Risposta - In merito alla problematica sollevata si premette che le prove scritte dei precedesti quattro concorsi per Allievi vicebrigadieri del Ruolo Ispettori dell'Arma dei Carabinieri non sono mai state effettuate in ambito regionale, bensì in un numero limitato di sedi ove sono confluiti concorrenti di più regioni, con criterio areale. Al riguardo si rappresenta che, in generale, la scelta delle sedi rimane subordinata alla disponibilità delle stesse nel periodo di svolgimento delle prove.
evitando così che fosse distolto dalla prioritaria attività di controllo del territorio.
Risposta - Si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Risposta - Il Ministro degli Esteri ha decretato l'11 maggio 1999 la cessazione della Prof.ssa Alessandra Latour dalle funzioni di Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca, con decorrenza 14 settembre 1999.
essere molto più diffusa, subdola e amorale di quanto si pensi;
Risposta - In riferimento all'atto ispettivo in esame, rappresento quanto segue.
sia al Consorzio Verona tutto l'anno, che alla Five S.r.l.;
Risposta - Nel rilevare preliminarmente la veridicità dei fatti segnalati e cronologicamente elencati nell'interrogazione in questione, si ritiene doveroso sottolineare che, già nel 1994, l'Ente Camerale aveva respinto la richiesta di contributo avanzata dalla FIVE s.r.l. per l'organizzazione di una manifestazione a Parigi e ciò in quanto, come si legge nelle premesse della Deliberazione di Giunta n. 58 del 17.02.1994, il Consorzio «Verona tutto l'anno», cui era stato affidato da parte della Camera di Commercio, l'incarico di realizzare l'iniziativa in parola, aveva fatto presente di non poter affrontare l'organizzazione della manifestazione stessa, mentre nessun incarico al riguardo era stato conferito alla Soc. Five.
Risposta - Al riguardo, nel far presente che si risponde per incarico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si ritiene opportuno premettere che l'ammontare del canone di abbonamento per i singoli tipi di utenza e la misura della variazione percentuale del sovrapprezzo sono determinati annualmente tenendo conto delle variazioni nell'offerta o nella composizione delle fonti di finanziamento previste dalla vigente normativa in materia di comunicazioni.
assicuratrici; tale atteggiamento pretestuoso e dilatorio non può essere ulteriormente tollerato, soprattutto in presenza di un sinistro che ha sconvolto l'esistenza di un intero nucleo familiare;
Risposta - L'interrogazione concerne la gestione da parte della società GEAS di un sinistro verificatosi l'8 novembre 1995 che causò lesioni personali a due danneggiati e per il quale fu presentato esposto, in data 10 ottobre 1997, da parte del legale dei suddetti soggetti.
Risposta - Al riguardo si ritiene necessario significare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
che dipendono a loro volta da numerosi fattori quali, per esempio, le caratteristiche del territorio, la densità della popolazione residente e il reddito del quale essa gode.
Risposta - La lamentata applicazione da parte di una Camera di commercio, di un diritto di prima annotazione di lire 15.000, per l'annotazione di imprese artigiane nella relativa sezione speciale del registro delle imprese, ai sensi dell'articolo 8, comma 4 della L. 580/1993, si collega ad un problema che in sede locale, trova differenziate soluzioni.
Risposta - Al riguardo si fa presente che la società Poste Italiane - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame - ha significato che, poiché la legge n. 560/93 (articolo 1, comma 2, lett. a) ha inserito tra gli alloggi di proprietà degli enti da porre in vendita anche gli alloggi di servizio dell'ex amministrazione p.t. e quelli dell'ex Azienda di Stato per i servizi telefonici a partire dal giugno 1999 ha provveduto ad avviare con gli inquilini, in possesso dei necessari requisiti, le procedure di vendita.
predetto comandante di reparto nei confronti del personale dipendente;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in oggetto si rappresenta quanto segue sulla base delle informazioni acquisite dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e dalla Procura della Repubblica di Prato.
ha sempre intrapreso le iniziative previste per tali casi dalla normativa vigente; oltre alla denuncia dei fatti alla competente autorità giudiziaria e a quanto necessario all'adozione di provvedimenti disciplinari, è stato disposto, in molti casi, il trasferimento ad altra sede dei detenuti coinvolti negli episodi in questione.
Risposta - La Soprintendenza archeologica di Napoli, per il tramite dell'Ufficio Archeologico di Santa Maria Capua Vetere, sta seguendo i lavori di urbanizzazione nell'area compresa tra i comuni di Santa Maria Capua Vetere e San Prisco, lungo il viale Europa, destinata ad edilizia economica e popolare sin dal 1998 in quanto zona già individuata per interesse archeologico per la dislocazione all'immediata periferia nord dell'antica Capua e per il rinvenimento nel
1997 di un tratto di strada basolata, ad opera di scavatori clandestini.
Risposta - Al riguardo, si significa che è stata interessata l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la quale ha fatto presente che effettivamente, la relazione annuale presentata al Parlamento, il 30 giugno 1999, concernente l'attività svolta e i programmi di lavoro, non contiene i dati e i rendiconti relativi ai settori di competenza.
e si muoverebbe in direzione opposta alla politica di piena e progressiva liberalizzazione del mercato dei servizi avviata dall'Unione europea.
Risposta - Al riguardo si fa presente che con la direttiva 97/67 CE - recepita con decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261 - l'Unione europea ha inteso indirizzare il servizio postale, al pari degli altri servizi pubblici, verso una liberalizzazione progressiva e controllata, favorendo altresì il miglioramento della qualità del servizio stesso.
del 1998 (essere ammesso a sostenere prova equipollente o alternativa a quella scritta della durata massima di tre ore);
Risposta - Con riferimento all'interrogazione in oggetto si rappresenta quanto segue sulla base delle notizie acquisite presso la competente articolazione ministeriale. Con la nota del 4 ottobre 1999 indirizzata al dott. Capici e richiamata dall'interrogante la Direzione generale degli affari civili e delle libere professioni non ha inteso «caldeggiare» l'accoglimento della richiesta del dott. Capici di prove alternative a quelle previste dall'ordinamento professionale per l'accesso alla professione forense ed ha, invero, sottolineato che, ferma restando la competenza della commissione esaminatrice a decidere in ordine alle istanze presentate dai candidati, la normativa di riferimento non prevede la possibilità per i candidati portatori di handicap, di sostenere prove alternative o equipollenti. Così, in relazione alla richiesta del citato candidato, diretta ad ottenere il permesso di utilizzare il personal-computer, l'ufficio competente alla luce del parere formulato dalla Direzione Generale dell'Organizzazione Giudiziaria, ha escluso la possibilità di detto utilizzo, rappresentando che i candidati portatori di handicap possono essere assistiti da personale designato dall'Amministrazione per la materiale scrittura degli elaborati sotto dettatura, quindi, con modalità compatibili con il principio dell'anonimato (così com'è avvenuto nelle passate sessioni d'esame, allorché il dott. Capici fu coadiuvato dalla moglie preventivamente autorizzata).
Risposta - Al riguardo si ritiene anzitutto opportuno premettere che il passaggio dalla tariffazione ad impulsi alla tariffazione
a tempo - da più parti auspicata - risponde ad un principio generale di garanzia e di equità quale è quello di commisurare il costo del servizio della telefonia vocale al suo effettivo consumo.
Risposta - L'articolo a firma Lucas Delattre apparso su Le Monde del 14 marzo 2000 è interamente dedicato ad un'analisi delle radici storiche, sociologiche e politiche del partito di estrema destra guidato da Haider in Austria. È soltanto in un grafico affiancato allo stesso articolo sul quotidiano francese che appaiono - sotto il titolo «L'Europa delle estreme destre» - i dati statistici relativi al mese di aprile 1996, inclusivi di quelli relativi ad AN e MSI.
espressa, da organi di stampa. Quel che più conta è la posizione ufficiale delle autorità francesi. Merita a tale riguardo rilevare che, in una recente intervista radiofonica, il Ministro francese delegato per gli Affari Europei presso il Quay d'Orsay, Pierre Moscovici, ha operato una chiara distinzione tra AN e l'FPO di Haider, affermando tra l'altro che il partito dell'On. Fini, a confronto con quello di Haider, «ha senza dubbio realizzato un'evoluzione» ed «ha avuto un atteggiamento chiaro». Negli stessi termini il Ministro Moscovici si è espresso con l'Ambasciatore d'Italia a Parigi.
Risposta - Il Ministero degli Esteri, nell'ambito della sua riorganizzazione complessiva, sta attuando un rilevante sforzo per ammodernare le strutture diplomatico-consolari ed assicurare una più razionale distribuzione delle scarse risorse umane e finanziarie.
passaporti, il rilascio di autentiche, certificazioni e vidimazioni, la redazione di atti notori ed il rilascio di procure.
Risposta - In riferimento all'atto ispettivo in esame, rappresento che il Dipartimento per gli affari sociali non ha competenze ispettive e di controllo sulle associazioni di volontariato e del terzo settore. La Federazione delle categorie protette di Novara, citata dall'interrogante, potrebbe, pertanto, rivolgersi alle Autorità di Pubblica Sicurezza perché vengano avviate delle indagini sull'operato di tali «pseudo associazioni».
data 25 luglio 1998, cioè in data successiva all'espletamento delle prove (6-24 luglio 1998);
Risposta - In merito alle problematiche sollevate con il presente atto ispettivo, la competente articolazione ministeriale ha rappresentato che la Commissione esaminatrice del concorso a 148 posti di assistente giudiziario, indetto con PDG 20.5.1997 per i distretti delle Corti di Appello di Catanzaro e Reggio Calabria, ha fissato preliminarmente i criteri generali di valutazione delle prove scritte, indicando nel foglio istruzioni, consegnato ai candidati prima dell'inizio di ciascuna prova, quanto segue:
Nella seduta del 25 luglio 1998 la Commissione ha proceduto ad assegnare il valore numerico a tali criteri di massima già prefissati, al solo fine di determinare i relativi punteggi.
Risposta - La Legge 181/89 ha affidato all'ex Ufficio Attribuzioni residue PP.SS. gli adempimenti di cui agli artt. 5-7 e 8 concernenti la gestione del «fondo speciale di reindustrializzazione» di iniziali L. miliardi 660 e successivi rifinanziamenti da destinare alle aree prioritarie indicate nella stessa legge (Genova, Terni, Napoli e Taranto) nonché a quelle secondarie individuate con successive deliberare CIPI del 13.10.89, 12.10.1990 e 20.12.1990, fra le quali la Basilicata, purtroppo, non è compresa.
per i quali già esista un soggetto intermediario che abbia già attuato o possa attuare la sovvenzione globale.
Risposta - Fin dal mese di maggio 1998 il ministero dell'Industria ha seguito con attenzione le vicende relative allo stabilimento di Legnano della Soc. Ansaldo Energia, e si è ripetutamente attivato promuovendo confronti tra le parti interessate alla soluzione dei problemi inerenti detto stabilimento.
capitale pari a 800 miliardi, concernevano missioni e strumenti di gestione degli organici relativi al periodo 1998-2000. Non si tratta quindi evidentemente di contributi governativi, come affermato nell'interrogazione, ma di somme destinate a gestione ordinaria.
Risposta - Il monumento a Giannino Lancillotto è stato donato all'Italia dal Governo peruviano nel 1931, con lo scopo di evocare una tappa fondamentale nella storia dell'aviazione e stabilire, allo stesso tempo, un vincolo culturale tra i due Paesi. L'impresa ricordata è infatti quella del suddetto aviatore italiano che nel 1921, per la prima volta, sorvolò le Ande da Lima a Cerro de Pasco, stabilendo il record sudamericano di altezza e il record mondiale di atterraggio.
Risposta - L'Azienda Tecno-Jolly che occupa 60 dipendenti, opera nel settore del film polipropilenico e dell'imballaggio flessibile di prodotti alimentari e fa parte di un gruppo multinazionale finlandese.
Risposta - Al riguardo, nel precisare che si risponde per incarico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si ritiene opportuno premettere che il rispetto delle norme urbanistiche, paesaggistiche, ambientali, antinfortunistiche, di igiene del lavoro e di tutela della salute pubblica dagli effetti nocivi derivanti dalle radiazioni elettromagnetiche è demandato alla competenza dei vari organismi (Ministeri della sanità e dell'ambiente, autorità sanitarie locali, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che può comunque avvalersi dell'intervento degli Ispettorati territoriali dipendenti da questo Dicastero ai fini delle verifiche dell'eventuale superamento dei tetti di radiofrequenze compatibili con la salute umana).
senza autorizzazioni, si deve fare riferimento al d.m. 381/98, il quale prevede, all'articolo 4 comma 3, che gli interventi sul territorio per l'installazione e la modifica nonché le attività di verifica e controllo di tali impianti debbano essere disciplinati dalle Regioni e dalle Province autonome.
Risposta - Al riguardo, premesso che si risponde per incarico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si significa che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società.
gran parte dei processi di lavorazione, la ricollocazione delle risorse di personale esistenti nei settori e nelle aree ritenute strategiche, l'introduzione di nuovi servizi (posta prioritaria).
convenzione per la gestione dell'area archeologica da parte del museo;
Risposta - A seguito dell'interrogazione parlamentare in esame è stata interpellata la Soprintendenza archeologica di Milano che ha comunicato di avere da tempo ultimato i lavori di restauro delle strutture antiche venute alla luce nell'area retrostante la Biblioteca Civica Angelo Maj, provvedendovi con propri fondi negli anni dal 1988 al 1998. Non vi sono altri lavori da fare, trattandosi di un restauro di ruderi e non di una lavorazione integrativa per recuperare la funzionalità. Tali lavori, completati nel 1998, erano frutto di una vecchia intesa con le precedenti giunte comunali di Bergamo, che si accollarono, da parte loro, i lavori di realizzazione della copertura generale dell'area archeologica. L'area in questione è dunque da allora perfettamente agibile e vi restano solo alcuni completamenti ed opere di giardinaggio esterno, che sono a carico della Soprintendenza.
sono stati congedati col grado che rivestivano, ovvero «marescialli maggiori aiutanti»;
Risposta - In ordine alla problematica indicata dall'interrogante si rappresenta che, ai fini dell'applicazione dell'indennità di ausiliaria, il Decreto Legislativo n. 196/95. non prevede l'inquadramento dei «Marescialli Maggiori Aiutanti» in ausiliaria nel nuovo grado di «Aiutante», in quanto quest'ultima posizione risultando gerarchicamente superiore è inserita in un diverso e più elevato livello retributivo in conseguenza delle specifiche e differenti funzioni attribuite al personale con quel grado.
