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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 2 novembre 1999, n. 391, recante disposizioni interpretative delle norme sul conferimento delle funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni al codice della strada.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 2 novembre 1999, n. 6522 (vedi l'allegato A - A.C. 6522 sezione 1), nel testo della Commissione (vedi l'allegato A - A.C. 6522 sezione 2).
ALESSANDRO GALEAZZI. Signor Presidente, nell'ambito della discussione generale abbiamo già ampiamente evidenziato alcune perplessità ed alcuni dubbi che oggi sono anche supportati da importanti notizie di agenzia riguardanti una pronuncia del giudice di pace nella città di Roma nonché alcune sentenze già in atto della Corte suprema di cassazione sul potere sanzionatorio dei cosiddetti ausiliari del traffico.
aree dei parcheggi loro assegnate, ma non hanno assolutamente potere di sanzione amministrativa rispetto al rilevamento dell'infrazione. Ciò vale anche per la rimozione del veicolo, che non è assolutamente menzionata nel comma 133 dell'articolo 17 della legge Bassanini. Di fatto, noi permetteremmo ad un privato cittadino di rivolgersi ad una ditta privata per la rimozione del veicolo; si tratta di ditte che normalmente riscuotono una percentuale sulle sanzioni amministrative comminate rispetto alle infrazioni rilevate. Noi permetteremmo indiscriminatamente ad un libero cittadino di decidere quali veicoli possano essere rimossi.
si senta tutelato dallo Stato (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mammola. Ne ha facoltà.
PAOLO MAMMOLA. Signor Presidente, intervengo sul complesso degli emendamenti per tornare su argomenti che abbiamo già sostenuto nella discussione sulle linee generali: ritengo, infatti, che sia bene ricordare le nostre considerazioni a tutti i colleghi in questa sede. Il nostro sforzo si è infatti incentrato sull'esigenza di correggere le palesi storture inserite dal Governo nel testo del decreto-legge in esame.
Questo è il primo aspetto che vorremmo sanare e a tale scopo abbiamo presentato i nostri emendamenti.
FILIPPO ASCIERTO. Bravo, Mammola!
PAOLO MAMMOLA. Che garanzia abbiamo che queste persone, che sono equiparate a pubblici ufficiali e possono fare esattamente ciò che può fare un ufficiale di pubblica sicurezza, abbiano qualche conoscenza di carattere giuridico? Per assurdo non è prevista neanche la conoscenza delle norme del codice della strada, non è previsto nulla per queste figure: sono semplicemente dei cittadini che - lo ripeto - sono reclutati direttamente dalla pubblica amministrazione, dal sindaco o da qualche società che si presta a gestire le aree attrezzate a pagamento per il parcheggio e la sosta di proprietà dei comuni, e diventano improvvisamente pubblici ufficiali. Questo già dà la misura dell'approssimazione con la quale il Governo ha scritto il decreto-legge in esame. A ciò noi stiamo facendo una ferma opposizione, perché vorremmo che queste nozioni, queste idee, che sono di buon senso comune, trovassero applicazione all'interno di tale norma.
tema vi fosse una discussione un po' più ampia di quella che è stato possibile fare nei tempi ristretti di esame di questo decreto-legge, per dare anche a questo settore una disciplina più precisa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bosco. Ne ha facoltà.
RINALDO BOSCO. Signor Presidente, intervengo anch'io sul complesso degli emendamenti per manifestare la disponibilità ad approvare il provvedimento in oggetto, con alcune perplessità, in quanto riteniamo utile l'istituzione di un corpo di ausiliari del traffico, ma chiediamo che siano uomini preparati ed edotti sulle norme e sul comportamento da tenere nel lavoro che sono chiamati a svolgere.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ERNESTO STAJANO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ciapusci Dis. 1.1 e Dis. 1.2 nonché sugli emendamenti Mammola 1.40 e sugli identici emendamenti Ciapusci 1.27 e Mammola 1.41. Il parere è altresì contrario sugli emendamenti Mammola 1.42, 1.48, e 1.47, Savarese 1.1, 1.3 e 1.4, Galeazzi 1.24, Savarese 1.5, 1.6, 1.10 e 1.11; Mammola 1.44, Savarese 1.13 e 1.16; Mammola 1.45 e 1.43. Il parere è contrario anche sugli identici emendamenti Ciapusci 1.28 e Mammola 1.49 nonché sugli emendamenti Mammola 1.50 e 1.51; Galeazzi 1.25, Mammola 1.52 e 1.53; sugli identici emendamenti Mammola 1.54 e Ciapusci 1.74 nonché sugli emendamenti Mammola 1.58, 1.57, 1.56 e 1.55.
PRESIDENTE. Il Governo?
MAURO FABRIS, Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici. Il Governo
esprime parere conforme a quello della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciapusci Dis. 1.1.
ELIO VITO. Signor Presidente, a nome del gruppo di Forza Italia, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Sta bene.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, innanzitutto vorrei sottoscrivere l'emendamento soppressivo Ciapusci Dis. 1.1, in quanto l'articolo 1 meriterebbe, appunto, di essere soppresso. Non è possibile pensare ad una figura quale quella dell'ausiliario del traffico, ovvero del «vigilino», senza porre prima attenzione alla polizia municipale e al suo importante ruolo. È pur vero che l'attività di controllo della sosta può alleviare il lavoro della polizia municipale, ma non possiamo assegnare a queste figure - come hanno giustamente osservato i colleghi Galeazzi e Mammola - la qualifica di pubblico ufficiale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Savarese. Ne ha facoltà.
ENZO SAVARESE. Signor Presidente, mi lamento del fatto che precedentemente lei non abbia ritenuto di darmi la parola sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1, così come avevo segnalato agli uffici. Evidentemente le sfugge che si tratta di un decreto-legge e che, quindi, i tempi non sono contingentati.
PRESIDENTE. Onorevole Savarese, non mi sfugge nulla; semplicemente non ho visto che lei aveva chiesto la parola, né alcuno me lo ha segnalato.
ENZO SAVARESE. Mi dispiace. Cerchi allora di guardare, altrimenti...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Savarese, ma nessuno mi ha segnalato che lei aveva chiesto la parola; tra l'altro, l'aula è vasta e, quindi, cerchi di capire che qualcosa può sfuggire.
ENZO SAVARESE. Va bene, signor Presidente.
legge finanziaria, da portare all'esame dell'Assemblea una norma di identico contenuto, in un decreto-legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mammola. Ne ha facoltà.
PAOLO MAMMOLA. In questo caso, fortunatamente, il collega Savarese ha cambiato gruppo, quindi il fatto che egli abbia parlato non mi preclude la possibilità di intervenire.
necessità, per la definitiva conversione di questo decreto-legge, di una serie di passaggi: quello odierno alla Camera, uno futuro nell'aula del Senato per far poi tornare entro il 2 gennaio il decreto alla Camera. Poiché tutti noi conosciamo i tempi di discussione dei documenti di bilancio sia in questa Camera che nell'altro ramo del Parlamento, se già oggi è difficile pensare ad una conversione in legge del decreto-legge con il passaggio tra le due Camere senza modifiche o con modifiche apportate dalla Camera ed una definitiva approvazione da parte del Senato, credo sia ovvio che decada definitivamente la possibilità di convertire questo decreto-legge entro il 2 gennaio del prossimo anno, stante, lo ripeto, gli impegni del Parlamento dovuti alla sessione di bilancio.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Mammola.
Dichiaro chiusa la votazione.
È pertanto precluso l'emendamento Ciapusci Dis. 1.2.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, mi associo alla richiesta avanzata dall'onorevole Mammola con il suo emendamento 1.40, perché ritengo penalizzante, per la polizia municipale, che vengano sprecate risorse in favore degli ausiliari del traffico. Del resto, la stessa polizia municipale, in questi giorni, sta facendo sentire la propria voce a più riprese ed un'autorevole organizzazione sindacale, quale l'Ospol, che fa parte della federazione nazionale enti locali, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, di cui leggo alcuni passaggi, che mi sembra
molto equilibrata e che pone l'accento sui problemi costituzionali del provvedimento al nostro esame: «Illustre Presidente, non possiamo che condividere quanto contenuto nel Suo intervento in difesa della libertà e delle prerogative della magistratura, ma ci resta difficile trovare riscontro nella realtà di alcuni fatti.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ascierto.
