Allegato A
Seduta n. 622 del 17/11/1999


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INTERROGAZIONI CONCERNENTI IL CROLLO DI UN EDIFICIO NELLA CITTÀ DI FOGGIA

(Sezione 1 - Interrogazioni)

MUSSI, BONITO, ZAGATTI, ABATERUSSO, FAGGIANO, MALAGNINO, MASTROLUCA, ROSSIELLO, ROTUNDO, PAOLO RUBINO, STANISCI e GAETANO VENETO. - Ai Ministri dell'interno e dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
quella di Foggia è la più grave tragedia edilizia verificatasi nel nostro paese, giacché mai in passato si erano contate tante vittime a cagione della rovina di edifici;
la rabbia, lo sgomento, il dolore di una città sono presto diventati sentimenti comuni di un intero popolo, come visibilmente testimoniato dall'intervento e dalla partecipazione delle più alte cariche della Repubblica;
il crollo verificatosi nel capoluogo ha cause non solo tecniche, ma anche politiche, giacché trova la sua scaturigine prima nella devastante politica del territorio che la città di Foggia ebbe a subire negli anni settanta e negli anni ottanta;
la sintesi di siffatte considerazioni impone un duplice livello di intervento: l'uno, il più urgente, diretto ed immediato, di carattere emergenziale e congiunturale, l'altro, con più ampio respiro, di natura programmatica, strutturale e più propriamente politico;
per un verso, infatti, la desolante conta delle vittime, il dramma dei superstiti, la ferita alla città foggiana, impongono alla collettività nazionale l'aiuto economico alle persone, alle famiglie, ai superstiti ed alla municipalità;
per altro verso la tragedia di Foggia (come altre che l'hanno preceduta) segnala nel modo più crudo e drammatico l'esistenza nel nostro Paese di un grande problema relativo alla sicurezza degli edifici, non sempre garantita, soprattutto nelle medie e grandi aree urbane, teatro, negli scorsi decenni, di tumultuose e spesso incontrollate spinte alla edificazione;
il modo in cui questa massiccia edificazione si è realizzata (diffusa presenza di logiche speculative, carenza di controlli, massiccio ricorso all'abusivismo) e una scarsa propensione alla manutenzione (soprattutto delle parti comuni degli edifici che contano numerose unità immobiliari) ci hanno consegnato nel tempo un patrimonio edilizio enorme, spesso fatiscente ed obsoleto, di rado soggetto alle necessarie verifiche di staticità e sicurezza e alla opere di manuntenzione, ristrutturazione o recupero;
esistono anche i rischi derivanti da fenomeni non rinconducibili alle intrinseche caratteristiche degli edifici e riguardanti i diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico presenti nel Paese e i ricorrenti rischi dovuti a fenomeni sismici che interessano gran parte dell'Italia;


