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La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,30.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto.
ELIO VITO. Signor Presidente, a nome del gruppo di Forza Italia, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Sta bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dozzo 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Astenuti 1
RENZO PENNA. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO PENNA. Signor Presidente, il dispositivo elettronico di voto della mia postazione non ha funzionato nelle due votazioni che hanno avuto luogo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto, onorevole Penna, provvediamo subito.
GIACOMO de GHISLANZONI CARDOLI. Signor Presidente, il mio emendamento 1.51 mira a fare chiarezza su una frase estremamente generica e sibillina. Fare riferimento ai giovani agricoltori per l'assegnazione delle quote latte significa determinare la genericità della richiesta. A nostro avviso, è necessario specificare che la quota assegnata agli imprenditori agricoli, che sono favoriti nell'assegnazione in base alla legge sull'imprenditoria giovanile, è destinata ai produttori di latte e non, genericamente, ai giovani agricoltori. In un settore quale quello lattiero-caseario, infatti, sovraccarico di produzione rispetto alle quote di assegnazione, sarebbe strano se chiunque potesse chiedere tale assegnazione. Ripeto, quindi, che il mio emendamento 1.51 è volto a precisare che la richiesta di assegnazione deve essere riferita solo ai produttori di latte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, premesso che condividiamo l'emendamento in esame, desidero soffermarmi sul merito del mio emendamento 1.22 che è stato respinto. Il Senato ha introdotto una strana norma...
PRESIDENTE. Prego, onorevole Dozzo, la ascoltiamo.
GIANPAOLO DOZZO. Presidente, per il brusio non riesco a sentire la mia voce.
PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, la situazione mi sembra abbastanza tranquilla.
GIANPAOLO DOZZO. Lei è il Presidente, cerchi ...
PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, la sento benissimo. Non può pretendere un religioso silenzio: i colleghi la stanno ascoltando.
GIANPAOLO DOZZO. Io non pretendo niente, pretendo che lei faccia il Presidente.
PRESIDENTE. Infatti, onorevole Dozzo, prosegua.
GIANPAOLO DOZZO. Come stavo dicendo, il Senato ha introdotto una strana regola, nei confronti della quale, vista la situazione di emergenza di questo settore, è poca cosa dire che davvero i colleghi del Senato hanno «toppato» clamorosamente.
avviare una nuova produzione lattiera. Ciò dal punto di vista giuridico è incostituzionale, come vedremo poi, ed inoltre va contro le norme per la programmazione del settore: è veramente inaudito. Dare in questo momento la possibilità a qualcuno di costituire nuove aziende, in questo stato di emergenza, ci sembra una cosa veramente al di fuori di ogni regola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Aloi. Ne ha facoltà.
FORTUNATO ALOI. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale sull'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.51, per una serie di motivazioni di ordine diverso, una delle più importanti delle quali è la seguente: nel momento in cui si va incontro ai giovani imprenditori, la legge approvata in favore dell'imprenditoria giovanile costituisce un punto di riferimento importante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.
FABIO CALZAVARA. Signor Presidente, intervengo per primo tra i deputati del gruppo della Lega nord Padania, dopo l'onorevole Dozzo con il chiarissimo intento di ostruzionismo nei confronti del provvedimento in esame. Esso, difatti, ricalca precedenti leggi che non hanno assolutamente recato giustizia a chi lavora, fatica e suda e, soprattutto, agli allevatori che lavorano 365 giorni all'anno in gravissime condizioni. Si perpetua, ancora, la triste vicenda - che è divenuta una truffa legalizzata - delle quote latte di carta. Vogliamo opporci ad un tale sistema ed abbiamo proposto una redistribuzione più coerente e di maggior livello nei confronti degli allevatori del nord. Infatti, è il nord Italia che ha tale vocazione e la maggior produzione lattiero-casearia. Vi è una cultura dell'agricoltura europea e continentale, per cui, purtroppo, ci vediamo sfavoriti...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Calzavara.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Michielon. Ne ha facoltà.
MAURO MICHIELON. Signor Presidente, vorrei richiamarmi brevemente all'emendamento Dozzo 1.22, che è stato precedentemente respinto. Posso comprendere che il Governo D'Alema sia in difficoltà con la creazione di posti di lavoro; egli è arrivato ad affermare che nel 1999 sono stati creati 256 mila posti di lavoro, ma ha dimenticato di dire che circa 200 mila sono lavori atipici e per tre quarti sono stati creati al nord dove, come ben sappiamo, fortunatamente nella maggior parte delle aree, non vi sono gravi problemi di disoccupazione.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Michielon.
LUIGINO VASCON. Signor Presidente, come abbiamo potuto chiaramente ascoltare dall'illustrazione del collega Dozzo, dobbiamo prendere in considerazione la possibilità di rischio, non inflattivo, bensì in termini di dispersione del capitale, rappresentato dalla quota, qualora la stessa venga assegnata a soggetti che hanno una concezione marginale o, comunque, integrativa dell'agricoltura; si vogliono assegnare quote a coloro per i quali l'agricoltura non rappresenta l'attività di impiego primario, bensì collaterale, con effetti distorsivi nei confronti del settore. Abbiamo, dunque, l'ingresso nel comparto di soggetti che attingeranno ricche risorse che dovrebbero, invece, essere reinvestite e destinate a chi, effettivamente, lavora e produce in agricoltura. Pertanto, si dovrebbe porre attenzione...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vascon.
DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, l'attribuzione delle quote a chi non è ancora produttore, non ci sembra una scelta di buon senso. Vi sono aziende in difficoltà, che rischiano di chiudere per mancanza di quote e si vogliono attribuire nuove quote a coloro che, invece, non sono produttori.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Molgora.
DARIO GALLI. Presidente, voglio sottolineare anche in questa occasione l'assurdità di certe decisioni, che sono assolutamente incomprensibili. Non si capisce peraltro come emendamenti che cercano di porre rimedio a scelte tanto assurde non vengano presi in considerazione.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Galli.
GIANPAOLO DOZZO. Presidente, aveva detto che il tempo a disposizione era di un minuto! Non cerchiamo di fregare i secondi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.
