Allegato A
Seduta n. 719 del 9/5/2000


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(Sezione 6 - Potenziamento dei servizi di assistenza sanitaria a favore dei lavoratori esposti all'amianto)

F) Interrogazione:

RUZZANTE. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
ad oggi esistono dati evidenti relativi a tre aziende nelle quali il problema amianto è maggiormente sentito: si tratta delle Oms Firema Trasporti spa di Padova, delle officine Citta della Firema Trasporti spa di Cittadella (Padova) e delle officine di San Giorgio di San Giorgio delle Pertiche (Padova);
dal dopoguerra in queste aziende si costruiscono e riparano treni merci e passeggeri;
la popolazione di lavoratori esposti all'amianto ammonta, rispettivamente, per le Oms di Padova a 650 ex-esposti e a 250 attivi per un totale di 900, per le officine Cittadella a 600 ex-esposti e a 200 attivi per un totale di 800, per le officine San Giorgio a 300 ex-esposti, 300 in totale essendo le officine chiuse;
la popolazione complessiva è di circa 2000 lavoratori cui potrebbero aggiungersi i familiari che manipolavano le tute da lavoro;
questa popolazione è a rischio di malattia professionale o, peggio, corre il pericolo di essere colpita da malattie che danno esito mortale;


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in collaborazione con lo Spisal dell'Asl 16 di Padova si sta lentamente procedendo alla sorveglianza sanitaria degli ex-esposti Oms. Su 650 lavoratori sono stati visitati 200 lavoratori circa, di questi circa 100 evidenziano la presenza di malattia professionale;
sviluppando plausibili proiezioni, si può ragionevolmente sostenere che nel 35 per cento della popolazione esposta (700 lavoratori) potrebbero essere riscontrati e diagnosticati diversi tipi di patologie e di malattie professionali, malattie che, in tempi e condizioni diverse da soggetto a soggetto, possono degenerare in tumore. Inoltre, con il passare del tempo, altri lavoratori negativi al 1o controllo possono risultare positivi ai controlli successivi;
i lavoratori morti per tumore provocato da fibre di amianto sono almeno 40 tra Padova e Cittadella. Di molti altri lavoratori deceduti non si conoscono le cause del decesso e non vi sono riscontri documentali;
è doveroso da parte dello Stato, dei ministeri competenti, della regione, delle Asl interessate assumere, anzitutto, piena consapevolezza della drammatica vastità del problema e intervenire subito, almeno per cercare di salvare la vita a questi lavoratori, riducendo il pericolo di strage;
serve subito una sorveglianza sanitaria per la popolazione esposta;
la sorveglianza sanitaria deve essere gratuita, non solo perché lo prevedono le leggi (decreto legislativo n. 277/1991, n. 257/1992, n. 626/1994), ma anche per un imperativo etico: non si può far pagare il costo delle visite, delle analisi, del periodico monitoraggio a chi è vittima dell'esposizione all'amianto;
la sorveglianza sanitaria ha una finalità importantissima: salvare le vite umane tramite la diagnosi precoce, diagnosticare l'esistenza della malattia e controllarne il decorso, decidere i protocolli terapeutici e i comportamenti di vita per ridurre il rischio, coinvolgere, infine, lavoratori e familiari per decidere gli eventuali ricoveri ed interventi sanitari;
in tal senso la sorveglianza sanitaria deve essere realizzata con i più avanzati strumenti e tecnologie diagnostiche esistenti, mirati al fattore di rischio, specializzando e sensibilizzando gli operatori ed i ricercatori ad indagare per scoprire in tempo la patologia ed il pericolo di degenerazione in tumore;
il servizio e gli esposti dovranno collaborare reciprocamente realizzando un apposito Comitato degli utenti;
il fattore tempo è determinante per offrire ai lavoratori non solo la miglior tutela sanitaria, ma anche allo scopo di scoprire nuove frontiere scientifiche e sanitarie che permettano diagnosi e cura di queste patologie, visto che la prevenzione è saltata completamente;
la popolazione colpita dall'amianto non è confinabile nei 2000 lavoratori Oms e Officine Cittadella, già di per sé un numero enorme, ma purtroppo altri lavoratori esposti sono presenti anche nelle seguenti altre aziende finora indagate che si segnalano come esempio: Ivg di Cervarese Santa Croce, 400 dipendenti; Ine di Cittadella, 150 dipendenti; Ima-Saf di Cittadella, 250 dipendenti; Fro di Cittadella, 200 dipendenti; Schindler di Padova, 50 dipendenti; Kone di Padova, 100 dipendenti;
solo per parlare del settore metalmeccanico si possono stimare in circa 4500 i lavoratori che hanno subito esposizione all'amianto in provincia di Padova;
serve una battaglia di civiltà che rimedi per quanto possibile ai gravissimi errori del passato da parte di tanti, troppi soggetti;
la recente delibera della regione Veneto datata ottobre 1998, apprezzabile perché affronta per la prima volta il problema, sollecitata a più riprese dal sindacato (Cgil-Cisl-Uil con Fim-Fiom-Uilm) e


