Allegato A
Seduta n. 754 del 4/7/2000


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(Sezione 5 - Iniziative per tutelare l'ordine e la sicurezza pubblica in provincia di Reggio Calabria)

E) Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dell'interno e della giustizia, per sapere - premesso che:
la carneficina nella Locride ed in provincia di Reggio Calabria continua, mentre la Commissione parlamentare antimafia, dopo l'iniziale euforia, e il Governo stanno a guardare senza neanche rispondere ai numerosi atti di sindacato ispettivo presentati dall'interrogante;
il 31 ottobre 1999, infatti, è stato barbaramente trucidato l'imprenditore edile di Benestare Antonio Musolino mentre si trovava nel suo frantoio assieme al figlio;
il numero di professionisti, avvocati, medici, commercianti, imprenditori e persone incensurate «morti ammazzati», vittime di attentati, non si conta più, mentre da parte delle istituzioni si continua a recitare che tutto è sotto controllo e che la criminalità ha avuto dei duri colpi;
la situazione dell'ordine pubblico nella Locride e in provincia di Reggio Calabria è diventata insostenibile e, tra l'altro, chi ci rimette sono i giovani disoccupati che aumentano sempre di più e i cittadini onesti e laboriosi, inermi e tartassati dal Governo;
la stragrande maggioranza dei delitti rimane impunita e gli organi dello Stato non sono nelle condizioni di provvedere alla sicurezza dei cittadini -:
se il Governo intenda esporre, e subito, al Parlamento quali metodi, mezzi e personale efficienti ed efficaci nella prevenzione, investigazione e repressione, voglia predisporre per ripristinare condizioni, sia pure minime, di vivibilità e sicurezza per i cittadini della Locride e della provincia di Reggio Calabria, che notano invece alla luce dei fatti un uso distorto delle risorse umane e finanziarie che, con grande sacrificio personale, sono costretti a versare allo Stato.
(2-02038) «Filocamo».
(8 novembre 1999).

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dell'interno e della giustizia, per sapere - premesso che:
lo stato dell'ordine pubblico in provincia di Reggio Calabria e nella zona


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ionica-reggina desta viva preoccupazione ed allarme, come recentemente dimostrato dalla reazione della pubblica opinione alla barbara uccisione dell'imprenditore di Benestare (Reggio Calabria) Antonio Musolino;
lo sbigottimento, l'incredulità e la preoccupazione della pubblica opinione diventano più grandi quando, com'è accaduto recentemente, dall'interno delle stesse strutture statuali preposte alla tutela dell'ordine pubblico, vengono assunte prese di posizione, attraverso dichiarazioni rese alla stampa (intervista al procuratore della Repubblica di Locri e «lettera aperta» di un gruppo di poliziotti del commissariato della polizia di Stato di Bovalino (Reggio Calabria), Gazzetta del Sud del 3 e 4 novembre 1999), tendenti ad accreditare l'immagine di uno Stato che non opera per la tutela dei cittadini, ma che è proteso allo smantellamento delle strutture di indagine, di prevenzione e di repressione dei fenomeni criminali;
nella dichiarazione resa alla stampa il procuratore della Repubblica di Locri (Reggio Calabria) afferma: «Da alcuni anni assistiamo ad un depotenziamento dei servizi che erano stati voluti dall'allora capo della polizia Vincenzo Parisi. Prima hanno chiuso il Naps, poi hanno smantellato la sezione della squadra mobile, infine hanno depotenziato persino i posti di polizia in seno agli ospedali di Locri e Siderno. Le caserme dei carabinieri chiudono alle sette di sera ed i commissariati di Bovalino e Siderno sono, attualmente, senza un dirigente»;
nella «lettera aperta» fatta pervenire alla stampa da alcuni poliziotti del commissariato della polizia di Stato di Bovalino (Reggio Calabria) si denuncia «lo smembramento del commissariato di Bovalino con conseguente soppressione della squadra di polizia giudiziaria»;
sempre nella «lettera aperta» sopra citata alcuni poliziotti del commissariato della polizia di Stato di Bovalino (Reggio Calabria) parlano di «fallimentare e suicida esperimento» dei poli investigativi di Gioia Tauro e Siderno;
nonostante i successi conseguiti, negli ultimi anni, dagli organi investigativi e repressivi dello Stato nel contrasto alla criminalità e alla delinquenza organizzata, nel 1999 la Locride e la provincia di Reggio Calabria sono state funestate da una serie di atti delinquenziali e malavitosi più volte portati all'attenzione del Parlamento, come ad esempio:
a) attentati ed estorsioni a danno di operatori economici (Wood Line International di San Ferdinando, imprenditore Locicero di Villa San Giovanni; uccisione dell'imprenditore Antonio Musolino di Benestare);
b) intimidazioni ad operatori della giustizia (vicenda del giudice Giuseppe Mastropasqua, magistrato presso il tribunale di Locri);
c) intimidazioni ad amministratori locali (vicende avvocato Naccari, vice-sindaco di Reggio Calabria; dottor Scarfone, sindaco di Stilo; dottor Palmisano, sindaco di Sant'Ilario; dottor Iurato, vicesindaco di Ardore);
d) intimidazioni ed uccisioni di professionisti (uccisione dell'avvocato Antonino Luganà di Bruzzato Zeffirio; azioni intimidatrici a danno dell'avvocato Rosanna Femia di Marina di Gioiosa Jonica);
e) attentati a scopo intimidatorio ad operatori dell'informazione (giornalista della «Gazzetta del Sud», dottor Paolo Pollichieni);
f) attentati a danno di operatori scolastici (pestaggio del preside Giovanni Pittari di Locri, del preside Giovanni Familiari e del professor Vincenzo Tigano di Siderno; attentato alla scuola materna «Villa Maria» di Polisterna) -:
quali iniziative intendano urgentemente assumere per:
assicurare l'ordine e la sicurezza nel territorio reggino funestato dalla recrudescenza criminale e mafiosa;
garantire efficacia all'azione delle forze dell'ordine e della magistratura;