ETTORE PIROVANO. Signor Presidente, ricordo che nel 1996, durante una discussione sempre sulle quote latte, forse in forma provocatoria - e sottolineo il forse - avevo chiesto che venisse istituito anche il sistema delle quote pesce, ricordando il prezioso tonno d'altura delle nostre valli bergamasche, che è penalizzato. Nei nostri torrenti peschiamo uno splendido tonno, ma abbiamo poche quote pesce... Proposi allora, in quella occasione, di fissare un limite per i pescatori di Mazara del Vallo, che conseguentemente sarebbero stati costretti a venire da noi per comprare le quote pesce per continuare a pescare (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)! Queste quote, però, non sono state istituite! Noi - lo ripeto - saremmo anche disposti a rinunciare al nostro prezioso tonno d'altura della val Seriana purché, finalmente, si definisca il principio che al nord si produce il latte e che nel mare si pesca il pesce (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pirovano.
ORESTE ROSSI. Presidente, non è la prima volta che questa coalizione governativa punisce le persone che lavorano e che producono. L'esempio classico è quello della provincia di Alessandria, dove per errori dell'AIMA negli estratti catastali verranno puniti alcuni agricoltori con l'accusa di aver sgarrato nell'assegnazione del terreno e nelle quote PAC. Lì per gli errori dell'AIMA sono stati sospesi per mesi i contributi agricoli: si continua a punire non chi non lavora, non chi sfrutta, non chi ruba i contributi, ma chi con il proprio lavoro produce beni e ricchezza che dovrebbero portare vantaggio a tutta l'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Faustinelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO FAUSTINELLI. Signor Presidente, gli interventi che i deputati del gruppo della Lega nord Padania stanno svolgendo sul provvedimento in esame hanno la finalità di affermare la necessità del rispetto dei diritti degli allevatori sulle quote latte. Sappiamo che sono state assunte iniziative assai gravi, soprattutto per la Lombardia (naturalmente con riferimento agli allevatori).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Faustinelli.
CESARE RIZZI. Presidente, sarebbe bene ricordare che in sede europea l'argomento delle quote latte fu affrontato e
malamente risolto nel lontano 1983. L'allora Presidente del Consiglio Craxi ed il ministro degli affari esteri Andreotti indussero il ministro dell'agricoltura ad accettare il regime delle attuali quote latte in cambio di finanziamenti CEE agli impianti siderurgici di Taranto, poi miseramente falliti. Dal 1983 in poi i vari ministri dell'agricoltura dei Governi Craxi, Goria, De Mita, Fanfani, Andreotti, Amato e Ciampi hanno sempre garantito i falsi produttori, consigliando loro di tenersi le quote, perché prima o poi sarebbero diventate un capitale a danno dei veri produttori che ogni mattina e sera mungono realmente le loro vacche.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rizzi.
DOMENICO IZZO. Signor Presidente, colleghi, appare inverosimile che faccia fatica ad essere convertito in legge dal Parlamento un decreto-legge che attribuisce maggiori quote di produzione agli allevatori. Tali quote sono ripartite, secondo quanto stabilito dal decreto, nella misura dell'82 per cento a favore delle regioni del nord, dell'8 per cento circa a favore di quelle del centro e del 12 per cento circa a favore di quelle del sud.
GIANPAOLO DOZZO. Grazie, perché non l'avevi capito?
GENNARO MALGIERI. Non si chiama più così!
DOMENICO IZZO. Gli allevatori delle regioni del nord che ci stanno ascoltando devono sapere che c'è una forza politica che si sta assumendo la responsabilità di conculcare i loro interessi (Applausi dei deputati del gruppo dei Popolari e democratici-l'Ulivo); devono sapere che, mentre il Governo del paese e tutto il resto del Parlamento,...
DANIELE MOLGORA. Sei bugiardo!
DOMENICO IZZO. ...perché devo ringraziare anche i colleghi dell'opposizione che, in maniera dialettica, ma corretta, stanno concorrendo a fare in modo che gli allevatori italiani dispongano di maggiori strumenti per poter esercitare la propria attività,...
DARIO GALLI. Presidente, orologio!
DOMENICO IZZO. ...in quest'aula la Lega ha assunto un atteggiamento inverosimilmente ostruzionistico che danneggia gli interessi del nord (Applausi dei deputati del gruppo dei Popolari e democratici-l'Ulivo - Proteste dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania). I cittadini del nord che ci ascoltano devono sapere chi ringraziare...
DANIELE MOLGORA. Sei un falso!
DOMENICO IZZO. ...se vedranno conculcate le loro legittime aspettative (Commenti del deputato Molgora).
Visto che le cose stanno in questo modo, la garanzia degli interessi degli allevatori del nord dobbiamo assumerla noi, perché gli elettori che hanno votato per la Lega nord Padania hanno sbagliato (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Pertanto, annuncio che, d'ora in avanti, per non accedere all'ostruzionismo della Lega nord Padania, i deputati del gruppo dei Popolari e democratici-l'Ulivo non interverranno più, non per accettare con il silenzio le menzogne o la campagna di odio che la Lega sta scatenando in quest'aula (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania), ma solo per fare, con il voto e con la nostra presenza, gli interessi degli allevatori del nord, del centro e del sud del paese (Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari e democratici-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Comunista e dei Democratici-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Dalla Rosa. Ne ha facoltà.
FIORENZO DALLA ROSA. Voglio riprendere il breve intervento che avevo iniziato a fare ieri, e dire che con questo disegno di legge si è voluto inserire nel testo addirittura la possibilità per chi allevatore non è di poter godere di quote di produzione. Il colmo è che mentre c'è chi paga multe assurde, dall'altro si pretende di attribuire quantitativi di produzione a gente che per ciò non ha alcuna vocazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.
ENRICO CAVALIERE. Caro collega, i cittadini del nord capiscono benissimo chi «è dala so parte» e chi no! Basta infatti sentire la lingua che si parla (Applausi dei deputati Molgora e Cè).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cavaliere.
ROLANDO FONTAN. Non possiamo accettare la falsa demagogia portata avanti, in questo caso, dal collega Domenico Izzo e dal PPI. Caro Izzo, tu hai detto che le quote sono l'82, l'8 e il 12 per cento, la cui somma, da noi, al nord, non fa 100 ma 102.
DANIELE MOLGORA. Impara a fare i conti!
ROLANDO FONTAN. Per le quote voi ragionate in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!
tranquillamente e liberamente quelle quote perché le producono! È vero che agli allevatori del sud sono state assegnate quote minoritarie, ma è altrettanto vero che tali allevatori non producono nemmeno queste quote.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fontan.
RINALDO BOSCO. Negli anni passati ho fatto parte dei picchetti che gli agricoltori formavano sulle strade e ai confini di Stato per impedire l'importazione di latte.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bosco.
