Allegato B
Seduta n. 753 del 3/7/2000


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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

VOLONTÈ, TASSONE, GRILLO, TERESIO DELFINO e CUTRUFO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso di un mortale assalto ad una tabaccheria di Modena è stato ucciso il commerciante Oreste Silingardi;
in meno di due anni sono 7 i tabaccai uccisi senza contare i feriti, e le rapine, i furti e le aggressioni che non vengono neppure più denunciate;
i commercianti di Modena hanno assunto l'iniziativa di dotarsi di controlli elettronici e di difesa telematica per contrastare una criminalità sempre più aggressiva -:
se non ritenga che il compito primario della sicurezza e della difesa del cittadino spetti allo Stato e alle forze di polizia;
le ragioni per le quali siano state completamente disattese le indicazioni e le preoccupazioni che da oltre due anni sollecitano i rappresentanti di categoria dei tabaccai che vivono ormai nel terrore di aggressioni e di violenze quotidiane.
(3-05946)


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Interrogazioni a risposta in Commissione:

MORONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il decreto presidenziale del 12 maggio 1999 ha concesso permessi di protezione temporanea a cittadini kossovari rifugiatisi nel nostro paese;
questo provvedimento è scaduto il 30 giugno 2000;
la situazione in Kossovo non è ancora definitivamente tornata a condizioni di vita pacifiche e sicure -:
quali misure il Governo intenda adottare per verificare quanti siano gli appartenenti a categorie ancora bisognose di protezione, per i quali il ritorno in patria significherebbe il rischio dell'incolumità, e quale soluzione per i medesimi intenda perseguire.
(5-08010)

ALBERTO GIORGETTI. - Ai Ministri dell'interno e della difesa. - Per sapere - premesso che:
i furti nelle case in provincia di Verona stanno registrando un pauroso incremento;
zone che fino a pochi anni fa parevano essere tranquille perché lontane da fatti delinquenziali oggi si trovano a vivere nella paura;
è il caso di Stallavena di Grezzana (Verona) ove i ladri stanno inperversando;
solo negli ultimi 15 giorni sono molti i furti registrati nella frazione veronese ad opera di criminali non ancora identificati;
la stazione dei carabinieri di Grezzana ha competenza su una vasta zona che va al di là dei confini del comune in questione -:
quali provvedimenti immediati ed urgenti intendano i Ministri competenti adottare per rafforzare l'organico della locale stazione di carabinieri in modo tale da consentire un maggior pattugliamento della zona e maggiore prevenzione nei confronti dei suddetti crimini;
se non si ritenga opportuno, considerando la vicinanza del comune di Grezzana alla città di Verona, impiegare anche forze della questura per un adeguato presidio del territorio.
(5-08013)

Interrogazioni a risposta scritta:

NAPOLI. - Ai Ministri dell'interno e della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella notte fra il 28 e il 29 maggio 1998, i soliti ignoti hanno collocato un ordigno rudimentale sotto l'auto del sindaco del comune di Locri (Reggio Calabria);
fortunatamente l'ordigno è stato individuato dai carabinieri della compagnia di Locri;
ormai, quasi quotidianamente, amministratori e rappresentanti delle istituzioni della provincia di Reggio Calabria subiscono pressanti minacce dalla 'ndrangheta;
«la 'ndrangheta», ha affermato il procuratore Boemi, «invece di regredire è sempre più forte...» e «...sta proseguendo nei suoi programmi di delegittimazione di carabinieri, sindaci e magistrati» -:
quali urgenti iniziative intendano attivare perché sia ristabilita la legalità nell'intero territorio della provincia di Reggio Calabria.
(4-30625)

NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con atto ispettivo n. 2-01862 del 28 giugno 1999 l'interrogante ha provveduto a denunziare un primo attentato incendiario avvenuto contro la Woodline International srl azienda di giovani imprenditori, pronta


