Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 736 dell'8/6/2000
Back Index Forward

Pag. 20


...
(Chiusura del carcere militare di Peschiera del Garda - Verona)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Chincarini n. 2-02445 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
L'onorevole Chincarini ha facoltà di illustrarla.

UMBERTO CHINCARINI. Signor Presidente, nei primi giorni di marzo venne annunciata la chiusura, dal 30 giugno 2000, del carcere militare di Peschiera del Garda ed il trasferimento degli attuali detenuti in altra struttura carceraria militare a Santa Maria Capua Vetere. Tale chiusura provocherà indubbiamente - come ha già provocato - una serie di problematiche umane, morali e sociali, senza risolvere il problema economico che dal Ministero della difesa è stato presentato come ragione essenziale della chiusura. Già dal 1992 era circolata con insistenza la notizia che il carcere sarebbe stato definitivamente chiuso, ma solo, appunto, a marzo è stata ufficialmente comunicata ai detenuti l'effettiva chiusura. Questa, per tutti gli appartenenti alle forze di polizia che prestano servizio nel nord d'Italia, comporterebbe, nel caso in cui a qualsiasi titolo dovessero essere privati della libertà personale, la necessità di scegliere tra l'essere ristretti in un carcere comune del nord oppure trasferiti in quello di Santa Maria Capua Vetere.
Per gli attuali detenuti questa situazione prospetterebbe un radicale allontanamento dai propri nuclei familiari, impedendo frequenti incontri con le famiglie e con gli avvocati difensori e vanificherebbe le numerose iniziative supportate da gruppi di volontari per il sostegno morale ai detenuti, iniziative che nella struttura arilicense hanno sempre avuto rilievo e seguito. Vorrei segnalare addirittura un corso di legatoria, che ha recentemente ricevuto un finanziamento dall'Unione europea di 300 milioni e che assegna, a chi supera l'esame finale, un attestato regionale riconosciuto in tutta Europa: un impegno di grande rilievo, questo, che non si riscontra nell'altra struttura penitenziaria militare di Santa Maria Capua Vetere.
Nessun cenno, poi, è stato fatto agli enti locali ed alla popolazione sulla futura destinazione dell'ex ospedale militare, che fin qui ha resistito agli assalti del tempo grazie alle onerose manutenzioni sostenute dal Ministero della difesa.
Già nel 1994 sull'argomento, rispondendo a precedenti interrogazioni dell'onorevole Pasetto, l'allora ministro Previti affermò: «Più che di una chiusura si tratterà di un ridimensionamento». Ciò fu confermato dal ministro Andreatta in data


Pag. 21

25 luglio 1996, rispondendo ad altra interrogazione: «Stante la delicatezza della materia, il provvedimento di ridimensionamento verrà attuato, previ accurati approfondimenti degli elementi di situazioni che si potranno verificare, nel pieno rispetto delle esigenze del personale direttamente interessato, sia esso in servizio o detenuto».
La mia domanda, allora, si riferisce alla possibilità per i detenuti di scontare la propria pena in altro carcere militare situato nel nord Italia, a distanza tale da consentire la continuazione dei progetti di rieducazione e di reinserimento da parte dei familiari e delle associazioni di volontariato. Auspichiamo, quindi, la possibilità di prorogare la chiusura del carcere fino a quando non si individui altra adeguata struttura situata nell'Italia del nord. Chiediamo anche se non si ritenga, con l'eventuale paventata decisione di collocarvi un carcere civile, di penalizzare il centro storico, l'antica fortezza di Peschiera del Garda e la sua comunità.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa ha facoltà di rispondere.

