![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Misuraca n. 2-02514 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 14).
FILIPPO MISURACA. Presidente, non è la prima volta che in quest'aula affrontiamo il problema di cui parlerò in questa interpellanza: l'emergenza idrica in Sicilia e, in modo particolare, nella provincia di Caltanissetta.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno ha facoltà di rispondere.
MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, prima di entrare nel merito delle questioni sollevate dagli onorevoli Misuraca e Vito, ritengo necessario inquadrare, sia pur brevemente, la questione dell'emergenza idrica nella regione siciliana nei termini in cui si è posta e si è evoluta nel corso degli ultimi anni.
A seguito di ricorrenti annate particolarmente secche, verificatesi durante il decennio 1985-1995, diverse volte il Governo nazionale è intervenuto attivando poteri straordinari per eseguire interventi infrastrutturali complessi, al fine di risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico nei comuni della Sicilia. Nel 1995, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 giugno, su richiesta della regione siciliana, il Governo dichiarò lo stato d'emergenza, ai sensi della normativa in materia di protezione civile (ossia la legge n. 225 del 1992), per fronteggiare la grave situazione di emergenza insorta in conseguenza delle scarsissime piogge dei mesi precedenti; la scadenza dello stato d'emergenza venne fissata allora al 31 dicembre 1995.
da parte della regione siciliana di dieci autobotti per fronteggiare le situazioni puntuali più gravi.
2000 nel quale esso è rappresentato da funzionari incaricati dal dipartimento della protezione civile. Grazie.
PRESIDENTE. La ringrazio.
FILIPPO MISURACA. Signor sottosegretario, con molta franchezza devo lamentare un po' di scorrettezza perché il suo non è stato un intervento di carattere tecnico sulla richiesta degli interpellanti. Lei ha dato una risposta di carattere politico. È ovvio che dietro la risposta c'è un ispiratore o ci saranno degli ispiratori.
modo che potete affrontare e risolvere i problemi! Non è in questo modo che potete venire in Sicilia, a Caltanissetta, a parlare di sviluppo, di new economy, di legalità! Proprio lei, che ho sempre apprezzato per la sua battaglia sulla legalità e sullo sviluppo, mi viene a dare queste risposte!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
L'onorevole Misuraca ha facoltà di illustrarla.
Il 22 marzo scorso, in quest'aula, abbiamo chiesto al Governo come avrebbe voluto affrontare il problema dell'emergenza idrica in Sicilia e, in modo particolare, nelle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Considerato che non ci sono state presentate soluzioni, abbiamo interpellato il Governo per sollecitarlo ad un intervento. Con la siccità l'acqua diminuisce e vi è bisogno di un intervento urgente. In quella seduta del 22 marzo abbiamo parlato, in modo particolare, dell'argomento tecnico, forse risolutivo, relativo alla diga di Blufi. Oggi non voglio riprendere quell'argomento, ma portare a conoscenza del Governo che, in questo momento, in tutta la provincia di Caltanissetta, l'emergenza idrica è drammatica. Dobbiamo ringraziare soltanto il fatto che le scuole sono chiuse, lo avevamo già anticipato il 22 marzo; se le scuole sono chiuse, però, i cittadini vi sono ed i bambini sono tornati a casa. L'acqua manca e, rappresentante del Governo, viene erogata non si sa in che modo, perché i giorni non corrispondono e vi sono fasce della città che la ricevono ogni dieci-quindici giorni, anche se fonti ufficiali dell'Ente acquedotto siciliano parlano di sei giorni. Successivamente, vi sono stati ripensamenti e i termini sono passati a tre-quattro giorni; sta di fatto, però, che l'acqua manca per intere settimane.
