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PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Veltri n. 3-05115 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
ELIO VELTRI. Signor Presidente del Consiglio, la mia interrogazione si riferisce al «caso Messina», città vittima di un impianto criminale e mafioso sconvolgente, definita dagli organi di informazione un «verminaio».
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere.
MASSIMO D'ALEMA, Presidente del Consiglio dei ministri. Il Governo condivide l'allarme sulla situazione della sicurezza e delle infiltrazioni mafiose nella città di Messina. Il 9 febbraio scorso la Commissione parlamentare antimafia, presso la prefettura di Messina, ha proceduto inizialmente all'audizione del procuratore distrettuale antimafia, unitamente ai suoi sostituti, e, successivamente, all'audizione dei membri del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nella sua nuova composizione prevista da un decreto legislativo del luglio 1999.
MASSIMO D'ALEMA, Presidente del Consiglio dei ministri. Le complesse problematiche degli uffici giudiziari di Messina e le connessioni con vicende che hanno interessato altre istituzioni, delle quali si è interessata anche la Commissione antimafia fin dal 1998, come lei ben sa, hanno reso necessario un approfondito accertamento disposto dal ministro dell'epoca, all'esito del quale sono emerse comportamenti censurabili di diversi magistrati di diversi uffici giudiziari di Messina e di Patti, in relazione ai quali sono state promosse numerose azioni disciplinari.
PRESIDENTE. L'onorevole Veltri ha facoltà di replicare.
ELIO VELTRI. Signor Presidente, ho partecipato anch'io, con la Commissione antimafia, all'audizione svoltasi il 9 febbraio e devo dire che le informazioni e i giudizi coincidono. Oggi non ho preso parte all'incontro con il ministro della giustizia solo perché sono stato impegnato nelle votazioni che si sono svolte in quest'aula, ma mi sono informato. Credo che sul caso della città di Messina il Governo debba fare il possibile per dare maggiore fiducia all'apparato statale. Infatti, credo si siano rovesciati i ruoli tradizionali: mentre l'apparato dello Stato ha presente, in tutta la sua drammaticità, la situazione - dall'ottimo prefetto di Messina, al procuratore della Repubblica ed ai funzionari della DIA -, le forze politiche mi sembra la stiano sottovalutando. Questo mi sembra un vero e proprio rovesciamento di ruoli rispetto a quanto è accaduto finora nel nostro paese.
deduco dalle sue parole, ha già preso atto della situazione, è intervenuto e intende continuare a vigilare sulla città di Messina.
L'onorevole Veltri ha facoltà di illustrarla.
In una recente audizione della Commissione antimafia è stato detto: «L'università è sede di infiltrazioni mafiose, di traffico di droga, di armi (...) minacce ai professori che non si piegano alle richieste, minacce al nuovo rettore, considerato da tutti un galantuomo». A proposito del policlinico, si è parlato di «feudo di clan dei calabresi»; per la magistratura: «attesa di due o tre anni per i provvedimenti dei GIP, ritardi inaccettabili nel deposito delle sentenze, che non possono essere impugnate; processi che non si fanno, misure di prevenzione patrimoniali difficili da applicare; astensioni nei processi ricorrenti; magistratura giudicante distratta e inefficiente, che non collabora. Su tutto domina l'omertà».
Signor Presidente del Consiglio, dopo aver ascoltato la sua risposta avanzerò alcune proposte.
Il procuratore distrettuale, nel corso dell'audizione, ha ricordato alcune operazioni che, partite con ordinanza di custodia cautelare, si sono lentamente sgonfiate per effetto di provvedimenti di censura assunti dal tribunale della libertà ed ha altresì denunciato che sentenze di maxi- processi contro la criminalità organizzata, a circa due anni dalla fine del dibattimento, non sono state ancora depositate in cancelleria e che, in alcune circostanze, rimangono senza risposta alcuni provvedimenti restrittivi prospettati dal GIP.
L'intervento ispettivo disciplinare non ha potuto, ovviamente, risolvere i complessi, delicati e difficili problemi dell'amministrazione della giustizia nel distretto, ma ha comunque costituito un significativo segnale di attenzione al fine di restituire serenità e fiducia a tutte le istituzioni dello Stato operanti nel territorio. Lo stesso procuratore della Repubblica, dottor Croce, ha sottolineato, d'altro canto, in diverse sedi istituzionali, i gravi problemi di organico sia dei magistrati sia di personale amministrativo del suo ufficio. Tale situazione è stata rappresentata anche ieri dallo stesso dottor Croce al ministro della giustizia. Oggi lo stesso ministro della giustizia ha un incontro con la Commissione parlamentare antimafia sulla situazione e, in tempi brevi, disporrà le misure urgenti relative sia agli aspetti organizzativi riguardanti l'organico sia ad altre eventuali determinazioni rientranti nei suoi poteri istituzionali.
In questo contesto anche l'università di Messina, nell'ambito del tessuto socio-economico della città, rappresenta l'unico principale punto di riferimento, in quanto si presenta come l'azienda con il maggior numero di personale. D'altra parte, il nuovo rettore ha già attivato incisivi interventi di polizia giudiziaria riguardanti le operazioni relative alla compravendita di esami e titoli universitari ed il rinvenimento, nella casa dello studente, di sostanze stupefacenti e di armi. Tali risultati positivi ed una certamente necessaria maggiore attenzione dello Stato sull'amministrazione della giustizia fanno sperare che la situazione possa migliorare nei prossimi mesi.
Signor Presidente del Consiglio, chiedo che gli impegni oggi assunti dal ministro della giustizia si realizzino rapidamente: mi auguro che venga assegnato il terzo sostituto della DDA, che si facciano le verifiche sui provvedimenti disciplinari, che i magistrati che mancano vengano sostituiti al più presto, come il personale delle forze dell'ordine, che il Governo decida di svolgere un'ispezione presso il policlinico di Messina - ciò rientra nei poteri attribuiti al ministro della sanità - e, per quanto riguarda l'università, che il ministro intervenga insieme al rettore, il quale è sottoposto a pressioni inaudite e tutti noi temiamo che i vecchi centri di potere si ricompongano.
Si tratta, quindi, di un'ulteriore sollecitazione rivolta al Governo che, come