MASSIMO OSTILLIO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, l'organizzazione penitenziaria militare in termini di infrastrutture, di locali adibiti alla reclusione e di personale impiegato per il funzionamento delle carceri è da alcuni anni decisamente esuberante rispetto alle esigenze, sia per la contrazione progressiva dello strumento militare sia, soprattutto, perché con la sentenza della Corte costituzionale n. 358 del 1993 gli obiettori alla leva, che hanno tradizionalmente rappresentato, ahimè, una parte consistente dei reclusi, sono stati sottratti alla giurisdizione della magistratura militare e quindi alla detenzione nelle carceri militari.
In tale situazione, oggi per ospitare una popolazione carceraria che oscilla, mediamente, intorno ad una ventina di militari e ad una cinquantina di ex appartenenti alle forze di polizia (perché dal 1981 possono essere ospitati nelle carceri militari, previa opzione in tal senso da parte degli interessati, anche i reclusi per qualsiasi reato appartenenti alle forze di polizia, ad ordinamento militare o civile), quindi per un totale di circa settanta detenuti, sono utilizzati tre carceri militari - Peschiera del Garda, Roma e Santa Maria Capua Vetere - con una potenzialità di ricezione che, oggettivamente, l'onorevole Chincarini lo comprenderà, è molto più elevata rispetto - grazie al cielo - al fabbisogno. Per soddisfare tale servizio vengono impiegati oltre settecento addetti, considerando ufficiali, sottufficiali, militari di leva abilitati alla vigilanza ed alla custodia, civili ed altro personale, mentre i locali di custodia sono utilizzati nell'ordine del 25 per cento: siamo cioè ad un quarto rispetto alle effettive disponibilità.
Questa situazione, lei comprenderà, collega, non è più sostenibile in termini di utilizzo efficace di risorse umane disponibili dedicate a questo settore e ciò anche nella prospettiva dell'eliminazione del servizio di leva che, come è noto, entra a far parte del provvedimento che sarà discusso proprio in quest'aula a partire da martedì prossimo.
Per questa ragione, nel contesto della contrazione complessiva delle Forze armate, si sta cercando di perseguire un'armonica riduzione dell'organizzazione penitenziaria militare. In questo quadro si è giunti alla determinazione di sospendere, dal prossimo 30 giugno, l'utilizzazione del carcere militare di Peschiera del Garda. Tale programma prevede la ricollocazione, nella restante parte dell'organizzazione penitenziaria complessiva delle Forze armate, sia dei detenuti per reati militari sia dei detenuti provenienti dalle forze di polizia che non dovessero gradire il transito presso le carceri ordinarie della zona.
La scadenza del 30 giugno sarà prorogata, per quanto necessario, di una trentina di giorni - arrivando quindi al 31 luglio 2000 -, per consentire ai detenuti delle forze di polizia di ottenere un'idonea e rispondente ricollocazione nelle carceri ordinarie. A tale riguardo, al momento,


Pag. 22

l'opzione in tal senso è stata operata da tre detenuti sui ventuno attualmente presenti presso il carcere di Peschiera del Garda.
L'interpellanza presentata dall'onorevole Chincarini chiede informazioni in relazione ad uno sciopero della fame che sarebbe iniziato nel carcere. In relazione a ciò, nel carcere di Peschiera del Garda alcuni detenuti delle forze di polizia, da qualche giorno, rifiutano di nutrirsi con il cibo proveniente dall'amministrazione, ricorrendo, invece, alla consumazione di alimenti preconfezionati acquisiti attraverso il libero commercio consentito all'interno del carcere. L'astensione dal cibo dell'amministrazione da parte di circa 15 detenuti è iniziata negli ultimi giorni di maggio: oggi, sono solamente 3 i reclusi che proseguono nella protesta. A tale riguardo, il comando del carcere segue ovviamente il personale con particolare attenzione, avvalendosi altresì - ma credo che l'onorevole Chincarini lo sappia - della competenza di un adeguato staff medico.
Per il futuro il carcere militare di Peschiera del Garda sarà tenuto in una posizione definita «quadro», come si è già fatto per altre carceri militari (ad esempio quelle di Palermo e Cagliari), evitando che vi sia un degrado infrastrutturale - salvaguardando, quindi, la fortezza, cosa che interessa tutti - anche in prospettiva del passaggio della struttura al Ministero della giustizia, eventualità all'esame degli organi competenti, in quanto il Ministero della giustizia ha manifestato il proprio interesse all'acquisizione e sono attualmente in corso contatti fra le due amministrazioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Chincarini ha facoltà di replicare.