Credo che, in un momento come quello che stiamo attraversando e che il Governo vuole rappresentare con l'ingresso in Europa e lo sviluppo dell'economia, parlare di erogazione di acqua ad una comunità quando la media dell'erogazione stessa è di una volta ogni sei giorni sia qualcosa da terzo mondo. Le attività economiche sono in crisi, i ristoranti sono chiusi, il mercato ortofrutticolo sta raggiungendo i limiti di guardia, il carcere mandamentale viene rifornito con le autobotti, i cittadini soffrono. Dopo l'ordinanza della protezione civile, che avevamo già chiesto nella nostra interpellanza del 22 marzo, chiediamo al Governo di intervenire perché niente si è fatto.
L'esasperazione c'è, tant'è vero che da tre giorni, senza strumentalizzazione politica, consiglieri comunali, consiglieri provinciali, deputati nazionali e consiglieri regionali sono riuniti in assemblea permanente presso la sede del consiglio comunale di Caltanissetta. Mi onoro di aver partecipato a tale assemblea e di aver fatto il mio turno notturno, per sensibilizzare i Governi nazionale e regionale affinché intervengano immediatamente.
Queste sono le argomentazioni che volevo introdurre affinché il rappresentane del Governo, nel rispondermi, affronti i temi della civiltà. Mi auguro - lo anticipo - che non si limiti ad un'elencazione, scritta dai funzionari, perché ormai le elencazioni non servono a niente. Con la nostra interpellanza chiediamo esclusivamente l'intervento della protezione civile, perché credo che gli interventi tecnici siano superati.
A lei la parola, signor rappresentante del Governo.
L'ordinanza governativa, nell'indicare alcuni interventi più urgenti, nominava il presidente della regione commissario delegato per il superamento dell'emergenza e gli attribuiva limitate ma significative risorse finanziarie. Il peggioramento delle condizioni climatiche ed il conseguente depauperamento delle risorse disponibili indussero, nel dicembre 1995, il Consiglio dei ministri ad accogliere la richiesta di proroga dello stato d'emergenza fino al 31 dicembre 1996. La richiesta era stata formulata al presidente della giunta regionale.
Con successiva ordinanza di protezione civile del 3 aprile 1996, furono recepiti gli esiti di un lavoro tecnico condotto congiuntamente dal dipartimento della protezione civile e dalla regione siciliana. Al termine di tale lavoro, era stato individuato un articolato programma di interventi urgenti ripartito in tre fasce di priorità: interventi in tabella A da realizzarsi entro il 30 settembre 1996; interventi in tabella B da realizzarsi entro il 30 settembre 1997; interventi in tabella C per i quali realizzare la sola progettazione ai fini del reperimento di ulteriori finanziamenti. Il programma era finanziato per un importo complessivo di circa 145 miliardi di lire.
Nel dicembre 1996 il presidente della giunta regionale, commissario delegato, nel riferire su alcuni ritardi sui tempi stabiliti dall'ordinanza, richiedeva la proroga dello stato di emergenza per l'anno successivo al fine di consentire il completamento del piano.
Nel corso del 1997, anche in conseguenza di piogge particolarmente copiose, il medesimo presidente della regione, commissario delegato, manifestò l'orientamento che la situazione di emergenza potesse essere dichiarata superata, suscitando non poca sorpresa.
Su tempi e modalità degli interventi contenuti nel piano elaborato dal presidente della giunta regionale, commissario delegato, risultanti largamente inattuati, è attualmente in corso un'indagine da parte della procura della Repubblica di Caltanissetta.
Nell'agosto del 1999 la giunta regionale siciliana deliberò nuovamente la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, presentando un piano di interventi valutato favorevolmente dal Governo che, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 novembre 1999, dichiarò lo stato di emergenza fino al 31 dicembre del 2000. Su richiesta del dipartimento della protezione civile, la regione siciliana approvò, con delibere di giunta del 22 novembre 1999 e del 30 dicembre 1999, il nuovo piano richiesto, articolato anch'esso in tre fasi: interventi da attuare entro nove mesi; interventi da progettare e approvare entro nove mesi; interventi da progettare entro dodici mesi.
