(Sezione 1 - Svolgimento della giornata dell'orgoglio omosessuale nella città di Roma durante il Giubileo).
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
tra gli «eventi civili» in programma per l'anno giubilare nella città di Roma, secondo il calendario dell'ufficio del commissario straordinario del Governo per il Giubileo, rientra il World Pride Gay, e cioè il raduno mondiale dei gay, dal 28 giugno all'8 luglio. Questo vuol dire che, nel cuore dell'Anno Santo, per undici giorni le celebrazioni giubilari - fra le quali, il 6 luglio, il pellegrinaggio nazionale dei polacchi - avverranno contestualmente e in sovrapposizione alle manifestazioni che coinvolgeranno centinaia di migliaia di omosessuali, il cui raduno è teso a dare evidenza e visibilità al loro movimento;
il commissario straordinario del Governo per il Giubileo, la cui persona coincide con il sindaco di Roma, ha giustificato la disponibilità data dal municipio capitolino al raduno, cui si è aggiunto un contributo di lire 350 milioni, con l'indiscutibilità dei «diritti di opinione, espressione e manifestazione», aggiungendo che Roma è «città aperta e tollerante», che sarà «compito del comune e di tutte le istituzioni richiedere il massimo rispetto e la non intromissione negli eventi religiosi del Giubileo», e che sarà doveroso «consigliare agli organizzatori un modo di svolgimento equilibrato che, nella tutela della libertà di espressione, eviti ogni provocazione e mancanza di rispetto al pellegrinaggio religioso» (Il Messaggero, 28 gennaio 2000). Posto che non è ben chiaro in che modo, con quali e con quante forze il comune, in presenza di centinaia di migliaia di manifestanti gay, eserciterà il compito di «impedire l'intromissione negli eventi religiosi del Giubileo», sfugge evidentemente che il pellegrinaggio giubilare non coinvolge soltanto l'interno delle basiliche e dei luoghi di culto, bensì pure le vie di accesso ai luoghi medesimi e l'intera città, il cui «particolare significato (...) per la cattolicità», in quanto «sede vescovile del Sommo Pontefice» non a caso è richiamato dall'articolo 2, comma 4, del nuovo Concordato;
è da sottolineare che il testo concordatario, nei commi che precedono l'articolo appena menzionato, riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione, che il riconoscimento include esplicitamente la piena libertà per i cattolici di riunione e di manifestazione, e che, in questo contesto, il richiamo al «particolare significato (...) per la cattolicità» non attiene ai singoli edifici religiosi, ma all'intera città di Roma e ha il senso non equivoco di una cura particolare che la Repubblica italiana deve porre per rispettare quel «particolare significato»;
in presenza poi di un evento che esalta nel mondo il «particolare significato (...) per la cattolicità» della città di Roma, qual è il Grande Giubileo del 2000, la circostanza che nelle strade della città i pellegrini siano affiancati dai manifestanti gay
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lede direttamente e in modo grave, prima ancora del testo concordatario, il buon senso e il senso comune. In quest'ottica, l'impegno del commissario straordinario del Governo per il Giubileo a «consigliare agli organizzatori (del raduno gay) un modo di svolgimento equilibrato» suona irridente, solo se si ricordano le modalità di realizzazione, in un passato recente e meno recente, di analoghi raduni e gli annunci di polemica aperta nei confronti del Pontefice, della Chiesa e della religione cattolica da parte di varie associazioni gay;
la vicenda, che, per ragioni di forma e di sostanza, non può restare circoscritta alla competenza del municipio di Roma, fa esigere di conoscere con chiarezza qual è la posizione del Governo in materia, se cioè condivide la disponibilità data allo svolgimento degli undici giorni di manifestazioni gay, e se non ritiene necessario, più che opportuno, revocare l'incarico di commissario straordinario del Governo per il Giubileo a chi, come l'onorevole Francesco Rutelli, ha dimostrato di non tenere in alcuna considerazione le più elementari esigenze connesse allo svolgimento dell'evento giubilare; tale mancata considerazione appare non una mera svista, se è vero che, quando Rutelli comunicò alla Santa Sede il calendario degli «eventi civili» del Giubileo, si limitò a riferirsi a un generico «World Pride», omettendo la parola «gay»: il che rivela la consapevolezza dell'assoluta sconvenienza in periodo giubilare del raduno, unita al doloso occultamento dell'esatta natura della manifestazione, che avrebbe potuto sollevare subito le reazioni vaticane, e conferma l'altrettanto assoluta inadeguatezza dell'attuale commissario straordinario -:
se condivida lo svolgimento, nello stesso periodo di importanti eventi dell'Anno giubilare, delle manifestazioni gay previste dal 28 giugno all'8 luglio;
se non ritenga necessario revocare all'onorevole Francesco Rutelli l'incarico di commissario straordinario del Governo per il Giubileo.