DIEGO ALBORGHETTI. Presidente, per quanto riguarda la situazione delle quote latte si è detto che questa è una fase nuova. Noi riteniamo che ciò non sia assolutamente vero e che ci si trovi ancora in una fase di transizione e di emergenza. Si è detto che per quanto riguarda il quantitativo assegnato all'Italia vi sarebbero nuove soluzioni, ma purtroppo vediamo che vengono ripercorse le solite strade. Mi riferisco, in particolar modo, alla tabella di ripartizione delle prime 384 mila tonnellate. Questa ripartizione ha fatto sì che a regioni che detengono quote di produzione superiori alle quantità prodotte siano assegnate nuove quote, mentre altre regioni, come la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l'Emilia-Romagna, che hanno produzioni superiori alle quote assegnate, ricevano in proporzione meno di quanto...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Alborghetti.
DOMENICO PITTINO. Presidente, francamente non sarei voluto intervenire su questo argomento, ma dopo avere sentito le esternazioni del collega Domenico Izzo, mi sento in dovere di prendere la parola. In quest'aula, io che mi ritengo una persona tranquilla e serena, ho dovuto ascoltare nefandezze incredibili. Sono qui da quattro anni e ho dovuto assistere a finanziamenti per il Banco di Sicilia, per il Banco di Napoli, per il dissesto dell'acquedotto pugliese, per le zone dell'obiettivo 1; ho dovuto assistere alle agevolazioni fiscali, ma quando si tratta di discutere di un argomento che ha coinvolto pesantemente tutti gli allevatori del nord, si viene a contrabbandare una misera quota aggiuntiva di 600 mila...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pittino.
PIERGIORGIO MARTINELLI. Presidente, vorrei dire all'onorevole Izzo del Partito popolare che mi risulta che il ministro che ha sbagliato la contrattazione a livello comunitario venga dalle sue file; mi risulta sia stato un certo ministro Pandolfi, il quale non ha saputo mantenere ed ottenere le quote pari al livello del consumo interno italiano (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Martinelli.
ALESSANDRO CÈ. Presidente, anch'io intervengo in risposta all'onorevole Izzo del partito Popolare. Sarei anche curioso di sentire cosa pensi su questo argomento l'onorevole Ferrari che segue da vicino, ormai da tempo, la questione delle quote latte. Ufficiosamente mi ha sempre detto che dietro questa gestione delle quote latte vi è uno scandalo enorme. Allora, sarebbe stato questo il momento giusto per porre rimedio a tale scandalo. Le solite affermazioni demagogiche in perfetto stile democristiano, in questo caso, sono assolutamente fuori luogo perché non è sufficiente dire che l'Italia deve essere pronta a recepire un aumento delle quote latte...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cè.
FLAVIO RODEGHIERO. Presidente, la Lega nord Padania interviene per fare ostruzionismo su questo provvedimento che soffoca il settore lattiero-caseario là dove funziona e produce.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rodeghiero.
PAOLO SCARPA BONAZZA BUORA. Presidente, come vede - e come ha notato persino l'onorevole Izzo - non stiamo facendo una battaglia ostruzionistica su questo provvedimento, ma l'onorevole Izzo dovrebbe capire che vi può essere un comprensibile ostruzionismo dal momento che il Governo e la maggioranza, ancora una volta, si sono rifiutati di accogliere la minima proposta emendativa che proveniva dalle opposizioni.
Ciò è veramente vergognoso. Questa è la vergogna, Izzo, non l'ostruzionismo della Lega! La vergogna è la vostra mentalità ostruzionistica nei confronti... (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Scarpa Bonazza Buora.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Losurdo 1.2 e Scarpa Bonazza Buora 1.52.
FORTUNATO ALOI. Signor Presidente, gli identici emendamenti al nostro esame, che potrebbero apparire la proposta di una semplice soppressione di una parte del comma 1, ubbidiscono, per la verità, ad una logica che a nostro avviso va in direzione degli interessi dei giovani agricoltori. È chiaro infatti che si fissano limiti e paletti che non vanno in direzione della salvaguardia degli interessi dei giovani agricoltori, ma rendono quasi più farraginosa dal punto di vista burocratico la posizione di costoro, i quali dovrebbero essere destinatari del beneficio di quote che vengono ridistribuite. La posizione di chi è sottoposto a questa condizione, di cui all'inciso oggetto degli emendamenti, «iscritti nell'apposita gestione previdenziale», è diversa rispetto a quella di chi non è iscritto in quella gestione previdenziale. Si tratta quindi, sotto un certo profilo, di una discriminazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole de Ghislanzoni Cardoli. Ne ha facoltà.
GIACOMO de GHISLANZONI CARDOLI. Signor Presidente, gli emendamenti al nostro esame mirano ad eliminare un inciso che potrebbe generare interpretazioni in contrasto con l'obiettivo della norma, che, facendo esplicito riferimento alla legge sull'imprenditoria giovanile, presuppone che i beneficiari delle nuove assegnazioni, oltre ad essere in possesso dei requisiti oggettivi per essere qualificati come giovani agricoltori, rivestano anche la qualifica di imprenditore, ovvero siano soggetti che a qualunque titolo - affitto, comodato o altro - gestiscono, quale titolare o contitolare, l'azienda agricola in veste di imprenditore.
Ciò è inaccettabile ed è per questo che vogliamo eliminare l'inciso in oggetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, stiamo esaminando una norma un po' contorta e bisogna vedere da quale angolo visuale si intenda recepirla. Mi spiego: non ci sarebbe bisogno di alcuna sottolineatura, come quella dell'iscrizione nell'apposita gestione previdenziale, se fino ad oggi, specialmente nel settore lattiero-caseario, le cose fossero andate nel verso giusto, cioè se non vi fossero stati gli abusi che tutti conosciamo. Mi riferisco, in particolare, a quelle persone che, pur non essendo né coltivatori diretti né imprenditori agricoli a titolo principale, detenevano e detengono ancora - spero non più, ma ho la netta sensazione che non sia così - parte della produzione. Allora si può capire che il rafforzativo vada in quella direzione. Però se vi è la necessità di sottolineare che devono essere iscritti nella gestione previdenziale, ciò vuol dire che purtroppo vi è ancora una zona grigia che non è stata ancora ben visionata. A questo punto occorre mettere dei paletti, perché molto probabilmente, come dicevo, alcuni soggetti che non sono assolutamente agricoltori ancora detengono delle quote.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Dozzo.