ENZO SAVARESE. Signor Presidente, intervengo in dissenso dal mio gruppo perché le dotte argomentazioni del collega
Ascierto, che ha fatto riferimento anche all'Ospol, non mi hanno convinto, diciamo così, circa la bontà dell'emendamento Mammola 1.40, soppressivo dell'articolo. Personalmente avrei ritenuto senz'altro più rispondente alle nostre esigenze approvare l'emendamento Ciapusci Dis. 1.1, soppressivo, in sostanza, dell'intero provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Presidente, anch'io manifesto il mio dissenso rispetto all'intervento dell'onorevole Ascierto, non tanto per i contenuti, perché quanto ha sostenuto il collega Ascierto è oggettivamente molto condivisibile: tutelare la dignità del vigile urbano e della polizia municipale che già oggi è stata, di fatto, misconosciuta perché nel tempo quella che era una figura che incuteva rispetto e che garantiva sicurezza si è ridotta ad un personaggio che i cittadini sono abituati a considerare «quello delle multe». Per la dignità di questo corpo, è giusto che ci si ribelli alla prospettiva di vedere privati che vengono improvvisamente...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Menia.
ROBERTO ALBONI. Intervengo per parlare in dissenso rispetto a ciò che è stato affermato dal collega Ascierto anche perché intendo precisare la mia posizione personale: dissenso, a mio avviso, significa dichiarare almeno un'astensione dal voto per dimostrare a tutta l'Assemblea che è vergognoso approvare questo emendamento per la mancanza di rispetto nei confronti degli operatori e di tutti i cittadini che si troverebbero di fronte ad una situazione pressoché anomala. Pertanto, non solo non voterò a favore, ma mi asterrò ed uscirò dall'aula...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Alboni.
LUCIANO DUSSIN. Esprimo voto favorevole su questo emendamento perché in quest'aula, quando si parla di modifiche del codice della strada, si ha sempre a che fare con nuove proposte di atti repressivi nei confronti dei nostri cittadini automobilisti e questa ne è l'ennesima riprova. Si parla di contravvenzioni da affidare in gestione ad ausiliari di cui non si conosce la preparazione, di facilitazioni per i prefetti raddoppiando il tempo a loro disposizione per respingere i ricorsi dei cittadini, di autovelox che devono funzionare senza la presenza degli agenti. Si continua poi con gli espropri delle pensioni degli anziani che viaggiano a sessanta chilometri orari su strade in cui i limiti sono anacronistici e antistorici e, tuttavia, rimangono immutati perché vi è l'incapacità di rivedere quei limiti di velocità a seconda delle reali esigenze della viabilità. Non si sente mai parlare di proposte in favore dei nostri cittadini automobilisti e della loro sicurezza; non si sente mai parlare di strade e, comunque, mancano gli atti concreti della loro realizzazione.
negato al cittadino il diritto alla difesa perché, aumentando i tempi per la risposta del prefetto ai ricorsi dei cittadini, essi alla fine si troveranno a pagare una doppia contravvenzione e, quindi, ad avere un doppio esproprio. Mi auguro, pertanto, che questo provvedimento non vada da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo della Lega forza nord per l'indipendenza della Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Becchetti. Ne ha facoltà.
PAOLO BECCHETTI. Signor Presidente, anch'io interverrò in dissenso, avendo già preso la parola l'onorevole Mammola. Non parteciperò al voto...
PRESIDENTE. Onorevole Becchetti, l'onorevole Mammola non ha parlato sull'emendamento Mammola 1.40, ma è intervenuto sul complesso degli emendamenti.
PAOLO BECCHETTI. Va bene, Presidente.
PRESIDENTE. Lei, quindi, può parlare per cinque minuti.
PAOLO BECCHETTI. Nel contesto della discussione che riguarda l'istituzione degli ausiliari del traffico, oltre alle interessanti considerazioni esposte dal collega Mammola, ho tratto spunto da quanto ho notato uscendo da casa questa mattina e dal mio incontro con gli ausiliari del traffico, con quelle loro tute gialle, metà monatti, metà raccoglitori di cadaveri. Basterebbe vedere come sono stati scelti, quali criteri di selezione sono stati adottati, quale preparazione mostrano e quale immagine della città danno per osservare che sarebbe giusto votare contro il provvedimento, la cui ragione, peraltro, è stata ripetutamente posta in evidenza dal collega Mammola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Lembo. Ne ha facoltà.
ALBERTO LEMBO. Signor Presidente, prendo la parola in dissenso dal mio gruppo perché un intervento di questo genere, se fosse coerente in tutte le sue fasi, sarebbe una chiara applicazione del principio di sussidiarietà. Certamente l'ente locale, se fosse in grado di provvedere correttamente ed adeguatamente a questa funzione, potrebbe contribuire ad una gestione complessiva del controllo del traffico, sgravando così i livelli superiori.
Qui però ci troviamo di fronte alla situazione inversa: non si aiuta, non si agevola e, addirittura, non si accetta neanche di ottemperare all'osservanza di alcuni criteri che assicurino le garanzie minime per affidare funzioni importanti e rilevanti, quali quelle che sono legate alla questione di cui stiamo parlando...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Lembo.
ITALO BOCCHINO. Presidente, anch'io intervengo in dissenso dalla dichiarazione di voto del collega Ascierto, perché, come altri colleghi del mio gruppo, intendo astenermi dalla votazione.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bocchino.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, intervengo per invitare i colleghi i quali hanno in animo di votare contro l'emendamento almeno ad astenersi. Questo perché il decreto-legge veramente non può essere approvato. Basti considerare la ratio del decreto-legge, che è stato emanato al fine di deflazionare l'imponente contenzioso in essere. In Italia, molti cittadini si sono opposti alle contravvenzioni elevate dagli ausiliari del traffico e il Governo, invece di annullare ex lege tali contravvenzioni illegittime, come hanno sancito la Corte di cassazione e moltissimi tribunali, ha adottato un decreto-legge con natura interpretativa e, quindi, efficacia retroattiva (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Antonio Pepe.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ciapusci 1.27 e Mammola 1.41.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, sottoscrivo l'emendamento Ciapusci 1.27 e ribadisco i motivi di incostituzionalità del provvedimento in esame.
attengono ai punti che ora esporrò, il primo dei quali riguarda la violazione dell'articolo 7 della Costituzione.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Ascierto, evidentemente l'articolo 7 della Costituzione è cambiato perché il testo di cui dispongo regola i rapporti tra Stato e Chiesa (Applausi).
FILIPPO ASCIERTO. Tali eccezioni le ha sollevate il cittadino.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PAOLO MAMMOLA. Presidente...
PRESIDENTE Onorevole Mammola, ormai ho dichiarato aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mammola 1.42.
ENZO SAVARESE. Signor Presidente, vorrei raccomandare caldamente al presidente Stajano e al Governo di riconsiderare la loro opposizione su questo emendamento perché, se è vero quanto dicevamo prima nel merito del provvedimento al nostro esame, è anche vero (non posso non ricordare il breve, ma acuto intervento del collega Lembo) che se si vuole dare seguito a un principio di
sussidiarietà e quindi riconoscere agli enti locali la potestà di elevare le contravvenzioni, sia per fare cassa sia, soprattutto, per regolare meglio la vita e l'ordinato svolgimento del traffico nelle città, non si può tralasciare la necessità di predisporre un quadro normativo che preveda comunque che sia assicurato un minimo di funzionalità da parte del personale chiamato ad esercitare questi incarichi.
PAOLO MAMMOLA. Presidente ...
PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevole Mammola, ma non posso darle la parola perché, come le ho detto, lei ha già parlato sul complesso degli emendamenti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mammola 1.48, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire!
PRESIDENTE. Onorevole Ascierto, ho già dichiarato aperta la votazione. Cerchi di essere più sollecito. I colleghi stanno già votando. Si prenoti prima della prossima votazione. Adesso non può più farlo.
FILIPPO ASCIERTO. Presidente, in tal caso preannuncio fin d'ora che chiederò di intervenire su tutti gli emendamenti, a partire dal prossimo.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mammola 1.47.