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in questa legislatura maggioranza e governi hanno, per la prima volta, in modo deciso, posto i problemi del recupero e della ristrutturazione degli immobili, della riqualificazione di aree urbane particolarmente degradate, della lotta all'abusivismo, privilegiando questi aspetti rispetto allo sviluppo di nuove massicce edificazioni -:
quali iniziative abbia adottato il Governo e quali intenda adottare per accertare in tempi rapidi le cause vicine e lontane del disastro di Foggia e per individuarne i responsabili;
quali iniziative intenda adottare anche in collaborazione con gli enti locali direttamente interessati, per affrontare i gravi problemi cagionati dal disastro in questione;
quali aiuti intenda fornire ai superstiti, alle famiglie delle vittime ed alla municipalità foggiana;
quali interventi intenda inserire nella legge finanziaria dello Stato, di prossima approvazione, in relazione ai gravi fatti oggetto del presente atto di sindacato ispettivo;
se il Governo confermi l'intenzione di accelerare le iniziative volte a dare seguito alle positive esperienze finora condotte in materia di programmi di recupero del patrimonio abitativo pubblico, di riqualificazione urbana e di «contratti di quartiere» e quelle, avviate negli ultimi tempi, di intensificazione della lotta all'abusivismo edilizio, utilizzando pienamente le norme già esistenti e promuovendo l'approvazione di norme più efficaci, così come di recente annunciato;
come il Governo intenda garantire la piena attuazione delle norme previste dalla legge recante «provvedimenti in materia di protezione civile» approvata nel luglio scorso, che impone la delimitazione, la salvaguardia e l'intervento nelle aree a maggiore rischio idrogeologico, impegnandosi nel contempo ad una più penetrante iniziativa nel settore della difesa del suolo;
come intenda perseguire, in modo coerente, una efficace politica della sicurezza dei cittadini rispetto ai diversi rischi di natura sismica, idrogeologica e di altro genere, anche attraverso la promozione di nuove e più efficaci normative in materia di protezione civile;
se confermi l'intenzione di continuare nella positiva esperienza della incentivazione nei confronti dei privati in materia di ristrutturazione e manutenzione straordinaria e ordinaria degli edifici: l'importante risultato raggiunto negli ultimi due anni grazie alla possibilità di detrarre il 41 per cento dell'Irpef sulle opere di questo genere può essere migliorato dando seguito, come si è annunciato, al proposito di prorogare questa misura e di aggiungere ad essa l'abbattimento dell'aliquota Iva sulle ristrutturazioni edilizie;
se confermi l'intenzione, già annunciata, e oggetto di un intenso lavoro del ministero dei lavori pubblici, di varare una nuova normativa che preveda l'introduzione del «fascicolo casa» per ogni abitazione. Il fascicolo, che dovrà raccogliere tutta la documentazione atta a ricostruire la storia dell'edificio dovrà essere corredato da un'attestazione di conformità per gli edifici che non hanno nel tempo subito manomissioni e trasformazioni e da un certificato di idoneità statica funzionale almeno per quegli edifici che sono stati oggetto di interventi. La graduale introduzione di questo documento, che entro un periodo certo dovrà riguardare tutti gli edifici, deve essere opportunamente incentivata:
a) estendendo le agevolazioni fiscali previste per le ristrutturazioni anche alle spese sostenute per l'accertamento e la certificazione e per realizzare le opere che eventualmente esse prevederanno;
b) promuovendo opportune convenzioni con gli ordini delle professioni tecniche per tariffe calmierate;
c) promuovendo convenzioni con le compagnie di assicurazioni per garantire premi più bassi a coloro che si dotano


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della documentazione necessaria e osservano le prescrizioni dettate in sede di accertamento;
d) prevedendo la gratuità per l'accesso alla documentazione tecnica detenuta dai pubblici uffici;
e) promuovendo un'attività di semplificazione della documentazione prevista anche da altre normative, in modo da concentrare sugli aspetti essenziali ai fini della sicurezza le attività di documentazione, certificazione e controllo. (3-04614)
(16 novembre 1999).

PISANU, LEONE, VITO, PRESTIGIACOMO, ALESSANDRO RUBINO, TARDITI, BECCHETTI, BERTUCCI, DONATO BRUNO, COSENTINO, DI LUCA, FRAU e MISURACA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dei lavori pubblici e dell'interno. - Per sapere -
in relazione al disastroso crollo verificatosi a Foggia, che ha interessato un edificio di realizzazione relativamente recente e che ha determinato un numero ancora imprecisato, ma purtroppo assai rilevante, di vittime quali provvidenze il Governo intenda adottare a favore dei superstiti del crollo -:
come si intenda procedere per individuare le cause specifiche del disastro;
se, in relazione al ripetersi di crolli rovinosi di edifici, realizzati in tempi anche relativamente recenti, come nel caso del crollo avvenuto a Roma in Via di Vigna Iacobini, non si ritenga necessario individuare procedure per verificare la statica degli edifici, soprattutto ad uso civile, che presentino caratteristiche a rischio. (3-04600)
(12 novembre 1999).

