Allegato B
Seduta n. 740 del 14/6/2000


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SANITÀ

Interrogazione a risposta in Commissione:

DIVELLA. - Ai Ministri della sanità e per la solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
ad onta, ed in evidente dispregio dei princìpi sanciti dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104 «Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale ed i diritti delle persone handicappate» e dal decreto del Ministro della sanità del 28 dicembre 1992, l'azienda Ausl BA/3, con sede in Altamura (Bari), continua pervicacemente e pretestuosamente a rifiutare la concessione di un montascale mobile alla disabile Bellocchio Filippina, affetta da tetraparesi spastica, residente in Gravina di Puglia (Bari);
l'interpretazione della legge, da parte della Ausl BA/3, appare come una grave ed ingiustificata prevaricazione e penalizzazione di una famiglia già così pesantemente provata; si sostiene infatti che la concedibilità del presidio richiesto sarebbe subordinata alla insuperabilità delle barriere architettoniche mediante installazione di una rampa (decreto ministero lavori pubblici n. 236 del 1989) o di un ascensore «i cui costi potrebbero essere alleviati accedendo ai finanziamenti previsti dalla legge n. 13 del 1989»; a nulla rilevando il fatto, noto alla Ausl, che l'abitazione è al secondo piano, non è di proprietà bensì in locazione e che, aggiungendo la beffa al danno, le condizioni economiche della famiglia sono assolutamente precarie;


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il tentativo, platealmente pilatesco, di individuare e suggerire percorsi alternativi per la soluzione del problema appare tanto più offensivo della dignità della sofferenza quanto più si appalesa come l'ennesima testimonianza di una gestione, dei bisogni di salute, esercitata con l'autoritarismo di chi, ancora oggi, a quei bisogni risponde senza umanità né solidarietà, ma con l'aberrante discriminazione tra «sudditi» figli e figliastri;
non si spiegherebbe diversamente il tentativo di «scaricare» ai servizi sociali dell'amministrazione comunale quanto di propria competenza e che lo stesso presidio sia stato invece «benevolmente» concesso ad altri;
la legge n. 104 del 1992, la risoluzione del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 19 gennaio 1993 su «I servizi sociali per le persone fisicamente o psicologicamente handicappate» e la risoluzione del Consiglio dell'Unione europea e dei rappresentanti del Governo degli stati membri, in merito alla «Pari opportunità per i disabili» finiscono così per apparire sterili enunciazioni di princìpi inattendibili e facilmente eludibili, se è vero, come appare, che non sono sufficienti per garantire una reale tutela giuridica, economica e sociale delle persone con handicap grave;
appare inspiegabilmente discriminatorio il rifiuto opposto dalla Ausl BA/3 all'istanza della signora Digiesi Girolama, madre della disabile Bellocchio Filippina -:
se non intendano i Ministri interrogati, nell'ambito delle rispettive competenze, predisporre ogni utile iniziativa per alleviare la situazione di estremo disagio che scaturisce dalla mancata applicazione della legge da parte di un'amministrazione che dovrebbe essere preposta al soddisfacimento di bisogni inconculcabili, qual è quello del rispetto della dignità della sofferenza.
(5-07901)

Interrogazioni a risposta scritta:

CARBONI. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
la Fondazione San Giovanni Battista con sede nel Comune di Ploaghe (Sassari) fornisce un servizio di riabilitazione e di assistenza socio-sanitaria ai disabili e agli anziani residenti nel capoluogo di provincia ed in tutti i comuni del circondario; la Fondazione svolge questo compito di grande utilità sociale con il lavoro e l'impegno di oltre 200 dipendenti, in regime di convenzione con la ASL di Sassari e con diversi comuni;
da circa cinque mesi a causa della mancata erogazione delle rette dovute dalla ASL e dai Comuni per le prestazioni sanitarie effettuate, la Fondazione ha maturato una esposizione di circa 6 miliardi pari a metà del bilancio annuale che preclude di pagare gli stipendi ai dipendenti e di onorare i crediti con fornitori di beni e di servizi;
il perdurare di tale situazione mette in pericolo una importantissima realtà occupazionale in un contesto territoriale già fortemente penalizzato e la prosecuzione dell'assistenza per centinaia di persone disabili e/o anziane alle quali non sono offerte alternative in tutto il centro-nord della Sardegna;
numerose amministrazioni comunali si sono mobilitate insieme alle organizzazioni sindacali ed alle associazioni di settore per sensibilizzare le istituzioni sulla vicenda;
il direttore generale f.f. della ASL di Sassari ha affermato di non poter provvedere al pagamento a causa del mancato trasferimento da parte dell'Assessorato alla Sanità della RAS della somma di lire 30.000.000.000 nei primi cinque mesi del c.a. -:
se sia a conoscenza della drammatica situazione nella quale versa la Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe (Sassari) e quali urgenti iniziative il Ministro intende assumere affinché la ASL n. 1 di


