Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 623 del 18/11/1999
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(Esame dell'articolo 4 - A.C. 168)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 , nel testo unificato della Commissione, e del complesso degli emendamenti e dei subemendamenti ad esso presentati (vedi l'allegato A - A.C. 168 sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO DI BISCEGLIE, Relatore. Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti Migliori 4.1, Teresio Delfino 4.2 e Fontanini 4.36; invito al ritiro degli emendamenti Zeller 4.81 (Nuova formulazione) e Fontan 4.16; esprimo invece parere favorevole sugli emendamenti 4.136 e 4.137 della Commissione e sugli identici emendamenti Detomas 4.42, Pistelli 4.85 e 4.103 della Commissione. Il parere è contrario sugli identici emendamenti Teresio Delfino 4.3, Migliori 4.13 e Fontan 4.17, così come è contrario sull'emendamento Teresio Delfino 4.15. Invito al ritiro dell'emendamento Mitolo 4.79, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Boato 4.43. Il parere è ancora contrario sull'emendamento Frattini 4.44 nonché sugli identici emendamenti Teresio Delfino 4.4, Fontan 4.18 e Mitolo 4.78 e sull'emendamento Migliori 4.11. Invito al ritiro degli emendamenti Calderisi 4.86 e Zeller 4.84, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Fontan 4.19 e Mitolo 4.80. Il parere è favorevole sull'emendamento 4.138 della Commissione, mentre è contrario sugli emendamenti Mitolo 4.77 e 4.76, Migliori 4.12, Fontan 4.20 e Peretti 4.91. Invito al ritiro dell'emendamento Matranga 4.37 ed esprimo un parere contrario sugli identici emendamenti Fontan 4.21 e Mitolo 4.75, nonché sugli identici emendamenti Mitolo 4.74 e Pistelli 4.150.
Esprimo parere contrario sugli emendamenti Mitolo 4.73, Calderisi 4.87 e Mitolo 4.72; esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Boato 4.44-bis e 4.117 della Commissione; esprimo parere contrario sugli emendamenti Fontan 4.22 e Peretti 4.92. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Boato 4.45 e 4.106 della Commissione, nonché sull'emendamento 4.139 della Commissione, sugli identici emendamenti Boato 4.46 e 4.107 della Commissione e, infine, sull'emendamento 4.151 della Commissione.
La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Gardiol 4.134 e Boato 4.140. Il parere è favorevole sull'emendamento 4.152 della Commissione. La Commissione invita, inoltre, al ritiro dell'emendamento Boato 4.47, degli identici emendamenti Serafini 4.133 e Debiasio Calimani 4.135 e dell'emendamento Frattini 4.105. La Commissione, inoltre, esprime parere favorevole sull'emendamento Zeller 4.125 a condizione che al secondo rigo si sostituisca la parola «premettere» con la parola «aggiungere» e sull'emendamento Calderisi 4.88 a condizione che sia cancellato l'ultimo capoverso.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se concordano con la riformulazione proposta dal relatore degli emendamenti Zeller 4.125 e Calderisi 4.88.

KARL ZELLER. Sì, signor Presidente.

GIUSEPPE CALDERISI. Concordo con la riformulazione, signor Presidente.


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PRESIDENTE. Prego il relatore di continuare.

ANTONIO DI BISCEGLIE, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sul suo emendamento 4.155 e contrario sull'emendamento Peretti 4.95; invita al ritiro dell'emendamento Boato 4.48; esprime parere contrario sugli emendamenti Mitolo 4.71, Peretti 4.94 e Teresio Delfino 4.9. Invita i presentatori a ritirare gli emendamenti Fontan 4.23 e Peretti 4.98.
Il parere della Commissione è contrario sugli emendamenti Mitolo 4.70, Peretti 4.93, Mitolo 4.69 e 4.68 e Fontan 4.24. Il parere è favorevole sull'emendamento Fontan 4.25; è contrario sull'emendamento Fontan 4.26, mentre è favorevole sull'emendamento 4.120 della Commissione; il parere è contrario sugli emendamenti Fontan 4.27, Mitolo 4.67, Fontan 4.28 e Peretti 4.96.
Il parere della Commissione è, inoltre, favorevole sul suo emendamento 4.156 con la seguente riformulazione: anziché «dai gruppi consiliari» si deve scrivere «da uno o più gruppi consiliari».
La Commissione invita i presentatori a ritirare l'emendamento Frattini 4.89; il parere è contrario sull'emendamento Peretti 4.100, mentre è favorevole sugli identici emendamenti Teresio Delfino 4.10, Boato 4.49 e 4.108 della Commissione.
La Commissione esprime parere favorevole sui suoi emendamenti 4.157 e 4.123. Esprime parere contrario sugli emendamenti Mitolo 4.66, Fontan 4.29, Mitolo 4.65, Fontan 4.30, Mitolo 4.64 e Giovanardi 4.101, mentre il parere è favorevole sugli identici emendamenti Detomas 4.50, Pistelli 4.86 e 4.110 della Commissione. Il parere è contrario sugli emendamenti Peretti 4.102 e 4.90, Mitolo 4.63, Peretti 4.97, Fontan 4.31 e 4.32, mentre è favorevole sull'emendamento 4.121 della Commissione. Si invitano i presentatori a ritirare gli emendamenti Zeller 4.82 e 4.83.
Il parere della Commissione è contrario sull'emendamento Mitolo 4.62; l'emendamento Pistelli 4.14 risulta ritirato. Il parere è contrario sull'emendamento Peretti 4.99, sugli identici emendamenti Teresio Delfino 4.6, Mario Pepe 4.7 e Fontan 4.33, nonché sugli identici emendamenti Fontan 4.34, Frattini 4.38, Mitolo 4.58 e Moroni 4.130.
Il parere è favorevole sull'emendamento 4.122 della Commissione.
Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Boato 4.51 e 4.109 della Commissione e contrario sull'emendamento Frattini 4.39.
Si esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Boato 4.52 e 4.111 della Commissione e parere contrario sugli identici emendamenti Fontan 4.35, Frattini 4.40, Mitolo 4.59 e Moroni 4.131.
Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Boato 4.53 e 4.112 della Commissione, nonché sugli identici emendamenti Boato 4.54 e 4.113 della Commissione; si esprime parere favorevole anche sugli identici emendamenti Detomas 4.55 e 4.114 della Commissione, nonché sugli identici emendamenti Boato 4.56 e 4.115 della Commissione. Il parere è altresì favorevole sugli identici emendamenti Boato 4.57 (nuova formulazione) e 4.116 della Commissione. Si esprime invece parere contrario sugli identici emendamenti Frattini 4.41 e Mitolo 4.60, nonché sull'emendamento Mitolo 4.61.
Se non erro, l'emendamento Mario Pepe 4.8 è stato ritirato.