SELVA, ANTONIO PEPE, TATARELLA, CARLO PACE, GIOVANNI PACE, FOTI, AMORUSO, GISSI, MANTOVANO, MANZONI, MARENGO, OZZA, PAMPO, e POLIZZI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
poco dopo le ore 3 dell'11 novembre 1999, in viale Giotto a Foggia, un palazzo abitato da diverse decine di persone è crollato;
lo stabile, ultimato nel 1971, era composto da 5 livelli e da un piano attico;
molte persone hanno perso la vita a causa di tale crollo e decine di altre, residenti in zona, sono state costrette ad abbandonare in via precauzionale le proprie abitazioni;
sollecito e tempestivo è stato l'intervento dell'amministrazione comunale, della prefettura, della Protezione civile, della Questura e delle Forze dell'ordine tutte, dei Vigili del fuoco, delle organizzazioni sanitarie, del volontariato e delle organizzazioni cattoliche e tale intervento ha permesso di estrarre ancora in vita alcune persone;
la magistratura ha immediatamente aperto una inchiesta penale contro ignoti al fine di fare luce sulle cause del disastro che segna profondamente ed in modo indelebile Foggia i foggiani e gli italiani tutti;
l'intera città si è stretta attorno al dolore dei familiari di quanti sono rimasti sotto le macerie, la cittadinanza è sotto choc e l'intera nazione vive un momento di particolare preoccupazione anche a causa del forte degrado di parte del patrimonio immobiliare italiano;
da una prima valutazione sullo stato di conservazione degli immobili residenziali il Censis ha rilevato che sono circa 3 milioni e 575 mila i fabbricati potenzialmente a rischio in Italia -:
quali provvedimenti urgenti intendano porre in essere per far fronte alla situazione di crisi sopra esposta e, quindi, quali provvidenze intendano in particolare destinare alla Città di Foggia così tragicamente colpita e, ancora, quali iniziative intendano porre in essere per garantire la sicurezza degli immobili esistenti su tutto


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il territorio nazionale in modo da tranquillizzare la popolazione oggi fortemente preoccupata. (3-04613)
(16 novembre 1999).

RICCI e SORO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte dell'11 novembre 1999 nella città di Foggia, in via Giotto, è crollato un palazzo di sei piani provocando una vera e propria strage, visto il numero delle vittime accertate ed il numero imprecisato di feriti;
nei giorni precedenti al crollo si sarebbero uditi sinistri scricchiolii che avrebbero fatto pensare al probabile cedimento del fabbricato;
tra le cause ipotizzate si parla di cedimento strutturale, lavori di modifica ai box e ad una leggera scossa di terremoto -:
se non ritenga:
di insediare con urgenza una Commissione di inchiesta per acquisire tutte le informazioni, al fine di individuare le cause del disastro e responsabilità civili e penali;
di attuare un piano nazionale di controllo della staticità di tutti gli edifici a rischio;
di operare con la massima urgenza un monitoraggio relativo alla condizione e alla agibilità del patrimonio abitativo della città di Foggia, attraverso una ricognizione statica dei palazzi, al fine di rendere obbligatorio per tutti i proprietari il cosiddetto «libretto del fabbricato»;
di raccogliere le carte planimetriche, ripercorrendo le varie fasi di costruzione e le modifiche apportate alle strutture portanti del palazzo;
di adottare a favore dei superstiti e i loro familiari tutte le misure necessarie di assistenza, di sostegno e di solidarietà.
(3-04610)
(15 novembre 1999).