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Sassari corrisponda alla Fondazione tutte le somme ad oggi dovute e provveda in futuro al regolare pagamento secondo le norme nazionali e regionali vigenti al fine di consentire il pagamento degli stipendi ai dipendenti e dei crediti ai fornitori e la prosecuzione della attività di assistenza.
(4-30265)

PORCU. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
la Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe (Sassari) è l'unico ente nel territorio di Sassari che fornisce un servizio completo di riabilitazione e di assistenza socio-sanitaria ai disabili e agli anziani;
la Fondazione svolge un compito di grande utilità sociale e che dà lavoro a più di 200 dipendenti;
da circa cinque mesi questi ultimi sono senza stipendio a causa della mancata erogazione, da parte della ASL1 di Sassari, delle rette dovute alla Fondazione S. Giovanni Battista per le prestazioni sanitarie effettuate;
il perdurare di tale situazione mette in pericolo il ruolo di una importantissima realtà occupazionale e la prosecuzione dell'assistenza per centinaia di persone disabili e/o anziane alle quali non sono offerte alternative in tutto il centro-nord della Sardegna;
numerose amministrazioni comunali si sono mobilitate insieme alle organizzazioni sindacali ed alle associazioni di settore per sensibilizzare le istituzioni sulla vicenda -:
se sia a conoscenza della drammatica situazione nella quale versa la Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe (Sassari) e quali urgenti iniziative il ministero intenda assumere affinché alla Fondazione vengano erogate tutte le rette fino ad oggi maturate e consentire il pagamento degli stipendi arretrati e garantire l'assistenza e le prestazioni socio-sanitarie per gli utenti interessati.
(4-30284)

GARDIOL, CENTO, GALLETTI e PROCACCI. - Ai Ministri della sanità e per la solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
il sindaco di Alessandria, in data 31 maggio 2000, ha disposto con ordinanza la sospensione delle attività del centro di accoglienza a bassa soglia dei Ser-T denominato Drop-In, sotto il pretesto che la struttura non ottemperava alla normativa sulle barriere architettoniche «in quanto la soglia di ingresso principale forma un gradino, creando un dislivello tra il marciapiede e il pavimento dei locali di 6 (sei!) centimetri»;
il centro in questione opera nel quadro della «limitazione del danno» puntando a ridurre i danni derivanti dall'uso di sostanze per i tossicodipendenti attraverso concreti programmi di contatto precoce con i tossicodipendenti non ancora seguiti dai Ser-T, ricercando un rapporto di fiducia con gli utenti non solo per cure sanitarie, ma anche allo scopo di ridurre la microcriminalità connessa alla tossicodipendenza;
il centro Drop-In è collocato nella zona centrale della città proprio per poter adempiere al meglio questo fine -:
se non intendano intervenire presso l'amministrazione comunale di Alessandria perché venga ripristinato il servizio sperimentale, previsto dalle direttive ministeriali, e la popolazione non sia privata di un servizio indispensabile per la cura e la prevenzione del danno di una fascia di persone che a Alessandria è stimata in milleduecento;
se sia possibile considerare una soglia di sei centimetri una barriera architettonica, tale da comportare la chiusura di un servizio pubblico, e se i Ministri interrogati non intendano disporre un'accurata indagine


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sulle barriere architettoniche tuttora esistenti negli edifici comunali di Alessandria.
(4-30289)