Risposta - Sin dall'ottobre 1996 il Sig. Pietro Canobbio non è più cittadino italiano, contrariamente a quanto affermato nel testo dell'interrogazione. In quella data, infatti, egli ha ottenuto un certificato di naturalizzazione quale cittadino keniano ed ha presentato dichiarazione di rinuncia alla cittadinanza italiana.
il concorso interno per titoli ed esame scritto, per l'ammissione al quinto corso trimestrale di n. 1300 allievi vicebrigadieri del ruolo sovrintendenti dell'Arma dei carabinieri veniva sempre svolto nelle regioni d'appartenenza dei concorrenti;
il concorso indetto con decreto ministeriale n. 116/R in data 14 dicembre 1999 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 serie speciale del 21 dicembre 1999 svoltosi in data 21 febbraio 2000 è stato invece svolto per il personale delle regioni di Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Toscana, Umbria e Campania (solo provincia di Napoli) in Castelnuovo di Porto (Roma) presso il Centro polifunzionale del dipartimento della protezione civile, con un costo complessivo di svariati miliardi -:
il motivo per cui le modalità di svolgimento del concorso siano state variate;
per quale motivo tutte le altre regioni si sono organizzate autonomamente per ospitare i concorrenti;
i costi complessivi per lo svolgimento del concorso.
(4-28840)
Per quanto attiene all'ultimo concorso, richiamato dall'interrogante, la ripartizione dei concorrenti non ha determinato alcuna sperequazione tra i candidati convocati in Castelnuovo di Porto e quelli delle rimanenti località, in quanto solo le Regioni Carabinieri «Abruzzo e Molise» e «Sardegna» hanno potuto organizzare sedi d'esame capaci di accogliere la totalità dei concorrenti in servizio nelle rispettive giurisdizioni.
Con riferimento agli oneri economici, il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, per pervenire al più rigido contenimento delle spese, ha utilizzato la sede di Castelnuovo di Porto anche per il concorso per Carabinieri effettivi e, a seguire, per quello per vicebrigadieri, dimezzando in questo modo le spese di approntamento e rilascio della struttura.
Di conseguenza, la spesa complessiva dell'affitto delle strutture è risultata pari a lire 48.053.328, di cui circa 23 milioni per la sede di Castelnuovo di Porto. La prova scritta del 5o concorso per allievi vicebrigadieri ha comportato, quindi, una spesa incommensurabilmente inferiore a quella citata dall'interrogante ed una notevole riduzione dei costi di affitto che, nella precedente edizione, erano risultati pari a lire 123.051.000. Inoltre, la soluzione adottata ha comportato anche un minor impiego di personale in incarichi logistico amministrativi,
Il Ministro della difesa: Sergio Mattarella.
mentre gli operai metalmeccanici Fiat stanno combattendo una dura battaglia per i rinnovi contrattuali scontrandosi con la dura resistenza dell'azienda a riconoscere ai propri operai un aumento di 60.000 al mese, giungono notizie fondate e sconcertanti in ordine alla «mega-liquidazione» dell'ingegner Romiti ed al «mega-rimborso» pagato all'avvocato Paolo Fresco per il suo trasferimento in Italia dagli Stati uniti;
in particolare per il 1998 Fiat iscriverebbe a bilancio come posta relativa alla liquidazione di Romiti un esborso di ben 196 miliardi a titolo di liquidazione, comprensivi della corresponsione di 10 anni di un emolumento annuo di circa 9,5 miliardi come da patto di non concorrenza;
a bilancio sarebbe altresì inserita una spesa di oltre 10 miliardi, pagata all'avvocato Fresco a titolo forfettario per le spese del suo trasferimento dagli Stati uniti in Italia -:
se il Governo ritenga di continuare ad erogare migliaia di miliardi a vario titolo a favore di Fiat, a fronte di queste generose liberalità aziendali, che contrastano drammaticamente con la situazione occupazionale e retributiva dei dipendenti della Fiat.
(4-24414)
I finanziamenti pubblici concessi alla Fiat si ricollegano a leggi di incentivazione industriale che trovano applicazione in presenza di oggettivi requisiti di legge, riscontrabili attraverso specifiche valutazioni istruttorie.
Al riguardo, si fa rilevare che fra tali requisiti non sono previsti vincoli per i compensi da riconoscere al management aziendale anche perché, nei rapporti tra soggetti privati, in un sistema ad economia di mercato, detti compensi attengono a scelte di gestione imprenditoriale e ricadono nella sfera dell'autonomia contrattuale delle parti riconosciuta dal nostro ordinamento giuridico.
Ne discende che, in merito ai compensi versati dalla Fiat al dottor Romiti e all'avvocato Fresco, un atto di intervento del Ministero sarebbe non conforme alla legge e da considerare come una indebita ingerenza nella gestione di affari privati, ancorché rilevanti dal punto di vista socio economico.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Enrico Letta.
l'architetto Alessandra Latour, nominata direttore dell'Istituto italiano di cultura di Mosca in base all'articolo 14 della legge n. 401 del 1990 per il periodo 15 settembre 1997-14 settembre 1999, è stata restituita ai ruoli di appartenenza con telegramma ministeriale n. 2244 del 28 maggio 1999;
la medesima è stata oggetto di varie interpellanze parlamentari (comprese quelle dell'interrogante) rivolte al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri degli affari esteri e di grazia e giustizia;
in previsione della scadenza del primo biennio, sia la «Commissione nazionale per la promozione della lingua e della cultura italiana all'estero» sia il consiglio di amministrazione del ministero degli affari esteri hanno espresso parere negativo circa l'ipotesi di rinnovare alla signora Latour il mandato per il secondo ed ultimo biennio (15 settembre 1999-14 settembre 2001);
ad avviso dell'interrogante all'interessata sono ascrivibili iniziative dilatorie segnalate da un «inventato» ricorso al Tar senza alcuna consistenza o fondamento giuridico -:
se non ritenga di dover dare notizie sullo stato di applicazione della suddetta decisione e indicare le garanzie di controllo messe in atto per garantire che la decisione medesima venga attuata.
(4-25533)
La Prof.ssa Latour, in data 2 agosto 1999, ha presentato ricorso avverso le determinazioni del Ministero degli Esteri. Dopo la sospensiva in suo favore, decisa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, il Ministero degli Affari Esteri ha presentato appello al Consiglio di Stato che, con Ordinanza del 18 febbraio 2000 n. 899/2000, ha accolto l'appello ritenendo «la mancata proroga all'incarico espressione di una facoltà dell'Amministrazione non necessitante di puntuale motivazione e di rituale comunicazione di avvio del procedimento».
La Prof.ssa Latour ha presentato un altro ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio avverso il Ministero degli Affari Esteri e la Prof.ssa Maria de Zuliani Marzotto, nel frattempo nominata Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca ai sensi dell'articolo 14 della legge 401/90. Nell'udienza del 23 marzo scorso, il Tribunale Amministrativo del Lazio, in relazione alla richiesta della Prof.ssa Latour di sospensiva del Decreto di nomina a Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca della Prof.ssa de Zuliani Marzotto, ha ritenuto di rinviare la discussione del merito riunendo nel contempo i vari ricorsi presentati dalla Prof.ssa Latour.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Franco Danieli.
il professor Giovanni Panunzio, da anni coordinatore di «Telefono antiplagio» - comitato di volontariato autofinanziato - contrasta il dilagare della piaga sociale, quale è quella del mondo dell'occulto, denunciando abusi ed ingiustizie di varia natura;
a tale scopo è più volte stato contattato dalle testate giornalistiche più diffuse che inizialmente si mostravano interessate, condividendo e intendendo far conoscere il fine della lodevole iniziativa attraverso una seria pubblicizzazione con appositi programmi;
il suddetto professor Panunzio, dopo anni di esperienza, si vede costretto a denunciare anche al Presidente della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi che, purtroppo l'unico scopo di tali contatti si è rivelato essere l'uso da parte della TV di Stato e delle TV commerciali di notizie e dati relativi a persone e cose solo per motivi di audience televisivo senza rispetto del dramma che è dietro gli eventi e con danno economico e d'immagine per le persone;
redattori sguinzagliati alla ricerca di «casi» a tutti i costi hanno rivelato un unico interesse: le vittime e i loro racconti strappa-lacrime e strappa-ascolti;
l'associazione gratuita Telefono Antiplagio ha subito una vera e propria censura da parte delle TV pubbliche e delle TV commerciali che hanno preferito dare spazio all'autore esoterico-credulone o al ciarlatano di turno, stipendiando astrologi o venditori di fumo perché intervengano oltre che nei telegiornali anche nei programmi per bambini -:
ad avviso dell'interrogante è opportuno che siano intraprese iniziative affinché nel nome dell'audience non abbia a perpetrarsi questa grave violazione del principio di servizio pubblico con la strumentalizzazione del volontariato, che risulta
quali misure a tutela del volontariato e di organizzazioni così meritorie ritenga adottare anche incentivare politiche di contrasto a fenomeni di speculazione come quelli dell'occultismo e di stimolare la crescita culturale e sociale.
(4-28558)
La legge 14 aprile 1975, n. 103, recante «Nuove norme in materia di diffusione radiofonica e televisiva», ha sottratto il controllo del contenuto programmatico delle trasmissioni radiotelevisive alla sfera di competenza dell'autorità governativa.
Tale controllo è stato assegnato alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. È la Commissione stessa, infatti, che determina gli indirizzi dei vari programmi, vigilando sul loro contenuto, ed adotta ogni deliberazione ritenuta necessaria ai fini dell'osservanza degli indirizzi medesimi.
Per quanto concerne, poi, l'attività dell'Ufficio per il Volontariato e l'Associazionismo Sociale, istituito presso questo Dipartimento, è opportuno sottolineare che l'Ufficio stesso funge da coordinatore, tramite le Regioni e le Province autonome, con associazioni, cooperative sociali, fondazioni, organizzazioni, ecc., per informazioni, consultazioni, pareri e aggiornamenti sull'applicazione della legge-quadro n. 266 del 1991. Ogni problematica, quindi, inerente ad associazioni volontaristiche, trova, con il tramite della regione interessata, un'attenta valutazione per una possibile ed adeguata soluzione al quesito proposto.
Il Ministro per la solidarietà sociale: Livia Turco.
l'attuale Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac, in qualità di sindaco di Parigi, e il senatore Alfredo Meocci, in qualità di assessore alla cultura del comune di Verona, parteciparono, in rappresentanza dei rispettivi comuni, alla manifestazione verdiana del Palais Bercy di Parigi, a chiusura della stagione lirica del decennale del teatro. Manifestazione lirica che ha visto la direzione del Maestro De Mori, con la partecipazione dell'orchestra città di Verona, dal 4 al 9 maggio 1993 e che ha avuto il patrocinio della regione Veneto, dell'amministrazione provinciale e del comune di Verona:
in previsione di tale manifestazione, in data 12 maggio 1992 veniva concluso un accordo tra il sovrintendente del Palais Bercy ed il legale rappresentate dell'orchestra, il maestro De Mori, che autorizzava quest'ultimo a commercializzare alcuni stands per iniziative promozionali;
in data 11 luglio 1992 il maestro De Mori firmava un contratto con la Five S.r.l., società di pubblicità iscritta al Registro nazionale delle imprese radiotelevisive n. IS/00804, affinché collocasse gli spazi disponibili presso realtà socio-economiche, culturali e turistiche veronesi e venete e la Five S.r.l. sottoponeva l'iniziativa al Consorzio Verona tutto l'anno;
il consorzio suddetto, a seguito di contatti con la Consulta dell'economia e la Camera di commercio, da quest'ultima interpellato in merito ai costi dell'operazione, preventivava la somma di lire sessanta milioni più Iva e le comunicava di essersi già accordato con la Five S.r.l. per affidare a quest'ultima tutta l'organizzazione, fornendole i materiali di documentazione, fotografici, televisivi ed informativi, nel caso in cui fosse stata concessa la somma preventivata;
con delibera n. 128 del 22 aprile 1992 la Camera di commercio di Verona autorizzava una spesa di lire 72 milioni, iva inclusa, per la partecipazione alla manifestazione, dando incarico per la realizzazione dell'iniziativa, nei limiti della spesa deliberata, al Consorzio Verona tutto l'anno, subordinando pero l'impegno del pagamento ad avvenuta esclusività della delibera e ne dava comunicazione via fax
ricevuta la comunicazione, la Five S.r.l. ha dato esecuzione all'accordo, prendendo in affitto uno stand per Verona, arredandolo per la proiezione di diapositive messe a disposizione dal Consorzio Verona tutto l'anno, (dietro prestazione della Five S.r.l. di garanzia fidejussoria per il valore di lire cinquanta milioni, trattandosi di prezioso materiale storico), provvedendo alla divulgazione di materiale informativo e, inoltre, ha acquistato spazi pubblicitari su riviste nazionali e venete, coinvolto professionisti della comunicazione ed emittenti radiotelevisive, provveduto alla stampa ed alla distribuzione di depliants e manifesti, all'impiego di personale tecnico per la regia e la programmazione di video-tapes promozionali, organnizzato la conferenza stampa e la visita a Verona di una delegazione francese;
la manifestazione ha avuto uno strepitoso successo artistico ed una grande affluenza di pubblico, e gli oltre duecento mila parigini che hanno assistito alla rappresentazione dell'Aida, hanno avuto modo di conoscere Verona, la sua cultura e la sua imprenditorialità;
la delibera della Camera di commercio veniva approvata dal ministero dell'industria, commercio ed artigianato per decorrenza dei termini silenzio-assenso, in data 11 giugno 1993;
in data 28 ottobre 1993 la Five S.r.l., dopo ripetuti inviti al Consorzio Verona tutto l'anno affinché provvedesse al pagamento, chiedeva alla Camera di Commercio di modificare la delibera a proprio favore, ricevendone un rifiuto;
successivamente e a seguito di quanto sopra esposto, la Five S.r.l. dichiarava che avrebbe fatto ricorso all'autorità giudiziaria per ottenere il pagamento dovuto ed il segretario generale della Camera di commercio di Verona affermava pubblicamente che avrebbe lasciato alla magistratura la soluzione del problema sottolineando, testualmente: «se avremo torto pagheremo, intanto passeranno alcuni anni» tali comportamenti ad avviso dell'interrogante esulano dalle mansioni di un pubblico funzionario e gettano discredito sulla pubblica amministrazione -:
se non si ritenga opportuno adottare provvedimenti affinché siano onorati gli impegni assunti dalla Camera di commercio di Verona nei confronti dei soggetti che hanno effettivamente organizzato l'iniziativa suddetta e sia chiarito quale utilizzo è stato fatto della somma stanziata.
