Allegato B
Seduta n. 746 del 22/6/2000


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SANITÀ

Interrogazioni a risposta scritta:

COMINO, BARRAL, ROSCIA, SIGNORINI e GAMBATO. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
sul n. 5-6 anno 1999 del «Bollettino d'informazione sui farmaci» edito dal ministero della sanità è pubblicata la notizia della nascita di un «Osservatorio per monitorare il consumo dei farmaci», nuovo organismo previsto dalla legge n. 448 del 1998, collegata alla legge finanziaria 1999, istituito presso il Dipartimento valutazione dei medicinali e farmacovigilanza;
l'osservatorio ha a disposizione 10 miliardi dei 100 stanziati in attuazione dell'articolo 36, comma 14, del collegato alla finanziaria 1998;
tale Osservatorio ha molteplici compiti in collaborazione con il Dipartimento del ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con l'Agenzia per i servizi sanitari regionali;
l'Osservatorio, in quanto progetto culturale e non solo struttura operativa deve garantire comunicazione, formazione e ricerca per promuovere efficacia - appropriatezza - efficienza sull'impiego dei medicinali;
come autorevolmente sostenuto dal presidente della Società italiana di medicina generale, la formazione, la cultura, l'accreditamento e la ricerca in campo medico non sono oggi separabili dalla politica generale del paese;
il direttore del dipartimento valutazione dei medicinali e farmacovigilanza, dottor Nello Martini, ha recentemente dichiarato l'avvio di un sistema d'informazione pubblica sui farmaci che controbilanci, affiancandola, l'informazione «proveniente dal mercato» cioè quella attuata dalle aziende farmaceutiche;
contrariamente alla pubblicità senza regole, l'informazione corretta in campo sanitario può essere una sola e non può essere competitiva;
esistono problemi di «Farmacoeconomia» e di «Evidence Based Medicine» che devono essere portati a conoscenza di tutti gli operatori sanitari per ragioni di giustizia sociale, affinché i loro comportamenti siano coerenti con le esigenze della società e non siano fuorviati da pressioni o lusinghe del «mercato»;
in questo sistema il dipartimento ha predisposto un programma di educazione, formazione e farmacovigilanza con il coinvolgimento dei 337.000 medici e 60.000 farmacisti italiani;
da sempre l'informazione scientifica sui farmaci gestita dalle industrie è finanziata


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dal sistema sanitario nazionale direttamente attraverso una percentuale sul prezzo del farmaco ed indirettamente attraverso l'acquisto di un'alta percentuale dei medicinali commercializzati;
tale finanziamento costituisce a tutti gli effetti un «appalto esterno» del ministero della sanità;
la legge n. 833 del 1978, stabilisce che l'informazione scientifica gestita dalle aziende deve svolgersi sotto il controllo del ministero della sanità e che questo ministero ha anche compiti di formazione ed aggiornamento degli informatori scientifici del Farmaco - Farmacologisti (legge n. 833 articoli 29 e 31; decreto ministeriale 23 giugno 1981, articolo 9);
anche recentemente, in ottemperanza a tali principi ed al decreto legislativo n. 541 del 30 dicembre 1992, di recepimento della direttiva 92/28/CEE, il direttore generale del Servizio farmaceutico del ministero della sanità, con circolare 1 luglio 1994, invitava tutte le aziende a comunicare per i fini istituzionali l'elenco di tutti gli informatori Scientifici - Farmacologisti loro dipendenti, ivi compreso il loro indirizzo e pertanto tale recapito dovrebbe essere a conoscenza del ministero;
fino a pochi anni orsono veniva inviato agli informatori scientifici - Farmacologisti il «Bollettino di Informazione sui farmaci» -:
perché vengano esclusi gli informatori - Farmacologisti dai programmi di formazione ed aggiornamento previsti per medici e farmacisti;
perché il direttore del dipartimento di valutazione dei medicinali ritenga di dover competere con l'informazione privata quando quest'ultima è finanziata dal servizio nazionale ed il ministero della sanità ha l'obbligo di controllare i contenuti e lo svolgimento anche per mezzo della formazione indipendente degli informatori - Farmacologisti organizzando corsi previsti dall'articolo 9 del decreto ministeriale 23 giugno 1981;
perché il ministero della sanità non ritenga dover coinvolgere gli informatori scientifici farmacologisti nella farmacovigilanza, che ancora nel nostro paese non decolla, tenendo presente che ogni giorno gli informatori compiono 200 mila visite tra medici ed altri operatori sanitari.
(4-30474)