FILIPPO ASCIERTO. Presidente, è fuori discussione che la figura dell'ausiliario del traffico è una figura particolare, che non ha qualifiche tali da poter sostituire l'ufficiale di polizia giudiziaria. Tra l'altro, oggi cosa avviene? L'ausiliario del traffico viene reclutato da società private a cui è affidata la gestione della sosta e viene retribuito in base alle percentuali sulle contravvenzioni che la società privata riesce a comminare. Allora, capita, come è capitato a Roma e ne hanno parlato ampiamente i giornali, che, non essendosi raggiunto il gettito auspicato, molti ausiliari addirittura non siano stati pagati; abbiamo avuto, per assurdo, ausiliari che hanno manifestato e scioperato contro il comune.
ERNESTO STAJANO, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERNESTO STAJANO, Relatore. Presidente, colleghi, credo sia legittimo il ricorso all'ostruzionismo da parte dell'opposizione; rientra nelle tradizioni parlamentari a difesa di interessi che vogliono essere garantiti a tutti i costi. Ma credo che questo ostruzionismo sia male utilizzato nella specie, perché le norme contenute in questo articolo - nonostante le tante argomentazioni che ho ascoltato e alle quali, in altro momento, forse avrei evitato di replicare - rientrano perfettamente, a mio avviso, nel quadro di legittimità costituzionale del nostro ordinamento e nelle prassi amministrative da tempo instaurate per regolare i rapporti con coloro che svolgono, pur da privati, funzioni pubbliche. Non è rara nel nostro ordinamento amministrativo l'attribuzione di funzioni pubbliche a soggetti privati;
costituisce anzi, in qualche maniera, la norma in alcuni settori. Non si possono dire inesattezze di questo genere ad una platea informata ed avvertita come la nostra; non si possono citare inesattamente questioni di legittimità costituzionale che non hanno alcun pregio, neanche formale, tanto che chi le ha proposte ha anche avuto difficoltà obiettive - lo comprendo - a citare gli estremi di riferimento!
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Stajano, qual è la conclusione del suo intervento?
ERNESTO STAJANO, Relatore. La conclusione è che sono contrario all'emendamento
in esame. Tra breve il rappresentante del Governo farà altri interventi illuminanti al riguardo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Galeazzi. Ne ha facoltà, per un minuto.
ALESSANDRO GALEAZZI. Signor Presidente, non tutta la platea è disinformata; noi abbiamo letto il testo del decreto-legge e i riferimenti alle normative vigenti in esso contenuti. Il decreto-legge fa riferimento ai commi 132 e 133 dell'articolo 17 della cosiddetta legge Bassanini e mi stupisce che il presidente Stajano abbia impropriamente parlato di ausiliari del traffico perché tale persona giuridica non esiste, non è menzionata in nessun paragrafo di nessuna legge di riferimento, tanto meno nel decreto-legge n. 411 del 1999. Stiamo parlando di una figura ...
PRESIDENTE. La ringrazio.
PAOLO GALLETTI. Signor Presidente, desidero preannunciare il voto contrario dei deputati Verdi sull'emendamento Mammola 1.47 ed anche il mio sconcerto di fronte ad un impegno all'ostruzionismo da parte di alcuni gruppi di quest'Assemblea su un argomento che dovrebbe trovare, a mio avviso, una consonanza istituzionale degli eletti del popolo: la necessità di far rispettare le norme di base della convivenza civile, vale a dire il codice della strada.
FILIPPO ASCIERTO. Le soste a pagamento!
PAOLO GALLETTI. ... tenendo conto che siamo nel 2000, mi chiedo, cari colleghi, su quale base si istituiscano le giornate per la sicurezza (il security day) e si rivolgano inviti alla legalità. Si tratta di ragionamenti ipocriti perché manca la volontà di far rispettare la legge in difesa del debole dalla prepotenza del forte. Avendo a disposizione un soggetto in più, oltre ai vigili urbani, che, qualificato opportunamente, può dare la certezza della sanzione - l'unico vero deterrente, dal momento che le sanzioni stratosferiche non saranno mai applicate - non avremo comunque un aumento della legalità né un aumento del senso della legge. È inutile ascoltare discorsi ipocriti sui giovani, sull'uso del casco, sul rispetto delle norme, sulla droga e su tutto il resto, quando su temi quali quello in discussione si strizza l'occhio e qualcuno dice: «tanto io vi farò cancellare le multe». Bell'esempio che date ai cittadini italiani, colleghi! Bell'esempio di rispetto delle leggi (Applausi dei deputati del gruppo misto-Verdi-l'Ulivo - Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidi. Ne ha facoltà.
ANTONIO GUIDI. Signor Presidente, credo che la strada verso l'inferno sia lastricata di buone intenzioni. Come diceva l'ottimo collega Mammola, nessuno è contrario a che vi sia qualcuno, come gli ausiliari del traffico, che aiuti il corpo di polizia municipale. Ci mancherebbe altro! Ciò che disgusta, tuttavia, soprattutto nelle grandi città, dove a differenza delle piccole il controllo è più difficile, è l'intervento improprio di grandi lobby che ricaveranno grandi interessi dalle multe. Poco fa discutevo telefonicamente, a proposito
di questa legge, con l'amico Cesare Lorenzetti, brigadiere anziano di Macerata (esempio per tutti i cittadini per la sua dedizione al lavoro e punto di riferimento per il suo dignitoso coraggio nell'affrontare difficoltà e conquiste della sua vita privata), il quale mi parlava giustamente di una polizia municipale che funziona, ma che deve intervenire nei confronti dei deboli, di chi ha veramente bisogno, di chi ha difficoltà enormi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Savarese 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Galeazzi 1.24.
ALESSANDRO GALEAZZI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Galeazzi, lei non può parlare su questo emendamento, perché il regolamento prevede che chi è intervenuto sul complesso degli emendamenti non possa parlare sui propri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mammola. Ne ha facoltà.
PAOLO MAMMOLA. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Savarese 1.4, sottoscritto anche dall'onorevole Galeazzi, per annunciare che voteremo a favore, così come abbiamo votato a favore dei precedenti emendamenti, che non ho avuto modo di illustrare ai colleghi.
PRESIDENTE. No, li ha illustrati tutti insieme.
PAOLO MAMMOLA. Ma non nello specifico, dettagliatamente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mammola.
ANNA MARIA BIRICOTTI. Signor Presidente, vorrei esprimere il nostro vivo sostegno al provvedimento in esame. Infatti, le obiezioni mosse dal collega Mammola non sono state poste correttamente.
L'onorevole Mammola parlava della necessità dell'accertamento dei requisiti morali, di corsi formativi e di apposite abilitazioni. Ebbene, questi elementi sono assicurati in quanto, tra gli emendamenti che hanno avuto il parere favorevole della Commissione, vi sono proprio tali condizioni.
GIULIO CONTI. Meno droga!
ANNA MARIA BIRICOTTI. Vi è, dunque, bisogno di intervenire sulle questioni che attengono sia ai veicoli, sia alle strade, sia ai comportamenti. Riteniamo che sia dovere dello Stato garantire la vita e, in particolare, una vita qualificata. Vi è la necessità di individuare tutti gli strumenti richiesti. Sembra paradossale voler limitare la possibilità di sanzionare le infrazioni, sapendo che il 70 per cento degli incidenti avviene, appunto, a seguito di comportamenti errati.
Ricordo che nella seduta del 26 novembre scorso si è conclusa la discussione sulle linee generali ed ha replicato il rappresentante del Governo, avendovi il relatore rinunciato.
Avverto che gli emendamenti presentati sono riferiti agli articoli del decreto-legge, nel testo della Commissione (vedi l'allegato A - A.C. 6522 sezione 4).
Avverto altresì che sono stati presentati emendamenti riferiti all'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'allegato A - A.C. 6522 sezione 3).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile l'emendamento Ciapusci Dis. 1.3, in quanto volto a sopprimere la disposizione relativa alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge. L'emendamento determinerebbe un esito incongruo rispetto al sistema ordinamentale concernente i decreti-legge, che presuppone la continuità temporale tra decreto-legge e relativa legge di conversione.
Passiamo agli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Galeazzi. Ne ha facoltà.