(4-16178)
Si fa inoltre presente che la Giunta della Camera di Commercio di Verona, con deliberazione n. 456 del 10.10.1994, si è regolarmente costituita nel giudizio promosso avanti il Tribunale di Verona dalla Five s.r.l. e la causa relativa, dopo il normale iter procedurale è stata spedita a sentenza nel marzo del 1998.
A sua volta il Tribunale di Verona, con sentenza n. 1599/98, depositata in Cancelleria in data 30.09.1998, ha respinto le istanze di Five s.r.l. nei confronti della Camera di Commercio e del «Consorzio Verona tutto l'anno».
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Enrico Letta.
nel corso del 1999 la gestione della Radio-Televisione Italiana, stando alle dichiarazioni del presidente e del direttore generale, sarebbe stata molto positiva, con un sensibile miglioramento dei conti economici;
grazie anche a questi successi, l'attuale consiglio di amministrazione della Rai-televisione è stato recentemente riconfermato;
per l'anno corrente il canone dell'abbonamento alla Rai-televisione le utenze «familiari» è stato aumentato di lire 4.400, pari al 2,5 per cento aumento non solo superiore al tasso programmato dell'inflazione, ma analogo a quello dell'anno precedente;
inoltre, a partire da quest'anno, anche i canoni di abbonamento alla Rai-televisione per gli esercizi pubblici sono stati sensibilmente aumentati, con punte che arrivano ai 10 milioni di lire;
gli aumenti suddetti sono: ingiustificati, qualora le affermazioni ottimistiche del management della Rai-televisione sull'andamento economico dell'azienda siano veritiere, in contrasto con i criteri di una sana gestione dell'azienda, qualora si siano resi necessari per la copertura del bilancio;
in questa seconda ipotesi, solo in un contesto esclusivamente italiano e decisamente anomalo è dato assistere all'insorgere o al persistere di oneri a carico della comunità a causa dell'assenza di copertura del bilancio di un'azienda che dovrebbe avere, tra le finalità, non solo quella di svolgere un servizio pubblico, ma anche di ricercare al suo interno, nel funzionamento e nell'organizzazione aziendale, livelli di produttività tali da riassorbire in toto i propri costi -:
quali siano le motivazioni analitiche che hanno portato alla decisione di aumentare nuovamente il canone Rai-televisione e se sono state esplorate soluzioni alternative;
se la Rai-televisione abbia assunto i più opportuni provvedimenti per riequilibrare nel corso dell'anno corrente i conti economici, al fine di riportare il canone di abbonamento ai livelli del 1998 ed in assenza di ciò, come intenda procedere il Governo;
se il Governo non ritenga quantomeno doveroso non alimentare la cultura dell'inflazione, ma anzi vigilare adeguatamente affinché ciò non avvenga, tenuto conto che gli aumenti del canone Rai-televisione hanno un riflesso diretto e/o indiretto sull'inflazione, sia quella ufficiale, misurata dall'ISTAT, sia quella reale, maggiormente percepita dall'opinione pubblica e dagli operatori economici, con le relative conseguenze negative. E ciò anche in considerazione del fatto che l'inflazione, dopo un lungo periodo di benefica discesa, senza peraltro scendere mai al livello della media europea, è tornata negli ultimi mesi a rialzare la testa, sia pure per gli effetti di alcuni fattori esogeni che, anche se destinati con molta probabilità a rientrare, rischiano di consolidarsi nei prezzi e nei salari;
non si intenda, in un contesto più ampio, rivedere l'istituto del canone, ormai obsoleto per una Rai-televisione che se da un lato è chiamata a svolgere un servizio pubblico, dall'altro deve competere nel libero mercato dello spettacolo, alla stregua di un'impresa privata.
(4-28455)
Le suddette variazioni sono determinate secondo la formula stabilita dall'articolo 33 del vigente contratto di servizio, stipulato tra la RAI - Radiotelevisione Italiana s.p.a. - e questo Ministero.
Nell'ambito della suddetta formula figurano, tra gli altri parametri, l'obiettivo di inflazione programmata, che è fissato dal Governo, per l'anno di riferimento.
Per quanto concerne, invece, l'ammontare dei canoni di abbonamento speciale, dovuti per la detenzione di apparecchi radiotelevisivi fuori dell'ambito familiare, si rappresenta che la misura del canone di abbonamento al servizio pubblico radiotelevisivo è stata determinata direttamente dalla legge 23 dicembre 1999, n. 488, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2000)».
L'articolo 16, comma 1, della citata legge, stabilisce, infatti, che, a decorrere dal 1o gennaio 2000, le strutture ricettive di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) sono tenute al pagamento dei canoni di abbonamento al servizio pubblico radiotelevisivo, compresi gli importi dovuti come canoni supplementari, nelle misure ivi indicate.
In proposito, la RAI ha fatto presente che tale misura comporta una diminuzione degli introiti per l'Azienda, di circa 15 miliardi annui sia perché la nuova classificazione dei soggetti obbligati al pagamento del canone speciale è strutturata in modo tale che questi confluiscono, in massima parte, nelle categorie più basse sia perché la disposizione non tiene più conto del numero degli apparecchi detenuti nelle strutture di cui trattasi.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
il giorno 8 novembre 1995, in Pomigliano D'Arco, a seguito di un incidente stradale, i coniugi Auriemma Saverio e Guadagno Annunziata, braccianti agricoli, rimasero gravemente feriti;
i predetti furono sottoposti a visita medico-legale dal professor Di Mizio, fiduciario della spa Geas, assicuratrice dell'autovettura investitrice, in data 29 ottobre 1996, il quale riconobbe a Guadagno Annunziata un'invalidità permanente del 20 per cento circa ed un periodo di Itt di giorni centocinquanta e parziale di giorni cento ed a Saverio Auriemma un'invalidità permanente del 30 per cento circa ed un periodo di Itt di giorni duecento e parziale di ulteriori cento giorni (sinistro n. 265/204909; 39 dell'8 novembre 1995, dell'assicurato Carbone Antonio);
essi coniugi, con figli minori a carico, che traggono sostentamento per il loro nucleo familiare solo ed esclusivamente dal loro lavoro, si sono visti costretti a ricorrere ad amici e parenti per far fronte alle spese necessarie ed indifferibili per le cure mediche (lire 15 milioni circa, ben documentate);
a tutt'oggi, nonostante il lungo lasso di tempo trascorso, la suddetta compagnia di assicurazione, quantunque abbia provveduto agli accertamenti di rito sia in ordine alla responsabilità del sinistro che alla entità dei danni derivatine, non ha formulato alcuna offerta transattiva sebbene ripetutamente sollecitata in tal senso dai danneggiati, i quali hanno quantificato in lire 400 milioni l'ammontare complessivo dei danni da loro subiti;
quali iniziative di sua competenza ritenga possibile adottare al fine di appurare i motivi dell'inammissibile comportamento della spa Geas, la quale, pur in presenza di un caso così drammatico dal punto di vista umano e sociale, e di fronte ad un chiaro rapporto dei carabinieri di Pomigliano D'Arco, che hanno evidenziato in modo inequivocabile la responsabilità dell'assicurato (tamponamento) non avverte da oltre un anno l'esigenza di provvedere al benché minimo risarcimento dei danni, confidando forse nei tempi lunghi della giustizia civile e nello stato di bisogno in cui versano i malcapitati danneggiati, allo scopo di ottenere una transazione favorevole alla iniqua logica del profitto delle compagnie
se non ritenga opportuno avviare, attraverso gli organismi di vigilanza previsti dalla legge (Isvap, Ania, eccetera) un'indagine amministrativa, finalizzata alla verifica dell'inequivocabile responsabilità della società assicurativa in questione nell'adempimento della sua obbligazione risarcitoria.
(4-14367)
L'ISVAP è intervenuto in data 27 ottobre 1997 presso l'impresa che ha comunicato l'assenza di responsabilità del proprio assicurato nella determinazione del sinistro, confermata sia dal rapporto dei Carabinieri che da dichiarazioni testimoniali, in base alle quali la responsabilità sarebbe ascrivibile ad un terzo veicolo non identificato.
La Società ha recentemente confermato la propria posizione in punto di responsabilità, peraltro più volte rappresentata ai legale di controparte, rendendo noto di essersi costituita nel giudizio promosso davanti al Tribunale di Nola.
La società ha reso altresì noto di aver chiesto ed ottenuto di chiamare in causa la società Generali, quale impresa designata dai Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, la quale si sarebbe ritualmente costituita all'udienza del 16 novembre 1999.
Considerando che la controversia verte sostanzialmente sulla attribuzione della responsabilità, per l'accertamento della quale pende peraltro giudizio civile, l'ISVAP ritiene di dover attendere l'accertamento di responsabilità prima di ogni eventuale ulteriore intervento.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Enrico Letta.
l'ente Poste italiane spa lamenta il netto calo della produttività degli uffici postali di centinaia di piccoli comuni della provincia di Cuneo rispetto a quanto preventivato;
si tratterebbe del coinvolgimento di 100 agenzie postali su 167 dipendenti della filiale di Cuneo e di 100 comuni su 138 appartenenti alla filiale di Cuneo;
il servizio postale rischia di subire rilevanti ridimensionamenti proprio nel momento in cui si sta cercando di salvaguardare l'autonomia e l'identità dei piccoli comuni, in qualità di presidio indispensabile e insostituibile per la salvaguardia del territorio;
considerato che gli uffici ubicati nel territorio della provincia di Cuneo sono dotati a livello di ufficio di una sola unità che difficilmente riesce a coniugare promozione e sviluppo commerciale -:
se non ritenga di individuare idonee misure per salvaguardare un servizio territoriale ritenuto indispensabile;
valutato che gli oneri a carico del bilancio per l'anno 1999 per il servizio postale sono stati oltre 2000 miliardi, quale sia l'incidenza dei piccoli comuni rispetto ai parametri di produttività fissati dall'ente Poste.
(4-28358)
Ciò premesso, si fa presente che Poste Italiane s.p.a. - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame - ha tenuto a precisare che l'onere a carico del fornitore del servizio postale è in stretta relazione con i ricavi assicurati dalle singole aree servite,
La provincia di Cuneo presenta caratteristiche morfologiche di notevole asprezza e si colloca tra quelle a più bassa densità di popolazione, di conseguenza i costi di esercizio della rete sono particolarmente elevati. La provincia registra inoltre livelli reddituali molto bassi e modesti sono anche i volumi degli invii postali lavorati.
La società ha poi significato che la situazione appare poco confortante con riferimento anche ai ricavi da servizi finanziari, che concorrono al totale dei ricavi nella misura del 56%, contro una media nazionale del 64%. Infine, dei 293 uffici operanti nella provincia, ben 279 presentano un margine di contribuzione negativo, di molto superiore alla media nazionale.
Il piano d'impresa 1998/2002, ha proseguito la concessionaria, nel confermare la capillarità della presenza degli uffici postali nel territorio, prevede che in casi simili si possa ricorrere a diverse soluzioni alternative, ad esempio graduando gli orari di apertura o introducendo la figura dell'operatore unico con doppia funzione di recapito e sportelleria. Tali soluzioni sono state infatti ampiamente adottate nell'area in esame, che è stata interessata anche da iniziative diverse per l'incremento dei volumi di produzione basato sul recupero dei servizi postali utilizzati dai vari enti locali.
Gli interventi adottati nel contesto in esame, ha precisato la società, sono stati definiti anche in due protocolli di intesa, stipulati in data 5 dicembre 1998 e 21 ottobre 1999 tra l'azienda e l'Assessorato all'economia montana della regione Piemonte e comprendono progetti di particolare interesse, quali la realizzazione di un sistema di rilevazione del livello socio-economico delle realtà montane, che costituisce uno strumento di valutazione delle esigenze del servizio sul territorio; la costituzione di un Comitato Regione/Poste Italiane con il compito di concordare le azioni, informare gli enti locali sulle iniziative intraprese e valutare le eventuali criticità.
Poste Italiane ha tenuto a chiarire che lo scopo è quello di garantire l'efficienza e la qualità dei servizi, nel quadro appunto di una più intensa collaborazione tra l'azienda e i diversi enti locali già avviata e che si sta rivelando molto fruttuosa.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
il comma 4, dell'articolo 8, della legge 580 del 1993 prevede l'annotazione delle imprese artigiane in una sezione speciale del registro delle imprese;
a tale annotazione provvede l'ufficio del registro delle imprese, ai sensi dell'articolo 28, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica n. 581 del 1995;
a fronte di tale annotazione, la camera di commercio di Treviso esige il pagamento di un diritto di prima annotazione pari a lire 15.000;
l'annotazione in questione avviene su iniziativa della pubblica Amministrazione: «d'ufficio», secondo quanto disposto dal succitato decreto presidenziale -:
se ritenga che l'impresa artigiana annotata nella sezione speciale debba comunque pagare il diritto di prima annotazione, sebbene quest'ultima possa considerarsi una sorta di «trasferimento» dal registro delle imprese, nel quale, per altro, la stessa impresa era già iscritta e per il quale aveva già pagato il relativo diritto, configurando, in tal modo, una fattispecie di doppia imposizione che la Camera di commercio impone sullo stesso servizio.
(4-09388)
In merito, si fa presente che nell'ambito delle tariffe dei diritti di segreteria di cui al d.i. 22.12.97, pubblicato sulla G.U. n 302 (serie generale) del 30.12.97, al punto 1.1 dell'allegato B è previsto un importo per la domanda di prima iscrizione nell'Albo delle imprese artigiane che, come si chiarisce nelle relative note, «è comprensivo del diritto di segreteria di cui alla voce 8 dell'allegato A, dovuto per la prima annotazione delle imprese artigiane individuali nel registro delle imprese», di lire 15.000.