GIANPAOLO DOZZO. Datemi una risposta sul diniego per quanto riguarda le future 216 mila tonnellate, se avete coraggio!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Losurdo. Ne ha facoltà. Onorevole Losurdo, lei interviene in dissenso?
STEFANO LOSURDO. Sì. È opportuno fare alcune specificazioni aggiuntive, che poi possono anche essere configurate come sostanziale o parziale dissenso. Chi si vuole che siano i destinatari effettivi di questa ripartizione di quote per quanto riguarda i giovani agricoltori e i giovani imprenditori? Coloro che sono definiti dalla legge n. 441 sull'imprenditoria giovanile, che - è questo forse il punto che
è stato trascurato in questa discussione - impone i requisiti che la normativa comunitaria richiede. Quindi, non si può andare contro una legge, quella sull'imprenditoria giovanile, che in questo Parlamento abbiamo approvato tutti. A mio avviso, i «paletti» e gli orpelli burocratici che sono inseriti in questo articolo devono essere assolutamente eliminati perché ci sia l'effettiva destinazione di questa ripartizione di quote a favore dei giovani imprenditori così come definiti dalla legge sulla imprenditoria giovanile (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso al proprio gruppo, l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.
DARIO GALLI. Il precedente intervento del collega Izzo grida veramente vendetta. È vero che la sua è la cultura prevalente nella terra del sud da cui egli proviene, in particolare nella sinistra, ma devo dire che rilevo un peggioramento. Se fino a qualche mese fa la sinistra almeno era in grado di contare fino a 400, oggi si ferma a 99 e già ha qualche difficoltà ad arrivare fino a 100. Comunque, concordo pienamente sull'ipotesi del collega Izzo: siccome al nord si produce l'80 per cento del latte, gli diamo l'80 per cento del surplus. Benissimo, allora con la stessa regola, restituiamo al nord le tasse che si pagano, oppure diamo al nord la stessa percentuale di forze dell'ordine del resto del paese, non dieci volte meno, o la stessa copertura negli uffici pubblici, oppure diamo alla Lombardia la stessa percentuale di guardie forestali che hanno la Basilicata e la Calabria, non cento volte meno, anche se il territorio boscato è il doppio...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Galli.
CESARE RIZZI. Agli amici Popolari che hanno deciso di non parlare più, di salire sull'Aventino, vorrei dire - in particolare all'onorevole Izzo - che questo non è un male per il paese, in quanto in questi cinquant'anni di Repubblica hanno parlato fin troppo, procurando danni irreparabili (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rizzi.
ENRICO CAVALIERE. Sempre tornando sull'argomento dell'informazione, è fondamentale che gli allevatori conoscano le posizioni dei gruppi parlamentari, quello che succede oggi nell'aula parlamentare e noi cerchiamo di provvedervi anche attraverso le trasmissioni di Radio Padania libera. Stranamente, però, Radio radicale non sta diffondendo i lavori di questo ramo del Parlamento, ma si dedica - evidentemente per opportunità diverse - al Senato. Ma non si preoccupi, onorevole Izzo, Radio Padania libera arriva in quasi tutto il territorio della Padania e sarà forse questo il motivo per il quale il suo partito incontra ultimamente notevoli difficoltà a raccogliere voti e firme al nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.
FABIO CALZAVARA. È ben strano questo nostro paese, centralista per vocazione e unitario in teoria.
Quando trattiamo di prodotti mediterranei come pomodori olive o agrumi, tutti sono ben felici di dare fiumi di finanziamenti - «a pioggia», naturalmente, secondo il costume italiota - e poi anche di dare previdenza e assistenza in nome di un'unità e di un patriottismo inaspettato, mentre quando andiamo a trattare di prodotti continentali, come quelli del settore lattiero-caseario che, guarda caso, sono prodotti quasi esclusivamente al nord, s'innesta un meccanismo di rivalsa che si fonda addirittura, come ho sentito dal collega Domenico Izzo, sul razzismo e sull'odio. Mi dispiace, collega Izzo, caso mai sono stati il suo tono e il suo discorso a voler continuare a dividere e a tenere divisa l'Italia per comodo e per clientela (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dozzo.
DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, se gli allevatori del nord si trovano in questa situazione lo devono anche al mancato intervento di gente del nostro territorio, come ad esempio l'onorevole Ferrari o l'onorevole Delbono che accettano supinamente le scelte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania) e, anzi, le condividono. Questo è ciò che gli allevatori e la gente del nord devono sapere. Abbiamo gente nostra che sta tagliando le gambe agli allevatori! È infatti una questione matematica: potrebbero essere attribuite ai nostri produttori (che le utilizzerebbero) quote che invece vanno a finire in altre zone del paese dove non servono. Questa è una questione di logica, non è questione di partito, non è questione di destra o di sinistra, non è questione di nord o sud, ma è questione di logica e di sapere intervenire nell'economia dove serve. Questo è il problema vero! Quindi...
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.
ETTORE PIROVANO. Signor Presidente, ho ascoltato parole pesantissime dal rappresentante del Partito popolare (Applausi del deputato Dozzo) che verificheremo, poi, nel resoconto stenografico, che ha sostenuto sostanzialmente che la Lega stimerebbe gli agricoltori come delle persone che hanno l'anello al naso. Nelle parole del Partito popolare, attraverso l'onorevole Domenico Izzo, si dice che la Lega vuole l'odio e che è un odio razziale, ma io l'odio lo sento nelle parole del Partito popolare e dell'onorevole Izzo. Non ho mai visto il Partito popolare né tanto meno l'onorevole Izzo ai blocchi degli agricoltori del nord per aiutarli, per sostenerli, per consigliarli quando lottavano per il diritto di produrre latte, eppure il suo mandato parlamentare, come quello di tutti noi, ha carattere nazionale. Lo invito, a nome dei produttori del nord, a venire in Lombardia per divulgare il suo pensiero e le sue considerazioni sulla legittimità di questo decreto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Pittino. Ne ha facoltà.
DOMENICO PITTINO. Signor Presidente, in questo modo posso concludere il pensiero che avevo iniziato nel mio precedente intervento sull'argomento. Abbiamo letto oggi sui giornali la polemica tra il Presidente D'Alema e il commissario Monti sugli aiuti al Mezzogiorno. D'Alema dice chiaramente che nel nostro paese bisogna intervenire differentemente tra nord e sud. Ecco, quindi, che questo decreto-legge, che avrebbe potuto sanare in parte alcune gravi inadempienze nei confronti del nord, ancora una volta ha un risultato negativo, perché, come diciamo noi, «il tacon a l'è pies del bus», ovvero la pezza che si vuole mettere crea più danni che altro al buco che c'è già. Se veramente questo Governo avesse avuto
coraggio, avrebbe dovuto dare tutta la nuova quota esclusivamente agli allevatori del nord (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pittino.
