno pesantemente segnato il percorso democratico del nostro Paese negli ultimi 30 anni: dalla strage di Piazza Fontana a quella di Brescia dall'Italicus ad Ustica, al rapimento e l'uccisione dell'onorevole Aldo Moro e della sua scorta, e tante altre Stragi di Stato rimaste insolute;
se non ritenga di rimuovere il Segreto di Stato che copre gli archivi che nasconderebbero le responsabilità reali o presunte; chi ha ingannato, chi si è fatto ingannare, chi è autore di bugie di Stato;
se esistano connivenze, omissioni da parte di apparati dello Stato;
se intenda disporre l'apertura di archivi sinora inviolabili dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza;
se esistano e quali siano le responsabilità politiche: chi non ha agito, imposto, ordinato.
(3-06193)
se l'accordo tra Seat e Telemontecarlo violi le norme vigenti, per i collegamenti in atto tra Seat, Tin.it e Telecom, che impediscono l'ingresso nel settore televisivo di imprese che operano nelle telecomunicazioni;
se risulti che le dichiarazioni di numerosi esponenti del governo che hanno annunciato modifiche alla cosiddetta legge Maccanico abbiano, come appare evidente all'interrogante, influito sull'andamento delle quotazioni in borsa dei titoli delle società coinvolte nell'accordo;
se vi siano state indebite pressioni delle società interessate su membri del governo;
se e quali incontri vi siano stati tra esponenti del governo e rappresentanti di Telecom, Seat e Tmc;
se tali incontri e contatti possano avere avuto come oggetto vantaggi per la maggioranza di governo in termini di spazi informativi garantiti nel cosiddetto terzo polo televisivo o veri e propri vantaggi economici;
se risulti che in relazione alla vicenda in esame sia stata esclusa un'attività di insider-trading.
(3-06194)
il Ministro Visco, replicando alle precise accuse che gli vengono mosse quanto meno d'inerzia nell'esaminare le indicazioni sul contrabbando e sull'evasione fiscale per i tabacchi lavorati che gli pervenivano da alcuni responsabili di settore nell'amministrazione finanziaria di cui all'epoca aveva la responsabilità dicasteriale, sostiene ora che tali elementi non avevano né concretezza né riscontro; cita tra l'altro le decisioni della commissione tributaria di Milano che però nel raccogliere il ricorso della multinazionale nei cui confronti era stata accertata l'evasione da parte dei competenti uffici dell'amministrazione finanziaria, non aveva mancato di sottolineare che la decisione dipendeva dalla mancata presentazione di elementi probatori da parte dell'amministrazione finanziaria;
da qui a suo dire il motivo per cui non aveva dato alcun seguito alle segnalazioni rimuovendo anzi, in un modo o nell'altro i loro autori;
poiché ad avviso degli interroganti le indagini in corso e gli eventi che si stanno verificando sotto gli occhi di tutti, dimostrano quanto sia madornale l'errore in cui è incorso il Ministro in causa -:
quali conseguenze il Governo voglia trarre da tali evidenti comportamenti, ad avviso degli interroganti, di irresponsabilità che hanno portato alla pressoché totale distruzione del mercato italiano del tabacco, al suo screditamento internazionale (la quasi totale perdita del mercato, nessuna esportazione, la multa comunitaria per la posizione dominante consentita ad altri, la banalizzazione del premio comunitario sul greggio la testimoniano).
