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PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Mammola n. 2-02009 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
PAOLO MAMMOLA. Signor Presidente, intendo illustrare brevemente il contenuto di questa interpellanza urgente, sottoscritta da me e da una cinquantina di altri parlamentari, non solo del mio ma anche di altri gruppi politici, perché ritengo che il Governo debba necessariamente fornire risposte esaurienti in ordine al fatto avvenuto lunedì scorso presso l'aerostazione di Fiumicino, fatto che definire paradossale, per alcuni aspetti, è sicuramente riduttivo.
(ciò ha avuto gli onori della cronaca su tutti i giornali) che il fornitore di benzina avio, ossia di carburante per aerei, dell'aeroporto di Fiumicino è la società Seram, della cui compagine azionaria fanno parte le stesse compagnie petrolifere che, con un cartello a tutti conosciuto, gestiscono in forma di quasi monopolio la vendita di tale prodotto sull'intero territorio nazionale.
petrolifere a causa delle problematiche legate ai costi di approvvigionamento e di vendita dei carburanti. Noi riteniamo assolutamente verosimile questa ipotesi se sono vere le voci, che abbiamo avuto modo di verificare, che già l'8 ottobre, ovvero tre giorni prima del mancato rifornimento all'aerostazione, la società Seram, o meglio alcune aziende e società petrolifere che fanno anche capo al capitale della società Seram avevano informato per iscritto alcune compagnie aeree (come hanno riferito gli organi di stampa, ma per certo io so della compagnia di bandiera Alitalia) circa la possibilità, nei giorni successivi, di una mancanza di rifornimento presso l'aeroscalo di Fiumicino.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione ha facoltà di rispondere.
LUCA DANESE, Sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione. A seguito della convenzione n. 2820 del 28 giugno 1974, questo dicastero ha rilasciato la concessione per l'area relativa alla costruzione, gestione, immagazzinamento e distribuzione del carburante del deposito di prodotti avio nell'aeroporto di Fiumicino alla Seram, società per azioni costituita nell'ambito delle varie società petrolifere operanti in aeroporto. Spetta invece, in forza di specifiche concessioni, alle singole compagnie petrolifere l'obbligo di assicurare e regolare il tempestivo rifornimento sugli aeroporti. Tali compagnie sono l'Agip petroli, la Tamoil, l'Elf italiana, la Esso italiana, la FINA italiana, la Kuwait petrolium, la Shell italiana-aviazione, la Total-aviazione italiana e la British petrolium Italia.
conseguenza, stabilisce le scorte da mantenere e da ripartirsi tra le nove compagnie petrolifere utilizzatrici dell'impianto Seram.
PRESIDENTE. L'onorevole Mammola ha facoltà di replicare.
PAOLO MAMMOLA. Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta del sottosegretario, anche se mi rendo perfettamente conto che, allo stato, essendo in atto un'ispezione di carattere ministeriale ed una indagine sugli avvenimenti accaduti lunedì scorso presso l'aerostazione di Fiumicino, il Governo più di tanto non poteva riferire al Parlamento. Ciò non di meno, risulta evidente che le contestazioni e quanto nel nostro atto di sindacato ispettivo abbiamo posto come premessa all'attenzione del Governo rispondono alla realtà dei fatti.
deboli. Se, infatti, potrebbe essere vero che una petroliera, che trasportava una partita di kerosene e di benzina avio, proveniente dallo scalo di Civitavecchia, non sia giunta a destinazione o quant'altro, ciò non spiega assolutamente come sia possibile che improvvisamente la benzina sia evaporata e siano finite le scorte che, per convenzione, le compagnie devono tenere presso gli impianti di Pantano di Grano, cioè i serbatoi con i quali si rifornisce l'aeroscalo di Fiumicino di jet fuel. A ventiquattro ore dall'inconveniente, vale a dire della mancata erogazione di carburante per gli aerei dell'aeroporto di Roma, il problema sarebbe scoppiato improvvisamente in tutta la sua violenza. Ripeto che ciò è avvenuto senza che nessuno di coloro che dovevano essere avvisati - dagli operatori dello scalo, al ministero, alla direzione dell'aviazione civile, all'ENAC e agli altri - abbia ricevuto alcuna comunicazione ufficiale prima di domenica 10 ottobre.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
L'onorevole Mammola ha facoltà di illustrarla.