Il gruppo di Alleanza nazionale ha presentato alcuni emendamenti al provvedimento al nostro esame per cercare di riportarlo su binari di costituzionalità. È bene che i componenti della maggioranza prendano atto che la palese incostituzionalità di questo decreto-legge ha aspetti molto variegati. Il primo è quello di dare al privato cittadino la possibilità, tramite alcune evoluzioni ed equilibrismi, di sanzionare un altro privato cittadino. Questo non è previsto dall'articolo 97 della Costituzione né tanto meno è un'interpretazione dell'articolo 17, commi 132 e 133, della legge Bassanini. Nel decreto si parla di norma interpretativa, che di fatto non è tale perché l'interpretazione di quella norma della legge Bassanini è assolutamente chiara, nel senso che gli ausiliari del traffico hanno potere di accertamento e di prevenzione per quel che riguarda le
Il decreto-legge in esame contiene altresì alcune pericolose interpretazioni. Per esempio, quella volta ad equiparare l'atto di un privato cittadino - che viene assunto senza nessun concorso, senza nessuna formazione, senza nessun controllo, neanche dei requisiti morali - a quello previsto dagli articoli 2699 e 2700 del codice civile, cioè ad un atto facente fede, paragonando addirittura l'atto di un privato cittadino ad un atto notorio. Questa è un'altra aberrazione che prego di tenere in considerazione. Se questo provvedimento dovesse passare, non solo noi violeremmo l'articolo 97 della Costituzione (in base al quale il potere sanzionatorio deve essere affidato ai pubblici ufficiali, che hanno dovuto sostenere un concorso per divenire tali), ma addirittura, in virtù della sua applicazione retroattiva, saneremmo migliaia di contenziosi rispetto ai quali la Suprema Corte di cassazione si è già pronunciata, nel senso di imporre a tanti comuni (cito i casi di Perugia, Ancona, Roma e Napoli) il rimborso delle multe pagate dai cittadini. Saneremmo una situazione nella quale gli organi preposti al controllo, i tribunali, hanno già emesso sentenze precise. Quindi, mentre, da una parte, il Capo dello Stato difende e tutela, giustamente, la magistratura e le forze dell'ordine, dall'altra parte, questo Parlamento cancellerebbe d'un colpo sentenze già emesse dai tribunali. Questo è un punto sul quale vi invito a riflettere.
La contraddizione endemica di questo decreto sta anche nel contravvenire totalmente alle disposizioni emanate con le circolari del Ministero dell'interno. Colleghi della maggioranza, voi dovete sapere che nei confronti di un cosiddetto ausiliario del traffico nella città di Napoli pendeva un procedimento per l'articolo 416-bis, vale a dire associazione a delinquere di stampo mafioso! Quindi, noi non stiamo correndo, ma abbiamo già corso un pericolo; esistono già liberi cittadini di questo paese che sono stati sanzionati da mafiosi a piede libero! Sono problemi estremamente delicati (Commenti del deputato Stajano). Sì, presidente Stajano, è così; esiste la circolare e la consegnerò.
Di fatto, su questo provvedimento, che è anomalo, si è concentrato il grande interesse del Governo e della maggioranza, che ha tentato di quadruplicarlo, in un primo tempo inserendone il contenuto nella legge finanziaria con un emendamento del relatore di maggioranza, che è stato dichiarato inammissibile (non è scritto, ma il motivo era la sua incostituzionalità); poi, tentando di inserire la norma nei provvedimenti sul Giubileo, mentre ora stiamo esaminando un decreto-legge caratterizzato addirittura dai requisiti di necessità ed urgenza (al riguardo può essere sollevata un'altra eccezione di costituzionalità); dopo di che avremo un'esatta duplicazione della medesima norma nell'articolo 51 del disegno di legge finanziaria che fra pochi giorni sarà all'esame della nostra Assemblea (il cui testo è sostanzialmente identico a quello di questo decreto «salva ausiliari»).
Se però, in questa sede, decideremo che quella in esame è non una norma interpretativa ma, come sarà facilissimo dimostrare, una nuova norma, se ne potrà sicuramente chiedere lo stralcio dal disegno di legge finanziaria. Il gruppo di Alleanza nazionale ed il Polo per le libertà, quindi, cominceranno subito una battaglia parlamentare affinché in questo paese venga conservato il principio di costituzionalità, non passi una palese aberrazione giuridica ed il privato cittadino
Per rigore, occorre una premessa: nessuno dei gruppi che oggi si oppongono alla conversione del decreto-legge in esame è contrario alla figura di per sé dell'ausiliario del traffico, così come oggi definita o in via di definizione; nessuno di noi, infatti, ha intenzione di privare pregiudizialmente gli enti locali della possibilità di utilizzare forze aggiuntive rispetto alla polizia municipale ed agli altri organismi preposti al controllo del traffico delle nostre città, ma non solo delle città. Quella che contestiamo nel decreto-legge in esame, invece, è una forzatura, un'interpretazione che riteniamo non consona al nostro quadro normativo con riferimento alla figura dell'ausiliario del traffico, come prevista nel decreto-legge in esame.
Nello specifico, le nostre proposte emendative tendono a sanare alcune storture che, a nostro avviso, si rinvengono nel testo, innanzitutto la retroattività della norma. Si cerca infatti di spacciare il decreto-legge in esame per un provvedimento interpretativo di due articoli della legge Bassanini, i quali, però, chiaramente, non prevedevano una figura dell'ausiliario del traffico nell'accezione cui invece si fa riferimento oggi (in base ai poteri che ad essi vengono attribuiti). La retroattività della norma e la forzatura interpretativa su una norma che, a nostro avviso, non può essere interpretata diversamente, configurandosi di fatto, come ricordava il collega Galeazzi, una nuova disposizione, hanno come unica evidente ragione l'esigenza di sanare il contenzioso che si è aperto in seguito alla pronuncia della Corte di cassazione sui ricorsi legittimi dei cittadini che hanno ricevuto contravvenzioni e rilevazioni di infrazioni al codice della strada da parte degli ausiliari del traffico. La Corte di cassazione, a nostro avviso legittimamente, ha dato ragione a quei cittadini ricorrenti e, di fatto, ha vanificato tutta l'azione che, da tempo, le amministrazioni stavano conducendo attraverso l'utilizzo degli ausiliari del traffico.
A tutto ciò si può aggiungere anche il parere del Comitato permanente per i pareri che ha adottato la decisione riportata negli atti a nostra disposizione. Cito testualmente: «(...) il ricorso ad una norma di interpretazione autentica, legittimamente retroattiva solo in quanto consolidi uno dei significati già ricavabili in via interpretativa dalla disposizione interpretata, potrebbe sollevare perplessità in merito alla previsione secondo cui si intendono ricompresi nei commi 132 e 133 dell'articolo 17 della legge n. 127 del 1997 anche i poteri di redazione e sottoscrizione del verbale di accertamento con l'efficacia privilegiata degli atti pubblici, fino a querela di falso, di cui agli articoli 2699 e 2700 del codice civile, poiché la Corte di cassazione, con recente sentenza n. 11949 del 1999, ha fornito, nell'esercizio della sua funzione nomofilattica, un'interpretazione con la quale si è escluso che, in base alle vigenti disposizioni, gli ausiliari del traffico possano compiere atti con «fede privilegiata», non possedendo gli atti da essi emessi il valore dei verbali redatti da pubblici ufficiali». In maniera molto edulcorata, il suddetto Comitato ci dice che stiamo operando una grave forzatura della legge. Nella fattispecie non è possibile dare un'interpretazione, dal momento che la Corte di cassazione, che fa giurisprudenza, si è già pronunciata; di fatto, stiamo approvando nuove regole, nuove norme, stiamo apportando modifiche sostanziali.