UMBERTO CHINCARINI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per essersi occupato di un problema che, forse, riguarda solo marginalmente i grandi affari generali dello Stato o del suo Ministero e che riguarda più la vita e le famiglie di 30-35 persone che hanno sbagliato. Ritengo necessario tenere conto anche di questo aspetto quando, in quest'aula, vengono prese decisioni che incidono sulla vita di qualcuno, fosse anche una sola persona.
Queste persone, che sono state condannate, hanno comunque mantenuto un contatto con la realtà in virtù della vicinanza ai propri familiari e dell'aiuto delle associazioni di volontariato. Il sottosegretario non ha fatto cenno alla valutazione dell'impatto che il trasferimento a Santa Maria Capua Vetere, vale a dire ad oltre 700 chilometri da Peschiera del Garda - che è servita da stazione ferroviaria, autostrade ed aeroporto -, potrà avere sui detenuti, visto che sarà molto più difficile per i familiari e per gli avvocati raggiungerli. Questo è un problema grave e non mi sembra vi sia, tra le intenzioni del Governo, quello di affrontarlo, nonostante non si tratti di una questione politica, ma di una questione legata prevalentemente all'aspetto umano della vicenda.
Mi è sembrato di capire che non vi sia alcuna intenzione, da parte del Governo, di prendere in considerazione l'eventuale utilizzo delle proprietà del Ministero della difesa al nord, ormai in corso di dismissione, visto che non vi è più la necessità della presenza militare che in altri tempi aveva consigliato la costruzione di tali infrastrutture. Ma ve ne sono molte nel Veneto e prive di destinazione! Dopo aver ascoltato anche alcune associazioni che si occupano di questo problema, si è pensato che fosse possibile trovare per 30-35 persone una soluzione differente, senza prospettare loro un trasferimento nel profondo sud.
È una questione assai preoccupante perché attenendo al profilo umano merita il massimo del rispetto e dell'attenzione da parte nostra.
Mi delude poi il fatto che si possa pensare di collocare un carcere civile all'interno di un centro storico di un comune che vive di turismo (ha un flusso turistico di milioni di persone). A tale riguardo penso che il consiglio comunale della mia città, di cui sono sindaco dal


Pag. 23

1993, abbia già adottato una delibera; essa conterà poco ma ci tengo a valorizzare il lavoro degli enti locali. Sono assolutamente contrario, lo ripeto, al fatto che il Ministero della giustizia possa pensare di collocare una struttura di questo tipo all'interno di un centro storico che, come ho appena detto, vive di turismo e di futuri investimenti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 11,33)

UMBERTO CHINCARINI. Credo che questa sia una notizia triste perché non si tiene in alcun conto di esigenze che invece dovrebbero essere affrontate in altro modo. Non c'è alcuna volontà di confrontarsi con le amministrazioni locali, né con la provincia né con la regione né con il comune di Peschiera, che in questa vicenda sono sempre stati tenuti all'oscuro.
Nel ribadire la mia insoddisfazione, mi riservo di individuare altre forme di intervento per far ragionare, diciamo così, il Ministero della difesa. Ricordo che non si tratta di un'operazione puramente economica, perché nella vicenda sono coinvolte persone che chiedono di poter continuare a vedere i loro familiari e di continuare a sperare.
Ringraziando comunque il sottosegretario per la sua cortesia, al Presidente di turno, onorevole Petrini, vorrei chiedere se la nostra presenza di giovedì mattina possa in una qualche misura costituire un bonus nel computo delle presenze durante la settimana. Mi rendo conto che quanto sto dicendo non ha niente a che vedere con lo svolgimento dell'interpellanza, tuttavia mi piacerebbe sapere, lo ripeto, se essere presenti in aula il giovedì mattina conti qualcosa oppure no per la Presidenza.

PRESIDENTE. Onorevole Chincarini, conta soprattutto nella valutazione dei suoi elettori! Lei ha svolto un atto di sindacato ispettivo in modo meritorio, e questo è un titolo di credito per lei e non certo per la Presidenza che è qui al suo servizio.

Back Index Forward