CAVALIERE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte dell'11 novembre 1999, a Foggia in via Giotto, è improvvisamente crollato, in soli 19 secondi, un palazzo residenziale di sei piani, causando la morte dì sessantuno persone;
la tragedia che ha colpito la città di Foggia fa seguito ad altri casi ìn cui interi stabili sono crollati, evidenziando le pessime condizioni in cui versa gran parte del patrimonio immobiliare italiano, specialmente quello costruito dal dopoguerra sino agli anni settanta, ossia nel periodo in cui lo sviluppo edilizio aveva raggiunto la massima espansione;
tra le diverse ipotesi sulle cause del disastro sembrerebbe prevalente quella di un cedimento strutturale dell'edificio, dovuta alla inadeguatezza dei materiali edili adoperati per la costruzione, ipotesi questa che, qualora avallata dalle indagini della magistratura, rivelerebbe una situazione di allarmante gravità, legata a speculazioni dei costruttori sulle caratteristiche dei materiali utilizzati e ad un sistema deplorevole di carenza di verifichc da parte degli organi di controllo che ha portato alla cementificazione selvaggia del territorio -:
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere per evitare il ripetersi di simili disastri e garantire la sicurezza dei cittadini.(3-04633)
(16 novembre 1999).

DI CAPUA. - Al Presidente del Consiglio di ministri. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 10 e l'11 novembre 1999, a Foggia, un edificio adibito a civile abitazione crollava su se stesso, uccidendo 66 delle circa 80 persone che vi abitavano;
pur essendo in corso una serie di inchieste finalizzate all'accertamento delle cause del disastro, vengono al momento formulate ipotesi collegate ad interventi


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abusivi sui pilastri delle fondamenta o a fenomeni di infiltrazione legati a falde acquifere interessanti la zona;
emergono, da testimonianze raccolte e da esposti presentati in precedenza, anche alla Procura della Repubblica di Foggia, elementi di conferma sulla precarietà di quest'area e di alcuni stabili che su di essa insistevano -:
se e quali iniziative intenda il Governo assumere al fine di inasprire le misure di lotta all'abusivismo edilizio e di comportamenti omissivi o permissivi, di quanti sono preposti a ruoli di controllo, vigilanza e concessione in materia urbanistica e di lavori pubblici ai vari livelli istituzionali e se ritenga di dover rendere più rigorosa la normativa vigente e più approfondite indagini preliminari per l'autorizzazione di interventi sul sottosuolo, a ridosso di persistenti immobili e prevedere periodici rilievi, programmati d'ufficio, sulla situazione statica di immobili vetusti o insistenti su aree considerate a rischio. (3-04612)
(16 novembre 1999).

GALDELLI, CARAZZI e PISTONE. - Ai Ministri dei lavori pubblici e dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il crollo avvenuto in via Giotto a Foggia è d'eccezionale gravità, in primo luogo per le vittime e per i familiari, ma anche per la città e per l'intero paese. Forte è lo sgomento che ha suscitato, che si sovrappone ai sentimenti di umana pietà ai quali ci uniamo;
il paese vuole innanzi tutto sapere quali sono state le cause o le concause che hanno determinato questa tragedia e bisogna pertanto indagare a fondo su come quest'edificio è stato costruito, sulla qualità dei materiali e sulla situazione geologica del terreno sottostante;
appare evidente che occorre fare ogni sforzo al fine di alleviare le conseguenze di questa tragedia per i sopravvissuti, i feriti e le famiglie di coloro che hanno perso la vita;
la dichiarazione dello stato d'emergenza e le prime misure adottate vanno in questa direzione;
nel recente passato vi sono stati casi che presentano forti analogie (16 dicembre 1998, via di Vigna Iacobini, Roma) e ciò fa crescere l'allarme e l'insicurezza per milioni di persone. Da valutazioni sommarie sembra che oltre cinquecento mila abitazioni siano a rischio di cedimenti strutturali, e nei prossimi anni questo numero è destinato a crescere in maniera esponenziale;
il boom edilizio degli anni cinquanta e sessanta, oltre a deformare le periferie delle città e non solo, fu costruito in gran parte in maniera abusiva, con materiali poveri e con il lavoro nero; successivamente vi sono stati ben due provvedimenti di sanatoria edilizia senza controlli sulla qualità degli edifici «sanati»;
questa situazione non può non essere affrontata, occorre sapere, conoscere lo stato del patrimonio abitativo del paese, verificarne la sicurezza, l'affidabilità, le prestazioni energetiche, quelle acustiche, la qualità delle vernici, dei tessuti, dei materiali edili, degli impianti idrici, di riscaldamento ed elettrici. È da questo monitoraggio che si potrà conoscere l'entità dell'intervento da mettere in essere;
i comunisti italiani ritengono che il prossimo futuro dell'edilizia debba essere rivolto, appunto, alla messa in sicurezza, alla manutenzione e al recupero del patrimonio esistente piuttosto che alla costruzione del nuovo; non dimentichiamo che quasi la metà del territorio nazionale è classificato a rischio sismico, mentre la maggior parte delle strutture fu costruita prima dell'entrata in vigore delle norme antisismiche -:
che cosa il Governo stia facendo per fronteggiare la situazione d'emergenza creatasi a Foggia a seguito del crollo di via Giotto;