PRESIDENTE. Sì.

ANTONIO DI BISCEGLIE, Relatore. Il parere è contrario sull'emendamento Teresio Delfino 4.5, mentre si invita a ritirare l'emendamento Zeller 4.124.

PRESIDENTE. È stato ritirato, onorevole relatore.

ANTONIO DI BISCEGLIE, Relatore. Il parere della Commissione è infine favorevole sull'emendamento Zeller 4.132.

PRESIDENTE. Il Governo?


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ANTONIO MACCANICO, Ministro per le riforme istituzionali. Il Governo concorda con i pareri espressi dal relatore.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Signor Presidente, stiamo esaminando l'articolo 4 e poi passeremo all'articolo 5 di questo progetto di legge. Tali articoli riguardano gli statuti delle regioni Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. È noto che in merito a questi due statuti la situazione è difficile, essendovi numerose posizioni contraddittorie, mentre per quanto riguarda gli statuti della Sicilia e della Sardegna vi era una posizione molto più favorevole anche da parte del Polo. Debbo anche constatare, a livello politico, che, stando a quanto dichiarano i diversi esponenti del Polo a livello regionale, essi sarebbero favorevoli ad uno stralcio, ossia sarebbero intenzionati a non modificare quegli statuti. Non ho invece ben capito quale sia la posizione precisa - ed è per questo che intervengo sull'ordine dei lavori - che il Polo assume in questa sede. Non si comprende, insomma, se intenda contribuire a mantenere il numero legale e quindi se politicamente sostenga la proposta anche per queste due regioni, oppure no. Si presuppone che vi sia una certa coerenza con quanto gli esponenti di quella parte stanno dichiarando sul territorio, ossia nelle regioni Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, però sarebbe opportuna una precisazione che renda più chiara la loro posizione. Soprattutto, al fine di valutare tale posizione, sarebbe opportuno rinviare il provvedimento in Commissione, per valutare se sia il caso di proseguire nell'esame degli articoli 4 e 5, riguardanti le due regioni che ho ricordato, oppure se non sia più opportuno stralciarli, il che a mio modo di vedere - ma forse non soltanto mio - sarebbe la soluzione migliore.

PRESIDENTE. Colleghi, debbo informarvi che con riguardo agli identici emendamenti Detomas 4.42, Pistelli 4.85 e 4.103 della Commissione, diretti a prevedere misure per la popolazione ladina e per quella mochena e cimbra, stabilendo che la provincia di Trento assicuri a tal fine stanziamenti, e con riguardo agli identici emendamenti Detomas 4.50, Pistelli 4.86 e 4.110 della Commissione, i quali disciplinano, nella prima parte, la legittimazione ad impugnare determinati atti amministrativi di enti ed organi della pubblica amministrazione aventi sede nella regione Trentino-Alto Adige e, prevedono, nella seconda parte, misure per le popolazioni mochena e cimbra, la Presidenza rileva che la I Commissione affari costituzionali della Camera ha inserito nell'articolo 4 del testo licenziato per l'Assemblea una serie di disposizioni, attinenti alla forma di governo regionale, contenute nel disegno di legge costituzionale A.S. 3308, di cui l'Assemblea del Senato ha iniziato l'esame nel mese di luglio.
A seguito di tale inserimento (intervenuto d'intesa tra i presidenti delle Commissioni affari costituzionali della Camera e del Senato), l'esame del disegno di legge presso l'altro ramo del Parlamento è stato rinviato in vista dell'introduzione delle ulteriori parti di tale disegno di legge nel testo al nostro esame. A ciò sono finalizzati gli emendamenti in questione. In questo quadro, la Presidenza ritiene che la materia recata dagli emendamenti poc'anzi ricordati non risulti immediatamente riconducibile al testo; tuttavia, considerato il complessivo iter dei provvedimenti e l'accordo intervenuto tra i presidenti delle due Commissioni affari costituzionali, la Presidenza ammetterà al voto, in via del tutto eccezionale, gli emendamenti indicati.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Migliori 4.1, Teresio Delfino 4.2 e Fontanini 4.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frattini. Ne ha facoltà.

FRANCO FRATTINI. Signor Presidente, gli identici emendamenti che richiedono la soppressione dell'articolo 4


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impongono all'Assemblea di esaminare la questione pregiudiziale generale che riguarda le modifiche allo statuto della regione Trentino-Alto Adige.
La posizione del gruppo di Forza Italia è stata, da sempre, costruttiva nel corso dei lavori svolti sia in Commissione sia in Comitato ristretto; tuttavia, è sempre stata molto ferma nel considerare che nella realtà del Trentino-Alto Adige la situazione politica, sociale e culturale delle due province è profondamente diversa.
Non ho difficoltà ad ammettere che, per quanto riguarda la provincia di Trento, all'interno di questo articolo vi sono alcuni spunti che i nostri gruppi consiliari avevano pubblicamente apprezzato. Devo però dire che, nel suo complesso, l'articolo 4 non è per noi accettabile, per le ragioni che esporrò rapidamente e che sono direttamente collegate all'esito favorevole - come spero - o meno di alcuni emendamenti che io stesso o altri colleghi dei gruppi del Polo abbiamo presentato.
Mi riferisco essenzialmente alla questione relativa a Bolzano. I colleghi sanno che nell'attuale scenario europeo le autonomie, anche quelle speciali, non possono essere viste - l'ho detto anche ieri relativamente alla Valle d'Aosta e lo ripeto oggi, forse con più convinzione, a proposito della provincia autonoma di Bolzano - quali strumenti di conservazione dell'esistente, se quest'ultimo è costituito da un quadro politico che vede gruppi etnico-linguistici reclamare pari diritti e pari opportunità e oggi, di fatto, non avere gli strumenti per esercitare queste pari opportunità. Mi riferisco, ovviamente, innanzitutto alla comunità italiana dell'Alto Adige. Conosciamo perfettamente le ragioni storiche che portarono ad un accordo internazionale per la tutela della minoranza tedesca e di quella ladina: oggi quelle ragioni storiche si innestano con una considerazione che vede il gruppo linguistico italiano reclamare lo status di minoranza nel quadro sia regionale sia provinciale. Ebbene, le modifiche statutarie proposte in questo provvedimento rafforzano e consolidano una situazione che vede la preponderanza, non soltanto politica, ma estesa a tutti gli ambiti dell'economia e, purtroppo, della cultura, del gruppo tedesco, che la fa da padrone in una realtà in cui la comunità italiana chiede e reclama parità di diritti e di opportunità.
Due sono le questioni essenziali che rendono inaccettabile questo articolo 4. La prima è la seguente: viene ancora conservata la disposizione statutaria che vieta di votare a coloro che non hanno una residenza ininterrotta per un lungo periodo - quattro anni - nel territorio provinciale. Credo si tratti di una norma palesemente contraria ai principi della nostra Costituzione, ma anche a quei principi che oggi vogliono costruire un'Europa senza più frontiere nazionali. Figuriamoci se, per fare un esempio, un agente di polizia, nato e vissuto in Alto Adige, dopo essere stato per un anno in missione a Verona, debba aspettare quattro anni per poter tornare a votare in casa propria! Ciò è scandalosamente contrario a quei principi, che dovrebbero ispirare regole che tutti noi vorremmo più moderne.
La seconda questione è la possibilità che vengano chiamati nella giunta provinciale di Bolzano degli assessori esterni. Il che vuol dire che il partito e il gruppo dominante (quello tedesco) potrà scegliersi, senza sostanziali controlli - ed è anche questa la ragione per cui abbiamo presentato alcuni emendamenti -, dei soggetti apparentemente rappresentativi del gruppo italiano, ma che in realtà non lo sarebbero, perché cooptati dalla maggioranza assoluta etnico-linguistica tedesca.
Sono queste le ragioni per cui noi oggi preferiremmo e preferiamo, aderendo a questi emendamenti, che della questione Trentino-Alto Adige si discuta a parte e che su questo provvedimento si svolga una discussione più ampia e approfondita. Lo diciamo non perché non vogliamo che le modifiche statutarie non siano introdotte ma perché la questione è di merito, di sostanza. Vogliamo che le modifiche statutarie vadano nel senso della modernità sia per il Trentino sia per l'Alto Adige e