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ad entrare in funzione nella seconda zona industriale di Gioia Tauro (Reggio Calabria);
nei giorni scorsi la stessa azienda ha subito il furto di un autocarro, quattro carrelli elevatori e altri macchinari per un valore complessivo di 240 milioni di lire;
il ripetersi delle azioni delittuose ha portato il giovane amministratore della Woodline, Raffaele Puntillo, a dichiarare che «su Gioia Tauro si sono accese le luci dello spettacolo, ma si sono spente quelle dello sviluppo dell'intero territorio e della legalità»;
le parole del giovane imprenditore sono amare, ma vengono sottoscritte dall'interrogante, la quale non perde occasione nel dichiarare come si sia abbassata la guardia nella lotta al potere della 'ndrangheta nella provincia di Reggio Calabria e nell'area del porto di Gioia Tauro in particolare;
il mese scorso è stato tenuto nell'area del porto di Gioia Tauro, un costosissimo spettacolo musicale, le cui motivazioni sono ancora da decifrare e nel frattempo continua a crescere il livello di disoccupazione, già elevato, nell'intera piana di Gioia Tauro;
l'ulteriore atto intimidatorio perpetrato nei confronti della Woodline evidenzia come quei pochi imprenditori calabresi che avessero la voglia di investire nell'area del porto di Gioia Tauro devono ancora sottostare alla pressione del potere mafioso che blocca qualsiasi possibilità di sviluppo della zona -:
quali siano i motivi per i quali appare essersi allentata la guardia nei confronti della 'ndrangheta nel porto di Gioia Tauro e nell'intera piana;
quali iniziative intendano porre in essere per garantire la sicurezza a quelle poche imprese «sane» che intendono investire e creare sviluppo in una zona in cui il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli elevatissimi ed estremamente preoccupanti.
(4-30626)

RIZZA. - Ai Ministri dell'interno, dei lavori pubblici e dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
i lavori di ricostruzione della spiaggia di Capo d'Orlando (Messina) a difesa del lungomare «Andrea Doria» e a protezione dell'abitato, per l'importo a base d'asta di lire 8.905.660.000, sono stati aggiudicati con il ribasso dell'1,17030 per cento alle seguenti ditte: A.T.I. C.N.T. s.n.c. di Calabrese N. e C.; Cappellano Carmelo e Domenico; Co.pro.fin. s.r.l.; Edrevea s.p.a.; con sede in Barcellona Pozzo di Gotto (Messina);
allo stato attuale non si sa quali siano i rapporti contrattuali tra le associate, in ordine ai lavori da eseguire in termini di importi e loro suddivisione in seno all'A.T.I.;
l'associata Edrevea spa non ha ottenuto per altri lavori da altre stazioni appaltanti la positiva informativa prefettizia antimafia;
non c'è la necessaria chiarezza su quali siano i contratti di subappalto autorizzati e quali mezzi propri noleggiati vengano utilizzati ad oggi per la realizzazione dei lavori;
non si sono attivati i meccanismi di controllo per la verifica della realizzazione di quanto contrattualmente previsto dato che per la struttura stessa di detti lavori solo un controllo preventivo ed efficace può scongiurare eventuali irregolarità -:
quali verifiche siano state poste in essere in ordine all'applicazione della normativa antimafia (nazionale e regionale) ed in materia di sicurezza del lavoro;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano prendere per verificare se intercorrono eventuali collaborazioni ufficiose tra i progettisti, la direzione dei lavori e tecnici locali e, nell'ipotesi di positivo riscontro, quali siano queste collaborazioni e quale sia la natura delle stesse.
(4-30631)


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MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 29 e il 30 giugno nel comune di Poggio a Caiano, provincia di Prato, nel corso di uno degli ennesimi furti in appartamento durante la notte un cittadino proprietario dell'appartamento per legittima difesa ha sparato uccidendo uno dei malviventi;
nell'area pratese da tempo si registrano eventi criminosi senza che vi sia sufficiente azione repressiva e preventiva da parte dello Stato -:
quali iniziative urgenti si intendano assumere ai fini di un potenziamento degli organici delle forze di Polizia e dell'ordine dell'area pratese onde ristabilire elementari livelli di tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza per tutti i cittadini.
(4-30636)