D'altra parte, l'organizzazione del caricamento delle pratiche relative alle imprese artigiane non è uniforme presso tutte le Camere di commercio: in alcune, le domande di prima iscrizione vengono assegnate alla commissione provinciale per l'artigianato anche ai fini dell'annotazione nel registro delle imprese; in altre è quest'ultimo ufficio che le carica per entrambi i fini.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Enrico Letta.
molti inquilini italiani hanno ricevuto in questi giorni lettere perentorie inerenti la vendita delle case di proprietà degli enti;
tra questi, vi sono anche circa 8.000 famiglie che vivono in alloggi gestiti dall'Ente poste italiane spa che, tra l'altro, risultano essere stati realizzati con materiali scadenti e di qualità complessiva inferiore a quella prevista nei progetti originari;
i suddetti alloggi dell'ente poste sono stati realizzati su suolo demaniale e con finanziamento pubblico in quanto destinati ad ospitare famiglie di dipendenti poste al fine di incentivare la residenza degli stessi in prossimità dei luoghi di lavoro;
l'assegnazione degli stessi è avvenuta in regime di concessione in cambio di canoni di locazione proporzionati ai redditi ed al numero dei componenti dei nuclei familiari interessati;
attualmente l'ente poste italiane, essendo in condizione di procedere alla vendita degli alloggi, ha richiesto ai concessionari non meglio precisati arretrati dei canoni di locazione, pur non esistendo alcun contratto di affitto, e ha stabilito, addirittura, l'esclusione dal diritto all'acquisto per tutti coloro i quali non si mettano in regola con il saldo dei suddetti arretrati;
gli inquilini, dal canto loro, si dichiarano disponibili a far valere il proprio diritto di prelazione e ad acquistare gli alloggi dell'ente poste italiane ma, stanti le richieste dello stesso ente, si trovano impossibilitati a procedere all'acquisto a causa delle presunte ingenti somme che dovrebbero essere preventivamente versate per saldare i non meglio precisati arretrati dei canoni di locazione -:
se non ritenga di intervenire direttamente sulla vicenda degli arretrati dei canoni di locazione disponendo l'abbuono degli stessi al fine di agevolare l'acquisto degli immobili da parte degli inquilini che altrimenti rischiano di ritrovarsi senza casa per via dell'acquisto degli alloggi da parte di altri soggetti.
(4-27280)
Per quanto concerne le modalità costruttive dei suddetti alloggi, realizzati con finanziamento pubblico in virtù di leggi speciali (legge 227/75 e 39/82) su aree per lo più di proprietà dei comuni, in base all'articolo 7 della legge 227/75, si significa che tali modalità corrispondono agli standard propri dell'edilizia residenziale pubblica, né sono stati adottati criteri di ulteriore economicità.
Peraltro, in considerazione dello stato manutentivo del patrimonio abitativo in questione, la menzionata legge 560/33, all'articolo 1, comma 10, prevede che, al prezzo di vendita, calcolato automaticamente moltiplicando per 100 la rendita catastale, venga applicata una riduzione dell'1 per cento per ogni anno di anzianità di costruzione, fino al limite massimo del 20 per cento.
Il successivo comma 11, poi, sancisce che la determinazione del prezzo su richiesta dell'acquirente, in alternativa a quanto previsto dal precedente comma 10, possa essere stabilito dall'ufficio tecnico erariale, mentre il comma 12, nell'indicare le modalità di alienazione, prevede, nel caso di pagamento in unica soluzione, una ulteriore riduzione, pari al 10 per cento del prezzo di cessione.
Da quanto sopra si evince che la legge disciplina in maniera tassativa la definizione del prezzo di vendita e, ha precisato la società Poste, a tali disposizioni si è conformata la procedura seguita.
Per quanto riguarda la sanatoria delle morosità pregresse per canoni dovuti dagli assegnatari, condizione essenziale per aver diritto all'acquisto (comma 6, articolo 1, legge 560/93), è opportuno premettere che l'ex Amministrazione p.t. per quanto attiene agli aspetti gestionali del patrimonio abitativo, ha sempre agito autonomamente rispetto alle norme di regolamentazione dell'edilizia residenziale pubblica, tanto che sulla base del disposto dell'articolo 9 della legge 39/82, aveva definito un apposito regolamento, approvato con decreto ministeriale del 19/7/84, con il quale veniva regolata l'assegnazione, la revoca, la decadenza dalla concessione, nonché la determinazione del canone in maniera simile ai criteri previsti per l'edilizia residenziale pubblica, ma rapportata direttamente alla specifica destinazione degli alloggi riservati esclusivamente ai dipendenti postali.
In proposito è bene sottolineare che i criteri di assegnazione prevedevano l'espletamento di una procedura concorsuale con attribuzione degli alloggi in base ad una graduatoria redatta in relazione al reddito, ma senza alcuna limitazione, per cui, ove il numero degli alloggi disponibili lo avesse consentito, gli stessi potevano essere concessi anche ad assegnatari con caratteristiche reddituali superiori a quelle previste dall'edilizia residenziale pubblica.
Sulla base di tali considerazioni la società medesima ha ritenuto di applicare, nella gestione degli alloggi in parola, le disposizioni della legge 392/78; tuttavia l'introduzione dei nuovi criteri gestionali aveva determinato le proteste della maggioranza dei conduttori di alloggi e l'intervento delle organizzazioni sindacali, sia di categoria che degli inquilini.
Erano state, pertanto, avviate trattative con le suddette organizzazioni, raggiungendo una ipotesi di accordo per la revisione dei criteri di definizione dei canoni di locazione degli alloggi secondo fasce determinate in base al reddito.
Nel frattempo, a seguito di richiesta delle stesse organizzazioni sindacali, era stata sospesa la stipula di nuovi contratti con gli inquilini che avevano un atto di concessione scaduto o in scadenza, fino al 30/9/98, termine successivamente prorogato fino al 31/12/98 e quindi al 31/12/99, fermo restando il pagamento del corrispettivo stabilito in base alle suddette fasce di reddito.
Con la trasformazione dell'ex Amministrazione p.t. in ente pubblico economico prima e società per azioni poi, è stato ritenuto indispensabile assoggettare anche la gestione del patrimonio abitativo ai criteri di economicità e di redditività di impresa, per cui la richiesta delle somme pregresse relative agli importi dovuti secondo i criteri accennati va messa in relazione agli obblighi finanziari della ripetuta società Poste atteso che, taluni inquilini hanno ritenuto di poter continuare a pagare secondo proprie personali valutazioni.
In tali ultimi casi, pertanto, la società, in mancanza della regolarizzazione del pagamento dei canoni pregressi, procederà all'alienazione degli alloggi a terzi escludendo, naturalmente, i casi, peraltro previsti dalla ripetuta legge n. 560/93, in cui gli assegnatari siano ricompresi nelle categorie indicate (ultrasessantenni, portatori di handicap, detentori di redditi bassi).
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
presso l'istituto (casa circondariale) di Prato pare esservi una anomala gestione del personale di polizia penitenziaria, sfociante in un pesante clima conflittuale a causa di continue e pressanti azioni poste in essere quotidianamente dall'attuale comandante di reparto, ispettore capo Giuseppe Pilumeli, nei confronti dei rappresentanti sindacali locali, nonché di tutto il personale dipendente;
viene segnalato che il suddetto ispettore si avvale del suo ruolo di comando per disorientare il personale dipendente, cambiando a questi ultimi continuamente o improvvisamente il proprio posto di servizio ovvero impiegandoli in servizi più gravosi;
viene segnalato che da diversi mesi circa quindici unità di personale di polizia penitenziaria sono in aspettativa e/o malattia per «stato ansioso depressivo» tra cui sette sindacalisti locali, malattie dovute all'impossibilità di lavorare in un ambiente tranquillo;
viene segnalato che attualmente a causa di questa pessima gestione del personale da parte della direzione della casa circondariale di Prato ed in particolare da parte del predetto comandante di reparto giornalmente vi è una media di venticinque unità che richiedono il cosiddetto riposo medico;
viene segnalato che circa trenta unità di personale di polizia penitenziaria da diversi mesi hanno chiesto e ottenuto - da parte degli uffici superiori - il distaccamento in altre sedi toscane quali Sollicciano Firenze, magazzino vestiario Firenze, provveditorato regionale Firenze. Tra questi vi sono anche quattro ispettori che per «incompatibilità personale» con il predetto comandante di reparto hanno chiesto l'allontanamento;
viene segnalato che attualmente il personale della casa circondariale di Prato è sottoposto giornalmente a super-turni di lavoro a causa della mancanza dei colleghi assenti per malattia, distacco, eccetera. Queste assenze di personale comportano che un agente di polizia penitenziaria spesso sia costretto a coprire più posti di servizio anziché solo il proprio;
viene segnalato da parte del personale di polizia penitenziaria che ultimamente è altissimo il numero dei rapporti disciplinari e/o denunce nei confronti degli stessi, spesso redatti dal suddetto comandante di reparto, per futili motivi, molti a carico dei rappresentanti sindacali locali;
si registra il continuo ricorso al lavoro straordinario da parte del personale di polizia penitenziaria che presta servizio negli uffici (comando, servizi, matricola, conti correnti) d'accordo con il suddetto comandante di reparto, contrariamente a quanto stabilito ovvero disposto dall'amministrazione centrale con apposita circolare ministeriale;
si registra che la direzione della casa circondariale di Prato, in modo particolare il suddetto comandante non rispetti ovvero non applichi il vigente accordo quadro nazionale (decreto-legge 12 maggio 1995, n. 195) nella programmazione dei servizi del personale dipendente, per cui si verificano fatti anomali come «più di cinque turni notturni al mese, più di otto turni serali al mese, tre sere, - lunghe - consecutive in una sola settimana»;
si registra che i posti di servizio sono insalubri ed in netto contrasto con le direttive vigenti della legge n. 626 del 1994;
risulta all'interrogante che sia stata presentata presso la procura della Repubblica di Prato una denuncia-querela (depositata il 28 luglio 1999) oltre ad altri esposti denuncia in fase di presentazione da parte di vari legali nei confronti del predetto comandante di reparto ed altro personale di sua fiducia, onde far verificare alla competente autorità giudiziaria l'eventuale illecito commesso da quest'ultimo nella remunerazione del lavoro straordinario relativo all'anno 1998;
i rappresentanti del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) e gli altri sindacati locali, anche in occasione di incontri con il provveditore regionale di Firenze, hanno denunciato le suddette violazioni poste in essere quotidianamente dal
viene rilevato che, a quanto risulta all'interrogante, nessuno della direzione centrale (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) abbia sin qui preso in considerazione le giuste rimostranze dei sindacati locali, in merito alla gestione del personale in servizio presso la casa circondariale di Prato, nonostante appaia evidente la necessità di un intervento dell'amministrazione centrale;
viene rilevato che la citata amministrazione centrale non solo non ha mai assunto una precisa posizione in merito al problema segnalato nella presente ma nemmeno ha mai risposto ovvero spiegato ai sindacati locali e/o nazionale quali provvedimenti avrebbe assunto in proposito;
alla luce di quanto esposto nella presente emerge che la direzione dell'istituto di Prato non sia in grado di coordinare l'impiego del personale di polizia penitenziaria dipendente con imparzialità, né sembra poter garantire la necessaria sicurezza della struttura e dello stesso personale dipendente, tant'è che negli ultimi mesi si sono verificati numerosi oltraggi e/o aggressioni da parte di detenuti a danno degli agenti, senza che nemmeno il provveditore regionale sia mai intervenuto -:
se il ministro non ritenga di dover intervenire per appurare, anche attraverso un'inchiesta dell'amministrazione centrale se la gestione del personale di polizia penitenziaria abbia disatteso i termini dell'accordo quadro nazionale e perché non abbia mai proceduto alla contrattazione sindacale decentrata;
se non reputi opportuno, nel frattempo, annullare tutte le «infrazioni disciplinari» pretestuosamente contestate nell'ultimo periodo al personale dipendente da parte della direzione della casa circondariale di Prato;
se non reputi altresì di procedere alla sostituzione del comandante di reparto che, con il proprio comportamento, ha creato un clima invivibile all'interno del carcere di Prato, tanto da non far intravedere nessuno sbocco alla situazione attuale che, anzi, pare che peggiori quotidianamente e potrebbe influire sulla sicurezza della collettività.
(4-27259)
Va preliminarmente evidenziato che sulla vicenda evocata dall'interrogante, concernente la situazione della Casa circondariale di Prato, sono stati disposti, con tempestività, i necessari accertamenti condotti dal Provveditore Regionale competente per territorio, all'esito dei quali è emerso che le relazioni tra le figure apicali dell'istituto ed i delegati locali delle OO.SS. della polizia penitenziaria hanno effettivamente manifestato, negli ultimi mesi, tensioni e incomprensioni; ciò con particolare riguardo ai rapporti tra le suddette rappresentanze sindacali e il Comandante del Reparto che, a quanto risulta dagli atti, non ha sempre mantenuto un comportamento uniforme, nella pur puntuale e scrupolosa applicazione dei regolamenti. In occasione di una conferenza di servizio, inoltre, il suddetto Comandante ha avuto un atteggiamento non rispettoso nei confronti del personale. Pertanto, in considerazione della illustrata situazione, il competente Ufficio del Dipartimento ha invitato lo stesso Comandante ad adottare, per il futuro, comportamenti idonei al sollecito ripristino del necessario clima di serenità e collaborazione nella vita dell'istituto anche sotto il profilo delle relazioni sindacali.
Per quanto concerne invece le richieste di distacco presso altre sedi della Toscana avanzate dal personale di Polizia Penitenziaria, si precisa che sui 13 provvedimenti adottati negli ultimi tre anni, 11 sono stati originati da esigenze meramente organizzative e solamente 2 determinati da motivi personali degli istanti, non riconducibili peraltro a situazioni di incompatibilità ambientale.
Relativamente ai casi di oltraggi ed aggressioni compiute da alcuni detenuti a danno degli agenti, la Direzione dell'istituto
Riguardo al lavoro straordinario svolto dal personale adibito a mansioni d'ufficio, la ricognizione compiuta ha consentito di accertare che alcune unità del Corpo, addette alle cariche fisse o speciali, nel corso del 1999 hanno effettivamente svolto un cospicuo numero di ore di lavoro straordinario; tuttavia è anche emerso che tali questioni hanno coinciso, seppure parzialmente, con l'espletamento di turni all'interno dei reparti detentivi.
Per quanto attiene alla media delle assenze per riposo medico, dagli accertamenti compiuti sono risultate mediamente assenze pari al 10% del personale, media in linea con quella nazionale. Si aggiunge che in merito a talune assenza sospette è stata presentata denuncia alla competente Autorità Giudiziaria, che ha avviato al riguardo procedimenti tuttora in fase di indagini preliminari.
In relazione ai gravosi turni di lavoro dei quali si duole l'interrogante non vi è dubbio che l'insufficienza dell'organico determina una situazione di oggettivo disagio, che peraltro non ha mai causato la perdita né dei turni di riposo settimanale né del congedo ordinario, tanto che nessun dipendente ha fruito nell'anno successivo a quello di spettanza di più di 10 giorni di congedo arretrato.