Che il nostro paese abbia già diversi problemi nel settore dei trasporti e, in particolare, in quello del trasporto aereo, è risaputo da tutti gli operatori e da coloro che si interessano dello stesso, ma che il nostro paese finisca per l'ennesima volta alla ribalta delle cronache nazionali e internazionali per fatti che, come dicevo prima, sono a dir poco paradossali ritengo sia assolutamente disdicevole e da evitare.
I fatti sono conosciuti. Lunedì, dalle ore 13 circa alle ore 19-19,30, nessun aereo in transito e in partenza da Fiumicino ha potuto effettuare il rifornimento di jet fuel, di benzina avio, e quindi molte compagnie si sono trovate nell'impossibilità di garantire i collegamenti; considerato il traffico che caratterizza lo scalo di Fiumicino, ciò fa capire quale sia stato il disagio creato a migliaia e migliaia di passeggeri, di utenti del nostro servizio di trasporto aereo, e quali siano stati i danni causati alle compagnie, che hanno dovuto frettolosamente annunciare la soppressione o il ritardo dei voli, comunque con danni di carattere finanziario per i passeggeri.
Come dicevo, si tratta di un fatto assolutamente incomprensibile. Sappiamo
A quanto consta agli interpellanti, tale società ha obblighi precisi, ai sensi di una convenzione firmata, da una parte, dal Governo italiano (in particolare dai Ministeri dei trasporti e della navigazione e dell'industria, del commercio e dell'artigianato) e, dall'altra, dalla società medesima. Tale convenzione prevede - il signor sottosegretario lo saprà di certo - che la società indicata abbia sempre e comunque scorte di carburante non tangibili, da non intaccare, che devono garantire il corretto funzionamento dell'aeroscalo. Se pensate che l'aeroporto di Fiumicino registra un consumo quotidiano di circa 3 milioni 700 mila litri di benzina e che la società deve garantire il rifornimento, attraverso scorte adeguate, di tale quantità di carburante per alcuni giorni, è strano credere che una tale quantità di carburante sia improvvisamente evaporata. Infatti, a quanto risulta anche dalle cronache dei giornali, a nessun ente è stato dato alcun avviso in ordine all'uso e alla mancanza di tali scorte che, lo ripeto, non dovrebbero mai essere intaccate.
Si è giustificato tutto ciò con il mancato arrivo di una petroliera o con l'arrivo di una petroliera che non avrebbe fornito una quantità di carburante ritenuto idoneo dalle compagnie per il rifornimento dei propri aerei. A detta della società, questo avrebbe determinato i problemi allo scalo. Io però non penso che una petroliera possa garantire con il proprio carico quantità di carburante tali da determinare uno sfasamento come quello che si è verificato.
Inoltre, se è vero che la società non può toccare le scorte, ma preventivamente deve dare un avviso di una situazione di reale pericolo per i rifornimenti, non si capisce come mai, fino alle 13 del giorno prima, cioè fino a 24 ore prima dall'interruzione del servizio, non fosse stato ravvisato alcunché da parte della società Seram, né dato formale avviso agli enti che dovevano essere interessati da una eventuale ipotesi di crisi.
Dalla ricostruzione dei fatti risulta che solo alle 13 del giorno precedente la Seram abbia comunicato al direttore dell'aeroporto che, per difficoltà di approvvigionamento, forse essa non sarebbe stata in grado di assicurare l'erogazione di carburante alle piazzole di servizio per lo stazionamento delle aeromobili, a partire dalle ore 13 del giorno dopo.
Naturalmente, a seguito di questa informativa, la direzione dell'aeroporto avrebbe emesso un NOTAM nel quale si parlava genericamente di una possibilità di non assistenza al rifornimento da parte della società Seram. Risulterebbe anche che il capo scalo degli aeroporti di Roma, che aveva appreso non ufficialmente, ma da voci che ormai correvano nei corridoi degli ambienti aeroportuali, di questa possibilità di mancanza di rifornimento di carburante, avrebbe cercato di contattare la società Seram e i suoi dirigenti, ma che non avrebbe avuto modo di ricevere alcun tipo d'informazione.