Un'istruttoria tecnica, effettuata anche con i funzionari dei competenti Ministeri dell'ambiente e dei lavori pubblici, ha portato, il 31 marzo del 2000, all'emanazione dell'ordinanza di protezione civile n. 3052. Tale ordinanza individua nuovamente il presidente della giunta regionale come commissario delegato e attiva un piano stralcio urgente che segue una tabella di interventi concordata con tutte le amministrazioni interessate. Tra questi interventi, ve ne sono alcuni riguardanti anche la città di Caltanissetta, tali da consentire - se attuati - una risoluzione strutturale dell'emergenza, oltre a misure di stretta emergenza quali l'approvvigionamento
Alcuni disservizi verificatisi nelle scorse settimane hanno causato sensibili riduzioni nell'approvvigionamento idrico della città di Caltanissetta ed hanno dato luogo alla protesta dei cittadini. Tali disfunzioni sono dovute, oltre che a perdite già individuate lungo l'acquedotto Madonie est (si tratta di inconvenienti che purtroppo si verificano con una certa frequenza anche a causa della vetustà della rete idrica), anche a prelievi definiti anomali operati in diversi punti dell'acquedotto. In proposito, il prefetto di Caltanissetta ha tempestivamente disposto controlli tecnici capillari da effettuarsi, data la delicata situazione esistente, con il concorso delle forze di polizia, così da accertare se lungo la condotta idrica dentro e fuori il centro abitato vi siano derivazioni abusive o perdite dovute a falle accidentali o a falle procurate tali da compromettere le originarie dotazioni di acqua.
Contestualmente, il prefetto ha richiesto al genio civile un'intensa attività di monitoraggio dei pozzi privati esistenti nel territorio nisseno che potrebbero contribuire ad integrare le dotazioni idriche, previa verifica della portata e del grado di potabilità dell'acqua.
Da notizie fornite dal prefetto, risulta che la distribuzione idrica è ripresa secondo turnazioni a suo tempo concordate con l'ente acquedotti siciliani. L'amministrazione comunale ha immediatamente promosso un confronto con la regione siciliana e con il Governo centrale, facendo presente la situazione di particolare crisi e fornendo alcune utili indicazioni per l'attivazione di interventi puntuali al fine di fronteggiare, anche nel futuro, eventuali situazioni di crisi che dovessero ripetersi in attesa dell'attuazione del piano previsto dall'ordinanza n. 3052 del 2000, di cui parlavo prima.
L'impianto normativo esistente già permette l'inserimento di ulteriori interventi giudicati utili ed urgenti nel quadro dell'attuazione del piano, ancorché in esso non previsti. Per questo, le proposte del comune, che sono state illustrate nel dettaglio, anche in occasione di una riunione operativa tenutasi ieri, 5 luglio, presso il Ministero dell'interno con i tecnici della protezione civile, sono in corso di verifica sotto il profilo della fattibilità tecnica.
Se la fattibilità tecnica verrà accertata, gli interventi proposti verranno immediatamente segnalati al presidente della regione che è commissario delegato per l'attuazione. L'ordinanza vigente, infatti, già offre un quadro di poteri straordinari utili alla loro esecuzione rapida. Come misura di urgenza, inoltre, il ministro dell'interno ha disposto in via straordinaria, mediante il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, l'immediata assegnazione di dieci autobotti al comando provinciale di Caltanissetta con le quali effettuare distribuzioni integrative d'acqua in attesa della realizzazione degli interventi straordinari che ho sopra indicato. In sintesi, il Governo deve sottolineare come il comportamento della giunta regionale siciliana in occasione dell'emergenza degli anni 1995-1997, conclusosi con una parziale attuazione del piano degli interventi, non abbia contribuito a sbloccare la situazione, anzi, abbia contribuito a creare i problemi che noi oggi abbiamo di fronte.