(3-06195)
il direttore generale dei Monopoli dottor Ernesto Del Gizzo con nota del 22 maggio 1995 trasmetteva al coordinatore del gruppo V del Se.c.i.t., ispettore Mario Casaccia, un esposto in cui, con riferimento alla multinazionale Philip Morris, si denunciava, in particolare, «un mancato gettito fiscale... per un totale stimato, nei 20 anni, di 60.591 miliardi di lire» nonché, tra l'altro, il contrabbando con «un profitto netto annuo della multinazionale (Philip Morris) di circa 1100 miliardi - comprensivo della remunerazione dei prodotti ceduti sul mercato illegale»;
lo stesso ispettore del Se.c.i.t. Casaccia ai sensi dell'articolo 331 del codice di procedura penale trasmetteva immediatamente il precitato esposto alla procura della Repubblica di Roma per le valutazioni di competenza e all'organo del Se.c.i.t. per la doverosa indagine fiscale ai sensi della legge istitutiva del Se.c.i.t. n. 146 del 20 aprile 1980, articolo 9, lettera c); legge che impone l'obbligo per l'istituto di svolgere le indagini
inopinatamente, così come risulta dall'atto parlamentare 4/10581 (Provera) della seduta della camera del 29 settembre 1995, il Ministro delle finanze dell'epoca professor Augusto Fantozzi, nell'ambito di una declaratoria di incompetenza del Se.c.i.t. in merito alla doverosa indagine sull'evasione fiscale di grandi proporzioni nonché sul contrabbando alimentato dalla Philip Morris, archiviava l'esposto;
ciò nonostante, il V gruppo del Se.c.i.t. di cui faceva parte l'ispettore Mario Casaccia ed il I gruppo del Se.c.i.t. di cui facevano parte l'avvocato Massimo Mari ed il dottor Bruno Porreca proponevano all'unanimità, in conformità delle norme interne del Se.c.i.t., di avviare nel corso del 1996 un'indagine fiscale su tutte le multinazionali da fumo;
tale proposta fu accolta dal comitato di coordinamento del Se.c.i.t. ma ancora una volta il Ministro Fantozzi non dette l'approvazione necessaria per lo svolgimento delle indagini;
successivamente l'ispettore Mario Casaccia, così come risulta anche dalla sua audizione del 12 dicembre 1996 davanti alla Commissione finanze della Camera, informava il Ministro Visco di tutta questa situazione affinché il Ministro stesso assumesse i provvedimenti che l'evasione di grandi proporzioni ed il contrabbando in relazione alla Philip Morris ovviamente imponevano;
con varie note a sua firma indirizzate all'ispettore Casaccia, il Ministro Visco contestava allo stesso l'adempimento dell'obbligo di cui all'articolo 331 del codice di procedura penale e negava che dall'esposto del direttore generale Del Gizzo risultasse l'evasione fiscale di grandi proporzioni a carico della multinazionale del tabacco;
in particolare, con la nota del 27 dicembre 1996, riservata personale, il Ministro Visco scriveva testualmente: «che l'appunto-relazione del 22 maggio 1995 (del direttore generale dei Monopoli dottor Del Gizzo) non tratta di evasioni»;
l'ispettore del Se.c.i.t. Casaccia con nota del 30 dicembre 1996 indirizzata al Ministro Visco e successiva nota del 3 gennaio 1997 indirizzata al presidente della Commissione finanze della Camera, onorevole Benvenuto, ancora una volta era costretto a ribadire che, trattandosi di un esposto qualificato in quanto firmato dal direttore generale dei Monopoli Del Gizzo in cui, tra l'altro, si segnalava un mancato gettito fiscale di ben 60.591 miliardi di lire, nonché il contrabbando, e quindi utili illeciti per la multinazionale Philip Morris derivanti dal mercato illegale con tutta la conseguenziale evasione fiscale, ci si trovava «ictu oculi» di fronte ad ipotesi di grave reato per cui lo stesso Casaccia non poteva non adempiere all'obbligo derivante dall'articolo 331 del codice di procedura penale per le valutazioni di competenza della procura penale;