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quali programmi tecnici, normativi e finanziari intenda mettere in essere al fine di attivare un programma generale di messa in sicurezza delle strutture abitative del paese. (3-04615)
(16 novembre 1999).

OSTILLIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri dell'interno e dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
il tragico e doloroso evento di Foggia fa seguito ad altri episodi simili ed in particolare al crollo avvenuto a Roma nel quartiere Portuense lo scorso anno, del quale dopo molti mesi si continuano a ignorare le cause;
accanto alla tragedia che ha portato alla distruzione di tante famiglie, si sta determinando una emergenza che coinvolge tutte quelle strutture ritenute o definite a rischio in tutto il paese e crea tensione emotiva e condizioni di ovvio disagio in tanti nuclei familiari costretti ad abbandonare stabili in precarie condizioni, oltre a coinvolgere le stesse famiglie vittime dei dolorosi eventi, non sempre adeguatamente supportate nelle proprie necessità immediate dalle autorità preposte -:
quali indagini siano state avviate da parte dei soggetti istituzionalmente competenti per indagare sulle cause del crollo avvenuto a Foggia e quali siano gli esiti ad oggi;
quali siano stati le modalità, i tempi e i mezzi impiegati nelle operazioni di soccorso;
quali misure immediate il Governo intenda adottare per aiutare in modo concreto i superstiti e i congiunti delle vittime del crollo;
quali iniziative di carattere legislativo e/o amministrativo il Governo preveda per porre fine a sciagure di questa portata;
quali misure, in particolare quali procedure, si intendano assumere con urgenza per mettere concretamente i soggetti competenti, e in particolare i comuni, in grado di svolgere con efficacia e tempestività i controlli necessari a verificare le condizioni del patrimonio edilizio, senza scaricarne l'onere esclusivamente sui proprietari. (3-04625)
(16 novembre 1999).

LECCESE e PAISSAN. - Ai Ministri dei lavori pubblici e dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte fra il 10 e l'11 novembre 1999 viale Giotto a Foggia è crollato un intero stabile causando la morte di circa 60 persone;

il Procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Foggia non ha ancora reso noto quali siano le cause del crollo, ma fra le ipotesi al vaglio vi sono quelle del taglio di un pilastro fondamentale al centro del garage sottostante, dell'esistenza di una falda acquifera superficiale su cui pare il palazzo sia stato costruito e l'uso di materiali inadeguati;
secondo le testimonianze dei pochi superstiti e degli inquilini dei palazzi attigui costruiti nello stesso periodo e con gli stessi criteri, in passato si erano verificati degli episodi sospetti a cui non era stata data importanza, come lo sfaldamento di alcuni piloni, alcune infiltrazioni di acqua nel garage e ripetuti scricchiolii;
l'Amministrazione comunale, all'indomani del crollo, ha affermato che «le verifiche geologiche effettuate hanno permesso di escludere una situazione di pericolo nella cittadina»;
da un articolo apparso su il Resto del Carlino del 15 novembre 1999 a firma di Alessandro Farruggia, si apprende invece di una palazzina situata a Foggia, in via Bellucci, che dall'11 febbraio 1998, data in cui è stata emessa un'ordinanza del Sindaco da rendere esecutiva nel termine di 180 giorni, che aspetterebbe «urgenti» lavori di ristrutturazione e di consolidamento statico;