Nel 1999 la medesima giunta regionale siciliana, superando tale posizione (la posizione del recente passato) ha responsabilmente richiesto nuovamente la dichiarazione di stato di emergenza, quindi siamo ripartiti da questo punto. Il Governo ha risposto a tale richiesta nel novembre 1999. Le ordinanze attuative sono state emanate dopo un'adeguata istruttoria tecnica nel marzo e nel maggio 2000. I relativi interventi sono in corso anche se il loro stato di attuazione non risulta soddisfacente soprattutto sotto il profilo dei tempi. Per quanto di competenza, il Governo attiverà ogni forma di supporto e di stimolo all'attività del presidente della giunta regionale, dando aiuto, se serve, in particolare nell'ambito del comitato tecnico di supporto previsto dall'articolo 7 dell'ordinanza n. 3052 del
L'onorevole Misuraca ha facoltà di replicare.
Lei sta facendo riferimento a passate giunte della regione siciliana con coloriture politiche, evidentemente scaricando su quelle giunte determinate responsabilità. È evidente che non è questa la risposta che né io né i cittadini di Caltanissetta, che in questo momento forse ci ascoltano, si aspettavano dal Governo, perché la politica viene svolta altrove.
Noi abbiamo condotto una battaglia senza pregiudizi politici. Lei ha dato una risposta politica.
A proposito della risposta politica le dico subito che a Caltanissetta si stanno raccogliendo firme per sensibilizzare il Governo, ad attivarsi affiché intervenga la protezione civile. Signor sottosegretario, si stanno raccogliendo migliaia di firme: lei sa perché? Per sensibilizzare gli organi competenti, anche il Governo (ove fosse possibile) e la magistratura a tutti i livelli, per la nomina di una commissione d'inchiesta che individui le cause e le responsabilità della perenne carenza idrica a Caltanissetta. Quindi, come vede, siamo molto sereni e tranquilli sotto questo aspetto. Ritorniamo invece al motivo per cui manca l'acqua a Caltanissetta.
Nella sua risposta lei è stato disinformato e non ha dato nemmeno un'aspettativa. Disinformato forse dagli uffici? Ritengo che vi sia stata anche una regia politica perché lei parla di disservizi e inconvenienti per prelievi anomali. Ma queste cose si sono sempre sapute!
Il prefetto di Caltanissetta poteva attivarsi anche prima! L'altro ieri insieme ad altri parlamentari l'ho incontrato: gli abbiamo chiesto un monitoraggio dei pozzi; il prefetto ci ha chiesto soluzioni tecniche, ma non siamo caduti nel tranello: non spetta a noi suggerire soluzioni tecniche, spetta al Governo adottarle. Ci è stato riferito dal prefetto che i pozzi devono servire anche per usi agricoli e che l'acqua deve essere sottoposta ad analisi di laboratorio; adesso, a distanza di ventiquattro ore, ci si risponde che il Governo si è attivato, attraverso il prefetto, per monitorare i pozzi dove attingere l'acqua senza capire se sia potabile!
Un fatto è certo, ma questo il prefetto non gliel'ha detto: vi è un mercato dell'acqua a Caltanissetta, un mercato a danno dei cittadini, ed è giusto che queste cose vengano dette! Sarebbe dunque ripresa l'erogazione: ma chi gliel'ha detto, caro signor sottosegretario? Posso mostrarle la stampa di questa mattina, dalla quale risulta che lo stesso sindaco dichiara che l'acqua arriverà forse martedì prossimo, ed oggi siamo a giovedì. Vi sono allora menzogne che i cittadini di Caltanissetta devono conoscere, perché questo Governo non ha le idee chiare su come affrontare il problema dell'emergenza idrica. Ancora un'altra bugia ed un'altra falsità, secondo quanto dichiara anche oggi il vicecommissario delle acque in Sicilia.