nel contempo lo stesso Casaccia precisava che si trattava dell'indagine fiscale più importante che si era presentata nella storia del Se.C.I.T.;
nonostante queste ripetute precisazioni ancora una volta il Ministro Visco con nota dell'8 gennaio 1997 chiedeva al dottor Casaccia quali fossero i brani della relazione di Del Gizzo nei quali si potevano configurare evasioni fiscali e/o reati;
ancora una volta con nota del 10 gennaio 1997 indirizzata al Ministro Visco e nota del 13 gennaio 1997 indirizzata al presidente della Commissione finanze della Camera dei deputati, onorevole Benvenuto, l'ispettore Casaccia ribadiva quanto testé riportato e in particolare che il contrabbando costituisce una fonte di rilevantissima evasione fiscale;
nel programma del Se.C.I.T. del 1997 il Ministro Visco non inseriva alcuna indagine da espletare nei confronti delle multinazionali del tabacco;
come noto a tutti, recentemente l'Unione europea ha richiesto i danni alle
un giudice federale americano, come risulta riportato da un documentato rapporto del settimanale «Newsweek», ha sottoposto a indagine per contrabbando tutte le multinazionali del tabacco, ed in primo luogo la Philip Morris, e la stessa banca mondiale renderà noti prossimamente i risultati di tre anni di indagine sull'evasione fiscale da contrabbando delle multinazionali;
attualmente il mancato introito nelle casse dello stato a causa del contrabbando alimentato dalla Philip Morris ammonterebbe a circa 5.000 miliardi annui per mancato pagamento delle seguenti imposte: Irpeg, Iva, accisa e dazi doganali, oltre ovviamente alla mancata tassazione dei profitti illeciti conseguiti;
gli ispettori del Se.C.I.T. Mario Casaccia, Massimo Mari e Bruno Porreca, solo per aver fatto il proprio dovere cercando reiteratamente a partire dal 1995 di far avviare un'accurata indagine fiscale sulla Philip Morris e sulle altre multinazionali del tabacco sarebbero stati lungamente e gravemente perseguitati, così come lo stesso è avvenuto al direttore generale dei monopoli dottor Ernesto Del Gizzo il quale peraltro, dopo tali vicende, è stato dallo stesso Ministro dispensato dal servizio, prima del legale collocamento a riposo;
su tali atteggiamenti persecutori nei confronti di funzionari dello Stato che hanno con solerzia ed onestà fatto il proprio dovere, si presenteranno ulteriori interrogazioni -:
se intenda verificare se tutto quanto sopra esposto risponda al vero, ed in particolare di acclarare le ragioni che avrebbero indotto il Ministro Visco, all'epoca dei fatti Ministro delle finanze, ad impedire, in apparente contrasto con le leggi, una doverosa indagine fiscale sul contrabbando della Philip Morris, indagine che se fosse stata posta in essere avrebbe, già da cinque anni, apportato ingenti somme di denaro nelle casse dello Stato;
se la mancata indagine su quanto riportato non abbia danneggiato il prestigio internazionale del nostro paese che per primo avrebbe potuto e dovuto affrontare un fenomeno criminoso di portata mondiale con vaste implicazioni di ordine fiscale, finanziario e sociale;
se l'azione del Ministro Visco, all'epoca Ministro delle finanze, non abbia di fatto contribuito ad agevolare la multinazionale nella sua attività illegale;
se tutto quanto sopra esposto corrisponda al vero e quali effetti si ritenga che abbiano sull'assetto istituzionale del Governo al quale il Ministro Visco appartiene.