Il secondo aspetto, signor Presidente e onorevoli colleghi, è ancora più grave e riguarda il fatto che il decreto-legge in esame - come ci viene ricordato dal Comitato permanente per i pareri - attribuisce alla figura dell'ausiliario del traffico la qualifica di pubblico ufficiale. Stiamo creando una nuova categoria di polizia, che ha tutti i requisiti e le funzioni dei pubblici ufficiali, compresi i poteri di redazione e sottoscrizione del verbale di accertamento con l'efficacia privilegiata degli atti pubblici di cui agli articoli 2699 e 2700 del codice civile fino a querela di falso. Creiamo, quindi, una nuova figura giuridica, un nuovo pubblico ufficiale. Qualcuno dirà che, siccome abbiamo già tanti corpi di polizia nel nostro paese, se ne può creare uno nuovo; tuttavia, vi è un piccolo particolare, onorevoli colleghi: l'ausiliario del traffico, questo nuovo pubblico ufficiale, secondo il testo del decreto-legge, viene reclutato attraverso società esterne, società terze o direttamente, nominativamente dal sindaco. Lasciando da parte tutte le illazioni e le considerazioni negative che si potrebbero fare su questa nuova forma di reclutamento del personale, fino a prova contraria, oggi, per entrare nell'organizzazione dello Stato, si deve vincere un concorso pubblico. In questo caso, invece, si salta a pie' pari qualsiasi passaggio e si dà ad un sindaco o ad una società privata la possibilità di istituire una nuova figura con funzioni di pubblico ufficiale senza, ripeto, che l'interessato abbia superato un esame pubblico. Il collega Galeazzi ha ricordato giustamente che siamo arrivati al paradosso: è capitato - dobbiamo dirlo, perché non è una cosa da nascondere - che un cittadino, reclutato da un ente pubblico per fare l'ausiliario del traffico e, quindi, contestare infrazioni ai cittadini, che magari avevano lasciato la macchina in divieto di sosta, fosse stranamente una persona sottoposta all'articolo 416-bis e, quindi, addirittura in odore di appartenenza a qualche onorata società. Queste sono le storture che noi vorremmo evitare ed è per questo che cercheremo di inserire all'interno del decreto-legge la previsione che queste persone accedano eventualmente a tale funzione, ma attraverso un corso, un concorso ed una formazione.
Non voglio andare oltre con la considerazione relativa al fatto che, con una manovra abbastanza surrettizia, si sia inserita all'interno di questo decreto-legge una materia che era all'esame del Comitato ristretto della Commissione trasporti in relazione al provvedimento sul codice della strada e riguardante gli accertamenti di carattere telematico e, quindi, la possibilità di contestare infrazioni senza l'utilizzo del funzionario di pubblica sicurezza sulle nostre strade, ma semplicemente attraverso la rilevazione di apparecchiature telematiche e fotografiche. Anche in questo caso noi non siamo assolutamente contrari all'utilizzo della tecnologia; ciò che avevamo chiesto al Governo e che riteniamo sarebbe giusto è che su questo
Questo è il quadro generale all'interno del quale ci siamo mossi per fare alcune proposte emendative. Non abbiamo presentato emendamenti di carattere ostruzionistico; i nostri emendamenti sono di merito e riguardano questioni giuridiche che, secondo noi, sono di rilevanza e di importanza fondamentale. Penso che nel corso della discussione degli emendamenti, entrando nello specifico, avremo modo di scendere più nel particolare e, quindi, di dare ulteriori spiegazioni sulle richieste di modifica che abbiamo avanzato.
Non riconosciamo la legittimazione del loro operato in passato e, quindi, l'intervento risolutorio delle controversie in atto sulla legalità delle contravvenzioni sino ad ora elevate a seguito delle segnalazioni effettuate dagli ausiliari del traffico.
Per il reclutamento di tale personale la Lega propone un emendamento per istituire corsi di abilitazione ad un corretto svolgimento dell'attività di questi soggetti che diventano pubblici ufficiali a tutti gli effetti.
Siamo infine perplessi circa l'uso di impianti audiovisivi e telematici che, invece di costituire elemento di prevenzione, diventano strumenti di repressione occulta che colpiscono il cittadino anziché aiutarlo nella circolazione stradale.
La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Mammola 1.60, 1.62, 1.59 e 1.61 e dell'emendamento Bosco 1.37, poiché fanno riferimento ad una problematica affrontata dall'emendamento Bosco 1.33 (Nuova formulazione), sul quale esprime parere favorevole; il parere è contrario sugli emendamenti Bosco 1.32 e 1.35. Il parere è invece favorevole sugli identici emendamenti Bosco 1.36, Mammola 1.63 e Ciapusci 1.75, perché purtroppo l'articolo 9-bis contenuto nell'atto Camera n. 5507, nonostante l'approvazione del Senato, non è diventato ancora legge dal momento che la Gazzetta Ufficiale non ha ancora pubblicato il testo definitivo. Siamo costretti a sopprimerlo: provvederà il Senato a reintrodurlo.
La Commissione esprime ancora parere contrario sugli identici emendamenti Bosco 1.34 e Ciapusci 1.76, Mammola 1.65, Bosco 1.38, Mammola 1.64, 1.66 e 1.67; sugli identici emendamenti Ciapusci 1.29 e Mammola 1.68 nonché sugli emendamenti Galeazzi 1.26, Mammola 1.69 e 1.70; Ciapusci 1.72 e 1.73.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
In I Commissione stiamo esaminando un testo sul nuovo ruolo della polizia locale e, quindi, sul riordino della polizia municipale, rispetto alle quali si stenta a trovare le dovute qualifiche, sia sotto il profilo delle competenze, sia sotto quello delle funzioni; invece qui, in anticipo sui tempi, si assegna tale qualifica a persone che non si sa come siano state «arruolate». Non sappiamo come esse svolgeranno il loro lavoro, né con quali capacità e professionalità. Si rischia, dunque, di precorrere i tempi e di creare figure che già oggi sono fallite e che sentenze della Corte costituzionale hanno dichiarato illegittime.
In conclusione, signor Presidente, sottoscrivo l'emendamento soppressivo Ciapusci Dis. 1.1 e preannuncio il mio voto favorevole.
Ritengo che l'emendamento soppressivo Ciapusci Dis. 1.1 sia senz'altro da condividere per le argomentazioni svolte dal collega Ascierto e, con ampia dialettica, dal collega Galeazzi, sia in discussione generale, sia nell'intervento sul complesso degli emendamenti riferito all'articolo 1.
In Commissione trasporti si è molto discusso sulla necessità e sull'urgenza del decreto-legge in esame e si è rilevata la strana dicotomia di un Governo che, da un lato, procede con un decreto-legge e dall'altro - forse perché teme che il decreto-legge in questione possa non essere convertito nei tempi previsti dalla Costituzione - inserisce nella legge finanziaria (se non sbaglio all'articolo 52) un testo sostanzialmente uguale.
Vi è, dunque, una prima domanda che abbiamo rivolto più volte al Governo senza, peraltro, aver ricevuto risposta: ci chiediamo per quale motivo il Governo ritenga così urgente l'emanazione del decreto-legge in esame, tanto da inserirlo nella legge finanziaria e, contemporaneamente, negli stessi giorni in cui la Commissione bilancio lavora sulla proposta di
Sull'altro versante, esprimiamo serie perplessità di ordine giuridico sul tentativo di superare, attraverso un'interpretazione della norma, il contenzioso che si è più volte verificato, sia a livello dei giudici di pace (come ha ricordato il collega Galeazzi), sia a livello di Corte di cassazione e, infine, a livello di Corte costituzionale (mi riferisco ad una recente decisione della stessa Corte). Non è detto che il decreto interpretativo sia, infatti, in grado di sanare il contenzioso in questione.
C'è allora una fortissima perplessità sull'impianto generale di questo decreto-legge: non si ravvisano assolutamente i criteri di necessità e di urgenza previsti per la normazione attraverso questo tipo di strumento ed è evidente che qualsiasi emendamento che vada in direzione della soppressione, quindi della semplificazione... Insomma, non possiamo accettare che venga istituita ex lege una nuova figura di pubblico ufficiale che non risponde a nessuno, se non all'amministrazione comunale che l'ha nominata! Se è vero, infatti, che a pensar male si commette peccato, ma spesso si azzecca, è anche vero che la moglie di Cesare non dovrebbe essere oggetto di sospetto. Allora, vorrei ricordare a quest'Assemblea che, per esempio, la signora Palombelli, la moglie del sindaco di Roma, Rutelli, ha ritenuto di dover presentare una querela contro ignoti per le voci che si sono sparse nella città di Roma sulla sua presunta - sicuramente non vera - partecipazione alla società STA, la società che gestisce per conto del comune di Roma le contravvenzioni. Credo che dando, noi legislatori, ampia potestà a queste nuove figure, non facciamo altro che creare situazioni di imbarazzo, di possibile malcostume, situazioni che oggettivamente, non soggettivamente, presentano dei rischi nell'applicazione della norma. Se è vero, infatti, che il pubblico ufficiale, l'agente di pubblica sicurezza, il vigile urbano, come ricordava prima il collega Mammola, devono superare dei concorsi e devono studiare le norme del codice della strada, altrettanto non è previsto per i dipendenti di queste società di gestione privata che si trovano ad elevare le contravvenzioni. C'è quindi una fortissima perplessità.
