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PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Volonté nn. 3-02561 e 3-03960 e Taborelli n. 3-04648 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 2).
Queste interrogazioni, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
GIANNICOLA SINISI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo alle tre interrogazioni all'ordine del giorno presentate dagli onorevoli Volontè e Taborelli, che riguardano la situazione della sicurezza pubblica in provincia di Como.
operativa per l'effettuazione di mirati servizi di controllo. La pianificazione prevede una serie di attività da svolgersi sistematicamente, con l'impiego dell'Arma dei carabinieri, della polizia stradale e di un congruo numero di unità delle polizie municipali dei comuni interessati, allo scopo di scoraggiare la presenza di fenomeni di prostituzione, in particolare lungo la strada provinciale Novedratese.
PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare per le sue interrogazioni nn. 3-02561 e 3-03960.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, signor sottosegretario, qualche mese fa abbiamo avuto modo di affrontare con il sottosegretario Sinisi questi argomenti e, in particolare, la lotta alla prostituzione sulle strade Novedratese e Valassina. Fin
d'allora il sottosegretario aveva dimostrato precisa conoscenza dei problemi e ci aveva elencato tutto quello che il Ministero dell'interno si prefiggeva di porre in essere al fine di migliorare la situazione dei cittadini e degli amministratori locali.
PRESIDENTE. L'onorevole Taborelli ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-04648.
MARIO ALBERTO TABORELLI. Signor Presidente, signor sottosegretario, l'interrogazione a cui oggi è stata data risposta è stata presentata molto tempo fa, nel luglio del 1998. Sono cambiate molte cose da allora, tra cui anche il ministro dell'interno, ma, purtroppo, la totalità delle questioni poste già da allora non è affatto diminuita. Al contrario, i problemi dell'ordine pubblico in provincia di Como (oggetto di questa interrogazione) hanno subito una drammatica recrudescenza (voglio ricordare l'assassinio di don Renzo Beretta, parroco di Ponte Chiasso, assassinio che ha suscitato una vasta costernazione e clamore nell'intero paese).
avvenuta qualche tempo fa, di chiudere il centro di accoglienza della Caritas, simbolo della generosità comasca, non più in grado di far fronte ad un flusso sempre più ingente di disperati (fortunatamente da qualche tempo è stato riaperto), hanno scosso qualche sensibilità, hanno indotto a qualche provvedimento realmente concreto. Al contrario (per questo parlavo di accanimento), vi è stato un accordo con la Confederazione elvetica sulla reciprocità di restituzione delle persone entrate clandestinamente dal territorio dell'uno a quello dell'altro Stato. In altri termini, questo significa che chi dall'Italia entra clandestinamente in Svizzera viene rimandato in Italia, e viceversa. Ora sappiamo tutti che il numero dei clandestini che dalla Svizzera entra in Italia è bassissimo, mentre il flusso contrario è assai elevato. Grazie a questo accordo tutti costoro verranno riaccompagnati alla frontiera italiana. Come è noto, molti dei principali valichi di frontiera con la Svizzera sono in provincia di Como. Tutto questo significa che almeno una parte di loro inevitabilmente si disperderà sul territorio comasco e di altre province di confine, in tal modo aggravando una situazione già drammatica.
Il sottosegretario di Stato per l'interno ha facoltà di rispondere.
Da tempo il Ministero dell'interno segue il problema della criminalità in quella provincia ed il fenomeno ad esso connesso, quello della prostituzione, cui fa riferimento in particolare l'onorevole Volontè in una delle sue interrogazioni. Le potenzialità economiche della zona richiamano, infatti, una delinquenza cosiddetta «fluttuante», proveniente dall'area metropolitana milanese e dalla provincia di Varese, che si aggiunge a quella già esistente. Gran parte dei reati che destano maggiore allarme sociale, quali rapine ad uffici postali, istituti di credito e punti di vendita della grande distribuzione commerciale, sono riconducibili ai cosiddetti «pendolari» del crimine. Si è quindi avviata un'attenta rilevazione dei reati nelle zone in cui si verificano maggiormente.
Ci si è posti anche l'obiettivo di realizzare una cerniera di prevenzione e di contrasto, per verificare il livello di adeguatezza del dispositivo di sicurezza rispetto alle esigenze reali della prevenzione e del controllo del territorio.
Il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha quindi ridefinito nelle sue linee generali il piano di controllo, soprattutto nelle aree maggiormente esposte a rischio criminale, imperniato sulla massima intensificazione possibile della collaborazione tra prefetto e sindaco. Sono state individuate aree tra loro omogenee per la presenza di fenomeni comuni di criminalità, per ciascuna delle quali si è studiato un meccanismo coordinato, da attuarsi mediante servizi di vigilanza dinamica da parte di pattuglie e con la collaborazione di servizi di polizia municipale, anche intercomunali. In particolare, nel territorio di Olgiate Comasco gli organi di polizia hanno attivato un alto numero di servizi preventivi ed un'energica azione di contrasto, con frequenti pattugliamenti e con l'adozione di mirati moduli operativi di controllo del territorio.
