Allegato A
Seduta n. 668 dell'8/2/2000


Pag. 11


INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

(Sezione 1 - Nomina di direttori generali presso il Ministero della difesa)

A) Interrogazioni:

GIANNATTASIO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio dei Ministri nella seduta del 4 marzo 1998 ha nominato il tenente generale Beniamino Sensi, già direttore generale del personale ufficiali dell'esercito, a direttore generale del commissariato e dei servizi generali;
il tenente generale Sensi, proveniente dalle armi e non dai corpi logistici, ha trascorsi militari nell'arma di cavalleria, nell'aviazione dell'esercito e, in servizio di stato maggiore, nel settore del personale (stato, avanzamento ed impiego);
le tre forze armate (esercito-marina-aeronautica) dispongono di valenti ufficiali generali dei rispettivi corpi di commissariato, laureati e specializzati con curriculum professionale non certo inferiore ai colleghi d'arma;
detti ufficiali generali dei corpi di commissariato non possono aspirare, non solo al grado di vertice (in funzione della legge sullo stato e avanzamento degli ufficiali) monopolizzato dalle armi combattenti, ma neppure ad incarichi funzionalmente gratificanti -:
quali siano i criteri che hanno portato alla nomina del tenente generale Beniamino Sensi, inesperto nel settore, a direttore generale della direzione di commissariato e dei servizi generali;
quali siano stati i demeriti dell'attuale direttore generale di commissariato, che ha guidato con mano ferma ed efficiente una direzione generale tecnica e specializzata, e se e quanto abbia influito, nella sostituzione, la sua non arrendevolezza ai criteri innovativi portati avanti dal professor Carlos Zaragoza;
perché, dopo aver riconosciuto, per mezzo del suo capo di gabinetto generale Domenico Tria, la necessità di mantenere «specifiche figure professionali» delle forze armate nelle attività di competenza della direzione generale di commissariato e dei servizi generali, abbia poi assegnato detti incarichi a dirigenti civili (caso del I reparto). (3-02132)
(25 marzo 1998).

GIANNATTASIO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la ristrutturazione degli organi centrali del ministero della difesa prevede soltanto che due direzioni generali (Persociv e Levadife) e due uffici centrali (Leggidife e Ispedife) siano retti da direttori generali civili;
nel ministero della difesa esistono già sei direttori generali civili;
il Consiglio dei Ministri, in data 4 marzo 1998, ha nominato altri tre direttori generali;
allo stato, il ministero della difesa dispone di nove direttori generali a fronte di soli quattro enti che, secondo la predetta ristrutturazione, saranno chiamati a dirigere -:
quali siano i criteri seguiti per addivenire a tali nomine;


Pag. 12


come saranno impiegati i cinque direttori generali in esubero rispetto all'organico;
quali siano i costi di tali esuberi per l'amministrazione della difesa;
per quale ragione, nella nomina dei vertici militari - caso del generale Alberto Zignani, nominato segretario generale della difesa, e del generale Francesco Giuseppe Cervoni, nominato capo di stato maggiore dell'esercito - abbia sostenuto che la nomina era legata all'età del promuovendo, essendo poco funzionale nominare generali con pochi anni di servizio di fronte a loro, mentre, nella nomina dei direttori generali si è seguito il criterio opposto (caso del dottor Antonino Catalfamo che fra 14 mesi andrà in quiescenza);
perché, in alcune direzioni generali siano stati sostituiti alcuni direttori generali, che avevano svolto il loro servizio con efficienza, e siano stati nominati nuovi direttori generali alle soglie del raggiungimento dei limiti d'età (generale C.A. Antonino Tambuzzo in quiescenza fra sei mesi) o senza alcun precedente professionale nello specifico settore (dottor Carlo Lucidi e dottoressa Elisa Moretti Imperatrice);
se non ritenga che tali nomine siano in contrasto con i princìpi della ristrutturazione del comparto difesa basati sull'efficienza dell'amministrazione e sulla razionalizzazione della spesa tanto sbandierati dallo stesso Ministro interrogato e dal suo consulente professor Carlos Zaragoza;
quali siano stati i vantaggi della riduzione, da ventiquattro a dodici degli enti centrali con relativi tagli organici. (3-02133)
(25 marzo 1998).