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che per quest'ultimo segnino una svolta qualitativa nella tutela della minoranza italiana che esiste e vive in quella realtà territoriale (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Nel condividere le articolate argomentazioni testé svolte dal collega Frattini, vorrei dire che abbiamo presentato questo emendamento soppressivo dell'articolo 4 perché il nuovo articolato rovescia il rapporto tra province e regioni. In sostanza, nell'articolo 4 si prevede che il consiglio regionale non si articola più nei due consigli provinciali ma si compone dei due consigli provinciali, con la conseguenza che la competenza elettorale passa alle due province, togliendo così alla regione la sua principale competenza, con conseguente danno, a nostro giudizio, per il Trentino e per gli italiani di Bolzano. Infatti, attribuendo le competenze a Bolzano, la Südtiroler Volkspartei risulta dominante, mentre così non è nella regione.
Sono queste, in buona sostanza, le ragioni che stanno alla base della presentazione del nostro emendamento soppressivo dell'articolo 4.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mitolo. Ne ha facoltà.

PIETRO MITOLO. Onorevole Presidente, onorevole ministro, onorevoli colleghi, mi trovo nella stranissima situazione di essere forse l'unico rappresentante in questo Parlamento che ha sempre contrastato, soprattutto negli anni 1948-1950, l'attuazione del progetto di statuto speciale del Trentino-Alto Adige.
Avevamo ragioni di carattere storico e di carattere politico specifico per contrastare quello che indubbiamente è stato un grande disegno politico dell'onorevole Alcide De Gasperi. Mi trovo oggi nella condizione di dover rivedere il mio pensiero e la mia posizione - essendo forse tra i pochi rimasti a riconoscere a De Gasperi di aver scelto una strada sicuramente importante e interessante (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale) - ma di dover accettare oggi a malincuore la distruzione del suo disegno politico.
Con questa proposta di legge De Gasperi viene irriso soprattutto dai suoi adepti e dai suoi discendenti che distruggono la regione Trentino-Alto Adige; essa diventa semplicemente una sovrastruttura, in qualche modo superflua rispetto all'organizzazione istituzionale dell'autonomia del Trentino-Alto Adige. Non solo, ma con questo provvedimento poniamo la minoranza di lingua italiana, autentica minoranza della provincia di Bolzano - anche se in ciò vi può essere contraddizione in termini -, in condizioni di estrema difficoltà.
In questo provvedimento si afferma che sono le due province a formare la regione, ribaltando il concetto fondamentale dell'istituzione della regione Trentino-Alto Adige che si doveva articolare - come si articola oggi - nelle due province e che ha un suo ruolo di coordinamento almeno teorico e di guida, mentre con questo progetto essa diventa - lo ripeto - una finzione giuridica; diventa semplicemente un coperchio per sostenere e per avallare la politica di questi cinquant'anni nei quali la Volkspartei, il gruppo di lingua tedesca, tenacemente - bisogna dargliene atto - e pervicacemente è riuscito a ribaltare la situazione, a rovesciare la posizione che era stata creata anche a seguito dell'accordo De Gasperi-Gruber - non ce lo dimentichiamo - e a raggiungere l'obiettivo di piena indipendenza che prelude sicuramente ad altri traguardi.
Non è mistero per nessuno, egregi colleghi, che la Volkspartei, da qualche anno, da quando ha potuto vedere che la sua politica, che essa definisce politica di autonomia dinamica, ha successo, tenda alla creazione dell'euro-Region Tirol al posto della regione Trentino-Alto Adige.
Il Presidente mi fa cenno che devo concludere, ma riprenderò in seguito il


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mio discorso. Non posso che concordare con quanto precedentemente e molto brillantemente il collega Frattini ha detto in quest'aula ed associarmi alla proposta di Fontan di stralciare questo provvedimento riportandolo in Commissione per un esame serio e approfondito; non dobbiamo infatti dimenticare che modifiche di questa natura e di questa portata debbono trovare, prima di tutto, il consenso della maggioranza del gruppo di lingua italiana in Alto Adige ed anche dei trentini (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega forza nord per l'indipendenza della Padania). A questo principio occorre ispirarsi e ad un'azione diretta a valorizzare la minoranza di lingua italiana in Alto Adige. Essa si vede, ancora una volta, passare sopra la propria testa un provvedimento che non gradisce, che non accetta e che ha ragioni profonde, fondate, serie, tecniche e costituzionali per avversare; si trova, ancora una volta, ad accettare un diktat in questa materia.
Mi associo pertanto alle proposte dei colleghi che mi hanno preceduto (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e misto-CDU - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato.
Colleghi, debbo informarvi che per molti gruppi (Forza Italia, Alleanza nazionale, Verdi, eccetera) è esaurito anche il supplemento di tempo concesso. Stante l'importanza del provvedimento, e non essendovi obiezioni, aumenterei ancora della metà il tempo che avevo già concesso, proprio perché il tema è rilevante.
Ha facoltà di parlare, onorevole Boato.