COMINO, BARRAL, ROSCIA, SIGNORINI e GAMBATO. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
in attuazione dell'articolo 36 comma 14 del collegato alla finanziaria 1998 (legge n. 449 del 1997) e del Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000 che prevede uno stanziamento di 100 miliardi, il dipartimento valutazione dei medicinali e farmacovigilanza del Ministero della sanità ha predisposto un «Programma ministeriale di informazione sui farmaci, farmacovigilanza ed educazione sanitaria»;
in particolare, il programma stabilisce che l'obiettivo strategico consiste nel «promuovere una cultura critica sui farmaci per correggere lo sbilanciamento e l'asimmetria fra il marketing farmaceutico ed una corretta informazione, per cui il marketing finisce per influenzare le abitudini prescrittive dei medici»;
attualmente, questo marketing è finanziato dal Sistema sanitario nazionale, attraverso una percentuale sul prezzo del farmaco (deliberazione Cip del 2 ottobre 1990) e mediante l'acquisto diretto di buona parte dei farmaci presenti sul mercato;
come afferma il documento, è necessario fare finalmente fronte alla mancanza di una tradizione culturale che sappia contrapporre alla promozione, pur legittima, del mercato, un'informazione pubblica qualificata ed indipendente;
in tema di informazione scientifica sui farmaci non è possibile concepire un'informazione di carattere pubblicitario


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che si discosti dalle conoscenze esistenti in quel momento e documentate scientificamente;
la legge n. 833 del 1978, articoli 29 e 31 stabilisce: «La produzione e la distribuzione dei farmaci devono essere regolate secondo criteri coerenti con gli obiettivi del Servizi sanitario nazionale con la funzione sociale del farmaco e con la prevalente finalità pubblica della produzione» «Al Servizio sanitario nazionale spettano compiti di informazione scientifica sui farmaci e di controllo sull'attività d'informazione scientifica delle imprese titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei farmaci» per cui non è giustificabile una spesa prevista di 10 miliardi destinati all'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali se questo Osservatorio si limita, come si evince dal documento del ministero della sanità firmato dall'onorevole Rosy Bindi, ad una controinformazione in assenza dei doverosi controlli tanto sui messaggi realmente trasmessi dalle industrie farmaceutiche ai medici prescrittori quanto sui campioni gratuiti di medicinali consegnati ai medesimi per aumentare acriticamente il mercato;
il decreto ministeriale 23 giugno 1981, di applicazione degli articoli 29 e 31 della legge n. 833 del 1978, stabilisce le modalità della predisposizione di un programma pluriennale per l'informazione scientifica sui farmaci finalizzato anche ad iniziative di educazione sanitaria con l'istituzione di corsi di aggiornamento indipendenti per gli informatori scientifici-farmacologisti;
operano attualmente in Italia 20 mila informatori scientifici, per lo più in possesso di titoli specifici richiesti dal decreto legislativo n. 541 del 1992, molti dei quali, dotati anche di esperienza e cultura relative alla comunicazione scientifica potrebbero, se assunti dal Servizio sanitario nazionale contribuire attivamente all'attuazione del dettato legislativo -:
per quale ragione non abbia preso in considerazione questa ipotesi che sarebbe quella di più facile attuazione con la garanzia di ritorni immediati a fronte di una spesa contenuta.
(4-30475)

COMINO, BARRAL, ROSCIA, SIGNORINI e GAMBATO. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
è stato recentemente reso pubblico il nuovo codice deontologico per le aziende farmaceutiche aderenti alla Farmindustria;
questo codice deontologico dovrebbe portare ordine in un settore, come quello della propaganda ai medici, che evidenzia un largo uso di pressioni indebite a scapito della collettività e modalità di «promozione» delle prescrizioni di farmaci contrarie alle norme vigenti;
le norme tuttora vigenti sono le seguenti: legge n. 833 del 1978, articoli 29 e 31; decreto ministeriale 23 giugno 1981 e seguenti; decreto legislativo n. 541 del 1992 di recepimento della direttiva 92/28/CEE;
ogni medico dovrebbe prescrivere i farmaci «secondo scienza e coscienza»;
gli articoli 170, 171, 172 Tullss 27 luglio 1934, n. 1265, puniscono severamente il cosiddetto «comparaggio» (offerta di denaro o altra utilità allo scopo di agevolare, con prescrizioni mediche o in qualsiasi altro modo la diffusione di specialità medicinali o di ogni altro prodotto ad uso farmaceutico);
l'articolo 173 del Tullss «vieta il commercio, sotto qualsiasi forma» dei campioni medicinali;
attualmente, secondo stime Farmindustria nel 1998 è stato fornito un quantitativo di campioni gratuiti di medicinali pari a lire 119,5 miliardi prezzo di costo;
la spesa di questi campioni pesa sul Servizio sanitario nazionale;
i medesimi campioni viaggiano e vengono conservati al di fuori di qualsiasi controllo da parte degli organi competenti sia per quanto riguarda la qualità di conservazione e di applicazione delle leggi