ORESTE ROSSI. Signor Presidente, mi dispiace che i colleghi del Partito popolare non abbiano più intenzione di prendere la parola perché avrei fatto una richiesta ed avrei anche desiderato una risposta. Il collega Domenico Izzo accusa noi della Lega di essere razzisti perché chiediamo di tutelare in questo caso una produzione tipica del centro nord. Perché avete accettato allora la decisione del vostro Prodi, perché fa parte della vostra coalizione dell'Ulivo, di assegnare dei fondi comunitari per il 2000 nella misura dell'85 per cento alle otto regioni del sud e il restante 15 per cento a tutte le altre regioni del centro e del nord? Anche questo, allora, è razzismo (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Michielon. Ne ha facoltà.
MAURO MICHIELON. Signor Presidente, è chiaro che i parlamentari del Partito popolare italiano dopo l'intervento dell'onorevole Izzo non parlano più, perché possono solo vergognarsi di quell'intervento (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania-Commenti dei deputati del gruppo Popolari e democratici-l'Ulivo); se, infatti, tra i parlamentari del PPI vi è ancora qualcuno che ha un senso di dignità, sa che se l'agricoltura in Italia è ridotta in tali termini è perché per cinquant'anni è stato un feudo dei democristiani (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Se la Federconsorzi è saltata, è colpa di questi signori che ora vengono qui a dare lezioni di agricoltura in questo Parlamento! È bene che si vergognino (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà.
LUIGINO VASCON. Non vorrei fare eco al collega che mi ha preceduto, ma di fatto che cosa succede? Si verifica che purtroppo abbiamo intrapreso i lavori su tale provvedimento anche a suon di insulti e di ingiurie. Abbiamo avuto poc'anzi la possibilità di avere conferma di questo ascoltando le «proprietà lessicali» dell'onorevole Domenico Izzo.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vascon.
DIEGO ALBORGHETTI. Vorrei completare il pensiero che stavo esponendo in precedenza.
Presidente, il provvedimento in esame dimostra come gli slogan della Lega non siano falsità, ma realtà! Quando parliamo di «Roma ladrona», infatti, ci riferiamo a provvedimenti come questo, che ne sono un chiaro esempio! Oltre che a mungere il nord con le tasse, mungono infatti sia il latte sia quote di cui non hanno diritto...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Alborghetti.
LUCIANO DUSSIN. Ho chiesto la parola per ricordare ai democristiani dell'Ulivo presenti in aula che ho conosciuto degli agricoltori che manifestavano per il diritto al lavoro, e non per chiedere la carità, e che ora sono sotto processo nei tribunali di Venezia e Milano; tribunali che, pochi giorni fa, hanno rilasciato alcuni mafiosi per decorrenza dei termini (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania), ma che oggi continuano a perdere tempo per processare i nostri contadini! Ribadisco che questi ultimi hanno protestato per chiedere il rispetto del loro diritto al lavoro, e non per chiedere la carità come fanno gli amici di Izzo, che evidentemente sono abituati da anni a chiedere la carità! Questi ultimi non chiedono assistenza o solidarietà, ma la carità! Bisogna dire le cose come stanno!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dozzo 1.20.
GIANPAOLO DOZZO. Riprendendo il discorso che facevo prima sui vari aspetti che pone l'inciso sulla iscrizione nella gestione previdenziale, vorrei illustrare il nostro emendamento 1.20. Abbiamo presentato tale emendamento affinché certi nuovi titolari di quote potessero disporre di loro quote per la produzione che a tutt'oggi non hanno; abbiamo previsto come anno di riferimento di iscrizione a questa gestione previdenziale il 1999. Si è inteso, quindi, porre un punto fermo, indicando una data precisa, affinché, nell'ipotesi sciagurata che il decreto-legge venisse convertito in legge, non vi sia la corsa all'iscrizione previdenziale dei soggetti che, in questo momento, non sono assolutamente agricoltori. Abbiamo posto un «paletto» ben preciso perché, fin da ora, vi sia una chiarezza per quanto riguarda l'iscrizione e ci sembrava che, tutto sommato ciò andasse incontro alle esigenze del Governo stesso. Il Governo - giustamente, dico io - si pone il problema che i beneficiari delle nuove assegnazioni di quote non possono assolutamente né vendere né affittare, per almeno tre periodi, ciò che hanno ottenuto, direi per sempre; si tratta di quote una tantum e quindi non devono essere assolutamente commercializzate perché in teoria, ma purtroppo in pratica abbiamo visto che non è così, dovrebbero essere assegnate a quei soggetti che non hanno tuttora quote di produzione per compensare la loro effettiva carenza.
Signor sottosegretario Borroni, torno a ripetermi, giustamente avete messo dei «paletti» per la nuova distribuzione, e dobbiamo riconoscerlo, tuttavia non capiamo perché, se l'intenzione era quella di intraprendere una nuova via, quando si è trattato di determinare le varie quote regionali si sia agito in questo modo. Sapete colleghi, è vietato dire quote regionali! Di conseguenza, i colleghi della Lega nord Padania non stanno operando un ostruzionismo, ma stanno cercando di riportare la verità rispetto a questa gestione e di dare ristoro ai veri produttori.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Dozzo.
GIANPAOLO DOZZO. Ci si chiede di avere un occhio di riguardo, ma poi il Governo naturalmente non fa lo stesso nei confronti del Parlamento. Capisco che il provvedimento è fermo dal maggio del 1999; ricordo che il collega relatore Di Stasi, che in questo momento non c'è...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dozzo.
GIANPAOLO DOZZO. Presidente, lei mi toglie la parola!
GINO SETTIMI. E sì, era ora! Basta!
CESARE RIZZI. Signor Presidente, visto che l'onorevole Domenico Izzo ha tacciato la Lega nord di essere razzista - e purtroppo non è la prima volta che si sentono questi termini da una certa parte dell'aula - , vorrei dire che, per avallare le sue esternazioni, lo inviterei a venire dalle nostre parti, così almeno gli allevatori, per parificare le quote, ricorreranno a lui per mungerlo.
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Oreste Rossi. Ne ha facoltà.