MARCO BOATO. Signor Presidente, non sarei neanche intervenuto se non fosse stata introdotta in questi termini una problematica.
Stiamo per votare proposte soppressive dell'intero articolo 4, che hanno come primi firmatari gli onorevoli Migliori (con l'onorevole Mitolo), Teresio Delfino e Fontanini (con l'onorevole Fontan), con l'annuncio di voto favorevole da parte del collega e amico Frattini di Forza Italia. L'onorevole Fontan ha dichiarato ripetutamente di essere favorevole alla permanenza della clausola del requisito della residenza di quattro anni e lo ha fatto in tutte le lingue, diffidando Durnwalder nel corso di un'audizione dal recedere mentre noi, così come Forza Italia e come, per altri aspetti, Alleanza nazionale, abbiamo chiesto di superare, sia pure gradualmente, questa misura. Quindi, Forza Italia voterebbe, insieme ad Alleanza nazionale ed a Teresio Delfino, a favore di un emendamento soppressivo della Lega che va in direzione esattamente opposta rispetto alle problematiche che essi hanno posto.
Seconda questione. Non credo, amico e collega Mitolo, che qui si possa fare la demagogia su De Gasperi che ho sentito poco fa. Lei ha avuto la lealtà di riconoscere che voi siete stati sempre contro De Gasperi e contro la sua architettura statutaria. Adesso, con decenni di ritardo, recuperate un disegno di cinquant'anni fa e lo fate nel momento in cui quest'Assemblea, un anno e mezzo fa, ha stabilito a larghissima maggioranza, con il voto favorevole anche di Forza Italia e credo di una parte di Alleanza nazionale...

PIETRO MITOLO. No, Alleanza nazionale no!

MARCO BOATO. Risulta dai tabulati e fa onore ad Alleanza nazionale!
Come dicevo, ha stabilito che la regione Trentino-Alto Adige è costituita dalle province autonome di Trento e Bolzano.
Il 95-98 per cento, tra poco quasi il 100 per cento, delle competenze statutarie è già oggi in capo alle due province autonome. Noi abbiamo respinto - il collega Zeller lo sa - a larghissima maggioranza la proposta ex SVP di allora di dar vita a due regioni (una regione Sudtirolo ed Alto Adige ed una regione Trentino), confermando l'assetto unitario dello statuto e quello tripolare dell'autonomia


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trentino-altoatesina-sudtirolese, la permanenza della regione e delle due province. Dal momento che le province hanno già oggi il 95 per cento delle competenze, e ne avranno di più tra poco, ha infatti senso affermare che la regione è costituita dalle due province.

PIETRO ARMANI. Le parole sono pietre!

MARCO BOATO. Quindi, sono veramente sconcertato non delle problematiche poste dal collega Frattini, legittime anche se non tutte condivisibili, ma del fatto che questo si traduca (lo dico agli amici e colleghi di Forza Italia ed anche al presidente Pisanu, con cui in Commissione abbiamo dialogato quando ha posto la questione Sardegna; parlo di settimane o di mesi fa) da parte vostra in un voto a favore della soppressione dell'articolo e non nell'approvazione degli emendamenti che avete proposto, tutti legittimi, anche se alcuni, come dicevo, condivisibili ed altri no.
Parliamo però di un voto «soppressivo». Deve cioè rimanere tutto com'è. Alla faccia, amico e collega Frattini, dell'innovazione, della capacità di riforma, di stare ai tempi, di aprirsi, eccetera (Applausi dei deputati dei gruppi dei democratici di sinistra-l'Ulivo e dei Popolari e democratici-l'Ulivo)! Voi state proponendo di sopprimere l'articolo, cioè di non cambiare neanche una virgola. Questo a mio parere è politicamente sconcertante.

ROLANDO FONTAN. Stiamo proponendo di portarlo in Commissione!

MARCO BOATO. Non mi meraviglia che lo chieda Fontan, il quale, da questo punto di vista, non intende fare niente: vuole la disgregazione di quell'assetto.

ROLANDO FONTAN. La questione è se rinviarlo o meno in Commissione!

MARCO BOATO. Che però oggi si cavalchi la polemica citando De Gasperi, che cinquant'anni fa avete cercato di sconfiggere in tutti i modi, riproponendolo in questa sede - concludo Presidente - quando il Parlamento ha già votato a larghissima maggioranza questo assetto ed il consiglio regionale (60 su 70) ha approvato questa proposta di riforma, lo considero francamente sconcertante.
Per quanto riguarda la questione della residenza - lo aggiungo solo a titolo di precisazione -, sono stati presentati emendamenti per introdurre cambiamenti nel Trentino ed ordini del giorno per impegnare il Governo ad arrivare al cambiamento. Si tratta di un problema reale.
Circa la questione degli assessori esterni di Bolzano, non è vero che la Volkspartei, con la maggioranza, può nominarli perché essi, nel testo da noi proposto, vengono eletti dal consiglio provinciale con maggioranza qualificata dei due terzi (unico assetto autonomistico di tutta Italia). Su questo dobbiamo fare chiarezza perché le problematiche vi sono, ma possiamo risolverle positivamente respingendo gli emendamenti soppressivi dell'articolo 4 e passando ad esaminare i restanti emendamenti ad esso riferiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.

LUIGI OLIVIERI. Signor Presidente, come il collega Boato, anch'io non sarei intervenuto se non avessimo anticipato gli interventi in merito all'approvazione, se ci arriveremo (il mio gruppo ed io auspichiamo di sì), dell'articolo 4. Gli interventi dei colleghi Frattini e Mitolo hanno bisogno di una precisa e puntuale replica.
Molte osservazioni sono state già fatte dal collega Marco Boato ed io le condivido. Brevemente, desidero aggiungere altre considerazioni, cercando di seguire l'iter logico dei colleghi che sono intervenuti a sostegno degli emendamenti atti a sopprimere l'articolo 4; se ciò avvenisse, colleghi, produrremmo un grave danno all'autonomia speciale della regione Trentino-Alto Adige. Le motivazioni addotte dai colleghi Frattini e Mitolo per sostenere l'approvazione degli emendamenti soppressivi


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potrebbero essere controproducenti per loro stessi; infatti, come è ormai evidente non solo alla dottrina costituzionale ma a tutti coloro che lavorano all'interno delle istituzioni, un ente che non sa ammodernarsi, che non sa essere all'altezza dei tempi, che non sa essere efficace ed efficiente, né dare risposte immediate e concrete alle esigenze dei concittadini, ha già in sé il germe della sua dissoluzione. È ciò che sta avvenendo in Trentino-Alto Adige.

ROLANDO FONTAN. Non è vero!

