Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 698 del 21/3/2000
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(Idoneità della casa circondariale di Tolmezzo ad ospitare detenuti sottoposti al regime carcerario di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Fontanini n. 3-03938 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 7).
Il sottosegretario di Stato per la giustizia ha facoltà di rispondere.

ROCCO MAGGI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione in oggetto, va rilevato che la scelta della casa circondariale di Tolmezzo quale sede idonea ad ospitare detenuti sottoposti a regime speciale è stata determinata dalla necessità primaria di individuare una sede lontana dalle regioni dove più sono radicati gli interessi delle organizzazioni criminali, specie di stampo mafioso, e dove, per connotazione socio-culturale, risulta più difficile l'insediamento di esse. Nella scelta si è tenuto conto delle specifiche caratteristiche dell'istituto in questione, che è struttura autonoma, fornita di spazi sufficienti per la realizzazione di sale per videoconferenze. La sezione per soggetti sottoposti al regime speciale di cui all'articolo 41-bis, secondo comma, dell'ordinamento penitenziario, è materialmente attiva presso la casa circondariale di Tolmezzo dal 6 giugno 1999, con l'arrivo dei primi reclusi, ed ospita attualmente nove detenuti.
Per quanto riguarda, poi, la casa mandamentale di Francavilla Fontana, premesso che tali strutture sono in genere del tutto idonee ad ospitare detenuti ad elevata pericolosità, si rappresenta che essa è stata soppressa con il decreto ministeriale


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del 14 novembre 1997 e che il relativo immobile è stato restituito al comune. Si aggiunge che sulla generale tematica delle case mandamentali è intervenuta la legge 3 agosto 1999, n. 365, che all'articolo 34 ha previsto la soppressione di tali strutture, tranne quelle ritenute idonee ai fini penitenziari: in tal caso, le strutture interessate devono essere trasferite in uso diretto all'amministrazione penitenziaria. A tale radicale decisione si è addivenuti a seguito di una serie di problemi derivanti dal cattivo funzionamento e dalla grave inadeguatezza di gran parte di detti istituti, nonché dalla loro progressiva inutilizzabilità in virtù delle varie norme succedutesi in tema di depenalizzazione - legge Simeone e quant'altro - e dalla loro oggettiva e grave carenza per quanto riguarda l'assistenza sanitaria ed i profili trattamentali, per mancanza di spazi, di attrezzature e così via.
Al momento, peraltro, la struttura di Francavilla Fontana è utilizzata per ospitare temporaneamente i clandestini sbarcati sulle coste del Salento e non parrebbe né giusto né ragionevole gravare la comunità locale, già necessariamente impegnata e fortemente sensibilizzata su tale delicato versante, anche degli ulteriori oneri connessi all'eventuale presenza sullo stesso territorio di una sezione detentiva per soggetti altamente pericolosi. D'altronde, si è certi che l'organizzazione e l'efficienza ben note della regione Friuli-Venezia Giulia e la capacità delle popolazioni locali di isolare ogni elemento perturbatore consentiranno di fronteggiare ogni eventuale tentativo di inquinamento ambientale connesso alla presenza nella struttura di Tolmezzo di nove detenuti sottoposti al regime speciale di cui si è detto.

PRESIDENTE. L'onorevole Fontanini ha facoltà di replicare.

PIETRO FONTANINI. Signor Presidente, il sottosegretario ricorderà che fino a qualche tempo fa esisteva il soggiorno obbligato: in pratica, coloro che erano stati condannati a pene detentive dopo l'espiazione di queste pene venivano mandati in soggiorno, in particolare nei comuni del nord, perché si riteneva che cambiando clima ambientale avrebbero abbandonato il vizio di commettere reati. Questo purtroppo non è avvenuto, perché questi personaggi hanno organizzato al nord reti malavitose. Ci sono infatti molti esempi di personaggi che hanno organizzato associazioni a delinquere operando nei comuni del nord, magari in quei piccoli comuni della Carnia abitati da 500-600 persone i cui sindaci erano tenuti a dare alloggio ai detenuti in soggiorno obbligato.
Ebbene, dal soggiorno obbligato siamo passati al carcere obbligato. L'Italia ha speso 4.800 miliardi per costruire nuovi supercarceri, soprattutto al sud. Abbiamo detenuti tipicamente ambientati, per quanto riguarda i reati, nel sud d'Italia - si tratta di esponenti della mafia, della 'ndrangheta e della camorra - che vengono trasferiti al nord per espiare la loro pena. Il sottosegretario ci ha detto che, attualmente, a Tolmezzo ve ne sono nove, ma probabilmente il numero varia a seconda delle disponibilità. Tolmezzo dista dal confine italiano con l'Austria meno di quaranta chilometri. Pertanto, tali persone viaggiano dalla Sicilia, dalla Campania o dalla Calabria fino all'estremo lembo nord dello Stato italiano.
È difficile capire quale sia la ratio di questa decisione del Ministero. Se sono state costruite supercarceri al sud, perché queste persone non dovrebbero restare lì? Il sottosegretario ha detto che la sede non è idonea e potrebbero continuare i contatti che tali persone intrattengono con l'esterno del carcere. Ma io ritengo che questo possa avvenire anche al nord: viste le nuove strutture tecnologiche di cui disponiamo, si può dimostrare che è possibile operare in tal senso anche dal nord, pur se sottoposti a regime carcerario.
Signor sottosegretario, sono insoddisfatto per la sua risposta, perché queste metodologie possono inquinare le popolazioni del nord e, in particolare, quella della Carnia, che ha visto costruire un supercarcere che non ha mai voluto,


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anche perché, a quanto mi risulta, su duecento detenuti ivi reclusi, forse nemmeno dieci hanno commesso reati nella provincia di Udine. Si tratta, infatti, di detenuti extracomunitari o, come nel caso della mia interrogazione, sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis e provenienti dal sud. Con questa metodologia continuiamo ad inquinare popolazioni che non sono abituate a questo tipo di reati e che chiedono allo Stato maggiore sicurezza e non di importare reclusi che potrebbero instaurare sistemi malavitosi che non possono giovare alla serenità di tali popolazioni.

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