ORESTE ROSSI. Signor Presidente, vorrei davvero chiedere a questa coalizione di Governo cosa sta cercando di portare a casa dall'Europa per il nostro paese, perché, a parte il fatto che ci costa di più l'appartenenza all'Unione europea di quello che prendiamo in contributi sul territorio, vorrei anche ricordare che ultimamente l'Unione europea ci sta solo creando danni: dal tentativo di cancellare completamente i nostri prodotti tipici locali, all'imposizione non solo delle quote latte, ma anche delle quote sul vino e sui contributi PAC, arrivando persino a cercare di rovinare produzioni come quella della cioccolata, permettendo di metterci dentro qualunque schifezza e definendo comunque il prodotto come cioccolata. Vi è, inoltre, il tentativo di vietare di scrivere sulle etichette dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole se essi contengano derivati da organismi geneticamente modificati, nonché il tentativo, con la trattativa millenium round, che per fortuna sembra ancora in crisi, ma se dovesse passare...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Oreste Rossi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.
FABIO CALZAVARA. Signor Presidente, credo sia giusto ed opportuno che i colleghi della maggioranza intervengano in maggior numero per spiegarci il perché di questo decreto-legge e di tutte le sue sfaccettature e per controbattere le nostre accuse, che sono doverose e giuste, perché noi abbiamo il compito di difendere la nostra gente e la nostra economia.
PRESIDENTE La ringrazio, onorevole Calzavara.
LUIGINO VASCON. Signor Presidente, proprio in riferimento all'emendamento in discussione verifichiamo la collocazione cosiddetta previdenziale. Si tratta peraltro di un settore che ha permesso grandi spazi di manovra a tutte quelle forze politiche che sistemavano, collocavano e procuravano una pensione o comunque un'assistenza mutualistica sanitaria a persone che non sanno neanche come è fatto un pezzo di terra, e come si lavora la terra.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vascon.
ENRICO CAVALIERE. Signor Presidente, ormai resta da pensare che in realtà il contenuto di questo provvedimento abbia semplicemente un carattere elettoralistico, ovvero pare di capire che il centrosinistra e la sinistra abbiano ormai dato per perse le regioni del nord, nelle quali è presente la Lega nord Padania, e quindi, di fatto, rinuncino ad intervenire - mi dispiace, ad esempio, per i colleghi del Partito popolare eletti al nord -, sostenendo un comparto produttivo che è tipicamente del nord. Evidentemente, pensano ancora di poter in qualche modo arginare l'ondata di dissenso nei confronti di questo Governo a livello nazionale, puntando sul sud. Tuttavia, credo che anche lì otterranno poco, perché in realtà il provvedimento in esame aiuta solo pochi grandi produttori e posizioni già acquisite di potere locale; si limita, dunque, ad assegnare quote che costoro potranno poi rivendere al nord, garantendosi una sorta di rendita di posizione basata su...
Avverto che l'onorevole Cherchi ha ritirato la richiesta di votazione nominale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Malentacchi 1.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 265
Maggioranza 133
Hanno votato sì 8
Hanno votato no 257
Sono in missione 51 deputati).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 270
Votanti 269
Maggioranza 135
Hanno votato sì 113
Hanno votato no 156
Sono in missione 51 deputati).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole de Ghislanzoni Cardoli. Ne ha facoltà.
Mi riferisco alla norma che dà la possibilità di ottenere nuove quote di produzione a chi in questo momento vuole costituire una nuova azienda e costruire nuove stalle. Mi chiedo con quale coraggio si sia introdotta questa norma, visto che, come tutti sappiamo, vi è una situazione di emergenza e vi sono tantissimi produttori che non riescono ad avere quote in più per la loro produzione.
Ebbene, il Senato ha introdotto una regola in base alla quale in certi casi si possono costituire nuove aziende e mettere in produzione nuove quote e, quindi,
Con il nostro emendamento volevamo, quindi, eliminare tale possibilità, naturalmente per far sì che le aziende che sono tuttora in produzione possano continuare a vivere. Infatti, succederà che in certe zone nuove aziende potranno sorgere, avere quote di produzione ed andare avanti, mentre in altre zone, che sono zone vocate, molte aziende purtroppo chiuderanno i battenti, perché non potranno più sostenere il ritmo incessante ed incalzante delle multe che vengono loro «appioppate». Con il nostro emendamento volevamo fare chiarezza e ritornare al testo originario del decreto-legge, che non prevedeva questa norma.
Per quanto riguarda l'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.51, noi della Lega nord Padania voteremo a favore, perché è giusto fare una puntualizzazione relativa ai produttori di latte. Qualcuno dice che ciò è sottinteso, ma abbiamo visto che nel periodo storico della gestione delle quote latte non è stato così; abbiamo visto che tantissimi non produttori hanno violato le norme tramite un maneggio cartaceo ed in buona parte anche loro hanno impedito la gestione del settore.
Signor Presidente, si tratta, quindi, di un emendamento di buon senso che non comporta grandi stravolgimenti al testo, ma costituisce una puntualizzazione che andava fatta. Pertanto, il nostro gruppo voterà a favore su di esso.
Sulla quota del 20 per cento nutrivamo alcune perplessità, in quanto la ritenevamo, in fondo, riduttiva. Tuttavia, con il nostro voto favorevole vogliamo puntualizzare e sottolineare la necessità di valorizzare, incentivare ed incoraggiare coloro che sono veramente giovani imprenditori ed evitare, quindi, che accadano fatti che hanno poco o nulla a che vedere con l'imprenditoria giovanile. Questa, dunque, è la motivazione, la ratio del nostro voto favorevole sull'emendamento in esame.
All'onorevole Calzavara ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.
Probabilmente, attribuendo il 20 per cento delle quote ai giovani imprenditori, il Governo D'Alema pensa di poter dare una mano ai giovani che non sono titolari di quote. Solo un Governo suicida può fare in modo che, mentre esiste una grave...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.
Mi sembra che questo sia uno schiaffo al buonsenso. Quindi il testo originario del decreto-legge non ci sembra condivisibile, ma le modifiche che potranno essere apportate con l'approvazione degli emendamenti potrebbero riportare una situazione di normalità e, soprattutto, di equità. La mancanza di quote in certe aree del paese, infatti, per certe aziende...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.