LUIGI OLIVIERI. Il collega Frattini ha affermato che sono due le ragioni fondamentali che inducono Forza Italia a votare a favore degli emendamenti soppressivi dell'articolo 4: la prima attiene alla residenza, la seconda alla possibilità, da parte del consiglio provinciale di Bolzano, di eleggere i cosiddetti assessori esterni (non si tratterebbe, quindi, di una nomina da parte del presidente della giunta provinciale).
Collega Frattini, per quanto riguarda la questione della residenza, sai benissimo che vi sono vostri emendamenti e nostri ordini del giorno che vanno nella direzione di superare quella che anche noi riteniamo una discriminazione, ossia la previsione, contenuta nel comma 4 dell'articolo 25 dello statuto della regione Trentino-Alto Adige, della necessità della residenza da almeno quattro anni per poter esercitare il diritto elettorale attivo. Esiste, però, un problema concreto, che attiene alla politica internazionale; infatti, quella disposizione è il frutto della «misura 50» convenuta dall'Italia e dalla Repubblica federale austriaca nel 1969 e che, poi, è stata recepita nello statuto speciale del 1972. Bisogna fare i passi conformemente alle possibilità effettive; se non vogliamo creare un conflitto internazionale su tale questione, occorre impegnare il Governo, come pensiamo di fare con il nostro ordine del giorno, affinché attivi le procedure che consentano la modifica della disposizione indicata.
Per quanto riguarda la questione relativa all'elezione degli assessori esterni da parte del consiglio provinciale, l'unica possibilità per venire incontro all'esigenza sollevata da Forza Italia e da Alleanza nazionale è costruire nuovamente in Alto Adige le «gabbie etniche»; dobbiamo rifiutare tale prospettiva, dobbiamo impedirla, considerato ciò che sta succedendo in questi giorni in Europa. Non possiamo venir meno al processo evolutivo di cinquanta anni di convivenza, che è stato preso ad esempio, o almeno studiato, anche in occasione dell'ultima questione relativa al conflitto scoppiato in Jugoslavia.
Questo tentativo è culturalmente abominevole e, politicamente, noi lo respingiamo. Se ci rifacessimo al dibattito ed alle posizioni arretrate sostenute da alcune forze politiche nel 1971, quando il Parlamento con legge costituzionale ha approvato il nuovo statuto speciale, sbaglieremmo; dobbiamo andare avanti, dobbiamo investire su una politica di convivenza, di capacità di stare insieme e di risolvere in modo democratico conflitti che possono scoppiare - di fatto ciò accade - quando su una stessa terra convivono diverse etnie e diversi gruppi linguistici.
Per questo motivo, quindi, non possiamo accettare quella formulazione. Noi sappiamo che il pericolo esiste, ma crediamo che sia politicamente necessario investire sul futuro, perché la storia che è alle nostre spalle ci dice che questa è la giusta dritta che dobbiamo avere e il giusto percorso che dobbiamo percorrere.

PIETRO MITOLO. È il giusto percorso per restituire l'Alto Adige all'Austria (Commenti del deputato Boato)! Boato, tu sei un ingenuo!

LUIGI OLIVIERI. Quindi, noi investiamo politicamente e siamo convinti di essere nel giusto nel fare questo.
Forza Italia giustamente non ha sollevato questa obiezione. Ai colleghi di Alleanza nazionale dico: non torniamo a fare il teatrino della politica! Noi non facciamo un buon lavoro né per noi, né per la nostra popolazione.


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La modifica della tripolarità, con la consacrazione della situazione oggettiva, ossia il motore dell'autonomia da parte delle province rispetto alla regione è già stato votato da quest'Assemblea. Quello che doveva diventare l'articolo 57 della nuova parte II della Costituzione ha visto una confluenza di voti quasi unanime. Vi è stato qualche dissenso da parte di Alleanza nazionale, ma è stato votato nell'aprile 1998. Quindi, se siamo seri e coerenti, l'obiettivo è quello di proseguire in un percorso più ambizioso di modifica costituzionale che troviamo nuovamente nel disegno di legge sulla nuova riforma federale dello Stato che è già arrivato in aula.
Per questi motivi i democratici di sinistra voteranno contro gli emendamenti che tendono a sopprimere l'articolo 4 di questo disegno di legge costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

ROLANDO FONTAN. Siamo sullo stralcio, Signor Presidente, non sull'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ballaman. Ne ha facoltà.

EDOUARD BALLAMAN. Signor Presidente, parlo da deputato friulano e quindi estremamente interessato alla questione dello stralcio degli articoli 4 e 5. Ebbene, ritengo che sia giusto riformare, ma in meglio e ponderando. Quindi, non ritengo che sia questo il momento di fare prediche sul fatto che bisogna assolutamente riformare. Questo è il motivo per cui appoggiamo fortemente l'ipotesi dello stralcio e ci comporteremo di conseguenza in ogni maniera per poter avere lo stralcio degli articoli 4 e 5.
A questo punto non posso che invitare ovviamente il Polo, che ben conosce la posizione della Lega sull'argomento, che sa bene che in Friuli vi è un governo Polo-Lega e che, in questo momento, la maggioranza è sostenuta dalla Lega ad appoggiare l'ipotesi di stralcio, che sono già state perfettamente evidenziate, ma che devono essere supportate anche con un atteggiamento concreto. Ciò sarebbe rispettoso di quanto viene chiesto dai loro partiti regionali sul territorio.
Quindi, non giudico, anzi lascio assolutamente perdere gli inutili - a mio avviso - tentativi dell'onorevole Boato di mettere zizzania che di fatto non fa altro che comprovare il fatto che sull'argomento c'è un dibattito forte che non può essere liquidato semplicemente con un voto. Questo dibattito forte richiede quindi lo stralcio degli articoli 4 e 5 e di conseguenza il rinvio in Commissione degli stessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crema. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CREMA. Signor Presidente, il relatore sa che dall'inizio di questo «viaggio» ho sostenuto che il Parlamento fungesse da seggio elettorale e prendesse atto della volontà della maggioranza (augurandomi una larga maggioranza) dei consigli e dei parlamenti regionali sulle modifiche costituzionali che, di fatto, sono modifiche statutarie. In secondo luogo, abbiamo accettato il metodo dell'articolato regione per regione sul piano formale, salvaguardando però il principio che ogni modifica costituzionale e statutaria abbia un proprio iter di carattere formale, mantenendo quindi il primato dell'autonomia regionale. Noi socialisti, dall'inizio di questa legislatura, abbiamo sempre sostenuto che le modifiche costituzionali devono nascere sulla base del confronto e con il concorso delle diverse forze politiche: se poi vi sarà una differenziazione nella votazione, ciò fa parte del gioco democratico, ma certamente non deve esservi a priori la contrarietà delle opposizioni.
Ebbene, siamo in presenza di una richiesta politica alla quale sulla richiesta di stralcio si determina un consenso da parte nostra, proprio perché emerge una delle fondamentali esigenze che ricordavo, considerate le dichiarazioni rese da tutte