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quali valutazioni, infine, esprimano sulle dichiarazioni rese alla stampa dal procuratore della Repubblica di Locri (Reggio Calabria) e da alcuni agenti di polizia del commissariato di Bovalino (Reggio Calabria)
(2-02051) «Bova».
(9 novembre 1999).

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il giorno 31 ottobre 1999 si è registrato un nuovo efferato delitto con l'agguato all'imprenditore edile Antonio Musolino avvenuto a Benestare (Reggio Calabria);
tale delitto, sia per le modalità dell'esecuzione che per il suo significato, rappresenta una nuova ulteriore sfida della criminalità organizzata verso lo Stato;
nonostante le preoccupazioni ripetutamente espresse dagli interpellanti in sede parlamentare per segnalare l'incapacità dello Stato nel garantire il controllo del territorio, soprattutto in Calabria, non si riscontrano significativi risultati nel contrasto alla criminalità organizzata che non possono prescindere da una sapiente azione di intelligence unita ad una forte e qualificata presenza sul territorio delle forze di polizia -:
se sia possibile conoscere ogni elemento conoscitivo sul tragico delitto dell'imprenditore e quali siano i risultati delle indagini giudiziarie per assicurare alla giustizia i mandanti ed esecutori dell'agguato criminale, anche rispetto a passate denunce per tentata estorsione;
se possa essere riconducibile alla mafia degli appalti, avendo l'imprenditore rifiutato qualsiasi controllo e ricatto delle organizzazioni mafiose;
quale sia la sua valutazione sull'attuale funzionamento delle forze operative speciali dopo l'introduzione della direttiva Napolitano, anche in considerazione dei severi giudizi espressi nei giorni scorsi dal procuratore nazionale antimafia dottor Vigna;
quali iniziative intenda adottare per garantire la sicurezza degli imprenditori coraggiosamente impegnati nella crescita economica e civile della regione Calabria, ma maggiormente esposti ai ricatti delle organizzazioni criminali nella delicata fase di maggiore impulso degli investimenti sia interni che comunitari nelle infrastrutture;
se non intenda affrontare - alla luce di questo nuovo, grave episodio di violenza - la questione della criminalità organizzata in Calabria con metodi e strumenti nuovi, più incisivi ed adeguati rispetto ad una situazione sempre più grave ed intollerabile, che, se sottovalutata, rischia di determinare un clima di sfiducia nelle forze sane della società.
(2-02052)
«Tassone, Volontè, Teresio Delfino, Grillo, Buttiglione».
(9 novembre 1999).

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
soprattutto nei giorni passati, si è registrata a Reggio Calabria ed in provincia una crescente recrudescenza dell'attività criminale che ha visto, in particolare, l'efferato assassinio a Benestare dell'imprenditore Antonio Musolino, oppostosi decisamente alle continue intimidazioni mafiose, l'attentato alla Wood Line di San Ferdinando, le continue devastazioni di mezzi di lavoro e di immobili dell'imprenditore Vito Lo Cicero, gli atti delinquenziali consumati nel comune di Cinquefrondi, tant'è che il sindaco, dottor Michele Galimi, ha indetto una riunione di urgenza nel comune per denunziare la drammaticità della situazione venutasi a creare nel comune stesso, dove «non c'è notte in cui non si consumano violenze e distruzione» -:
se non ritengano di dovere tempestivamente e decisamente intervenire per ar


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restare l'ondata di violenza che si sta abbattendo sulla provincia di Reggio Calabria, inviando ulteriori contingenti di uomini e mezzi per rafforzare la presenza dello Stato sul territorio di modo che possa essere garantita ogni attività di ordine economico e sociale, mortificata dal verificarsi di frequenti fatti criminosi, denunciati da parte di ambienti politici, culturali ed economici, e possa, nel contempo, essere scoraggiata ogni ulteriore azione delittuosa che metta a repentaglio anche la vita di cittadini, il cui unico desiderio sarebbe quello di vivere in una società serena ed ordinata.
(2-02057) «Aloi».
(10 novembre 1999).