Per quanto attiene ai procedimenti disciplinari riguardanti il personale dell'istituto si deve rilevare che il numero di essi è assai limitato in relazione alla consistenza dell'organico.
Sulla base delle informazioni acquisite va poi decisamente escluso, che il vigente accordo quadro nazionale di cui al decreto-legge 195/95 non trovi regolare applicazione e ciò nonostante le sottolineate difficoltà derivanti dall'esiguità dell'organico.
Infine, in merito alla denuncia, presentata dal Provveditore Regionale alla Procura della Repubblica di Prato, in relazione ad asserite irregolarità riscontrate nella liquidazione del lavoro straordinario dell'anno 1998, si rappresenta che l'Autorità Giudiziaria ha disposto l'archiviazione del procedimento avviato sulla vicenda.
Il Ministro della giustizia: Piero Fassino.
stando a recenti notizie di stampa, durante la esecuzione di lavori di scavo per la costruzione della rete idrica, sul tratto campestre del viale Europa di San Prisco (Caserta) sono venuti alla luce un lastricato romano nonché una botola rettangolare, forse una tomba, costellata da lastroni in funzione di sostegno e di chiusura per la sottostante entrata;
il rinvenimento presenta particolare interesse, trattandosi di vestigia dell'antica Capua;
preoccupa, peraltro, la sorte dei reperti, la vista dei quali, già da qualche giorno, è stata impedita con l'innalzamento di una precaria recinzione;
non risultano interventi della competente soprintendenza e si paventa l'asportazione o il reinterro del materiale -:
quali provvedimenti intenda adottare per garantire la conservazione dei reperti di che trattasi;
se non ritenga di dover promuovere la realizzazione di un parco archeologico sul luogo del ritrovamento per assicurare alla pubblica fruizione tutto il materiale ivi rinvenuto.
(4-28675)
L'area basolata rinvenuta nello scorso 1999 corrisponde probabilmente allo spazio antistante un monumento funerario delle cui strutture in tufo rimangono pochissimi elementi corrispondenti probabilmente allo zoccolo dell'alzato.
L'elemento definito «botola rettangolare» è una tomba a camera della fine del IV sec. a.C. già violata in antico e scrupolosamente scavata nel corso del mese di febbraio del corrente anno; sono stati recuperati al suo interno i resti del corredo ceramico, in parte integro, in parte frammentato dai precedenti scavatori.
Non sussiste quindi alcun motivo di preoccupazione per la sorte dei materiali, che sono già stati restaurati e che saranno esposti nel Museo dell'Antica Capua in Santa Maria Capua Vetere, permettendone così la fruizione che non è assolutamente possibile sul posto dove peraltro, date le caratteristiche del sito, con rade tombe prive di caratteri monumentali, non è possibile istituire un parco archeologico.
Si precisa infine che il controllo dell'area, da parte della Soprintendenza, è continuo e proseguirà anche per qualsiasi altro intervento urbanistico e/o edilizio, sia pubblico che privato.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giovanna Melandri.
la legge 5 agosto 1981, n. 416 istituisce la figura del Garante per l'attuazione della legge per l'editoria;
l'articolo 6, comma 2, della legge 5 agosto 1981, prevede che il Garante «presenta per il tramite del Governo alle Presidenze della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica una relazione semestrale sullo stato dell'editoria»;
la legge 5 agosto 1990, n. 223, istituisce il Garante per la radiodiffusione e l'editoria cui trasferisce le funzioni già attribuite al Garante dell'attuazione della legge per l'editoria;
l'articolo 6 comma 13 della legge 6 agosto 1990, n. 223, recante disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato, prevede che il Garante per la radiodiffusione e l'editoria predisponga annualmente una relazione sull'attività svolta;
in conseguenza di ciò, dal 1982 il Parlamento ha ricevuto ampia informativa circa l'attività svolta dall'organo di garanzia, prima nel solo settore della carta stampata, poi anche in quello radiotelevisivo, acquisendo notizie dettagliate sullo stato di applicazione della legislazione in materia, sui problemi interpretativi aperti, sui diversi mercati interessati e sui singoli soggetti ivi operanti, nonché sulle compagini azionarie e sulle principali operazioni di trasferimento di azioni e quote e di riassetti infragruppo, per mezzo di un volume di informazioni cresciuto via via nel tempo;
la legge 31 luglio 1997, n. 249, istituisce l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
l'articolo 1, comma 22, prevede che detta Autorità subentri, dalla data del suo insediamento, nella titolarità dei rapporti attivi e passivi facenti capo al Garante per la radiodiffusione e l'editoria;
l'Autorità risulta insediata dal febbraio del 1998;
in particolare l'articolo 1, comma 6, lettera c), n. 12, della legge 249/1997, prevede che il Consiglio dell'Autorità presenti al Parlamento, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione sull'attività svolta, recante tra l'altro, «dati e rendiconti relativi ai settori di competenza»;
considerato che la relazione al Parlamento al 30 giugno 1999 non contiene, per quanto riguarda sia il settore radiotelevisivo che il settore editoriale, alcun dato in ordine ai soggetti operanti ed ai relativi mercati, nonostante la gran mole di notizie che affluiscono annualmente presso gli Uffici dell'Autorità -:
quali ragioni impediscano da quasi due anni di conoscere, attraverso il fondamentale istituto della relazione al Parlamento, dati e notizie di interesse generale sui mercati e i soggetti della comunicazione;
se la persistente mancanza di detti dati non metta in crisi il carattere pubblico del registro nazionale delle imprese radiotelevisive e del registro nazionale della stampa, con pregiudizio dell'interesse collettivo a conoscere i dati relativi agli assetti societari ed alle fonti di finanziamento delle imprese di comunicazione;
per quali ragioni, ad oltre due anni dall'emanazione della legge 249/1997, non sia stata ancora data attuazione alla previsione relativa all'istituzione del nuovo registro degli operatori di comunicazione;
quali misure intenda assumere per porre rimedio alla insostenibile situazione descritta.
(4-28585)
E ciò in quanto l'intensa attività svolta al fine di procedere alla totale riorganizzazione ed ottimizzazione del settore radiotelevisivo ed editoriale, non hanno consentito di procedere alla elaborazione di cui trattasi.
Nella relazione relativa all'anno 1999, sono stati comunque delineati gli obiettivi da raggiungere sia nel settore radiotelevisivo (per la diffusione radiotelevisiva via satellite; in materia di tutela dei minori; per il monitoraggio dei programmi radiotelevisivi), sia in quello editoriale, in coerenza con le previsioni normative degli emanandi regolamenti, la cui predisposizione ha richiesto una preliminare ed attenta analisi delle relative tematiche.
La medesima Autorità ha inoltre assicurato che nella prossima relazione annuale al Parlamento saranno puntualmente inseriti i dati richiesti e le relative elaborazioni.
Per quanto riguarda la mancata istituzione del nuovo registro degli operatori di comunicazione, l'Autorità ha rappresentato che è in via di predisposizione il relativo regolamento concernente l'organizzazione e la tenuta dello stesso, in sostituzione del registro nazionale della stampa e del registro nazionale delle imprese radiotelevisive, tenuti dal cessato Garante per la radiodiffusione e l'editoria.
A tale scopo, l'Autorità si è proposta di valutare preliminarmente, con grande attenzione, l'impostazione del «registro unico» in relazione sia alla definizione dei criteri per l'individuazione dei soggetti tenuti all'iscrizione sia alla metodologia di acquisizione e registrazione dei dati che rispondano alle esigenze informative dell'Autorità stessa.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
la direttiva 97/67/CE concernente i servizi postali prevede per l'anno 2003 un'ulteriore tappa verso la completa liberalizzazione dei servizi postali stessi;
tale direttiva ammette una riserva del monopolio soltanto nella misura necessaria al mantenimento del «Servizio Universale»;
l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha recentemente definito la natura unitaria del processo produttivo della posta elettronica ibrida una cui diversa interpretazione annullerebbe il portato innovativo del servizio -:
se sia intenzione del Governo ricomprendere nell'area riservata al monopolista i servizi di posta ibrida, il recapito delle fatture commerciali, la posta transfrontaliera e la pubblicità indirizzata, sino ad oggi esclusi dal servizio riservato, e se il Governo si renda conto che tale decisione ridurrebbe l'attuale livello di liberalizzazione
(4-22039)
Il recepimento della suddetta direttiva ha rappresentato l'occasione per allineare le regole del mercato postale italiano a quelle vigenti negli altri Paesi dell'Unione e, in aderenza con l'obiettivo della direttiva stessa, sono stati specificati i contenuti del servizio universale (che deve assicurare le prestazioni da fornire in tutti i punti del territorio nazionale, a prezzi accessibili a tutti e ad un determinato livello di qualità) comprendente la raccolta, il trasporto, lo smistamento e la distribuzione degli invii postali fino a due chilogrammi e dei pacchi fino a 20 kg., nonché i servizi relativi agli invii raccomandati ed a quelli assicurati attinenti alle procedure amministrative o giudiziarie.
Sempre sulla base di quanto indicato nella direttiva in parola, e nella deliberazione del 2 febbraio 2000, al fornitore del servizio universale possono essere riservati la raccolta, il trasporto, lo smistamento e la distribuzione di invii di corrispondenza interna e transfrontaliera - anche tramite consegna espressa - il cui prezzo e peso rientrino in un limite determinato (il prezzo deve essere inferiore al quintuplo della tariffa pubblica applicato ad un invio di corrispondenza del primo livello di peso della categoria normalizzata più rapida (lire 6000) ed il peso degli oggetti deve essere inferiore a 350 grammi): il venir meno di una delle due condizioni fa decadere la riserva.
Nella riserva sono altresì incluse la pubblicità diretta per corrispondenza indirizzata ad un numero significativo di persone (10.000), mentre, per la sola fase del recapito, sono riservati anche gli invii generati mediante l'utilizzo di tecnologie telematiche (posta elettronica ibrida).
La riserva non opera invece relativamente agli invii che non rientrano nei limiti di peso e/o di prezzo sopra indicati, per i servizi a valore aggiunto (ritiro a domicilio, indirizzamento plurimo, traking & tracing ecc.) e per gli invii raccomandati ed assicurati al di sopra delle 6.000 lire o dei 350 gr.
Nel precisare, infine, che dal 1o gennaio 2001, questo Ministero determinerà, con cadenze triennali e sulla base di periodiche verifiche, l'ambito della riserva nella misura necessaria al mantenimento del servizio universale, è bene rammentare che potranno essere offerti al pubblico, da operatori privati, singoli servizi non riservati che rientrano nell'ambito di applicazione del servizio universale previo rilascio di licenza individuale mentre le agenzie di recapito potranno, laddove necessario, essere autorizzate a svolgere il ripetuto servizio universale.
La nuova regolamentazione del settore postale, infatti, è orientata a favorire l'iniziativa privata e la concorrenza, attraverso una revisione dei criteri e delle condizioni per l'esercizio delle attività relative ai servizi postali, facilitandone l'accesso ai privati, pur nel mantenimento del diritto dell'utenza ad usufruire del servizio universale anche in quei segmenti in cui l'esercizio non risulta remunerativo.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
in data 23 ottobre 1999 il dottor Paolo Capici da Gela (Caltanissetta), portatore di handicap grave, rivolgeva istanza di partecipazione agli esami di abilitazione alla professione di avvocato alla Corte di appello di Caltanissetta;
nella stessa istanza, ad abundantiam, chiedeva di poter usufruire dei benefici previsti dall'articolo 16 della legge n. 68 del 1999 e/o decreto ministeriale n. 228
in data 4 ottobre 1999 già il ministero della giustizia, direzione generale degli affari civili e delle libere professioni, Ufficio VII, con nota di protocollo n. 7/29017F30/3515U, inviata al dottor Capici e per conoscenza al presidente della commissione esaminatrice per l'esercizio della professione di avvocato - anno 1998 - Corte di appello di Caltanissetta, praticamente, caldeggiava l'accoglimento della richiesta di prova alternativa;
la Commissione precitata rigettava la richiesta del beneficio presentata dal dottor Capici -:
quali urgenti provvedimenti intenda adottare per abbattere le «barriere...» che impedirebbero al dottor Capici di esercitare un suo diritto garantito dalla Costituzione e dalle leggi vigenti.
(4-27504)
Infine, si rappresenta che, attese le specifiche esigenze indicate dal dott. Capici, la predetta Direzione, con nota in data 19.11.1999, ha richiamato l'attenzione della suddetta Commissione sulla necessità, nel rispetto dell'articolo 16 della legge 12.3.1999 n. 68, di predisporre nell'esercizio della sua esclusiva competenza, tutti i provvedimenti ritenuti idonei e opportuni al fine di consentire allo stesso l'espletamento delle prove d'esame.
Il Ministro della giustizia: Piero Fassino.
il fatto che sia cambiato il sistema del computo dei costi a tariffa al minuto, ha avuto come conseguenza un grosso profitto per la società telefonica Telecom, mentre le famiglie italiane hanno subito un aumento del costo delle bollette del 30 per cento in più;
i piccoli imprenditori, gli artigiani, i piccoli commercianti, quanti hanno una attività autonoma hanno visto un aumento del ben il 50 per cento;
tutto ciò è ingiusto ed inammissibile, come non può essere giustificato il comportamento di questo Governo, che non ha tutelato i cittadini, ma ha consentito alla società telefonica di raddoppiare i suoi profitti -:
i motivi per cui il Governo non abbia mosso un dito per bloccare il considerevole aumento delle bollette telefoniche.
(4-28538)
Tale sistema tariffario risponde, inoltre, ai principi di trasparenza e di orientamento ai costi previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 18 settembre 1997, n. 318 cui le condizioni economiche relative ai servizi di telecomunicazioni offerti da operatori aventi notevole forza di mercato, (quali la Telecom Italia) debbono ispirarsi.
Tale evoluzione ha comportato un radicale mutamento della struttura della tariffazione e la conseguente scelta di un modello operativo.
Già con le proprie delibere n. 85/98 e n. 101/99 l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aveva disposto l'introduzione della tariffa a tempo (TAT) entro il 1999, impegnandosi a fornire successivamente indicazioni sul tipo di modello da adottare.
A tale ultimo riguardo, pertanto, la medesima Autorità con delibera n. 170/99 ha considerato - dopo aver esaminato i vari possibili modelli - che quello definito come «call set up», che prevede un prezzo alla risposta (prezzo di «set up») ed un prezzo al secondo, fornisca le maggiori garanzie rispetto agli altri ed ha disposto che i prezzi fissati dalla Telecom Italia dovevano rispettare il principio della invarianza della spesa per la clientela rispetto alla spesa sostenuta nell'anno 1998.