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da quel termine perentorio sono trascorse due proroghe senza che fosse dato inizio ai lavori;
il 14 ottobre 1999 i Vigili urbani di Foggia, anziché trasmettere l'intero incartamento alla Procura, come prevede l'articolo 650 del codice penale, hanno proceduto alla semplice stesura di un verbale in cui veniva accertata la non ottemperanza dei lavori e ad una contravvenzione di lire duecentomila a carico del Presidente dello Istituto autonomo case popolari, che avrebbe dovuto rendere esecutiva quell'ordinanza;
all'indomani del tragico crollo il sindaco di Foggia ha firmato il decreto di sgombero del palazzo in via Bellucci;
si ricorda che nel dicembre dello scorso anno nel quartiere Portuense di Roma un intero stabile è crollato causando numerosi morti e lo scorso settembre a Canosa di Puglia, in provincia di Bari, una palazzina è crollata per fortuna senza causare vittime;
è notizia di questi giorni, inoltre, che a Brindisi, a Canosa di Puglia e in provincia di Milano, alcuni edifici sono stati fatti sgomberare per il rischio di crolli -:
quali provvedimenti intendano adottare per prevenire tragici eventi di questo tipo e per dare il via ad un monitoraggio a tappeto nel nostro Paese, privilegiando gli edifici costruiti durante il boom edilizio degli anni sessanta e quelli che sorgono in zone geologicamente dissestate.
se intendano adoperarsi per accertare, in questi casi, le responsabilità delle istituzioni locali. (3-04630)
(16 novembre 1999).

BASTIANONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
il tragico crollo del palazzo di viale Giotto a Foggia ha causato decine di vittime distruggendo l'esistenza di intere famiglie;
le condizioni di una parte considerevole del patrimonio abitativo italiano realizzato negli anni sessanta e settanta sono, anche a detta di esperti, preoccupanti -:
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di verificare il grado di stabilità e di sicurezza del patrimonio edilizio del nostro Paese;
quali misure intendano assumere in favore dei superstiti e dei familiari delle vittime della tragedia di Foggia. (3-04623)
(16 novembre 1999).

MARINACCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
nella notte dell'11 novembre 1999 a Foggia in via Giotto è crollato improvvisamente uno stabile seppellendo nelle macerie, secondo una prima stima, 72 persone delle quali sinora ventuno decedute;
il tragico evento fa seguito ad altri casi in cui stabili interi sono collassati, rivelando una situazione preoccupante in cui potrebbe versare buona parte del patrimonio immobiliare italiano risalente agli anni dal dopoguerra sino agli anni settanta nei quali lo sviluppo edilizio raggiunse la massima espansione;
si sta manifestando la necessità di un intervento legislativo diretto a porre misure straordinarie volte a controllare la situazione di stabilità di buona parte del patrimonio abitativo del paese;
gli enti locali allo stato attuale non sono nelle condizioni di assumere compiti supplettivi in materia di accertamento sullo stato degli edifici; lo stesso comune di Roma riesce a smaltire solo una piccolissima parte delle richieste di intervento relative all'accertamento sulla stabilità degli immobili;


