Allegato B
Seduta n. 756 del 6/7/2000


Pag. 32407


...

INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Presidente nazionale dell'U.S.P. (Unione Sindacale di Polizia) Giampaolo Tronci ha segnalato la precarietà della situazione finanziaria in cui versano le «Fiamme Oro»;


Pag. 32408


secondo tale segnalazione, gli atleti della Polizia di Stato, vincitori di molti trofei nazionali, internazionali ed olimpici, non percepiscono, al contrario di altri atleti, sovvenzioni da parte delle Federazioni e neppure da parte dell'amministrazione centrale di Pubblica sicurezza;
gli atleti della Polizia di Stato, inoltre, non possono incrementare il loro già magro stipendio effettuando lo straordinario;
addirittura sarebbe a loro completo carico il particolare vitto della dieta che debbono necessariamente e scrupolosamente seguire;
pur se organizzati in modo sportivamente inaccettabile, e senza risorse a supporto, gli atleti delle «Fiamme Oro» hanno conseguito eccezionali risultati;
è sufficiente ricordare, fra i tanti, l'olimpionico di Atlanta Daniele Scarpa distintosi nella canoa «kayak», l'olimpionico di Seul Luca Massaccesi nel «taekwondo», il campione del mondo di nuoto per salvamento Roberto Bonanni ed Alberto Scalabrino, il vice-campione del mondo di sollevamento pesi Moreno Boer;
tali prestigiosi risultati sono stati raggiunti con enormi sacrifici personali i quali, addirittura per la fisioterapia, dispongono di ambienti fatiscenti e di macchinari obsoleti e non omologati -:
se non ritenga doveroso attivarsi affinché agli atleti delle Fiamme Oro sia garantito un trattamento dignitoso e soprattutto perché ad essi siano garantite attrezzature moderne e ambienti dignitosi.
(3-05981)

ANGHINONI e VASCON. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
si legge sul quotidiano Gazzetta di Mantova del 1o luglio 2000 a pagina 10: «Apre l'ambulatorio per clandestini». «Aprirà a settembre un ambulatorio per l'assistenza medico-sanitaria degli immigrati clandestini, Lo annuncia l'assessore alle politiche sociali e all'immigrazione Monica Perugini e il coordinatore del gruppo "Sanità e immigrazione" Cesare Baroni. L'ambulatorio, che avrà sede a Mantova in Viale Pompilio, nella sede della Croce Rossa, che sarà anche l'ente gestore, nasce con lo scopo di garantire l'assistenza sanitaria non urgente e l'assistenza farmaceutica agli immigrati irregolari, ai quali non è consentita l'iscrizione al servizio sanitario nazionale». «Dieci milioni il costo per la realizzazione del progetto, interamente finanziato dalla provincia che ha ottenuto la collaborazione dell'Asl per l'assistenza farmaceutica». «In futuro il servizio sarà esteso nei comuni dove è elevata la presenza di clandestini, come Castiglione delle Stiviere e Suzzara»;
i precetti legislativi che normano e codificano la presenza di stranieri sul territorio obbligano alla denuncia chi cede in uso od in affitto ad altri (anche se italiani) considerando le disattese quale reato penale atto a favorire od incentivare il flusso dei cosiddetti irregolari;
il lavoratore-cittadino italiano per accedere al servizio sanitario, come medicinali, analisi, visite specialistiche, eccetera eccetera, dopo i 30-40 anni di versamento di contributi sanitari, è obbligato a sostenere il costo di pesanti ed onerosi ticket;
la mancanza del controllo sanitario è da considerarsi quale attentato alla salute pubblica e che l'azione più efficace ed efficiente rimane sempre il controllo sanitario alle frontiere;
per chi sostiene tale posizione non si ravvedano i reati preposti e concepiti dai vigenti precetti legislative e cosa intenda fare per far rientrare tale programma e per punirne gli ideatori e sostenitori -:
il clandestino ed il suo «tutore» non siano responsabili indirettamente nei confronti della salute pubblica;
la conoscenza ed il non intervento nella presenza di clandestini sul territorio di propria competenza non sia da considerare quale complicità a carico del Sindaco e degli organi preposti alla tutela della sicurezza pubblica;