È evidente che in una situazione di competizione europea, nella quale i problemi di costi e di razionalizzazione delle imprese e, contestualmente, la necessità di ridurre i costi fissi diventano sempre più importanti, non si deve inibire la possibilità di espansione ad aziende già sostanzialmente sane che potrebbero essere più forti dal punto di vista economico sul mercato. Invece si inventano e si attribuiscono quote in zone nelle quali attualmente non vi sono stalle e nelle quali, quindi, evidentemente, la vocazione all'allevamento da latte non è particolarmente forte, dando la possibilità di inventare nuove stalle...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Oreste Rossi. Ne ha facoltà.
Il provvedimento in esame non riporta la situazione alla normalità, ma conserva quelle forme di ingiustizia e di mancata redistribuzione delle quote, sulle quali non possiamo essere d'accordo. Pertanto manterremo la nostra posizione ampiamente critica e contraria a questo decreto-legge e cercheremo di fare di tutto per modificarlo.
Con la redistribuzione delle quote parzialmente riconosciuta dall'Unione europea l'attuale Governo avrebbe la possibilità di porre rimedio ad una serie di errori clamorosi compiuti in passato. Nel nostro paese si verifica una situazione veramente strana e, per certi versi, incredibile...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.
Nel periodo 1988-1992 la gestione del regime delle quote è stata delegata dall'unione nazionale fra le associazioni di produttori di latte...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Domenico Izzo. Ne ha facoltà.
Questa ripartizione concede 308.300 unità di quote, sulle 384 mila complessivamente disponibili, alle regioni Piemonte, Valle D'Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria ed Emilia-Romagna, nonché alle province autonome di Trento e di Bolzano.
Signor Presidente, deve essere chiaro che chi si assume la responsabilità di non convertire in legge questo decreto-legge è la Lega nord per l'indipendenza della Padania.
Invito tutti i colleghi a prendere i resoconti stenografici di queste sedute e a farli circolare fra gli allevatori del nord (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania), perché in questo modo si riuscirà a comprendere che esistono persone che reputano quegli allevatori intelligenti, mentre altre, come i deputati della Lega, hanno di questi allevatori la stima che si ha nei confronti di persone con l'anello al naso (Commenti del deputato Molgora).
Viene quindi da pensare che nel prossimo futuro il riparto delle quote deciso dal Governo produrrà effetti negativi su tutto il settore lattiero-caseario. La conseguenza è che le regioni del sud potranno godere di un volume di quote superiore alla produzione; tutto ciò, anche in considerazione dell'esistenza delle norme sulle compensazioni, porrà tali regioni al riparo di qualsiasi forma di sanzione.
La questione è molto semplice: se oggi gli allevatori del sud non riescono ad usare tutte le quote di cui già dispongono perché debbono averne altre? Non ne hanno bisogno! Non riescono infatti a mungere tutto il latte che potrebbero mungere. Al nord, invece, mancano le quote. È questo il criterio illogico che ha fatto nascere la nostra dura opposizione a questo provvedimento.
In questo caso viene aggiunta la possibilità di ripartire nuove quote anche tra nuovi produttori, gente che non ha mai avuto quote. Ma come, sono stati investiti fior di miliardi per migliorare la qualità delle stalle, della produzione, di tutti gli allevatori, sia del nord sia del sud, e adesso si vanno ad assegnare le nuove quote non a chi produce?
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Fontan. Ne ha facoltà.
Caro Izzo, noi non siamo per un campagna di odio ma siamo per la verità: i produttori del nord vogliono produrre
Mi pare quindi che tu stai falsando e imbrogliando i dati, in quest'aula. Non c'è dubbio che saremo noi e non certo voi a far circolare i resoconti stenografici che spiegheranno la verità.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bosco. Ne ha facoltà.
Credo che gli agricoltori (che erano disperati ed io ho potuto constatare tale loro disperazione) non condividano affatto quanto detto dal collega Izzo che magari comprende nelle quote anche quelle di... piazza Navona, quote famose ma che non ci sono mai state. Mi chiedo come mai questo Parlamento riesca a penalizzare dei lavoratori che operano tutto l'anno (compresi i giorni di Natale, Pasqua e Capodanno, perché le bestie debbono comunque essere adeguatamente nutrite) mentre in altri settori si cerca di creare lavoro.
Le quote sono quelle che sono e cioè inadeguate, perché gli agricoltori del nord producono quel latte che non può poi essere commercializzato perché sulla carta non esiste, mentre al sud vengono assegnate quote sovrabbondanti nonostante il latte non venga prodotto.
Credo dunque che questo Parlamento debba riflettere su questi fatti. Non è possibile pensare che questa gente...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Pittino. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Martinelli. Ne ha facoltà.
Oggi vediamo lo stesso settore di deputati accusare la Lega di errori fatti dal loro partito. Non sanno fare la contrattazione a livello comunitario e adesso danno le colpe perché mancano le quote necessarie a «coprire» le attività produttive del nord e ad aiutare, nello stesso tempo, anche a far crescere...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Rodeghiero. Ne ha facoltà.
Il Governo ha deciso che devono essere chiuse le stalle che funzionano; sarà una strategia europea, chissà... Certamente, succede quello che è accaduto nel settore tessile: si è deciso che tali imprese dovessero chiudere e si è fatto di tutto perché accadesse ritardando la legge sulla subfornitura, non controllando il traffico di perfezionamento passivo. Si sono messi perfino in campo gli ispettori dell'INPS e i sindacati, che si sono accaniti senza fondamento contro questi artigiani, facendo sì che i dipendenti si licenziassero uno alla volta per mettere in difficoltà le aziende povere di liquidità, considerato che dovevano anticipare l'IVA ed aspettare poi che i grandi produttori pagassero.
In sintesi, anche in questo caso il Governo appoggia gli interessi delle grandi lobby del settore lattiero-caseario, come in quello ha appoggiato gli interessi della grande industria.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Scarpa Bonazza Buora. Ne ha facoltà.
Ci troviamo ancora una volta di fronte, signor Presidente, ad un ennesimo decreto-legge che va a disciplinare in modo disorganico, disordinato ed incomprensibile ai produttori la materia delle quote latte, ad un atteggiamento da parte del Governo di netta chiusura e di totale sordità verso le proposte migliorative dell'opposizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 341
Maggioranza 171
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 195).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Aloi. Ne ha facoltà.
Se allora vogliamo veramente andare incontro, come si dice, con quell'irrisorio 20 per cento, ai giovani agricoltori, dobbiamo fare in modo che vengano eliminati alcuni lacci e laccioli - come si dice con un linguaggio a volte abusato - e che si mettano i giovani agricoltori in condizioni di poter veramente usufruire del beneficio di quelle quote, senza tutta una serie di filtri che non garantiscono, sia ben chiaro, l'identificazione dei giovani agricoltori, e che quindi siano tali da far venire meno anche alcune condizioni negative.