Per cui nel fissare i costi per ciascuna categoria di servizio il prezzo di «set up» non può superare il precedente valore di impulso alla risposta, mentre il prezzo al secondo sostituisce quello dello scatto, rimasto in vigore solo per la telefonia pubblica.
Di più, la ripetuta Autorità ha indicato che nello stabilire le nuove tariffe, la soc. Telecom doveva definire un prezzo al secondo, da applicarsi oltre il quindicesimo minuto di conversazione, inferiore a quello, sempre al secondo, applicato nei primi 15 minuti di conversazione, con la conseguenza che dopo i primi 15 minuti le tariffe diventano più convenienti: ciò allo scopo di favorire la tipologia di chiamate finalizzate all'accesso ad Internet.
Si significa, infine, che il rispetto delle condizioni suddette è stato oggetto di verifica da parte dell'Autorità sulla base dei consumi telefonici complessivi del 1998, per cui è possibile affermare che la somma delle variazioni intervenute a seguito del cambiamento del sistema di tariffazione è, in effetti, complessivamente nulla, pur non potendo escludere casi in cui la spesa di un singolo utente, calcolata con il sistema a tempo, possa risultare differente (maggiore o minore) rispetto a quella propria del sistema a scatti.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
nella edizione del 13 marzo 2000, il quotidiano francese Le Monde, in un articolo a firma Luca Delattre, Alleanza nazionale viene indicata come «movimento di estrema destra» ed associata a partiti con cui non ha niente a che vedere -:
se non ritenga di intervenire al fine di correggere questa grossolana falsificazione, intervenendo sul ministero degli esteri francese anche al fine di evitare per il futuro pericolosi equivoci come quello in cui è incappato il cancelliere tedesco Schroeder e che il Governo italiano ha dovuto rettificare.
(4-29159)
Quanto ad un eventuale intervento sulle autorità francesi, esso non potrebbe avere come oggetto l'opinione, liberamente
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Umberto Ranieri.
la recente visita dell'onorevole Massimo D'Alema in Cile ha lasciato la nostra comunità con l'amaro in bocca non avendo egli risposto alle numerose sollecitazioni relative alla ristrutturazione della rete consolare, inadeguata a tutelare ed assistere la nostra numerosa collettività;
il CGIE nell'ultima sessione ha approvato un ordine del giorno presentato dai consiglieri rappresentanti la comunità italiana in Cile Juan Antonio Garbarino e Maurenzo Davico, che recita:
«Considerata una comunità di quaranta mila italiani in Cile con il loro sforzo, sacrificio e con il loro amore per l'Italia hanno apportato scuole, ospedali, case di riposo, enti sociali, ricreativi e sportivi, parrocchie, periodici eccetera;
considerata la particolare situazione geografica del Cile, con un territorio lungo 5.200 chilometri, con alcune comunità che abitano nel confine settentrionale, nelle zone desertiche vicino al Perù e tanti altri laggiù nella Terra del Fuoco;
considerata l'urgente necessità di fornire una risposta agile, coerente e moderna alle diverse domande di genere consolare, sia sotto il profilo della rapidità dei tempi di esecuzione, che sulla qualità del rapporto con l'utenza;
chiediamo se verrà rinnovata la nomina di un Console generale con sede in Santiago o Valparaiso per offrire una maggiore efficienza in termini di rapporto tra costi e risultati con l'utilizzazione delle nuove tecniche informatiche -:
quali le iniziative che il Governo intenda prendere per andare incontro alla richiesta della comunità italiana in Cile e che il CGIE nella sua ultima sessione ha fatto proprie.
(4-29167)
In tale contesto, caratterizzato da una politica di contenimento della spesa pubblica e da limitate risorse finanziarie per la gestione della rete diplomatico-consolare all'estero, non appare possibile al momento ripristinare un ufficio consolare di prima categoria a Valparaiso.
In questa città, la più vicina alla capitale dove opera l'Ambasciata, è attivo dal 1982 un Consolato onorario, che ha sempre dato prova di buon funzionamento nelle attività di assistenza e di tutela dei connazionali residenti nella sua regione di competenza.
In considerazione delle esigenze manifestate anche in passato dalla collettività italiana e dalle sue istanze rappresentative, si è provveduto a rendere più efficace ed incisiva la presenza del Consolato onorario a Valparaiso, da un lato, mediante un aumento del contributo annuale che ha raggiunto nel 1999 livelli nettamente superiori alla media concessa agli uffici onorari, dall'altro, tramite una ridefinizione completa delle funzioni del suo titolare, ampliandole notevolmente rispetto alla prassi normale, in modo da includervi anche il rinnovo dei
Per il prossimo futuro si conta di incrementare ulteriormente il contributo finanziario a favore del Consolato onorario a Valparaiso e al tempo stesso di potenziarne le apparecchiature informatiche, esaminando la possibilità di installare un collegamento telematico con l'Ambasciata a Santiago per un più celere disbrigo delle pratiche consolari che esulano dalle materie di competenza dell'Ufficio a Valparaiso.
In ultimo, si fa presente che in Cile operano altri 13 uffici consolari onorari, che coprono il territorio nazionale in tutta la sua estensione geografica, fra cui quello a Iquique a Nord, nell'area desertica confinante con il Perù, e quello a Punta Arenas, a Sud, nella Terra del Fuoco.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Franco Danieli.
la federazione delle categorie protette di Novara (Anmic-Uic-Anmil-Ens-Unms) segnala il proprio disagio per l'operato di pseudo associazioni che quotidianamente, a mezzo di telefonate e con richiesta di somme di denaro porta a porta, millantano la rappresentazione dei portatori di handicap -:
se non ritenga di intervenire affinché, pur rispettando il diritto di tutti i cittadini ad associarsi liberamente, non avvenga che associazioni neanche riconosciute possano arbitrariamente spacciarsi per rappresentanti dei portatori di handicap anche offuscandone la buona fama.
(4-29005)
Il Ministro per la solidarietà sociale: Livia Turco.
con Pdg del 20 maggio 1997 è stato indetto il concorso circoscrizionale, per esami, a n. 51 posti, elevati a 148 con Pdg 21 maggio 1998, di assistente giudiziario, sesta qualifica funzionale del ministero di grazia e giustizia - amministrazione giudiziaria, disponibili negli uffici dei distretti delle corti di appello di Catanzaro e Reggio Calabria;
le prove scritte sono state espletate a Catanzaro nei giorni 6, 7, 8, 9, 10, 13, 14, 15, 16, 17, 20, 21, 22, 23 e 24 luglio 1998 e poco prima dell'inizio delle prove è stato distribuito ai partecipanti un foglietto contenente indicazioni comportamentali e «criteri generali di valutazione della prova» nel senso che:
a) alle risposte esatte sarebbe stata attribuita una «valutazione positiva»;
b) alle risposte errate sarebbe stata attribuita una «valutazione negativa»;
c) ai quesiti lasciati senza risposta sarebbe stato attribuito «punteggio uguale a zero»;
d) all'annerimento di due o più caselle in risposta alla stessa domanda sarebbe stato attribuito «punteggio uguale a zero»;
contrariamente a quanto dispone l'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 30 ottobre 1996, n. 693, secondo cui le commissioni alla prima riunione devono stabilire le modalità delle prove concorsuali, i criteri di valutazione sono stati deliberati dalla commissione, formalizzandoli nel relativo verbale, in
l'anticipata diffusione delle notizie relative ai criteri di valutazione, prima che gli stessi fossero deliberati e fissati dalla Commissione, ha alterato l'iter procedimentale relativo al regolare svolgimento del concorso;
l'alterazione è rilevante soprattutto per gli effetti sostanziali consistenti nella violazione delle regole di trasparenza amministrativa nel procedimento concorsuale incidenti sulle modalità del comportamento dei candidati nello svolgimento delle prove;
i candidati che hanno sostenuto le prove nei giorni seguenti al 6 e 7 luglio, avendo avuto la possibilità di conoscere i criteri di valutazione che sarebbero poi stati adottati dalle commissioni, sono stati posti in condizioni di orientare il calcolo numerico delle risposte da non dare per mantenere un punteggio elevato, senza subire le penalizzazioni per quelle errate;
il tribunale amministrativo regionale per la Calabria, visto il ricorso presentato da 14 concorrenti, con ordinanza n. 41 del 14 gennaio 1999 ha accolto la domanda incidentale di sospensione «nei limiti dell'ammissione con riserva»;
il Consiglio di Stato, sezione quarta, con ordinanza n. 1193 del 21 maggio 1999, respingendo l'appello proposto dal ministero di grazia e giustizia, ha confermato l'ordinanza n. 41/1999 del Tar Calabria - Catanzaro;
in data 31 marzo 1999, l'avvocato dei 14 concorrenti ammessi, con riserva della citata ordinanza del Tar Calabria ha invitato il ministero di grazia e giustizia ed il presidente della commissione esaminatrice a dare esecuzione all'ordinanza medesima;
a tutt'oggi i 14 concorrenti ammessi con riserva non sono stati ancora convocati;
nel bollettino ufficiale del ministero di grazia e giustizia n. 11 del 15 giugno 1999 è stata pubblicata la graduatoria dei vincitori, nonché quella generale di merito del concorso de qua -:
se, al fine di evitare una macroscopica disparità di trattamento tra i candidati che hanno sostenuto le prove concorsuali nei primi giorni e i candidati presentatisi nelle ultime convocazioni - indubbiamente avvantaggiati perché hanno avuto il tempo di rendersi conto del perverso funzionamento del meccanismo di risposta - non si ritenga doveroso annullare tutte le prove del concorso a complessivi 148 posti di assistente giudiziario, sesta qualifica funzionale, del ministero di grazia e giustizia, disponibili nei distretti delle Corti di appello di Catanzaro e Reggio Calabria predisponendo, di conseguenza, il calendario delle nuove convocazioni;
se, comunque, non si ritenga, di dover sospendere l'efficacia della graduatoria generale di merito pubblicata il 15 Giugno 1999 in attesa che vengano definiti i giudizi pendenti presso la giustizia amministrativa;
quali eventuali provvedimenti si intendano adottare a garanzia dei diritti di coloro che sono stati ammessi con riserva e di coloro che sono in attesa di giudizio di merito.
(4-24797)
alle risposte esatte sarà attribuita una valutazione positiva;
alle risposte errate sarà attribuita una valutazione negativa;
ai quesiti che il candidato lascerà senza risposta (nessuna casella annerita) sarà attribuito punteggio uguale a zero;
all'annerimento di due o più caselle in risposta alla stessa domanda, sarà attribuito punteggio uguale a zero.
Non corrisponde, quindi, a verità la presunta lamentata disparità di trattamento tra i candidati che hanno sostenuto la prova in date diverse, poiché tutti sono stati messi nelle stesse condizioni di operare avendo ricevuto le suddette indicazioni prima di ciascuna prova scritta, e si esclude l'anticipata diffusione di notizie sui criteri dettagliati relativi ai punteggi, dal momento che gli stessi, come già detto, sono stati stabiliti solo nella seduta del 25 luglio 1998.
La predetta Commissione esaminatrice del concorso ha peraltro ottemperato a quanto disposto dal TAR Calabria - Sez. di Catanzaro - con ordinanza del 14 gennaio 1999 e a quanto ribadito dal Consiglio di Stato, con ordinanza del 21 maggio 1999, facendo sostenere la prova orale ai candidati ammessi con riserva.
Dei quattordici candidati, regolarmente convocati per le sedute del 20 e 21 settembre 1999, dieci hanno superato il colloquio, tre sono stati dichiarati non idonei e uno è risultato assente.
Al termine della seduta del 21 settembre 1999 per i suddetti candidati, la Commissione ha dato atto a verbale che «poiché allo stato, non è intervenuta alcuna decisione nel merito del giudice amministrativo e sussiste, per i candidati (...) l'insufficienza o in una o in entrambe le prove scritte, la Commissione non dispone di tutti gli elementi utili per l'attribuzione di un voto complessivo e, pertanto, i candidati sopra indicati, esaminati nelle sedute del 20 e 21 settembre 1999 non vengono inseriti nella graduatoria generale di merito».
È stato infine rappresentato dalla predetta articolazione ministeriale che per l'ulteriore corso della procedura relativa ai candidati ammessi con riserva al concorso, l'Amministrazione sta attendendo la decisione nel merito del giudice amministrativo e che non si ritiene di dover annullare tutte le prove del concorso in parola né di sospendere l'efficacia della graduatoria generale di merito, in quanto i diritti dei candidati ammessi con riserva al concorso, sono comunque garantiti fino alla decisione nel merito del giudice amministrativo.
Il Ministro della giustizia: Piero Fassino.
l'articolo 1 della legge 236 del 19 luglio 1993 recante «Interventi urgenti a sostegno dell'occupazione» prevede l'attuazione di misure straordinarie di politica attiva del lavoro intese a sostenere i livelli occupazionali nelle aree:
a) individuate ai sensi degli obiettivi 1 e 2 del regolamento Cee con legge 15 maggio 1989 n. 181, recante misure di sostegno e di deindustrializzazione in attuazione del piano siderurgico;
b) che presentano rilevante squilibrio locale tra domanda ed offerta del lavoro secondo quanto previsto dall'articolo 36 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977 n. 616, accertati dal ministero del lavoro e della previdenza sociale, su proposta delle commissioni regionali per l'impiego, sulla base delle intese raggiunte con la commissione dell'Ue;
ai fini della definizione degli interventi di cui al comma 1 si tiene altresì conto:
a) della presenza di crisi territoriali di particolare gravità o di crisi settoriali con notevole impatto sui livelli occupazionali;
b) della sussistenza di situazioni di sviluppo ritardato o di depressione economica;
c) della sussistenza di processi di ristrutturazione, di conversione industriale o di deindustrializzazione;
d) della presenza di gravi fenomeni di degrado sociale, economico o ambientale e di mancata valorizzazione e difesa del patrimonio storico e artistico -:
per quali motivi le aree industriali realizzate in Basilicata ai sensi dell'ex articolo 32 della legge 219 del 1981 non siano individuate quali «aree di crisi».