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ancora una volta gli enti locali sono lasciati soli nell'affrontare problematiche generali che richiederebbero un impegno forte del Governo centrale teso a rafforzare in primo luogo la capacità operativa dei comuni sia in termini di personale tecnico sia di strutture, attualmente appena sufficienti per la gestione ordinaria;
gli interventi preannunciati dal Governo sembrano andare nella direzione di introdurre una nuova tassa sulla casa scaricando esclusivamente sui privati gli oneri relativi alla verifica della stabilità degli immobili, senza prevedere un piano organico di intervento in cui tutte le istituzioni, e in primo luogo i comuni, possano avere un effettivo ruolo di controllo e di prevenzione in armonia e coerentemente con i compiti in materia urbanistica loro attribuiti -:
quali iniziative intendano assumere in favore della città di Foggia e dei superstiti e parenti delle vittime colpiti dalla sciagura;
quali provvedimenti intendano prendere per affrontare con modalità organiche la verifica dello stato di salute del patrimonio immobiliare nazionale, qualificando tale necessità un interesse pubblico senza scaricarne l'intero onere sui proprietari i quali sono invece le vittime incolpevoli di eventuali abusi costruttivi o carenze conoscitive del territorio causa dei disastri;
se ritengano urgente procedere ad un rafforzamento della capacità degli enti locali in materia, prevedendo adeguate risorse economiche volte, soprattutto, al miglioramento qualitativo e quantitativo della dotazione organica degli uffici tecnici comunali accrescendo in tal modo sia la conoscenza del territorio anche tramite la redazione di piani regolatori del sottosuolo sia la capacità di controllo e di verifica progettuale ed ambientale. (3-04606)
(15 novembre 1999).

VENDOLA, GIORDANO e NARDINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
il crollo del palazzo di viale Giotto n. 120 a Foggia ha distrutto l'esistenza di decine e decine di famiglie, uccidendo oltre sessanta persone (in questo momento non è ancora precisato il numero esatto delle vittime);
le cause del crollo andranno chiarite in sede giudiziaria, ma dalle prime ricognizioni pare prevalente l'opinione che ci sia stato un cedimento strutturale dell'edificio, a causa della povertà dei materiali edili adoperati per la sua fabbricazione tra il 1968 e il 1971, ma forse anche a causa di successivi interventi abusivi negli scantinati dello stabile;
secondo una indagine del Censis la staticità del patrimonio abitativo italiano presenta profili di estrema precarietà e di allarmante gravità: più di tre milioni di edifici, nati sotto il segno della speculazione edilizia e della cementificazione selvaggia del territorio, sarebbero ad alto rischio;
quale valutazione si dia, allo stato delle risultanze investigative, delle cause del disastroso crollo di Foggia;
quali interventi concreti si intenda assumere a favore dei superstiti del crollo e di quanti dovessero essere sgomberati da edifici che risultino pericolanti;
quale opera di monitoraggio sulla staticità del patrimonio abitativo nazionale si intenda porre in essere e quali interventi di risanamento, ristrutturazione e riuso di questo immenso quanto degradato patrimonio si intenda avviare. (3-04611)
(15 novembre 1999).

CREMA. - Ai Ministri dei lavori pubblici e dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il disastro verificatosi la scorsa settimana nella città di Foggia, con il crollo di una palazzina e il decesso di circa sessanta persone, oltre ad aver gettato nella più nera disperazione le famiglie delle vittime, la cittadinanza ed una nazione intera, pone


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seri interrogativi su cause e concause che possono averlo determinato, quali l'uso di materiali scadenti, possibili modifiche alle strutture portanti, infiltrazioni d'acqua e l'edificazione stessa su terreno inadatto;
l'entità della tragedia pone altresì seri interrogativi sui provvedimenti adottati che, stando al verificarsi sempre più frequente di episodi analoghi, come quello del Portuense a Roma dello scorso anno, sembrano più determinati dall'emergenza, che non da un serio intervento preventivo -:
quali provvedimenti si intendano adottare affinché sia data una pronta ed esaustiva risposta ai troppi interrogativi sollevati in queste ultime ore, onde evitare di ricondurre il tutto all'ennesima valutazione di tragica casualità;
se non si ritenga opportuno accertare eventuali negligenze degli organi preposti al controllo, affinché l'istituzione del «libretto di fabbricato» per monitorare lo stato delle costruzioni, inserito ieri dal Governo nell'ambito dei collegati alla finanziaria, non appaia come il solo tentativo, a livello centrale, di affrontare il problema. (3-04629)
(16 novembre 1999).