Colleghi, desidero ricordare che dopo gli interventi di un deputato per gruppo è possibile parlare soltanto in dissenso, quindi avendo a disposizione solo un minuto.
Per il suo gruppo, onorevole Mammola, non è ancora intervenuto nessuno, quindi lei ha a disposizione i cinque minuti consueti: ho voluto solo fare questa precisazione ora per allora. Prego, onorevole Mammola.
Signor Presidente, penso che dopo l'espressione dei pareri da parte del presidente Stajano quest'Assemblea dovrebbe prendere coscienza della situazione e capire che forse varrebbe la pena di votare a favore di questo emendamento soppressivo, in maniera tale da riportare questa discussione, che oggi diventa sterile ed inutile, nella sua sede propria. Cercherò di spiegare agli onorevoli colleghi perché faccio tale affermazione.
Come è già stato ricordato, il testo di questo decreto-legge è stato inserito anche nell'articolato del disegno di legge finanziaria che è all'attenzione della Camera. L'utilità dello strumento del decreto-legge stava, evidentemente, nella necessità di dare vigenza immediata alla norma, salva una successiva approvazione o tramite la conversione del decreto-legge medesimo oppure con l'altro strumento che era stato individuato dal Governo, cioè quello della legge finanziaria. Con l'espressione dei pareri da parte del presidente Stajano, relatore sul provvedimento, si prefigura la
È bene quindi che tutti i colleghi sappiano che oggi stiamo perdendo tempo per discutere un decreto-legge che non verrà mai convertito in legge: questo è stato chiaramente asserito oggi. Il Governo cercherà di dare attuazione a questo dispositivo con la legge finanziaria, che sarà lo strumento attraverso il quale arriveremo ad approvare e a dare efficacia a queste norme.
Signor Presidente, c'è però un piccolo particolare che voglio ricordare al Governo, perché proprio su di esso noi condurremo una battaglia a livello parlamentare. Il regolamento della Camera dei deputati stabilisce che la legge finanziaria non può contenere disposizioni interpretative di altre norme. Pertanto, oggi stiamo discutendo un decreto-legge che non verrà mai convertito in legge ed esamineremo queste norme con la legge finanziaria, che, però, il nostro regolamento prevede espressamente non debba contenere disposizioni interpretative di altre norme. Ricordo a tutti i colleghi che questo decreto-legge reca disposizioni interpretative delle norme...
Ricordo che l'approvazione dell'emendamento Ciapusci Dis. 1.1, essendo soppressivo dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione, precluderebbe qualsiasi possibilità di convertire in legge il decreto-legge. Ricordo altresì che la reiezione del medesimo emendamento Ciapusci Dis. 1.1 ha effetti preclusivi nei confronti dell'emendamento Ciapusci Dis. 1.2, perché altrimenti resterebbe l'articolo relativo all'entrata in vigore di un disegno di legge che, in realtà, non conterrebbe norme.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciapusci Dis. 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 348
Votanti 325
Astenuti 23
Maggioranza 163
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 195).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mammola 1.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
«Troppe volte i cittadini italiani vedono vanificate paradossalmente sentenze a loro favore di autorevoli tribunali, per interventi politici tesi ad 'interpretare' leggi su cui altri soggetti istituzionali (ovvero la magistratura giudicante) hanno piena titolarità.
«L'implicito riferimento è al decreto-legge n. 391 del 1999, sul quale è apposta la firma del Capo dello Stato, la cui conversione in legge è calendarizzata alla Camera per la giornata del 30 novembre prossimo venturo.
«Tale provvedimento (con implicazioni retroattive) cancella di fatto sentenze di più tribunali civili di città come Roma, Perugia, Ancona, eccetera, sentenze della Cassazione (vedi la n. 11949/99), l'operato della procura di Napoli, la stessa legge Bassanini nonché diversi pareri di costituzionalisti.
«Nel menzionato decreto-legge, a nostro avviso, ci sarebbero almeno sei eccezioni di costituzionalità, e chi come noi, addetti ai lavori, ne ha seguito l'iter in Parlamento, trova assurde le motivazioni che ne hanno giustificato l'emanazione stessa, e che sembrano guardare esclusivamente ai bilanci di alcuni comuni, i cui amministratori hanno operato fuori dalla norma alimentando dubbi e perplessità che hanno indotto migliaia di cittadini a ricorrere presso i tribunali per chiedere giustizia, e che ora l'eventuale conversione in legge ordinaria materializzerebbe l'ennesima delegittimazione dei diritti costituzionali dei cittadini.
«Quanto accaduto ha un precedente in un paese comunitario, la Grecia, dove il Consiglio di Stato ha condannato l'amministrazione di Atene a restituire il 'maltolto' ai cittadini.
«I locali amministratori, diversamente da quanto sembrava verificarsi in Italia, hanno preso atto della sentenza ed hanno risarcito i contribuenti; forse un modo più europeo di far politica, sicuramente una manifestazione di grande civiltà, ma soprattutto l'ennesima dimostrazione che quello italiano resta uno strano concetto di diritto.
«In un paese 'normale', in un paese dove la sovranità dovrebbe appartenere al popolo, le regole devono valere sempre, per questo Le chiediamo, dall'alto della Sua autorevolezza, di intervenire su un decreto-legge che, così com'è formulato, crea danni all'erario, paventando peraltro la creazione di 'corpi' ausiliari privati distinti ed autonomi dalla polizia municipale (vedi il caso del comune di Roma).
«Questa organizzazione sindacale, nella consapevolezza di esprimere un'opinione largamente condivisa dalla categoria, è convinta che le nostre città abbiano bisogno di una vera polizia cittadina urbana, non di 'vigilini' privati 'sparamulte'; appare quindi quanto mai necessario l'interessamento autorevole del Capo dello Stato, nel supremo interesse dei cittadini che richiedono sempre più sicurezza e vivibilità del territorio in cui risiedono e lavorano dalle polizie locali d'Italia.
«Concludiamo quindi, certi che soltanto un Suo parziale intervento potrà ridare la fiducia ai cittadini e alle polizie locali d'Italia, che credono in piena convinzione al rispetto dei ruoli istituzionali ricomprendendo però anche le sentenze della magistratura al di sopra delle ingerenze politiche. Con ossequio».
Ciò è quanto pensano alcuni appartenenti alla polizia municipale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Savarese, al quale ricordo che ha un minuto di tempo. Ne ha facoltà.
Non posso quindi votare nel senso auspicato dal collega Ascierto. D'altra parte, mi rendo conto che, con il suo intervento, l'onorevole Ascierto ha creato non poco turbamento nel gruppo di Alleanza nazionale perché vedo già molti colleghi pronti a manifestare il proprio dissenso rispetto alla sua pur legittima opinione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alboni. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
L'educazione stradale rimane una cosa effimera: dal 1993 aspettiamo di introdurne l'insegnamento. Sarebbe sufficiente fare un corso di mezz'ora per insegnare ai docenti di educazione civica la distinzione tra un divieto di transito e un divieto di sosta. Ciò non si fa e si mandano in giro i ragazzini ad ammazzarsi.
In realtà, leggendo questo disegno di legge, si scopre che viene addirittura
Ma vi è di più. Sempre questa mattina, per ragioni occasionali, mi sono recato presso la sede del comune di Roma, in Campidoglio. Di fronte all'ufficio del sindaco Rutelli c'era la bellezza di una trentina di vigili urbani impennacchiati, vestiti come damine del settecento, per fare solo rappresentanza. Rutelli all'interno, più pavone che mai, teneva i vigili urbani in Campidoglio invece di mandarli per strada a regolare il traffico, a controllare quello che succede nel cuore di Roma. La mattina, però, alle nove ed un minuto, ci sono gli ausiliari del traffico che fanno le contravvenzioni solo per divieto di sosta nelle strisce blu. Se infatti qualcuno parcheggia all'angolo di una strada, quindi fuori dalle strisce blu, ma in un punto in cui la sosta è vietata perché è ancora più fastidiosa e pericolosa, gli ausiliari del traffico non si muovono perché vanno sempre in due, uno scrive e l'altro prende la misura dall'angolo della strada.