Premesso inoltre che:
attualmente delle 104 iniziative industriali ammesse a finanziamento e realizzate ai sensi della legge 219 del 1981, in Basilicata, 61 sono in produzione, mentre 23 risultano inattive, o che non hanno mai avviato le produzioni, e ben 20 sono le iniziative alle quali è stato revocato il contributo;
a fronte di una occupazione prevista di 5.793 unità, ad oggi gli addetti occupati sono 3.134, pari al 54,1 per cento circa di quelli previsti, che scendono a 2.372 se si tiene conto che 631 sono attualmente in cassa integrazione guadagni speciale, ed altri 131 il cui posto di lavoro è quantomeno precario a causa del fatto che le aziende sono in amministrazione controllata. Dato che aumenta ulteriormente, purtroppo, in negativo se si tiene conto che a fronte del mancato raggiungimento degli obiettivi occupazionali previsti da numerose aziende insediate, alcune hanno superato gli obiettivi previsti;
dette aree unitamente alle altre aree interne della Basilicata, ed in particolar modo quella di Senise per la quale venne emanata la legge 120 del 1987, sono caratterizzate (ancor oggi) da un andamento demografico negativo e da livelli individuali di reddito tra i più bassi a livello regionale;
tutto questo evidenzia come il processo di industrializzazione abbisogna, per innestarsi stabilmente, di misure straordinarie di protezione elevata che compensi non solo le tradizionali diseconomie della prima fase di impianto e gestione delle imprese insediate nelle aree, ma anche, e soprattutto, quelle correlate ai costi crescenti di accesso al mercato nazionale ed internazionale da parte di dette imprese -:
quali iniziative intenda assumere per riconoscere le zone interne della Basilicata quali «aree di crisi».
(4-03573)
Sono state tuttavia realizzate nella regione Basilicata alcune iniziative industriali localizzate in aree di crisi ai sensi dell'ex articolo 32 della Legge 219/81 e successive modifiche e integrazioni.
La successiva legge 493/93 permette la riattribuzione dei lotti e dei contributi revocati ai sensi dell'articolo 32 legge 219/81 in Campania ed in Basilicata.
Inoltre la legge 266/97 ha stabilito che sono trasferite a tali regioni le funzioni di natura normativa e di vigilanza su tali riattribuzioni gestite dai Consorzi di Sviluppo industriale competenti per territorio.
Per quanto riguarda la programmazione negoziata si precisa che dette aree, nelle quali sono azionabili gli appositi «contratti di area», sono individuate con uno specifico procedimento sulla base dei criteri e delle valutazioni indicate nel comma 208 dell'articolo 2 della legge 662/1996 (collegato alla finanziaria 1997). Si tratta di limitate zone del Mezzogiorno contraddistinte da un più basso tasso di sviluppo e da una maggiore tensione occupazionale, aventi disponibilità di aree e di concreti progetti di intervento
Le procedure prevedono che in aree così individuate vengano stipulati, entro 60 giorni, i «contratti di area» tra le Amministrazioni centrali, quelle locali e le rappresentanze dei lavoratori, dei datori di lavoro e le banche.
È da rimandarsi, pertanto, a detto iter la eventuale ricomprensione della Regione Basilicata nelle «aree di crisi», tenendo conto di appositi indicatori socio-economici sullo stato di depressione economico-sociale.
Va comunque ricordato che la anzidetta Regione già oggi interessata da una pluralità di interventi inseriti in diversi Contratti di programma, nonché nell'Accordo per la Val Basento e nell'intesa per la Val d'Agri, e che le istituzioni e le forze sociali locali possono ulteriormente attuare altri istituti della programmazione negoziata, a partire dai «patti territoriali» che rappresentano lo strumento più idoneo a perseguire sviluppo delle energie locali.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Enrico Letta.
da alcuni mesi si è conclusa una difficile vertenza dei lavoratori Ansaldo di Legnano finalizzata a scongiurare la chiusura dello stabilimento;
con l'obiettivo di mantenere e rilanciare le attività Ansaldo ed in particolare le attività industriali di Legnano, è stato siglato un accordo con il ministero dell'industria su tre capitoli importanti: ristrutturazione con tagli pesanti ai livelli occupazionali, ricapitalizzazione per 850 miliardi; reindustrializzazione con l'impegno di contributi pubblici da parte di Governo, regione e provincia;
a distanza di pochi mesi da fonti ufficiali Ansaldo e Finmeccanica apprendiamo che, grazie all'intervento di importanti istituti bancari e finanziari liguri, è stata scongiurata la dichiarazione di fallimento;
a fronte di 2500 miliardi di fatturato le perdite accumulate nel 1998 hanno superato i 1000 miliardi;
queste difficoltà non sono in alcun modo riconducibili alle responsabilità dei lavoratori degli stabilimenti di Legnano e di Genova -:
quali iniziative intenda assumere per assicurare che i termini dell'accordo del 18 luglio 1998 vengano rispettati e concretizzati;
avviare gli interventi di reindustrializzazione dell'area di Legnano;
verificare le compatibilità di spesa degli ingenti investimenti pubblici concessi e le eventuali responsabilità di spese non riconducibili agli accordi di luglio né finalizzate al rilancio dello stabilimento di Legnano ed al mantenimento dei concordati livelli occupazionali.
(4-24731)
In tale ambito questa Amministrazione ha avuto parte attiva nel conseguimento di un accordo raggiunto il 18 luglio 1998 sulla base di una proposta del Ministero, che ha definito, tra l'altro, l'assetto produttivo di Ansaldo Energia sui tre siti di Genova, Legnano e Gioia del Colle.
Sotto il profilo occupazionale sono state definite procedure concordate di mobilità del personale in esubero, nonché altre misure a garanzia del personale occupato nel predetto stabilimento di Legnano.
Ciò premesso si precisa che gli accordi sottoscritti al Ministero dell'industria, a valle dei quali l'azionista Finmeccanica sottoscrisse, con proprie risorse, un aumento di
La suddetta destinazione dei fondi è stata pienamente rispettata anche dalla successiva gestione operativa.
Il piano di organizzazione è attualmente in fase di piena realizzazione coerentemente con le linee oggetto dell'intesa con le Organizzazioni Sindacali, sia sotto il profilo dell'acquisizione di ordini, nonché del dimensionamento degli organici.
Quanto ai problemi più specificatamente riguardanti il personale, si fa presente che i lavoratori che hanno contestato il trasferimento al Consorzio MANITAL, erano stati stabilmente occupati presso tale impresa e ivi svolgevano le attività proprie dei servizi generali con retribuzioni perfino superiori a quelle precedentemente percepite in Ansaldo Energia.
In ogni caso per quanto riguarda l'utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni connessa all'andamento dei piani produttivi, questa è inferiore a quanto previsto dall'accordo sindacale.
Infatti Ansaldo Energia fruisce delle provvidenze proprie delle aziende che hanno avviato procedure di ristrutturazione e riorganizzazione, in linea con le leggi e le norme in vigore.
In relazione al reinserimento in Ansaldo Energia dei lavoratori interessati delle sentenze dei Tribunali di Genova e Milano, l'Azienda ha assunto scrupolosamente decisioni in linea con tali provvedimenti. A tal riguardo si ricorda che i giudizi sono stati favorevoli per 44 ricorrenti e sfavorevoli per 79 ricorrenti.
Per quanto concerne poi la posizione assunta dall'azienda verso i dipendenti riammessi, ma non operanti, si precisa che tale situazione è collegata alla necessità di rispettare la sentenza dell'organo giudicante, pur nella impossibilità di reinserirli nell'attività precedentemente svolta, a causa dalla cessione nel frattempo intervenuta della suddetta attività al Consorzio MANITAL.
Inoltre non è stato possibile affidare loro mansioni alternative.
Si precisa anche che a tutt'oggi circa 800 dipendenti di Ansaldo Energia sono sospesi in Cassa Integrazione essendo stata attivata per loro la procedura di mobilità ai sensi della legge 223 del 1991.
Tutto ciò è ben noto alle Organizzazioni Sindacali essendosi già verificati incontri sui citati argomenti nonché sull'andamento commerciale, produttivo, economico e finanziario dell'azienda.
Detto andamento presenta per il 1999 miglioramenti rispetto al risultato dell'esercizio precedente.
Infine per quanto riguarda i quesiti relativi all'avvio di indagini conoscitive su problemi di gestione aziendale e dei risultati di esercizio si deve con chiarezza affermare che tale attivazione esula totalmente dalle attribuzioni e dalle competenze di questo Ministero che non può svolgere al riguardo alcuna diretta attività di controllo o di verifica dei risultati gestionali, rientrando tale materia nella disciplina civilistica.
Tuttavia questa Amministrazione potrà, come già in passato, rendersi disponibile al fine di facilitare eventuali ulteriori azioni concordate per risolvere in via definitiva eventuali questioni rimaste insolute.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Enrico Letta.
nel centro di San Donà di Piave, sin dal 1931, vi è un monumento all'eroe dell'aviazione Giannino Ancillotto, donato all'Italia dal Governo peruviano e collocato nella città natale del famoso pilota;
il Governo del paese andino aveva deciso di erigere quella struttura nel centro di Lima ma, poi su insistenza di alcuni connazionali residenti ed in omaggio ai grandi meriti acquisiti dall'aviatore sulle Ande, si preferì farne dono all'Italia;
già in passato fu tentato lo scempio della rimozione del monumento, ma alcuni cittadini sandonatesi si rivolsero all'ambasciata del Perù a Roma che intervenne presso il ministero degli affari esteri, il quale bloccò il tentativo;
oggi, anche grazie all'avallo dell'attuale amministrazione cittadina, un fantomatico Gruppo 1996 ci riprova, attraverso un sedicente referendum per «un'altra collocazione», che in realtà nasconde il fine ben preciso di eliminare definitivamente quell'opera -:
se non reputi opportuno attivare celermente tutte le misure necessarie per impedire questo tentativo d'abuso alla memoria d'un grande eroe, anche al fine d'evitare al nostro Paese una brutta figura nei confronti del Perù.
(4-27987)
Nella consapevolezza del danno alle relazioni con il Perù che potrebbe derivare dalla eventuale rimozione del monumento, il Ministero degli Esteri ha preso contatto con l'Ufficio del Sindaco del Comune di San Donà. Questo ha precisato che l'ipotesi di spostamento della statua è stata sinora valutata esclusivamente sul piano teorico.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Franco Danieli.
l'azienda Tecno Jolly di Terni, sviluppatasi in seguito alla decomposizione del polo chimico ex Montedison di Terni, opera con circa 60 addetti nel settore della stampa di film polipropilenico e dell'imballaggio flessibile dei prodotti alimentari;
l'azienda, parte integrante di un gruppo multinazionale finlandese, è ora coinvolta in un radicale e inatteso processo di ristrutturazione che rischia di mettere in discussione la stessa sopravvivenza dell'azienda di Terni;
Tecno Jolly ha infatti denunciato, su scala nazionale, un deficit di 17 miliardi nel 1998, con la decisione connessa di tagliare 123 posti di lavoro sui complessivi 339 dei quattro stabilimenti italiani del gruppo; questo piano prevederebbe la chiusura del sito industriale di Terni;
tale impostazione ha incontrato la radicale avversione dei sindacati e delle istituzione locali, anche in considerazione del fatto che l'azienda ternana è tutt'altro che decotta e fuori mercato e potrebbe al contrario essere vantaggiosamente ristrutturata e ceduta ad altra società disponibile all'acquisto con la conseguente salvaguardia di un sito produttivo e di decine di posti di lavoro in un'area di declino industriale che, lo si sottolinea, è interessata al contratto d'area per Terni, Narni, Spoleto stipulato dal Governo con la regione Umbria;
i comportamenti della Tecno Jolly fanno viceversa supporre l'intenzione di chiudere l'azienda ternana, di asportarne gli impianti più moderni e produttivi e di trasferire altrove quote di mercato. Si tratterebbe di un'operazione di saccheggio industriale del territorio che non può in alcun caso essere ammessa -:
come intendano attivarsi al fine di assicurare in tempi rapidi un tavolo di confronto tra le parti sociali che eviti la chiusura e i licenziamenti, anche in considerazione del fatto che l'intera operazione di riassetto del polo chimico ternmano Montedison/Moplefan/Montell fu, a suo tempo, garantita dall'arbitrato attivo dei ministeri interrogati.
(4-22519)
Il gruppo composto da 4 unità produttive dislocate in Val d'Aosta, Piemonte e Umbria a causa di un sovradimensionamento delle strutture produttive e di una crisi dei mercati esteri, sta attraversando una forte flessione del fatturato e degli ordinativi con un conseguente incompleto utilizzo degli impianti.
L'Azienda al fine di superare la situazione in atto reputa necessario la concentrazione della produzione in due stabilimenti con la cessazione completa dell'attività del sito di Terni.
Le organizzazioni sindacali del settore, a fronte della decisione unilaterale dell'Azienda hanno chiesto un confronto a livello nazionale che si è concluso il 18 marzo 1999 presso il Ministero del Lavoro con una intesa che prevede l'intervento della Cassa integrazioni Guadagni per riorganizzazione aziendale dell'intero gruppo con l'impegno ad una verifica semestrale dello stato di attuazione del programma di risanamento.
Gli eventuali esuberi saranno gestiti attraverso l'esodo incentivato e la mobilità.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Enrico Letta.
sono notori gli effetti che producono sulla salute i campi di inquinamento elettromagnetici;
l'Italia è tra i paesi, in Europa, in cui i ripetitori per la telefonia mobile vengono installati un po' ovunque ed in numero sproporzionato in dispregio ad autorizzazioni o pareri -:
se esista un piano organico e complessivo del Governo sul numero e sulla necessità di tali ripetitori in modo da regolamentare la realizzazione di tali opere alla luce dell'aumento delle società come Wind, Omnitel, Telecom eccetera ed all'aumento dei danni alla salute dei cittadini;
quali iniziative urgenti voglia mettere in essere per i ripetitori non autorizzati.
(4-26010)
Si fa presente comunque che nel disegno di legge A.S. n. 4273 «Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici», già approvato dalla Camera dei Deputati, è prevista, all'articolo 6, l'istituzione di un Comitato interministeriale per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento elettromagnetico, il quale tra l'altro effettua il monitoraggio sugli adempimenti previsti dalla legge stessa predisponendo anche una relazione annuale al Parlamento.
Il Comitato, in particolare, può avvalersi del contributo gratuito di enti, agenzie, istituti ed organismi di natura pubblica.
Nel predetto disegno di legge è prevista, altresì, l'istituzione di un catasto nazionale (in coordinamento con i previsti catasti regionali) delle sorgenti fisse dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e delle zone interessate, al fine di stimare i livelli dei campi medesimi nell'ambiente e di consentire un organico ed esauriente monitoraggio.