(2-02205) «Selva, Mantovano, Fini».
(1o febbraio 2000)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il raduno mondiale dell'orgoglio omosessuale si terrà a Roma dal 28 giugno all'8 luglio 2000;
il raduno figura nel «calendario degli eventi civili e religiosi» predisposto dall'ufficio del commissario straordinario del Governo per il grande giubileo dell'anno 2000 e trasmesso alla Santa Sede e ai gruppi consiliari capitolini;
nel calendario è stata omessa la parola gay, scoprendo solo due delle tre carte e denominando l'evento «world pride» in modo vago e indefinito;
il gay pride coincide con la festa di San Pietro e Paolo (29 giugno), con il giubileo dei donatori di sangue (primo luglio), con il giubileo nazionale della Polonia (governo, episcopato e pellegrini polacchi a Roma il 4 luglio), e con il congresso mondiale dei medici cattolici (fino all'8 luglio);
la decisione di tenere un raduno su base mondiale a Roma, nell'anno del giubileo, e le dichiarazioni «antipapiste» che l'hanno accompagnata, evidenziano la natura volutamente provocatoria dell'iniziativa. Da più parti si parla di una contrapposizione «Babilonia» versus «Roma»;
l'esperienza di analoghe manifestazioni, le dimensioni e la durata del raduno, le intenzioni bellicose degli organizzatori, unitamente a elementari considerazioni di buon gusto, buon senso e ordine pubblico lasciano facilmente presagire che l'evento sfuggirà di mano agli «apprendisti stregoni» che l'hanno autorizzato, con prevedibili conseguenze sullo svolgimento del Giubileo e sull'immagine di Roma;
il comune di Roma ha stanziato trecentocinquanta milioni come contributo a favore della manifestazione;
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una manifestazione avente per oggetto la persona del Papa e la dottrina della Chiesa, nella città e nell'anno del giubileo, al di là delle implicazioni di carattere internazionale, pone specificamente al Governo italiano un problema di garanzie e di garantismo nei confronti di Giovanni Paolo II e di quella parte maggioritaria dell'opinione pubblica che rispetta le scelte sessuali di chiunque e da chiunque pretende rispetto per l'unicità e l'universalità dell'Anno Santo;
il Concordato impegna il Governo italiano a garantire la persona, la dignità del Romano Pontefice e il carattere di Roma, capitale del cattolicesimo. L'Italia è altresì impegnata, con la Santa Sede e agli occhi del mondo, per la buona riuscita e l'ordinato svolgimento del Giubileo -:
quale atteggiamento ritenga il Governo di dover adottare nei confronti di tale manifestazione che attirerebbe l'attenzione dei mass-media e di tutto il mondo più sul contro-Giubileo che sul Giubileo stesso;
se non ritenga di doversi impegnare a trattare con gli organizzatori per uno spostamento della data della manifestazione;
se non ritenga di dover riconsiderare l'incarico al commissario straordinario del Governo, che ha evidentemente sottovalutato il significato e le conseguenze dell'evento, inserendolo in sordina nel calendario.
(2-02207)
«Pisanu, Michelini, Armosino, Baiamonte, Becchetti, Bergamo, Burani Procaccini, Cicu, Colombini, Crimi, De Luca, Deodato, Dicomite, Divella, Filocamo, Floresta, Fratta Pasini, Gagliardi, Garra, Gastaldi, Giudice, Mammola, Marzano, Masiero, Massidda, Misuraca, Paroli, Prestigiacomo, Radice, Ricciotti, Saponara, Taborelli, Tortoli, Viale».
(1o febbraio 2000)