LUCCHESE. - Ai Ministri dell'interno e della giustizia. - Per sapere - premesso che:
visto che ormai la delinquenza extracomunitaria entra nelle case degli italiani per rubare, adoperando anche potenti sonniferi, considerando che non è consentito agli italiani alcuna difesa -:
cosa debbano fare i cittadini italiani che incontrano nelle loro stanze delle loro case i delinquenti, che sono penetrati dalle finestre o dalla porta.
(4-30637)

FINI e LANDOLFI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Pignataro Maggiore (Caserta) sono da tempo attivi alcuni clan camorristici (Lubrano-Nuvoletta) legati alla mafia corleonese, così come confermato dalle recenti deposizioni del pentito Antonio Abbate;
in particolare, in questa zona della provincia di Caserta i clan avrebbero dato vita ad una vera e propria mafia immobiliare basata sull'acquisto (a prezzi stracciati grazie anche alle pressioni dei boss) di terreni poi espropriati, a prezzi ovviamente moltiplicati, per la realizzazione della linea ferroviaria Napoli-Roma ad Alta Velocità;
sempre da Pignataro sarebbe partito il commando che uccise Franco Imposimato, fratello dell'ex magistrato ed ex parlamentare Ferdinando;
nel 1994 una dettagliata informativa della locale stazione dei carabinieri, inoltrata dal maresciallo dell'epoca Nicola Tipaldi alla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), evidenziava che in località «Suore Maria degli Angeli» alcuni terreni erano stati acquistati da prestanomi di clan;
sempre secondo tale informativa - della quale ampi stralci sono stati pubblicati l'11 giugno scorso da un quotidiano locale - a fare da mediatore per l'acquisto di alcuni terreni fu l'architetto Giovan Giuseppe Palumbo, eletto lo stesso anno a sindaco di Pignataro Maggiore; inoltre, nell'informativa dei Carabinieri, l'architetto Palumbo veniva definito «testa di cuoio» dei boss Ligato e Abbate:
recentemente il giornalista Enzo Palmesano, membro dell'Assemblea Nazionale di AN, già destinatario di pesanti intimidazioni per il suo costante impegno anticamorra, in una missiva inviata il 26 maggio scorso al sindaco Palumbo, agli assessori ed ai consiglieri comunali invitava l'amministrazione pignatarese a dare seguito a reiterate sollecitazioni che sarebbero state effettuate dal prefetto di Caserta, dottor Sottile, affinché il comune assumesse iniziative in merito all'utilizzazione di proprietà immobiliari sequestrate dalla magistratura ai clan della camorra;
il 19 giugno scorso, poco prima dello svolgimento di un consiglio comunale convocato ad hoc sui temi della legalità (in base ad un impulso della prefettura che aveva all'uopo coinvolto tutti i comuni della provincia), la moglie del presunto boss Raffaele Ligato irrompeva nella casa comunale annunciando a gran voce di non toccare i beni confiscati non mancando di