Pag. 32409


come può un organo pubblico che si finanzia e gestisce attraverso il danaro del contribuente come l'Amministrazione Provinciale, ASL, sostenere anche economicamente una iniziativa da intendersi, ad avviso dell'interrogante, clandestina e quindi da ritenersi fuori legge;
in difetto di tutto ciò, se la volontà, così come dimostrato, è da intendersi quale prova per poi generalizzarla su tutto il territorio italiano.
(3-05986)

CARMELO CARRARA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel 1999 di fronte al grave problema della criminalità il Governo decideva di rafforzare il controllo del territorio aumentando gli organici della Polizia di Stato e recuperando quei poliziotti, che per grandi carenze d'organico d'impiegati civili al Ministero dell'Interno, erano stati impegnati i compiti d'ufficio;
considerata l'urgenza il 17 agosto 1999 veniva approvata la legge n. 288 che prevedeva l'assunzione di 5000 impiegati civili ricorrendo a diverse procedure, tra cui lo scorrimento delle graduatorie valide dei concorsi già espletati, disponendo, altresì, che se gli idonei non fossero stati sufficienti si sarebbero indetti nuovi concorsi;
tale provvedimenti di fatto ha generato l'affidamento secondo cui 129 idonei della Regione Sicilia al concorso per 984 posti di coadiutore della quarta qualifica funzionale dell'Amministrazione Civile indetto dal Ministero dell'Interno, potesse rientrare nella previsione della legge n. 288 del 1999, stante la carenza d'organico riguardante la loro qualifica presso la Prefettura di Palermo;
a quasi un anno dalla sua pubblicazione la legge n. 288 del 1999 non è stata ancora applicata nonostante nella regione Sicilia non sia cessata l'emergenza criminalità -:
quali adempimenti urgenti intenda adottare il Governo per dare attuazione alla legge n. 288 del 1999, e di conoscere compiutamente quali motivi ne hanno ritardato l'applicazione.
(3-05987)

TASSONE, CUTRUFO, VOLONTÈ e TERESIO DELFINO. - Al Ministro dell'interno e per il coordinamento della protezione civile. - Per sapere - premesso che:
uno spaventoso incendio ha incenerito 400 ettari di bosco della pineta di Castelfusano, poco meno della metà dell'intera superficie;
il disastro ambientale assume spaventose proporzioni anche per le centinaia di animali carbonizzati;
l'azione degli uomini impegnati nell'opera di soccorso sia da parte degli addetti che dei volontari è risultata encomiabile ma inadeguata per la vastità del fronte di fuoco e per l'insufficienza dei mezzi nonché per la manomissione dei bocchettoni degli idranti;
nonostante la richiesta di soccorso non c'erano mezzi disponibili per fronteggiare un così grave incendio;
è risultato, in particolare, il mancato impiego del nucleo elicotteristi dei Vigili del fuoco di Ciampino -:
perché non siano state rafforzate le misure di prevenzione e soprattutto la verifica dei mezzi e dei siti antincendio;
se siano stati aumentati l'addestramento e gli standard minimi di sicurezza per il nucleo elicotteristi dopo il terribile incidente di Vicovaro del 19 giugno costato la vita a 4 vigili del fuoco e a un volontario della protezione civile;
se risulti vero che non c'erano elicotteri a disposizione perché in manutenzione e restituiti alla casa costruttrice;
se risulti vero che le procedure d'intervento siano state particolarmente complicate e che avendo richiesto oltre cinque ore abbiano impedito una tempestiva azione quando le fiamme erano divenute ormai incontrollabili.
(3-05990)


Pag. 32410

Interrogazioni a risposta scritta:

SANTORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la signora Di Marino Chantal Barbara era stata esclusa dal reclutamento di 780 allievi agenti della polizia di Stato, indetto con bando dell'8 novembre 1996, perché giudicata non idonea per difetto dei requisiti attitudinali;
dopo aver presentato ricorso al Tar Lazio (sezione I-ter), ha ottenuto da questo tribunale la sospensiva. A seguito di tale provvedimento la signora Di Marino ha potuto frequentare, presso la Scuola allievi agenti di Alessandria, il 151o corso di formazione per allievi agenti della polizia di Stato, svoltosi dal 21 settembre 1999 al 20 marzo 2000. All'esito degli esami finali la signora Di Marino è stata giudicata idonea al servizio di polizia;
in data 9 dicembre 1999, il Tar Lazio (sezione I-ter) ha accolto definitivamente il ricorso presentato dalla signora Di Marino contro il ministero dell'interno. I motivi di diritto dedotti a sostegno del ricorso sono: eccesso di potere per insufficienza istruttoria; violazione di legge in relazione all'articolo 4 decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1983 n. 12; eccesso di potere per travisamento dei fatti e falsa rappresentazione del presupposto; contraddittorietà della motivazione;
il giudizio d'inidoneità che era stato formulato contro la signora Di Marino, in pochi minuti da un perito selettore e non da un regolare organo collegiale, si snoda in una serie di considerazioni di contenuto assai simile: «carenze nel livello evolutivo, nelle capacità intellettive e nell'adattabilità». Le suddette valutazioni non costituiscono niente altro che «una superficiale motivazione di stile» e contrastano con il principio del buon andamento della pubblica amministrazione (articolo 97 Costituzione) in materia di «idonea motivazione», esplicato e ribadito nella legge n. 241 del 1990;
il profilo psicologico della signora Di Marino non collima, inoltre, con il risultato ottenuto nei precedenti esami da lei stessa superati, sia per quanto riguarda la prova culturale sia per quanto attiene all'esame psico-fisico;
il Tar Lazio (sezione I-ter) ha accolto il ricorso ma facendo salvi, come previsto dalla sentenza, gli ulteriori provvedimenti dell'amministrazione ha permesso che in data 7 giugno 2000 la Commissione per l'accertamento delle qualità attitudinali, nominata appositamente per verificare la capacità attitudinali degli aspiranti all'arruolamento di 780 allievi agenti della polizia di Stato, definisca la signora in questione: «irrequieta interiormente, dotata di una personalità non adeguatamente integrata nei tratti fondamentali del carattere rispetto all'età, impacciata nel modo di porsi e di interagire, non consapevole dei propri limiti, evasiva nell'affrontare il colloquio», tutte espressioni che permettono alla sopra citata Commissione di esprimere nei confronti della signora Di Marino un giudizio di non idoneità -:
se non si ritenga opportuno prendere nella dovuta considerazione la posizione della signora Di Marino, che nel corso dei colloqui sostenuti ha dovuto subire apprezzamenti pesantissimi delle sue qualità personali;
realizzare controlli specifici, da parte delle Autorità competenti, sulle modalità di svolgimento di tali esami psicologici, vagliando la regolarità formale dell'organo collegiale all'uopo competente;
sostenere la posizione di quanti, a seguito della favorevole sospensiva del Tar Lazio, abbiano frequentato con profitto il corso di formazione per allievi agenti della Polizia di Stato e siano stati, in seguito, considerati inidonei. Il corso in questione ha la durata di sei mesi, tempo sufficiente per conoscere non soltanto le capacità tecniche di un allievo, ma pure le sue inclinazioni caratteriali, per cui appare poco convincente che un aspirante agente di polizia superi un corso di tal durata con esito positivo e venga poi, in breve tempo, definito non idoneo per via di problematiche attinenti alla sfera caratteriale;


Pag. 32411


quali risposte intenda dare alle legittime richieste della signora Di Marino che si è sentita doppiamente colpita, come persona e come allieva agente di polizia, dal giudizio emesso, in ultimo, in suo confronto.
(4-30706)

GARDIOL. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sabato 1o luglio, una settantina di cosiddette «guardie padane», accompagnate, secondo quanto risulta da alcune agenzie di stampa, da un parlamentare eletto in Piemonte e da due cani, giunti appositamente da Biella e definiti cani antidroga, hanno perlustrato per circa un'ora piazza Borgo Dora e via Andreis a Torino alla ricerca di immigrati clandestini; spingendosi poi sotto il ponte, hanno scoperto coperte, materassi, evidentemente segni di un bivacco. Improvvisamente tale materiale ha preso fuoco e le fiamme sono state spente solo dopo l'intervento di una squadra di polizia e di tre unità operative dei vigili del fuoco -:
se i responsabili della cosiddetta «ronda delle guardie padane» abbiano o meno dato regolare preavviso della manifestazione, la cui conclusione, con il rogo finale, ha generato preoccupazione tra gli abitanti e per la stessa stabilità del ponte;
se il Ministro ritenga compatibile con l'ordinamento della Repubblica, l'organizzazione di «ronde» contro i senza casa, che assumono caratteristiche squadriste;
quali siano le direttive impartite dal Ministro per fermare le iniziative squadriste delle «ronde padane».
(4-30713)