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da alcuni esponenti di forze politiche, più sensibili al problema, non risponde ancora alle urgenze sopra citate;
il sindacato dei metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm di Padova è da tempo disponibile tramite i patronati per agevolare l'opera di censimento, ora però bisogna uscire dalla fase volontaristica, costruendo un solido progetto operativo entro aprile 1999, in grado di rispondere concretamente al bisogno dei lavoratori, tutelandone almeno la vita;
l'esperienza realizzata dallo Spisal di Padova andrebbe potenziata immediatamente, senza attendere che sia formalizzato un piano regionale, anzi l'esperienza padovana può rappresentare un'esperienza pilota, utile per altri territori e per patologie conseguenti ad attività produttive inquinanti, tossiche, nocive e cancerogene che, in futuro, potrebbero rivelarsi nella popolazione;
è necessario che il problema della sorveglianza sanitaria sugli ex-esposti all'amianto diventi priorità assoluta nell'agenda dei lavori della regione Veneto, del ministero della sanità e delle Asl, ciascuno secondo il proprio ruolo -:
se il Governo intenda fare chiarezza sulla competenza del costo della sorveglianza sanitaria;
se intenda attivarsi, anche d'intesa con la regione Veneto, affinché sia avviata subito la sorveglianza sanitaria tramite gli Spisal, potenziandoli e avviando il censimento più generale;
se ritenga opportuno rendere obbligatoria la sorveglianza sanitaria;
se il Governo ritenga necessario avviare un'adeguata campagna di informazione e formazione nei confronti della popolazione interessata affinché sia sensibilizzata ad accertare la propria condizione di esposti al rischio amianto, evitando che ciò comporti l'esplodere di depressioni psichiche, di psicosi che causano forme di panico collettivo e, quindi, ulteriori danni alla propria condizione di salute;
se sia intenzione istituire un apposito servizio, anche interdisciplinare, degli Spisal, opportunamente dotato di risorse, di beni strumentali, di spazio, di operatori;
se intenda ricondurre gli operatori del servizio alla responsabilità dello Spisal e permettere allo stesso di ottenere collaborazione e agibilità presso le diverse strutture diagnostiche e sanitarie dell'Asl e dell'azienda ospedaliera, evitando di creare doppioni, ma anche evitando ogni ritardo;
se intenda rafforzare una ricerca applicata sulle patologie provenienti dall'amianto anche in collaborazione con l'istituto di medicina del lavoro dell'Università di Padova;
se intenda operare affinché lo Spisal abbia agibilità anche a livello internazionale, rapportandosi con realtà più avanzate che lo aiutino ad operare nel migliore dei modi (ad esempio Norvegia e Finlandia).(3-03696)
(7 aprile 1999).