(4-31228)
una nota decisamente stonata ha turbato, a Pontecagnano, i solenni funerali del giovane finanziere Daniele Zoccola, tragicamente scomparso nell'adempimento del dovere, a difesa della legalità e dell'integrità del territorio nazionale: il comportamento gratuitamente violento della scorta del Ministro Ottaviano Del Turco e di un gruppo di finanzieri del servizio d'ordine che, al termine del rito funebre, avrebbe letteralmente aggredito due giornalisti salernitani che tentavano, per conto delle proprie testate, di ottenere una dichiarazione dal ministro;
in particolare la giornalista Cinzia Ugatti, dell'emittente televisiva napoletana Canale 21, è stata malmenata, a dir poco, in maniera indecorosa («mi hanno messo le mani addosso») ed il suo collega,
«Tutto questo - ha scritto Cinzia Ugatti in un articolo dal titolo «La fierezza di un cronista» a pagina 3 del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno del 27 luglio 2000 - solo perché chiedevamo una risposta, certo difficile da dare guardando in faccia il proprio interlocutore. Meglio nascondersi dietro un comunicato stampa, facile da scrivere e meno impegnativo. Ma così come era nostro dovere di cronisti fare domande, era anche diritto del Ministro Del Turco rimanere in silenzio. Nessuno gli avrebbe messo le mani addosso, nessuno lo avrebbe preso a pugni, nessuno gli avrebbe strappato gli abiti di dosso. Perché allora, quei finanzieri e quegli uomini di scorta si sono presi tante libertà? Non ho timore né vergogna a raccontare quello che mi è capitato, perché io stavo lavorando. Vergogna, invece, dovrebbero provarla quei novelli Rambo che sono stati tanto bravi a prendersela con una donna, ad umiliarla con mani invadenti, quella stessa donna che, ora, vi racconta quanto accaduto con la fierezza di un cronista che, come sempre, racconta la realtà dei fatti. Anche se, questa volta, la protagonista sono io.»;
l'episodio è stato stigmatizzato anche dall'Associazione Giornalisti Salernitani, che ha espresso la propria solidarietà ai colleghi brutalmente malmenati;
purtroppo ancora una volta, con la decisa condanna dell'opinione pubblica, si è costretti a registrare un comportamento di inconcepibile intolleranza che vede coinvolta una scorta ministeriale;
per la circostanza in cui si è verificato e per le modalità dell'accaduto, il deprecabile episodio non può certamente passare sotto silenzio;
sarebbe utile, per evitare che gli «esuberanti» giovanotti delle scorte, ministeriali e non solo, appaiano agli occhi dell'opinione pubblica (come purtroppo si è verificato in più di un'occasione) più come «bulletti di periferia» che come agenti scelti per un delicato servizio, che finalmente qualcuno ricordasse loro che gli atteggiamenti ed i comportamenti vanno, sempre e comunque, valutati, misurati e calibrati con riferimento alle occasioni, alle circostanze ed alla realtà della situazione -:
se i termini dell'episodio innanzi denunziato siano esatti, e, se esatti come dovrebbero, quali provvedimenti si intendano adottare;
se non sarebbe opportuno un periodico controllo per verificare, negli agenti assegnati ai servizi di scorta, il possesso innanzitutto dei requisiti della necessaria e richiesta maturità e del senso di equilibrio indispensabili per svolgere tale delicato servizio.
(4-31241)
lunedì 21 agosto alle ore 19,15 circa le Regioni Piemonte e Liguria sono state investite da scosse di terremoto con intensità di 7 gradi della scala Mercalli e con epicentro nel Monferrato tra le province di Asti e di Alessandria;
le scosse, della durata di parecchi minuti secondi, hanno causato danni, anche consistenti, ad edifici e strutture pubbliche e private, in particolare nelle realtà più prossime all'epicentro del sisma;
si hanno notizie di numerosi edifici dichiarati inagibili dalle competenti autorità ed è in corso l'accertamento dell'entità dei danni;
si sono attivate con sollecitudine le Amministrazioni Comunali, le Prefetture, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, la Croce Rossa, le Amministrazioni Provinciali e Regionali e altri uffici e organismi preposti, per fronteggiare l'emergenza -:
se non ritenga di disporre:
interventi immediati di competenza in favore degli Enti Istituzionali e non che
la valutazione se ricorrano le condizioni per dichiarare lo stato di calamità naturale, per quei Comuni pesantemente colpiti dall'evento sismico;
il costante monitoraggio sismico nelle realtà territoriali colpite dal terremoto e la tempestiva e coordinata comunicazione di ogni utile informazione ai Comuni e alle strutture preposte ad intervenire.