La sostanza del nostro emendamento riguarda la possibilità che gli stessi giovani agricoltori, di cui tanto si è parlato e per i quali abbiamo varato una legge, siano destinatari di un beneficio senza però che si creino loro condizioni ostative attraverso filtri e una certa farraginosità burocratica, che poi finisce per vanificare una legittima esigenza da parte della categoria dei giovani imprenditori.
Non possiamo varare, signor Presidente, una legge sull'imprenditoria giovanile che va a tutelare i giovani imprenditori e poi fissare dei paletti che al proprio interno introducono un discrimine.
D'altro canto l'osservazione del collega de Ghislanzoni è logica. Si dice che questo Parlamento ha varato una legge per l'imprenditoria giovanile, per cui si vogliono mettere alcuni sbarramenti affinché i giovani possano entrare nel settore. Ebbene, anche qui vi è il rovescio della medaglia, perché purtroppo, anche se venisse approvato l'emendamento, nel testo rimarrebbe la previsione di assegnare quote a coloro che in questo momento non hanno né stalle, né vacche da latte, né strutture aziendali e così via. Occorre sottolineare anche questo problema.
Per queste ragioni il mio gruppo si asterrà.
Da ultimo vorrei invitare il collega Izzo, che con il suo gruppo è salito sull'Aventino, a partecipare alla discussione, a far sentire la voce del Partito popolare in quest'aula, a far conoscere la sua posizione e il motivo per cui vi è un diniego su un determinato ordine del giorno, visto che in quest'aula di ordini del giorno se ne sono votati a iosa. I produttori del nord ed io vorremmo capire, caro collega Izzo, il motivo della vostra posizione sulla riassegnazione della seconda tranche delle 216 mila tonnellate previste dal 1o aprile 2001. Vorrei capire il perché del diniego. Diciamoci queste cose e non saliamo sull'Aventino! Confrontiamoci e troviamo delle soluzioni. A meno che non ci sia già una preclusione nei confronti di ogni cosa che la Lega nord fa e ciò non mi sorprende. Mi rivolgo specialmente, caro Presidente, al collega Ferrari, che è un membro illuminato della Commissione agricoltura e che proviene dal bresciano, per cui sa benissimo quale sia la situazione. Vorrei instaurare con il collega Ferrari in quest'aula un confronto sui temi che noi proponiamo. Non chiudetevi in voi stessi, ma partecipate attivamente a questa discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.
Quello che è certo è che la nebulosa gestione 1988-1992 è costata al paese 3.600 miliardi di superprelievo imposto dalla Comunità europea. Infatti, non ha mai saputo o voluto mettere a disposizione del Ministero dati produttivi certi da utilizzare per la rendicontazione in sede comunitaria, per cui per il periodo in questione è stata semplicemente dichiarata ...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.
Evidentemente la categoria degli allevatori ormai sa chi fa i suoi interessi e chi gli va contro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Oreste Rossi. Ne ha facoltà.
Va ricordato però che proprio il Partito popolare tira i fili di quella grande confederazione che si chiama Coldiretti, il quale va a pescare i voti all'interno di questa organizzazione quando è il momento! Dove siete adesso per rispondere a tutti gli agricoltori che lavorano il sabato, la domenica e nei giorni di Natale e di Pasqua? Voglio vedere con quale faccia vi presenterete loro chiedendo di votarvi, quando la tutela si riduce all'insulto, all'accusa e ad infamia, pronunciate...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.
Dicevo che, ad alcune regioni che detengono quote di produzione superiori alla quantità prodotta vengono assegnate nuove quote; mentre altre regioni (la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l'Emilia-Romagna), che hanno produzioni superiori alle quote assegnate, ricevono in proporzione meno di quanto corrisponderebbe alla loro produzione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
Noi siamo stanchi di concedere carità gratuitamente: vogliamo decidere noi a chi farla o meno!
Ritorneremo poi sulla questione dei processi perché è una cosa molto grave.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Losurdo 1.2 e Scarpa Bonazza Buora 1.52, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 318
Votanti 292
Astenuti 26
Maggioranza 147
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 192).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, l'emendamento in esame va proprio in aiuto al decreto-legge.
Signor Presidente, ci sembra un emendamento logico, consequenziale all'impianto stesso, ma abbiamo visto che anche su questo è stato espresso parere contrario. Abbiamo sentito l'illustre relatore, il collega Tattarini, fare riferimento a molti nostri emendamenti, condividendone una parte, ma sottolineando che non sono collocati opportunamente nel decreto-legge e forse sarebbe stato meglio inserirli nella futura riforma della legge n. 468. Tuttavia, il collega Tattarini sa che con ogni decreto-legge il Governo ha tentato, e c'è riuscito, di rivedere la suddetta legge; infatti, anche in quello che stiamo discutendo vi sono norme che la intaccano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, l'argomento delle quote latte fu affrontato e malamente risolto in sede europea nel lontano 1983. Fin da allora e nel periodo 1988-1992 la gestione del regime delle quote è stata delegata dall'unione nazionale fra le associazioni...
Possiamo capire che l'onorevole Domenico Izzo dimentichi le vergognose rapine, i furti e i ladrocini dell'AIMA e dei democristiani che vi hanno soprasseduto - e a proposito di tale vicenda non è stata ancora resa giustizia, perché non c'è chiarezza e non c'è volontà di perseguire la giustizia -, ma egli è la persona più sbagliata. Il Partito popolare ha fatto parlare la persona sbagliata, perché l'onorevole Izzo è meridionale e non può comprendere esattamente il problema degli allevatori del nord. Io sfido i parlamentari del nord del Partito popolare ad intervenire su questo argomento...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà.
Guarda caso, in determinate zone d'Italia vi è una densità enorme di questi assistiti e sembra addirittura che l'attività nazionale primaria sia l'agricoltura, ovviamente sulla base dei dati ricavati dal numero di assistiti. È evidente che qualcuno deve pagare, che comunque si è pagato e si continua a pagare, ma, guarda caso, sempre ed ancora con il sudore degli agricoltori e dei produttori del nord.
Allora, caro collega Izzo, se magari, prima di aprire la bocca, pensassi per dieci secondi a cosa devi dire, invece di dire cose insensate, senza fondamento...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.