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le opposizioni. Invito quindi il relatore, che finora è stato così sensibile in Commissione e nel Comitato ristretto, a recepire la richiesta che vi sia un confronto formale e politico con le istituzioni regionali e con l'articolazione democratica del Parlamento; lo invito, dunque, ad accogliere la richiesta di stralcio, perché sia permesso non di accantonare, ma di riprendere ed approfondire la materia, per trovare un altro accordo su questa che rimane una modifica costituzionale. Se, onorevole relatore, anziché l'articolo 4 della proposta di modifica costituzionale, vi fosse un proposta di legge costituzionale a sé stante, il voto contrario delle opposizioni non permetterebbe ciò che lei capisce benissimo. Non ci si può basare, quindi, su una sorta di marchingegno, affermando che questo è solo un articolo, per ritenere che il voto contrario di quasi metà dell'Assemblea non renderebbe l'iter del provvedimento molto più difficile, soprattutto in considerazione del fatto che ci troviamo di fronte ad una modifica costituzionale.
Non possiamo aggirare, sotto l'aspetto formale, un requisito politico sostanziale per una modifica costituzionale: lei, onorevole relatore, ha capito benissimo (Applausi dei deputati dei gruppi misto-Socialisti democratici italiani e della Lega forza nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.

CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, forse vi è un ragionamento che viene prima del merito della proposta. Ho sentito citare l'onorevole De Gasperi, e mi ha fatto piacere, perché si è richiamato il modo in cui, in un dopoguerra difficile, venne affrontato il problema di una minoranza linguistica: devo dire, infatti, che il primo aspetto che mi impressiona sfavorevolmente è che, su una materia così delicata, si stia proponendo nell'aula di Montecitorio una spaccatura verticale.
Voglio che i colleghi riflettano per un attimo su tale spaccatura, che si prefigura su una norma delicata, la quale ha anche riflessi internazionali: ricordo infatti l'accordo De Gasperi-Gruber e l'esigenza di convivenza fra minoranze, una tedesca in Italia, una italiana in provincia di Bolzano. Personalmente, non credo sia impossibile affinare la normativa, trovare qualche punto di equilibrio per esigenze che sono di pari dignità. Qualche volta ho l'impressione che chi è minoranza, ed ha subito storicamente alcuni torti (come la minoranza tedesca dell'Alto Adige), nel momento in cui diventa maggioranza in una determinata area territoriale, abbia la tendenza a riproporre atteggiamenti rispetto a chi è minoranza in quel territorio (italiani o ladini) che in qualche modo possono ricordare antiche forzature (mi riferisco a quelle degli italiani nei confronti della minoranza tedesca).
Non abbiamo presentato emendamenti soppressivi dell'articolo 4, perché riteniamo che il problema sia non tanto sopprimere l'articolo, quanto venire incontro a richieste contenute negli emendamenti presentati dai vari gruppi, in modo che un provvedimento di così grande importanza non possa e non debba uscire dalla Camera dei deputati con il 55 per cento dei voti.
Una divisione così profonda del Parlamento costituirebbe una grave irresponsabilità nazionale, rispetto a questioni che toccano da vicino, non solo la comunità dei cittadini dell'Alto Adige di lingua tedesca, ma anche la comunità italiana che vive in quelle province.
Non so se il rinvio in Commissione sia la soluzione più adatta, comunque voterò a favore dello stesso per avere un momento di maggiore riflessione, ma il mio vuole essere un appello a tutti i gruppi affinché su una questione così delicata non si proceda per forzature. Le sensibilità delle minoranze - conosciamo quella storica della minoranza della lingua tedesca rispetto agli avvenimenti del passato - non si devono trasfondere per la comunità italiana, per la provincia di Bolzano o per la regione Trentino-Alto Adige, nella sensazione di subire, a propria volta, quello che può essere interpretato come un


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sopruso, innescando nuovamente, in regioni di confine, tensioni che dovrebbero essere storicamente superate.
Mi rivolgo, quindi, al relatore e al Comitato di nove perché approfondiscano una riflessione sugli emendamenti e affinino la norma, affinché il provvedimento in esame venga approvato da questa Camera con una larga maggioranza ed anche al fine di evitare che, su questioni così delicate, si giochi su pochi voti di maggioranza o su problemi di schieramento. Così facendo, infatti, si rischia di compiere un passo indietro, invece che in avanti, rispetto ad una convivenza che, per fortuna, nei decenni è migliorata, riaccendendo tensioni che la storia giustamente ha condannato (Applausi dei deputati dei gruppi misto-CCD e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i deputati della Südtiroler Volkspartei voteranno contro gli identici emendamenti Migliori 4.1, Teresio Delfino 4.2 e Fontanini 4.36, in quanto mirano ad escludere dalla riforma la regione Trentino-Alto Adige e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Il trasferimento della competenza sulla forma di governo in capo alle due province e il nuovo assetto delle regioni, già votato nella bicamerale, sono fortemente voluti dalla popolazione locale e, in tal senso, si sono espressi anche i rappresentanti istituzionali della regione Trentino-Alto Adige e delle province autonome di Trento e di Bolzano, nonché la cosiddetta commissione dei 137, prevista dal pacchetto.

PIETRO MITOLO. A maggioranza!

KARL ZELLER. Esiste una larga maggioranza, sia nella regione sia nella provincia, favorevole alle riforme, quindi non posso accettare che forze politiche di opposizione, sia in Parlamento sia a livello locale, vogliano imporre il proprio volere a rappresentanti democraticamente eletti.
Non avrei voluto intervenire, ma devo contestare le affermazioni dell'onorevole Frattini in ordine alla mancanza di pari opportunità nella provincia tra il gruppo tedesco e il gruppo italiano. I pari diritti sono previsti già da cinquanta anni nello statuto e la provincia, le sue istituzioni godono di un altissimo gradimento da parte, anzi soprattutto, della popolazione italiana. Onorevole Frattini, è sufficiente leggere i sondaggi compiuti negli ultimi anni per accorgersene. Inoltre, non è vero ciò che l'onorevole Frattini ha affermato circa il fatto che la Südtiroler Volkspartei potrebbe scegliere gli assessori esterni spettanti al gruppo italiano. Infatti, la Südtiroler Volkspartei in consiglio provinciale non ha la maggioranza dei due terzi necessaria a tale scopo.
Davanti a questa Assemblea desidero sottolineare che la Südtiroler Volkspartei si impegna anche politicamente a tale riguardo e che non è mai stata sua intenzione, né sarà suo interesse, scegliere assessori italiani con i suoi voti: se il gruppo italiano lo desidera, vogliamo che gli assessori vengano scelti dal gruppo italiano. D'altra parte, lo ripeto, non sarebbe possibile agire diversamente, in quanto manca la maggioranza dei due terzi.