(4-31263)
l'Italia ha pagato un prezzo di sangue altissimo, in termini anche di vite umane per gli atti di stragismo e di terrorismo che hanno colpito il nostro Paese;
molte stragi e molti atti di terrorismo ancora oggi sono avvolti nella nebbia dell'incertezza per quanto riguarda i colpevoli, gli esecutori di così efferati delitti, ma ancor più per quanto riguarda i mandanti;
anche grazie alle coraggiose dichiarazioni del Presidente del Consiglio Giuliano Amato, pronunciate a Bologna, secondo cui «tante volte nello Stato ci sono state connivenze, bugie, menzogne, appoggi che non sappiamo dove andavano a parare», sembra aprirsi uno squarcio di verità sui misteri d'Italia;
sono di questi giorni due interviste al giornale La Repubblica dell'ex capo dell'ufficio D del Sid, generale Giannadelio Maletti, che dal Sud Africa fa importantissime dichiarazioni a proposito delle stragi che tanto hanno segnato la storia d'Italia;
in queste interviste il generale dice chi stava dietro quelle bombe, quali politici furono informati di quegli avvenimenti, attraverso quali gruppi eversivi si praticava la strategia stragista e finanche si fanno ipotesi sull'aereo del Sid «Argo 16» precipitato a Marghera;
ma le dichiarazioni del generale Maletti non si fermano qui, perché parla anche di operazioni di infiltrazione che non avevano riguardato solo l'estremismo di destra, ma anche quello di sinistra;
sempre il generale Maletti, afferma che nel 1974 si diede vita ad una struttura denominata superclan, frutto di accordi tra la Cia e i nostri servizi segreti che intendeva avviare azioni terroristiche in Italia e che subito dopo le Brigate Rosse iniziarono ad agire;
il complesso di queste dichiarazioni è di notevole importanza anche per il processo, attualmente in corso a Milano, sulla strage di Piazza Fontana;
il generale ha affermato anche che tali dichiarazioni è deciso a rivelarle e confermarle in sede istituzionale, compresa l'autorità giudiziaria -:
quali siano le valutazioni del governo a questo proposito;
quali iniziative intenda intraprendere al fine di permettere che il generale Maletti possa testimoniare nel nuovo processo su Piazza Fontana;
quali iniziative siano state intraprese o stanno per essere decise dal governo in ordine:
a) all'accertamento di responsabilità, connivenze, appoggi di apparati dello Stato, per le stragi che così dolorosamente hanno colpito il nostro paese;
b) all'abolizione del segreto di stato per stragi;
c) alla possibilità di aprire gli archivi dell'arma dei carabinieri e della guardia di finanza, al fine di acquisire ulteriori elementi utili a diradare quelle ombre e di svelare quei misteri che ancora oggi impediscono al paese di conoscere la «verità» sulle stragi d'Italia.
(4-31274)
considerate e apprezzate le affermazione fatte dal Presidente del Consiglio a Bologna in occasione della strage del 2 agosto, circa le connivenze, le bugie, le menzogne propalate da settori dello Stato per coprire le responsabilità dei mandanti e degli esecutori degli efferati delitti che hanno insanguinato l'Italia negli ultimi 30 anni, a partire da piazza Fontana;
quali siano le ragioni che inducano la Presidenza del Consiglio a mantenere «il segreto di Stato» su gran parte delle vicende connesse alle stragi, impedendo, così, alla Magistratura di svolgere il proprio lavoro al fine di assicurare alla giustizia i responsabili.