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vigenti in materia (decreto legislativo n. 538 del 1992; decreto ministeriale del 6 luglio 1999, circolare ministero della sanità n. 2 del 13 gennaio 2000), sia sulla loro effettiva destinazione;
è stato più volte denunciato dai media un imponente commercio clandestino di farmaci dei quali è molto dubbia la qualità, trattandosi di prodotti trafugati, rapinati e ripresentati con nuove confezioni;
tra questi è molto probabile la presenza di ex campioni gratuiti riconfezionati data l'enorme quantità di questi strumenti di promozione distribuita annualmente solo in parte a medici, cliniche, ospedali i quali si presume ne facciano un uso terapeutico;
non risulta esistere presso l'apposito dipartimento del ministero della sanità una contabilizzazione dei campioni distribuiti ed effettivamente consegnati ai legittimi destinatari (decreto legislativo n. 541 del 1992 articolo 13 comma 1) -:
come intenda agire per affrontare le gravissime forme di illegalità denunciate con la presente interrogazione.
(4-30477)

PISCITELLO. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
ad Augusta si registra un aumento dei casi di diffusione fra la popolazione di malattie provocate da insetti e parassiti. Notizie di stampa segnalano episodi ricorrenti di residenti costretti a ricoverarsi in ospedale per punture di zecca. La responsabile locale dell'Agesci è morta agli inizi di giugno, dopo essere rimasta per tre anni immobilizzata a letto per una paralisi totale che l'ha colpita in seguito ad una puntura di zecca, subita durante un campo scout nelle vicinanze;
la scorsa stagione estiva i ricoveri per reckettsiosi hanno colpito numerosi adulti e bambini. Mentre quest'anno, già all'inizio di maggio si è registrato il primo ricovero in ospedale di una bambina di dieci anni;
l'ufficiale sanitario della Asl 8, recentemente, ha segnalato all'amministrazione comunale la ricezione di diverse denunce di morsicature di zecca, avvenute in spazi pubblici del centro abitato;
il primario del reparto di Pediatria dell'ospedale «Moscatello», Giacinto Franco, ha più volte rilasciato preoccupate interviste sulla diffusione di malattie infettivi come la leiahmaniosi, trasmesse da insetti e la cui diffusione avviene per le precarie condizioni igieniche del territorio. Secondo le stime del medico, e dei veterinari, l'80 per cento dei cani in circolazione sarebbe portatore di patologie trasmissibili all'uomo;
la situazione sanitaria del territorio comunale di Augusta è stata oggetto di uno studio dell'Università «La Sapienza» di Roma, i cui risultati sono in via di pubblicazione. Secondo anticipazioni diffuse dalla stampa, avrebbe accertato la ricomparsa della zanzara anofele, portatrice della malaria, la quale da oltre mezzo secolo era stata debellata dalla zona;
lo scorso anno, ad Augusta, sono stati registrati anche due casi di filariosi, malattia infettiva tipica delle zone tropicali. La circostanza ha sollevato preoccupazione anche per la presenza di uno dei più importanti porti del Mediterraneo che produce un notevole transito di marittimi, provenienti principalmente da Paesi del Terzo mondo;
la reckettsiosi è da un ventennio considerata una malattia endemica del territorio di Augusta, mentre stessa classificazione sarebbe sul punto di essere data anche alla leishamania. La comparsa di nuove patologie infettive anche se al momento sporadica, desta tuttavia preoccupazioni fra i sanitari e la popolazione -:
se non intenda verificare se la situazione igienico-sanitaria del territorio comunale di Augusta non presenti caratteristiche tali da richiedere un attento monitoraggio della zona, anche attraverso il finanziamento straordinario di studi e ricerche scientifiche;


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se non intenda valutare un suo intervento diretto ed urgente presso la regione siciliana;
se non intenda verificare, anche attraverso propri ispettori, se sono state adottate tutte quelle opportune misure di prevenzione sanitaria, necessarie a scongiurare la diffusione di pericolose malattie infettive.
(4-30480)