(Sezione 1 - Posizione del Governo circa la liberazione di dissidenti politici cubani, nonché circa l'embargo degli Stati Uniti nei confronti di Cuba)
A) Interpellanza e interrogazione:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
in data 15 marzo 1999 a L'Avana sono stati condannati, rispettivamente a cinque anni, quattro anni, e tre e mezzo, quattro noti dissidenti incarcerati nel 1997: Vladimiro Roca Antùnez, René Gòmez Manzano, Felix Bonnes Carcacès e Marta Beatriz Roque, come il «Gruppo dei quattro»;
il motivo della condanna consiste nella pubblicazione del documento «La Patria è di tutti» («La Patria es de todos») avvenuta il 27 giugno 1997, un'azione politica priva di qualsiasi elemento di violenza o pericolo pubblico;
la Santa Sede ed i Governi di Spagna e Stati Uniti hanno condannato il risultato del processo;
il verdetto del processo ricorda una situazione di diritti umani a Cuba, che richiede una costante e seria attenzione da parte della comunità internazionale -:
se non ritenga opportuno, intervenire - nelle debite sedi - in difesa dei diritti umani e di libertà di espressione sanciti nella dichiarazione dei diritti dell'uomo a New York, affinché i quattro detenuti possano ottenere una amnistia.
(2-01742)«Fei, Niccolini».
(6 aprile 1999)
VELTRONI, MUSSI e PEZZONI. - Ai Ministri degli affari esteri, dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del commercio con l'estero. - Per sapere - premesso che:
già la detenzione in attesa di giudizio, per oltre diciotto mesi e senza la conoscenza dei capi di imputazione, dei quattro dissidenti cubani Viadimiro Roca, Beatriz Roque, Felix Bonne e Renè Gomez, preoccupava ed offendeva le coscienze di coloro che, amici del popolo cubano e sostenitori della sua indipendenza e sovranità nazionale, vedevano negati nei fatti i più elementari diritti civili e politici a persone colpevoli solo di avere idee divergenti da quelle del governo e del partito unico al potere a Cuba;
successivamente, neppure alla reiterata richiesta di liberazione dei quattro incarcerati avanzata dal Papa in occasione della sua visita a Cuba le autorità cubane hanno ritenuto di dare una risposta positiva;
oggi, con il processo persecutorio che si è tenuto contro i quattro dissidenti e con l'arresto preventivo di decine di persone, senz'altro motivo che le loro opinioni politiche, la misura appare colma;
l'imputazione contro i quattro esponenti del dissenso è quella di «sedizione» per il solo motivo di aver espresso, civilmente e per mezzo di un documento pubblico, la loro critica legittima nei confronti delle tesi del partito unico al potere a Cuba, il Partido Comunista Cubano;
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l'imputato per il quale è stata richiesta la pena più pesante - sei anni di carcere - è Vladimiro Roca, figlio del fondatore del Partido Socialista Popular (il partito comunista cubano precastrista) Blas Roca, fondatore a sua volta prima della Corriente Socialista Democratica Cubana e poi del Partido Social Democrata Cubano, due formazioni politiche del dissenso interno, ufficialmente illegali per il regime, che da tempo vengono regolarmente invitate ai lavori della Internazionale Socialista, anche se impossibilitate dal regime ad inviare propri rappresentanti -:
come intenda muoversi il Governo nelle sedi bilaterali e multilaterali;
se non ritenga inaccettabile ed odioso il carattere politico di un processo che lede elementari princìpi dei diritti umani e civili;
se non intenda - attraverso i canali diplomatici - sollecitare l'immediata liberazione dei quattro detenuti e di tutti gli altri dissidenti arrestati in queste ultime ore e manifestare al governo cubano la propria preoccupazione nei confronti delle ultime misure legislative che restringono ulteriormente i già ridottissimi spazi di agibilità democratica per i cittadini cubani che avessero opinioni divergenti da quelle ufficiali;
se non intendano di riaffermare la richiesta di revoca dell'embargo unilaterale imposto dagli Stati Uniti a Cuba che, colpendo la parte più debole della popolazione, non favorisce l'evoluzione in senso democratico del regime castrista;
se non intendano rivendicare l'importanza che l'Italia attribuisce al cambiamento del proprio atteggiamento nell'assemblea generale delle Nazioni Unite, passato negli ultimi anni da astensione a voto a favore della mozione cubana che condanna l'embargo statunitense a Cuba, e sottolineare l'esigenza irrinunciabile d'una evoluzione in senso democratico nel rapporto con il dissenso, civile e non violento, interno all'isola, in assenza della quale l'isolamento di Cuba, provocato dal regime politico, è destinato a perpetuarsi. (3-03529)
(3 marzo 1999).