Questo sarebbe lo stato dei fatti per quanto si è appreso dalle notizie di cronaca e per quanto l'interpellante è riuscito a desumere dalle informazioni sulla vicenda.
Quello che è grave, e lo abbiamo sottolineato nella nostra interpellanza, nelle domande, nei quesiti e nelle premesse che abbiamo posto, è che si prefigurerebbe probabilmente che questo disservizio non sia stato occasionale, ma che in un certo senso fosse premeditato. Bisogna anche capire quale sia l'oggetto della contesa.
Noi abbiamo individuato in questa azione una sorta di guanto di sfida nei confronti del Governo italiano, viste le note tensioni che agitano il settore petrolifero e il braccio di ferro che oggi è in essere tra il Governo italiano e le compagnie
Siamo quindi al paradosso per cui le compagnie petrolifere avvisano prima gli utenti del servizio - ovvero le compagnie aeree - e poi (per assurdo) i responsabili dello scalo dicendo, ventiquattr'ore prima del fatto, che di lì a poco non vi sarebbe più stato il necessario rifornimento di carburante.
Signor sottosegretario, questa è una cosa abbastanza singolare, per non dire grave, nella misura in cui (spero che nella sua risposta ce lo potrà confermare) la concessione data a quella società prevede precise clausole che debbono essere rispettate da entrambe le parti contraenti e che - a nostro modo di vedere - da parte della società Seram non sono state sicuramente osservate; anzi, sono state puntualmente disattese per un'azione quasi di pirateria nei confronti del nostro paese e del Governo italiano.
Penso che tutto ciò sia inaccettabile e spero che lei nella sua risposta ci potrà rassicurare sia circa le intenzioni del Governo rispetto al gravissimo fatto che si è verificato all'aeroporto di Fiumicino, sia riguardo al fatto che l'esecutivo prenderà le opportune decisioni in merito, fino ad arrivare - ed io lo auspico - alla ridiscussione o alla rescissione del contratto esistente - a livello di concessione - con tale società.
Le compagnie aeree, poi, per ogni scalo stipulano singoli e specifici contratti con una o più società petrolifere per l'approvvigionamento del carburante di cui abbisognano.
Il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato ha affidato alla Seram la concessione relativa all'esercizio-conservazione, nonché al mantenimento in pressione della rete, dell'impianto di deposito di carburante sito nell'ambito dell'aeroporto romano fino al 31 dicembre del 2013.
Per quanto attiene alla disciplina relativa al mantenimento di scorte di carburante, si osserva che in base alla legge n. 61 del 10 marzo 1986, concernente la misura delle scorte di riserva a carico degli importatori dei prodotti petroliferi finiti, è prescritto l'obbligo di scorta pari al 20 per cento delle importazioni del singolo operatore. All'inizio di ogni anno vengono comunicate dalla Seram, infatti, al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato le quantità di carburante erogate dalle singole compagnie petrolifere nell'aeroporto di Fiumicino nel corso dell'anno precedente e il ministero, di
Sulla base delle disposizioni normative attualmente vigenti, la società Seram ha l'obbligo di mantenere scorte petrolifere per 240 mila 247 tonnellate di prodotti categoria b), petrolio o carburante per aerei del tipo kerosene o gasolii.
È data dal Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, facoltà alle aziende, quando lo richiedano urgenti esigenze commerciali, di trasferire il proprio obbligo di scorta presso impianti terzi, al fine di utilizzare per intero la propria capacità di stoccaggio. La società Seram, sin dal giugno 1999, aveva trasferito presso terzi quasi tutto il proprio obbligo di scorta, mantenendo a carico del proprio impianto di Fiumicino scorte per 9.772 tonnellate.