(4-31275)
il Corriere della Sera del 22 giugno 2000 a pag. 3 (ripreso dal settimanale «Panorama») riporta che nel processo sui fondi neri dell'ENI in corso presso il tribunale di Milano «il consulente tecnico dell'accusa, Giorgio Laganà ha sostenuto che l'indagine fu bloccata nel febbraio 1995... quando scoprimmo documenti su decine di società off-shore rimaste ignote. Il "veto" ad allargare l'inchiesta arrivò, secondo il perito, "formalmente dal giudice ginevrino Junod", ma "molto probabilmente a fermarci fu l'ENI"»;
il 27 settembre 1995 l'interrogante presentò una interrogazione parlamentare al Governo sulla sussistenza di fondi neri dell'ENI, sulla costituzione di alcune società off-shore e sulle parcelle miliardarie dell'avvocato Stella;
avuta in data 18 aprile 1996 una risposta del tutto reticente, l'interrogante in data 19 giugno 1996 presentò un'altra interrogazione rinnovando al Governo la richiesta di chiarimenti sui fondi neri dell'ENI, sulle parcelle dell'avvocato Stella e sulle società off-shore costituite e utilizzate dall'ENI per raccogliere o far transitare fondi neri;
l'avvocato Federico Stella e il senatore Antonio Di Pietro presentarono contro l'interrogante denunce-diversivo rispettivamente per tentativo di estorsione e per diffamazione;
la procura della Repubblica di Perugia in data 7 gennaio 1999 ha chiesto l'archiviazione delle suddette denunce-diversivo per l'assoluta inconsistenza delle accuse;
Stella e Di Pietro hanno presentato opposizione contro detta richiesta di archiviazione e il Gip di Perugia in data 18 aprile 2000 ha respinto tali opposizioni disponendo l'archiviazione del procedimento;
archiviate le denunce-diversivo di Stella e Di Pietro rimangono tuttora senza risposta le inquietanti domande sull'esistenza di fondi neri dell'Eni per 537 miliardi, sull'esistenza delle società off-shore, sulla reale destinazione di dette somme e sul ruolo che il dottor Bernabè e l'avvocato Stella possono aver avuto su tutta questa vicenda;
nonostante le interrogazioni, le notizie di stampa, che hanno evidenziato gravi ipotesi di reato, non risulta siano state aperte inchieste giudiziarie su tali gravissimi fatti;
ora a questo pesante scenario si aggiunge la gravissima denuncia resa dal dottor Giorgio Laganà dinanzi al tribunale di Milano;
tale denuncia fa seguito ad una lettera (che è agli atti del processo ENI) che sempre il suddetto dottor Laganà scrisse in data 3 marzo 1995 al dottor Greco e per conoscenza al dottor Colombo e al dottor Borrelli, nella quale lo stesso Laganà denunciò che la Snam, invocando il «segreto di Stato», aveva rifiutato di fornirgli la documentazione relativa ai rapporti di fornitura e fatturazione del gas metano dalla Tunisia alla Snam;
sempre dalla lettera di Laganà risulterebbe che su tale rifiuto ci sarebbe stato l'accordo della procura di Milano, come evidenziato da una lettera del professor Stella;
pertanto, con il consenso della procura, si sarebbe impedito di fare accertamenti sulle forniture e sulle fatturazioni del gas metano dalla Tunisia alla Snam, così come si è evitato di aprire inchieste sulle società off-shore dell'ENI che, secondo il rapporto trasmesso dal colonnello della finanza Suppa alla procura, sarebbero state il tramite per la raccolta e la distribuzione occulta di centinaia di miliardi -:
se esista un rapporto della guardia di finanza presentato nel novembre 1994 dal quale sembrerebbe emergere che il dottor Bernabè, per le cariche ricoperte e per le funzioni effettivamente svolte, nel tempo, ai vertici dell'ENI, non potesse non conoscere la natura di alcuni oneri (fondi neri) che venivano riportati nella generica e nell'individuale voce di bilancio «Oneri per prestazioni diverse». Inoltre, in relazione alla costituzione della Snam Progetti Overseas, sembrerebbe addirittura che il dottor Bernabè possa essere stato parte attiva nella realizzazione di una struttura destinata al reperimento di «fondi neri» all'estero;
in caso affermativo, come giudica il Governo la mancata inchiesta sulle precise «notitiae criminis» contenute, fra l'altro, anche nel suddetto rapporto della guardia di finanza;
cosa intenda fare per verificare se effettivamente la documentazione sulle forniture e sulla fatturazione del gas metano della Tunisia alla Snam siano coperte dal «segreto di Stato» e, in caso affermativo, se non ritenga giusto e indispensabile togliere tale «segreto di Stato» da una operazione che sembra destinata più a coprire una colossale e permanente attività di corruzione che a tutelare la riservatezza su rapporti politici internazionali;
se non intenda comunque mettere a disposizione del Parlamento tale documentazione in relazione all'accertamento della sussistenza di eventuali sovra-fatturazioni effettuate al fine di raccogliere «fondi neri» e per individuarne i destinatari.