PIETRO MITOLO. Per la verità, in Commissione è stato detto qualcosa di diverso.

KARL ZELLER. Per quanto riguarda la condizione della residenza quadriennale per l'esercizio dell'elettorato attivo, come giustamente ha osservato il collega Olivieri, esiste un accordo internazionale; la disposizione n. 50 del pacchetto prevede un accordo italo-austriaco per chiudere la vertenza sull'attuazione dell'accordo di Parigi del 1946.
Il Parlamento italiano non può unilateralmente cancellare una norma di rango internazionale; semmai potranno essere avviate le procedure con l'Austria per cercare di ottenerne la revisione.


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Noi siamo contrari all'abolizione del requisito della residenza quadriennale, innanzitutto perché non sono state rispettate le procedure internazionali, ma anche nel merito, perché a tutt'oggi nella provincia di Bolzano vi è la più alta presenza, in rapporto alla popolazione, di militari, finanzieri e poliziotti e, soprattutto nei comuni di confine, verrebbe sostanzialmente alterato il rapporto nei consigli comunali.

PIETRO MITOLO. Ma no, Zeller! Lo sai bene che non è vero.

KARL ZELLER. Sì, questo è vero, onorevole Mitolo.
Per questo motivo siamo contrari all'abolizione di questa misura, introdotta non a caso a tutela delle minoranze linguistiche tedesca e ladina.
Vorrei anche avvertire i colleghi che, se fosse approvato lo stralcio dell'articolo 4, rimarrebbe comunque l'attuale comma 4 dell'articolo 25 dello statuto e, quindi, la clausola della residenza e voi non ne avrete tratto alcun beneficio.

PIETRO FONTANINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIETRO FONTANINI. Signor Presidente, intervengo per proporre formalmente la richiesta di stralcio degli articoli 4 e 5.

PRESIDENTE. Ora siamo all'articolo 4; quando arriveremo all'articolo 5 voteremo la proposta di stralcio di quell'articolo.
Siccome alcuni colleghi hanno chiesto di stralciare solo l'articolo 4 ed altri gli articoli 4 e 5, porrò in votazione prima la proposta di stralcio dell'articolo 4. Se sarà approvata, si passerà all'articolo 5; se non sarà approvata, voteremo gli emendamenti all'articolo 4 e poi, quando arriveremo all'articolo 5, si voterà lo stralcio di tale articolo.
Colleghi, prendete posto perché, per maggiore certezza, avverto che la votazione sarà effettuata mediante procedimento elettronico senza registrazioni di nomi.
Qual è il parere del relatore sulla richiesta di stralcio?

ANTONIO DI BISCEGLIE, Relatore. Il parere sullo stralcio è contrario, in quanto abbiamo avuto modo di affrontare la materia in maniera molto estesa ed approfondita in Commissione.
Abbiamo seguito semplicemente alcuni criteri: in primo luogo, vi è stato un pronunciamento del consiglio regionale, che mi pare sia stato ampio e che è stato anche ripetuto. In secondo luogo, nel momento in cui sono state previste alcune innovazioni, abbiamo rafforzato la presenza e gli elementi di garanzia di quella che viene chiamata la minoranza italiana in Alto Adige. Tra l'altro, anche l'ultimo emendamento, riguardante la proposta che viene avanzata da uno o più gruppi consiliari, rafforza questi elementi di salvaguardia.
Per quanto riguarda la questione della residenza, si tratta di un elemento che abbiamo molto dibattuto, ma gli onorevoli colleghi sanno che è materia non disponibile da parte di questa Assemblea, ma che, come è stato detto, deve essere esaminata dall'esecutivo nell'ambito delle complessive misure in materia internazionale. Proprio a tale riguardo noi stessi ci siamo fatti carico di un ordine del giorno che impegnasse il Governo in tal senso.
Ho espresso così, in modo succinto, le ragioni che inducono la Commissione ad esprimere parere contrario sulla proposta di stralcio.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

ANTONIO MACCANICO, Ministro per le riforme istituzionali. Signor Presidente, come rappresentante del Governo non mi nascondo la delicatezza delle questioni sollevate dai colleghi Frattini e Mitolo.
Tuttavia, faccio rilevare che, per quanto riguarda il problema fondamentale della residenza, cioè la disposizione del comma 4 dell'articolo 25 dello statuto, lo


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stesso onorevole Frattini ha presentato un ordine del giorno nel quale si chiede di impegnare il Governo «ad avviare tutte le iniziative occorrenti, ivi compreso un tempestivo confronto con la Repubblica austriaca per la modifica della disposizione n. 50 e della corrispondente disposizione dello Statuto della regione Trentino-Alto Adige e delle provincie autonome di Trento e Bolzano, affinché sia immediatamente ridotta a due anni per l'elezione del 2003 e abolita per le elezioni del 2008 la condizione attualmente stabilita della residenza quadriennale per l'esercizio del diritto di elettorato attivo». Onorevole Frattini, a nome del Governo accetto il suo ordine del giorno n. 3; però, se si riconosce che esiste un'implicazione di natura internazionale, bisogna anche trarne le conseguenze. Ripeto, accetto questo ordine del giorno e, se ciò può semplificare la situazione, credo che sia opportuno riflettere sulla posizione del Governo. Non vorrei che una posizione troppo chiusa su questo punto creasse in Alto Adige una situazione diversa da quella che abbiamo avuto finora. Le soluzioni che noi abbiamo dato in Alto Adige sono un modello per l'Europa ed è per questo che raccomando, a nome del Governo, questa particolare cautela (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo dei Popolari e democratici-l'Ulivo e dei Democratici-l'Ulivo).