La terza ragione che voglio esporre, signor Presidente, è che l'immagine di questi ausiliari del traffico, considerato il modo in cui sono stati selezionati e scelti, è veramente il segnale, per me romano, della romanità, la parte più bieca di Roma, quella che corrisponde non ai luoghi comuni, ma alla città sciatta, cialtrona e pasticciona che si rispecchia nel suo sindaco e, quindi, anche in questi soggetti scelti per fare gli ausiliari del traffico. Credo che Roma non meriti più questi oltraggi. Per tale ragione esprimo la mia contrarietà.
Le ricordo che ha un minuto di tempo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.
Noi riteniamo che questo provvedimento sia l'ennesimo tentativo del Governo d'intervenire su una materia sulla quale sono in corso inchieste. A Napoli la polizia giudiziaria alcune settimane fa ha sequestrato i blocchetti con cui i cosiddetti «vigilini», gli ausiliari del traffico, elevavano contravvenzione. La procura sta indagando ed il Governo, anziché rispettare la magistratura, la sua indipendenza ed autonomia, interviene addirittura con un decreto-legge, uno strumento emergenziale, per cercare di salvare alcune amministrazioni vicine dal punto di vista politico e le scelte che sono state fatte rispetto ad introiti nelle casse...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mammola 1.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 334
Votanti 310
Astenuti 24
Maggioranza 156
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 193).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, il 15 novembre 1999 un cittadino ha presentato l'ennesimo ricorso contro un avviso di accertamento elevato dagli ausiliari del traffico al giudice di pace di Roma, sollevando ben sei eccezioni di incostituzionalità nei confronti del decreto-legge «salva-ausiliari», deliberato dal Consiglio dei ministri il 27 ottobre 1999. I motivi di incostituzionalità
I suddetti motivi concernono, poi, l'articolo 97, comma 3, e l'articolo 3 della Costituzione, in considerazione del fatto che gli ausiliari della sosta non possono essere pubblici ufficiali senza un rapporto organico di dipendenza da un ente pubblico; ci siamo su questo punto?
Altri motivi riguardano la violazione dell'articolo 76 della Costituzione in quanto il decreto-legge, pur qualificandosi come interpretativo, in realtà introduce norme nuove con efficacia retroattiva. Il decreto-legge viola, inoltre, il principio di tassatività delle norme, in quanto conferisce natura pubblica a soggetti non ufficialmente investiti di tale qualità, poiché nessuna legge prevede esplicitamente le parole «ausiliari del traffico» o «ausiliari della sosta». Infine, dette eccezioni concernono la violazione delle norme sul collocamento e sulle procedure di reclutamento mediante pubblici concorsi, in quanto con tale sistema si creerebbero nuove figure professionali per nomina diretta, escludendo gli altri eventuali aspiranti.
Per inciso, va anche detto che il decreto-legge, collocando i dipendenti delle ditte private previste dall'articolo 17, comma 132, della legge Bassanini nell'alveo dell'articolo 12 del codice della strada, ove sono menzionati i corpi e i servizi della polizia municipale, crea o può creare un vero e proprio corpo autonomo di polizia municipale, con tutte le conseguenze del caso.
Bisogna riflettere. Al di là dell'errore nell'individuazione di un articolo della Costituzione, penso occorra meditare sulle eccezioni di incostituzionalità sollevate dal cittadino; in realtà, non solo un cittadino, ma centinaia e centinaia di cittadini ritengono di aver subito un abuso, o addirittura un sopruso, da soggetti diversi da quelli previsti dall'articolo 12 del codice della strada.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ciapusci 1.27 e Mammola 1.41, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Onorevole Mammola, perché devo ricordare a lei che è esperto che non può parlare sui suoi emendamenti, essendo già intervenuto sul complesso?
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 321
Votanti 300
Astenuti 21
Maggioranza 151
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 183).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Savarese. Ne ha facoltà.
Sostanzialmente, l'emendamento dell'onorevole Mammola chiede che questi dipendenti abbiano frequentato corsi di formazione specifica mirati alla conoscenza del codice della strada e di quanto altro necessario. Non mi sembra che l'atteggiamento della maggioranza e del Governo non debba tenere conto di una necessità di fondo. Non si può pensare che siano chiamate persone senza alcuna capacità o competenza, senza che siano stabiliti requisiti minimi validi per tutto il territorio nazionale ai quali dovranno conformarsi le disposizioni degli enti locali competenti. L'emendamento Mammola 1.42 va sicuramente in questo senso, anche quando prevede che i gestori delle aree riservate alla sosta dai comuni possano esercitare le azioni necessarie al recupero delle evasioni tariffarie e dei mancati pagamenti. Sicuramente, si tratta di un emendamento che va, da una parte, in direzione della sussidiarietà e, dall'altra parte, nel senso di garantire quel minimo di trasparenza, di efficienza e di formazione la cui mancanza vanificherebbe il principio stesso di questo decreto-legge.
Dunque, mi permetto di chiedere al presidente Stajano di riconsiderare il suo parere contrario su questo emendamento che potrebbe, di per sé, avere un effetto benefico su tutto il provvedimento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mammola 1.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 327
Votanti 306
Astenuti 21
Maggioranza 154
Hanno votato sì 110
Hanno votato no 196).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 328
Votanti 306
Astenuti 22
Maggioranza 154
Hanno votato sì 114
Hanno votato no 192).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
Dobbiamo guardare attentamente a queste figure. Noi non diciamo che la figura dell'ausiliario non debba esistere e che la sosta debba essere controllata solo dalla polizia municipale; noi vogliamo richiamare l'attenzione su un fatto ben preciso: l'ausiliario del traffico non può avere la qualifica di pubblico ufficiale che è prevista per i soggetti di cui al codice della strada e può soltanto constatare il mancato pagamento della sosta e poi rivolgersi al pubblico ufficiale, cioè a colui che è preposto ad emettere la contravvenzione e a notificarla, il quale compirà tutti gli atti previsti dallo stesso codice della strada.
Tra l'altro, nutriamo forti dubbi sul reclutamento di queste persone da parte delle società private che gestiscono i parcheggi in alcune città. Bisognerebbe - mi farebbe piacere se il Governo volesse lanciare questo messaggio - accertare quanti di coloro che lavorano per queste società private hanno precedenti penali. Ci troveremmo nell'assurdo di riconoscere la qualifica di pubblico ufficiale a persone che sono uscite da poco dalla galera e non hanno nessuna qualità, neanche morale, per poter svolgere il servizio che svolgono le forze di polizia.
Ecco perché bisogna meditare fino in fondo su questo provvedimento. Non facciamo opposizione tanto per farla o perché ne abbiamo voglia, ma perché si tratta di una scelta necessaria nei confronti del cittadino, che non può vedersi vessato, sotto il profilo contravvenzionale, da queste persone. Oggi questi ausiliari chiedono anche di poter prendere visione dei documenti e spesso contestano infrazioni diverse dal divieto di sosta, proprio per quell'interesse che deriva dal fatto che la società privata riscuote una percentuale dal comune (è già successo in alcune città).
Chiedo alla maggioranza di riflettere su questi argomenti, ben sapendo che molti comuni hanno già «incamerato» notevoli risorse attraverso le contravvenzioni comminate dagli ausiliari ed ora si troverebbero in gravi difficoltà a risarcire quei cittadini che hanno subito abusivamente una contravvenzione e che hanno pagato.
Non si può dire che la Corte di cassazione ha affermato il principio che è assolutamente illegittima l'attività degli ausiliari del traffico nell'elevare contestazioni; la Corte di cassazione, con una sentenza peraltro non resa a sezioni unite, si è limitata ad affermare che le contestazioni e gli accertamenti non sono assistiti da quella resistenza fino a querela di falso che caratterizza gli atti pubblici. Quindi, il legislatore è oggi chiamato ad esaminare un decreto-legge del Governo che invece questa facoltà espressamente attribuisce agli ausiliari del traffico, con una norma pienamente interpretativa, perché poteva essere ricavata fra le tante possibili alternative interpretative desumibili dall'originario testo dei commi 132 e 133 dell'articolo 17 della legge 15 maggio 1997, n. 127, la cosiddetta Bassanini-bis.