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alludere all'attività di denuncia di un giornalista facilmente individuabile in Enzo Palmesano -:
quali urgenti e indifferibili provvedimenti intenda adottare per ripristinare la legalità e la presenza dello Stato a Pignataro Maggiore e nei centri a più alto rischio camorristico della provincia di Caserta;
quali urgenti e indifferibili provvedimenti intenda porre in essere a tutela dell'incolumità fisica del Palmesano e dei suoi familiari, atteso che questi fu già oggetto di atti di sindacato ispettivo da parte dell'interrogante e di altri parlamentari di ogni schieramento politico;
se risponda a verità che il Prefetto dottor Sottile abbia a più riprese sollecitato il sindaco Palumbo ad utilizzare i beni confiscati ai clan;
in caso affermativo se, a fronte dell'implicito diniego del sindaco ad agire in tal senso, per quale motivo non siano stati adottati provvedimenti consequenziali;
se non ritenga opportuno - alla luce dell'informativa dei carabinieri del 1994 e del clima d'intimidazione esistente - sollecitare il Prefetto Sottile affinché proceda ad inviare presso il comune di Pignataro Maggiore la Commissione di Accesso agli atti amministrativi al fine di poter valutare la sussistenza dei presupposti per lo scioglimento del comune a seguito di infiltrazioni e condizionamenti malavitosi.
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CUSCUNÀ, POLIZZI, MALGIERI, ASCIERTO, GASPARRI, BUONTEMPO, ANTONIO RIZZO. CONTI, ALBONI, SOSPIRI, FRAGALÀ, MORSELLI, SIMEONE, CONTENTO, MARENGO, BUTTI, LA RUSSA, COLOSIMO, CARDIELLO e ZACCHEO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, esiste un clima di pesante intimidazione camorristica;
si tratta di una città definita da attenti osservatori la «Svizzera dei clan» perché si troverebbe al centro di vaste e complesse operazioni di riciclaggio di denaro sporco, dove tutto deve essere tranquillo affinché i clan possano operare nella più completa pax mafiosa;
una recente campagna giornalistica ha rilevato che il sindaco di Pignataro Maggiore, Giovan Giuseppe Palumbo, nipote acquisito del capo della camorra Vincenzo Lubrano, da anni terrebbe chiuse in un cassetto le lettere delle competenti autorità con le quali lo si invitano ad acquisire beni sequestrati a potenti e sanguinari clan camorristici mafiosi, quelli di Raffaele Ligato e di Angelo Nuvoletta, latitante condannato all'ergastolo per l'omicidio del giornalista del Mattino Giancarlo Siani;
lunedì 19 giugno, poco prima dell'inizio di un consiglio comunale dedicato alla legalità e, appunto, all'acquisizione dei beni dei clan, la moglie del boss Raffaele Ligato, sorella del capo clan Vincenzo Lubrano, e quindi anch'essa zia acquisita del sindaco, ha fatto irruzione nella casa comunale e ha inveito contro gli amministratori presenti e, soprattutto, contro il «giornalista stronzo» che ha fatto parlare troppo della vicenda, smascherando gli insabbiamenti del sindaco;
un riferimento minaccioso al giornalista Enzo Palmesano, componente l'Assemblea nazionale di AN, già minacciato di morte due anni fa per il suo impegno anti-camorra;
la successiva riunione del consiglio comunale si è svolta in un clima che è facile immaginare, senza che nessuno osasse proporre di non tenere la riunione per protesta;
addirittura, in un crescendo di paura e di omertà, verso mezzanotte si è appreso che non potevano essere lette le lettere delle competenti autorità sulla delicata questione dei beni dei clan perché il sindaco le aveva «dimenticate»;


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in verità «dimenticate» non solo quella sera, ma da anni -:
ove i fatti di cui sopra rispondano a verità, se non si ritenga di intervenire immediatamente per lo scioglimento del consiglio comunale di Pignataro Maggiore, ostaggio della più plateale e pesante intimidazione mafiosa;
quali iniziative di propria competenza si intendano prendere, ivi compreso il ricorso alla magistratura, a carico del sindaco di Pignataro Maggiore, che in un'informativa della stazione carabinieri, pubblicata dalla stampa locale, definisce «testa di cuoio di Abbate e Ligato» (i temibili killer del gruppo di fuoco della camorra pignatarese; il primo oggi pentito, il secondo marito della protagonista dell'incursione camorristica alla casa comunale);
se sia tollerabile ad avviso dell'interrogante che un'amministrazione comunale si regga sull'intimidazione camorristica che mette a tacere le forze politiche di opposizione;
quali iniziative si intendano adottare per tutelare l'incolumità del giornalista Enzo Palmesano, componente l'Assemblea nazionale di AN, nel mirino dei clan e di campagne di diffamazione e di delegittimazione portate avanti da esponenti politici evidentemente ispirati dalla camorra, contigui o addirittura organici alle cosche camorristico-mafiose che da oltre un quarto di secolo tengono in ostaggio Pignataro Maggiore, la «Svizzera dei clan».
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