(4-31276)
l'acquisto di Telemontecarlo da parte di Seat (Gruppo Telecom) è un'operazione che si sta svolgendo in evidente violazione della legge Maccanico del 1997 che, com'è noto, vieta tra l'altro gli incroci tra società concessionarie del servizio telefonico e società televisive;
è pur vero quanto più volte affermato in queste settimane, e cioè che la legge può essere cambiata in considerazione delle mutate condizioni del settore, ormai quasi del tutto liberalizzato ed aperto alla concorrenza tra diversi operatori internazionali e locali. In questa direzione si muove la direttiva CEE in materia che, tuttavia, non è stata ancora recepita dall'Italia;
se la norma deve essere modificata, è stato inoltre osservato, tale modifica non può riguardare esclusivamente il rapporto telecomunicazioni-televisioni ma deve investire, di necessità, anche gli intrecci tra editoria e televisioni anche alla luce delle evoluzioni tecnologiche prospettate ad ai nuovi servizi che, tra breve, saranno disponibili sui nuovi standard (come ad esempio l'UMTS);
si rileva inoltre che in realtà la Telecom è ormai orientata al profitto di breve in ottica finanziaria, né si cura minimamente dell'occupazione e dello sviluppo del territorio. La deresponsabilizzazione della Telecom è evidente anche nel campo editoriale e culturale in senso lato. Tale funzione di polo culturale veniva assolta, per una parte significativa, dalla Scuola Reiss
se ritengano legittimo il comportamento della Telecom Italia che, ad avviso dell'interrogante, in spregio alla vigente normativa, ha realizzato l'acquisto di frequenze televisive in chiaro per il tramite della controllata Seat;
se ritengano opportuno intervenire per il ripristino delle condizioni di legalità esercitando le prerogative del Governo in materia, compresa la «moral suasion», nei confronti della Telecom affinché l'operazione Seat-Tmc si realizzi nel rispetto della legge, ovvero soltanto dopo il recepimento della direttiva comunitaria in materia;
se ritengano opportuno utilizzare il disegno di legge 1138 nella finalità di riordinare l'insieme degli incroci editoria-telecomunicazioni-televisioni, in considerazione delle mutate condizioni tecnologiche e di mercato, in tal senso deve essere per coerenza realizzata anche la separazione societaria della Rai, privatizzandone i dipartimenti rivolti al mercato e non strategici per il servizio pubblico;
se ritengano di fatto superata la legge Meccanico del 1997 in conseguenza del processo di liberalizzazione del settore: la Telecom non sarebbe più concessionaria bensì licenziataria del servizio telefonico pubblico e pertanto ne deriverebbe l'immediato obbligo, per Telecom, del rimborso del canone telefonico già per l'esercizio in corso e la necessità di definire un diverso meccanismo di calcolo delle tariffe che incorpori il canone secondo modalità riconoscibili e trasparenti per i clienti e per i concorrenti;
se ritengano legittima l'ulteriore argomentazione secondo la quale il canone si giustificherebbe, sia pure in parte, per le attività «sociali» e mutualistiche che la Telecom realizzerebbe sopportando oneri impropri.
(4-31277)