RAFFAELE CANANZI, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CANANZI, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, ho chiesto la parola soprattutto per formulare un invito al collega Frattini e a tutto il gruppo di Forza Italia, anche in considerazione dell'ottimo lavoro svolto in Commissione - come è stato già ricordato - con spirito costituente rispetto alla questione che ci occupa, sia per il fatto che il Governo, come testé ha detto il ministro Maccanico, intende accedere alla richiesta formulata attraverso l'ordine del giorno, sia per il fatto che sulla questione degli assessori esterni, come è stato già rilevato da molti colleghi intervenuti, vi è la possibilità, attraverso un emendamento che è già stato formulato e gli impegni politici assunti anche dall'onorevole Zeller in questa sede, di riconsiderare il problema. L'esigenza di una maggioranza dei due terzi e della proposta dei gruppi consiliari, metterebbero nella condizione di dover tener conto dei gruppi linguistici senza però che di questi occorra farne cenno, proprio per non riaprire in Trentino-Alto Adige una questione di natura etnica che a me sembrerebbe, anche dal punto di vista della norma costituzionale, non utile rimettere sul tappeto.
Detto questo, gradirei che il collega Frattini provvedesse ad una riconsiderazione della questione, prima di passare, come il Presidente ha indicato, alla votazione sullo stralcio.

FRANCO FRATTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO FRATTINI. Signor Presidente, ringrazio il ministro Maccanico per le parole e per l'impegno che ha assunto. La nostra non è una posizione di indisponibilità al confronto né di contrarietà in assoluto all'introduzione di modifiche statutarie. Non è vero quanto il collega Boato ha desunto dalle mie parole e cioè che l'appello alla modernizzazione dello statuto equivalga alla bocciatura dell'articolo 4; equivale a tentare, con una larga maggioranza, di modernizzare lo statuto, in applicazione di quei princìpi che oggi non vedo all'interno della formulazione dell'attuale articolo 4.
Di qui la mia posizione favorevole ad un approfondimento in Commissione dell'articolo 4, attraverso lo stralcio, al fine di renderlo migliore, più applicabile ed apprezzabile da una maggioranza molto più larga di quella che non ci sia ora. Quindi, non vogliamo eliminare il problema ma arricchirlo.


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In secondo luogo, prendo atto con favore dell'impegno del Governo, ma vi sono altre questioni che formano oggetto di emendamento. Per esempio, sull'ipotesi dell'assessore esterno, credo che il principio debba essere quello del consenso dei gruppi, non dell'individuazione di formule intermedie, che non mi persuadono e quindi, in questo momento, non sono in grado di esprimermi favorevolmente perché non so se e quali degli emendamenti, a mio avviso indispensabili, saranno accolti.
All'esito di questa riflessione, i deputati del gruppo di Forza Italia decideranno se votare a favore, astenersi o votare contro l'articolo 4 della proposta di legge quale uscirà dai lavori che si svolgeranno.
Nel ringraziare, dunque, il Governo per questo importante passo in avanti, ritengo che oggi non vi siano ancora le condizioni per il mio gruppo per rinunciare alla richiesta di riflessione, di approfondimento e di non abbandono della discussione sulla problematica contenuta nell'articolo 4.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Signor Presidente, vorrei rimarcare che - come è stato detto - una proposta di legge costituzionale dovrebbe essere sorretta da una larga maggioranza. Mi sembra, invece, che in questo caso la maggioranza di centro-sinistra - salvo i socialisti, che sono opportunamente intervenuti schierandosi, ovviamente, per lo stralcio - sia alla ricerca del muro contro muro.
Su una questione così importante e delicata quale la modifica dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige - nonché di quello del Friuli-Venezia Giulia - la maggioranza non può arrogarsi il diritto di andare avanti muro contro muro come, purtroppo, sta facendo.

PIETRO MITOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Mitolo, lei ha già preso la parola; tuttavia, per rispetto nei suoi confronti, gliela concederò di nuovo.

PIETRO MITOLO. Signor Presidente, ho ascoltato le parole del ministro Maccanico. Prendo atto che il Governo ha preannunciato di accettare l'ordine del giorno Frattini n. 9/168/3. Preannuncio, a mia volta, che è stato presentato un ordine del giorno anche dai colleghi del mio gruppo e mi auguro che anche esso venga accolto.
Quel che trovo molto strano è che si ponga la questione della discussione dell'articolo 4 quasi fosse un obbligo internazionale. Tra le garanzie internazionali che l'Italia deve rispettare vi è quella dell'accordo De Gasperi-Gruber; null'altro! Signor ministro, colleghi, da troppo tempo si gioca su questo equivoco!

LUIGI OLIVIERI. Non è un equivoco.

PIETRO MITOLO. Sì, è un equivoco! Con le modifiche all'articolo 25 dello statuto speciale del Trentino-Alto Adige, così come è stato ampiamente modificato attraverso l'uso della Commissione dei sei, si è prodotta in questi anni una serie di modifiche costituzionali, senza che sia stata interpellata l'Austria o qualsiasi altro interlocutore! Ma si trattava di modifiche che facevano comodo alla Volkspartei e a voi! Nessuno si è alzato in piedi per dire una cosa del genere!
Quindi, possiamo procedere alla modifica. Se qualcuno solleverà eccezioni, le affronteremo in quell'occasione; non possiamo, però, preventivamente temere la possibilità ed il diritto che abbiamo di intervenire a norma dell'articolo 138 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dobbiamo votare, innanzitutto, la proposta di stralcio dell'articolo 4.
Come ho già detto, per agevolare il computo dei voti, dispongo che la votazione


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sia effettuata mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 4.
(È respinta).

La Camera dei deputati ha respinto la proposta di stralcio dell'articolo 4 per 92 voti di differenza.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Migliori 4.1, Teresio Delfino 4.2 e Fontanini 4.36; sono state già svolte, infatti, le dichiarazioni di voto. Successivamente, possiamo sospendere l'esame del provvedimento, per consentire alla Commissione di svolgere un'ulteriore riflessione e per facilitare lo scioglimento delle questioni poste; si tratta, infatti, di questioni che si rifrangono anche al di fuori di quest'aula.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, sono già state svolte le dichiarazioni di voto sugli emendamenti citati.

ROLANDO FONTAN. No, Presidente, mi faccia parlare.

PRESIDENTE. Ora non posso darle la parola, onorevole Fontan.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Migliori 4.1, Teresio Delfino 4.2 e Fontanini 4.36, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

MARCO BOATO. Fontan non sta votando per l'emendamento di cui è cofirmatario!

ROLANDO FONTAN. Il Presidente non mi ha dato la parola.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (
Vedi votazioni).
(Presenti 274
Votanti 271
Astenuti 3
Maggioranza 136
Hanno votato
79
Hanno votato
no 192
Sono in missione 48 deputati).

Se i colleghi sono d'accordo, proporrei di sospendere l'esame della proposta di legge, per consentire alla Commissione di approfondire l'esame delle questioni sollevate.
Non essendovi obiezioni, passiamo, anche se con un po' di anticipo sull'orario previsto, le 12,30, al successivo punto all'ordine del giorno, relativo alle dimissioni dalla Camera dei deputati presentate dall'onorevole Nilde Iotti.

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