Lei parla di una commissione tecnica ai sensi dell'ordinanza n. 3052, in particolare con riferimento all'articolo 9: la conosco, perché io stesso ho chiesto il provvedimento il 22 marzo. Ebbene, rispetto alla commissione tecnica paritetica, l'assessore regionale ai lavori pubblici nonché vicecommissario per le acque in Sicilia dà la responsabilità a voi del Ministero dell'interno, che non avete ancora nominato i vostri due rappresentanti. Mettetevi d'accordo: di chi è la responsabilità? È vostra o della regione Sicilia? Siamo scoraggiati, caro signor sottosegretario, non è in questo
Come si può parlare di legalità e sviluppo quando manca l'acqua? Si tratta di un bene primario, come afferma lo stesso Papa. In questo momento, si svolge a Caltanissetta una grande manifestazione cittadina: lei deve sapere, e devono saperlo gli amministratori regionali e comunali, che non vi sarà nessuna bandiera di partito al comizio; vi sarà solo la bandiera tricolore e quella europea, perché l'acqua è un bene comune, di tutti, che vogliamo tutelare assieme. Non è demagogia la mia, è semplicemente rabbia, caro signor sottosegretario, per le risposte che lei sta dando, per il regista che gliele ha suggerite, perché certamente lei non è preparato sull'argomento! Emerge una cultura del dividere, dell'uno contro l'altro, anche su problemi importanti come quello dell'acqua.
Caro signor sottosegretario, la mia amarezza, la mia tristezza sono comuni a tutti i cittadini di Caltanissetta: voi state sottovalutando il problema. Come forze politiche, siamo stati cinque mesi fermi perché volevamo condurre insieme una battaglia per l'acqua: ebbene, visto che l'acqua arriverà forse martedì, e poi non si conosceranno i turni, vi è il rischio che non si possa rispondere dell'ordine pubblico! Dunque, caro signor sottosegretario, forse bisognava fare un'altra cosa, piuttosto che nominare una commissione tecnica che è vanificata; l'articolo 9 dell'ordinanza è infatti ormai superato e vanificato. Rimpiango, allora, il caro professor Barberi, perché sa, caro sottosegretario, se arrivano gli albanesi a Caltanissetta, bisogna dargli l'acqua, ma ai nisseni l'acqua non si dà!
Nominate, quindi, una task force per dare l'acqua a Caltanissetta e a tutta la sua provincia, a cittadini che sono beffati, l'Italia lo deve sapere! Sono cittadini che pagano le bollette senza ricevere materialmente l'acqua; in questi giorni, un condominio ha dovuto pagare 108 milioni, e sa perché? Gliele hanno dette queste cose il prefetto e i responsabili della regione Sicilia? Perché il contatore gira con l'aria e il conto viene addebitato con la bolletta! Forse lei si meraviglierà di ciò che sto dicendo, ma io sono eletto in quella città. Lei non soffre, perché vive a Roma, nel quartiere Tuscolano e la invidio perché l'acqua non vi manca, ma la mia rabbia si fa sentire perché, evidentemente, tornando in quella città troverò il dramma, il dramma degli anziani che non possono andare in villeggiatura ad agosto e devono restare a Caltanissetta e non possono nemmeno spostarsi perché non sanno quando l'acqua arriverà, in quale giorno, in quale ora. Questo è lo stress che porta gli anziani ed anche altri ad ammalarsi.
Signor sottosegretario, lei deve riferire al ministro Bianco - lo dico nella mia interpellanza - visto che lui conosce bene Caltanissetta e l'ha conosciuta bene anche durante la campagna elettorale quando aveva detto che avrebbe vinto a Caltanissetta perché tutti i problemi sarebbero stati risolti. Evidentemente lo diceva all'uomo che l'appoggiava, così come lo dicevano il ministro Mattarella e il ministro Cardinale: quella terra è abbandonata, forse stanno meglio in Tunisia. Voi siete al Governo, questi uomini sono al Governo: noi aspettiamo risposte, però certamente non faremo sconti a nessuno. La guerra politica oggi l'ha dichiarata lei perché ha fatto un'esposizione politica e certamente non per risolvere il problema di Caltanissetta e della sua provincia. I cittadini sapranno dare delle risposte e trarre le proprie conclusioni.