In tale contesto sono da inquadrare anche le iniziative di alcuni sindaci, come quello di Binago cui fa riferimento l'onorevole Taborelli, le quali altro non sono che attività di collaborazione all'azione di vigilanza già svolta istituzionalmente dagli organi di polizia. L'iniziativa stessa non ha avuto ulteriore seguito, essendo scaduta il 18 novembre scorso la convenzione del comune con un istituto di vigilanza privato.
Per quanto attiene al settore del commercio e dei pubblici esercizi, le iniziative promosse dal prefetto di Como sono state concordate in sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ampliato con la partecipazione di rappresentanti delle associazioni di categoria. Si è cercato a più riprese di sensibilizzare i soggetti a rischio sulla necessità di razionalizzare ed integrare le misure di sicurezza passiva da adottare al fine di prevenire la consumazione di furti, scippi e rapine.
Quanto al fenomeno della prostituzione, sono state impartite direttive agli organi di polizia affinché vengano effettuate soste fisse nelle immediate prossimità dei luoghi frequentati da prostitute e clienti. È stata inoltre concordata la sottoposizione degli stranieri che gravitano in quelle località - e che risultano alimentare le forme di meretricio esercitate in luogo pubblico - a controlli per accertare la regolarità dei documenti di identificazione e la validità dei permessi di soggiorno. In questa prospettiva è stato costituito, nell'ambito del comitato provinciale, un gruppo di lavoro interforze, cui è stato attribuito il compito di predisporre - tenendo conto degli esposti e delle segnalazioni più frequentemente indirizzati alle autorità - uno schema di pianificazione
Contestualmente, è stata pianificata l'effettuazione, a cura dell'Arma dei carabinieri, di servizi mirati di prevenzione nei pressi delle stazioni di Carimate e Cermenate, dove da precedenti segnalazioni risulta frequente la presenza di prostitute che raggiungerebbero la provincia utilizzando i mezzi ferroviari. La pianificazione prevede una serie di attività da svolgersi sistematicamente nel territorio comunale, con il concorso della polizia municipale dei comuni di Como e Lipomo, al fine di scoraggiare la presenza di prostitute ed immigrati irregolari - mi riferisco all'area della circoscrizione n. 7 -, lo spaccio e la presenza di tossicodipendenti - nella zona di Como-San Giovanni, via Borgovico e Camerlata, zona Caserme, via Leoni e via Anzani -, forme di teppismo ed atti di vandalismo - nella zona Ponte Chiasso e Tavernola -, nonché l'esercizio della prostituzione nella citata strada provinciale Novedratese.
Al fine di contrastare, invece, il verificarsi di borseggi e scippi è stata prevista un'intensificazione dei servizi di vigilanza in occasione dei giorni di mercato, cui concorrerà personale della Guardia di finanzia, del nucleo di polizia tributaria e della polizia municipale, quale ampliamento dei dispositivi di sicurezza già in atto nel centro cittadino.
I servizi cui ho accennato hanno avuto inizio già nello scorso mese di ottobre e possiamo ritenere che i risultati raggiunti siano proficui.
Al momento sono in corso intese per estendere anche ai comuni di Arosio e Carugo la convenzione stabilita tra i comuni di Novedrate, Figino Serenza e Carimate per il servizio congiunto di polizia municipale.
È stata anche elaborata una bozza di protocollo d'intesa, valutata positivamente dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, in una seduta allargata ai sindaci dei dodici comuni dell'area canturina (Arosio, Cabiate, Cantù, Capiago Intimiano, Carimate, Carugo, Cermenate, Cucciago, Figino Serenza, Mariano Comense, Novedrate e Vertemate con Minoprio).
Oltre alla partecipazione dei sindaci alle sedute del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, il documento prevede intese collaborative per il tempestivo e sistematico scambio di elementi di valutazione e conoscenza sui fenomeni di criminalità presenti in quel comprensorio.
Le forze di polizia operanti nella provincia di Como contano 2.265 unità, di cui 468 della Polizia di Stato, 503 dell'Arma dei carabinieri e 1.294 della Guardia di finanza. La Polizia di Stato opera prevalentemente nel capoluogo e nei sei posti di polizia di frontiera, l'Arma dei carabinieri, con le tre compagnie e le ventotto stazioni, nella provincia, mentre la Guardia di finanza opera nel capoluogo e nella zona doganale, particolarmente estesa.