Il giorno 8 ottobre 1999 la società comunicava al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, di aver trasferito presso terzi anche quest'ultimo quantitativo, senza tuttavia fare alcun cenno a possibili difficoltà nei rifornimenti. Inoltre, la medesima società aveva dichiarato di avere in giacenza presso il proprio deposito, al primo di ottobre, 17.294 tonnellate e, al 7 ottobre, 10.776 tonnellate, osservando così pienamente il proprio obbligo di scorta. Alla luce di ciò vanno valutati gli avvenimenti, concludendo che nessuno ha tempestivamente e compiutamente informato di quanto potesse accadere i responsabili dello scalo romano, primo fra tutti il direttore dell'aeroporto, anche se la notizia della possibile interruzione del servizio di fornitura di carburante era stata diramata dalla Seram alle compagnie petrolifere dal 27 settembre ultimo scorso. La prima notizia di quanto avrebbe potuto accadere risulta, infatti, essere stata portata dalla Seram agli uffici della direzione aeroportuale alle ore 13,12 di domenica 10 ottobre e immediatamente diramata dalla direzione aeroportuale ai principali soggetti interessati, mediante comunicazione telefonica, e alla totalità degli operatori interessati mediante un NOTAM che veniva diramato dall'apposito ufficio dell'Enav alle ore 15,55 dello stesso giorno.
Il disservizio ha interessato l'aeroporto di Fiumicino dalle ore 13,10 alle ore 19,30 di lunedì 11 ottobre.
Per quanto attiene ai rifornimenti effettuati dall'Agip, aspetto sul quale si chiedono informazioni nell'interpellanza, in base alle comunicazioni pervenute dalla Praoil del gruppo Agip, uno dei fornitori del deposito Seram, risulta che la società stessa abbia effettuato consegne al suddetto deposito nel periodo che va dal 1o settembre al 6 ottobre per un totale pari a 74.516 tonnellate di carburante jet A1.
In merito alle eventuali responsabilità da parte della società Seram, così come per gli altri soggetti coinvolti, si fa riserva di comunicare le valutazioni definitive a conclusione dell'indagine che un'apposita commissione istituita dall'Enac sta svolgendo per conoscere i fatti e riferire sul contesto normativo e contrattuale nel quale si sono svolti. Si fa presente che è trascorso solo poco tempo da quando è accaduto l'inconveniente. Solo in base alle valutazioni definitive si potrà decidere quali provvedimenti assumere.
Prendo lo spunto da tutto questo anche per ricordare al sottosegretario che tutte le scuse addotte a giustificazione del presunto inconveniente, apparse anche sugli organi di stampa, sono assolutamente
Inoltre, sottolineo ancora una volta che, se il Governo o chi sta istruendo l'inchiesta sull'avvenuto non ne ha preso conoscenza, occorre verificare se corrisponda al vero che le società che costituiscono la Seram - che sono le stesse società petrolifere, le quali, con questo cartello, riforniscono gli aerei nei nostri aeroporti - avevano già comunicato preventivamente, almeno due giorni prima, ad alcune compagnie - sicuramente e specificamente alla nostra compagnia di bandiera - che si sarebbero potuti verificare tali inconvenienti.
Signor sottosegretario, a mio avviso ciò evidenzia ineluttabilmente una predeterminazione ed una volontà da parte di tali compagnie petrolifere, attraverso lo strumento della società Seram che assicura il rifornimento, nel causare l'incidente, che avrebbe dovuto costituire una sorta di avvertimento e di monito ad un Governo che magari, a loro modo di vedere, è un po' troppo rigido nei loro confronti per quanto riguarda la politica di controllo dei prezzi.
Mi auguro che questo Governo, che ha promesso agli italiani di farli vivere in un paese normale, non accetti queste anormalità di sistema, che non sono proprie di una democrazia avanzata e di un paese che vuole vivere a 360 gradi la nuova esperienza comunitaria, con pari dignità e diritti.
Spero, quindi, che il Governo italiano non voglia dare un esempio di malgoverno, non affrontando la questione nelle dovute sedi, con gli opportuni provvedimenti - giungendo anche, come ripeto, alla revoca della concessione alla società per evidenti atti non leciti -, con una ferma presa di posizione e dando un chiaro segnale che il nostro paese vuole vivere nella normalità e non nell'anormalità, alla quale purtroppo da troppo tempo ci stiamo abituando.