Per quanto riguarda invece le iniziative da intraprendere in caso di ripetitori installati
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
il Centro unificato automazione sede di via Monteoliveto a Napoli è andato in tilt;
presso il suddetto centro giacciono centinaia di migliaia di bollettini di conto corrente in attesa di essere contabilizzati;
pare superfluo significare il grave danno all'utente ignaro che crede di essere in regola con i pagamenti delle bollette Telecom, Enel, gas, acqua e quant'altro e potrebbe veder a giorni la sospensione dell'erogazione del servizio addirittura per mancato pagamento con richiesta di pagamento di mora;
il disservizio pare sia derivante da macchinari desueti quando non antidiluviani;
le circa trecento unità di lavoratori operanti presso il centro Cuas di Napoli lavorano con dedizione ed impegno nonostante la assoluta carenza di hardware e software adeguato alle particolari esigenze;
risulta all'interrogante che questa operazione di disservizio pare sia funzionale, se non auspicata e cara, ad una strategia aziendale tesa a ridurre le potenzialità della sede di Napoli per affidare questo servizio al centro di Bari peraltro sino a poche settimane or sono completamente a corto di utenza;
l'azienda attribuirebbe ai lavoratori napoletani la mancata volontà o disponibilità nell'attuare le nuove disposizioni organizzative;
tale atteggiamento diventa francamente specioso ed irrispettoso della esperienza dei tanti lavoratori che si sono sempre dedicati a questa attività specifica;
l'azienda ha così motivato la volontà di sopprimere a partire dal 1 di settembre la sede del Cuas di Napoli;
non pare brillare per efficienza il servizio Cuas di Bari che anzi si sta ingolfando di servizi inevasi -:
quali urgenti misure siano state assunte per garantire un servizio essenziale e peraltro a pagamento da parte dell'utente-cittadino;
quali misure siano state assunte piuttosto per migliorare le performances del Centro unificato automazione di Napoli soprattutto in ordine agli investimenti in automazione ed in personale;
quali iniziative il Governo intenda assumere per evitare disservizi e disfunzioni che possano poi essere forieri di iniziative straordinarie che penalizzano centinaia di lavoratori e soprattutto l'intera città di Napoli e la regione Campania evitando pericolose lotte tra analoghe situazioni di debolezza e disagio sociale.
(4-25495)
In merito a quanto rappresentato dall'interrogante si è tuttavia interessata la società Poste Italiane la quale ha anzitutto precisato che il piano di impresa 1998-2002 - predisposto al fine di conseguire livelli di efficienza e di affidabilità comparabili a quelli degli altri Paesi dell'Unione europea - ha individuato alcune iniziative da adottare che riguardano principalmente la realizzazione di un nuovo modello organizzativo centrale e periferico, la revisione di
Tutto ciò, ha sottolineato la ripetuta società, sta comportando un complesso riassetto organizzativo e notevoli modifiche ai sistemi operativi precedentemente utilizzati, che richiedono una diversa collocazione delle proprie strutture.
In tale ottica, pertanto, è stata prevista la riduzione del numero dei centri operativi per il trattamento dei conti correnti da 16 a 7 individuando, a tal fine, le realtà produttive che, per capacità logistiche e per i tempi di lavorazione impiegati per la rendicontazione e l'accredito, si sono maggiormente avvicinati alla media stabilita di 3-4 giorni.
Nel caso specifico del CUAS di Napoli la medesima società ha fatto presente che negli ultimi tempi tale centro ha benificiato di un notevole potenziamento della struttura hardware, ma nonostante la possibilità di usufruire di una strumentazione all'avanguardia, con una potenza pari a quella dei centri di Roma e Milano e circa quattro volte superiore a quella degli altri CUAS presenti sul territorio, ha fatto registrare dei tempi medi di lavorazione superiori ai 16 giorni.
Come in altri casi simili, pertanto, la società ha provveduto a modificare la distribuzione dei volumi di traffico, spostando la lavorazione dei bollettini verso gli altri centri operativi, per cui nel caso in parola parte delle lavorazioni sono state spostate al CUAS di Bari, i cui tempi di produzione, nel primo semestre '99, sono risultati conformi alla media nazionale.
Per completezza di informazione la ripetuta società ha precisato, infine, che dall'indagine appositamente condotta, è risultato che alla data di presentazione dell'atto ispettivo cui si risponde presso il CUAS di Napoli non vi erano giacenze, in quanto da circa due mesi non venivano più inviati bollettini di conto corrente per la lavorazione.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
a seguito di alcuni lavori di restauro, nell'area dietro la biblioteca Angelo Maj di Bergamo, in Città Alta, nel 1984 vennero alla luce dei resti di epoca romana;
da allora lo scavo archeologico fu lasciato aperto e in degrado;
lo scavo ormai abbandonato si trova a pochissimi metri da piazza Vecchia, luogo frequentato da migliaia di turisti di tutto il mondo;
l'immagine turistica di Bergamo ne risulta quindi molto compromessa;
secondo i progetti delle precedenti amministrazioni comunali il sito archeologico doveva diventare, come da accordi con la soprintendenza archeologica della Lombardia, un'area visitabile da parte delle comitive, con accompagnatori del Centro didattico culturale del museo archeologico e, da parte di privati, su appuntamento con un sorvegliante del museo;
a tal fine la soprintendenza archeologica si era assunta l'impegno di consegnare l'area, completamente restaurata, entro il 1998, ma non risulta che tali lavori di restauro siano mai stati iniziati;
il comune si era offerto di realizzare i pannelli esplicativi da porre sia all'interno dell'area, sia all'esterno sulla base dei testi e della documentazione fotografica e grafica messa a disposizione dalla dottoressa Raffaella Poggiani Keller della soprintendenza archeologica;
tale documentazione non risulta sia mai stata recapitata al comune di Bergamo;
la soprintendenza, inoltre, aveva proposto alla precedente amministrazione di organizzare, per l'apertura dell'area archeologica al pubblico, una mostra che esponesse i materiali ritrovati negli scavi;
non risulta che sia stata presentata dalla soprintendenza alcuna proposta di
l'area degli scavi non è stata ancora resa agibile dalla soprintendenza;
ad oggi non è stato presentato alcun progetto di mostra con relativo bilancio di previsione, nonostante la disponibilità dichiarata dell'amministrazione comunale e del museo a realizzarla, previa descrizione delle modalità e valutata la disponibilità finanziaria -:
se non ritenga opportuno verificare per quali motivi la soprintendenza archeologica della Lombardia non abbia rispettato gli impegni assunti con l'amministrazione comunale di Bergamo, sollecitandola nel contempo a concludere tale operazione, in modo da ultimare i lavori di restauro dell'area romana posta dietro la Biblioteca Angelo Maj.
(4-28885)
Quest'ultima ha fatto presente di aver tenuto riunioni con il Comune di Bergamo per concordare uno schema di convenzione da sottoporre all'approvazione ministeriale.
Da ultimo, essendo intervenuto il cambio di giunta, la Soprintendenza ha sollecitato, con nota 13643 del 10/12/99, la ripresa delle trattative, che peraltro erano ad uno stato avanzato.
A tale nota la Soprintendenza non ha ricevuto a tutt'oggi risposta. Va da sé che la mancata ripresa delle trattative relative alla convenzione ha bloccato l'esecuzione delle altre attività che andavano, secondo ogni convenienza, inserite in essa, dal progetto della mostra da realizzarsi, alla fornitura di testi e documentazione didattica, peraltro già approntata.
Si segnala, comunque, che parte dei resti di cui trattasi è in realtà preromana.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giovanna Melandri.
una categoria di sottufficiali delle forze armate, dell'Arma dei carabinieri e dei corpi di polizia, alla data del 31 agosto 1995, rivestiva il grado apicale di «maresciallo maggiore aiutante», inserito economicamente al settimo livello;
i pari grado, che alla medesima data si trovavano nella posizione di «ausiliaria», percepivano un'indennità, detta di ausiliaria, che veniva adeguata sulla base degli aumenti contrattuali spettanti ai pari gradi in servizio, nella misura dell'80 per cento;
con i decreti legislativi n. 196/95 e n. 198/95, riordinanti le carriere di sottufficiali delle Ff.Aa. e dell'Arma dei carabinieri, il Governo ha ribattezzato il grado apicale in «aiutante» concedendo il livello economico del 7/bis;
tutti i sottufficiali che, in servizio alla data del 1 settembre 1995, rivestivano il grado di «maresciallo maggiore aiutante - maresciallo maggiore - maresciallo capo» e che nel corso del 1995 erano in avanzamento, sono stati inseriti nel nuovo grado apicale istituito col decreto legislativo n. 196/95, tutti i sottufficiali, che alla data del 1 settembre 1995 si trovavano ancora nella posizione giuridica dell'«ausiliaria»,
il grado di maresciallo maggiore aiutante non è più presente nella struttura dei sottufficiali delle Ff.Aa. e dell'Arma dei carabinieri, e pertanto, ai fini dell'adeguamento dell'indennità di ausiliaria e dei futuri miglioramenti contrattuali militari, si fa riferimento al settimo livello -:
se il Ministro della difesa è a conoscenza del fatto che la delega avuta con la legge 6 marzo 1992 n. 216, dove il Governo veniva autorizzato ad emanare decreti legislativi sul riordino della carriera dei sottufficiali delle Ff.Aa., compresa l'Arma dei carabinieri, prevedeva come decorrenza del riordino il 1 gennaio 1993 e che questa data è stata spostata, con i decreti legislativi n. 196/95 e 198/95, al 1 settembre 1995, penalizzando, di fatto, coloro che sono passati in «ausiliaria» in questi due anni;
che cosa il Ministro intenda fare per porre rimedio a codesta disparità di trattamento e a questa situazione che penalizza fortemente un elevato numero di sottufficiali della Ff.Aa. e dell'Arma dei carabinieri.
(4-28941)
Infatti, le funzioni previste per il grado di «Aiutante» sono praticamente assimilabili a quelle degli Ufficiali inferiori, mentre quelle previste a suo tempo per i Marescialli Maggiori, indipendentemente dalla qualifica di Aiutante, non differivano sostanzialmente da quelle degli altri Marescialli.
Ciò premesso, si evidenzia che la predetta previsione normativa è in linea con il principio fissato dalla Legge n. 216 del 1992, ribadito peraltro più volte dalla Suprema Corte, che prevede «uguale trattamento economico a parità di funzioni svolte».
Inoltre, occorre considerare che l'eventuale revisione di tale disposizione non potrebbe essere apportata autonomamente dalla Difesa, in quanto, in aderenza al principio di «equiordinazione», dovrebbe essere operata anche nei confronti delle analoghe fattispecie presenti nelle Forze di Polizia.
In tale contesto, nel rispetto della delega al Governo contenuta nella recente Legge del 31 marzo 2000 n. 78, la Difesa sta comunque studiando alcune disposizioni correttive al citato Decreto Legislativo n. 196 del 1995. In tale ambito, considerando i notevoli riflessi finanziari che, tra l'altro, indussero a suo tempo il Governo ad imporre, per tutte le Amministrazioni interessate, la data del 31 agosto 1995 quale riferimento temporale per l'esclusione degli effetti recati dalla nuova normativa in materia, si ritiene che non vi sia alcun margine per porre in essere iniziative tese a modificare nella sostanza la situazione in atto, atteso che la legge delegante sancisce esplicitamente il requisito dell'assenza di oneri.
Ciò non esclude, invece, che tali disposizioni prevedano la possibilità di assegnare, ai soli fini giuridici, anche ai Marescialli Maggiori «Aiutanti» in ausiliaria, il grado di «Aiutante».
Il Ministro della difesa: Sergio Mattarella.
in Kenia vive un cittadino italiano di nome Pietro Canobbio;
detta persona è colpita da ordine di carcerazione dalla procura della Repubblica di Asti per reati commessi in Italia;
continua a commettere reati in Kenia, soprattutto a danno di connazionali colà residenti;
i nostri connazionali sono soggetti, da parte di detto individuo, a continue provocazioni e in qualche caso anche a percosse e a minacce di morte;
al pregiudicato Pietro Canobbio le nostre autorità consolari hanno sequestrato due passaporti contraffatti -:
quali altri provvedimenti siano stati presi o si intendano prendere nei confronti del pregiudicato Pietro Canobbio, già colpito da ordine di carcerazione emesso da una procura della Repubblica italiana, e che, ciò malgrado, rintracciato dall'Interpol di Kilifi, seguita impunemente a commettere reati, sia pure in un Paese straniero, a danno dei nostri connazionali.
(4-15893)
L'Ambasciata d'Italia ha in un primo tempo opposto rifiuto alla dichiarazione di rinuncia della cittadinanza presentata dal Canobbio: quest'ultimo ha infatti ottenuto la naturalizzazione presentando documenti in parte falsificati (tra cui un passaporto italiano contraffatto, poi sequestratogli dall'Ambasciata nel gennaio 1997). Naturalmente di questa circostanza sono state immediatamente informate le Autorità di Nairobi, che non hanno tuttavia ritenuto di procedere ad una revisione della loro decisione.
Nel maggio 1997, infine, il Ministero della Giustizia italiano ha confermato all'Ambasciata che, ai sensi dell'articolo 11 della legge 91/92, sussiste un pieno diritto alla rinuncia alla cittadinanza: la rinuncia, che può effettuarsi anche sotto forma di semplice dichiarazione, è infatti un atto unilaterale, che non richiede accettazione da parte dell'Amministrazione.
L'aggressività del Canobbio è nota all'Ambasciata, che continua regolarmente a sollecitare le competenti Autorità di Polizia affinché vigilino attentamente sul suo comportamento.
Il predetto è d'altronde ben noto alle Autorità giudiziarie italiane, come ricordato dall'interrogante, per esser stato condannato nel 1986 dal Tribunale di Asti a oltre due anni di reclusione, sentenza confermata nel 1993 dalla Corte d'Appello di Torino.
Nel dicembre 1994, su richiesta del nostro Ministero della Giustizia, l'Ambasciata ne aveva richiesto l'estradizione verso l'Italia sulla base dell'ordine di carcerazione emesso dalla citata Autorità giudiziaria. La domanda è stata ritirata nel gennaio 1997, sempre su richiesta del Dicastero della Giustizia, in quanto il reato commesso dal Canobbio non rientrava tra quelli contemplati per l'estradizione nella Convenzione del 1873, vigente tra il Kenya ed il nostro Paese.
Il Canobbio è stato successivamente arrestato dalla Polizia di Kilifi a seguito della denuncia presentata nei suoi confronti per minacce, aggressione e truffa dal cittadino italiano Carlo Ronchi. Il Tribunale lo rimetteva in libertà nel gennaio 1998, dietro pagamento di una cauzione.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Franco Danieli.