Nel corso dell'anno il dipartimento della pubblica sicurezza ha provveduto a potenziare sia gli organici, con l'invio complessivo di trentadue uomini, sia le dotazioni di mezzi e, in particolare, del parco veicolare, con l'assegnazione di diverse autovetture Marea, specificamente equipaggiate, com'è noto, per i servizi di prevenzione e di controllo del territorio.
Non metto in dubbio che, sulla base di quanto risulta al Ministero dell'interno, le iniziative siano state già prese fin dal mese di ottobre; tuttavia, sarebbe bene che il sottosegretario Sinisi si interessasse ulteriormente al problema, chiedendo un'intensificazione delle iniziative previste. Infatti, qualche settimana fa vi sono state ulteriori manifestazioni dei cittadini e degli amministratori locali nelle zone in cui più grande è il problema della prostituzione. Forse sarebbe il caso che le forze di polizia nella provincia di Como, ma anche in quella di Varese, siano rafforzate ulteriormente, in considerazione di quanto da lei detto alla fine del suo intervento. Infatti, essendo in gran parte impegnate a pattugliare le zone di confine, che sappiamo bene quali problemi comportino, a fronte di un ulteriore potenziamento, potrebbero occuparsi in maniera più puntuale dei problemi da noi segnalati nell'interrogazione (oltre a quello della prostituzione e della microcriminalità vi è anche il problema della malavita proveniente dalla periferia di Milano).
Spero che con la risposta alla nostra prossima interrogazione si possa avere, oltre ad un'analisi precisa della questione, anche un primo bilancio delle iniziative intraprese dal Ministero. Pertanto, mi dichiaro parzialmente soddisfatto per la risposta da lei fornita.
Ero stato allora un facile profeta nel cogliere i sintomi di una disgregazione che si è nel frattempo aggravata per colpa di una serie di atti improvvidi e di omissioni imprudenti.
Il fatto che i comuni ricorrano alle guardie giurate (se Vinago ha terminato la sua attività con le guardie giurate vi sono però altri comuni che stanno ricorrendo a questo metodo) per assicurare il pattugliamento delle strade, o che i sindaci diventino protagonisti di insolite ronde notturne, non rappresenta certo una curiosità su cui sorridere, ma è il sintomo estremamente allarmante e grave della perdita del controllo del territorio, del venir meno del controllo di legalità da parte dello Stato.
Signor sottosegretario, al sud l'assenza dello Stato ha consentito il dilagare della mafia, della camorra, dei fenomeni malavitosi, mentre al nord potrebbe accentuare le tentazioni autonomiste. Se lo Stato è capace soltanto di imporre ai cittadini vincoli burocratici, tasse e divieti e non è in grado di garantire l'incolumità di persone e di proprietà, vengono meno le condizioni stesse della cittadinanza, viene meno ogni senso di appartenenza alla collettività nazionale ed ogni fiducia nell'ordine costituito. Tutto questo è gravissimo, ma ancora più gravi sono la cecità e la sordità di fronte alla legittima paura, alla rabbia sacrosanta delle popolazioni di province come quella di Como e del territorio olgiatese (oggetto dell'interrogazione), ma anche di altre regioni del nord.
Verso la provincia di Como sembra però esservi un'insensibilità particolare. Neppure fatti come l'assassinio di don Beretta, o la triste e drammatica decisione,
Signor sottosegretario, ho citato questo fatto, che non è argomento della mia interrogazione, né sarebbe di stretta competenza del suo dicastero, per testimoniare quanto sia astratta la vostra politica, la politica di questo Governo, su tale materia e quanto sia lontana dalla realtà di territori come quello comasco, quello olgiatese e quello di tante altre terre di confine del nostro nord Italia.
Signor sottosegretario, pur ringraziandola per la sua personale cortesia, sono costretto a dichiararmi decisamente insoddisfatto per la risposta meramente burocratica al problema che ho voluto sollevare. Il degenerare della situazione dell'ordine pubblico nella provincia di Como, in particolare nel territorio olgiatese, non è soltanto un astratto dato statistico ma un'urgente e concreta emergenza con la quale i cittadini si trovano ogni giorno a dover confliggere. Certo, sono problemi comuni a tanta parte del nostro territorio, problemi dei quali non sono esenti anzitutto le grandi aree urbane, ma credo sia essenziale salvaguardare un tessuto sociale fondamentalmente sano da processi degenerativi che, una volta innestati, potrebbero rivelarsi incontrollabili.
La provincia di Como è una terra di confine e come tale già esposta alle influenze di criminalità transnazionale; è anche luogo in cui i flussi migratori si arrestano, magari temporaneamente, in attesa di un espatrio clandestino, per rifluirvi se tale espatrio fallisce.
Signor sottosegretario, per tutti questi motivi, mi dichiaro ovviamente non soddisfatto della sua risposta.