Da parte della Corte di cassazione, non è stato enunciato nessun altro principio se non questo: non si dicano cose inesatte! Ripeto, si può scegliere il terreno dello scontro, si può decidere che non si vuole esercitare un'azione di repressione nei confronti delle violazioni del codice della strada ma bisogna dirlo in termini che siano comprensibili, qui dentro e fuori di qui, assumendosene la responsabilità. Con l'impossibilità di procedere alla conversione del decreto-legge in esame (spero ovviamente che la norma possa essere recuperata aliunde, in altra sede) si arresta un percorso che stiamo portando avanti in Commissione trasporti per migliorare la condizione di sicurezza sulla strada dei cittadini. Stiamo tentando, com'è doveroso in un paese come il nostro, di rendere l'educazione stradale un grande capitolo dell'educazione civile: molti cittadini di questo paese, purtroppo, non hanno più fiducia nelle regole del codice civile, ricorrono alla giustizia privata o hanno acquisito abitudine alle avversità; molti, per loro merito, non avranno mai a che fare con il codice penale, ma tutti gli italiani si confrontano con l'osservanza o meno delle regole del codice della strada!
Ebbene, con la norma in esame sugli ausiliari del traffico, con l'altra norma che il Governo ha opportunamente introdotto relativamente alla possibilità di utilizzare controlli telematici per la verifica delle violazioni al codice della strada, vogliamo finalmente favorire in questo paese il costume dell'osservanza delle leggi e del codice della strada in primo luogo, perché esso è un corpus di regole che consente a tutti noi di avere maggiore sicurezza e di vedere salvaguardata la vita e l'avvenire dei nostri giovani. Di questo stiamo discutendo: gli ausiliari del traffico servono ad aumentare la vigilanza e mi sorprende che anche forze tradizionalmente legate all'idea dell'ordine e della legalità si oppongano con tanta veemente determinazione all'approvazione di una norma così pienamente comprensibile ed apprezzabile.
Credo che oggi, rendendo impossibile la conversione del decreto-legge in esame e l'approvazione degli emendamenti che abbiamo proposto, ivi compresi, onorevole Savarese, quelli che consentono di qualificare il personale selezionato dalle società che lavorano in collegamento con il comune, attraverso un contratto di servizio, si peggiori la situazione, anche per quanto riguarda gli ausiliari del traffico, e si lavori per il disordine, per la confusione, per la lievitazione di un contenzioso giudiziario che nessuno che sia pensoso dell'interesse dello Stato può ritenere di coltivare come strumento di Governo!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
Il senso della legalità in questo paese non è eccelso, ma è evidente che non si possono lasciare impuniti coloro che scientemente si adoperano a violare il codice della strada con una prepotenza colossale - divieto di sosta, sosta nelle corsie degli autobus, in terza fila, eccesso di velocità - perché ciò va a discapito dei normali cittadini, in genere i più deboli che, invece, non commettono tali infrazioni. Se a costoro viene garantita l'impunità, dicevo, con una serie di argomentazioni degne del peggior azzeccagarbugli, nella peggiore tradizione già stigmatizzata da Manzoni nell''800...
È chiaro che questo corpo aggiunto può aiutare, ma sono necessari tre requisiti fondamentali: sinergia con la polizia municipale, acclarata attraverso concorsi, e rispetto della sua esperienza; controllo su chi opera i controlli, che possono essere assolutamente pilotati; infine, non deve travalicare i compiti per i quali tale corpo sarà impegnato, perché si tratta di persone che conoscono poco le situazioni e che, quindi, non possono certo permettersi di travalicare una realtà che non possono conoscere per scienza e conoscenza.
Siamo perfettamente d'accordo che questo corpo aggiuntivo può essere utile, ma è assolutamente da negare, anzi da rifiutare, la strumentalizzazione abietta che si può verificare, soprattutto nella grandi città. Può essere esaltata in maniera complessiva ed anche positiva la sua funzione nelle piccole città, in cui davvero si possono dare alla polizia municipale, che già fa tanto, compiti superiori e più qualificati, ma non possiamo essere d'accordo nel creare corpi di pretoriani a favore dei sindaci. Siamo d'accordo, invece, nel fare prevenzione reale a tutti i livelli: scusami, caro Galletti, ma sul dolore dei bambini che si infortunano, sul problema del casco e della cintura di sicurezza non accettiamo insegnamenti da nessuno. Non bisogna speculare sul dolore dei bambini che diventano paraplegici, tetraplegici o infortunati, altrimenti questo Parlamento si deve vergognare di se stesso (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mammola 1.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 307
Votanti 289
Astenuti 18
Maggioranza 145
Hanno votato sì 106
Hanno votato no 183
Sono in missione 51 deputati).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 305
Votanti 288
Astenuti 17
Maggioranza 145
Hanno votato sì 105
Hanno votato no 183
Sono in missione 51 deputati).
Mi sembra che essi vadano in una direzione totalmente contraria alle determinazioni e alle considerazioni che hanno fatto i colleghi della maggioranza. Mi riferisco, con molta pacatezza, ai colleghi Stajano e Galletti, che sono intervenuti con una certa veemenza nei confronti di quelle forze politiche che qui in Parlamento si vorrebbero quasi far passare non più come tutrici o difenditrici della legalità in questo paese. Abbiamo una tradizione culturale e personale, se non politica (Commenti del deputato Niedda) che ci porta ad avere un profondo rispetto della legalità, dell'applicazione delle leggi; abbiamo però anche un grande rispetto delle forze di polizia di questo paese, della cultura della giustizia che deve essere presente anche all'interno delle nostre leggi.
Voglio ribadire, anche per coloro i quali in questo momento ci stanno ascoltando via radio fuori da quest'aula, che noi non contestiamo la validità e la necessità di ricorrere ai cosiddetti ausiliari del traffico a supporto della polizia municipale; noi contestiamo che in modo surrettizio si diano certe interpretazioni di norme, non del codice della strada ma dei decreti Bassanini, all'interno delle quali queste figure non erano previste né avevano attribuzioni quali quelle che oggi si vorrebbero loro riconoscere.
Capisco che le leggi possono essere interpretate in maniera diversa, ma alla base della norma deve esserci la materia su cui discutere, mentre qui si dice semplicemente che le leggi si devono interpretare secondo principi e criteri non contenuti in quelle leggi. Questo è il problema per cui abbiamo proposto una serie di modifiche. Perché dobbiamo ammettere di aver sbagliato? Il fatto che il Governo sia dovuto intervenire con un decreto-legge dimostra che la figura degli ausiliari del traffico non è stata inserita nella normazione. Quanto poi al fatto che a costoro vengono attribuite funzioni di pubblico ufficiale, non sarebbe stato davvero demenziale approvare un emendamento che prevedesse che costoro dipendono dal comune e devono seguire un corso di formazione specificamente mirato alla conoscenza delle norme che regolano il codice della strada.
Colleghi, voi state votando contro emendamenti volti a dare un contorno a figure giuridiche che hanno le funzioni di pubblici ufficiali. Noi stiamo cercando, come si dice, di mettere una toppa su un buco che non si riesce a chiudere. Per esempio, con molta discrezione chiediamo che si ammetta la novità di norme di questo genere (perché non si tratta di norme di interpretazione), che si riconosca che in passato vi è stato un vuoto e che si dica che dalla data di approvazione di questa legge verrà istituita questa nuova figura (provvista o no di corsi di formazione e di quant'altro) che potrà elevare multe, ma per il pregresso non si può dare un colpo di spugna a quanto è stato fatto illegittimamente da questa categoria di operatori. Chiediamo che si riconosca che i comuni non hanno agito nel rispetto delle norme esistenti...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biricotti. Ne ha facoltà.
Vorrei ricordare che sul provvedimento in esame non si è lavorato superficialmente. Vorrei, altresì, evidenziarne la portata: si tratta, infatti, di affrontare temi di grande rilevanza e di grande valore sociale, quali la sicurezza stradale e l'incidentalità. Sappiamo che ogni anno nel nostro paese vi è un tributo di circa 7 mila morti e 47 mila feriti gravi per incidenti stradali.
Dunque, ben vengano gli ausiliari del traffico, ben vengano i controlli telematici. Tra l'altro, si tratta di strumenti il cui uso è previsto all'interno delle aree urbane dove - guarda caso - avviene il 70 per cento degli incidenti. Quello che stiamo trattando è, dunque, un tema molto serio e mi auguro che le norme in esame siano approvate da questa Camera.