MAZZOCCHIN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si assiste al ripetersi di drammatici eventi con crollo improvviso di edifici di civile abitazione e dolorosissime perdite di vite umane a Roma e a Foggia -:
quali indagini siano state avviate e quali misure il Governo intenda assumere;
se esista un programma di censimento del patrimonio immobiliare italiano necessario, dato che il periodo di fabbricazione di molti edifici (anni cinquanta), i materiali utilizzati, i lavori di superfetazione architettonica e addirittura interventi strutturali possono aver prodotto problemi di statica degli edifici;
come il Governo intenda intervenire nei confronti degli autori dei lavori abusivi come pure sui responsabili del mancato controllo;
se non ritenga preferibile affidare agli enti locali il censimento ed il controllo piuttosto che agli organismi statali in continuo arretrato e spesso poveri di personale specializzato;
se il Governo non concordi sull'esigenza di un controllo preventivo dell'abusivismo e sullo sconcio delle sanatorie che portano inevitabilmente ad altre sanatorie ed al diffondersi dell'idea che non esistono leggi né punizioni per chi le infrange. (3-04631)
(16 novembre 1999).

VOLONTÈ, TASSONE, TERESIO DELFINO e GRILLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il tragico crollo dell'edificio avvenuto a Foggia lo scorso 11 novembre 1999 con decine di vittime e dispersi ripropone in maniera urgentissima l'esigenza dell'attuazione di un piano nazionale di controllo della staticità di tutti gli edifici a rischio addirittura secondo il Censis questi sarebbero più di tre milioni, il 36 per cento per ragioni di anzianità e il 63 per cento per cause tecniche soprattutto nei centri storici delle grandi città -:
ogni elemento di valutazione sulla tragedia di Foggia e se non intenda avviare una indagine per accertare con immediatezza le cause del disastro verificando eventuali responsabilità;
se ritenga valida l'ipotesi più accreditata del cedimento strutturale dell'edificio di recente costruzione oppure del dissesto idrogeologico;
se non ritenga di avviare da parte della Protezione civile un piano per monitorare tutti gli edifici a rischio;
se non ritenga opportuno avviare al più presto il varo di un piano nazionale di controllo sulla staticità degli edifici che


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risponda a criteri di semplicità e snellezza senza gravose implicazioni burocratiche per le famiglie.(3-04599)
(12 novembre 1999).

TARADASH. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 11 novembre, a Foggia, il tragico crollo di un palazzo di sei piani ha provocato la morte di oltre 60 persone, numero probabilmente destinato a crescere considerando che i soccorritori non hanno ancora concluso le operazioni di ricerca di eventuali superstiti e delle altre vittime;
il comune di Foggia ha aperto un'inchiesta tecnico-amministrativa e l'autorità giudiziaria ha avviato un'indagine per accertare le cause della sciagura e la ricorrenza di eventuali responsabilità per l'accaduto;
il crollo di una struttura in cemento armato di recente realizzazione, considerando la dinamica con cui si è verificato e il totale cedimento di ogni sua parte, può essere attribuito ad una carenza di staticità del terreno, all'utilizzo di materiali scadenti, a modifiche intervenute nel corso del tempo che hanno pregiudicato gli equilibri strutturali -:
quali provvedimenti siano stati adottati o si intendano adottare al fine di verificare le cause della sciagura e di individuare le responsabilità di tale tragico evento;
se un cedimento strutturale di tale gravità sia dovuto alla carenza della legislazione tecnica vigente e, in tal caso, quale iniziative il Governo intenda assumere;
quali soluzioni si intendano adottare, per prevenire il verificarsi di simili tragici eventi, in termini di verifiche e monitoraggi degli stabili ritenuti a rischio. (3-04616)
(16 novembre 1999).